Dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle di Palazzo Lascaris giungono all’Aib, Associazione dei volontari contro gli incendi boschivi, quasi 103 mila euro, la metà di quanto i sette esponenti pentastellati hanno tagliato quest’anno dai loro stipendi. L’altra parte di denaro resterà alla Regione e verrà destinata a finanziare gli interventi di ripristino dopo le calamità naturali. La consegna di un assegno simbolico è avvenuta davanti alla sede della Regione, in piazza Castello, alla presenza del leader grillino Di Maio. Dall’ inizio della legislatura, i 5 Stelle piemontesi hanno rinunciato a 866.497 euro, tornati sul bilancio regionale e destinati al microcredito e all’edilizia scolastica.
“Apprendiamo con soddisfazione che finalmente la Giunta regionale si è decisa di reintegrare l’attività chirurgica oculistica al San Luigi di Orbassano, prevedendolo nell’atto aziendale. La battaglia che ho condotto con tanti amministratori locali, operatori sanitari, associazioni di pazienti e malati ha rotto finalmente il muro di gomma che il centrosinistra aveva innalzato contro un evidente errore nella tanto sbandierata riorganizzazione della rete ospedaliera compiuta dall’assessore Saitta“. Ad affermarlo la vicepresidente del Consiglio regionale pimontese Daniela Ruffino che da tempo si batte con ordini del giorno, interrogazioni, emendamenti, sit-in e petizioni per far riaprire le sale operatorie di Oculistica nel nosocomio di Orbassano e che oggi ha partecipato all’inaugurazione del rinnovato Pronto Soccorso. Conclude Ruffino: “Siamo stati tenaci e abbiamo vinto la battaglia dell’Oculistica al San Luigi, ma che fatica e quanti danni. Per oltre un anno e mezzo i pazienti torinesi hanno dovuto subire i disservizi di una decisione che è stata da subito contestata sia dagli operatori sanitari, sia dagli amministratori locali che numeri alla mano denunciavano gli effetti di una decisione incomprensibile e insostenibile. Ora resta da vincere la guerra in tanti altri presidi torinesi, a partire dalla scelta di uccidere, smembralo, l’Oftalmico di Torino. Io non mollo, così come i tanti torinesi che continuano a sostenere la centralità del malato in qualsiasi riforma sanitaria che possa essere degna di essere definita tale“.
Energie per l’Italia verso il voto
Siamo oramai alla vigilia delle prossime elezioni politiche nazionali e Stefano Parisi con il suo partito Energie per l’italia si appresta ad iniziare una campagna elettorale che lo vedrà protagonista
“I DATI DIMOSTRANO IL FALLIMENTO DELLA “TAGLIA SALUTE” DI SAITTA-CHIAMPARINO”
Nel Bilancio regionale mancano anche le risorse per il rinnovo del contratto di tutto il comparto Sanità.
La IV Commissione ha esaminato il Bilancio previsionale degli anni del 2018-19-20 relativi ai capitoli della Sanità. A fronte di un Bilancio pressochè invariato rispetto al 2017 che non testimonia alcuna volontà di potenziare i servizi sanitari ospedalieri, ambulatoriali e domiciliari emergono in modo evidente due dati: l’impossibilità per mancanza di risorse aggiuntive di rinnovare il contratto agli oltre 50.000 dipendenti del settore della sanità e soprattutto l’aumento esponenziale della mobilità passiva.
“Non appena fu votata dalla giunta la revisione della rete ospedaliera, dichiara Gian luca Vignale, Presidente del Movimento nazionale in Consiglio regionale, evidenziammo alcune dirette conseguenze: aumento delle liste d’attesa, delle barelle nei Pronto soccorso e della mobilità passiva. Ciò che è puntualmente accaduto”.
“Il bilancio del 2018, infatti, evidenzia come vi sarà una spesa per Mobilità passiva di 298 milioni (!!!) a fronte di 202 milioni di euro di mobilità attiva. 96 milioni spesi per pagare le prestazioni di piemontesi che si fanno curare con la valigia in altre regioni, continua Vignale”.
“Ciò che è maggiormente significativo è che il dato del 2018 corrisponde a quanto accaduto due anni prima, nel 2016: primo anno in cui la delibera “taglia Salute” di Saitta e Chiamparino è entrata interamente in vigore. Insomma, denuncia Vignale, chiudere ospedali e reparti, ridurre le prestazioni sanitarie ha portato al risultato paradossale di peggiorare il diritto alla cura dei piemontesi senza risparmiare neppure un euro.
Questo, se ancora ve ne fosse bisogno, è il chiaro fallimento della DGR 1-600 che anche negli anni 2019 e 2020 prevederà una mobilità passiva di oltre 80 milioni di euro”.
Inoltre le risorse previste a bilancio non saranno sufficienti a garantire il rinnovo del contratto dei dipendenti della sanità.
“Non avendo previsto la finanziaria dello Stato neppure un euro sarà impossibile rinnovare i contratti. Mi domando, conclude Vignale, come sia giustificabile il silenzio dell’assessore Saitta come capofila degli assessori alla Sanità di tutte le regioni. Sono certo che dopo il 4 Marzo, qualora non vi sarà più un governo amico, diventerà il paladino delle regioni contro il governo nazionale”.
“POSTI LETTO ESAURITI, BARELLE TERMINATE, OSSERVAZIONE BREVE (OBI) AL COMPLETO. MANCA UNA RETE EFFICACE CON I SERVIZI TERRITORIALI”
Blitz della consigliera regionale Stefania Batzella, ieri pomeriggio al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Rivoli, struttura di riferimento per un ampio bacino di utenza. L’obiettivo: verificare di persona l’eventuale situazione di sovraffollamento legata al picco influenzale.
“Ho trovato una situazione peggiore rispetto a quella che mi aspettavo”, precisa Batzella. “Il pronto soccorso era pieno di persone in attesa, i posti letto esauriti e il corridoio pieno di pazienti in barella, in piena violazione della loro privacy e della loro dignità”, spiega la Consigliera, che nell’occasione si è a lungo confrontata con il responsabile della struttura, Dr. Davide Minniti.
“Dal giorno di Natale, quando è esploso il virus influenzale, ad oggi, i passaggi al pronto soccorso – racconta Batzella – sono aumentati del 25 per cento: ogni giorno tra i 160 e i 190 pazienti, compresi bambini e donne in gravidanza”.
“I posti letto aggiunti per contrastare l’emergenza, il ‘Decalogo Pronto Soccorso’ diramato dall’Asl TO3 e l’ordine di servizio mandato al personale medico (la pianta organica del Pronto Soccorso prevede 20 medici, ma sono in 18), si sono rivelati insufficienti. La struttura di Osservazione Breve Intensiva di Pronto Soccorso (OBI), creata per monitorare i pazienti per un massimo di 30 ore, è di fatto diventata un reparto, con persone ricoverate da giorni e giorni e in attesa di avere un letto in un reparto vero. Oggi sarà dimesso un paziente che dal 2 gennaio fino a questa mattina è rimasto in OBI”.
“Il piano di emergenza si è rivelato inefficace perché sono mancate comunicazione e lavoro di rete tra ospedali e territorio: le Case della Salute sono ancora sconosciute alla maggior parte della popolazione, doveva essere attivato un maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, i posti letto per la continuità assistenziale dovevano essere implementati sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private convenzionate con il sistema sanitario nazionale. Tutte cose che l’assessore aveva annunciato, ma che sono rimaste sulla carta”.
“Spiace constatare ancora una volta come l’assessore Saitta non sia stato in grado di impartire direttive efficaci. Lo spirito di sacrificio e l’abnegazione del personale sanitario, che tra mille difficoltà affronta il sovraccarico di lavoro e l’emergenza in favore della salute dei cittadini, sottolineano l’ennesimo fallimento della politica sanitaria regionale”.
Stefania Batzella
Consigliera regionale Movimento Libero Indipendente
“Lancio un appello alla Regione Piemonte e all’assessore all’Istruzione affinché si facciano carico delle legittime richieste espresse dal mondo della scuola durante le manifestazioni avvenute in tutto il Paese“. A sostenerlo la vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniela Ruffino, che ha partecipato insieme agli insegnanti allo sciopero ed é stata al loro fianco in delegazione sindacale dal Direttore dell’USR Piemonte Fabrizio Manca.
“Oggi la scuola vive una situazione pericolosamente sospesa – spiega l’esponente regionale di Forza Italia -. una sorta di limbo, dove solo in Piemonte circa 900 insegnanti hanno un contratto di ruolo subordinato e sono privi di ogni certezza. Questi lavoratori hanno bisogno di una soluzione definitiva in modo da salvaguardare l’anno scolastico e il loro futuro professionale“.
Conclude Ruffino: “Reputo che la Regione abbia la possibilità, pur conoscendo le difficoltà nel legiferare a Camere sciolte, di dare un segnale politico a tutti quegli insegnanti che, essendo in possesso dell’abilitazione, chiedono la conferma del proprio ruolo con riserva dalle Graduatorie ad esaurimento a tempo indeterminato in modo da vedere garantita la continuità didattica. C’è stata una sentenza del Consiglio di Stato che mette in forse tutto il sistema; Paese civile deve intervenire per mettere in sicurezza il diritto alla continuità didattica. La Regione faccia la sua parte per sensibilizzare il Governo ad intervenire visto che il problema è noto da tempo“.
Piemonte autonomo, arriva MPP
A fare da battistrada sono i piccoli ed i piccolissimi comuni. Le prime adesioni di enti locali al Comitato Piemonte Autonomo, ovvero al Comitato promotore per il referendum dell’autonomia del Piemonte arrivano dalle entità di minori dimensioni, anche se le presentazioni del Comitato sono avvenute nei centri maggiori, come Novara, Chivasso o Alessandria. Così se nella Città Metropolitana di Torino i primi comuni a muoversi sono stati Virle e Ingria, si registra la presa di posizione di Caresana a Vercelli, della città di Arona in Provincia di Novara, negli ultimissimi giorni del 2017. In Provincia di Alessandria, a Valenza, il gruppo consigliare della Lega Nord, Maurizio Oddone, annuncia il deposito di una mozione in questo senso nei prossimi giorni, mentre nel Comune di Villamiroglio e nell’Unione dei Comuni della Valcerrina, il primo giorno dell’anno è stata inviata la stessa mozione da parte di Massimo Iaretti (nella foto) , capogruppo a Villamiroglio, consigliere dell’Unione e presidente del Movimento Progetto Piemonte. “Si tratta di un atto coerente con i principi sui quali si basa l’MPP, movimento politico nato nel 2009, che richiedevano un’azione forte nella direzione dello Statuto Speciale per il Piemonte – dice Iaretti – o, se questa fosse una meta irrealizzabile, di una maggiore autonomia regionale concessa dallo Stato. All’epoca ci fu chi disse che eravamo visionari o anacronisti, adesso registro con piacere che si sta sviluppando un ampio movimenti di pensiero in questa direzione. Certo e questo è un punto irrinunciabile, l’autonomia deve essere delineata nel pieno rispetto, da un lato della volontà popolare, dall’altro delle regole dettate dallo Statuto del Piemonte e dalla Costituzione della Repubblica Italiana”. La mozione depositata a Valenza, nell’Unione dei Comuni della Valcerrina e a Villamiroglio, è un documento articolato con il quale si chiede alle amministrazioni di aderire al Comitato promotore per il referendum dell’autonomia del Piemonte, di domandare alla Regione di regolamentare l’istituto del referendum consultivo, di promuovere ogni tipo di attività legata all’aggregazione ed al confronto con i cittadini sulle questioni legate all’autonomia del Piemonte e, una volta approvata, a trasmetterla al presidente della giunta reginale ed al presidente del Consiglio regionale. “Come è stata dimostrato in altre Regioni, il problema dell’autonomia non è né di destra, né di sinistra, è un sacrosanto diritto dei cittadini di qualunque tendenza politica siano”, conclude Iaretti.
Mns e Lega verso il polo sovranista
Il Movimento Nazionale per la Sovranità e la Lega hanno iniziato un percorso per la costruzione e costituzione del Polo Sovranista, un progetto con una componente fortemente identitaria, fondato sulla qualità e sui valori e che va oltre il semplice accordo elettorale in vista delle politiche e regionali del prossimo anno. Lo aveva anticipato il Segretario Gianni Alemanno: “La Sovranità Nazionale è la premessa indispensabile per dare valore alle identità locali tanto al Nord quanto al Sud, è un’antica sfida per tutti coloro che vengono dalla tradizione della destra nazionale, ma soprattutto un salto di livello che la Lega di Salvini e Giorgetti è chiamata a realizzare in vista dei prossimi appuntamenti elettorali”. Un percorso iniziato a fine novembre a livello nazionale, con l’accordo tra Gianni Alemanno, Segretario Nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità e Giancarlo Giorgetti, Vicesegretario della Lega per il sostegno di Matteo Salvini a candidato premier e consolidato al convegno di Napoli di inizio di dicembre. “In Piemonte la collaborazione con la Lega è iniziata già con le elezioni della città di Alessandria, è stato fondamentale unirsi per raggiungere un risultato importante” dichiara Marco Botta, commissario regionale del Movimento Nazionale. “L’obiettivo è di formare un fronte sovranista che possa presentarsi nettamente in tutto il territorio italiano. Nella nostra Regione è forte il desiderio di un Piemonte autonomo che possa ridurre il credito fiscale di quasi 10 miliardi di euro l’anno, proprio per questo sosterremo l’iniziativa della Lega di chiedere il referendum e la conseguente autonomia della Regione, sulla scia dei successi referendari del Veneto e della Lombardia” afferma Gian Luca Vignale, consigliere regionale e presidente del Gruppo consiliare. “Come ha detto Salvini – all’incontro tenutosi ad Alessandria per presentare il comitato referendario Piemonte autonomo – un nuovo rinascimento del Piemonte parte proprio da Alessandria e noi del Movimento Nazionale siamo pronti a sostenere quest’iniziativa” sostiene Alessandro Bego, Commissario provinciale MNS.
Al Comitato, oltre a Lega e Movimento Sovranista, hanno aderito anche Direzione Italia e Movimento Progetto Piemonte.
Massimo Iaretti
Elezioni, il gran ballo delle candidature
“Il quadro che sta emergendo della sanità nel torinese è di un sistema totalmente in tilt. E’ ora che o Saitta si assuma la responsabilità di aver distrutto il nostro sistema ospedaliero creando code e disagi, dopo promesse roboanti di ottimizzazione del sistema“. Ad affermarlo il vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino. “La situazione denunciata dal sindaco di Venaus – spiega l’esponente regionale di Forza Italia – è la dimostrazione del fallimento della riforma sanitaria del centrosinistra. Una riforma che ha permesso la fuoriuscita dal piano di rientro, ma con questi risultati: decine di pazienti che attendono ore su ore al pronto soccorso. Una situazione indecente, altro che farsi pubblicità disinformando i cittadini. Il problema non é solo quello appunto denunciato dal sindaco di Venaus che portando suo suocero al pronto soccorso di Susa ha trovato più di trenta persone in barella; lunedì a Rivoli la situazione era al collasso con oltre 100 pazienti in carico nella prima mattinata. Non c’erano barelle disponibili, l’attesa era attorno alle 10 ore e non c’era un medico per gestire i codici bianchi. Sono state bloccate anche le ambulanze sempre per mancanza di barelle. Si tratta di una situazione intollerabile che ha dei precisi responsabili che non hanno fatto tesoro dei disagi vissuti già lo scorso anno nello stesso periodo“. Conclude Ruffino: “Chiederò che al primo consiglio utile l’assessore alla Sanità riferisca in Aula sulla situazione di disagio che hanno dovuto affrontare i pazienti e domanderò che vengano assunti immediatamente provvedimenti per ripristinare un livello di servizi degno di questo nome”.