POLITICA- Pagina 548

Molinari (Lega), bando videosorveglianza: “Oltre 4 milioni a 96 comuni del Piemonte”

“Per garantire ai cittadini una maggior sicurezza: reale, e non solo percepita”
“37 milioni di euro complessivi a 428 comuni italiani. Al Piemonte oltre 4 milioni e 274 mila euro, suddivisi tra 96 amministrazioni locali. Mentre altri chiacchierano, la Lega fa i fatti”.  Così Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, e segretario della Lega Piemonte, commenta la decisione del Ministero dell’Interno, guidato da Matteo Salvini, di rifinanziare il bando sulla videosorveglianza, privilegiando i comuni con il maggior tasso di criminalità. 

 

 

Questi i dati di sintesi: 
Alessandria (15 comuni) oltre 599.000 euro 
Asti (51 comuni) 2.226.000 euro 
Biella (2 comuni) 33.000 euro 
Cuneo (8 comuni) oltre 320.000 euro 
Novara (10 comuni) oltre 291.000 euro 
Torino (7 comuni) 681.000 euro 
Vercelli (3 comuni) oltre 124.000 euro 

Totale Piemonte: 96 comuni finanziati per oltre 4.274.000 euro 

Una politica, quella per la sicurezza dei territori, e delle persone che li abitano, da sempre nel Dna della Lega, e che Matteo Salvini ha sempre posto come priorità assoluta, e ora con coerenza sta perseguendo da Ministro dell’Interno.  La richiesta di maggior protezione, da parte dei cittadini e delle imprese, è forte e per nulla legata ad emotività, come qualcuno ha sostenuto in passato: semmai determinata dal bisogno oggettivo di poter vivere, spostarsi, lavorare sul proprio territorio con serenità, e nella certezza che lo Stato, nelle sue diverse articolazioni, è presente e vigile al fianco delle persone. Esigenza, questa, che emerge con ancora maggior forza nelle piccole comunità, capaci di forte coesione, ma che spesso si trovano a maggior distanza fisica rispetto ai presidi delle forze dell’ordine.  “Consentire a tanti piccoli e medi comuni del territorio piemontese di effettuare importanti investimenti in videocamere e altri strumenti elettronici di controllo del territorio – continua Molinari – significa permettere ai cittadini di vivere, muoversi, lavorare in contesti di maggior sicurezza, in forte sinergia con le Prefetture e le Forze dell’Ordine cui spetta naturalmente il compito di intervenire tempestivamente, ogni volta che se ne manifesta la necessità. La Lega come sempre privilegia i fatti alle parole. A chi da anni parla, spesso a vanvera, di insicurezza ‘percepita’ il Governo risponde con un provvedimento che si preoccupa di produrre maggior sicurezza reale, mettendo a disposizione dei sindaci le risorse per dotarsi delle strumentazioni necessarie”.

SANITA’, FLUTTERO E TRONZANO (FI): “STABILIZZAZIONI MEDICI DEL 118 PARTIRANNO DA QUEST’ANNO”

“In Consiglio regionale è passato, con non poca fatica, un nostro subemendamento che permette la stabilizzazione, già a partire da quest’anno, di 50 medici attualmente impegnati a tempo determinato nel 118. Si tratta di un ‘tacun’ visto che sicuramente il servizio di emergenza territoriale meriterebbe ben altra attenzione da parte della Regione Piemonte, essendo riconosciuto un tempo quale eccellenza non solo piemontese ma nazionale, ma soprattutto perché proprio il potenziamento della medicina territoriale e di prima emergenza qualifica un sistema sanitario come efficiente. Almeno però questa proposta ha il merito di tamponare le carenze di personale mai affrontate da Chiamparino nell’ambito del 118″. Ad annunciarlo il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Andrea Fluttero e il capogruppo in Commissione Sanità degli azzurri Andrea Tronzano.
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Fluttero e Tronzano spiegano: “La Giunta Chiamparino voleva posticipare ad aprile del 2019 la stabilizzazione di questi medici. E’ evidente che cadendo in periodo di elezioni tutto sarebbe rimasto fermo almeno fin dopo l’insediamento della nuova Giunta e con il rischio che, a causa della carenza di medici specialisti in medicina generale, alcune delle figure oggi disponibili si riallocassero altrove. In questo modo rispondiamo ad una esigenza che ci viene dal mondo sanitario e dai territori. Certamente resta aperta la ferita di una Giunta che non ha mai voluto affrontare una seria discussione sulla programmazione strategica del nostro sistema sanitario, sempre trincerandosi dietro al Piano di Rientro che gli concedeva la facoltà di decidere bypassando il Consiglio e il dialogo con gli attori in campo. Per noi l’organizzazione sanitaria piemontese va ridiscussa, mettendo al centro il cittadino e ritagliando i giusti ruoli ai medici di medicina generale e a quelli ospedalieri”.

Da Cossato uno sguardo a Biella

Claudio Corradino ne va fiero, ovviamente. Non è da tutti incontrare il Papa. Ma lui non si ferma lì. Sornione e sorridente mi racconta e in perfetto piemontese dice : per conoscere un biellese ci vogliono 7 anni ed un mese.  E io (un po’ con la faccia da ” tolla”) rispondo in biellese: e non basta. “Un pontefice dal  magnetismo avvolgente, un grande uomo”, mi dice.
Come mai siete stati ricevuti?
Per via dell’ANCI, sono presidente regionale. 
Ma per Claudio c’è anche un’ altra data importante: 4 marzo 1993, quando si è iscritto alla Lega Nord. 
Scusa, ma non vivi con imbarazzo la nuova Lega che sostiene prima di tutto gli Italiani?
Assolutamente no. Anzi … io non sono mai Stato un secessionista. Sono sempre stato  un federalista. E poi Salvini lo ammiravo e conoscevo in tempi non sospetti. Quando ad esempio al Parlamento Padano presentava la Lista Comunisti Padani.
E Umberto Bossi?
Sicuramente ha fatto i suoi errori ma gli dobbiamo – tutti i leghisti – qualcosa.
Ma tu sei prima di tutto sindaco o leghista?
Almeno qui a Cossato, nel Biellese non c’ è dicotomia tra le due definizioni. 
Quanto ti piace essere Sindaco?
Molto, è stancante ma appagante. 
La maggiore soddisfazione?
Essere riconfermato nel 2014.Contro tutto e contro tutti. Pensa, il PD alle Europee supera il 40 % . Chiamparino supera il 44 % ed io con la mia Lista civica e lega li supero tutti e due. Credevano nella mia non conferma. Si sbagliavano rispetto a un giudizio della gente invece positivo sul mio operato, 9 anni di duro lavoro.
Che cosa ritieni di avere fatto di buono?
Principalmente due cose.Ho ascoltato la gente e dove ho potuto ho risolto i loro problemi. E poi ho ridotto i costi della pubblica amministrazione abbassando l’ indebitamento. E’ un po scontato, no? Ma invece non è scontato.  Qui hanno sempre comandato i comunisti o quello che ne è rimasto. Ma da nove anni sono cambiate le cose. 
Ti dispiace non ripresentarti?
Non posso, c’è il vincolo dei due mandati. Spero che l’attuale vice sindaco si presenti. Una validissima persona e stimato medico. 
Non hai paura di un ritorno dell’opposizione?
Decideranno gli elettori. Ad oggi i competitori mi sembrano molto deboli.Una volta i consigli comunali duravano 3 o 4 ore. Oggi in un ora si esaurisce tutto. Mi sembra che abbiano poco da dire.
E tu che farai?
Non hai letto? Mi hanno proposto di fare il Candidato a Sindaco a Biella Per il centrodestra. Vedremo. Non è sicuro ma possibile se non probabile. 
Contento?
È un attestato di stima e ringrazio chi mi ha proposto. Ma la strada è ancora lunga.
E se fosse vincerai?
Mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Ma ti racconto un piccolo episodio.
Sono diversi i cittadini di Biella che mi chiedono (ottenendolo) un incontro. Con l’ attuale Sindaco Cavicchioli, a quanto sembra,  non lo ottengono.  Non mi pare un atteggiamento maturo.
Dai, ammetti che ti senti la vittoria in pugno…
No, ti assicuro: mai essere sicuri. Nel caso, dovrò prima di tutto superare la prova della candidatura. Poi vedremo… insisto. 
Modesto?
Prudente. 
Come impostare l’ eventuale campagna elettorale?
Come a Cossato. Non rinuncio alle liste civiche. Poi tanti ma tanti piccoli incontri. Mi sembra di essere anche paziente nell’ascoltare. Non puoi risolvere i problemi se non ascolti.
Nel mentre risponde più volte e consulta il pc. Ma il tempo è scaduto.
“Scusa, Patrizio, ma devo tornare all’ ufficio tecnico”.  Era arrivato di corsa e va via di corsa.
Patrizio Tosetto

LAVORO: PIEMONTE APPROVA NORMA A TUTELA PROFESSIONISTI 

Il Consiglio regionale vieta autorizzazioni se i professionisti non sono  pagati 

Il Piemonte prende posizione a tutela dei professionisti, come richiesto dagli stessi Ordini professionali, sull’ormai diffuso problema del pagamento del lavoro svolto. Lo ha stabilito il Consiglio regionale del Piemonte, che nell’ambito dell’esame della legge Omnibus ha approvato un emendamento presentato dal Pd, primo firmatario il vice capogruppo Elvio Rostagno, che vuole garantire i pagamenti ai professionisti per il lavoro svolto e di conseguenza disincentivare l’evasione fiscale. “Il provvedimento – dichiara Rostagno – consentirà alla Pubblica amministrazione che al momento del rilascio di atti autorizzativi acquisirà dal professionista l’autocertificazione del pagamento da parte del committente. L’assenza di questo documento – sottolinea – comporterà la sospensione del procedimento. Si tratta di una pratica semplice, senza aggravio di tempo per il professionista, che consentirà però una forte tutela al lavoro svolto dai professionisti che troppo spesso subiscono gli effetti dei ritardi dei pagamenti o addirittura fino al contenzioso per vedere riconosciuto il giusto onorario. Ritengo – conclude – che attraverso una procedura semplice si possa garantire l’equo compenso e contrastare duramente l’evasione”. L’emendamento approvato è stato sottoscritto anche dal capogruppo dem. Domenico Ravetti, e dai consiglieri Daniele Valle e Andrea Appiano.

Pd, ritorna il Pds. Dov’è la novità?

di Giorgio Merlo
Francamente trovo un po’ stucchevole la polemica attorno alle tre candidature a segretario nazionale anche arrivano dalla filiera Pci/Pds/Ds. La trovo stucchevole soprattutto dopo l’esito del voto del 4 marzo. Insomma, il 4 marzo, tra le molte altre cose, ha detto in modo chiaro che l’esperienza del cosiddetto “partito plurale” a “vocazione maggioritaria” e’ politicamente archiviata.


Il 4 marzo, oltre ad aver registrato una sconfitta storica ed epocale per quel partito nato appena 10 anni prima, ha segnato anche l’inesorabile ritorno delle identità politiche. Identità che saranno
necessariamente aggiornate e riviste rispetto al passato ma sempre di identità si tratta. A
cominciare da quella cattolico popolare e cattolico democratica che in questi ultimi anni si è
pericolosamente eclissata al punto di diventare, di fatto, irrilevante e del tutto marginale nella vita politica italiana. È nata una nuova destra che ha sostituito ed azzerato definitivamente il vecchio e tradizionale centro destra. Resta per il momento, anche se un po’ fiaccata, una identità antisistema e demagogica interpretata dal movimento dei 5 stelle. All’interno di questo contesto, e’ del tutto naturale, nonché scontato, che anche la sinistra si riorganizzi. Ritornando, seppur in forma aggiornata, al tradizionale partito della sinistra italiana. Una sinistra che in questi anni e’ stata devastata e quasi distrutta dalle politiche del renzismo – con il plauso conveniente e di comodo di moltissimi esponenti della filiera Pci/Pds/ Ds – e che adesso, com’è ovvio, deve essere radicalmente ricostruita. Dalle fondamenta. E qui arriviamo al punto decisivo e qualificante. E cioè, come ci si può stupire se 3 esponenti che arrivano dalla storia politica e culturale del Pci/Pds/Ds si candidano alla guida di un partito che punta a ricostruire la sinistra dalle fondamenta? Come ci si può stupire se, dopo il voto del 4 marzo e la fine del partito plurale e a vocazione maggioritaria, si punta direttamente a ridefinire e ad affinare il pensiero e la cultura della sinistra italiana? Ma chi dovrebbe guidare un partito che ha quella “mission” specifica ed esclusiva se non chi arriva direttamente da quella tradizione? Ecco perché le polemiche, o lo stupore, non hanno più senso di esistere. Al di là degli obiettivi, dei posizionamenti e delle piroette dell’ex segretario del Pd Matteo Renzi. Occorre prendere atto che si è aperta una nuova fase politica e storica. È del tutto inutile, nonché controproducente, continuare la litania del partito a vocazione maggioritaria e plurale quando le circostanze storiche che hanno dato vita al Pd veltroniano sono ormai un semplice ricordo del passato. Quella stagione e’, ormai, alle nostre spalle. Chi pensa di riproporla meccanicamente rischia di far naufragare anche il progetto oggi incarnato, seppur con sfumature incomprensibili, dai 3 candidati di sinistra per rilanciare un partito di sinistra. Semmai, e questo è un altro punto politico non secondario, si tratta di capire se è utile avere 3 candidati di sinistra, a cui si aggiungono altri candidati minori ma sempre provenienti dal medesimo ceppo culturale, per centrare lo stesso obiettivo. E cioè, riproporre nel dibattito pubblico italiano il ruolo e il profilo di un partito che ha l’ambizione di rilanciare la sinistra italiana dopo le recenti e ripetute sconfitte elettorali. Di questo si tratta e non di altro. Altroché polemiche e scontri un po’ stucchevoli e del tutto fuori luogo.

Ludopatia, Grimaldi (LeU): “I dati parlano chiaro, la nostra legge sta producendo risultati”

Ieri la Giunta ha aggiornato la Commissione Sanità in merito all’attuazione della legge regionale 2 maggio 2016, n. 9 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”

Le relazioni dei tecnici hanno riguardato in primo luogo il lavoro svolto in base al Piano regionale 2017-2018 «Piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi, cura del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP)» approvato dal Ministero della Salute. Ovviamente il lavoro di prevenzione e informazione deve rivolgersi a tutta la popolazione, ma soprattutto alle fasce deboli: i più giovani, gli anziani, le persone che vivono in difficili condizioni economiche e contesti sociali. Si tratta soprattutto di maschi che lavorano e possiedono un titolo di studio di basso livello. L’età media dei giocatori è di 50 anni e quasi tutti giocano ‘fisicamente’, ossia utilizzando vlt o slot più che giochi online. Sono circa 36mila i soggetti ad alto rischio in Piemonte, 1341 quelli ‘trattati’.

I tecnici si sono poi soffermati sugli effetti della Legge Regionale, nonché sulla prevalenza e sulle caratteristiche del gioco problematico. “In Piemonte” – si legge in una delle relazioni – “oggi si può affermare inequivocabilmente che i provvedimenti di restrizione dell’offerta con apparecchi automatici di gioco (AWP e VLT) ha determinato una rilevante riduzione della raccolta e della spesa con tali dispositivi con un modesto incremento della spesa per altri giochi: nel passaggio dal 2016 al 2017 la riduzione complessiva (>5%) è da attribuire in via pressoché esclusiva alla ancor più consistente riduzione delle perdite con apparecchi automatici realizzata grazie all’applicazione della Legge Regionale”.

Dal 2005 a oggi era aumentato esponenzialmente il numero di giocatori patologici, con una chiara correlazione con la maggiore diffusione di occasioni di gioco legalizzate. Nel 2016 l’Italia era ancora fra i primi Paesi per diffusione del gioco d’azzardo, al quarto posto per le perdite, con una spesa per gli apparecchi molto più alta che altrove. Il fenomeno è stato in forte crescita fino al 2011. Tuttavia, se nel 2016 i piemontesi giocavano più di 5 miliardi di euro sulla rete del gioco fisico e perdevano più di 1,2 miliardi, e ammontavano a 59 milioni le perdite telematiche, con una crescita del dato del 4,6% tra il 2013 e il 2016, dai dati (ancora parziali) raccolti dopo l’entrata in vigore della legge, in due anni vi è stata una diminuzione dei volumi del 10%, che quindi dovrebbe superare il mezzo miliardo, passando a una stima di 4,6 miliardi nel 2018. Il calo, dunque, è in controtendenza rispetto al precedente trend in crescita. Con una riduzione delle perdite del 17% nel 2018 si è passati da 1 miliardo e 250 milioni nel 2016 a una stima di un miliardo e 30 milioni nel 2018 (-220 milioni in due anni).

“Pur essendo trascorso poco tempo dall’applicazione della legge, i dati sono già lampanti: la rotta è invertita, il consumo e le perdite calano” – dichiara Grimaldi. – “Non capisco come si possa ancora sostenere che abbiamo votato una legge inutile e che il distanziamento dei punti gioco non serva a nulla. Piuttosto occorre fare ancora di più e con maggiore coinvolgimento e coordinazione fra gli enti locali, soprattutto sulla formazione e la prevenzione capillare, a partire dalle scuole”.

Ztl a pagamento e prolungata? Tronzano dice no

Non solo dibattito sì-tav o no-tav. Un altro tema molto sentito in città è quello dell’annunciato inasprimento della zona a traffico limitato voluto dal Comune. Contro l’ingresso a pagamento e  l’estensione delle limitazioni, soprattutto nei confronti di chi per lavoro necessita dell’uso dell’auto, si schiera Forza Italia che, su iniziativa del vicecapogruppo azzurro in Consiglio regionale, Andrea Tronzano, organizza un incontro in Circoscrizione 1 venerdì 23 novembre alle 18.

Il vice sindaco nella piazza no-Tav

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La capogruppo M5S a Palazzo Civico, Valentina Sganga, ha spiegato che il movimento parteciperà alla manifestazione no-Tav dell’8 dicembre senza bandiere, con consiglieri e assessori. Presente anche il vicesindaco Montanari con fascia tricolore, su delega della  sindaca Appendino. La Città di Torino non sarà invece rappresentata dai simboli ufficiali:  stemma, gonfalone e bandiera”. In un primo tempo, dopo le dichiarazioni del consigliere grillino Carretto, secondo il quale la sindaca sarebbe stata in piazza con i simboli della Città, aveva suscitato polemica da parte delle opposizioni in Sala Rossa.

Bandiere No Tav al Campus Einaudi, Varaldo: ” Ho scritto al Rettore”

“Università ancora una volta terreno di propaganda politica”
“Dall’ora di pranzo di oggi all’interno e all’esterno del Campus Einaudi sono state appese molte bandiere NO TAV – esordisce Tommaso VARALDO, Coordinatore dei giovani di Forza Italia – Ancora una volta l’Università di Torino torna ad essere luogo atto alla propaganda politica e non luogo dove idee e pensieri si confrontano pacificamente e nel rispetto reciproco. Chi ha autorizzato l’affissione di queste bandiere? Perché non sono state rimosse immediatamente?” 

“Solo ieri abbiamo assistito all’ennesima manifestazione di violenza dei No Tav a Chiomonte contro i cantieri e contro le nostre forze dell’ordine e oggi l’Università di Torino permette l’affissione di queste bandiere? – prosegue Varaldo – Ho scritto al Rettore Ajani, chiedendo delle risposte e chiedendo che queste bandiere vengano rimosse il prima possibile”
“In queste settimane ho riscontrato una grande disinformazione, soprattutto tra i giovani, sull’argomento TAV – conclude VARALDO – Ho chiesto al Rettore Ajani che l’Università sia promotrice di un incontro informativo e accessibile a tutti gli studenti organizzato con esperti competenti sul tema. I giovani devono poter scegliere liberamente dopo essersi informati. Diciamo basta a chi con la prepotenza e la violenza vuole imporre le proprie idee”  

 

La lezione di Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è un signore d’ altri tempi. Contempla educazione e limite istituzionale.  Un uomo di altri tempi indispensabile oggi quando molti, forse troppi politici , hanno perso il lume della ragione. E i loro atti sono sicuramente scivolati nella volgarità che non è mai stata un viatico per la soluzione del problema. Un po’ tutti ci aspettavamo simile risposta alla richiesta delle 7 pasionarie di Torino. Perché risposta c’ è stata. Ed anche di merito. Di fatto ha detto il presidente che non solo apprezza il loro lavoro, ma lo condivide. Però il suo ruolo istituzionale gli impedisce di incontrarle perché le scelte di merito dipendono dai governi. E Foietta se la ride incontrando Forza Italia e Tajani in particolare . Se la ride sornione sottolineando che il potere di rimuoverlo il governo non ce l’ha. Rimandato tutto al primo gennaio, scaduto il suo mandato vedranno che fare. Per ora Toninelli conferma che almeno per lui tra il dire ed il fare c’ è di mezzo il mare. Passi nominare un presidente di commissione storicamente e palesemente No Tav. Ma come faranno a nominare un commissario che deve fare la Tav loro che sono contro la Torino-Lione? Per ora non lo nomineranno. Diranno che aspettano i risultati di una commissione ancora da insediarsi. E tutto il Nord vuole la Tav. Diciamocelo, è diventata una questione di principio. Matteo Salvini è pressato.  Pressato non tanto sul concludere o meno l’opera, su questo ha da sempre deciso. E sarà sempre per il sì. La commissione come la metà del cosiddetto contratto di governo è tattica. Incombono i tempi. E forse non collimano i tempi della politica con l’ impazienza di chi dalle piazze vuole il sì o un no definitivo alla Tav. Con i pentastellati torinesi che non mollando aderiscono come città di Torino alla manifestazione dell 8 dicembre. Cara Chiara Appendino non conti più nulla. Giratela come volete ma almeno in Piemonte è l’ora del Centrodestra, a meno che non si presenti diviso regalando la vittoria al Chiampa. Sia ben chiaro al Chiampa e non al PD. Difficile ma non impossibile. Tajani candida ufficialmente Alberto Cirio, europarlamentare di Forza Italia ex leghista.  Forse è lì il problema per Matteo Salvini. Lui che ha vinto ed è convinto che vincerà anche le elezioni europee. Non può subire, non vuole subire. E Molinari tra i suoi bracci destri s’ incarica di spegnere i bollenti ardori. Tajani  deve tutto a Berlusca e tutto concorda con Arcore. Segna il territorio mettendo un cappello sul colore del candidato del centrodestra. Ricordando a Salvini che leghista è sia il governatore veneto come il lombardo. E che il ligure Toti è di Forza Italia e vorrebbe l’unità di partito tra Leghisti e berluscones. Ad oggi nessun accordo in Piemonte, ad oggi continua ad essere probabile. Basta cambiare il candidato a governatore ed il gioco è fatto. Matteo Salvini è bravo. Riuscirà nell’intento? Statene certi. Il PD si sta ancora leccando le ferite e in sede locale punta sul recupero di Chiampa. Un po’ più sollevato. Anche nel caso di sconfitta qualcosa a casa si porterà. Viceversa i pentastellati hanno deciso il definito suicidio politico al Nord. L’ adesione alla manifestazione dell’ 8 dicembre lo testimonia. Tra le pasionarie di piazza Castello e l’ Unione industriale e i centri sociali ed anarcoidi hanno scelto i secondi che esistono per contestare il potere qualsiasi potere sia. Scimmiottando chi negli anni dell’ insorgere del terrorismo urlava : lo Stato borghese si abbatte e non si cambia. Non hanno fatto una bella fine. Ed anche l’urlare è volgare. Interrompere l’ interlocutore mentre parla. Anche per ciò diffido di chi urla, preferendo la calma istituzionale di Sergio Mattarella. Come la conoscenza dei problemi anche la calma è indispensabile per una classe politica e dirigente che deve risolvere e  non complicare le difficoltà di questa nostra martoriata Torino come del Piemonte.
Patrizio Tosetto