POLITICA- Pagina 583

In attesa della Tav e della Cina capitalista

Ignazio Corrau eurodeputato 5 stelle non teme Matteo Salvini.  Contrarissimo alla Tav sostiene viceversa che il sottosegretario Giorgetti è favorevole all’opera perché fortemente condizionato dai poteri forti che i pentastellati combattono.  Poi affondo finale: la Lega stando al governo con i pentastellati  sta espiando la colpa di aver governato con Berlusconi. Reazioni tra ilarità e stupore, indicative di che clima si respira all’interno del governo.  Fino a queste dichiarazioni pensavo che ci fossero forti contrasti.  Ora sono convinto che c è anche disprezzo.  E noi piemontesi ci finiamo di mezzo. Giorgetti in questo caso ha solo una colpa: aver detto la verità.  Solo il Parlamento può decidere se interrompere l’opera con le conseguenze del caso. Difficilmente avverrà perché la maggioranza è saldamente in mano ai pro Tav, con le miserie pentastellate  e qualche balla di troppo. Abbiamo fermato la Torino-Lione. Balle spaziali. Conte ha chiesto al cda di Telt di soprassedere, per favore. Probabile che i bandi saranno confermati, il premier ha chiesto un incontro con Francia ed Europa per la richiesta di modificare il progetto. Probabilmente gli incontri si faranno. Sicuramente risponderanno di no. Se n’è accorto pure Perino, leader storico no Tav. E suppone che dietro la lettera ci sia lo zampino di Mario Virano .Se ha ragione è  palese la presa in giro grillina. Matteo Salvini si è arrabbiato tanto ma proprio tanto. Il motivo? Lesa maestà.  Non gli hanno detto nulla . Segna e farà un conto unico che salterà tra sei mesi. Mi sembrava difficile se non impossibile che Giggino battesse Matteo Fregoli . La lettera è fumo. Confermato il mio scetticismo.  Ed ecco che il Chiampa insiste ed ha formalizzato la richiesta di Referendum.  Alcuni dicono che è un bluff perché non si può fare. Non essendo esperti nel settore non ci esprimiamo e comunque osserviamo che i Si Tav lo vorrebbero convinti di stravincere.  I no Tav non lo vogliono perché sono convinti di straperdere e l’euforia di Giggino dura 24 ore. La Francia ed il cda del Telt hanno deciso: avanti con i bandi. Appunto, la Tav va avanti. Rimangono solo i pentastellati torinesi e la Sindachessa di Torino ad aver fiducia nelle lettera di Conte.  Tecnicamente si dice un buco nell’acqua. E sempre la Chiara Appendino si vede a Roma con la Castelli e le chiede: che sta succedendo? La sottosegretaria con occhi sbarrati nel vuoto confessa: francamente non so.  Tipico del loro non fare. A volte capita che la realtà abbia più fantasia dell’immaginazione. Così i Borboni pentastellati ottengono il reddito di cittadinanza per il Nord e gli Asburgo leghisti quota 100 pensionistica per Sud. Lombardia e Piemonte in testa alle classifiche del primo. Gli Enti locali al Sud primi per il secondo aspetto.  Siamo alle prime battute per queste classifiche, ma mi pare che una tendenza sia segnata. Tanti artigiani, pochi operai.  E se la povertà è stata sconfitta non pare si concretizzasse al Sud.
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Sicuro che qualcosa non torna, si vedrà a bocce ferme quali sono  le relative cause. Intanto nel Piemonte crollano le vendite delle auto.  Magneti Marelli componentistica saldamente in mano ai Giapponesi e le esportazioni diminuiscono. No,  non stiamo campando bene. Pure i deputati leghisti disertano gli incontri con gli Imprenditori. Loro sono solerti verso il capitano Salvini più che alle esigenze del territorio  e del mondo del lavoro. Ma noi torinesi e piemontesi che abbiamo fatto di male? Qualche amico in Lombardia Liguria e Veneto l’ abbiamo ancora. Indubbiamente qualche errore l’abbiamo fatto. basta vedere l’attuale compagine governativa per capirlo.  Siamo passati da Cavour a Laura Castelli via  Giolitti Gramsci Togliatti Einaudi Scalfaro. Oggi non contiamo più nulla, ed è ora che ci diamo una svegliata. Magari con la Regione Piemonte che sostituendosi alla ignavia del Governo italiano gestisca in prima persona la vicenda Tav. Poi non ho sentito o capito che cosa le forze politiche locali pensano della venuta dei cinesi nel porto di Genova e nella economia nostrana. Ricordo il mitico triangolo industriale del Nord con Milano Torino e Genova, nel mio immaginario arricchito ora dal nuovo polo Veneto. Ricordo anche quando per i comunisti era fortemente preferibile il trasporto su treno e non su gomma.  Anche qui non sono esperto nel settore, cerco comunque di utilizzare la poca logica che mi è rimasta.  Il porto di Genova vuol dire soprattutto merci che vengono importane ed esportate, dunque merci che debbono essere trasportate.  I Cinesi hanno già comprato i porti nel Pireo ed hanno forti capitali e liquidità. Se scelgono l’ Italia ed in particolare il Nord puntano a tutta l’Europa. Appunto mi sembra elementare prevedere le infrastrutture necessarie. Mi sa che l’ultima commissione-costi benefici ha scritto un sacco di stupidaggini. Strana è la vita. Ora un’ icona dei comunistoidi è il no Tav.  Lo scontro attuale tra Usa e Repubblica Popolare Cinese è tra chi è più capitalista tra i due. Le cose cambiano proprio.  Ora i capitalisti più sfrenati sono  i compagni cinesi.
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Patrizio Tosetto

BLUTEC, COSTANZO (M5S): “IL GOVERNO NON ABBANDONERA’ I LAVORATORI”

“In questi mesi siamo sempre stati al fianco dei lavoratori della Blutec, che impiega oltre 300 lavoratori in Piemonte. L’obiettivo del Governo, fin dall’inizio, è stato quello di prorogare la cassa integrazione per il 2019 e dare tempo all’azienda di rilanciarsi con un nuovo piano industriale per salvaguardare tutti i lavoratori. Purtroppo oggi capiamo il perché dei tanti ritardi e dei mancati investimenti da parte dell’azienda: l’arresto dei vertici conferma tutte le perplessità di questi mesi. Per questo la decisione del ministro Di Maio di contattare l’amministratore giudiziario per salvaguardare tutti i livelli occupazionali rappresenta il primo e fondamentale passaggio per tutelare i lavoratori, le vere vittime di questa storia, che questo Governo non abbandonerà”. Così in una nota Jessica Costanzo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera, impegnata da mesi sulla questione Blutec, che ricorda infine come l’azienda “occupa circa 300 lavoratori tra le sedi di Rivoli, Beinasco e Asti e già verso la fine del mese di gennaio aveva visto scioperi e proteste a causa di problemi nelle tempistiche di pagamento degli stipendi”.

Tav, Forza Italia: “Chiamparino non usi il referendum per farsi propaganda”

“Avevamo consigliato il presidente Chiamparino di lasciar perdere la via del referendum. Giusto fare le pressioni del caso quando il M5S tentava di bloccare la realizzazione dell’opera, ora che i bandi sono partiti e che il sottosegretario Giorgetti ha chiarito che in caso di nuovi blitz di Toninelli e Di Maio la parola spetterà al Parlamento la sua iniziativa ha un sapore esclusivamente elettorale. Il Governatore piu che alle ragioni delle imprese e delle famiglie piemontesi: si aggrappa al referendum sulla Tav per nascondere sotto il tappeto i tanti fallimenti della sua Giunta regionale che si traducono in un Piemonte che cresce meno delle altre regioni del Nord Italia. Tutti sappiamo le abilità di prestigiatore politico di Chiamparino, ma “esageruma nen”. Le elezioni di fine
maggio sono una partita che si gioca sulla sanità,  sulle politiche industriali, l’organizzazione del trasporto pubblico locale, il sostegno dei comparti turistici, sportivo e culturale. Tutti ambiti dove la sua Giunta di centrosinistra ha raccolto solo insuccessi. Non ci presteremo alla sua azione di distrazione di massa. Le uniche sentinelle Sì Tav siamo noi ed è la nostra coerenza di questi anni a certificarlo”. Ad affermarlo in una nota il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Andrea Fluttero e il vice Andrea Tronzano (nelle foto) con i consiglieri regionali Luca Bona, Franco Graglia e Luca Rossi commentando la conferenza stampa organizzata dal presidente Chiamparino per lanciare il referendum sulla TAV.

"Rosso (FdI): "Come le star Conte si ritrova al Roxy bar"

“Il Premier Giuseppe Conte si è ritrovato al Roxy Bar e ha accusato gli italiani di essere ossessionati dal Tav. Al contrario, lui sostiene di voler ripartire con i cantieri pubblici, ma intende però bloccarne soltanto uno: tra i più grandi e i più strategici, oltretutto finanziato in gran parte dall’Unione europea. Forse a essere ossessionato dal Tav è lui, ma soprattutto il partito che rappresenta”. Roberto Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune di Torino, interviene sulle ultime dichiarazioni rilasciate da Conte al Roxy Bar di Roma. “Certo, oggi lui è una star, però non può permettersi un discorso così contraddittorio – conclude Rosso – dice di volere i cantieri pubblici, tranne uno al quale è ideologicamente contrario. Stiamo assistendo alla politica dei cantieri pubblici tranne uno, ed è davvero bizzarra. Almeno i proto-grillini erano coerentemente contro ogni cantiere, oggi quello del Tav è soltanto un feticcio per tenere buona la base estremista”.

Tav, la sintesi tra sì e no non esiste

Matteo Salvini nervosetto. Appare spavaldo come suo solito. Sono i tempi, che per lui e per la Lega (anche) del Piemonte non collimano. Di fatto con i suoi che sul Tav gli sono addosso. Poi l’Europa e i francesi che non hanno più voglia di aspettare i comodi di Giggino e non fanno distinzioni tra le forze che compongono il governo
Come non fanno distinzioni tra chi governa e lo Stato. Questa non è una puntualizzazione da poco. E il torinesissimo architetto  Mario Virano vola dal Presidente del Consiglio Conte precisandogli che la sua presenza è dettata da cortesia istituzionale.  Istituzionalmente risponde anche a Francia ed Europa e in Italia al Presidente della Repubblica che sta facendo di tutto per salvare il salvabile. Sergio Chiamparino in Regione assume  Paolo Foietta,  ex commissario . L’ Ance Piemonte querela Di Battista e le Madamine riconvocano un’altra manifestazione. Il prof Ponti, presidente della commissione, quando paga l’ Europa dice che la Tav si deve fare.  Quando paga Toninelli (con i soldi nostri) dice che la Tav non s’ha da fare. Conte si porta i suoi esperti, Salvini i suoi e Di Maio “vedo gente, faccio cose”.Chiampa e centro destra si contendono all’ ultimo voto le elezioni in Piemonte.  Giachino ricordando sempre Cavuor mi sembra lentamente tagliato fuori. Almeno in questo caso il centro destra è in stato confusionale. Con tutte le organizzazioni di categoria sindacali che chiedono a Matteo Salvini: che stai combinando? Non ti seguiamo più. Con i pentastellati neppure considerati. Eppure artigiani, industriali, commercianti sia in Piemonte come in Lombardia hanno considerato positivamente la Lega.
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E Chiara Appendino è affranta dalle mafiose minacce degli anarcoidi teppistelli di quart’ordine, sempre comunque pericolosi. Loro non sono un problema politico. Sono un problema di ordine pubblico. Ma Chiara è anche basita dal comportamento di parte dei suoi che si sono voltati dall’ altra parte e anche per Lei non è un bel vivere.  Viale e opposizione manifestano sotto il municipio solidarietà morale e politica alla Sindachessa. Come non ricordare quando le minacce erano rivolte a quelli del PD ed esponenti delle sinistra sbrindellata ironicamente dichiaravano: capita, o con consumata malvagità sostenevano che erano pro Tav solo per farsi pubblicità politica fin tanto da inventarsi minacce e attentati. Continuano le miserie umane. Sulla Tav si sono rotti rapporti di amicizia e sodalizi politici.  Troppa acrimonia e odio. Ma una parte sembra proprio non accettare. Non accettare la conclusione di un’ opera che non dipende solo dall’Italia o dalla Val di Susa. Nel non accettare vale di tutto, anche la ritorsione. Il movimento No Tav stava scomparendo di fronte all’evidenza dei fatti. Il governo pentastellato ha d ringalluzzito tutto e tutti, compresi  gli atti di violenza. Con il paradosso della complicità dei leghisti che sono sicuramente un partito d ordine. Contraddizione evidente. Con questo non voglio automaticamente dire che tutti i No Tav sono violenti. Ma fare i conti politici sì. E per l’ ennesima volta Giggino viene smentito dai fatti. Conte ha mandato una lettera a Telt autorizzando gli appalti. Con la salvaguardia. Un elegante modo per affermare che si potrà anche chiedere delle modifiche al progetto originario. Salvini ha sostenuto di avere la testa più dura di Di Maio che giudicava questo atteggiamento infantile.
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Forse ma per ora (ancora) un punto a favore del milanese sul campano.  Concretamente i lavori vanno avanti . Persino il sindaco di Venaus, storico No Tav, propone comunque di andare avanti ponendo una modifica del progetto originale. Altro passo in avanti ma non giudicato sufficiente per tranquillizzare i pro Tav. Per i contrari, mi sa che non è un problema di merito. Tanta e fin troppa ideologia. Ma è difficile se non impossibile dialogare con chi ne fa una questione di carattere ideologico. Il confronto generalmente sfocia o in una mediazione o in sintesi tra tesi ed antitesi. Difficile trovare mediazione o sintesi tra il no e il sì  Anzi, impossibile, visto che in natura come in grammatica non esiste. Aspettiamo le reazioni a questa novità della lettera. Altro capolavoro della ” trasparenza” grillina.  Dimostrazione pratica che dal dire al fare c’ è  di mezzo l’ oceano. Se hanno ragione le indiscrezioni giornalistiche di una richiesta Italiana all’Europa e Francia di ridiscutere tutto il progetto, sono sicuro che la richiesta verrà rispedita al mittente. Con la Francia che si chiede cosa c’ entra la vecchia Italia che ha dato i natali a Leonardo da Vinci. Ma aspettiamoci anche locali reazioni di violenti e affini che reagiranno sicuramente. Per loro confusione e violenza vanno di pari passo. E sullo sfondo lo spauracchio del referendum.  Effettivamente è la prima volta nella storia dell’unità d’ Italia che il Piemonte si trova così in difficoltà.
Patrizio Tosetto

Droghe, Manfredi (Radicali Italiani): "dov’è il disegno di legge annunciato tre giorni fa da Salvini?"

“Si è accorto che dovrebbe cancellare decreto firmato da leghista Roberto Castelli?”
Tre giorni fa il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha presentato in pompa magna, assieme ai capigruppo leghisti di Camera e Senato, un disegno di legge che, così ha dichiarato, “abolirà la modica quantità” di sostanza detenuta, che rappresenta il confine fra consumo personale e spaccio.
Siamo ancora in attesa del testo del provvedimento. Non è una cosa seria.
Avanziamo due ipotesi sul ritardo. La prima è che qualcuno abbia
informato Salvini di due fatti accaduti negli ultimi 30 anni: la
“modica quantità” è stata abolita 29 anni fa dalla legge n. 162/1990
sedicente “Iervolino/Vassalli/Craxi”; attualmente è in vigore in
materia un decreto dell’11 aprile 2006 del ministro della Salute di
concerto con il ministro della Giustizia, che ha fissato il “limite
quantitativo massimo riferibile ad uso esclusivamente personale” (le
quantità – in principio attivo – sono stabilite in 500 mg per la
cannabis, 250 mg per l’eroina, 750 mg per la cocaina); oltre quel
limite si è considerati spacciatori e si deve provare in tribunale di
non esserlo (cosiddetta “inversione dell’onere della prova.
Il grosso problema per Salvini è che l’11 aprile 2006 il ministro
della Salute era Silvio Berlusconi (che svolgeva le funzioni sia di
premier che, ad interim, di ministro) e che il ministro della
Giustizia era il leghista Roberto Castelli.
Quindi, se Salvini vuole abolire il “limite quantitativo massimo”
attualmente in vigore, deve sconfessare l’operato di un governo di
centro-destra di cui faceva parta a pieno titolo la Lega.
La seconda ipotesi, che può essere complementare alla prima, è che
Salvini si sia accorto, seppure in ritardo, che in Italia fare il
“campione della lotta alla droga” (qualunque cosa significhi) porta
sfiga. Ha portato sfiga a Bettino Craxi, responsabile del
peggioramento della legislazione proibizionista alla fine degli anni
‘90 del secolo scorso (in parte mitigato dal referendum radicale del
1993); ha portato sfiga a Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi,
responsabili dell’ulteriore peggioramento attuato con la legge n.
49/2006 (fatta passare in Parlamento in modo surretizio, ben nascosta
in un decreto-legge dedicato alle Olimpiadi Invernali di Torino), in
parte mitigato dalla sentenza della Consulta n. 32 del 12-25 febbraio
del 2014. Sotto a chi tocca …
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Giulio Manfredi (Giunta Radicali Italiani)
 

Castelli: “Felice che il Governo sostenga la candidatura di Torino per le ATP Finals”

“Sono molto felice che come Governo si sia deciso di sostenere concretamente la candidatura di Torino per ospitare le Atp Finals di tennis dal 2021 al 2025. Infatti è stato redatto e firmato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che garantisce i 78 milioni necessari per presentare la candidatura. Il nostro impegno nasce dalla consapevolezza che si tratta di un investimento sostenibile e di un’occasione di sviluppo che non possiamo negare a Torino, al suo hinterland, all’Italia e agli amanti del tennis. Nelle ultime settimane ci siamo impegnati al massimo per riuscire a garantire alla città di Torino i fondi necessari e i tempi stretti rendevano assolutamente necessario un impegno diretto dell’Esecutivo e del Presidente del Consiglio”. E’ il commento del sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, sulla candidatura di Torino per le ATP Finals.

Quagliuzzo, il sindaco scrive a Salvini: "Troppi tagli alle risorse del Comune"

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Quagliuzzo è un comune, della Città Metropolitana di Torino, sito in Pedanea, a pochi chilometri da Ivrea. Con i suoi 340 abitanti appartiene alla fascia dei piccolissimi comuni con tutte le problematiche che li accompagnano

Ernesto Barlese, al centro, con la giunta comunale

Il sindaco Ernesto Barlese, alla guida del paese dal 10 giugno dello scorso anno ha scritto al ministro dell’Interno Matteo Salvini per rappresentagli quello che è un problema per tanti enti locali delle sue dimensioni, il taglio dei trasferimenti dallo Stato. Questi sino al 2013 ammontavano a circa 126mila euro, nel 2018 il trasferimento di risorse è sceso drasticamente giungendo a quota 66mila. “Tale situazione – scrive il primo cittadino di Quagliuzzo – ha creato non poche difficoltà, in quanto è aumentata notevolmente la burocrazia, come pure gli adempimenti degli uffici, mentre il costo non si è certo ridotto e le esigenze del territorio e dei cittadini sono aumentate”. Barlese, fatta questa premessa, evidenzia che non avendo altre risorse a disposizione, se non i tributi locali, in quanto il territorio ha una vocazione agricola e non sono presenti attività imprenditoriali “ci ritroviamo in serie difficoltà per amministrare al meglio la nostra realtà”. I 40mila euro concessi quest’anno, vincolati per interventi in materia di messa in sicurezza, sono stati certamente una boccata di ossigeno, ma le problematiche rimangono sul tappeto. “I piccoli comuni – dice ancora Barlese – sono importanti presidi del nostro territorio nazionale, hanno alle spalle una storia ed una cultura millenaria e costituiscono l’ossatura portante delle tradizioni, dei valori e della qualità del vivere, cosa che nelle grandi città si è persa”. D qui l’interrogativo rivolto ‘all’inquilino del Viminale’ se si può sperare in un sostegno, materiale ed istituzionale nei prossimi anni per i piccoli e piccolissimi comuni.

Massimo Iaretti

 

VIGNALE (PIEMONTE NEL CUORE):  "MARCHETTE ELETTORALI IN CONSIGLIO REGIONALE. ECCO IL PD DEL CAMBIAMENTO"

“Mentre in aula si apre la discussione del bilancio di previsione 2019-2021, il centro sinistra in campagna elettorale traveste come emendamenti alcune “marchette” che costeranno ai piemontesi ben 1 milione di euro” lo ha dichiarato in Consiglio Regionale Gian Luca Vignale durante la discussione del ddl. 342 – Bilancio di previsione finanziario 2019-2021.Nel dettaglio l’accusa di Vignale è rivolta a due emendamenti (il n. 85 e il n. 86), che stanziano 500.000 euro ciascuno a due associazioni piemontesi, l’Abbadia di Stura – I Templari onlus e San Carlo – Forte di Fenestrelle onlus, l’uno per il restauro della conservativo del campanile della chiesa di San Giacomo di Stura e l’altro per la messa in sicurezza e il recupero strutturale del Forte di Fenestrelle.“Stupisce che si stanzino – aggiunge – ben 500 mila euro per un’associazione che ha solo cento follower su Facebook e la cui presidente ha tra gli amici proprio Nadia Conticelli, esponente di questa maggioranza eletta proprio grazie ai voti del quartiere del Campanile di San Giacomo”.“ Se possiamo anche comprendere – spiega Vignale – , l’intento di culturale e artistico della proposta del centro sinistra, non capiamo a cosa servano le leggi regionali che da anni definiscono criteri e regolamento per i contributi di questo tipo. L’inserimento in un testo di legge di un contributo ad alcune associazioni significa privilegiarne alcune a discapito di altre e apre la corsa alla ricerca di un consigliere o di un assessore amico disponibile a firmare una proposta di contributi a loro nome. E’ evidente un atto inammissibile”.“Per di più, si dovesse creare un capitolo di bilancio per ogni associazione che lavora per il territorio, il documento economico regionale – conclude – sarebbe un atto illeggibile e si trasformerebbe in un registro di cassa e non in un documento programmatico fondamentale per la gestione economica della Regione”.