POLITICA- Pagina 425

A Borgaro e Caselle nasce la Buona Destra

Nell’ottica di un sempre maggior radicamento territoriale, la Buona Destra per il Piemonte annuncia l’apertura di un nuovo Comitato territoriale: il Comitato per la Buona Destra di Borgaro e Caselle.

In un territorio come il nostro, importante dal punto di vista sociale, industriale e dalle infrastrutture strategicamente fondamentali per la ripresa socioeconomica dell’intera Provincia di Torino, la Buona Destra porterà avanti la propria proposta politica, basata su idee e progetti concreti, lontani dalla politica urlata e basata sugli slogan e sulle soluzioni semplificate a problemi complessi.

La Buona Destra vuole rappresentare una destra moderna, europeista, laica e moderata nei toni, ridando rappresentanza a tutti coloro che non si sentono più rappresentati da ciò che la politica contemporanea propone. Una destra che possa lavorare con programmi di ampio respiro e lunga durata, basandosi su valori forti tramite i quali immaginare e costruire il paese del futuro.

Nel corso degli ultimi mesi, fin dalla nostra nascita a Settembre scorso, la Buona Destra è cresciuta rapidamente in tutto il Paese e l’istituzione di questo nuovo Comitato territoriale è la dimostrazione della necessità di far riappropriare la politica di quel ruolo di guida responsabile per le sorti della Nazione, delle Regioni e dei singoli territori.

Il Comitato per la Buona Destra di Borgaro e Caselle rimane a disposizione di tutti coloro che vorrebbero ottenere maggiori informazioni riguardo le nostre idee, i nostri programmi ed i progetti che ci riproponiamo di portare avanti, all’indirizzo mail:

buonadestrapiemonte@gmail.com

           

                  Pietro Piazzolla                                            Claudio Desirò

      Buona Destra Borgaro – Caselle                    Buona Destra Piemonte

Pd: “Sostegno psicologico a pazienti e operatori sanitari”

 Nel corso del gruppo di indagine sulla pandemia covid19 a palazzo Lascaris , è stato audito l’Ordine degli psicologi del Piemonte, con particolare riferimento alla ricerca condotta sui bisogni psicologici del personale sanitario e tecnico-amministrativo piemontese nell’emergenza Covid-19.

L’onda della pandemia, dopo un 2020 decisamente impegnativo, sarà lunga e si abbatterà su un contesto già molto affaticato. Al carico di lavoro aumentato, si aggiunga che anche il carico “relazionale” è aumentato, ora che i familiari non possono visitare i malati anche di lungodegenza.

Dovrebbe quindi essere l’occasione per istituire spazi di debriefing, supervisione, assistenza e supporto psicologico, disponibili anche oltre le fasi dell’emergenza, per il personale che opera in contesti socio-sanitari.

Tra l’elaborazione del bisogno e la domanda d’aiuto, c’è infatti un passaggio che è spesso complesso: i momenti di assistenza individuale e di gruppo dovrebbero essere riconosciuti nell’orario di lavoro, perché hanno una ripercussione diretta sul benessere del lavoratore e sul suo lavoro.

C’è inoltre, ancora da esplorare, la complessa situazione dei postumi psicologici dei pazienti covid: l’Ordine sta compiendo ora una ricerca sul punto, rispetto al quale il servizio sanitario dovrà farsi carico di offrire una risposta a una fascia di cittadinanza già estremamente provata dalla malattia o dall’isolamento prolungato.

Con questi fronti aperti, riteniamo fondamentale che il DIRMEI si doti di una specifica funzione legata alle problematiche psicologiche connesse all’emergenza covd19, analogamente a come era avvenuta nella prima ondata con il coinvolgimento dell’Ordine degli psicologi nell’unità di crisi, esperienza che si è però interrotta a giugno.

Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19

Domenico Rossi, Vicepresidente Commissione Sanità

Alessi-Montaruli (FdI): “Bene lo sgombero in corso Giulio”

“Finalmente Torino si è liberata dell’occupazione anarchica di Corso Giulio Cesare 45. Erano anni e anni che ne chiedevamo lo sgombero con Interpellanze alla Città, Interrogazioni al Ministro e incontri col Prefetto.

Ora l’attenzione resti alta per evitare nuove azioni” a dichiararlo sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e la capogruppo in circoscrizione 7 Patrizia Alessi, dopo l’operazione di polizia di questa mattina. “Contro le occupazioni anarchiche serve agire subito, non temporeggiare come avvenuto in questi anni. Altrimenti il risultato sono sacche di illegalità dove antagonisti e criminalità la fanno da padroni a discapito dei cittadini”.

“Corso Giulio Cesare 45, un grande grazie alle Forze dell’Ordine”


Finalmente sgomberato l’immobile occupato dal 2014: ascoltate le nostre richieste, vittoria del rispetto delle regole e della democrazia. Grazie a Questura e Prefettura per la perfetta opera di coordinamento delle operazioni.

Si apre con una bella notizia la giornata di oggi: quella dello sgombero, da parte delle Forze dell’Ordine, dello stabile di corso Giulio Cesare 45, occupato da 7 anni. Il mio grazie e i miei complimenti alle Forze dell’Ordine che hanno portato a termine l’operazione, con la quale il rispetto delle regole e la democrazia fanno un passo avanti nel quartiere e nella nostra città. Grazie anche a Questura, Prefettura e Vigili del Fuoco. Le nostre richieste, presentate più volte in tutte le sedi, sono state finalmente accolte. A più riprese, per esempio durante le settimane del primo lockdown, gli occupanti avevano creato disordini, mettendo a repentaglio non solo la sicurezza, ma anche la salute di tutti con assembramenti fuori controllo. I residenti del quartiere hanno sempre preso le distanze dagli occupanti, evitando di farsi strumentalizzare.

Silvio Magliano – Capogruppo dei Moderati in Sala Rossa e a Palazzo Lascaris.

L’Associazione Coscioni lancia campagna su fine vita

 CAMPAGNA INFORMATIVA SUL TESTAMENTO BIOLOGICO IN TUTTA ITALIA 

Le affissioni sulle reti di trasporto pubblico e sulle edicole delle principali città italiane. M.Cappato: “Senza informazione, la legge sul testamento biologico per molti non esiste nemmeno”

A più di tre anni dalla legge sul testamento biologico, sono ancora molti gli ostacoli che ne impediscono una sua piena applicazione. Primo fra tutti, la mancanza di una campagna di informazione istituzionale, destinata a medici, operatori sanitari e a tutti i cittadini italiani sul diritto di scelta sul loro fine vita. L’assenza di campagne informative ha determinato situazioni in cui alcuni comuni non hanno accettato il deposito delle DAT in piena violazione della legge e altri casi in cui gli ostacoli dovuti all’accesso agli uffici causa COVID-19 hanno determinato ritardi per persone che avrebbero invece avuto necessità di un deposito immediato.

Per questo l’Associazione Luca Coscioni, realtà attiva a tutela del diritto alla salute, ha lanciato una campagna informativa nazionale, online e offline, sul diritto di ogni individuo a decidere liberamente sul proprio fine vita, grazie alle cosiddette DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) ovvero i trattamenti che ognuno può decidere, in anticipo, di voler accettare o rifiutare nel momento in cui si troverà in una condizione di non poter comunicare la propria volontà.

Con l’obiettivo di raggiungere e sensibilizzare più persone possibile, le stazioni delle metropolitane delle principali città italiane Milano, Roma, Torino, Napoli e Brescia, stanno ospitando manifesti che informano sul diritto a scegliere sulla propria vita e sulla possibilità di redigere il proprio testamento biologico (“Fare Biotestamento oggi è facile è gratuito!”), rimandando con un QR code al sito della Associazione Luca Coscioni dove poter scaricare il modulo apposito “per vivere liberi fino alla fine”. A Milano, inoltre, partecipano alla campagna anche 150 edicole, con l’esposizione di altrettanti manifesti con la scritta: “Sulla tua vita ora scegli tu”.

Solo sul sito dell’Associazione Luca Coscioni sono stati scaricati fino ad oggi più di 60.000 moduli per il biotestamento, senza contare le migliaia di richieste di informazioni di cittadini che da anni ormai arrivano quotidianamente.

Senza informazione, la legge sul testamento biologico per molti non esiste nemmeno. Su oltre 60 milioni di italiani, le stime ufficiali parlano di 200.000 cittadini che hanno redatto le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento. Ciò significa che il diritto a scegliere è riservato a un’élite di persone particolarmente sensibili al tema e in grado di cercare da sé le informazioni. Il Governo che, in virtù della legge 219/17 sulle DAT, avrebbe dovuto organizzare una campagna informativa, non ha fatto alcunché”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “E’ ora di dire basta e di conquistare insieme quel diritto alla conoscenza che lo Stato ci nega. Accanto a questa campagna di affissioni in tutta Italia, l’intelligenza artificiale Citbot.it promossa dall’Associazione Luca Coscioni per fornire risposte a tutte le domande sul tema è ormai sempre più efficace. Nel frattempo, continuiamo a chiedere conto al Governo attraverso interrogazioni parlamentari”.

Secondo un recente sondaggio di Swg commissionato dalla Associazione Luca Coscioni, il testamento biologico è conosciuto dall’83% degli intervistati, ma il 71% ignora le procedure per il rilascio delle Disposizioni anticipate di trattamento. Per l’84% per cento la causa di questa difficoltà è da legare alla scarsa informazione da parte delle istituzioni.

Credits campagna:

Direzione creativa e copy: Avy Candeli

Art direction: Fabio Troiani

Illustrazione: Giovanni di Modica

“No alla vendita di oggetti del ventennio”

Il Consigliere comunale di Chieri Luigi Furgiuele risponde alla raccolta firme per legge di iniziativa popolare promossa dal Sindaco di Chieri contro la vendita di oggetti legati al Ventennio fascista. 
“Trovo questata iniziativa assolutamente fuori luogo per il momento in cui è stata presentata e per i suoi contenuti, afferma il Consigliere. Stiamo vivendo tutti un momento difficilissimo ed epocale, unico nella storia. Gli italiani sono alle prese con problemi ben più gravi che la lotta al Fascismo. Salute, lavoro, solitudine e incertezza sono gli spettri che in questo momento spaventano gli italiani e i Concittadini Chieresi. Mi dissocio non solo sui tempi ma anche sui contenuti continua Furgiuele, il fascismo è un fenomeno storico, politico e culturale che risale a più di 70 anni fa. Non mi soffermo su aspetti positivi né su quelli negativi perché credo che in questo periodo storico sia anacronistico paragonare fatti e situazioni del passato che non sono da dimenticare ma su cui l’Italia e il suo Popolo(che non è assolutamente un popolo razzista) ha capito e ha pagato per i suoi errori.Chi per esempio insulta o minaccia gli ebrei non è un fascista ma è soltanto un grande cretino e la politica non ha il compito di combattere i CRETINI con campagne e slogan ma di migliorare la vita ai cittadini.                                                                   Non firmeró questa iniziativa perché non ne condivido quindi ne la forma la sostanza.                                                                        Da uomo di destra sociale, conclude il Consigliere, posso tranquillizzare il nostro Sindaco dicendo che ovunque ci sarà qualunque forma di discriminazione sociale, religiosa, politica, culturale mi vedrà pronto anche al suo fianco a levare gli scudi in difesa dei più deboli ma non sono disposto a strumentalizzazioni politiche di propaganda politica che non trovano riscontro anzi offendono tutti quegli italiani e Nostri Concittadini che in questo momento stanno combattendo con la paura e la disperazione il quotidiano della vita reale.                          Luigi Furgiuele, Consigliere Comunale Città di Chieri.

Cons. Luigi Furgiuele

“Populismo di destra in crescita: come porvi rimedio”

Terza Lezione del Ciclo “Democracy and its Discontents” 20 gennaio 2020, h. 17:30

Dopo aver ospitato le lezioni di Adam Przeworski e Stephen Holmes nell’autunno 2019, mercoledì 20 gennaio ore 17:30 il Collegio Carlo Alberto riprende il ciclo “Democracy and its Discontents”, con una lezione di Dani Rodrik, professore di Economia Politica Internazionale alla Kennedy School of Government dell’Università di Harvard, e vincitore, nel 2020, del prestigioso “Princess of Asturias Award for Social Sciences”.

La scelta di varare una serie di lezioni sulla crisi della democrazia è nata da un dibattito interdisciplinare che si è sviluppato fra economisti, scienziati politici, sociali e giuristi ospitati dal Collegio: lo scopo è di svolgere, da prospettive scientifiche diverse, un approfondimento sul tema, analizzando le cause della crisi e le possibili ricette per superarla.

Nella sua Lezione, che ha per titolo “Perchè il populismo di destra è in crescita e come possiamo porvi rimedio”, che si terrà in contemporanea alla cerimonia di insediamento  della nuova Presidenza americana, il professor Rodrik offrirà una sintesi critica degli argomenti avanzati di recente per spiegare la crescita del populismo e presenterà una sua interpretazione, che sottolinea il ruolo delle tensioni sul mercato del lavoro per capire il fenomeno.

Negli eventi del 6 gennaio a Washington si è visto il populismo di destra staccarsi dalle tastiere e dalla ferocia puramente digitale dei social media per passare all’azione violenta. Uno sviluppo preoccupante non solo per gli Stati Uniti, ma per tutti i paesi democratici, che rende una riflessione approfondita sul fenomeno più che mai saliente.

Introducono Giorgio Barba Navaretti, Presidente della Fondazione Collegio Carlo Alberto e Professore di Economia all’Università di Milano e Diego Gambetta, Carlo Alberto Chair in Scienze Sociali e organizzatore del ciclo “Democracy and its Discontent”.

Per partecipare all’incontro, registrarsi al link: https://thirdlecture.eventbrite.it/

La proposta di Rifondazione per le Comunali di Torino

“Alle amministrative con un progetto unitario e alternativo. La proposta di Rifondazione Comunista”

di Ezio Locatelli*

   In un articolo comparso su “volerelaluna” si rimarca, come a pochi mesi dalle elezioni, non si sia ancora aperto un dibattito a sinistra, nei movimenti che hanno condotto in questi anni tante battaglie egualitarie, ambientaliste, in tema di diritti alla salute, al lavoro, alla casa o battaglie storiche come quella NoTav, un dibattito che abbia come obiettivo quello di segnare un percorso che non sia al carro di  politiche liberiste e confindustriali di varia natura. Giusta osservazione che si accompagna all’auspicio che qualche voce fuori dal coro faccia capolino. Detto ciò il problema è come cercare di tradurre questa osservazione e auspicio in qualcosa di più, in un impegno alla costruzione di una  proposta unitaria delle forze alternative, antiliberiste, politiche e di movimento, quelle stesse forze – e noi tra queste –  che per l’appunto in questi anni si sono battute contro la supremazia del privato sul pubblico, le esclusioni sociali, la grandi opere speculative, in una parola contro il sistema Torino. Un impegno che ci portò cinque anni fa a far parte integrante dell’esperienza di “Torino in Comune” egregiamente rappresentata dalla consigliera comunale Eleonora Artesio.

   Ecco, noi pensiamo che ancor più di ieri, stante l’ulteriore slittamento a destra del quadro politico, si debba perseguire, non abbandonare, la strada di una presenza unitaria, alternativa agli attuali schieramenti politici di centrodestra, centrosinistra, M5S, tutti schieramenti accomunati dall’ideologia della competitività, da una visione della società che ha come feticcio un modello di crescita basato su indicatori di natura produttivistica, affaristica, consumisticaE’ in ragione di questa ideologia che Torino, ormai da anni,  si è sdoppiata in due diverse città: la prima quella delle classi dirigenti, benestanti che hanno adottato il mantra di una città dell’eccellenza, dell’innovazione, dei grandi eventi; la seconda quella delle classi popolari impoverite che sopravvivono tra sfratti, disoccupazione, lavori precari, di classi relegate per lo più nei quartieri di Vallette, Regio Parco, Aurora, San Salvario, Falchera, MirafioriUno sdoppiamento che si è manifestato addirittura sul piano della salute delle persone: cinque anni di aspettativa di vita separano i benestanti della collina dagli abitanti dei quartieri più poveri.

   Siamo in presenza di una città diseguale, resa ancor più diseguale dalla pandemia, emblematicamente raffigurata in due fotografie alquanto diverse che riguardano la qualità della vita nelle città italiane. Per il quotidiano confindustriale “il Sole 24 ore” Torino, in materia di ricchezza, consumi e affari è al 21esimo posto nella classifica delle città italiane. Di tutt’altro tenore la graduatoria stilata dall’Università la Sapienza circa la qualità della vita nelle città italiane. Secondo questa graduatoria Torino è passata dal 46esimo  al 64esimo posto precipitando al di sotto dei livelli considerati accettabili. Tanti sono i fattori che hanno concorso a tale perdita, a decenni d’impoverimento e di abbattimento dei livelli di vivibilità: chiusura di servizi pubblici, sanitari, sociali, educativi e culturali, taglio dei trasporti pubblici, mancanza di una politica della casa, di un piano per il lavoro, aumento della condizione di  precarietà. Insostenibile che un giovane su due non abbia un’occupazione. Responsabilità che non possono essere ascritte solo al Comune ma a tutti i livelli istituzionali, che coinvolgono i diversi schieramenti politici che si sono succeduti nel corso degli anni ai diversi livelli.

   E proprio in ragione di ciò che è sbagliato il  pensare che, dopo la prova disastrosa del M5S, si possa tornare al sistema Torino, alla competizione tra centrosinistra (centro più che sinistra) e centrodestra. Sbagliato anche ricorrendo alla foglia di fico di candidature che si ritengono più o meno presentabili. Ecco perché si deve lavorare alla costruzione di una alternativa incentrata sulla produzione di beni pubblici e comuni, sul sociale, su criteri di vivibilità ambientale, su obiettivi di accoglienza, coesione, uguaglianza, in una parola di sviluppo umano. L’esatto contrario di ciò che è stato fatto in questi anni. L’unica possibilità per fare questo è di mettere insieme le forze sociali, politiche, di movimento alternative, antiliberiste che in questi anni sono state protagoniste di tante lotte per il cambiamento. Sarebbe del tutto incomprensibile il presentarsi in ordine sparso. Come Rifondazione Comunista intendiamo lavorare fin da subito a questo progetto con tutte le forze disponibili.

 *segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino

Nucleare, Ruffino (FI): “Ok a proroga su osservazioni sindaci”

“Il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut, rispondendo  alla mia interrogazione, ha confermato quanto da noi richiesto, ovvero che saranno previsti tempi più lunghi, alla luce della crisi pandemica, per il dibattito pubblico e la consultazione dei documenti al fine di garantire tempi congrui alle amministrazioni interessate per valutare i dossier, la correttezza e portare le proprie osservazioni sulle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito definitivo per lo stoccaggio nazionale dei rifiuti radioattivi.

Si tratta di una decisione tardiva ma che va incontro alle legittime richieste dei tanti sindaci, che abbiamo fatto nostre, e che non potevano rimanere inascoltate, poiché si tratta di scelte complesse e con risorse limitate. Per quanto ci riguarda, vigileremo perché il governo mantenga fede agli impegni assunti, ovvero ad un sempre maggior coinvolgimento degli amministratori locali e dei cittadini: alle buone parole, ora seguano i fatti”.
Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.

Democrazia e diritti, il sit-in radicale

Mario Barbaro, membro della Segreteria del Partito Radicale, commenta il sit-in tenutosi oggi in piazza Castello a Torino

“Oggi si è tenuto questo sit-in a difesa della Democrazia e dei diritti sanciti in quella che è la Costituzione. In un momento come questo dove il “dibattito” politico è occupato da altro, noi del Partito Radicale mettiamo la legge e il diritto dinanzi a tutto. Oggi ricordiamo quanto sia essenziale che lo Stato faccia lo Stato mettendo al centro il rispetto dei diritti umani. Marco Pannella sosteneva, a ragione, che quando c’è strage di diritto c’è strage di persone. C’è il mondo del carcere che attende risposte concrete per tutte le persone coinvolte: detenuti, detenenti, personale che presta il servizio nelle carceri. Sul vaccino non ci siano pregiudizi ma si valutino le peculiarità del carcere, dove il distanziamento non è possibile come all’esterno. Non è forse conveniente dirlo ma noi lo diciamo perché non facciamo calcoli politici di alcun genere.”