POLITICA- Pagina 363

Fratoianni in Piemonte per le Comunali

Riceviamo e pubblichiamo i comunicati stampa e i taccuini elettorali delle forze politiche, delle liste e dei candidati alle elezioni comunali: scrivere a redazioneweb@iltorinese.it

On. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana)   sabato 25 settembre  Novara, Pinerolo, Rivalta, Nichelino, Torino

Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni sarà  sabato 25 settembre in Piemonte per una serie di iniziative pubbliche.

Dalle ore 10.30 sarà a Novara presso il Mercato Coperto (Viale Dante Alighieri) , per sostenere la lista di Novara in Comune. Per l’occasione si raccoglieranno anche le firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa Popolare “Next generation tax”, per un fisco più equo e progressivo. Alle ore 12.30 pranzo di sostegno alla lista e presentazione dei candidati, presso il Circolo Operaio Agricolo Bicocca (via Sforzesca 99).

Quindi  a  Pinerolo alle  ore 16 al Teatro del Lavoro in Via Chiappero 12, dove verrà presentata la lista di Pinerolo in Comune che sostiene la  candidatura di Silvia Lorenzino a sindaca.
A Rivalta (Torino) alle ore 18 al Bicigrill Parco Nigra (via Piossasco 81) a sostegno della lista “InSIeme con Muro”.
E poi Nichelino alle ore 19, aperitivo a sostegno della lista “Nichelino in Comune” al circolo Primo Maggio in via S. Francesco 56.
Infine a Torino al Cap 10100 (Corso Moncalieri 18) alle ore 21: “Andrà tutto bene se tutto cambierà: il lavoro e la giustizia sociale dopo la pandemia”. Giuseppe Provenzano (vice segretario nazionale del PD) dialoga con Nicola Fratoianni (Segretario di Sinistra Italiana) intervistati da Rosa Fioravante, Anita Marafioti e Alessandra Quarta.

 
Fratoianni domenica 26 settembre sarà in Campania e lunedi 27 settembre in Calabria
Lo rende noto l’ufficio stampa di SI 

Verri chiede una regia pubblica per le fondazioni culturali

 Una regia pubblica per dare efficacia al lavoro cruciale che le Fondazioni fanno nella cultura a Torino. Una regia necessaria per rilanciare il ruolo internazionale della città dopo il decennio di stanca seguito al boom olimpico del decennio 1997-2007.

Una riforma nelle corde del centrosinistra, perchè il candidato del centrodestra Paolo Damilano ne avrebbe I titoli, ma sconta di avere alle spalle una coalizione che chiuderebbe la città all’innovazione. E’ l’asse principale del lungo colloquio concesso alla ‘Dire’ da Paolo Verri, manager culturale, direttore del Salone del libro di Torino dal ’93 al ’97, direttore generale e tra i principali artefici di Matera 2019 capitale della cultura. Oggi è candidato al Consiglio comunale di Torino nella lista civica ‘Torino Domani’ che sostiene Stefano Lo Russo.
Non si può parlare di cultura a Torino senza parlare di fondazioni. “Ci sono fondazioni di tipo diversissimo- specifica Verri-. Le fondazioni di origine bancaria hanno svolto un grandissimo ruolo di supplenza prima e di protagonista poi. Ci sono le fondazioni culturali specifiche e fondazioni che nascono da parte dei privati per mettere a sistema depositi, redditi e passioni di un certo tipo”. Tuttavia, “in questi ultimi anni è mancata totalmente una regia. Credo che tra i primi compiti della prossima amministrazione ci sarà quello di chiamare tutte queste fondazioni, fare un punto della situazione su quali sono le attività che hanno svolto fino ad ora e concertare quelle del futuro. Prendiamo, per esempio, la programmazione della Compagnia di San Paolo per i prossimi 5 anni: è un programma interessantissimo, ma non deve essere semplicemente concepito come qualcosa che i soggetti culturali studiano per avere dei fondi, deve essere condiviso dal punto di vista socio-culturale”.

Insomma, mancando “una regia pubblica forte, sia a livello comunale che regionale”, succede che “ciascuno va anche molto bene per conto suo, ma la città non si riconosce”. E quindi “per quanto queste cose funzionino non si sente più quell’orgoglio che c’era dieci anni fa. Perché? Perchè non c’è una vera condivisione, non c’è un luogo in cui tutti insieme si presenta cosa si vuole fare e dal quale si esce con un menù condiviso, che tutti conoscono”.
La proposta forte di Verri sulle fondazioni impatta sul lungo e faticoso dibattito sulla cultura come nuova grande vocazione di Torino. “E io credo che abbia funzionato benissimo per circa
dieci anni”, dice Verri. “La cultura ha avuto uno sviluppo enorme tra il 1997 e il 2007. Per arrivare al 2008, l’anno in cui la città era diventata la prima capitale mondiale del design, battendo la concorrenza perfino di Milano”. E poi? “Diversi fattori concreti. Come la crisi economica del 2008 ha acuito il debito provocato dalle infrastrutture parallele alle Olimpiadi.
Il debito della città non è dovuto alle Olimpiadi, ma alla scelta di trasformare la città in maniera potente in quella occasione. E poi la decisione di seguire un modello produttivo automobilistico datato”. Così, prosegue Verri, “C’è stato un momento di stop tra il 2009 e il 2019. Oggi è il momento di ripartire con un’idea di cultura molto diversa”.

Che dire di quanto fatto dall’amministrazione uscente? “Purtroppo, nell’ultimo quinquennio, ci si è messi in testa che tutta una serie di azioni che erano state avviate nei primi anni 2000 non andavano bene. Poi però verso la fine le posizioni si sono ribaltate: con l’appellarsi ai grandi eventi come unico modo per parlare ai cittadini e renderli soddisfatti di vivere in città. La legislatura Appendino si è aperta con un no secco a un certo modello olimpico e si è conclusa con un sì deciso alle Atp Finals come momento di visibilità della città”.
Quanto alle elezioni imminenti, Verri è in una lista che appoggia Lo Russo, ma Paolo Damilano viene dalla presidenza della Film Commission, una istituzione culturale con una buona fama. Non potrebbe essere l’uomo giusto per occuparsi di cultura?
“Penso che tutti e due i candidati principali abbiano un’ottima conoscenza di quale sia la programmazione culturale che in questo momento c’è in città. Ma credo che la compagine guidata da Stefano Lo Russo abbia le idee un po’ più chiare di come gestirla, perché ha delle competenze amministrative molto più forti e molto più specifiche”.

Ma soprattutto Lo Russo ha dalla sua parte “una tradizione di soggetti e di persone con una forte capacità di innovare. Dove innovare significa anche essere aperti alle nuove suggestioni del mondo. Questa innovazione deve passare soprattutto da una presenza di cittadini italiani di seconda e di terza generazione che devono essere più protagonisti”.
Dall’altra parte, fatta salva “la stima che ho per Paolo Damilano”, invece “la compagine che lui rappresenta dal punto di vista politico, specialmente a livello nazionale, porta avanti una forma di chiusura al futuro”. Insomma, sintetizza, “Dal punto di vista culturale i due candidati sono in una certa misura entrambi preparati, ma gli schieramenti di cui fanno parte fa sì che uno uno sia aperto e inclusivo e l’altro tenda alla chiusura e a un ulteriore ripiegamento della città su se stessa”. Mentre, aggiunge, “noi dobbiamo mettere in moto un meccanismo per avere più cittadini nuovi possibile. Perché abbiamo una città che sta invecchiando rapidamente e quindi dobbiamo fare produzioni e contenuti culturali adatti a questi nuovi giovani che arriveranno dal resto del mondo. Dobbiamo far sì che Torino sia leader di una
visione nuova della società. E che la cultura sia un modello fondante di questo nuovo modello sociale”.

La Torino che immagina Verri deve “far partecipare più gente giovane possibile. E creare un palinsesto più comprensibile e più fruibile. Le iniziative piccole o piccolissime sono state tante, ma trovo che spesso ci fosse più attenzione a chi voleva produrre che al pubblico. Siamo ancora a dei modelli culturali tradizionali e non c’è stato un significativo cambiamento. A livello internazionale negli ultimi dieci anni si sono viste delle trasformazioni nei modelli
culturali, mentre Torino è rimasta un po’ ferma”.
Ma quali sarebbero gli interventi prioritari in fatto di politica culturale? Verri dice di “mettere nell’agenda della dieta culturale anche il tema della scienza e dell’innovazione tecnologica”. E poi soprattutto “lavorare in maniera diffusa e non concentrare gli eventi culturali in pochi posti tradizionali. Bisogna, come nell’esperienza recente che ho fatto a Matera, co-creare insieme ai cittadini. Che divengano protagonisti di contenuti insieme agli artisti, agli scienziati, agli operatori dei media”.

L’obbiettivo è “che i cittadini possano usare meglio il patrimonio culturale della città per capire che vivere a Torino è una condizione di vantaggio competitive rispetto ad altre città non soltanto italiane, ma del mondo. Tutti devono essere in condizione di partecipare ad attività che facciano riflettere sul perché si sta al mondo, dove sta andando il mondo e che ruolo ciascuno di noi ha dentro esso. Queste cose le dice soltanto la cultura, per questo non deve essere più un settore separato ma permeare tutta la vita pubblica”.
E, aggiunge il manager culturale, “deve essere anche la base per trovare nuovi posti di lavoro, perché non si ha lavoro senza una base di conoscenza molto forte”. Verri fa un esempio: “Io adesso sono fuori dalla Tech Week alle Ogr. Chi non ha tutta una serie di competenze entra dentro questo spazio meraviglioso, dove si presenta il meglio di quello che sarà il lavoro del futuro, e non capisce niente, perchè non ha le basi culturali. Il nostro compito è dare più cultura diffusa e varia, non soltanto umanistica”.

«Agenzia DIRE»

Ma è ritornata la classe dirigente?

Che la qualità e la credibilità della classe dirigente politica sia un tema ricorrente nel dibattito pubblico nel nostro paese non è affatto una novità.

Ormai siamo abituati, soprattutto dopo
l’irruzione del partito populista per eccellenza, cioè i 5 stelle, ad una classe dirigente improvvisata,
casuale e fantasiosa. Caratterizzata, com’è del tutto evidente, da un vigoroso e massiccio
trasformismo politico ed opportunismo parlamentare. Non stupisce, al riguardo, il cambiamento
radicale delle alleanze da parte del partito di Conte e di Grillo. Se registrato ciò che è capitato
dopo all’interno di quel partito tutto diventa possibile. Mi viene sempre in mente, di fronte al
rinnegamento politico totale di ciò che hanno detto, scritto, urlato e sbraitato in tutta Italia per
oltre 15 anni i 5 stelle, la battuta di Carlo Donat-Cattin pronunciata riservatamente molti anni fa
durante un congresso della Dc – certo, quando esistevano ancora i partiti e la politica – contro
alcuni avversari interni al suo partito. E cioè, diceva il vecchio Donat, “questi sono capaci,
capacissimi, capaci di tutto”. Ricordo questa battuta parlando dei 5 stelle per dire che continuare
a parlare, oggi, di qualità e di credibilità della classe dirigente è difficile se non addirittura quasi
impossibile.

Ma, al di là dei 5 stelle e di ciò che rappresentano e che, purtroppo, continuano a rappresentare
nella politica italiana, quello che amareggia – e che stupisce alquanto – è registrare la persistente
debolezza della classe dirigente anche in visita dell’ormai prossimo voto amministrativo. Senza
alcuna polemica di natura politica o, peggio ancora, personale, ciò che capita sotto i nostri occhi
a Roma e a Milano – cioè nelle due città più importanti del nostro paese – è francamente
stucchevole. Da restare “basiti”, per dirla con Verdone. Ma non solo a Roma e a Milano. Candidati
a Sindaco che minacciano di ritirarsi, che rinunciano quasi a parlare in pubblico, che delegano ai
capi partito l’eventuale e potenziale risultato positivo, che sono radicalmente privi di qualsivoglia
curriculum politico, culturale ed amministrativo. Candidati che, insomma, continuano sulla scia
della povertà e della sostanziale irrilevanza della qualità di una classe dirigente.

Ora, che questo turno amministrativo, seppur importante per il numero degli elettori e per
l’importanza delle città che si recheranno al voto, sia funzionale quasi esclusivamente per pesare
gli equilibri interni dei due schieramenti in vista delle prossime elezioni politiche è fuor di dubbio.
Ma, e lo possiamo anche dire ad alta voce, è triste e penoso continuare ad assistere ad uno
spettacolo indecente e al limite del grottesco sulla qualità e sulla caratura delle candidature a
Sindaco da un lato e sulla incidenza concreta, politica ed amministrativa, che potranno avere in
vista del concreto governo delle città dall’altro. Perchè è perfettamente inutile continuare a
discutere, accapigliarsi, polemizzare e sentenziare sulla pochezza della classe dirigente politica
nel nostro paese e poi prendere atto, amaramente, che il comportamento dei capi partito va in
tutt’altra direzione quando si tratta di scegliere le persone e i vari candidati. Una dissociazione
radicale che fa male alla politica, alla democrazia e alle stesse istituzioni democratiche. A
cominciare dalla guida politica dei grandi comuni italiani.

Giorgio Merlo

Radicali italiani: “Da Meloni a Comba boia chi non molla”

Riceviamo e pubblichiamo i comunicati stampa e i taccuini elettorali delle forze politiche, delle liste e dei candidati alle elezioni comunali: scrivere a redazioneweb@iltorinese.it

In occasione del comizio di Giorgia Meloni a Torino De Grazia e Viale (Lista Civica Lo Russo Sindaco) commentano: la “Marine Le Pen all’amatriciana” si presenterà sul palco con un assessore regionale filo Putin e un portavoce regionale filo Lukashenko. E’ questo il modello di “Torino Europea” del centrodestra?

Patrizia De Grazia e Silvio Viale (esponenti di Radicali Italiani e di +Europa, candidati nella “Lista Civica Lo Russo Sindaco”):
Giorgia Meloni aspira del tutto legittimamente alla leadership del centrodestra e alla poltrona di Palazzo Chigi, presentandosi come la leader di una destra moderna, fortemente ancorata all’Europa delle nazioni.
Giorgia Meloni si presenterà questa sera sul palco, in Piazza Castello (dove, tra l’altro, campeggiavano già ieri sera manifesti elettorali chiaramente abusivi), con accanto questi due signori:
– Maurizio Marrone, assessore regionale, promotore con altri nel 2014 della fantomatica rappresentanza diplomatica torinese della Repubblica popolare del Donetsk; nel 2017 la trasmissione televisiva “NEMO” riprende Marrone (allora consigliere regionale) nel Donbass ucraino occupato dai secessionisti filorussi, mentre è premiato da rappresentanti di partiti europei di estrema destra per la sua opera indefessa a sostegno dei secessionisti. A quell’evento è presente pure Andrea Palmeri, fascista dichiarato, condannato in via definitiva in contumacia a due anni e 8 mesi per il pestaggio di un cittadino a Lucca e ricercato dalla Procura di Genova per il reato di reclutamento di mercenari e di combattimento in un conflitto armato estero.
– Fabrizio Comba, portavoce regionale di FdI, console onorario bielorusso in Piemonte dal 2016; Comba non ha mai espresso pubblicamente la benchè minima critica nei confronti dell’ultima dittatura rimasta in Europa, quella di Alexander Lukasheno, che si è sbarazzato dell’opposizione democratica o incarcerandola o costringendola all’esilio. Il 17 settembre 2020 il Parlamento Europeo votò una risoluzione in cui non si riconosceva più Lukashenko come presidente della Bielorussia bensì Svetlana Tsikhanovskaya, la più votata nelle elezioni di agosto, poi annullate dal regime. In quell’occasione, I deputati europei di Fratelli d’Italia votarono a favore della risoluzione (a differenza dei deputati leghisti). Allora chiedemmo pubblicamente a Fabrizio Comba di dimettersi dalla carica di console onorario; tale richiesta è stata poi reiterata dalle associazioni bielorusse in Italia a tutti i consoli onorari bielorussi esistenti in Italia. Da Comba nessuna risposta.
Se vincerà Paolo Damilano, se vincerà il centrodestra, saranno Marrone e Comba a dominare il Consiglio Comunale assieme alla Lega. Elettore avvisato, mezzo salvato.

Elisabetta Trenta a Torino per Italia dei valori

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Domenica 26 Settembre 2021, alle ore 18,30, nel Ristorante Madonna del Pilone, in via Michelotti 102/A a Torino si terrà un incontro  a cui parteciperanno l’ex Ministro della difesa Elisabetta Trenta, l’onorevole Piera Aiello, il vice segretario Regionale dell’Italia  dei Valori Fiorenzo Cincotti, il candidato sindaco Stefano Lo Russo gli estensori della Lista civica Lo Russo Sindaco, Mario Giaccone e Pino De Michele e i candidati al comune nella lista Civica Lo Russo Sindaco, Antonino Lo Grasso  e Rosalia Marini e i candidati alle circoscrizioni. Durante l’evento saranno trattate varie tematiche di lavoro, sicurezza e legalità, che contraddistinguono sia la lista che il partito.

Campagna elettorale fiacca, mentre Barriera boccheggia

La Grandi Motori è ancora lì.  Metà giù e le erbacce crescono. Doveva sorgere l’ennesimo supermercato. Ma da alcuni anni tutto fermo. Forse un po’  colpa del Covid. Sicuramente una città ferma da decenni. Con le olimpiadi del 2006 , oramai un lontano ricordo. Se si fanno 200 metri si arriva in via Baltea angolo corso Vercelli.  La vera Barriera.  Oltre il Dazio di piazza Crispi. Poi se entri alla Drogheria ti si apre un mondo di multietinicita’. La fanno da padrone le donne. Musulmane come italiane.  Grandi pacche sulle spalle e tanti sorrisi. Parlano i volti, persino il velo in testa non è poi  così brutto. E qui dentro anche la campagna elettorale è lontana. In verità ci è venuto anche Letta. E poi Bersani.  Mica noccioline.  Eppure 4 gatti.  E tutti addetti ai lavori. Ergo candidati a qualcosa. Niente da dire, campagna elettorale fiacca. In fondo non c’è alternativa. Social, social social. Ed eccoli i tanto vituperati  sondaggi. A Torino il Pd al 31 % . Buona cosa, per il pd ovviamente. Ma Lo Russo al 38%, il 7% diviso tra 5 liste. Ognuno al 1 % e poco più. Patetici.
Ed i cinquestelle? Dal 23 di 5 anni fa se raggiungono il 10 % accendono un cero alla Madonna. Gli rimane l’ultima carta al secondo turno. Anche Lo Russo accetta miracoli. Insomma, per evitare una figuraccia il pd si affida a Gualtieri per Roma. Poi arrivano in città i leader nazionali e qualcosina in più arriva nelle piazze.  E un’altra cosa che dobbiamo dirci.  Tanti e tanti indecisi. Sbaglierò ma alla fine poco cambierà . Nessun pentastellato al ballottaggio. Scritto nel loro destino “cinico e baro”. Intanto Barriera continua a boccheggiare.  Vedremo chi saranno i Presidenti di Quartiere. Non che contino molto. Si capisce però quali sono gli orientamenti politici del popolo. E lì non c è il ballottaggio. La vedo dura per il centro sinistra.  Nelle strade di Barriera situazione fori controllo. Spacciatori in ogni dove.  Ma non solo.  In molti palazzi le spese condominiali non si pagano più. Dunque niente ascensore e riscaldamento autonomo. Altro che piccole cose di pessimo gusto. Qui c’è solo pessimo gusto. Precisamente c’è solo disperazione. Difficile governare. Eppure a qualcuno tocca.  Continuo a essere pessimista sperando che qualcosa cambi.  Piazza Crispi è sempre lì. Non c’è piu la Grandi Motori. Ci volevano costruire un supermercato. Per ora non c’è nulla.  Solo simbolo di un degrado che continua da troppi decenni.  Cara Barriera sei stanca.  E noi siamo stanchi di vederti stanca.  Unica cosa che possiamo ancora dire: speriamo. In fondo non costa nulla.

Patrizio Tosetto

“Angelo d’Orsi: una candidatura in crescendo”

Riceviamo e pubblichiamo

La sfilza di autorevoli, prestigiosi sostenitori alla candidatura di Angelo d’Orsi a sindaco di Torino, tra questi quelli di Ken Loach, Alessandro Barbero, Citto Maselli, Ascanio Celestini, ci riempie di orgoglio.

Non poteva esserci migliore conferma del valore della candidatura che abbiamo proposto tra lo stupore iniziale di tanti osservatori e commentatori a cui torna più comodo parlare della fine piuttosto che della ricostruzione della sinistra. E invece la sinistra, quella che non si omologa e non si arrende allo stato delle cose, continua ad esserci, nonostante le non poche difficoltà, nonostante l’oscuramento mediatico riservato a coloro che non rientrano nella cerchia del potere. Una sinistra presente nei luoghi di lavoro e di studio, nei luoghi della sofferenza e del conflitto sociale, nei movimenti di cambiamento e, visto che parliamo di amministrative, una sinistra in campo con candidature e adesioni da fare invidia.

Sia chiaro, tutto ciò non sarebbe stato possibile senza una convergenza delle forze di alternativa. Noi abbiamo lavorato in prima persona come Rifondazione Comunista e Sinistra in Comune per questo, abbiamo agito da coagulo convinti come siamo che questa sia la strada per tornare a essere promotori del cambiamento. A prescindere dal risultato elettorale – risultato che auspichiamo essere buono – abbiamo imbastito una operazione unitaria che tornerà utile per contrastare ogni forma di settarismo e autoreferenzialità. Intanto, anche per gli organi di informazione mainstream, è diventato difficile nascondere del tutto la portata della operazione messa in campo con la candidatura di Angelo d’Orsi.

Per mesi non c’è stato alcun confronto effettivo di idee, programmi, candidati. Tutto lo spazio è stato dato agli schieramenti di governo. Un modo per escludere dalla rappresentanza quelle forze politiche e quei gruppi sociali poco proni al potere. Tra questi gli operai, i precari, i poveri, i migranti, i piccoli autonomi, al maschile o al femminile. Ora lo schema, in una certa misura, si è rotto. Grazie a tutt@ quelli che si sono adoperati per dare risalto alla candidatura di un “intellettuale organico” al movimento operaio e di sinistra, una candidatura di rilievo nazionale e internazionale. Un grazie grande a Gastone Cottino, partigiano, giurista insigne, compagno carissimo che per primo si è speso per sostenere una candidatura controcorrente nel mondo un po’ rassegnato e un po’ opportunista di buona parte dell’intellettualità torinese. La costruzione di un’altra storia per Torino è possibile oltre che necessaria. Buon lavoro e auguri di buone cose a tutti quelli che hanno scelto o stanno pensando di non stare alla finestra.

Ezio Locatelli, segretario provinciale Rifondazione Comunista di Torino     

Damilano fa lo sportivo

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Una città più sportiva, dove tutti i torinesi abbiano la possibilità di fare sport, sin da bambini, coinvolti in un sistema inclusivo, educativo ed in quanto tale prezioso. Una città capace di attrarre grandi eventi sportivi e di generare valore su tutti quelli già in programma.

 

E’ così che Damilano vorrebbe la sua Torino Bellissima, raccontata ieri mattina al Circolo della Stampa insieme all’Assessore allo sport della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca, Manuela Savini e Pierlucio Firrao. Presenti numerosi enti di promozione sportiva, le federazioni sportive e gli addetti del settore, fondamentali per porre le basi per una collaborazione di valore legata allo sport.

Progetti ma anche proposte concrete nella visione di Torino Bellissima, in un programma che è stato realizzato grazie al prezioso contributo di molte persone che in questi mesi hanno affiancato Paolo Damilano.

Tra di loro Pierlucio Firrao, per tutti Pilu, un vero e proprio esperto di giovani, di eventi e di sport che proprio questa mattina al Circolo della Stampa ha spiegato come per Torino Bellissima lo sport sia un fattore di aggregazione importantissimo, capace di trainare Torino nel futuro.

“Creare una connessione fra gli attori dello sport e il Comune. Dobbiamo partire di qui – ha detto Pilu – Incentivare lo sport tra i giovani. Vogliamo che i bambini inciampino nello sport nei parchi e che tutti abbiano la possibilità di avvicinarsi allo sport. Il modello è quello americano dei Playground, poco costoso, facile da installare ma in proiezione capace di moltiplicare i benefici dell’investimento. Per esperienza conosco il valore positivo dell’aggregazione. Concretamente abbiamo pensato di lavorare sui parchi, partendo dalla segnaletica per la corsa fino all’individuazione di aree da trasformare in playground con canestri, porte da calcio…”

Non possono mancare i grandi eventi nel programma di Torino Bellissima. “Avremo la fortuna -– ha proseguito Pilu – di avere grandi manifestazioni a Torino nei prossimi anni. Una sfida che vogliamo trasformare in opportunità, attraendo turisti e investimenti.  La nostra intenzione è di creare tantissimi eventi off che possano affiancare gli eventi sul modello del Fuorisalone di Milano e di rappresentare un’attrattiva forte”.

Paolo Damilano ha poi chiuso lanciando i campionati di atletica per le circoscrizioni, una vera festa dello sport che coinvolge i quartieri e gente di ogni età, sul modello di altre città nel mondo e recuperando le esperienze che le varie circoscrizioni hanno già iniziato in questi anni. “Bambini e ragazzi sono coloro ai quali ci concentreremo di più – ha dichiarato Damilano – collaborando con le ADS e con le scuole”.

Ricca: “Rinnovare concessioni scadute” 

Sul palco accanto a lui l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca, nuovamente candidato in Comune tra i capolista della Lega. “Lo sport – ha spiegato l’esponente del Carroccio – non è della politica. Lo sport è di chi lo pratica, dei dirigenti sportivi: noi siamo al servizio, dando linee guida“.

Il mio obiettivo di base – ha aggiunto – è togliere i bimbi dai divani e metterli in una struttura dove possono imparare ad abbattere delle barriere“. Tra le priorità di Ricca la revisione dei criteri per l’assegnazione degli impianti sportivi comunali.

Al momento – ha chiarito il candidato della Lega – ci sono tante strutture fuori dalle concessioni da due/tre anni: questo vuol dire che non possono accedere ai fondi regionali, neanche per la semplice messa in sicurezza. Prima di arrivare al nuovo regolamento, è fondamentale andare a prorogare le concessioni scadute. Per gli eventi sportivi bisogna lavorare poi perché creino “scarico a terra” per la città, non siano cioè solo relegati al palazzetto ma coinvolgano anche il tessuto economico e commerciale circostante“.

Manuela Savini, candidata nella lista Torino Bellissima, da sportiva agonista ha parlato dicendo che lo sport non è solo la parte agonistica, ma è anche e soprattutto benessere, attività fisica amatoriale etc e parlando dei parchi ha citato i modelli americani dove ogni parco ha più playground per ogni sport, dando la giusta importanza all’attività fisica.

 

Credit foto: Mario Sofia

Il Tavolo Animali & Ambiente apre uno “sportello” per i candidati

Il Tavolo Animali & Ambiente apre uno “sportello” online per discutere della tutela degli animali e dell’ambiente con i candidati consiglieri alle elezioni amministrative di Torino

Le Associazioni ambientaliste e animaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, LIPU, OIPA, PRO NATURA e SOS GAIA, costituenti il Tavolo Animali & Ambiente, hanno deciso di aprire uno “sportello” online per discutere le loro idee in merito alla tutela degli animali e dell’ambiente con i candidati consiglieri di tutte le forze politiche in vista delle elezioni amministrative di Torino, ottobre 2021.
Questo spazio sarà dedicato alla discussione del documento programmatico dal titolo “La Città che sogniamo” che il Tavolo ha presentato ai Candidati alla carica di Sindaco nella conferenza stampa che si è tenuta il 16 settembre scorso sotto i Portici di Piazza Statuto 15, Torino.
Il primo appuntamento online è fissato per giovedì 23 settembre dalle 17 alle 19.
Il Tavolo, come promesso fin dal primo momento della presentazione del proprio documento, continuerà a tenere informati gli elettori su quanto sarà recepito e quanto sarà rigettato, della propria proposta programmatica, sia dalle liste che dai singoli candidati.
Il documento programmatico del Tavolo e il filmato della conferenza stampa sono consultabili sul sito:
www.animaliambiente.it

 

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Rosalba Nattero
Presidente SOS Gaia

Lieve malore per il candidato Damilano

La campagna elettorale di Torino si ferma per un giorno.

Un lieve malore causato da stress ha convinto, su ordine del medico, il candidato sindaco del Centrodestra Paolo Damilano a disdire gli impegni di oggi.

Auguri a Damilano dagli avversari politici  Sganga e Lo Russo, aspiranti sindaci di M5S e centrosinistra.