POLITICA- Pagina 409

Grimaldi (LUV): “pro vita nei consultori come no-vax nei centri vaccinali”

Aborto. “Nelle strutture pubbliche non c’è spazio per le associazioni violente”.

“Non possiamo fare entrare nelle nostre Asl, nei nostri ospedali e nei nostri consultori persone o associazioni che in tutta Italia conducono delle infami campagne d’odio contro le donne e che parlano dell’aborto come prima causa di femminicidio al mondo. Questa gente va tenuta il più lontana possibile dalle strutture sanitarie pubbliche, dovremmo addirittura pensare a degli ordini restrittivi per tali associazioni, impendendo loro di avvicinarsi ai consultori piemontesi. Altro che favorirne l’accesso o ipotizzare sportelli in cui questi criminali vengono invitati a fare propaganda e terrorismo psicologico su donne che stanno già attraversando uno dei momenti più dolorosi che possa capitare nell’intera loro vita. Far entrare i ‘pro-vita’ nei consultori è come mettere i no-vax nei centri vaccinali per il Covid” – commenta Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale.

“Anche il modo in cui la Giunta regionale consentirebbe a queste associazioni violente di entrare negli ospedali pubblici è imbarazzante: è vero che hanno recuperato un testo vecchio di 10 anni, solo parzialmente modificato per aggirare una sentenza del TAR?” – domanda Grimaldi. “La magistratura sul punto è stato chiarissima: ‘il requisito della presenza nello statuto delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni del privato sociale della finalità di tutela della vita fin dal concepimento è irragionevolmente discriminatorio’ e non sarà l’aggiunta di tre o quattro parole sull’accompagnamento alla maternità a renderlo meno spaventoso per le donne piemontesi” – conclude Grimaldi. “Per questi motivi il Presidente Cirio e l’Assessore Icardi devono ritirare immediatamente quel Protocollo”.

Letta arriva nel “covo di vipere”

Mauro Salizzoni getta la spugna.  Verrebbe da dire , tanto rumore per nulla. Strada spianata,  oramai,  per Lo Russo. A Roma Enrico Letta  accetta di diventare segretario del PD dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti.

Al netto delle distanze e delle ovvie diversità tra le due vicende,  qualche similitudine c’ è. Principalmente la sinistra del PD ne ” prende da orbi ” e gli ex democristiani cercano di rimettere insieme i cocci rotti. Con , se me lo concedete,  il Fatto Quotidiano diventato organo ufficiale dell’ area di , diciamo così,  sinistra che va dai cinquestelle alla sinistra sbrindellata. Così il ” vecchio liberale ”  Travaglio cerca di indirizzare questa nebulosa . Verso cosa?  Difficile dirlo. Travaglio grande difensore del governo Conte e grande critico del Governo Draghi. Sintesi : la sinistra era per il governo Conte e il centro destra per il governo Draghi. Spero che mi si perdonerà la eccessiva schematizzazione. La crisi del PD è irreversibile? Un prezzo ( magari ) per il Pd da pagare sarà chiudere i conti con un pezzo di cultura fondativa. Chiudere con chi a sinistra,  pensava o sperava che il pd fosse il nuovo riformismo di sinistra. In altre parole il Pd si deve dare una identità,  perlomeno si dovrebbe dare una identità. Ma anche , se non soprattutto la sinistra ( dovrebbe) darsi una identità o più specificamente darsi una forma organizzata nel volere o potere fare politica. Appunto il caso di Mauro Salizzoni è emblematico. Ora i suoi sponsor si dividono essenzialmente in due grandi categorie.  La prima continua con forme di mediazione con altri soggetti politici o altri candidati. Direi: troppo tardi. La seconda: è colpa del PD che non lo ha voluto.  Perché è una colpa non volerlo? I soliti buontemponi che giustificano sempre i loro fallimenti con le colpe altrui. Mauro Salizzoni sarebbe stata un ottima proposta se appunto costruita per tempo politicamente. Comitati d’ appoggio,  costruzioni di commissioni per il programma e , soprattutto la scelta di un regista o di una cabina di regia. Una volta si chiamava tattica per realizzare una strategia. Ora , viceversa, vince  anche negli epigoni dell’ allora Pci l’ essere Naif. Ma mi rendo conto di essere  oramai decisamente desueto. Chi ha avuto modo di parlare con Salizzoni sottolinea la sua amarezza e soprattutto il totale disinteresse di Roma. Con un punto in comune con Zingaretti: il Pd è un covo di vipere. Non quella componente o quell’ altra componente , ma tutto il Pd. Ora Letta ha accettato con questa puntualizzazione: non con tutto il Pd ma con il Pd che ci sta. Direi auguri e figli maschi e , visto i tempi moderni , speriamo che sia donna. Enrico Letta ha tanta esperienza ed il dente avvelenato con Matteo Renzi. E’ un politico lucido che difficilmente perde la pazienza. Ma è anche un moderato che vorrà portare il Pd oltre le attuali secche del mortale abbraccio con i pentastellati. Siamo al crepuscolo degli Dei,  ammesso che questi siano Dei o siano stati considerati  Dei. Non penso,  concretamente, che questa sinistra coglierà questa occasione per ridefinirsi. Sian ben chiaro , non solo la sinistra italiana. Voler continuare ad essere ciò che si è sempre è il suo più grande limite. Anche perché credendosi più importante della realtà la si inventa di sana pianta . Ciò che accade è sempre più forte di chi vorrebbe un’ altra realtà. Crepuscolo degli Dei , in fondo mi dispiace nella sua accezione finale. Ammetterlo è condizioni essenziale per chiedersi che cosa uno vuole o vorrebbe e che che cosa si può invece aspettare.

Patrizio Tosetto

Fondi regionali per le opere pubbliche nel Torinese

9 milioni ai Comuni e 2 milioni alle Province: sono questi i contributi che la Regione Piemonte ha deliberato per il cofinanziamento alla realizzazione delle opere pubbliche degli enti locali, grazie alla legge regionale 18/84. Cifre che a volte sembrano puntiformi ma che in un panorama in cui i trasferimenti statali verso gli enti locali tra il 2008 e il 2015 si sono ridotti, secondo la Corte dei Conti di 22 miliardi, fanno la differenza.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Grazie al cofinanziamento – racconta il Sindaco di Usseglio, nelle Valli di Lanzo, Pier Mario Grosso – potremmo mettere in sicurezza la strada che collega la frazione Castello, danneggiata negli anni passati da eventi atmosferici. I lavori di riasfaltatura verranno completati grazie ad un impegno economico del Comune supportato dal trasferimento che la Regione ci garantirà attraverso la legge 18”.

“Anche per Ronco Canavese – commenta il Vicesindaco del Comune della Valle Soana Lorenzo Giacomino – si uniscono le forze economiche per un intervento per eliminare le barriere architettoniche del palazzo comunale. Abbiamo usufruito di una cospicua cifra arrivata attraverso l’Ente Parco del Gran Paradiso, che sommata al contributo regionale ci permetterà di rendere il municipio accessibile a tutti i cittadini ed efficiente dal punto di vista energetico. Un grande traguardo se pensiamo che l’unica scuola della Valle Soana è ospitata proprio nell’edificio che beneficerà dell’intervento”.

“Ceresole Reale – aggiunge Mauro Durbano, Vicesindaco del gioiello della Valle Orco, unico Comune insieme a Venaria a potersi fregiare del titolo di Reale in Italia – pagherà con lo stanziamento a suo favore un lotto dei lavori che vedono la realizzazione di un marciapiede fino al capoluogo lungo la ex strada statale 460. Non solo una messa in sicurezza ma una valorizzazione di cui godranno i residenti e i tanti turisti che siamo pronti ad accogliere in ogni stagione”.

“Come avevo anticipato lo scorso anno riguardo allo slittamento delle graduatorie, la Regione Piemonte ha deciso di sostenere altri 171 Comuni, che si vanno a sommare ai 220 finanziati nel 2020 – conclude Andrea Cane responsabile della Lega per gli enti locali piemontesi – i 2.500.000 euro di contributo a 45 Comuni del Torinese, il 1.000.000 di euro destinato al Verbano Cusio Ossola, gli 800.000 euro del Vercellese e dell’Alessandrino sono una ventata di ossigeno per i territori. Come responsabile per gli enti locali della Lega per il Piemonte continuerò ad essere portavoce attivo delle esigenze dei Comuni: sono certo che anche dal punto di vista turistico dopo questa riscoperta del Piemonte vicino, accogliente e familiare la valorizzazione dei “campanili” sarà l’arma vincente per il post pandemia; proprio per questa ragione ho deciso di dar voce agli Amministratori dei Comuni montani posti “più in alto” della catena di vallate che io stesso abito, montagne che sono state tra le più colpite a livello economico nell’ultimo anno”.

Italexit: “Aree gioco vietate? Accanimento contro i bambini”

Negli ultimi giorni sono diventate virali le foto dei divieti affissi nelle aree giochi di Torino, in alcuni casi addirittura transennate come scene del delitto: è l’ultima trovata di Cirio – immediatamente accolta e messa in atto dal Comune – in questa ossessiva ricerca dei “potenziali focolai” ormai scaduta nel demenziale.

Simone Filinesi, referente del movimento giovanile di Italexit, esprime la sua contrarietà a questa scelta: “Questo accanimento contro bambini e famiglie è inaccettabile. Dopo l’ennesimo ritorno alla DaD adesso si vieta anche la possibilità di svagarsi per qualche ora: in quali condizioni psicologiche può crescere un bambino a cui hanno tolto la scuola, il gioco e le relazioni sociali? Questo provvedimento si rivela oltretutto deleterio per le famiglie con figli affetti da malattie respiratorie croniche o disturbi comportamentali per le quali sono indubitabili i benefici che otterrebbero dal contatto con l’ambiente esterno. Se il Presidente è in possesso di studi scientifici in grado di dimostrare come i parchi siano una minaccia per la salute pubblica li tiri fuori, altrimenti chiediamo che questa buffonata termini istantaneamente. L’emergenza non si risolve trattando i più piccoli come criminali a cui viene negata anche l’ora d’aria, ma investendo in una sanità territoriale degna di questo nome”.

Tav, Gariglio (Pd): “Draghi commissari la Torino – Lione”

“Commissariare il tratto italiano della Tav Torino – Lione per accelerare la realizzazione dell’opera”: questa la richiesta di Davide Gariglio, capogruppo Pd in Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.

“Il Dpcm discusso oggi in commissione e relativo all’individuazione degli interventi infrastrutturali sottoposti a commissariamento presenta alcune linee ad alta velocità del sud Italia come la ‘Salerno-Reggio Calabria’ la ‘Taranto-Potenza-Battipaglia’ e la ‘Palermo-Catania-Messina’. E’ francamente inaccettabile che rimanga fuori la Torino – Lione con il rischio reale che, una volta terminati i lavori del tunnel transfrontaliero, i treni ad alta velocità debbano utilizzare da Bussoleno al capoluogo piemontese una linea che risale al 1800, vanificando quindi sforzi ed investimenti fatti. Chiediamo che anche tale tratta venga inserita nel prossimo Dpcm che verrà emanato a giugno”: conclude Davide Gariglio.

Cultura, Pd: “In Regione un lento soffocamento”

Nel corso della Commissione cultura abbiamo potuto esaminare gli interventi sul bilancio 2021 proposti con il maxi emendamento.

Va riconosciuto che, rispetto alla prima proposta, anche grazie agli allarmi lanciati dal Partito Democratico e dalle rappresentanze di settore, il maxi emendamento ripristina risorse importanti sull’associazionismo e i bandi, nonché sul sistema bibliotecario e del libro: questa è una vera buona notizia.

D’altronde però non possiamo non notare che:

1) Il capitolo delle partecipate sconta ancora un taglio di ben 3 milioni di euro (dai 29 milioni del 2020 a 26 milioni), che andrà a insistere su un settore che era già stato ridotto l’anno scorso (da 31 a 29 milioni) per finanziare in parte il c.d. bonus cultura alle piccole associazioni. Tagliare le partecipate vuol dire diminuire i servizi al pubblico e ridurre le commesse alla filiera della cultura.

2) Il bonus cultura legato all’emergenza covid19, che contava l’anno scorso di 3 milioni di euro, quest’anno è azzerato. Eppure l’emergenza per il nostro tessuto piccolo associativo persiste e le risorse non sono tornate ai capitoli originali. Si sono volatilizzate.

3) Il capitolo delle convenzioni viene azzerato; contava oltre 1 milione di euro. Questo vuol dire che i soggetti culturali che attingevano da queste risorse (Sandretto, Collisioni, Pistoletto, per fare degli esempi) si riverseranno sul bando delle associazioni che però conta, grazie al recupero del maxiemendamento, su poco più delle risorse dell’anno scorso. Le convenzioni restano uno strumento fondamentale per la programmazione culturale della Regione e di assunzione di responsabilità politica nelle scelte da parte dell’assessora. Abolire questo strumento vuol dire tornare indietro di anni.

4) I capitoli di investimenti e contributi agli investimenti sono quasi tutte azzerate, per diversi milioni di euro.

Inoltre tante piccole voci subiscono diminuzioni: un milione di euro in meno sulle minoranze linguistiche, risorse in meno sulle SOMS, la musica popolare, enti religiosi.

In definitiva, il comparto patisce ancora una grande riduzione su cui presenteremo molti emendamenti in fase di discussione del bilancio.

Daniele Valle – Vicepresidente VI Commissione

Diego Sarno – Portavoce Pd VI Commissione

 

Salizzoni ritira la candidatura a sindaco

Mesi fa avevo accolto l’invito, ricevuto da più parti, di mettermi a disposizione del centro sinistra per candidarmi a essere il nuovo sindaco di Torino. Incontri, colloqui, presenza nei quartieri per ragionare e scrivere insieme il programma per il rilancio di una città provata da crisi demografica, deindustrializzazione e infine pandemia: ho raccolto l’entusiasmo e la voglia di lavorare di alcuni gruppi politici e di molti esponenti e realtà della società civile, che rappresentano le forze vive di un capoluogo che fatica ad uscire da una fase di declino.

Certo la politica ha le sue regole e le sue dinamiche. Lo sappiamo. Lo so per l’attività e l’impegno che svolgo attualmente in Regione. È a tutti evidente come sia difficile giungere ad una ‘sintesi’ sui diversi nomi in campo pur all’interno di una stessa squadra e come molte siano le variabili da considerare. Infatti, proprio il mio profilo (umano, professionale e di passione civile), che viene visto da molte persone come un fattore di rinnovamento per la politica e per le sorti del nostro territorio, è stato ritenuto da alcune forze politiche (in particolare dentro il PD) come l’elemento di debolezza di una candidatura che non sarebbe adeguata a governare una città complessa. Per cui, di fronte a queste riserve, in assenza di un ampio accordo sul mio nome, non intendo essere di intralcio e preferisco farmi da parte.

Mi auguro che la scelta del candidato o della candidata avvenga coinvolgendo tutte le istanze del centro sinistra torinese, garantisca l’unità della coalizione con una grande apertura alla società civile e alle tante competenze presenti nella nostra società. Occorre incoraggiare e sollecitare chi è disponibile a mettersi in gioco per favorire un cambio di passo dell’azione politica e per costruire una solida visione sul futuro della città e di tutta l’area metropolitana. I tempi ristretti per accedere alle risorse europee non consentono indugi, tutte le forze politiche devono sentirsi impegnate da subito nella individuazione dei progetti migliori per garantire sviluppo e coesione.

Continuerò a fare la mia parte, nel ruolo di vice Presidente del Consiglio regionale.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto, dedicandomi generosamente il loro tempo e la loro attenzione. Ringrazio soprattutto i tanti cittadini che mi hanno scritto, chiedendo di impegnarmi. Sono certo di poter contare sulla loro comprensione ed indulgenza.

Mauro Salizzoni

“Perché bisogna difendere il Pd”

Il Partito Democratico è,quasi quotidianamente,oggetto di attacchi strumentali,maleducati,offensivi e privi di ogni fondamento costruttivo che è la base fondante di ogni democrazia dialettica e propositiva.

A volte per il troppo amore ed un sano convincimento delle proprie azioni si può anche sbagliare nel prendere decisioni a qualsiasi livello governativo,dal governo nazionale fino a quello circoscrizionale,passando per regioni e comuni,ma ciò non giustifica l’odio di chi rilascia interviste intrise di cattiverie gratuite senza proporre nulla di sensato.
È la stessa democrazia che “chiede ed impone”alleanze fino a poco tempo fa improponibili: d’altronde quando ci sono di mezzo una pandemia incredibile ed il bene del nostro Bel Paese non si può pensare d’andare di corsa al voto lasciando il controllo di una situazione talmente tragica  pericolosa che ha già mietuto oltre 100 mila vittime.Ci vuole un grande senso di responsabilità che il partito democratico ha sempre messo in campo attraverso la sua classe politica e dirigente preparata.È vero che tante volte si litiga ma succede anche nelle migliori famiglie,la sana discussione porta ad un miglioramento dei rapporti ed a correggere i propri errori.Solo chi non lavora non sbaglia mai e questo non succede nel partito democratico che ha una grande caratteristica,difficilmente riscontrabile in altri movimenti e partiti:una notevole  apertura al dialogo coinvolgendo tutti ma proprio tutti! Questa è la democrazia:il resto sono solo chiacchiere e noia.

Vincenzo Grassano

“In Santa Giulia serve il presidio fisso interforze”


Bene ogni intervento sporadico (come quello dell’ultimo weekend di febbraio, peraltro arrivato dopo un mese nel quale in zona era successo letteralmente di tutto), ma solo una presenza costante delle Forze dell’Ordine può garantire risultati duraturi. Evitare malamovida e assembramenti è questione di rispetto del riposo dei residenti, di contrasto all’emergenza pandemica e di sicurezza (vedi cocci di bottiglia a terra e scarsità di vie di fuga in caso di emergenza).



Ribadiamo la nostra soddisfazione per l’importante intervento con gruppi interforze, in Santa Giulia, l’ultimo weekend di febbraio; restiamo altrettanto convinti che solo una presenza fissa delle Forze dell’Ordine possa garantire, in zona, risultati duraturi. L’intervento di dieci giorni fa è arrivato dopo settimane di assoluta mancanza di controllo, nelle quali è successo letteralmente di tutto.

A Torino non possono e non devono esserci terre di nessuno. I residenti di Vanchiglia hanno diritto al riposo, è fondamentale evitare occasioni di possibile contagio, in caso di emergenza la presenza di vetri rotti a terra e la scarsità di vie di fuga potrebbero creare situazioni di assoluto pericolo.

Dal punto di vista della pulizia, chiedo maggiore attenzione soprattutto per quanto riguarda il tratto pedonale delle Cancellate in via Balbo, con pavimentazione in moquette che, prima o poi, dovremo deciderci a sostituire.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Nuovo ospedale Asl TO5, le proposte di +Europa

L’Assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, ha richiesto ulteriori approfondimenti alla ASLTO5 circa il luogo ove collocare il nuovo ospedale Unico dell’Azienda Sanitaria Locale che va da Nichelino a Pino d’Asti, da Castelnuovo Don Bosco a Chieri E Carmagnola.

Un territorio molto esteso e densamente popolato (olre 320mila abitanti) che oggi può contare su ospedali vecchi e non efficienti collocati a Chieri, Moncalieri e Carmagnola e senza le specializzazioni necessarie alle esigenze di una sanità moderna ed efficace.

Nel corso degli ultimi 5 anni la Regione, in accordo con l’Asl, ha fatto effettuare indagini e ricerche per individuare le aree più adatte, indicando una serie di parametri tecnici assai precisi che vanno dalla qualità dell’area agli aspetti di contesto urbano (esposizione, qualità del suolo, qualità urbana dell’intorno, etc.); l’area deve essere baricentrica, con valutazioni sia in rapporto alla dislocazione sul territorio degli utenti sia ai tempi necessari per raggiungere l’area. L’area deve avere facilità di accesso che dovrà essere garantita a tutti i cittadini del territorio di riferimento con una pluralità tipologica di accessi, sia di carattere infrastrutturale, sia con sistemi alternativi, anche attraverso la previsione del servizio di eli-soccorso. La Regione poi richiede che l’area debba avere una rete infrastrutturale e di sotto servizi già esistente e strutturata o che richieda minimi investimenti per la sua integrazione; è fondamentale poi che vi siano servizi di traporto pubblico nelle immediate vicinanze e che non vi siano problemi in relazione ai vincoli di carattere idrogeologico e ambientale.

“Sulla baricentricità i tecnici della Regione hanno appurato che le aree compatibili dovevano trovarsi tra Trofarello e Santena, ricomprendendo al centro il comune di Cambiano; inspiegabilmente sono invece stati privilegiati i terreni addossati alla zona industriale della Sanda Vadò di Moncalieri” sostengono Marco Cavaletto coordinatore di PiùEuropa Torino ed Igor Boni presidente di Radicali italiani.

Ma la questione più importante riguarda l’assetto idrogeologico dell’area. Con una perizia commissionata al Politecnico di Torino l’area individuata (collocata nelle immediate vicinanze della zona industriale Sanda Vadò) sono emerse alcune criticità che non assicurano la Regione sulla validità della scelta effettuata tempo addietro dalla stessa Regione Piemonte.

Infatti, il Politecnico afferma che realizzare l’ospedale in quell’area è possibile ma con incremento di costi per la presenza di falde idriche nel sottosuolo, misurate a non più di 5 metri. La stessa  perizia del Politecnico non esclude la possibilità di costruire in quella zona un ospedale delle dimensioni e caratteristiche stabilite dalla Regione; ciò nonostante, la costruzione  dovrà avere fondazioni molto profonde per evitare che le acque possano incidere sulla stabilità dell’edificio; sarà necessario configgere nel terreno pali di fondazione in numero cospicuo e a una profondità di almeno 30 metri per rendere stabile tutta la struttura; il Politecnico non parla di costi di costruzione ma si può facilmente stimare che una fondazione di questo genere incida significativamente sul costo di costruzione delle fondamenta.

In ogni caso la Regione sta ripensando a una nuova collocazione; sono passati almeno 10 anni da quando si parla del nuovo ospedale che dovrebbe soddisfare la domanda di un nuovo nosocomio in grado di sostituire i tre ospedali di Moncalieri, Carmagnola e Chieri, che dovrebbero mantenere una loro funzione di presidio ospedaliero di base.

“La Regione nella scelta della collocazione di un ospedale non può ignorare la presenza di alternative già individuate dagli studi della stessa sotto il profilo urbanistico, non può ignorare il Piano Territoriale di Coordinamento approvato dal Consiglio Regionale il 21/07/2011 (al fine di evitare nuova impermeabilizzazione di suolo) che non consente l’utilizzazione di aree agricole di particolare pregio e fertilità, se esistono altre possibilità di localizzazione”. “I sindaci della ASLTO5 si riuniscano e diano indicazioni precise alla Regione su dove costruire il nuovo ospedale – concludono Boni e Cavaletto – anche allo scopo di evitare che le risorse finanziarie accantonate (fondi INAIL e fondi regionali a cui dovranno aggiungersi risorse finanziarie di privati) vengano indirizzate verso altri territori”.