“Il diritto di manifestare non dovrebbe mai implicare l’uso della violenza. Purtroppo, però, a Torino, oltrepassare il limite entro il quale è più che legittimo esprimere il proprio dissenso è una prassi ormai consolidata. Venerdì scorso, quella che doveva essere una pacifica manifestazione studentesca ha decisamente superato il confine del lecito nel momento in cui due attiviste del centro sociale Askatasuna, già fermate dalle forze dell’ordine, hanno dato alle fiamme due manichini con le sembianze dei ministri dell’Interno e del Lavoro. Il consiglio regionale condanni con fermezza quanto accaduto davanti alla prefettura ed esprima la propria solidarietà a Salvini e Di Maio. Ogni forma di intimidazione va indiscutibilmente stigmatizzata, al di là dell’appartenenza politica”: così Benito Sinatora, consigliere regionale della Lega, in un ordine del giorno presentato in consiglio.
“Oggi, nella seduta congiunta delle Commissioni Trasporti e Lavori pubblici della Camera, durante l’esame del disegno di legge di conversione del decreto legge “Disposizioni urgenti per la città di Genova”, abbiamo assistito ad un fatto curioso
É stato presentato all’ultimo minuto e, poi, approvato da parte della maggioranza, un emendamento (il n. 1.100) che limita le attività che il Commissario per la ricostruzione, ossia il sindaco di Genova, deve affidare ad operatori economici che non abbiamo partecipazioni in società concessionarie autostradali” ha dichiarato l’onorevole Davide Gariglio (Pd) “In origine era, infatti, previsto che dovessero essere affidati a società diverse da Autostrade per l’Italia i lavori di ricostruzione del ponte, nonché le opere “propedeutiche e connesse”. Poi, con l’emendamento n.1.100, é stata soppressa la parola “propedeutiche”. In questo modo, si affida ad Autostrade per l’Italia il compito di abbattere il ponte, opera propedeutica per la ricostruzione” ha proseguito il deputato piemontese del Partito Democratico. “Non scandalizza la scelta in sé, che può essere dettata da ragioni di urgenza, ma é evidente che, mentre a parole ci si abbandona ad invettive contro le società autostradali, sotto banco si tratta con loro e ci si scambiano favori. Pochi minuti dopo, la maggioranza ha respinto un emendamento (il n. 1.35 di LEU) che prevedeva che, in caso di omesso versamento da parte di Autostrade delle somme necessarie per la ricostruzione del ponte, si potesse procedere alla revoca della concessione. É la doppia morale di Cinquestelle e Lega. Duri nei toni, morbidi nei comportamenti di governo” ha spiegato Davide Gariglio. “All’insegna di questa doppia morale vi é anche un’altra scelta di oggi: quella di respingere gli emendamenti di PD e di tutti gli altri gruppi dell’opposizione per impedire al Commissario di Governo di poter derogare alle norme antimafia – ha concluso l’onorevole Gariglio – Infatti, per la prima volta, col decreto Genova si consente di poter non rispettare tutta la normativa antimafia, fatto al quale il presidente dell’Autorità anticorruzione Cantone ha chiesto di porre rimedio. Proprio il sottosegretario Vito Crimi, che, in passato, ha sempre cavalcato le battaglie antimafia, oggi, seduto sui banchi del Governo, é stato risolutamente contrario ad inserire il rispetto del Codice antimafia tra gli obblighi del Commissario per la ricostruzione. Ma, si sa, con i grillini al Governo e con Salvini Ministro dell’Interno, la mafia non é più un problema”.
Nuova collocazione, rispetto delle regole da parte del soggetto assegnatario e gestione generale del fenomeno i nodi ancora da sciogliere
Avevo parlato, pochi giorni fa, di “futuro del Barattolo immerso nella nebbia” e non mi sento di dire, utilizzando oggi la stessa metafora, che le brume si siano nel frattempo dissipate. Tutt’altro. È stata discussa in Consiglio Comunale la mia ennesima interpellanza sul tema. Restano diversi nodi da sciogliere. Primo: la nuova collocazione. Non si contano le date promesse e i continui rinvii da parte dell’Assessore Giusta. Al momento, quale sarà la prossima collocazione del Libero Scambio ancora ufficialmente non si sa. Alle promesse non credo più, pertanto mi limiterò a tenere il tempo e a pungolare la Giunta da qui all’effettivo trasferimento. Secondo: il rispetto delle regole. Mi riferisco anche al soggetto assegnatario del bando. Vorrei sapere chi è che sta gestendo questo Barattolo. In qualsiasi gara d’appalto si fa in modo di sapere con esattezza numeri e garanzie in capo a chi partecipa. Pretendo che gli assegnatari gestiscano il Barattolo nella più assoluta legalità. Vorrei maggiore chiarezza sulla struttura organizzativa, patrimoniale e finanziaria dell’associazione ViviBalon. Terzo: la situazione generale. C’è un clima che non mi piace per niente. Mi preoccupa per esempio che l’ASD Vanchiglia, che lo scorso mese di luglio ha subito due furti in sede, non abbia avvertito l’Amministrazione di quanto successo. Chissà dove troveremo le magliette da calcio trafugate: magliette che portano in bella mostra lo stemma societario e dunque sono facilmente riconoscibili. Mi auguro di non ritrovarle a Canale Molassi o in via Carcano durante le prossime settimane. Sono preoccupato anche per i soggetti che autocertificano la loro presenza nell’area di libero scambio nonché per i fenomeni, difficilmente quantificabili, del subaffitto degli spazi e degli ingressi non autorizzati. Rilasciamo regolare ricevuta a ciascuno dei quasi 700 operatori che ogni settimana espongono la propria mercanzia tra Canale Molassi e in via Carcano? In altre parole: possiamo chiedere l’elenco di tutte le ricevute rilasciate per 360 stalli di media ogni volta? Valuterò i prossimi accessi agli atti da fare. Se è vero che c’è un nuovo regolamento vorrei capire quanto è rispettato. Vorrei un nuovo corso nella legalità: serve più controllo e meno autocertificazioni.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino
Così come concordato in Conferenza dei Capigruppo, in apertura della seduta odierna del Consiglio Comunale di Torino, in riferimento ai fatti accaduti durante la manifestazione dello scorso venerdì 12 ottobre in piazza Castello, in cui alcuni giovani hanno bruciato i simulacri dei vice premier Di Maio e Salvini, il presidente Fabio Versaci – a nome della Sala Rossa – ha ribadito la “ferma condanna di ogni atto ispiratore di violenza”. Versaci ha altresì confermato l’interesse del Consiglio Comunale nei confronti delle tematiche che hanno spinto studenti e studentesse a scendere in piazza e ha quindi invitato i rappresentanti degli studenti in audizione in un’apposita seduta della Conferenza dei Capigruppo, per ascoltare le loro ragioni, nella convinzione che “il dialogo è l’unica vera modalità per superare i contrasti”.
LA VITTORIA DEI VERDI IN GERMANIA
I Verdi di Grugliasco esultano per l’ottimo risultato conquistato in Germania diventando così il secondo partito. Spiegano i co- portavoce Tiziana Mossa e Verdicchio Vincenzo che” il sogno dei Verdi diventa realtà in Germania”. Nell’aria c’è qualcosa di diverso e in tutto il Nord Europa si sta apprezzando una politica Verde capace di canalizzare l’attenzione sulle tematiche ambientaliste, sulla vita quotidiana, sulla salute, lavoro, benessere, trasporti e tutela della famiglia. In Italia dobbiamo far tesoro di quello che è successo in Germania e riportare i Verdi come una forza politica capace di coltivare una visione positiva della vita e della convivenza. I Verdi di Grugliasco promuovono il cambiamento ecologista come forza trainante per i verdi in Italia.
I Verdi di Grugliasco
Il Responsabile Comunicazione Esterna
Pepe Giuseppe
Regione, Bertola candidato presidente M5S
E’ Giorgio Bertola il candidato presidente della Regione Piemonte scelto con le “regionarie” dagli iscritti al Movimento 5 Stelle. Sulla piattaforma Rousseau, il consigliere regionale ha infatti ottenuto 1.540 voti. Lo sfidante Luca Zacchero era il più votato in provincia di Novara ma è stato battuto. La proclamazione è avvenuta oggi pomeriggio, a Torino, al Teatro Astra, presente Davide Casaleggio.
Sconfitta completa, totale, quattro punti, settebello e tre scope! Quando l’ho visto e letto non ci volevo credere, ho subito pensato ad un falso, un “fake” come si dice ora. Invece no, è vero, originale anzi ufficiale. La cosa succede quando anche l’avversario più distante usa i “tuoi” termini . A quel punto la sconfitta è innanzitutto culturale e quindi peggiore, più profonda di quella numerica. Colpisce ancora di più quando a farlo sono i Radicali che , da sempre, si sono distinti per la difesa dei diritti civili, degli ultimi. Si sono molte volte lanciati in imprese impossibili e minoritarie ma apprezzati da tanti , in particolare da quella parte di intellighenzia “radical chic”, borghese. È avvenuto spesso che abbiano avuto successo di critica e non di pubblico ma questa volta né l’una né l’altro . Identificare un popolo, anzi dei popoli di paesi lontani e che sono innanzitutto persone nell’accezione più completa della parola con quel termine è offensivo. Mi ha ricordato quando gli italiani del sud immigrati al nord venivano chiamati non meridionali, lucani, pugliesi, siciliani ma indistintamente ed in senso razzista e dispregiativo , “napuli” a Torino, “terun” a Milano o “marocchen” a Bologna e così di seguito. La prima volta che ho sentito il termine , vicino ad un locale della movida torinese mi ha creato una sensazione negativa , di disagio. Ho scoperto che sono principalmente i ragazzi , i giovani delle zone del “divertimento” delle grandi città che li chiamano così . Voglio ricordare a tutti, in particolare ai @Radicali , che sono persone in carne ed ossa,, cingalesi, indiani, nepalesi, si chiamano Mahinda, Amal, Bimal e non Bangla.
“Con la modifica della legge Fornero, che il Governo pare intenzionato a portare avanti, ben 45mila medici in Italia andrebbero in pensione. Questo rappresenterà un grande problema per il nostro Paese, perché le scuole di specializzazione non hanno licenziato un numero sufficiente di specialisti”: lo ha affermato il Presidente del Consiglio regionale Nino Boeti intervenendo quest’oggi a Palazzo Lascaris in occasione della presentazione della Campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione dell’Osteoporosi e i rischi dell’Anoressia. “In Piemonte, per esempio, si specializzano 8 ortopedici l’anno: potranno bastare a coprire il turn over? Temo che ci sia una sottovalutazione da parte del Governo e dell’opinione pubblica. Le scuole di specializzazione sono a numero chiuso e allora bisognerebbe consentire a tutti quelli che si laureano di potervi accedere liberamente e direttamente, altrimenti non avremo specialisti in grado di curare gli italiani. Quando ho iniziato a fare l’ortopedico, alla fine degli anni Settanta, non ho mai fatto un intervento senza l’assistenza di un chirurgo più anziano, a garanzia del paziente. Se non ci sono i maestri, gli allievi potrebbero fare danni e i danni sulla salute dei cittadini sono molto spesso irreparabili”.
Nino BOETI
Presidente Consiglio Regionale del Piemonte