POLITICA- Pagina 23

Avs, fine vita: “La Regione resta ferma”

Con una interrogazione urgente, viste le richieste giunte alla AslTo4 e all’Asl città di Torino, abbiamo chiesto, ancora una volta, all’assessore Riboldi quando finalmente sarà in grado di dotare la Regione Piemonte delle linee guida sul suicidio medicalmente assistito. La risposta è stata la stessa di mesi fa: le linee guida sono necessarie ma ancora non ci sono e non c’è una data nemmeno per riprendere un dibattito che questa destra al governo della Regione ha voluto bruscamente interrompere dopo le 11.438 firme raccolte per la legge delle di iniziativa popolare sul fine vita “liberi subito”.

Continuano a trincerarsi dietro l’assenza di una normativa nazionale sul tema, scusa che però da dopo l’esempio della legge regionale approvata in Toscana non regge più ed intanto che aspettiamo il governo le Asl restano senza disposizioni e si devono organizzare autonomamente per rispondere alle richieste. Ovviamente in assenza di linee guida non si avrà uniformità territoriale, non sarà garantita certezza giuridica e nemmeno tempestività per tutelare un diritto riconosciuto dalla Corte costituzionale con la sentenza 242/2019 (caso Cappato). Evidentemente tutelare i diritti delle persone, quelle più fragili in questo caso, non è in cima alle priorità di questa destra regionale che ha posizioni contrastanti sul tema e allora sceglie di non decidere fregandosene delle conseguenze sulla vita delle persone. Continueremo questa battaglia di civiltà dentro e fuori le Istituzioni, convinte che i e le piemontesi meritino decisamente di più in termini di tutela di diritti riconosciuti.

Valentina Cera

Alice Ravinale

Centrosinistra, +Europa Torino: “Né Roma né l’Appendino decidono la linea politica“

“Serve coraggio riformista”
Alla Festa dell’Unità di Torino il PD ha scelto di non invitare +Europa. Visti i toni emersi, forse è stato un bene: se il futuro del centrosinistra deve dipendere da chiamate da Roma o dai veti dell’Appendino, allora c’è un problema politico serio. Spiace il silenzio delle altre forze centriste e riformiste di accettare di fatto questo stato di cose.
Cinque anni fa, anche grazie all’area radicale e a +Europa, le primarie portarono alla candidatura e alla vittoria di Lo Russo. Oggi, invece, il centrosinistra appare confuso, senza una proposta riformista forte, e i sondaggi lo confermano.
L’eccessiva subordinazione al M5S sta danneggiando la coalizione. Persino la segretaria Schlein, parlando della guerra in Ucraina alla Festa del Fatto Quotidiano, ha definito “opinione” l’invasione russa: un errore grave. La politica non può piegarsi a narrazioni ambigue. Serve chiarezza, visione e coraggio riformista.
Andrea Turi, Coordinatore di +Europa Torino
Marco Cavaletto, Presidente di +Europa Torino

Ue, Ruffino (Az): “Meloni sbaglia e ha ragione insieme”

L’on. Daniela Ruffino (Azione): “Il lessico è importante, nel quadro di grave tensione internazionale è decisivo e diventa micidiale come un’arma. A maggior ragione lo è nel discorso pubblico sempre più arroventato in Italia. La presidente Meloni ha ragioni da vendere quando rimprovera a una certa sinistra di avere con cinismo minimizzato se non esultato per l’assassinio di Kirk. Bene. Poi le chiedo: ora, vogliamo uscirne? Vogliamo fermare la macchina della propaganda proprio per rispettare la morte di Charlie Kirk? Le politiche dell’Unione europea sulla transizione green sono state sbagliate e deboli e dannose quelle sull’immigrazione irregolare. Si può dire così invece che dire, come Meloni dice, “mettiamo fine alla Ue ideologica della sinistra?”. Perché quelle politiche hanno avuto l’avallo del Ppe e dei liberali, forze non esattamente ideologiche.
Credo, e sono convinta, che un diverso approccio lessicale ai problemi sia la chiave di volta per far scendere la febbre nel discorso pubblico. Meloni rivendica, del tutto legittimamente, di voler cambiare le politiche dell’Unione e anch’io ritengo necessaria una svolta sui dossier importanti. Ma non serve una svolta “contro” qualcuno, serve una svolta “per” fare cose migliori e più utili per l’Europa e i cittadini europei”.

Festa PD, Zangrillo: “dialogo e confronto le basi della democrazia”

«Ho partecipato alla Festa del PD di Torino perché credo che il dialogo e il confronto siano le basi della nostra democrazia» dichiara il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, segretario di Forza Italia in Piemonte, che prosegue: «ascoltare e discutere è il modo migliore per rafforzare la buona politica. Purtroppo, durante l’evento, sono stato insultato. È grave che un partito che si definisce democratico usi linguaggi violenti e ostili verso chi ha opinioni diverse. Fischi, insulti e toni duri non hanno nulla a che fare con il confronto civile.

Solo pochi giorni fa in Aula la senatrice del M5S Maiorino ha definito il ministro Tajani “influencer prezzolato”, e in America il giovane Kirk è stato ucciso per aver espresso le proprie idee. Di fronte a questo clima avvelenato, il rispetto e il dialogo sono principi indiscutibili della nostra convivenza civile.

Abbassiamo i toni. Rispettiamo le idee altrui. Facciamo politica con responsabilità» conclude il ministro Zangrillo

Laura Pompeo (PD): “A32 Torino–Bardonecchia, la Regione minimizza”

”I disagi restano. I cittadini meritano risposte, non rassicurazioni formali”

15 settembre 2025 – “La risposta dell’Assessore Gabusi alla mia interrogazione dell’agosto scorso sulla situazione dei cantieri sull’Autostrada A32 Torino–Bardonecchia è deludente e parziale. Si parla di lavori conclusi e di maestranze attive persino a ferragosto, ma chi percorre, quotidianamente, quell’arteria sa bene che i disagi non sono affatto risolti. Code, rallentamenti e cantieri mal segnalati continuano a compromettere la mobilità e la qualità della vita dei cittadini della Val di Susa” afferma la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.

“L’Assessore si limita a riportare le informazioni fornite da SITAF e a parlare di un tavolo tecnico semestrale, ma non si chiarisce quali azioni concrete siano state intraprese per accelerare i lavori, migliorare la comunicazione agli utenti o mitigare l’impatto economico sui territori coinvolti. È una risposta generica e, come testimoniano le odierne informazioni sul traffico e sulla viabilità della A32, proseguono i lavori, come quelli allo svincolo di Oulx Ovest, con entrata chiusa, e persistono code e disagi” spiega la Consigliera regionale Pd.

“La A32 è un’infrastruttura strategica per il Piemonte dal momento che collega Torino con il Frejus e la Francia e, in questo periodo, risulta ancora più sotto pressione dal momento che dal 1° settembre scorso è stato chiuso, per manutenzione, il Traforo del Monte Bianco e verrà riaperto solo il prossimo 12 dicembre. Occorre, quindi, che questa autostrada venga resa percorribile con maggiore facilità e le manutenzioni e i lavori vengano effettuati con trasparenza e rispetto del cronoprogramma. Serve una regia politica che, responsabilmente, risponda alle esigenze dei cittadini e del territorio. Continuerò a monitorare la situazione. Il Piemonte non può restare bloccato. Il Partito Democratico continuerà a chiedere risposte vere e soluzioni concrete e definitive” conclude Laura Pompeo.

Laus alla Festa dell’Unità: “Salari troppo bassi, serve il salario minimo”

Durante la Festa dell’Unità, il deputato del Partito Democratico Mauro Laus ha denunciato i salari troppo bassi in Italia, chiedendo l’introduzione del salario minimo. “Il governo non lo vuole perché servono risorse per gli appalti pubblici e per ridurre il cuneo fiscale”, ha affermato Laus, sottolineando la necessità di interventi economici per migliorare le condizioni dei lavoratori.
Nel dibattito con Maria Cecilia Guerra, deputata e responsabile del lavoro del PD, Laus ha ribadito l’urgenza di una riforma che garantisca salari più giusti, nonostante le difficoltà politiche ed economiche.
La platea, numerosa e partecipativa, ha seguito con interesse il confronto, confermando che il tema del salario minimo resta centrale per la giustizia sociale.

Enzo Grassano

Centro, serve un progetto e non ridicole piroette

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo


Anche per il progetto politico del Centro, come per qualsiasi altra prospettiva politica, la serietà e
la coerenza non sono delle variabili indipendenti. E questo perchè quando il tutto viene
banalmente ridotto al trasformismo, all’opportunismo e al tatticismo, anche il miglior progetto
politico diventa semplicemente un fatto goliardico. Ed è quello che capita quando parliamo del
nuovo progetto di Renzi dove oramai, come tutti sanno – e come ci conferma l’ultimo sondaggio
di Youtrend di Lorenzo Pregliasco – contano più i colpi ad effetto, le boutade e lo spettacolo che
non un vero e credibile progetto politico. Insomma, le solite piroette. L’ultima in ordine di tempo,
in attesa della prossima, si chiama “Casa riformista”. Cioè un luogo di un sedicente Centro che
sostituisce e soppianta Italia Viva per dar vita ad una fantomatica “gamba moderata” all’interno
della coalizione di sinistra e progressista.

Ora, è del tutto encomiabile e anche apprezzabile che di fronte ad un sostanziale fallimento
politico ed elettorale di Italia Viva, il suo capo pensi ad inventare altri brand, altre sigle e altri
cartelli elettorali. Ma c’è un nodo da sciogliere, che resta politicamente insormontabile, al di là e al
di fuori della fantasia dell’ex rottamatore, e che pesa come un macigno sulla concreta possibilità
di superare quel fatidico 2% dei consensi. O poco meno, come conferma appunto il recente
sondaggio di Pregliasco. E il nodo è persino troppo semplice da spiegare e da descrivere. E cioè,
in politica – e ieri come oggi il contesto non è affatto cambiato, almeno sotto questo versante –
conta chi concretamente detta l’agenda politica, culturale e anche e soprattutto programmatica. E
oggi, com’è chiaro a tutti – sedicenti centristi compresi – l’agenda politica nel ‘campo largo’ ha 4
protagonisti principali, se non addirittura esclusivi. Per il peso politico innanzitutto e per la
rispettiva e conseguente consistenza elettorale. E cioè, la sinistra radicale e massimalista del Pd
della Schlein, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle di Conte e Taverna, la sinistra
estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis e il ruolo fondamentale che gioca il
tradizionale “sindacato rosso” della Cgil a guida Landini. Oltre a ciò, per dirla in termini calcistici,
c’è posto solo sugli spalti. Appunto, un piccolo ‘diritto di tribuna’ che viene gentilmente concesso
alle miriadi di sigle, siglette, piccoli gruppi personali e autoreferenziali che affollano la periferia –
molto periferica – del ‘campo largo’.

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, è perfettamente inutile cambiare continuamente nome
e simbolo. Il nodo, come si diceva un tempo quando esistevano ancora i partiti popolari e di
massa, è radicalmente ed eminentemente politico. Ovvero, parliamo di una coalizione che,
semplicemente, ha cambiato l’asse politico e programmatico da un tradizionale ed organico
centro sinistra ad una alleanza di sinistra e progressista. Una sorta, per capirci, di “Fronte
popolare” aggiornato e rivisto o di una inedita “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana
memoria. Coerentemente radicale, populista, massimalista ed ideologica. Tutto il contrario,
dunque, di un centro sinistra riformista e di governo.

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, che si chiami Italia Viva, Casa riformista o partito del
capo la storia non cambia. Prima se ne rendono conto e meglio è. Non per i protagonisti ma,
soprattutto, per la credibilità, la coerenza e la serietà di un Centro riformista, democratico, plurale
e di governo. Che resta, comunque sia, sempre più necessario ed indispensabile anche per il
nostro paese.

 

Pipe crack a Torino, Montaruli (Fdi): “No grazie”

“STOPPARE IL PROGETTO”

“Stoppare immediatamente il progetto per la distribuzione di pipette che sedicenti residenti di San Salvarlo avrebbero chiesto all’Asl” a dichiararlo è la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli. “Non è così che risolviamo il problema droga ed anzi proprio la distribuzione di questo strumento può solo attirare e creare ulteriori tossicodipendenti – prosegue Montaruli -. Un’idea che non ci trova d’accordo a cui l’Asl non deve dare seguito esattamente così come abbiamo già chiesto per in altre occasioni. In caso contrario siamo pronti ad andare fino in fondo perché questa follia venga smantellata. Per noi è inaccettabile e da torinesi non vogliamo che sul nostro territorio ci siano iniziative che di fatto incentivano l’uso, non aiutano i tossicodipendenti, non incidono sulla prevenzione e avrebbero ripercussioni gravi sul territorio portando solo disagi. L’ideologia delle pipette non ci appartiene e faremo di tutto perché non trovi terreno nella nostra città”.