POLITICA- Pagina 559

La sindrome di Stoccolma

È quel comportamento che colpisce chi durante i maltrattamenti subiti prova un sentimento positivo  nei confronti del proprio aggressore fino ad innamorarsene ed a sottomettersi volontariamente. Questo è quanto è successo e sta succedendo ad un numero , ancora elevato, di elettori italiani del Partito Democratico verso l’ex Segretario politico dello stesso partito. Dopo il 40,81% delle elezioni europee del 2014, che è la genesi e la  madre  di tutti i comportamenti successivi , inizia un rapido e continuo declino . Una serie di sconfitte brucianti e pesantissime in tutte le elezioni regionali e comunali che si susseguono nel 2015 e poi nel 2016 e nel successivo 2017. Cadono roccaforti storiche della sinistra amministrate , a parte l’interruzione durante il fascismo, dagli inizi del ‘900. In questa debacle rovinosa discorso a parte merita il Referendum costituzionale del 2016 . Fu fatto diventare , andando oltre al già importantissimo valore del voto ed il tentativo sgangherato di modificare la Costituzione italiana ed in parte lo stesso sistema politico del nostro paese, una sorta di ordalia , quasi un giudizio divino. Molti ricordano il famoso “se perdo mi ritiro dalla politica” , quasi uno slogan dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri , della sua Sottosegretario e di altri importanti esponenti di quel gabinetto. .Naturalmente furono ritiri  temporanei , cioè finti. Negli altri paesi europei i leader politici , dopo una netta sconfitta , senza averlo dichiarato prima si dimettono ed in alcuni casi si ritirano dalla politica. Uno esempio su tutti l’inglese David Cameron dopo l’esito del Referendum sulla “Brexit”. Ed ultimo , ma non il meno importante  , il risultato delle politiche del 2018 con il conseguente formarsi del governo gialloverde.  In Italia invece il principale responsabile di tutto questo si ripresenta in pubblico in giro per l’Italia come se nulla fosse . Un comportamento che meriterebbe di essere analizzato dagli specialisti, come mi disse un paio di anni fa un amico noto psichiatra , e cioè di chi pensa che la realtà sia il proprio pensiero e che il proprio pensiero sia la realtà .La cosa che stupisce di più è il comportamento dei suoi sostenitori, dei veri e propri tifosi che più che un partito pensano che sia un fans club. Così invece di chiedergli conto delle pesanti sconfitte e come se fossero stati colpiti, non si capisce in che modo, da una collettiva “sindrome di Stoccolma” accorrono entusiasti alle sue performances  ammaliati dal richiamo del “capo”.

Rete Bianca per un progetto civico piemontese

“Una 2 giorni a Susa il prossimo 6/7 ottobre per riaggregare il cattolicesimo politico e per rilanciare il progetto ‘civico’ in Piemonte in vista delle prossime elezioni regionali. È questa l’iniziativa politica promossa da Rete Bianca Piemonte che porterà a Susa politici, intellettuali, imprenditori ed esponenti dell’associazionismo cattolico nazionale. L’obiettivo – sostengono i promotori dell’iniziativa Merlo, Leo e Carmagnola – e’ quello di recuperare all’impegno politico il mondo cattolico democratico, popolare e sociale profondamente sfiduciato rispetto alle tradizionali forze politiche e, soprattutto, di rilanciare quel civismo che resta una carta decisiva per ridare qualità e fiducia alla politica. A partire, appunto, dalle prossime elezioni regionali piemontesi dove Rete Bianca parteciperà con altre esperienze civiche che in questi anni si sono già caratterizzate sul terreno amministrativo e politico. E il convegno di Susa e’ il momento decisivo per illustrare questo progetto politico, culturale e civico che parte dall’area cattolica ma che, come ovvio, non si ferma al mondo cattolico di riferimento ma si estende a tutti coloro che dopo il voto del 4 marzo si sono definitivamente allontanati da quei partiti – a cominciare dal Pd, Forza Italia e Udc – usciti seccamente sconfitti dalle urne e non più riproponibili come cardini di una alternativa politica all’attuale maggioranza di governo”.

Via i simboli logorati

di Giorgio Merlo

Il voto del 4 marzo, piaccia o non piaccia, ha modificato in profondità la geografia politica del nostro paese. A partire, appunto, dal protagonismo dei nuovi soggetti risultati vittoriosi nella politica italiana
Ora, per non far di tutta l’erba un fascio, credo sia abbastanza oggettivo, nonché realistico, che qualunque alternativa alla maggioranza di governo giallo/verde o qualsiasi alternativa riformista e di centro sinistra alla potenziale maggioranza di centro destra non possono certamente passare attraverso la riproposizione del simbolo del Pd quale partito cardine della coalizione dell’ex centro sinistra. Quel simbolo, seppur nel pieno rispetto dei reduci che partecipano con ammirazione e devozione alle feste della ex Unità, non è più un elemento aggregante. E non lo dicono solo tutti i sondaggi, ma è appena sufficiente ascoltare la cosiddetta pubblica opinione nella sua multiforme e variegata composizione per rendersene conto. È un simbolo che ormai appartiene al passato.

Un simbolo logorato e stantio che certifica il fallimento di un progetto politico. O meglio, il suo
superamento nell’attuale contesto politico italiano. Fuorché qualche simpaticone, come l’attuale
segretario di quel partito, pensi che la Lega di Salvini e il partito di Casaleggio e Grillo si sciolgano
come neve al sole nell’arco di pochi mesi per l’inconsistenza dell’azione di governo. Come tutti
sanno, tutto ciò semplicemente non accadrà. Ma, al contempo, esiste ancora un elettorato – non si sa quanto vasto, ma comunque esiste – riconducibile al cosiddetto “popolo di centro sinistra” che chiede una nuova e piu’ efficace rappresentanza politica. Certo, un popolo che difficilmente si riconoscerebbe sotto il simbolo del Pd renziano, tra l’altro in perenne conflitto tra le varie bande interne, ma che forse è disponibile a spendersi per una alternativa realmente e autenticamente democratica, riformista e di governo. Purché si tratti di un esperimento politico ed organizzativo che non scimmiotti le nefandezze del passato recente e meno recente del Pdr, il partito di Renzi.
Ecco perché il recente appello di Massimo Cacciari di dar vita ad una nuova lista per le europee e,
di conseguenza, ad un nuovo contenitore che sia in grado realmente di ripartire con una nuova
classe dirigente, un nuovo linguaggio e un nuovo progetto politico non è affatto da scartare. Anzi,
forse resta l’ultima occasione per un popolo oggi radicalmente sbandato e disorientato – anche tra
gli stessi reduci delle feste della ex Unità – che chiede, a ragione, di riappassionarsi per una
speranza e una prospettiva politica che non siano solo funzionali al consolidamento di un potere
nelle mani dei soliti noti.

Rai, interrogazione di Bergesio e Tiramani sul Centro di Produzione Tv di Torino

I parlamentari piemontesi della Lega, il senatore Giorgio Maria Bergesio e l’onorevole Paolo Tiramani hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi per situazione del Centro di Produzione Tv di Torino.

“Il Centro di Produzione Tv di Torino è riconosciuto per la sua vocazione professionale alla realizzazione di programmi televisivi del segmento ‘kids’, nonché per la produzione di fiction di alta gamma, quali ‘Non uccidere’, ‘Romanzo Famigliare’, ‘I topi’, ecc., prodotti di riconosciuta e apprezzata qualità tecnica. Le istituzioni piemontesi svolgono in sinergia con la Film Commission Torino Piemonte attività attrattive e di stimolo alla realizzazione dell’industria cinematografica sul proprio territorio.  Una presenza di lavoratori stagionali del Cinema con riconosciuta professionalità oltre a un indotto di servizi di supporto alle attività cinematografiche con un buon potenziale di sviluppo”. Nel documento si evince come ad oggi siano”non operativi e in stato di abbandono” gli studi dell’azienda italiana di proprietà pubblica Lumiq Studios Srl, con sede in Torino nel complesso di Virtual Reality & Multi Media Park, “posseduta da Comune di Torino, Città metropolitana di Torino, Regione Piemonte, e Politecnico di Torino, attualmente gestita da Rai in regime di sub-concessione – fino a tutto ottobre 2019, salvo proroghe – al fine di utilizzare gli studi televisivi ivi situati per la realizzazione di fiction e contribuendo alle spese di gestione ordinaria per circa 160 mila euro l’anno. L’azienda Rai ha concesso in appalto a studi Esterni a Roma la realizzazione della fiction ‘Il paradiso delle Signore’ con un contratto di circa 17 milioni di Euro, a seguito del mancato accordo sindacale proposto ai lavoratori del Centro di Produzione Tv di Torino”. Considerato l’obiettivo comune delle istituzioni di “trovare una mediazione e non perdere una produzione ambiziosa con ricadute economico-produttive per la Rai e per lo sviluppo del territorio piemontese”, Bergesio e Tiramani chiedono agli attuali ai vertici aziendali se “non ritengano particolarmente grave l’affidamento in appalto totale della fiction in studi Esterni a Roma”, se sia stato “valutato e proposto un diverso apporto di risorse Rai alla coproduzione al fine di impiegare gli studi Rai e Lumiq”, se “le motivazioni che hanno indotto la Rai ad attuare durante la trattativa sindacale con le Rsu di Torino lo ‘spoils system dei funzionari’ del Centro di Produzione Tv di Torino e quali azioni intenda effettuare la Rai presso il Centro di Produzione Tv di Torino “al fine di rilanciare le competenze per la realizzazione di fiction di alta gamma sul territorio piemontese”.

 

 

(foto: il Torinese)

Il “caso” Renzi alla Festa de L’Unità

Festa dell’Unità di Torino, sempre più in alto e, come il bolero di Ravel, ecco la quasi mistica apparizione di Matteo Renzi. Anche per Torino come per l’Italia ci pensa Lui. È abituato ad essere un uomo solo al comando
Con un piccolo dettaglio : non mi risulta che sia lui al comando. O forse mi sbaglio. Continua Lui a comandare. Semplicemente. Talmente importante che sarà il nostro Matteo colui che concluderà la Festa. Giovedì tocca a Maurizio Martina .Bravo parlamentare che passava li per caso e gli hanno chiesto di fare il segretario del Pd. Matteo Renzi più importante di Maurizio Martina. Del resto il “Toscanaccio”. Avrebbe detto : Martina chi? E giù polemiche all interno del Pd. Solita divisione. antirenziani e filorenziani. I primi : meglio che stia zitto. I secondi: mica è colpa solo sua la sconfitta elettorale. Colpa no, responsabilità si. Quando faccio notare che in altri paesi democratici, sia in campo progressista che conservatore cambiano sapete che succede? Mi dicono che forse mi intento di sport ma non sicuramente di politica. Non hanno ragione sullo sport , forse hanno ragione sulla politica. Ma io insisto con le domande: perché il partito continua nel perdere consensi elettorali? Risposta immediata : colpa di Salvini e Di Maio. Sommessamente faccio notare che é loro mestiere tirare l’acqua al proprio mulino. Di Maio non conosce geografia e Storia ( vero ). E Salvini e tanto ma tanto cattivo ( un po’ meno vero) . Caro PD, gli elettori non vi dovrebbero votare perché gli altri sono peggiori. Dovrebbero votarvi perché voi siete i migliori. E non mi sembra che inserire all’ ultimo momento l’ex segretario del partito sia stata una ” gallata”. Ulteriore domanda : chi l’ ha deciso? Il mistero si infittisce. Giornalisti e mezzi di informazione hanno già i titoli dei loro articoli. Confronto a distanza tra Martina e Renzi. E nel confronto a distanza il sicuro vincitore sarà Matteo Renzi. Decisamente più dinamico. In tutto più eclettico, produttore e conduttore di Film su Firenze.  E una fulgida carriera da conferenziere, come il suo amico modello e Tony Blair che ha economicamente fatto un grande balzo in avanti passando da presidente del Consiglio inglese a conferenziere. Gira e rigira, la lingua batte sul dente che duole. Sconfitto, Blair si é ritirato dalla vita politica attiva diventando altro. Lui no.  Il nostro Matteo perentorio: non vi libererete di me. Che vuoi che sia portare il Pd dalle europee al 41% al 18 delle politiche. E perdere un referendum costituzionale, e le elezioni amministrative . Cosucce trascurabili   Come é dato non sapere chi di Torino gli ha chiesto di esserci. Il segretario Mimmo Carretta? Perché non dirlo prima? Ha subito? Mi hanno detto che oramai non si capisce più nulla dentro il Pd. Tutto è possibile. Anche che si sia autoinvitato. Anzi, per l’ esattezza che l’ abbia deciso lui. Il perché è presto detto: comandavo e continuo a comandare io. Lo stupore continua ad essere massimo. Se  va bene a quelli del Pd…. Eppure io non mi capacito come quelli del partito possano accettare tale situazione.  Con una mia certezza finale: se il popolo non voterà più Pd la colpa non di Salvini o Di Maio.  La colpa é quella del PD.  Gia i miei nonni semplicemente sostenevano chi e causa del suo male pianga se stesso.
Patrizio Tosetto

La Rete Bianca per il futuro del cattolicesimo politico

L’iniziativa sarà presentata in una conferenza stampa che si terrà giovedì 13 settembre alle 12 presso la sede dell’Mcl

“La Rete Bianca per il futuro del cattolicesimo politico. Un nuovo civismo per il Piemonte”. È questo il titolo della 2 giorni che sarà organizzata a Susa il prossimo 6/7 ottobre presso la Casa San Francesco. L’iniziativa sarà presentata in una conferenza stampa che si terrà giovedì 13 settembre alle 12 presso la sede dell’Mcl, Corso Regina Margherita 192, Torino. Una iniziativa che, oltre ad illustrare il progetto politico di Rete Bianca a livello nazionale, affronterà anche come Rete Bianca parteciperà alle prossime elezioni regionali piemontesi. Intervengono Giorgio Merlo, Mauro Carmagnola, Giampiero Leo

PERIFERIE, FORZA ITALIA: NON SI GOVERNA CON PROMESSE VAGHE

“CONTRO LA PRESA IN GIRO DEL GOVERNO”

Dichiara l’on. Osvaldo Napoli, responsabile Enti locali del gruppo FI alla Camera:

 Il governo ha mandato segnali di fumo per quanto riguarda il ripristino dei fondi per il bando periferie ma quasi nessuno dei sindaci presenti al vertice con il presidente Conte ha visto l’arrosto dietro Il fumo. Con l’eccezione del sindaco Appendino, evidentemente spettatrice di un altro film, i primi cittadini ricevuti ieri a Palazzolo Chigi hanno capito che il fondo di 1,6 miliardi non sarà ripristinato con un emendamento nel decreto Milleproroghe, come sarebbe stato logico, ma dovrebbe essere affrontato con un decreto ad hoc non si sa quando. È un comportamento inaccettabile per i sindaci e per quelli in particolare che hanno impegnato capitoli di spesa per le periferie. Forza Italia contrasterà in tutti gli organi e con ogni mezzo questa presa in giro, se il Governo non restituirà agli Enti Locali quanto a loro garantito. Se non ci si può più fidare degli accordi firmati da parte di un’istituzione, come può il cittadino sentirsi sicuro? Se la firma dello Stato non vale più nulla, allora tanto più qualsiasi firma e qualsiasi accordo perderà di valore. Le parole del Presidente Conte, già inesistente, già Presidente del Consiglio fantasma, sono generiche e prendono in giro i 96 Sindaci e i 96 comuni che si sono visti bloccare i fondi del bando periferie. Come per tutti i provvedimenti dell’attuale Governo, anche per questo arriveranno numerosi ricorsi e sono certo che li vinceranno. Il problema vero è che al Presidente del Consiglio interessa poco.

“Censura social” per i radicali

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO L’Associazione radicale Adelaide Aglietta, con altre 17 associazioni, ha lanciato ad Alessandria il presidio “Per un’Europa senza muri” che si svolgerà in Piazzetta della Lega il 14/9 alle 17. Occasione nella quale si raccoglieranno firme sulla Istanza di Cittadini Europei (ICE) Welcoming Europe, per una riforma delle politiche europee sull’immigrazione con apertura di corridoi umanitari, l’eliminazione del reato di solidarietà e il sostegno alle migliaia di persone che hanno subito indicibili violenze nei lager libici e nell’attraversamento del deserto. Facebook ha reiteratamente bloccato la sponsorizzazione dell’evento, adducendo che conteneva termini volgari. A un approfondimento si è compreso che il termine in questione era “Ass.” che per noi era ovviamente l’abbreviazione della parla associazione e per loro un termine volgare in inglese. Dopo aver provveduto a scrivere per esteso la parola il blocco e la motivazione continua ad essere la presenza di termini volgari che di tutta evidenza non ci sono e non ci sono mai stati. A fondo del comunicato il testo per intero della proposta di sponsorizzazione.
Dichiara Igor Boni (Coordinatore dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta): “Facebook, il luogo dove chiunque può insultare chiunque da profili veri o falsi, dove molto spesso si esplicitano le peggiori frustrazioni e sfoghi, dove rimbombano fino all’inverosimile notizie palesemente false, impedisce la sponsorizzazione di un evento umanitario che ha l’obiettivo di contrastare chi oggi in Italia preferisce non vedere chi affoga nel Mediterraneo piuttosto che salvare vite dall’annegamento o dalle torture dei Lager libici. La motivazione della presenza di termini volgari nel testo è ridicola, falsa e, questa sì, volgare. Il fatto che, dopo due giorni di dibattito surreale tra chi promuove l’evento e una macchina che costruisce risposte automatiche, non si sia arrivati all’ovvio, alla constatazione della assenza di qualsiasi volgarità nel testo, la dice lunga su Facebook. Trovo inaccettabile che in un Paese dove la responsabilità è personale ci si debba confrontare con gli automatismi di algoritmi ignoranti e mal impostati”.
Il testo della sponsorizzazione rifiutata:
“L’Associazione Radicale Adelaide Aglietta promuove ad Alessandria la manifestazione “Per un’Europa senza muri” coinvolgendo diciassette associazioni: Acli, Libera, Altrementi, Comunità San Benedetto al Porto, Coop. Coompany, Emergency, Rete Radio Resc, Aps Cambalache, Aps Parcival, Aps Sine Limes, Refuges Welcome, Cooperativa Equazione, Caritas di Tortona, Possibile Comitato Macchiarossa, o.d.v. Fiab, associazione Idea Onlus, associazione per la Pace e la Non violenza di Acqui e di Alessandria. Le adesioni sono ancora aperte.  L’evento si svolgerà venerdì14/09 e comprenderà un presidio in piazzetta della Lega dalle ore 17-18 ed un successivo corteo da via Roma a Piazza della Libertà.  Oltre a rendere collettivamente pubbliche la nostra indignazione e la nostra opposizione alle attuali politiche governative, vogliamo costruttivamente contribuire a diffondere una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, attraverso interventi e messaggi scritti di corretta informazione e di concrete proposte politiche alternative.  Durante il presidio, tutti i cittadini potranno aderire alla raccolta firme di “Welcoming Europe” per decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati e proteggere le vittime di abusi” .

Il nuovo Piano per la salute mentale

Tra le misure previste nel nuovo Piano d’azione per la salute mentale spiccano l’istituzione di un’apposita Consulta regionale, con il compito di far emergere problemi e avanzare proposte e la creazione del Comitato di monitoraggio per verificare la progressiva attuazione del piano. Si punterà su campagne informative e di sensibilizzazione per diffondere la consapevolezza che la sofferenza mentale riguarda tutti e non va ghettizzata. Sono inoltre previste azioni per promuovere la salute mentale attraverso servizi di accompagnamento alla genitorialità, tavoli territoriali riservati alla promozione di una vita attiva e integrata in ogni fase dell’esistenza, l’accesso ai servizi dei Centri di salute mentale, l’integrazione dei percorsi di cura e il sostegno all’autonomia all’abitare, al lavoro e alla socialità. Lo ha spiegato l’assessore alla Sanità Antonio Saitta  in quarta Commissione, presieduta da Domenico Rossi, dove si è svolto questa mattina il dibattito generale sulla proposta di deliberazione 319, “Approvazione del piano d’azione per la salute mentale in Piemonte”. In apertura di seduta Saitta ha comunicato che la Giunta regionale ha accolto gran parte delle richieste di modifica e delle integrazioni proposte nei mesi scorsi dal Consiglio delle Autonomie locali (Cal) e ha ricordato che il documento è frutto di un percorso “partecipato”, avviato da Ires Piemonte lo scorso anno e, attraverso workshop e tavoli di lavoro che hanno coinvolto istituzioni, professionisti, associazioni, pazienti e famiglie ha portato all’individuazione di venti azioni da mettere in atto. Il dibattito generale è stato aperto da Gian Luca Vignale (Mns), che a margine dei lavori ha lamentato, con Davide Bono (M5s), il fatto che all’inizio di agosto la Giunta regionale abbia approvato la proposta di delibera sulla domiciliarità senza che essa passasse all’esame del Consiglio regionale. Saitta ha però replicato che si è trattato di una proposta di delibera sperimentale che, sulla base dei risultati ottenuti, condurrà alla formulazione della proposta di delibera definitiva. Vignale ha sottolineato che un grosso limite al piano è rappresentato dalle misure riguardanti il sostegno all’abitare, al lavoro e alla socialità. Per il M5s sono intervenuti Bono e Gian Paolo Andrissi, che hanno evidenziato la necessità di partire da un quadro legato alle risorse finanziarie disponibili e alle tempistiche, sottolineando che per quanto riguarda i finanziamenti l’Italia è agli ultimi posti in Europa e il Piemonte agli ultimi dell’Italia.  Per il Pd hanno preso la parola i consiglieri Domenico Ravetti e Paolo Allemano, che hanno sottolineato la bontà del piano, frutto di un lavoro partecipato. Ravetti ha anche definito il documento “dinamico”, perché può essere vissuto e rivitalizzato ogni giorno, Allemano ha sottolineato l’importanza del concetto di “budget di salute”, che non include solo i soldi ma altre risorse quali il tempo e l’impiego di servizi. L’assessore Saitta, ringraziando per l’utilità del confronto, ha dichiarato che alcune osservazioni fatte saranno oggetto di valutazione e di possibili emendamenti. Ha convenuto sul fatto che alcune indicazioni possono sembrare generiche, ma la situazione disomogenea dei servizi offerti da Asl ad Asl è un fatto reale e cominciare a fornire indicazioni alle strutture per poter agire rappresenta un buon passo in avanti. Al termine della seduta la consigliera Valentina Caputo (Pd) ha illustrato due emendamenti alla proposta di legge 250, “Istituzione del Fattore famiglia”, di cui è prima firmataria. La discussione su entrambi i provvedimenti riprenderà nelle prossime sedute.

Sergio-ultima spiaggia e la festa del popolo (forse) ritrovato

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Il popolo Pd esiste e “lotta insieme a noi”. Questa é una possibile sintesi della e delle Feste dell’Unità, con buona pace dei soliti detrattori. Esistere non vuole dire che goda di ottima salute, ma qualche linea di febbre se l’è tolta. Lontana ma forse non lontanissima la guarigione. Festa di popolo, non c’ è che dire, e si notano piccoli passi in avanti qui a Torino rispetto all’altro anno, sicuramente. Nella kermesse politica irrompe la notizia: Sergio Chiamparino scioglie la riserva e si candida in Regione.  Anche  se non c’è certezza della vittoria. Ingeneroso verso il suo partito annunciarlo nella sede dei Moderati, non fosse che l’operazione é rivolta appunto al moderati, elettori spaesati dal niente grillino e dalla Baldanza Salviniana. Non c è tempo da perdere per salvare il salvabile. Non c è d’aspettare che il popolo (l’altro) capisca il bluff dei giallo-verdi. I bene informati sentenziano: Sergio ha già l’accordo con quelli di Forza Italia.  Chissà.  Avanti con i carri. Viva le liste civiche contro i nuovi populisti barbari. Tra i più scatenati Liberi e eguali, con Grimaldi in prima fila. Chiaramente vorrebbe rifare il consigliere regionale. E qui le aspettative si confondono con le possibilità.  Spostamento a destra dell’ asse della coalizione. Poco importa: l’importante è vincere. Lo sottolineo  rischiando di beccarmi dello sfascista. Prosaicamente sono scettico. E non sono il solo. Mimmo Carretta (segretario Pd) me lo conferma. Hanno “segato” la rivoluzione dei quarantenni. La nostra profonda crisi avrebbe potuto rappresentare un’ occasione per cambiare profondamente. Ora rischiamo di perdere senza cambiare. Oltre il danno la beffa.
***
E Anna Rossomando assesta il suo colpo. Chiaramente Mauro Salizzoni sarà capolista e nel caso di vittoria assessore alla Sanità.  Un Salizzoni pacato ed insofferente delle mille divisioni che ha dovuto sopportare dai comunisti che se non litigano tra loro non sono contenti. Ma non tutti la pensano come Mimmo Carretta. “Ci vuole Sergio. Solo Sergio ci può salvare”. Alla Festa si formano capannelli, gande fonte di informazioni. E’ noto che anche qui l’età la fa da padrona. Sergio-ultima spiaggia é la bandiera degli ultra settantenni. Con il rincalzo degli ottantenni che orgogliosamente sostengono: “da anni non avevo più la tessera. Ora sono venuto qui anche per iscrivermi”. Eccolo lì l’ inossidabile  popolo del PD.  Inossidabile ed orgoglioso.  Popolo che per realizzare le sue passioni ha bisogno di voti per governare. Indispensabile in un sistema democratico, indispensabile nel nostro sistema democratico. E si vota per le Regioni e per l’Europa.  Se i Pentastellati stanno ancora cercando di capire ciò che é successo, Salvini l’ha capito benissimo anche perché l’ha determinato e lo sta determinando. Non starà a guardare “regalando” l’elettorato moderato al nostro Chiampa. Al quale  ricordo che Portas (leader moderato) si dava oltre al 10 % e non ha ottenuto nemmeno il 3 % alle ultime amministrative.
.
(foto: il Torinese)