


AVVISO Il quotidiano “il Torinese” mette a disposizione questo spazio gratuito per tutti i candidati, liste, partiti e movimenti politici che partecipano alle elezioni regionali e amministrative del Piemonte. Verranno pubblicati i comunicati stampa, gli annunci di convegni, comizi, iniziative elettorali. Scrivere alla mail: edizionibest@libero.it
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APPROVATO IL PIANO REGIONALE CONTRO L’INQUINAMENTO E I CAMBIAMENTI CLIMATICI. FORNISCE OBIETTIVI E INDICAZIONI CHIARE A TUTTI I SETTORI INTERESSATI PER RAGGIUNGERLI”
Soddisfazione da parte del Gruppo di Liberi e Uguali in Piemonte per l’approvazione del Piano di Qualità dell’Aria, un punto d’arrivo importante per il Consiglio e per l’attività della Regione Piemonte. “Dopo aver visto 20.000 o 30.000 giovani che sfilano per Torino, senza contare i milioni scesi in piazza in tutto il mondo – dichiara Silvana Accossato, Presidente della Commissione regionale Ambiente – ritengo che il nostro Piano sia una buonissima risposta alle istanze che i giovanissimi hanno posto all’attenzione della politica”.M“Un buon piano – proseguono il capogruppo di LeU, Marco Grimaldi e il consigliere regionale alessandrino, Walter Ottria – perché pone obiettivi anche radicali con la ricerca di soluzioni coerenti con la nostra situazione attuale; con la situazione economica e sociale odierna, ponendo molta attenzione alle possibilità reali di attuazione delle misure del Piano qualità dell’aria”. “C’è bisogno di radicalità – continua la consigliera Accossato – ma un piano troppo estremo, capace solo di mettere in crisi alcuni aspetti del nostro sistema di vita e produttivo, sarebbe stato un piano nei fatti non attuabile. Il nostro Piano ha una durata pluriennale, individua delle prospettive di scenario e indicazioni chiare che permetteranno di ottenere gli obiettivi dichiarati. Siamo sulla strada giusta – prosegue Accossato –, abbiamo individuato le giuste soluzioni, avendo anche l’attenzione di chiamare i settori interessati a fare la loro parte”. Sono 47 le misure di intervento previste dal Piano, destinate ad ambiti diversi e finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria: 22 sono in materia di trasporti, 9 in ambito di energia, 5 per l’industria, 5 per l’agricoltura, 2 relative alla riqualificazione urbana e 4 concernenti la comunicazione. “C’è forte il tema della mobilità urbana – sottolinea Grimaldi – per il quale chiediamo ai Comuni di aumentare le superfici di ZTL, lasciando ampia libertà ai Comuni piemontesi di declinarli nel migliore dei modi, in accordo con il loro territorio, con i loro cittadini e con gli operatori di quel territorio. E c’è quello dell’energia e del miglioramento della qualità del nostro patrimonio immobiliare: la sostenibilità ambientale in questo ambito deve essere il nostro faro – sostiene Walter Ottria – in questo ambito le risorse sono state tante e abbiamo il dovere di mantenerle: si pensi al 75% di detrazione fiscale per le ristrutturazioni, al conto termico o ai numerosi bandi per l’eliminazione dell’amianto”. “Su questi temi – sottolineano i consiglieri regionali LeU – è necessaria una programmazione forte e probabilmente anche qualche altra forma di facilitazione, come abbiamo fatto con la legge sul riuso. Così come riteniamo importante l’auspicio di rimodulazione delle accise sui carburanti al fine di ottenere un effetto penalizzante su quelli più inquinanti e premiante sugli altri. Da oltre un anno molti cittadini italiani stanno aspettando la loro eliminazione ma questa ancora non è arrivata– sottolineano Accossato, Grimaldi e Ottria – ma se le accise sono anche un modo per favorire un utilizzo e un sostegno a forme di combustibile ambientalmente più sostenibile, le nostre indicazioni ad una loro rimodulazione sono assolutamente opportune di buon senso”
Incontro mercoledì 27 marzo, ore 21 corso Francia 4/a Rivoli
L’Avvocato penalista Simone Giacosa, l’Istruttore di Auto protezione, autotutela: Roberto Maccarone e il Vicedirettore del Poligono di Tiro di Avigliana Alberto Magni chiariranno meglio come e fino a che punto sia opportuno difendersi senza incorrere in reato. Sarà un INCONTRO APERTO A TUTTI I CITTADINI su un problema che interessa ogni persona, indipendentemente dal proprio pensiero politico. Mercoledì 27 marzo ore 21 corso Francia 4/a, Rivoli.
Quello di cui abbiamo bisogno è un patto per la salute tra politica, operatori, territori, associazioni e cittadini. Una grande stagione di mobilitazione con importanti momenti di confronto e di condivisione. E’ ora che l’idea di una nuova proposta e di un nuovo modello organizzativo dell’ assistenza si concretizzi ed entri con forza e determinazione nell’ agenda politica di quella che sarà la nuova Giunta Regionale, attraverso il coinvolgimento di tutte le rappresentanze dei territori, delle professioni, delle associazioni di cittadini. Una proposta nuova che parti da una concreta analisi ed identificazione dei reali bisogni di cura e di salute della popolazione, mettendo in campo e valorizzando le competenze dei professionisti ed operatori sanitari della nostra regione. Programmazione e progettazione con una visione futura ma anche un sano pragmatismo per dare una risposta ai grandi temi della sanità come gli anziani, le cronicità, le disabilità e tutte le fragilità. Alcune situazioni di lavoro sono inaccettabili come sono inaccettabili alcuni rischi e condizioni a cui sono sottoposti gli utenti. E’ vero, in Piemonte abbiamo delle eccellenze che non sono però la sanità di tutti i giorni. La società cambia, i bisogni di cura e di assistenza, oltre ad essersi modificati sono aumentati ed è pertanto urgente adattarsi alle esigenze della popolazione per dare risposte appropriate sia in ospedale che sul territorio. Uno spazio da riempire, un vuoto da colmare, necessario per dare risposte appropriate affinchè il risultato non sia la rinuncia alle cure. In occasione dell’incontro, oltre alla presentazione ufficiale della candidatura, si discuterà di quali siano le priorità e le proposte per soddisfare il bisogno di salute dei cittadini Piemontesi.
FRANCESCO COPPOLELLA CANDIDATO PER IL CONSIGLIOREGIONALE DEL PIEMONTE
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HOTEL DIPLOMATIC- VIA CERNAIA,42 TORINO 27 MARZO ORE 18.00 #UNINFERMIEREINREGIONE PER IL DIRITTO ALLE CURE PARTECIPERANNO: Istituzioni professionali. Associazioni di categoria, Rappresentanze sindacali, Rapresentanti della libera professione, Infermieri, medici, operatori della sanità, Associazioni di volontariato, Cittadini.
Diciamocelo con franchezza e con onestà. Dobbiamo essere sinceramente grati a Nicola Zingaretti. Lo devono essere la sinistra, il centro sinistra, i democratici sinceri e forse l’intera politica italiana. Zingaretti e’ riuscito, in poco tempo e con la sua leadership, dimessa ma chiara, di
centrare un obiettivo: e cioè, aver fatto ridiscendere in campo la sinistra. E quindi, di conseguenza,
ridare vita ad un partito di sinistra. È tornata, in sintesi, la gloriosa esperienza e tradizione della
sinistra italiana. È tornato, cioè, il Pds travestito da Pd. Questo è il grande cambiamento
giustamente richiamato dal neo segretario nazionale del Pd Zingaretti. Del resto, solo un
esponente, peraltro autorevole e prestigioso, della lunga e travagliata filiera del Pci/Pds/Ds poteva
guidare questa nuova fase politica.
È’ persin scontato che tutto ciò coincida con il radicale superamento di quello che ha caratterizzato
la fase politica precedente del Partito democratico. E quindi l’archiviazione definitiva del renzismo,
del partito a vocazione maggioritario, del partito plurale – la pluralità vera, però, non quella finta
della propaganda – della identificazione del partito con il suo capo, della liquidazione delle alleanze
e via discorrendo. È un altro partito, un altro progetto politico, un altro approccio e, soprattutto, un’altra modalità concreta di far politica.
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Appunto, e’ un altro partito con un’altra ragione sociale. È tornata, lo ripeto, la tradizione,
l’esperienza, la cultura e la prassi della sinistra post comunista. Certo, e’ curioso che questo
cambiamento totale e radicale sia co-gestito da molti di coloro che sino a qualche mese fa erano
turbo renziani e feroci ed esaltati tifosi di Renzi e del renzismo. Faceva un certo effetto, al riguardo,
assistere al ripetuto applauso ad ogni passaggio dell’intervento di Zingaretti di fronte ai delegati
dell’Assemblea nazionale di personaggi come Piero Fassino – un nome per tutti – quando il neo
segretario invocava una radicale discontinuita’ con il passato. Quel passato che vedeva moltissimi
esponenti seduti in prima fila all’hotel Ergife spellarsi le mani quando Renzi invocava “radicale
discontinuita” rispetto alla gestione bersanaiana ed avallare, di conseguenza, tutte le scelte
politiche strategiche di Renzi. Ma questo e’ un dettaglio, fa parte del cronico malcostume della
politica italiana. Come quello di far credere che nel nuovo corso del Pd/Pds siano scomparse le
correnti e i molteplici e profondamente radicati gruppi di potere che caratterizzano la storia e
l’esperienza di questo partito. Una balla che, comprensibilmente, va raccontata ai gonzi
ogniqualvolta si inaugura un cosiddetto “nuovo corso”.
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Ma, al di là di questi aspetti folcloristici, quello che conta adesso sotto il profilo politico e strategico, e’ la chiarezza che Zingaretti ha impresso al nuovo corso del Pd/Pds. Finalmente, era ora, e’ ritornata la sinistra con tutti i suoi riti, la sua simbologia, la sua storia, la sua esperienza e le sue modalità concrete di rapportarsi con la società italiana in questa particolare fase storica. Ne avevamo bisogno. E Zingaretti, proprio per non smentire questa “rivoluzione”, l’ha subito fatto capire. Al di là, e com’è ovvio e comprensibile, degli slogan e della propaganda che recita il contrario. Ora va costruita la coalizione e l’alleanza. La sinistra, la filiera di Zingaretti del Pci/Pds/Ds farà sicuramente la sua parte. E la fara’ al meglio, ne sono profondamente convinto. Salvo sorprese. Tocca a chi non proviene da quella nobile e gloriosa tradizione ricostruire un altro campo. Quello del cosiddetto “centro”, liberal democratico e cattolico popolare, riformista e moderato, di governo e plurale. Pensare che il nuovo Pd/Pds assolva a quella funzione, oltreche’ ingeneroso, sarebbe anche scorretto e profondamente nocivo. Per il momento, però, dobbiamo essere francamente grati a Zingaretti. Finalmente ha fatto chiarezza nella politica italiana. Almeno nel campo della sinistra e del centro sinistra.
Giorgio Merlo
Il Comune smetta di parlare di straordinari. Sono solo due le misure utili alla risoluzione del problema delle Anagrafi cittadine: o si assumono nuove persone o si spostano dipendenti.
Mantenere gli stessi servizi con meno persone è, semplicemente, impossibile. La parola “innovazione”, di per sé condivisibile e necessaria, sta diventando un paravento per nascondere i problemi. Il problema si risolve allocando risorse e facendo concorsi. Il resto sono parole al vento, come continuare a parlare di “straordinari”. Quando non prese in giro belle e buone. Si aprano concorsi e si assuma. O si sposti personale laddove serve di più. All’Assessore Pisano, che urla “Noi lavoriamo sulle Anagrafi 24 ore su 24” e chiede “ci stiamo impegnando notte e giorno, voi questo lo vedete?” rispondo che noi vediamo i risultati, e i risultati dicono che la situazione è nel caos e servono nuove risorse giovani e formazione.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia: “Abbiamo perso gli affitti per anni e gli immobili sono ormai fatiscenti e deprezzati”
“Lasciare in stato di abbandono decine di immobili pubblici, rinunciare all’incasso dei canoni di locazione, permettere il degrado fisico dei locali stessi con un inevitabile deprezzamento del loro valore, rappresenta con ogni probabilità un grave danno erariale”. Così Roberto Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale torinese, ha introdotto oggi la conferenza stampa nella quale ha illustrato l’esposto alla Corte dei Conti che ha preparato per il deposito urgente. “Mi riferisco – ha continuato – proprio ai tanti locali chiusi al Parco del Valentino, ma anche agli otto lotti già assegnati ai Murazzi, che restano lettera morta e non vengono assegnati per le lungaggini cervellotiche, per i bandi mal scritti e che di conseguenza stanno provocando la morte di due aree importantissime della città”. Da un punto di vista politico, spiega Rosso, “non posso che constatare come questo stato di cose, le cui responsabilità sembrano essere di entrambe le ultime Giunte comunali, abbiano di fatto lasciato agli spacciatori campo libero sia al Valentino, sia ai Murazzi. Da un punto di vista amministrativo e contabile, però, è chiaro che ci siano sia il danno emergente, sia il lucro cessante”. Difficile stimare con precisione quanto il Comune stia perdendo. Si tenga conto che soltanto la Rotonda del Valentino aveva un canone annuo di 120mila euro ed è chiusa da 5 anni: in tutto sarebbero 600mila gli euro non incassati da Palazzo di Città. Ma anche ai Murazzi, si stanno perdendo circa 200mila euro l’anno di affitti non pagati, secondo quanto risulta dai bandi per l’assegnazione degli immobili. Si legge nell’esposto: “il Cacao, il Bunker, il Cap10100 e praticamente tutti gli spazi dei Murazzi, per non parlare della Rotonda del Valentino o del Fluido, tutti locali di proprietà in senso lato della cittadinanza che l’Amministrazione dovrebbe per l’appunto amministrare e far rendere, sono invece in stato di abbandono”. Il documento prosegue sottolineando che “la stessa Rotonda, in totale disarmo e nell’incuria dell’Amministrazione, è ormai utilizzata dai tossicodipendenti come ‘stanza del buco’, dopo essere stata vandalizzata e spogliata di tutti gli arredi e di ogni parte mobile al suo interno, con un grave pregiudizio per il valore dell’immobile stesso”. Per questi e altri motivi, con l’esposto si chiede alla Corte che vigila sul buon utilizzo del denaro e dei beni pubblici, “se una quantità tale di immobili pubblici in stato di abbandono, quindi senza più la possibilità per il Municipio di ottenere canoni, con il degrado causato dall’assenza di qualsiasi vigilanza dei locali stessi e di qualsivoglia cautela finalizzata alla loro conservazione, non abbia causato un grave danno erariale per le casse comunali”. Roberto Rosso chiarisce che “la situazione è davvero paradossale.
Perché tante delle vertenze che hanno portato alla chiusura e all’abbandono di decine di locali, partivano proprio dall’assunto che i canoni non fossero adeguati e che in fondo il Comune ci stesse perdendo. Però le lungaggini burocratiche, l’incapacità amministrativa e forse anche un po’ di noncuranza, hanno portato a una chiusura che ormai sta diventando permanente, per cui dal poco che si incassava si è passati al niente”. Senza contare che “l’incuria e la mancanza di controlli degli immobili chiusi hanno anche causato le devastazioni dei vandali e dei ladri, che come detto hanno deprezzato ulteriormente il valore della cosa pubblica in questione”.