Politica romana e riflessi su Torino nel dopo Chiampa

Elezioni politiche anticipate dietro l’angolo? In molti ne sono convinti. Come molti sono convinti che il Presidente Conte finalmente ha tirato fuori le palle ( mi si scusi il francesismo ). Tutta sceneggiata. Conte ha imparato bene, se voleva mettere seriamente in gioco il suo peso politico convocava il consiglio dei Ministri. La conferenza stampa è un modo irrituale, fa fine e non impegna. Non è detto che nulla cambi.  O rimpasto o addirittura un allargamento della maggioranza a Fratelli d’Italia e relativa spaccatura dei pentastellati. Per Roma e il doppio stipendio val bene tentare . Coerenza? Ma dai, non cerchiamo il pelo nell’ uovo. Ma qui a Torino già si pensa ad altro. Appendino è proprio stanca.  Ma tanto stanca, e non aspettava il carico dei problemi. Mancano i soldi.  Non riesce a vendere nulla del patrimonio del Comune.  Gli ingorghi in piazza Stampalia sono all’ ordine del giorno.  Con la chiusura totale al traffico in centro il caos è assicurato. Prima fermamente: non si costruirà nessun supermercato.  In questi tre anni sono state rilasciate più licenze che in tutti i decenni precedenti. Commercianti fuori dai fogli. Troppe tensioni per la nostra Sindachessa.  E Mauro Laus è pronto per sacrificarsi per la città diventandone sindaco. Con la leggera complicanza: metà del PD non è d accordo. PD  piemontese tramortito ma non finito, anzi con una sinistra interna sempre pimpante che addirittura candida tre dei suoi esponenti. Dopo il forfait di Chiampa è tutto da ripensare. Suoi stretti collaboratori hanno chiesto ai patronati se possono andare in pensione. Con Chiampa si chiude un epoca. Non solo perdente.  Sconfitto dal distacco di 15 punti. Non si aspettava questo scarto. Come dicevano i romani prima vivere e poi filosofeggiare. La sconfitta alle amministrative porta con sé problem di soldi.  Sicuro che lasceranno la storica sede di via Masserano.  Che poi, detto fra noi è, per le attuali esigenze persin  troppo grande. Si fa di necessità virtù. Così la vicesegretaria pd Canalis conta molto di più del suo Capo politico Furia. Cose che capiranno in questo nuovo corso. Cosa faranno i dem cattolici con Laus? Magari  regaleranno a valle il capogruppo pd in Regione.  Mi sa che Laus è messo male anche con i cosiddetti poteri forti locali. Per capirci, quelli che scaricarono Piero Fassino e votarono e fecero votare Chiara Appendino. Salvo poi manifestare contro di Lei pro Tav.  
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A proposito di Poteri Forti.  Bel colpo del Governatore Cirio.  Squinzi vice presidente Confindustria nazionale è in pregiudicato di fare il suo Vice in Piemonte. Ergo la Tav si farà senza e senza ma. Bel colpo, bel colpo, se sarà così. Matteo Salvini qualche cosa si gioca con il ballottaggio. In particolare a Biella. Il suo pupillo Corradino rischia. Matteo Rambo che con una telefonata a Giggino sblocca lo sblocca cantieri.  Consiglio dei Ministri? Retaggio del passato.  Non è retaggio del passato l’ apertura della procedura di infrazione dell’ Europa. I crocefissi qui non c’ entrano niente. I conti non tornano nel 2018 2019 e 2020. Questa è una nazione che si è indebitata senza costruire o completare nessuna infrastruttura necessaria per lo sviluppo industriale. A Novi Ligure il PD si gioca molto. Se Rocco Muliere vincerà il ballottaggio verrà posto un argine allo strapotere leghista. E’ talmente alta la posta in gioco che sì è speso addirittura Sala sindaco di  Milano.  E Zingaretti ah ribattuto palmo a palmo la provincia di Torino. Ogni centimetro conquistato è un punto sottratto all’ avversario. Chissà cosa farà Cirio con Foietta? Conferma? Sostituzione? Una scelta fatta da Sergio Chiamparino per controbilanciare la sua cacciata da commissario Tav.  Foietta attivissimo annuncia che l’Europa aumenterà  il suo contributo. E’ questo che i no Tav incalliti non hanno mai voluto accettare.  Quell’ opera non era solo dell’ Italia o peggio ancora della sola Val Susa.  Era di tutta l’ Europa, dagli Urali al Portogallo. Toninelli e Castelli non hanno ancora capito e si rifiutano di capire.  Ma è bastata una telefonata tra Giggino e Rambo e tutto si è sistemato.
Patrizio Tosetto
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