“Sono felice di assumere, proprio a ridosso della Festa della Donna, il ruolo di rappresentante e coordinatrice di questo importante Organismo consiliare. Il nostro compito è far sì che le donne abbiano più forza e autorevolezza nelle Istituzioni. Grazie alla qualità del nostro lavoro possiamo rendere più incisivo il ruolo femminile nelle istituzioni e arrivare a proporre con fermezza provvedimenti che portino all’obiettivo che forse mi sta più a cuore: fare in modo che tutte le donne possano contare su organismi e uffici pubblici, possano avere dalla loro parte sia chi fa le leggi, sia chi le applica”. Sono state queste le prime dichiarazioni rilasciate da Gianna Gancia, nuova presidente della Consulta delle Elette. La nomina, votata all’unanimità dell’Ufficio di presidenza della Consulta stessa, si è resa necessaria a seguito delle dimissioni della presidente Stefania Batzella (che ha aderito al gruppo dei Moderati, parte della maggioranza) allo scopo di mantenere l’espressione della pluralità delle forze politiche all’interno dell’Ufficio di presidenza. “La nomina della consigliera Gancia è avvenuta nel segno della condivisione e di questo ringrazio anche l’altra consigliera di opposizione, Francesca Frediani, che ha rinunciato alla sua candidatura per consentire una scelta unanime. La logica di squadra continua quindi a caratterizzare l’operato della Consulta delle Elette che desidera contribuire sempre più alla partecipazione e alla rappresentanza delle donne in politica”, ha dichiarato Angela Motta, vicepresidente del Consiglio regionale e anche vicepresidente della Consulta Elette insieme con la consigliera Valentina Caputo. La Consulta delle Elette del Piemonte è dal 1996 un’istituzione fondamentale di rappresentanza e di raccordo per le donne elette sul territorio piemontese.
Sabato scorso è stata inaugurata a Torino la sede di “Legio Subalpina”, organizzazione neofascista costola della più nota “Lealtà e Azione”. All’inaugurazione della sede era presente l’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio. È risaputo che la “Legge Scelba” sanziona chiunque promuova od organizzi, sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista. A sua volta, la “Legge Mancino” sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista. L’articolo 1 in particolare sancisce le pene per “chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico”, mentre l’articolo 2 vieta “ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Come denunciato dall’Anpi provinciale, appare grave e inquietante il consolidamento dei rapporti tra un partito di governo come la Lega, che esprime addirittura il Ministro dell’Interno, e formazioni neofasciste. “Come è stato già detto, in un Paese normale ci si rivolgerebbe al Ministero dell’Interno per fare luce su fenomeni come questo. Inutile dire che nel nostro caso viviamo in un mondo alla rovescia” – dichiara il Capogruppo di LeU Marco Grimaldi. – “Per questo facciamo appello alla Regione e alla Città, affinché valutino la possibilità di presentare un esposto alla Procura della Repubblica”.


Cosa cambia (se cambia) dopo le primarie Pd


Magliano: “il Consiglio dice sì alla mia proposta”
Importante vittoria della buona politica: approvato all’unanimità il mio Ordine del Giorno sull’aggiornamento del contributo economico per l’acquisto dei dispositivi protesici per sordociechi. L’atto afferma un altro importante principio, già riconosciuto a livello europeo: la sordocecità è una disabilità specifica e peculiare. In questo modo favoriamo, tra l’altro, l’inserimento lavorativo delle persone sordocieche.
Ventinove voti su 29: unanimità assoluta. Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato il mio ordine del giorno che impegna la Sindaca a interloquire con la Regione Piemonte a proposito dell’opportunità di aumentare il contributo per l’acquisto delle protesi digitali e degli impianti cocleari per le persone sordocieche. Un adeguamento urgente, visto l’alto costo degli impianti (fino a 7mila euro per un impianto cocleare) e alla luce del fatto che la cifra è, ancora, la stessa del 1992.L’atto va inteso anche come azione volta a favorire l’inserimento lavorativo e sociale delle persone sordocieche.Nel nostro paese e sul nostro territorio i casi di sordocecità sono molti (11mila, secondo recenti studi) e comunque molti più rispetto alla comune percezione. Saluto con soddisfazione l’approvazione del mio ordine del giorno anche perché si afferma per la prima volta un principio già considerato pacifico a livello europeo: la sordocecità è una disabilità sensoriale specifica, con una sua peculiarità.Le protesi digitali, che hanno una maggiore versatilità e che possono aggiornate attraverso una costante e continua regolazione in base agli eventuali peggioramenti, sono le protesi più confacenti per chi, oltre a non sentire in modo sufficiente, non vede. Quando questi dispositivi non sono più sufficienti il paziente ha come ultima alternativa l’impianto cocleare. Ma anche in questo caso vi sono alcuni problemi: lo Stato eroga dal 1992 l’equivalente di 650 euro a protesi (1.300 euro per entrambe) a fronte di un costo che va dai 5.500 euro ai 7.000 euro a seconda della gravità della minorazione uditiva.Oggi il Consiglio Comunale invita la Sindaca Appendino e la Giunta a interloquire con la Regione affinché si prenda in considerazione l’aggiornamento di questo contributo: 1.300 euro, cifra considerevole a livello assoluto, non sono molti se consideriamo il costo, di certo non alla portata di tutti, delle protesi.
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Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Questa mattina il Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio è arrivato a Torino per presentare il Fondo Nazionale per l’innovazione.
Ad accoglierlo davanti alle Ogr una delegazione del movimento giovanile di Forza Italia con un manifesto che denuncia il 31% di disoccupazione giovanile in Piemonte e chiede lo stop al reddito di cittadinanza.“Il reddito? Lo vogliamo dal lavoro e non di cittadinanza – afferma Tommaso Varaldo, coordinatore del movimento giovanile a Torino – in Piemonte nel 2018 la disoccupazione giovanile si è attestata al 31% e hanno cessato l’attività 26mila imprese. Sono dati allarmanti” “Il reddito di cittadinanza è inversamente proporzionale al lavoro, non crea occupazione e non abolisce la povertà – continua Varaldo – La soluzione al problema della disoccupazione si chiama lavoro e il lavoro lo creano le

Le primarie Pd hanno registrato in Piemonte 81.500 votanti, dei quali più di 50 mila a Torino e provincia. Il nuovo segretario nazionale del partito Nicola Zingaretti, ha vinto in tutti i 317 seggi. A Torino il numero dei votanti è stato di 22.780, I dati sono ancora provvisori ma sarannno confermati in giornata.
Cattolici presenti in più liste. Si lavora per il nuovo partito. “Rete Bianca Piemonte, in vista delle elezioni regionali, ha avanzato la proposta di riunificare in una unica lista le varie sigle riconducibili al mondo cattolico democratico e popolare. Una lista non identitaria, come ovvio, laica ma caratterizzata sotto il profilo politico e programmatico. Una proposta, questa, frutto anche della riflessione e dell’appello lanciati recentemente al convegno di Rete Bianca dal cardinal Severino Poletto e condiviso da molti esponenti, autorevoli e qualificati, del mondo cattolico piemontese e nazionale. Ora, la proposta di una lista unitaria non ha trovato adesione in altri gruppi e liste che puntano, almeno per le elezioni regionali, ad una presenza autonoma e, di conseguenza, frammentata. Alle luce di questa situazione, emergono 2 considerazioni politiche. Innanzitutto nessuna lista alle prossime elezioni regionali piemontesi potrà rivendicare di essere la depositaria esclusiva ed unica della
rappresentanza di questa area culturale e politica. In secondo luogo, com’è altrettanto evidente, le candidature di esponenti del mondo cattolico democratico e popolare saranno presenti in alcune liste e nei vari schieramenti. Al riguardo, e’ persin ovvio sottolineare e richiamare un aspetto: e cioè, prosegue il dialogo e il confronto con queste realtà, gruppi e movimenti per arrivare alla definizione a livello locale – e soprattutto nazionale – di un partito laico e di ispirazione cristiana in vista delle prossime consultazioni amministrative, dal Comune di Torino ad altri importanti comuni che andranno al voto nei prossimi mesi, e soprattutto politiche. Un
progetto politico, questo, che registra la convergenza di buona parte dei soggetti che già operano a livello territoriale e disseminato in tutta Italia. Rete Bianca Piemonte, comunque sia, prosegue il lavoro di ricomposizione politica, culturale ed organizzativa del mondo cattolico democratico e popolare piemontese in vista delle prossime consultazioni amministrative torinesi e partecipa attivamente a questo obiettivo su scala nazionale con altre realtà impegnate sul medesimo terreno in vista delle possibili elezioni politiche. Un obiettivo politico condiviso da molte sigle, realtà, associazioni e dalle stesse liste civiche che si presenteranno alle prossime elezioni regionali piemontesi nei vari schieramenti”.
Giorgio Merlo
Giampiero Leo
La tarantella della politica




