POLITICA- Pagina 3

Tramonta la cultura della concertazione?

LO SCENARIO POLITICO Di Giorgio Merlo

La cultura della concertazione ha rappresentato, negli anni, una delle migliori stagioni politiche e sindacali. La concertazione, del resto, si può solo declinare quando c’è una schietta cultura di governo sia da parte delle forze politiche – di qualsiasi schieramento siano ma soprattutto quando sono al timone del paese – e sia anche da parte delle organizzazioni sindacali e datoriali. Ma, come da copione, la concertazione non ha affatto cittadinanza quando prevalgono categorie politico e culturali antitetiche alla cifra riformista, di governo e autenticamente democratica.
Per entrare nello specifico, la cultura della concertazione – che ha sempre trovato nella Cisl e nelle forze politiche riformiste i protagonisti decisivi e storici – non è compatibile con alcune categorie che, purtroppo, caratterizzano molti partiti e sindacati contemporanei. Ovvero, il massimalismo, il radicalismo, il populismo e l’estremismo sono semplicemente esterni ed estranei a qualsiasi cultura e prassi riconducibile alla concertazione. Eppure ancora oggi ricordiamo il valore e la funzione della concertazione nell’affrontare e nel risolvere i maggiori problemi legati alla questione sociale e alla politica dello sviluppo e della crescita da parte di molti esecutivi del passato. È di tutta evidenza, quindi, che se prevale la sub cultura del massimalismo e del fondamentalismo qualsiasi ipotesi di concertazione, di accordo e di costruzione di progetti condivisi è destinata ad essere sacrificata sull’altare degli egoismi di partito.
Ed è per queste ragioni, semplici ma essenziali, che oggi la concertazione tra le parti sociali è impraticabile. E questo per il comportamento concreto nonchè legittimo, ma oggettivo, di alcune forze politiche. Ovverro, il massimalismo del Pd, il radicalismo del trio Fratoianni/Bonelli/Salis e il populismo dei 5 stelle da un lato e l’estremismo del nuovo corso della Cgil dall’altro sono inciampi invalicabili per costruire insieme una strategia concertativa. E, al riguardo, la strategia dello storico sindacato rosso, con l’aggiunta servile della Uil, è perfettamente coerente e in sintonia con la rottura sistematica di qualsiasi accordo o dialogo con il Governo. Al di là del profilo, dell’identità e del programma del Governo di turno. Quando, cioè, prevale da parte sindacale il pregiudizio politico, la pregiudiziale ideologica e la concreta opposizione a qualsiasi ipotesi di accordo tra le parti sociali – emblematico proclamare lo sciopero generale prima ancora di avviare un confronto concreto e di merito con il Governo – l’epilogo non può che sfociare nella contrapposizione frontale e, speriamo di no, anche nella violenza di piazza. E questo perchè quando si invoca la “rivolta sociale”, come quotidianamente ormai ripete il capo della Cgil, tutto diventa possibile e qualsiasi modalità per contrastare le scelte del Governo diventa legittima. E non è il caso di scomodare sociologi o politologi per arrivare alla banale conclusione che siamo in una stagione dove prevale la contrapposizione ideologica e la perenne volontà di trasformare l’avversario politico in un nemico da abbattere e da criminalizzare. Sotto il profilo politico, culturale, morale e programmatico.
Ecco perchè, al di là di ciò che dice il sindacato rosso, abbiamo ancora tremendamente bisogno di non disperdere la cultura della concertazione che era, è e sarà l’unica via concreta ed efficace per evitare che il nostro paese ripercorra quelle strade che abbiamo tristemente conosciuto in un passato meno recente. Ed è anche per queste ragioni che la cultura democratica non deve recedere da questo postulato. Il radicalismo, il massimalismo e l’estremismo non sono mai stati ricette di governo. Ma solo e sempre strumenti di propaganda dove il motto ‘tanto peggio tanto meglio’ era la stella polare da perseguire.

Violenze a Torino, Nallo (Iv): “ferma condanna e solidarietà alle forze dell’ordine”

“Quanto è accaduto oggi a Torino è da condannare con fermezza”. Così Vittoria Nallo, consigliera regionale di Italia Viva in Piemonte, a proposito degli scontri avvenuti durante un corteo studentesco. “La violenza non è mai ammissibile, tanto più quando è rivolta a chi tutti i giorni mette a rischio la propria incolumità per garantire la sicurezza dei cittadini. Solidarietà alle forze dell’ordine e in particolare agli agenti che sono rimasti feriti. Il diritto di manifestare il dissenso è e sarà sempre legittimo, ma non può essere utilizzato come pretesto per giustificare azioni violente e gravi come quelle di Torino”.

Regione, Bussalino: “Autonomia rispetta i principi costituzionali”

Autonomia differenziata, il commento dell’assessore della Regione Piemonte, Enrico Bussalino.

 

“La decisione della Corte Costituzionale conferma che la legge sull’autonomia differenziata rispetta i principi costituzionali, riconoscendo la validità di un percorso che abbiamo sostenuto con convinzione per valorizzare le specificità dei territori. La Corte ha sottolineato che l’autonomia differenziata deve essere funzionale al miglioramento dell’efficienza dei servizi pubblici, all’assicurazione di una maggiore responsabilità politica e a una risposta più adeguata alle attese e ai bisogni dei cittadini.
Proprio su questi punti, come Regione Piemonte, intendiamo concentrarci, per offrire servizi sempre più vicini alle esigenze della nostra comunità. Attendiamo ora le motivazioni della sentenza, continuando comunque il dialogo costruttivo con il governo e con le altre regioni, per un’autonomia che porti benefici concreti a tutto il Paese”.

Ponte Preti, Odg di Bartoli presentato in tempi record

Messa in sicurezza dei ponti piemontesi: necessario tutelare i fondi assegnati per interventi strategici 

L’INTERVENTO ✍️

In qualità di Consigliere regionale del Piemonte e Presidente della V Commissione Ambiente, ho presentato un ordine del giorno per richiedere un impegno concreto della Giunta e del Presidente regionale affinché le risorse destinate alla messa in sicurezza dei ponti piemontesi, e in particolare del Ponte Preti sulla SP 565, non vengano revocate a causa di ritardi burocratici.

Il recente decreto-legge del 29 giugno 2024, n. 89, convertito con modificazioni nella legge dell’8 agosto 2024, ha prorogato al 31 dicembre 2024 il termine per l’aggiudicazione dei lavori relativi alla sicurezza e alla ricostruzione dei ponti sul bacino del Po. Tuttavia, preoccupano le notizie che riportano come alcune amministrazioni, fra cui la Città Metropolitana di Torino, rischino di non rispettare tale scadenza, mettendo a rischio circa 66 milioni di euro destinati a infrastrutture cruciali. Tra queste, il Ponte Preti di Strambinello, unico collegamento tra Ivrea e il Canavese occidentale, rappresenta un’infrastruttura strategica per la viabilità, l’accesso all’autostrada e a servizi essenziali come ospedali e tribunali.

Le manifestazioni dei sindaci e delle comunità locali evidenziano l’urgenza di interventi su questo ponte, il cui mancato adeguamento causerebbe pesanti ripercussioni sia logistiche che ambientali, dovute all’incremento del traffico su vie alternative, all’usura delle infrastrutture e all’aumento delle emissioni inquinanti. La revoca dei fondi statali avrebbe conseguenze gravi per la sicurezza, la mobilità e la sostenibilità ambientale, penalizzando un territorio già duramente colpito dai ritardi burocratici.

Per questo motivo, il mio ordine del giorno impegna il Presidente e la Giunta regionale a:

Effettuare una ricognizione sullo stato della progettazione per gli interventi già finanziati in Piemonte, con particolare attenzione al Ponte Preti;

Attivarsi presso il Governo nazionale per chiedere, ove necessario, un’ulteriore proroga utile all’aggiudicazione e alla realizzazione dei lavori infrastrutturali;

Sostenere, in ogni sede opportuna, l’urgenza di un intervento su questa infrastruttura strategica per scongiurare gravi disagi ai cittadini e un impatto ambientale negativo derivante dal dirottamento del traffico su percorsi alternativi.

Confido che la Regione si faccia portavoce di queste istanze presso il Governo nazionale, nell’interesse delle comunità piemontesi e dell’intero sistema economico e ambientale del nostro territorio.

Sergio Bartoli

Consigliere regionale e Presidente della V Commissione Ambiente

Ponte Preti, Avetta (Pd): “I fondi non siano revocati”

l consigliere regionale Alberto Avetta (Pd) presente alla manifestazione degli amministratori del Canavese a difesa del finanziamento per il nuovo Ponte Preti.

Tanti i Sindaci e gli amministratori del Canavese che quest’oggi si sono ritrovati al Ponte Preti di Strambinello, tra Castellamonte e Ivrea, per difendere lo stanziamento di 19,5 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ponte. «Si tratta di un investimento fondamentale per il territorio ma le risorse stanziate nel 2019 dal ministro Paola De Micheli ora sono a rischio di revoca. Il decreto legge varato dal governo Meloni a giugno e convertito nella legge n. 120 del 8 agosto scorso fissa al 31 dicembre 2024 il termine entro il quale aggiudicare gli interventi infrastrutturali finanziati, pena la revoca dei fondi». Lo afferma il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta, presente quest’oggi accanto ai primi cittadini di Ivrea e dell’Eporediese, insieme alle forze sindacali e a tanti cittadini. «Se il ministro Salvini togliesse questi soldi sarebbe un’amara beffa. La progettazione della variante al Ponte Preti è stata affidata alla Città Metropolitana di Torino, poi la nuova infrastruttura verrà trasferita per competenza ad ANAS, ma è evidente a tutti che è impossibile rispettare il termine tecnico fissato al dicembre prossimo. La revoca delle risorse costituirebbe un danno enorme per il Canavese e per tutta la Città Metropolitana. Rischiano infatti di essere cancellati tanti altri interventi urgenti e attesi da tempo: il ponte di Borgo Revel a Verolengo, quello tra Cirié e Robassonero e tra Settimo Torinese e Castiglione, nonché i ponti di proprietà Anas di Romano Canavese e Settimo Vittone. Bisogna agire uniti, affinché queste risorse siano non solo mantenute ma aumentate per garantire la necessaria copertura dei maggiori costi. Si parla tanto di sviluppo e di attrattività per le nostre imprese: questo è il momento di dimostrare con i fatti che le infrastrutture sono indispensabili per fare sviluppo locale. Mi auguro che tutti, anche le imprese canavesane e le loro rappresentanze, si facciano sentire. È il momento di fare fronte comune tra tutte le forze politiche, insieme a chi ha a cuore lo sviluppo ed il futuro del Canavese».

Minacce a Tajani, Fi: “Ecco gli squadristi rossi”

“Ecco gli squadristi rossi in azione anche a Torino. I veri fascisti sono questi sedicenti comunisti di Torino che minacciano Tajani e i nostri giovani e quelli di Bologna che si scagliano contro il premier Meloni e il ministro Bernini. Quel ‘facciamoli spaventare’ su fondo rosso ricorda tristemente le Br che continuano a vivere come ideale e punto di arrivo in parti consistenti della sinistra. In questo quadro il Pd torinese ha chiare responsabilità visto che continua a legittimare questi estremisti dialogandoci insieme come nel caso di Askatasuna, tentando un’opera di camuffamento. Non esiste dialogo con queste persone che non sono altro che terroristi. Tajani ha sempre tenuto posizioni equilibrate sulla situazione nella Striscia di Gaza, sostenendo senza sosta il popolo palestinese senza peró mai confonderlo con Hamas. Queste minacce non ci faranno arretrare  di un passo, sempre dalla parte della pace e contro il terrorismo” ad affermarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana rispettivamente Segretario Provinciale e Cittadino di Forza Italia a Torino.

Ruffino (Azione): “Più medici o più poliziotti per la sicurezza degli ospedali”

“Gli atti di violenza sempre più frequenti nei Pronto Soccorso e le aggressioni contro il personale sanitario sono già ampiamente sanzionati nel codice penale. Il provvedimento licenziato oggi dalla Camera è costruito, come molti provvedimenti analoghi, in un’ottica di semplice deterrenza. Non una riga è stata dedicata alla prevenzione che verrebbe, per fare un esempio, dal ripristino del posto di Ps in tutti gli ospedali. Il semplice inasprimento delle pene non impedirà di dar vita a rave party, o ai parenti di un paziente di distruggere la sala del Pronto soccorso. Forse che negli Stati Uniti, dove in molti Stati c’è la pena di morte, non ci sono stragi quotidiane nelle scuole o nelle piazze? O aumenta il numero dei medici e degli infermieri oppure vanno potenziati i posti di Polizia negli ospedali. La sola deterrenza è fumo negli occhi e niente altro”. Così l’on. Daniela Ruffino (Azione).

Torino capitale dell’innovazione, Lista Cirio: un territorio che non si arrende

Torino capitale europea dell’innovazione è un riconoscimento che testimonia il valore di un territorio che non si arrende, un territorio che sa innovare se stesso e da qui partire per generare innovazione tecnologica. E’ un premio, quello della Commissione Europea, che racconta di una città che sa presentarsi al meglio nel corso dei grandi eventi, mostrando la qualità delle sue Università, il valore delle proprie aziende, al punto da diventare un centro nevralgico dell’industria aerospaziale e delle missioni scientifiche internazionali, ma anche la caratteristica tutta sabauda di non cedere alle difficoltà, per esempio di quello che era il settore nevralgico della sua industria, l’automotive, per individuare sempre nuovi campi di eccellenza.

Il riconoscimento è anche la testimonianza che il lavoro comune delle istituzioni rivolto al bene del territorio, al di là della propria appartenenza, alla fine porta grandi risultati. E’ anche uno sprone per tutti gli attori a utilizzare al meglio le opportunità che la Regione Piemonte mette a disposizione in numerosi campi, dall’automotive alla ricerca, per essere volano di sviluppo non solo per la città ma per l’intera regione.

Torino, da capitale dell’innovazione sociale a capitale dell’innovazione anche tecnologica, con l’auspicio che la capacità di identificare nuove soluzioni tecnologiche, nuovi mercati e nuovi prodotti, ritorni nuovamente ad impattare sullo sviluppo sociale, portando miglioramenti a tutti i cittadini.

Silvio Magliano, Capogruppo

Sergio Bartoli

Mario Salvatore Castello

Elena Rocchi

Daniele Sobrero

Scuola, Ricca (Lega): “Giù le mani dalle scuole paritarie”

“Lega respinge i tagli chiesti dai compagni di Salis”

“Le scuole paritarie ancora una volta nel mirino dei compagni di Ilaria Salis. Dopo anni di tagli indiscriminati agli istituti che rappresentano una delle colonne portanti dell’istruzione piemontese, durante la discussione della variazione di bilancio la sinistra ha chiesto di azzerare i fondi per queste scuole.
Come Lega, ma soprattutto come cittadini responsabili che hanno a cuore il futuro dei nostri ragazzi, siamo e saremo sempre al fianco delle scuole paritarie!”. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega.