In piazza con gli ombrelli per la Democrazia
Hong Kong: 29 Agosto Presidio promosso da Radicali Italiani, +Europa E Associazione radicale Adelaide Aglietta
Radicali Italiani, +Europa Torino e l’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, hanno organizzato un presidio a sostegno delle proteste pro-democrazia che da tre mesi scuotono la Regione Amministrativa Speciale Cinese di Hong Kong. La manifestazione si terrà il 29 agosto in Piazza Palazzo di Città (di fronte al comune di Torino) dalle ore 18. I partecipanti avranno con sè un ombrello (simbolo delle proteste del 2014, durante le quali gli ombrelli erano serviti come mezzo di difesa contro i gas lacrimogeni lanciati dai poliziotti sui manifestanti).
Hanno aderito all’iniziativa il PD Regionale e il PS provinciale di Torino.
I coordinatori dell’Associazione radicale Aglietta, Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis e il Coordinatore del Gruppo +Europa Torino Igor Boni, dichiarano:
“Siamo molto preoccupati per ciò che sta avvenendo a Hong Kong: al confine con la Cina, nella città di Shenzhen, sono stati convogliati centinaia di mezzi militari e paramilitari cinesi, tra cui anche carri armati. Siamo riusciti a prendere contatti con alcuni residenti di Hong Kong (che intervisteremo subito dopo la manifestazione, giovedì sera), che ci dicono di essere molto spaventati e i riferimenti al massacro di Piazza Tienanmen nelle loro parole sono costanti. Negli ultimi giorni le proteste sono tornate a essere violente, contro chi protestava è stato usato il gas, i cannoni d’acqua e sono state puntate le pistole sulla folla. Ancora decine e decine di manifestanti arrestati, tra cui ci sono anche ragazzini minorenni di 12 e 13 anni.
I manifestanti, centinaia di migliaia di manifestanti, scendono in piazza giorno e notte in nome di qualcosa che noi in Italia e in Europa abbiamo da settant’anni e di cui troppo spesso dimentichiamo il valore: la democrazia. Giovedì scenderemo in piazza per loro. Insieme a loro. E anche per noi stessi. Perché i Diritti e la lotta per la Democrazia è una responsabilità di tutti, soprattutto di chi, come noi, l’ha avuta in regalo e ha il preciso dovere di difenderle. Ringraziai il Partito Democratico Provinciale e Regionale per aver aderito alla manifestazione, nella speranza che altre forze politiche e civiche si uniscano nei prossimi giorni. Perché possiamo assumere posizioni differenti su molti argomenti, ma sulla Democrazia, per il bene di questo nostro Paese malato, occorre restare convintamente e saldamente dalla stessa parte”
“Noi siamo con voi” per Hong Kong
5 stelle come la Dc? Non siamo ridicoli
Con inusitata leggerezza un noto editorialista della Stampa nei giorni scorsi ha scritto che i “5
stelle potrebbero diventare la nuova Democrazia Cristiana”.
Ora, chiunque abbia letto quelle singolari e curiose parole credo che abbia fatto un sobbalzo o,
addirittura, si è chiesto se c’è ancora un senso e una logica nel commentare la politica italiana di
oggi. E questo, come ovvio, nel pieno rispetto di tutte le opinioni. Anche di quelle espresse dal noto
editorialista della Stampa.
E questo per 3 semplici motivi, al netto della profonda diversità storica e della scontata irripetibilità
della politica, delle sue dinamiche e dei suoi strumenti concreti, cioè dei partiti.
Innanzitutto la Dc era un partito profondamente democratico al suo interno. Certo, articolato per
correnti organizzate perche’ rappresentative dell’interclassismo della società italiana ma che
garantivano, al contempo, un vero ed autentico pluralismo politico e culturale. Un partito che
contava molti leader e grandi statisti ma che non tollerava al suo interno né i capi, né i guru e
tantomeno i padroni. I 5 stelle? Semplicemente l’esatto contrario.
In secondo luogo la cultura politica del partito. La Dc, certamente in un’altra epoca storica, aveva
un chiaro riferimento culturale. Era un partito di ispirazione Cristiana si’ ma, soprattutto, era un
partito con una solida e riconosciuta cultura politica alle spalle. Il popolarismo sturziano, la
tradizione del cattolicesimo sociale e popolare e il filone cattolico democratico erano i fari che
illuminavano il suo progetto politico e di governo. Certo, era una stagione politica e culturale
dominata dalla contrapposizione ideologica ma sicuramente la Dc non poteva essere accusata di
essere un partito liquido, ovvero privo di qualsiasi riferimento ideale e definito. I 5 stelle? Anche
qui, l’esatto contrario di quella esperienza storica, politica e culturale.
Ma e’ sul terzo aspetto che emerge una radicale separazione. E riguarda la collocazione del partito
nello scenario politico. A prescindere dalle fasi storiche a confronto. La Dc e’ stato un partito di
“centro che guarda a sinistra”, per dirla con De Gasperi. Sicuramente è stato un partito riformista,
profondamente democratico, con una spiccata cultura di governo, centrale nello schieramento
politico e con una linea chiara per quanto riguarda il campo delle alleanze. Ora, confrontare il
ruolo, la funzione e soprattutto la collocazione di quel partito con i 5 stelle ci vuole una porzione di
fantasia e di spensieratezza alquanto elevati. Non è il caso di infierire. Ma governare saldamente
con la destra leghista per 18 mesi e, nell’arco di una manciata di ore, pensare di dar vita ad una
alleanza opposta, alternativa e nettamente divaricante rispetto a quella praticata sino a qualche
giorno prima – cioe’ con il nuovo partito della sinistra italiana di Zingaretti e con ciò che resta del
vecchio Pci – credo che non meriti ulteriori commenti.
L’elenco delle diversità potrebbe continuare all’infinito. Come, ad esempio, il confronto tra le classi
dirigenti dei rispettivi partiti. Ma su questo terreno i 5 stelle, oggi, sono in buona compagnia con le
classi dirigenti degli altri partiti. Ma è sufficiente fermarsi qui. Per arrivare ad una semplice
conclusione. E cioè, qualunque confronto o parallelismo tra la Democrazia Cristiana e il partito dei
5 stelle può albergare solo nella mente di qualche marziano o di qualche osservatore distratto e
del tutto avulso da ciò che è stata la politica italiana ieri e ciò che è oggi.
Per dirla con termini ancora più semplici e comprensibili, tra la Democrazia Cristiana e i 5 stelle
non è possibile alcun confronto perché sono su pianeti diversi. Ogni altro commento e’ puramente
superfluo.
Giorgio Merlo
Una continuità illiberale e populista che preoccupa
“Che il il cosiddetto ‘tesoretto olimpico’ resti in Piemonte dovrebbe essere un fatto scontato. Ma,
vivendo in una stagione politica sempre più allegra e sconclusionata, può capitare di tutto.
Comunque sia, e’ decisivo come si utilizzano quei fondi frutto della gestione delle Olimpiadi di
Torino 2006. La destinazione delle risorse ai Comuni olimpici – Via Lattea, pinerolese e Val Susa –
dovrebbe essere la bussola che orienta il comportamento dei legislatori. 29 milioni di euro, del
resto, sono e restano fondamentali per gli investimenti in queste aree e sarebbe decisamente
curioso, nonché singolare, se venissero destinati ad altri territori i e in altri luoghi.
Penso, e spero, che su questo versante ci sia una convinta e determinata convergenza politica e
istituzionale di tutti i parlamentari piemontesi”.
On. Giorgio Merlo, Sindaco di Pragelato
Napoli (FI): “Mattarella è il faro nella nebbia”
La sensibilità istituzionale e il senso vivo dei doveri verso il Paese fanno del presidente Mattarella l’unico faro che squarcia le nebbie che avvolgono la scena politica. Con lo stile non banalmente notarile che gli è proprio, Mattarella ha registrato tutte le possibili interlocuzioni avviate dai partiti senza preclusioni verso nessuna di esse.
Saggiamente ha accordato ancora qualche giorno ai gruppi parlamentari per valutazioni più approfondite, ma a tutti ha ricordato le urgenze dell’Italia, gli impegni nelle istituzioni europee e la necessità di affrontare l’emergenza economica. Grazie, presidente Mattarella, per assolvere al suo ufficio con lo stile, la sobrietà e la determinazione, tutte qualità che rassicurano gli italiani.
On. Osvaldo Napoli (Forza Italia)
“Un altro mondo è possibile”
E’ IL TITOLO DELLA FESTA IN ROSSO CHE SI TERRA’ A TORINO DAL 6 AL 14 SETTEMBRE
“Un altro mondo è possibile” è il titolo dato alla Festa in Rosso organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista di Torino. La Festa si terrà dal 6 al 14 settembre presso il Circolo Arci Anatra Zoppa, Via Curmayeur 5, a Torino. Nove giorni di musica, spettacoli, intrattenimenti vari ma anche tanti dibattiti con molti ospiti di rilievo. Per citarne alcuni: Mimmo Lucano, ex Sindaco di Riace, Giorgia Lunardi, portavoce italiana Sea Watch, Livio Pepino, ex Magistrato al dibattito sui temi che riguardano immigrazione, diritti sociali. Guido Montanari, ex vicesindaco di Torino, farà la sua prima uscita pubblica in città, dopo la revoca della deleghe da parte di Chiara Appendino, in un confronto con Eleonora Artesio, Consigliera Comunale. Corradino Mineo, già direttore di Rai News 24 si confronterà con Paolo Ferrero, Vicepresidente della Sinistra Europea sui tempi politici di attualità legati alla crisi di governo e alle alternative politiche. Enrica Valfrè, segretaria della Camera del Lavoro di Torino si confronterà con Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale Prc-Se sui temi del lavoro. Alla prima serata, dedicata alla situazione dell’America Latina, interverrà Lianio Gonzales Perez, console Generale della Repubblica di Cuba a Milano. E poi tanti interventi ancora. La chiusura politica sarà di Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino.
Riceviamo e pubblichiamo
Nei giorni del cordoglio per la tragica scomparsa del giovane escursionista Simon GAUTIER, un
riconoscimento va a tutti i soccorritori che si sono prodigati nelle operazioni di ricerca. Il loro (e il
nostro) limite è vivere in un paese che non considera prioritaria la tecnologia al servizio della
collettività.
Riflettano coloro che sbandieravano l’efficacia della localizzazione come rimedio ai mali del mondo
e oggi, senza vergogna alcuna, ne ammettono il fallimento: la posizione esatta si può determinare solo
con l’intervista telefonica, quando si chiede aiuto è necessario fornire sempre un indirizzo o un
riferimento.
Dovrebbe essere un motivo sufficiente per evitare speculazioni, commenti di cattivo gusto o quegli
“interessi di bottega” che qualcuno in passato ci imputava in modo sprezzante.
Non si usi questa tragedia per esportare il modello organizzativo del 112 italiano, la presenza di una
Centrale Unica nella vicenda non avrebbe cambiato nulla, la tecnologia di localizzazione è la stessa.
Dotarsi di soluzioni moderne costerebbe un terzo rispetto al mantenimento di un inutile call center
laico del 112 e c’è più tecnologia nelle mani di un bambino in età scolare rispetto a quanta ne troviamo
nelle nostre Centrali Operative; riflettano soprattutto su questo i Ministeri competenti.
Quindici giorni fa si è appreso che una quindicenne stuprata e uccisa in Romania aveva chiamato
più volte il 112, ma la Polizia è arrivata diciannove ore dopo; la vicenda ha sconvolto il paese, sono
seguite le dimissioni dei Ministri dell’Interno, dell’Istruzione, delle Telecomunicazioni e
l’allontanamento del Capo della Polizia. È una lezione di responsabilità istituzionale lontana anni
luce da noi, in Italia probabilmente sarebbe stato licenziato l’operatore, reo di non aver seguito il
“protocollo”.
Esortiamo le Istituzioni ad adoperarsi per promuovere una vera cultura della sicurezza e ad aprire
un confronto scientifico sull’organizzazione dei soccorsi italiani, sui pericoli della doppia intervista
telefonica e sulla capacità di coordinamento tra i professionisti.
Perché tragedie come questa non accadano mai più!
Professioni Infermieristiche Vigili del Fuoco Polizia di Stato
NURSIND: F. Coppolella
CONAPO: A. Maglione
SIULP: E.Bravo
CONFSAL VVF: S. Astrella
SAP: A. Perna
FNS- CISL: A. Mazzitelli
UIL-PA: R. Molino
Il fallimento è un po’ colpa di tutti
Il Presidente del Consiglio Conte ha sentenziato:
questo governo è stata vanagloria. Meglio tardi che
mai. All’angolo Matteo Salvini balbuziente è apparso
un pugile suonato che si stava chiedendo che cosa
aveva combinato. Da Capitano si è dimostrato un
maresciallo furiere di una cambusa vuota. Mentre
Conte parlava le facce di Matteo Salvini erano
eloquenti. Talmente eloquenti che passeranno alla
Storia. La giornata era cominciata in salita. Rambo ha
dovuto sgomitare per una sedia vicino a Conte.
Poi i suoi ministri o sottosegretari relegati in piedi.
Posto seduto riservato solo a Giorgetti. Solo per
lui l’ onore delle armi.
Salvini scappa al Ministero. Tra un po’ dovrà
traslocare. Una delle poche certezze in questo
momento. Non sarà lui che gestirà le prossime
elezioni: chi troppo vuole nulla stringe. Il
Toscanaccio sentitamente ringrazia. Del resto tra
Matteo ci si intende. Matteo il milanese che ha
bisogno di un po’ di riposo e Matteo il toscano: vi
piaccia o non vi piaccia sono tornato alla grande.
Addirittura l’ intervento da leader in Senato.
Persino simpatico e ricercato da tutti i giornalisti.
Dunque accordo fatto tra 5stelle e PD? Calmini,
dice il sornione Zingaretti. Prima la direzione Pd
dove ho la maggioranza e poi le consultazioni con Mattarella.
Consultazioni dove non ci sarà
Renzi e ci sarò io con Martucci e Delrio. Martucci
che conta come il due di picche quando briscola
è bastoni. Altra cosa è Delrio che avendo
conosciuto bene Renzi è molto timido sull’accordo
con il giullare Grillo. La vedo dura su un accordo tra
le forze politiche che si sono solo insultate in
queste anni. Di Maio ha di fatto indirettamente
riproposto Conte. Riconoscente con il professore
avvocato che con i toni e le dimissioni lo ha tolto
dall’impiccio e dall’ angolino in cui si era cacciato.
Se non erro sono i pentastellati che hanno reso
possibile l’approvazione del decreto sicurezza
bis. Se non erro erano tutti e tre che urlavano che
questo governo durava ancora 4 anni. Insomma
dire che questo fallimento è stato prodotto solo
dall’arroganza di Matteo Salvini è autoassolutorio.
Quando una società fallisce la colpa è del cda, del
Presidente ed amministratore delegato. Tant’ è che
quando arriva il curatore fallimentare nominato
dal tribunale i soldi mancanti li può chiedere agli
amministratori. Tecinacamente si chiama atto di
responsabilità civile e richiesta danni. Ma si sa che
politica e politici sono un’ altra cosa. Hanno sempre
goduto di zone franche e continueranno. Mi sembra
difficile trovare un accordo. Una cosa improbabile
non vuol dire che sia impossibile. In Piemonte tra i
politici c’è clima di attesa tra chi auspica il ritorno alle
urne e chi ne farebbe a meno. “Siamo stati presi
alla sprovvista . Dateci il tempo di organizzarci
per essere rieletti”. Indecisi tutti tranne i leghisti e i
Fratelli d Italia. I primi con l’incrollabile fede verso il
Capitano, ed i secondi sicuri che ora tocca a loro.
Una sola raccomandazione: la logica di un uomo
solo al comando porta sfortuna a chi la vuole . In
Italia già ci sono stati tragici esempi. Purtroppo ha
ragione lo storico Alessandro Barbero: la Storia non
insegna nel non sbagliare. Lo studio della Storia
serve solo ad allargare la mente. Regola che vale
per chi studia . Ultimamente merce molto rara tra
la gente e tra i politici.
Patrizio Tosetto