POLITICA- Pagina 405

Donne di Torino Quasi Invisibili

Caro direttore, le donne di Torino devono ancora fare molta strada per essere riconosciute e considerate per ciò che meritano. Questo non è solo un problema dei nostri giorni, ma nella Storia la visibilità delle donne torinesi non ha brillato.

In questo incontro impariamo a conoscere meglio importanti donne torinesi a partire dalla toponomastica cittadina e scopriamo il progetto Torino Città per le Donne.

Quante strade di Torino sono intitolate a donne? E quante statue di donne possiamo incontrare passeggiando per la città? A partire da queste considerazioni facciamo un viaggio con domande e risposte per conoscere meglio alcune donne torinesi che hanno dato contributi molto importanti alla città e al mondo.

L’incontro online sarà trasmesso in diretta:

Insieme a Chantal Balbo e Giovanna Giordano, autrici di “Esageruma – Un sogno per Torino“, interverranno:

Per rendere l’incontro più vivace giocheremo con quiz a risposta multipla alla scoperta di fatti storici curiosità. Scopriremo quante strade di Torino sono intitolate a personaggi femminili, quali donne si celano dietro a nomi che non rendono loro onore e vedremo che fine hanno fatto le Madame Reali nella toponomastica cittadina.

Giachino: “Perché mi candido Sindaco di Torino”

di Mino GIACHINO

 

L’Economia di Torino si è fermata da oltre 10 anni e pertanto risente molto di più delle gravi ferite dovute ai tanti Lockdown e a Ristori molto al di sotto delle necessità.  

 

Nel commercio, tra le partite IVA, i professionisti, il mondo della ristorazione, del turismo e delle palestre si è perso oltre il 50% del fatturato. In questi ultimi dieci anni molti non hanno fatto la loro parte, molti grandi manager hanno pensato più a se stessi che agli interessi di Torino.
Molte aziende se ne sono andate e i Sindaci non sono stati capaci di trattenerle. Più aumentavano gli stipendi dei grandi manager,  più aumentavano le quotazioni di Borsa delle aziende e più aumentavano le difficoltà del lavoro, degli occupati a tempo parziale, dei pensionati con la minima etc.etc.
Il nuovo Sindaco dovrà avere una sensibilità che lo metta in grado di rendersi conto delle difficoltà delle piccole aziende, delle partite IVA , della metà della Città che sta male e non scambi le piste ciclabili con gli interventi a favore dello sviluppo della Città unico modo per iniziare a curare le ferite economiche e sociali.
Se guardiamo lo stato economico e sociale di Torino con gli occhi del Medico dobbiamo rilevare che io sono stato il primo a denunciare nel 2008  la crescita inferiore alla media nazionale , ma chi governava la Città si giro dall’altra parte.
Così la malattia di Torino, cioè la sua minore crescita economica, è stata capita troppo tardi e non si sono prese le contromisure. Se mi ascoltavano nel 2008 si poteva  accelerare la costruzione della TAV, della Linea 2 della Metropolitana, si sarebbe dovuto fermare il trasferimento della Direzione  della Telecom, della Fiat, dell’Oreal etc.etc.
Oggi dopo la vendita a Peugeot della Fiat le decisioni sugli stabilimenti torinesi e italiani vengono prese in Francia. Torino , cioè, non ha più tutto il destino nelle sue mani.
Che i partiti, in particolare quelli che hanno amministrato la Città negli ultimi 20 anni non si siano accorti del declino e non abbiano preso le contromisure lo si vede dal fatto che le uniche novità di questi anni arrivano dalla cosiddetta Società Civile.
Nel 2013 io lanciai l’idea e lavorai insieme ad alcuni parlamentari per portare a Torino la Autorità dei Trasporti con duecento posti di lavoro a tempo indeterminato. Attorno alla Autority dei trasporti c’è un giro di affari indotto dall’arrivo a Torino di tutte le imprese di trasporto e dei loro esperti per far valere le loro ragioni.
Nel 2018 lanciai le manifestazioni per difendere la TAV insieme alle imprese e alle madamin. Come ha riconosciuto Salvini a maggio 2019 , in un comizio a Settimo, “se si farà la TAV lo si deve soprattutto a Giachino”.
Nel 2020 per merito della iniziativa di Don Luca Peyron Torino ha avuto la promessa da Giuseppi di avere il Centro per la Intelligenza Artificiale.
Negli ultimi mesi l’ignavia del governo giallorosso ha tenuto fermi per quasi 2 anni i lavori della TAV e ha rischiato di farci perdere il Centro per la Intelligenza artificiale. Questo dimostra che non basta conoscere i problemi  ma occorre anche avere la competenza e la capacità di governo per passare dalle parole ai fatti.
Rispetto a tutti i Candidati Sindaci sono l’unico ad avere avuto la esperienza di stare al Governo del Paese. Con quella esperienza avrei chiesto a Giuseppi di inserire nella Legge di Bilancio dello Stato il finanziamento del Centro della Intelligenza artificiale. Così mi sarei incatenato alla porta del Ministro Demicheli (PD) pur di sbloccare il progetto della tratta italiana della TAV, così come dopo la visita alla FIAT insieme a Giuseppi avrei preteso che nel Bilancio dello Stato fossero stanziati più fondi per la rottamazione delle vecchie auto. In Francia hanno stanziato 8 miliardi, Giuseppi che piace tanto alle Donne, neanche 500 milioni.
Candidarsi a Sindaco di una Città in crisi come TORINO e’ il servizio più bello anche se il più impegnativo  per il futuro della Città e dei suoi Cittadini.
Lo faccio perché non vedo Candidati alla altezza dei grandi Sindaci che hanno rilanciato Torino dopo la perdita della Capitale nel 1864 e dopo la seconda Guerra Mondiale.
Per Torino ho fatto cose importanti e quindi sono più credibile nel promettere  alla Città la ripartenza della economia e del Lavoro, sia quello dipendente che quello autonomo di cui il governo giallorosso si è assolutamente dimenticato.
Nessuno mi condiziona,  non il Sistema Torino, non i Salotti che peraltro sono meno sensibili della regina Antonietta.
Come sono stati usati i soldi delle Fondazioni Bancarie se la Città è sempre più povera e noi dobbiamo contare sulla Assistenza della Caritas, del Cottolengo, del Sermig , della Comunità di S. Egidio etc.etc.
Per la Assistenza come per il ruolo di Vice Sindaco penso a una Donna. Tutti saranno chiamati a fare di più per far ripartire la economia e il lavoro. Chi ha avuto tutto e tanto da Torino deve fare la sua parte, non limitarsi a giocare in borsa o a puntare su qualche START-up.
Rilancerò le Fiere che qualcuno ha abbandonato, riporterò a Torino il Salone dell’auto , rilancerò turismo e commercio,  rilancerò l’aeroporto .
Non prometto cose irrealizzabili ma le cose che servono davvero. Più sicurezza mentre Torino oggi rischia di perdere ben due Commissariati.
Per la Movida e per la pulizia di strade e dei nostri magnifici porti penso a una Donna come Assessore .
Lavorerò insieme fin da subito al Sindaco di Genova, un caro amico, al Sindaco di Lione e a quello di Milano per mettere insieme le eccellenze e a trovare le sinergie economiche e sociali .  L’area economica che unisce queste 4 Città vale più di 600 miliardi di euro e ha potenzialità nella ricerca, nei servizi e nella manifattura che la porrà ai primi posti e potrà candidarsi a diventare la Silicon Valley d’Europa.
Ho scritto queste prime cose non tanto  per  evitare che vengano copiate ma perché ognuno possa attribuirne la responsabilità a chi sa di cosa ha bisogno Torino per ripartire con più lavoro dipendente e autonomo.
Sarò lieto di leggere i commenti e i suggerimenti,
Mino Giachino 
Candidato Sindaco di Torino 
Appoggiato dalle Liste
-SITAV SILAVORO 
-Lista SGARBI

Volt si candida alle comunali di Torino

 Volt Torino incontra volontari e simpatizzanti online 

Torino – Volt, il Partito Paneuropeo, incontra simpatizzanti e curiosi in diretta FB il 27 maggio  alle ore 21.00 (https://meet.google.com/exs-chfi-aoa) per raccontarsi e condividere il suo programma per Torino

 

Volt conferma la propria candidatura alle prossime elezioni comunali a Torino e programma una serie di incontri online e nelle piazze per per parlare con le cittadine e i cittadini delle necessità della città e di come intende realizzarle. Si potranno conoscere le nostre proposte e discuterle insieme.

Nei prossimi giorni Volt comunicherà gli appuntamenti per i banchetti per la raccolta delle firme.

Altre informazioni:

https://volttorino.org/

https://www.instagram.com/volttorino/?hl=en

https://www.facebook.com/VoltTorino

Programma Elettorale per Torino 2021

Fondi alluvione in ritardo, Lega: “Aspettiamo i soldi da Roma”

“Il governo Conte bis è responsabile dei ritardi, ora c’è stata l’accelerazione di Draghi grazie al pressing della Lega che coinvolgerà anche i suoi parlamentari: sembra che ci siamo quasi, ma tutto dipende sempre da Roma.

L’assessore competente Gabusi mi ha riferito che entro una decina di giorni i 77 milioni delle somme urgenze dovrebbero arrivare sulla contabilità speciale della Regione. Una volta lì, nel volgere di poco li erogheremo”. Lo dichiara il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni, facendo nuovamente il punto della situazione sugli stanziamenti statali relativi all’alluvione dell’ottobre 2020. E nel corso dell’ultima seduta a Palazzo Lascaris è stato approvato un ordine del giorno, primo firmatario lo stesso Preioni, che “impegna la giunta e gli assessori competenti a farsi portavoce presso il governo affinché siano stanziate ulteriori risorse sufficienti e necessarie alla copertura dei danni, con particolare riferimento a quelli subiti dai privati e dalle imprese”.

“Il danno del Piemonte in relazione alla calamità naturale che è stata riconosciuta per le alluvioni del 2019 e del 2020 – dice Preioni – ammonta complessivamente a un miliardo e 350 milioni di euro per infrastrutture, aziende e privati. Vale ricordare che il compito della Regione, pienamente assolto nei tempi e nei modi, è stato quello di raggruppare i vari dati che i Comuni avevano raccolto dai loro cittadini e dalle imprese e stimare poi i danni, sia delle somme urgenze per la ricostruzione sia dei rimborsi. Il presidente Cirio è commissario straordinario con poteri ordinari e senza portafogli, per cui il ruolo dell’amministrazione piemontese è finito lì: chi deve mettere le risorse in occasioni di emergenze come queste è il governo. Ad oggi – continua Preioni – lo Stato ha messo 15 milioni di euro per le somme urgenze, pari al poco più dello 0,10 per cento dei danni complessivi che si sono verificati. All’epoca il Conte bis ci aveva assicurato che entro marzo ci avrebbero dato i 77 milioni delle somme urgenze, in realtà ne ha stanziati solo 100 per tutto il Paese. Oltre a ciò servono 200 milioni di euro per il piano di ricostruzione e 700 per i danni a privati e aziende. Dovrebbero arrivare anche questi e ricordo poi che i Comuni piemontesi colpiti dall’alluvione del 2019, Alessandria in particolare, stanno ancora aspettando 100 milioni. Cirio e Gabusi – prosegue Preioni – hanno scritto una lettera al premier e ai parlamentari del territorio perché è indispensabile che a Roma rimpinguino in maniera importante – con centinaia di milioni di euro – il capitolo delle calamità naturali-Protezione civile. Senza questo passaggio non sarà possibile dare risposte concrete a cittadini e imprese, ma è logico che non si possa più aspettare e per questo il presidente Cirio e l’assessore Gabusi sono intervenuti, per far sì che i tempi siano accorciati”.

Nella nota Preioni sottolinea come “8,5 milioni di euro siano stati messi dalla Regione per l’alluvione 2020 in relazione agli 88 casi di danni strutturali alla prima casa. Soldi aggiuntivi erogati per nostra buona volontà, mentre per quanto riguarda i 7 casi delle famiglie che in tutto il Piemonte la casa l’hanno persa in maniera purtroppo definitiva, è stato stimato che servono 2,5 milioni di euro di risarcimenti. Nei loro confronti è stato deciso che si interverrà con un altro bando ad hoc, così come per auto, moto, bici, elettrodomestici, mobili che hanno subito danni. Chi oggi vuol far credere il contrario di quanto ho ricostruito, dati alla mano, lo fa in cattiva fede. Al posto di pontificare da Roma e sollevare inutili polveroni mediatici, invitiamo il deputato Pd Enrico Borghi a mettersi a collaborare per il bene del territorio. Se esiste del pressapochismo quello abita nella Capitale e non certo tra le stanze di palazzo Lascaris, dove da buoni piemontesi siamo abituati a rimboccarci le maniche e a lavorare a testa bassa. Io, il gruppo Lega e i parlamentari leghisti dei nostri territori – conclude Preioni – proseguiamo a Torino e a Roma il nostro impegno per il territorio e, dopo aver consegnato al Vco la legge sui canoni idrici, la nostra attenzione va ora alla riorganizzazione dell’assetto sanitario provinciale”.

Catanzaro (Pd): ” Personale dimezzato in Circoscrizione 1″

«Il Comune preveda nuove assunzioni per garantire i servizi ai cittadini»

E’ stata approvata l’interpellanza del consigliere Pd, Angelo Catanzaro, in merito al calo del personale in Circoscrizione 1. «Quasi il 60% dei dipendenti è andato in pensione e la sindaca Appendino non ha previsto nuove assunzioni – spiega Catanzaro -, con i pensionamenti il numero di persone negli uffici tecnici e amministrativi (cantieri, verde, patrimonio, suolo pubblico e ausiliari del traffico) si è più che dimezzato e di conseguenza la mole di lavoro è aumentata. La “decrescita” non accenna a diminuire neppure quest’anno: andranno in pensione altre tre persone che non verranno sostituite. Nelle settimane passate la sindaca ha comunicato che saranno assunte molte persone con competenze tecniche. Auspico che l’amministrazione prenda al più presto provvedimenti per colmare le gravi carenze di personale circoscrizionale e preveda entro l’anno nuove assunzioni in ambito tecnico e amministrativo».

Embraco, Grimaldi (LUV): Serve un’alternativa se non si troverà investitore privato

“La proroga degli ammortizzatori, ora confermata, è di sicuro una buona notizia, ma significherà solo temporeggiare se non sarà finalizzata alla rioccupazione e quindi alla realizzazione del progetto Italcomp.

Ora il Governo sembrerebbe disposto ad aumentare l’investimento pubblico del 70%, tuttavia il Ministro Giorgetti continua a ripetere che l’investitore privato per il restante 30% non si trova. Che cosa si pensa di fare? Serve un’alternativa credibile, in grado di mettere in sicurezza i lavoratori di Riva di Chieri e Belluno” -è la dichiarazione del Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

Il ruolo delle donne nei comuni

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Sembra che in ottobre ci sarà uno scontro tutto al maschile nelle elezioni amministrative  per la scelta dei sindaci delle grandi città 

Il maschilismo sta tornando proprio in un contesto in cui alcune donne occupano posti di grande responsabilità e la proposta di legge Zan divide, non senza ragioni, il fronte femminista storico. Si sta dimenticando che le donne sono la maggioranza del Paese e devono avere il riconoscimento sancito dall’articolo 3 della Costituzione. La decrescita anagrafica e la denatalità che condannano l’Italia ad una marginalità destinata ad aumentare, dovrebbero imporre all’attenziome il ruolo femminile che è l’unica prospettiva di futuro per un Paese in declino. Almeno questa constatazione elementare dovrebbe essere compresa da tutti, anche i più grossolani.
Andrebbero potenziati i diritti delle donne alla maternità che assume una chiarissima funzione sociale. Asili nido, assistenze sociali di ogni genere dovrebbero garantire alle donne di avere figli e di avere una famiglia come prevede la Costituzione.
Invece poco si fa in questa direzione, ma nel campo politico vige addirittura la calma piatta. Salvo alcuni esempi mirabili nell’area metropolitana come Moncalieri dove ci sono donne eccezionali come Laura Pompeo che potrebbero aspirare a ben altri ruoli, la politica si avvita nel maschilismo più inconcludente, fondato su personalismi che allontanano i cittadini dalla politica. Appare ridicolo che a fare da donna di scorta del centro – sinistra sia un’oscura esponente dei Moderati. A destra finora non ci sono donne di rilievo impegnate in modo adeguato. C’è una consigliera figlia di un politico saltafossi che telefona alle persone, annunciandosi come futura assessora, una prospettiva deludente che indurrebbe a non votare quello schieramento che pure ha un candidato sindaco di valore come Damilano. È  mai possibile che nel centro – destra e nel centro – sinistra non ci siano candidate di valore? Io non sono così pessimista. Occorre reagire.

Buona Destra: “Siamo l’alternativa”

Caro direttore, iniziano ad essere pubblicati i primi sondaggi riguardanti le intenzioni di voto per le prossime Amministrative di Torino. Sondaggi da cui traspare la sempre più evidente deriva populista in cui potrebbe nuovamente ricadere la nostra Città.

 

Nel centrodestra dominano i partiti sovranisti, con la lista civica di connotazione liberale del candidato sindaco Damilano, schiacciata dalla supremazia di Lega e FDI. Sul fronte opposto appare sempre più necessario un accordo con chi in questi ultimi 5 anni ha amministrato in modo approssimativo e dannoso il nostro Comune, con un’alleanza che sarà fatta al primo o al secondo turno e che causerebbe la permanenza dei populisti grillini al timone di Torino.

Una polarizzazione politica che porta quasi il 50% dei torinesi a dichiararsi ancora oggi indecisi, in difficoltà a scegliere tra un’alleanza con i populisti che hanno guidato l’ultima Giunta con pessimi risultati o un fronte di destra a chiara trazione estremista.

All’interno di questo quadro incerto sembrano non riuscire a giocare un ruolo decisivo le forze liberali e riformiste, sparite poco a poco dallo scenario politico, che a causa della propria mancanza di coraggio rischiano così di non dare alcun contributo al futuro della città.

Torino è la Capitale del pensiero liberale ed in un frangente così incerto, con il rischio che altri 5 anni di populismo possano non far altro che peggiorare ulteriormente il contesto socio economico della nostra Città, le forze di quest’area non possono non vedere la situazione che si è venuta a creare e non possono perdere l’occasione di recitare un ruolo da protagonisti nella corsa elettorale ormai prossima per incidere sulle scelte riguardanti il futuro di Torino.

Come Buona Destra vogliamo farci promotori della creazione di un’alternativa reale, tangibile e concreta ai due schieramenti filo populisti che si stanno spartendo il futuro della Città, richiamando tutte le forze politiche e sociali ad una presa di coscienza e ad una decisione che possa ridare fiato ed ossigeno alle politiche territoriali, riportando Torino a recitare un ruolo da protagonista nel futuro del Paese.

Un’area liberale che si presenti alle prossime elezioni in modo compatto, con un programma ricco di proposte concrete e condivise e con personalità in grado di dare, con coerenza e credibilità, un’accelerata alla ripresa della nostra Città.

Per il futuro di Torino servono idee, responsabilità, concretezza doti che i populisti di qualsiasi colore hanno già dimostrato a più riprese di non possedere e che solo un fronte liberale compatto e coeso può assicurare. Serve coraggio da parte di tutti coloro che tengono e credono nel futuro della nostra Città, un coraggio da dimostrare ora per non doversi poi ritrovare a lamentarsi sterilmente dei danni provocati da chi guiderà Torino per i prossimi 5 anni.

I torinesi non possono più aspettare logiche di spartizione degli incarichi, baruffe da cortile e pavidità nell’affrontare il proprio ruolo rappresentativo, ai nostri concittadini bisogna offrire un’alternativa valida in grado di rappresentarne le istanze.

Le forze politiche e sociali di quest’area possono e devono trovare la giusta sintesi per offrire questa alternativa alla Città. Buona Destra sta portando avanti questo progetto da tempo e stiamo parlando con diverse realtà di quest’area, tutte concordi nel sottolineare la necessità di una proposta diversa, di una terza via lontana da qualsiasi populismo.

Ora è necessario trovare il coraggio di affrontare l’ultimo passo: creare un’alternativa per Torino.

 

Claudio Desirò

Coordinatore Regionale Buona Destra Piemonte

Valle (Pd): infermieri da eroi a dimenticati

Oggi con un minuto di silenzio gli infermieri in piazza castello hanno ricordato le oltre 11.000 vittime piemontesi di covid e lo stato precario della sanità piemontese.

Il personale infermieristico ha vissuto sulla propria pelle le carenze organizzative della sanità piemontese e vive tuttora una grave deficit di assunzioni, a fronte delle progressive aperture di nuove sale e reparti c.d. Arcuri. Si consideri che ora, alle attività ordinarie in ripresa e al periodo delle ferie, si affiancano le attività covid e quelle legate ai vaccini.

Risulta che in occasione dello stress test sui vaccini il sistema piemontese abbia raggiunto la quota assegnata solo grazie alla sospensione di buona parte dell’attività chirurgica e delle attività ambulatoriali e diagnostiche (e consideriamo che ci si sta ancora attrezzando per riprendere le attività ordinarie). Un espediente per recuperare personale che si può utilizzare una volta, ma non può diventare strutturale.

Rimane senza prospettive chiare la riapertura del Valentino almeno come centro vaccinale. Ora gli infermieri dell’ASL che garantivano l’assistenza ai medici militari allo Stadium, sono stati spostati al Lingotto. Se per aprire il Valentino si sposteranno nuovamente infermieri e personale – i primi sondaggi risultano già in corso – dal Lingotto al Valentino, non avremo implementato di nulla nostra capacità. In compenso saremmo arrivati alla terza inaugurazione di fila.

A oggi, rispetto alle dosi ricevute, il Piemonte è DODICESIMO per somministrazioni (88,9%), sotto la media nazionale. Rispetto alla popolazione, i dati Gimbe collocano il Piemonte diciassettesimo fra le regioni, considerando prime somministrazioni e cicli completati.

Un dato che colloca la nostra regione sotto la metà classifica per capacità, ma che apre a preoccupazioni in vista dell’allargamento della campagna. Quando avremo più dosi, riusciremo a tenere il ritmo? Continueremo a spostare infermieri e medici di qua e di là, coprendo il buco del giorno, senza una vera politica assunzionale?

Daniele Valle – Coordinatore del Gruppo di lavoro Covid

 

Transizione energetica, Avetta (Pd): “Dare sostanza al Recovery plan”

 “IL 30 GIUGNO SI SVOLGERANNO GLI STATI GENERALI”

Alberto Avetta (Pd): “Un’importante occasione per riempire di contenuti il documento predisposto dalla Giunta sul Recovery Plan e per rendere protagonisti i territori

 

«Finalmente una buona notizia: l’assessore Matteo Marnati, rispondendo in Aula ad un mio Question Time, ha annunciato che il 30 giugno si svolgeranno gli Stati Generali della transizione energetica, con la partecipazione del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Il mio auspicio è che non si risolva tutto in una scontata passerella ma si sfrutti questo importante evento per rendere protagonisti i nostri territori, per fare il punto sulle numerose iniziative delle aziende che oggi investono su questo settore, e per dare sostanza al documento predisposto dalla Giunta sul Recovery Plan, che necessita di essere riempito di contenuti concreti. L’appuntamento di fine giusto deve servire proprio a questo». Lo afferma il Consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd),  in occasione della discussione a Palazzo Lascaris del Question Time con cui si chiedeva alla Giunta regionale quando si sarebbero convocati gli Stati Generali della transizione energetica. «Il Piemonte ha previsto nei prossimi anni un grande investimento infrastrutturale per migliorare l’efficienza energetica, puntando sull’indipendenza della produzione e sulle fonti di energia rinnovabile, come solare ed idroelettrico, senza trascurare l’utilizzo di nuove soluzioni tecnologiche con l’intento di tutelare l’ambiente. In Piemonte l’energia prodotta da fonti rinnovabili nel 2020 ha subito un incremento del 13,3% rispetto al 2015 e raggiungerà il 26,2% entro il 2030. L’adozione di politiche ecosostenibili ridurrà le emissioni di 494 tonnellate entro il 2030. L’efficientamento energetico, grazie alla sostituzione degli impianti di illuminazione e di produzione di calore, inciderà per il 6,2%, con una riduzione dell’impiego di combustibili fossili calcolata in 653 tonnellate nel 2020 e 1.960 tonnellate entro il 2030. La nostra Regione deve attuare la Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico e la Strategia d’azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile, attraverso azioni capaci di incidere sia sulle cause sia sugli effetti del cambiamento climatico. Gli Stati Generali, pertanto, devono essere l’occasione per dare concretezza a questi importati propositi».