“Un plauso e un ringraziamento al vicepremier Matteo Salvini, al ministro Erika Stefani e al Governo che, ancora una volta, passano dalle parole ai fatti. Mantenuta la promessa sull’autonomia, una priorità per il Paese e una storica battaglia della Lega. Da parlamentari eletti sul territorio piemontese, alla gioia per questo ottimo risultato del Governo affianchiamo un po’ di rammarico per l’occasione persa dal Piemonte di Chiamparino che, a differenza di altre regioni, poco ha fatto in materia di autonomia. Duole prendere atto del ritardo del Piemonte, che purtroppo si evidenzia in questa fase, dal momento che hanno depositato il dossier solo questa settimana. Ci auguriamo che, con le prossime elezioni del 2019, con l’aiuto dei cittadini si possa rimediare agli errori e alle scelte sbagliate del PD che guida la Regione, garantendo un cambio di passo decisivo su tematiche fondamentali per il territorio e per la comunità, a cominciare proprio dall’autonomia”. Lo dichiarano i senatori piemontesi della Lega Giorgio Maria Bergesio, Marzia Casolati, Roberta Ferrero, Enrico Montani, Cesare Pianasso.
IL REGALO + BELLO? GLI STATI UNITI D’EUROPA!
“Il regalo + bello? Gli Stati Uniti d’Europa!” è il flash-mob organizzato da +Europa Torino per domani, sabato 22 dicembre, a Torino. L’evento si terrà alle 11.30, simbolicamente sotto l’albero di Natale di Piazza San Carlo, e vedrà la partecipazione anche dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, dei GD Piemonte e della GFE Piemonte.
In un’Italia che si sposta su posizioni sempre più sovraniste e che non riesce a vedere i progressi che le nostre società hanno raggiunto grazie all’Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, noi di +Europa nasciamo per sfidare questa corrente e ricordare a tutti quanto senza Europa l’Italia perderebbe un pezzo fondamentale dei propri valori e della sua forza nel contesto globale. La Storia dell’Unione Europea è sicuramente la storia di un processo ancora non concluso: il bivio che le si apre oggi è la fine dell’esperienza continentale o il rilancio verso una forma ancora più unitaria. Noi pensiamo che questa seconda strada sia quella che l’Italia debba intraprendere insieme agli altri Stati Europei. Lo diciamo da anni: serve + Europa! Così cosa chiedere per questo Natale? Gli Stati Uniti d’Europa, ovviamente! E allora sotto l’albero di Piazza San Carlo, simbolicamente, sabato 22 dicembre alle 11.30 organizzeremo un flash-mob e un girotondo con le bandiere europee: questo è il dono che vorremmo ricevere. È un modo perciò per ribadire alla città che esiste ancora qualcuno che si batte per quei valori di pace, tolleranza e apertura che l’Europa ha dimostrato di avere nel proprio dna. A tutti i torinesi chiediamo di unirsi al nostro flash-mob e di sventolare con orgoglio la bandiera europea. All’evento parteciperanno attivamente anche i Giovani Democratici del Piemonte e la Gioventù Federalista Europea del Piemonte, in una collaborazione che ormai ci vede impegnati da tempo sullo stesso fronte. Infine il flash-mob nasce e viene realizzato con il pensiero rivolto a Antonio Megalizzi, il giovane italiano-europeo europeista morto nell’attentato a Strasburgo. Antonio era uno di noi e a lui dedichiamo il nostro gesto.
“Sono intervenuto, oggi, in Consiglio regionale, nel dibattito sui fondi dell’Agenzia 2006 per ribadire la mia contrarietà all’ipotesi che, con un emendamento alla manovra di Bilancio, questi soldi vengano sottratti dal Governo gialloverde alla Regione Piemonte” ha dichiarato il Consigliere regionale del Gruppo Pd Luca Cassiani.
“Questi 29 milioni di euro, in aggiunta a quelli già previsti per la Fondazione XX marzo – ha proseguito il Consigliere Cassiani – erano destinati al Piemonte per interventi di efficientamento energetico sugli impianti olimpici e per il ripristino e la salvaguardia delle montagne olimpiche e non è giusto che vengano sottratti alla nostra Regione”.
“Faccio appello al senso di responsabilità dei parlamentari piemontesi della Lega Nord e del M5S – ha concluso Luca Cassiani – affinchè intervengano per evitare al Piemonte, già molto penalizzato dagli atti di questo Governo, anche lo “scippo” delle risorse dell’Agenzia 2006”.
L’Esecutivo nazionale della Federazione dei Verdi, riunitosi a Roma, ha nominato due nuovi commissari regionali del Piemonte. Sono Lorenzo Bianco e Tiziana Mossa. Il loro compito, si legge in una nota della Federazione dei Verdi, sara’ quello “di rilanciare i Verdi sul territorio piemontese e ‘traghettare’ la federazione regionale verso l’Assemblea elettiva dei nuovi portavoce regionali”. Si tratta di “un passaggio fondamentale in vista delle prossime elezioni regionali del 2019 – sostengono ancora i Verdi – dove speriamo che l’#OndaVerde possa affermarsi”.
Approvata la mozione presentata dalla consigliera Silvana Accossato di LeU con i voti della maggioranza consiliare e della Lega Nord
E’ stata approvata la mozione consiliare presentata dalla consigliera Silvana Accossato di LeU sottoscritta anche da Caputo, Conticelli, Appiano, Baricco, Olivetti, Cassiani (Pd), Grimaldi e Ottria (LeU), Balzella (Mov. Libero e Indipendente) e dall’assessora Cerutti anche con il voto della Lega Nord, che chiede il ritiro del disegno di legge Pillon. “Sono molto soddisfatta che oggi il Consiglio, dopo aver votato la sua contrarietà al decreto immigrazione, abbia dato un altro segnale importante sul tema dei diritti delle persone esprimendosi contro il disegno di legge Pillon” – spiega l’Accossato anche a nome dei due colleghi Grimaldi e Ottria. “Abbiamo in questo modo raccolto la sollecitazione e le istanze pervenute dai movimenti delle donne di tutta Italia e in particolare dal “Comitato torinese per il ritiro Pillon” che in questi mesi l’ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica segnalandone tutte le incongruenze e i rischi di regressione su un tema delicato come il diritto di famiglia.” “Questo disegno di legge presenta una visione retriva della società, è nemico delle donne e della loro autonomia; è un progetto misogino e classista che nei fatti rende costoso e complicato il divorzio consentendolo solo a chi ha i soldi per permetterselo” “Come stanno sostenendo le tante giuriste e psicologhe che si sono occupate della questione questa proposta pensa agli adulti prima che ai bambini ed è anche pericolosa per le donne vittime di violenza in famiglia” conclude l’Accossato. Ora non ci resta cha auspicare che questa proposta, che non è sicuramente maggioritaria nel sentimento del Paese, non sia approvata dal Parlamento italiano“
L’ ex giudice brasiliano Walter Maierovitch ha dichiarato che con grandissima probabilità Battisti si trova in Bolivia. Il criminale-codardo già sfuggito alla patria galera per troppi anni deve essere portato in Italia e non ammettiamo nessuna copertura da nessun paese straniero. Il Governo chieda conto anche alla Bolivia della necessità di vedere estradato Battisti e pretenda ufficialmente le sue ricerche chiedendo una posizione ufficiale del vicepresidente Alvaro García Liniera che secondo indiscrezioni lo appoggerebbe. Le parole di Maierovitch, autorità credibile, non vengano ignorate.
Augusta Montaruli
Deputato FdI
Il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale
“Non perdiamo tempo per eleggere il nuovo Segretario Regionale del Partito Democratico. L’esito delle Primarie per eleggere il nuovo Segretario Regionale del PD ci consegna una situazione nella quale i tre candidati, Mauro Marino (41,52%), Paolo Furia (35,97%) e Monica Canalis (22,51%) non hanno superato la soglia del 50% dei voti. Per regolamento, l’elezione avverrà in Assemblea Regionale con voto segreto. Il Partito non può attendere oltre il periodo natalizio. Non possiamo permetterci di rinviare l’Assemblea all’anno nuovo perché il rischio è quello di arrivare con grande ritardo rispetto all’organizzazione delle campagne elettorali per le Europee, per le Regionali e per le Amministrative 2019.Siamo stati per troppi mesi senza Segretario, non possiamo attendere ancora. Dal mio punto di vista di Capogruppo in Consiglio regionale ritengo necessario che questo vuoto venga colmato in tempi strettissimi”.
Domenico Ravetti
Capogruppo PD
Consiglio Regionale
Il Consiglio regionale, in tutta la legislatura e anche nell’ultimo anno, ha realizzato un deciso rinnovamento e una forte semplificazione del corpus giuridico subalpino
Lo ha fatto intervenendo su quasi tutte le materie, nell’ambito dell’esercizio della propria potestà normativa, anche grazie al lavoro assiduo dell’Aula e dei consiglieri di maggioranza e opposizione: sotto la guida oggi di Nino Boeti e prima di Mauro Laus, l’Assemblea ha registrato nei cinque anni percentuali di presenza in Aula molto alte da parte dei consiglieri. “Una legislatura contraddistinta da un’elevata produttività e da una significativa presenza da parte di tutti i consiglieri regionali, superiore all’85%. Mai si era registrato un così alto numero di presenze. Non solo, maggioranza e opposizione hanno lavorato nel reciproco rispetto e con senso di responsabilità, anche nei momenti di confronto più acceso”, dichiara il presidente Boeti. Che aggiunge: “Finalmente è finita l’epoca in cui si parlava solo di risparmi, di tagli, di scontrini. Il Consiglio regionale in questi anni ha lavorato all’insegna della sobrietà e della trasparenza e ora è una macchina efficiente che deve essere potenziata e valorizzata, a partire dalle risorse umane, dai funzionari e dipendenti che ogni giorno dimostrano di lavorare con passione e competenza”. Con oltre 1.200 sedute di Commissione (302 nel 2018) e 372 dell’Assemblea legislativa (82 nel 2018), il Consiglio regionale ha operato profonde riforme. Nella sintesi si trova un elenco più completo: qui ricordiamo la nuova legge per l’eccellenza artigiana e quella per le Comunità energetiche; la legge di contrasto all’usura e al sovraindebitamento e quella contro bullismo e cyberbullismo. Ma anche la nuova disciplina di bed and breakfast, case vacanze e ostelli, nonché il nuovo Piano paesaggistico regionale (Ppr). Rinnovati anche gli strumenti di contrasto all’inquinamento luminoso e il sistema integrato dei rifiuti e i relativi strumenti di pianificazione.
Da non dimenticare anche la norma di contrasto alla violenza di genere e per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti e ai Centri Antiviolenza con case rifugio.
Si sta lavorando a semplificare l’intera materia dell’agricoltura (abrogate 32 vecchie leggi) ed è conclusa quella della cultura, con l’eliminazione di 31 norme previgenti.
In tema di sanità nella legislatura sono stati approvati l’utilizzo di farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche, la diffusione delle tecniche di rianimazione pediatrica e il contrasto e prevenzione dell’endometriosi. Dopo l’uscita dal piano di rientro, c’è stato il recepimento del piano nazionale cronicità e del piano di salute mentale, approvato in Commissione e in attesa di definitiva adozione.
I numeri di Aula e Commissioni
Grande produttività da parte dei consiglieri, si diceva, ma anche la Giunta, che chiaramente in media è meno tenuta a partecipare a tutte le sedute del Consiglio, ha messo a referto ottimi numeri nelle partecipazioni e il presidente Sergio Chiamparino si è distinto con un 77 per cento di presenze, vale a dire che sulle 372 sedute svolte, in 287 casi era in Aula.
Una situazione che è stata confermata anche nell’ultimo anno, visto che ben 7 consiglieri hanno partecipato alla totalità delle sedute e nella maggioranza dei casi si supera il 90 per cento; si registrano percentuali un po’ più basse esclusivamente per quei consiglieri che sono stati eletti in Parlamento e che quindi hanno avuto un paio di mesi di interregno – in tutto 20 sedute – durante i quali hanno ridotto i propri numeri statistici. Una legislatura che si è distinta per l’ammodernamento del corpus giuridico, ma anche per i tanti provvedimenti economico-finanziari tesi alla messa in sicurezza dei conti. Un grande lavoro che ha visto riunirsi le sei Commissioni permanenti oltre 1.200 volte (la prima Commissione Bilancio ha registrato quasi 400 sedute) per preparare il lavoro d’Aula. Nell’ultimo anno le Commissioni si sono riunite per 302 sedute, delle quali 63 per audizione, 5 consultazione, 5 sopralluoghi e 6 volte in sede legislativa. Sono stati licenziati all’Aula complessivamente 114 provvedimenti, tra progetti e disegni di legge, pareri preventivi o consultivi e altro. Nella legislatura sono stati presentati 335 progetti di legge (114 disegni e 221 proposte): sono stati approvati 83 disegni di legge e 37 proposte. Gli atti di indirizzo presentati sono 1.512, quelli approvati 642. Le interrogazioni e le interpellanze sono state 982, i question time 1463. Nel 2018 le sedute d’aula sono state 85. L’attenzione al tema dei diritti umani e della loro difesa contro ogni discriminazione è stata amplificata con l’istituzione del Comitato regionale per i diritti umani, unico nel panorama regionale italiano. Tra i tanti appuntamenti organizzati, anche la partecipazione del medico congolese Denis Mukwege, insignito nell’ottobre scorso del premio Nobel per la pace. Ai concorsi organizzati durante la legislatura hanno partecipato oltre 18.000 ragazze e ragazzi, mentre sono state 38.853 le persone che hanno visitato Palazzo Lascaris nel quinquennio (di cui 1.432 classi); circa 500 allievi e allieve degli istituti superiori sono stati coinvolti nella prima edizione di “Ambasciatori e Ambasciatrici del Consiglio regionale”, innovativo progetto di alternanza scuola-lavoro.
Sono state 102 le mostre allestite durante la legislatura nella galleria Carla Spagnuolo, all’Urp e alla Biblioteca della Regione Piemonte, per un totale di circa 50mila visitatori, che confermano il ruolo dell’Ente quale promotore attivo di cultura, anche attraverso importanti collaborazioni con partner come ad esempio il Museo nazionale della montagna, il Polo del ‘900, il Mef (Museo Ettore Fico), l’associazione Culturando Insieme. Nel corso del 2018 sono poi state organizzate tre aperture straordinarie di Palazzo Lascaris, avvenute il 12 maggio in occasione della Notte bianca della fotografia, il 6 ottobre per Portici di carta e il 5 novembre per l’inaugurazione serale della mostra “Dalla guerra alla pace 1918-2018”. La razionalizzazione dell’organizzazione, nella legislatura, ha portato notevoli risparmi sul bilancio del Consiglio. La spesa corrente è infatti passata da 64,5 milioni di euro del 2014 a 42,5 del bilancio 2018. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 23 settembre 2016 ha apposto la medaglia d’oro sul gonfalone della Regione durante una cerimonia ufficiale a Palazzo Lascaris. Il conferimento al Merito civile – la cui candidatura era stata avanzata dai presidenti di Regione e Consiglio, su impulso del Comitato Resistenza e Costituzione – è stato motivato per gli esempi di solidarietà umana mostrati dalla popolazione piemontese durante la guerra di Liberazione.
Civismo, chi lo interpreta?
Dunque, tutti adesso invocano le virtù salvifiche del “civismo” ma pochi, se non pochissimi, sanno come intercettare e interpretare quel civismo
Un civismo che si è imposto all’attenzione del dibattito politico per varie motivazioni che vanno dalla persistente sfiducia nei confronti dei partiti alla “discesa” in piazza di settori della società italiana che mal sopportano di essere intermediati dai partiti. Dalla protesta di Roma contro la sindaca Raggi guidata da un gruppo di giovani donne della capitale alla manifestazione, ormai nota, delle cosiddette “madamine” a Torino contro la sindaca Appendino e la politica dei 5 stelle sul No alla Tav.
Ora, il punto politico della questione è, come sempre, abbastanza semplice al di là di tante
riflessioni. E cioè, questa protesta di piazza – organizzata o spontanea che sia ha poca importanza
– può cambiare la geografia politica nazionale e locale oppure e’ destinata a rientrare nei ranghi e
ad essere uno strumento di supporto per qualche partito o notabile di partito? Avanzo questa
domanda perché qualsiasi protesta di contenuto, o di sistema, assume una valenza politica nel
momento in cui si pone come soggetto politico alle elezioni. Oppure, nella versione minore ma
anch’essa in campo, come semplice stimolo ad alcune forze politiche che si facciano carico di
quelle tesi in vista delle competizioni elettorali locali o nazionali. Questo nodo sarà sciolto solo
attraverso il confronto tra la “piazza” e le forze politiche e, soprattutto, nella capacità dei singoli
partiti di saper farsi carico di quelle istanze.
Ma c’e’ un aspetto che merita di essere ricordato in questo interessante dibattito sul presunto
protagonismo di una fetta della società civile. E cioè, la riscoperta della politica e di alcuni specifici
contenuti avanzati da gruppi della società civile – come la gestione concreta del comune di Roma
o la realizzazione di un progetto ormai antico coma la Torino/Lione – corre il rischio poi di essere
monopolizzato e gestito da vecchi marpioni della politica e dei partiti? Ovvero, se la protesta è
sana, libera, trasparente e spontanea difficilmente potrà essere gestita e patrocinata dai “soliti
noti”.Ecco perché lo stesso civismo e’ ad un bivio: o riesce a trasformarsi in soggettualita’ politica e
quindi a misurarsi concretamente con i cittadini attorno ad un progetto politico e di governo del
territorio, oppure inesorabilmente si limita ad essere un elemento di supporto e di invito ad alcuni
partiti e ad alcuni esponenti di quei partiti a farsi carico di quelle istanze. È’ persin scontato arrivare
alla conclusione che se dovesse prevalere la seconda ipotesi quel civismo si sgonfierebbe
rapidamente per trasformarsi in un semplice prolungamento della propaganda di qualche partito.
E un primo assaggio di questo dibattito lo verificheremo alle prossime elezioni regionali
piemontesi. Certo, non può essere solo la Tav l’elemento discriminante di questo dibattito. Anche
perché, su quel tema specifico, tutti sanno in Piemonte che proprio sulla Tav la coalizione di
centro destra e’ unita e compatta mentre l’ex centro sinistra e’ profondamente diviso perché oltre
alla contrarietà di Sinistra Italiana non possiamo dimenticare l’opposizione dei sindaci Pd No Tav
della Val Susa. Ci dovrà essere anche dell’altro, com’è ovvio e scontato.
Ma, in ultimo, la vera sfida politica del civismo – anche e soprattutto in vista delle elezioni regionali
piemontesi – sarà quella di saper recuperare al voto e all’impegno politico concreto quella porzione
di società che si è progressivamente allontanata dalla partecipazione politica e pubblica andando
ad ingrossare le fila dell’astensionismo. Su questo versante si giocherà, dunque, l’efficacia e la
bontà di questo nuovo ed inedito civismo. Purché il tutto non si traduca solo in una operazione
gattopardesca dove un giorno si annunciano grandi proclami politici e di trasparente spontaneismo
e il giorno dopo si scopre che i protagonisti della protesta sono e restano semplici supporter di
alcuni vecchi e noti professionisti della politica. Solo le scelte concrete ci diranno quale sarà la
linea che prevarrà. Lo vedremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.