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Sciopero generale, fumata nera dal vertice tra governo e sindacati
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Sciopero generale, fumata nera dal vertice tra governo e sindacati
Nella seduta di commissione è venuta a galla l’ipocrisia delle promesse elettorali di Cirio.
A partire dal settore automotive: come è emerso nella discussione di un emendamento presentato dalle opposizioni, non c’è traccia infatti delle misure di sostegno al reddito delle persone in cassaintegrazione e a coloro che perdono il lavoro a causa delle scelte industriali di Stellantis. L’urgenza però è chiara ed è oggi, visto che Mirafiori di fatto negli ultimi mesi è rimasta chiusa: cosa aspettano Cirio e Chiorino a stanziare le risorse necessarie, che lavoratori e lavoratrici attendono dopo le promesse fatte in campagna elettorale?
La maggioranza ha inoltre approvato l’annullamento delle esenzioni sul bollo per le auto ibride: una misura grave non solo per l’ambiente, ma anche per il settore automotive in crisi, tanto più perché ad oggi la prospettiva di futuro di Mirafiori è legata proprio alla produzione della 500 ibrida. Se è così che la Regione intende rilanciare un settore cruciale per la tenuta economica e sociale del nostro territorio davvero non ci siamo.
Anche sul fronte trasporto pubblico, l’assessore al bilancio ha confermato che per l’anno in corso non si vedrà la gratuità dei costi del biglietto per gli under 26 promessa in campagna elettorale, posto che è stato dato parere negativo ad un emendamento in tale senso proposto dalle opposizioni. Abbiamo chiesto in che modo pensano di trovare le risorse posto che il Governo continua a definanziare il Fondo Trasporti, ci è stato risposto con un imbarazzato silenzio.
Che addirittura misure bandiera della campagna elettorale di Cirio non trovino spazio in una variazione di bilancio da oltre 70 milioni di Euro dà la misura della mancanza di serietà di questa amministrazione, che purtroppo già conoscevamo.
La consigliera regionale di Italia Viva Vittoria Nallo ha presentato un question time che si discuterà domani a Palazzo Lascaris, dedicato al tema dell’ erogazione dei ristori ai comuni colpiti dall’alluvione nell’ottobre–novembre 2019.
La premessa è che “che nel biennio 2019-2020 il territorio piemontese è stato interessato da eventi meteorologici di eccezionale intensità che hanno determinato una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone, causando l’isolamento di alcune località, l’evacuazione di alcune famiglie dalle loro abitazioni, gravi danni alle attività economiche e produttive”, scrive la consigliera”.
Tali eventi hanno provocato nelle province piemontesi movimenti franosi, allagamenti, danneggiamenti alle strutture viarie e a edifici pubblici e privati, nonché alla rete di servizi essenziali ed è stato dichiarato lo stato di emergenza. Nallo chiede pertanto all’assessore competente “quando verosimilmente i contributi previsti per i ristori saranno erogati ai Comuni interessati”.
“Ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere agli Assessori regionali competenti se non intendano prevedere un intervento da parte della Regione per la ristrutturazione dell’abbazia di Carpice a Moncalieri, fondata nel X secolo, un bene di notevole valore storico, artistico e culturale, oggetto di studi da parte di storici e storici dell’arte. Attualmente, purtroppo, questo importante edificio versa in uno stato di grave degrado” spiega la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.
“L’abbazia di Carpice – prosegue la Consigliera Pd – è un luogo molto caro alla comunità locale che da anni manifesta vivo interesse per la sua salvaguardia e il suo recupero tanto da costituire associazioni e comitati decisamente proattivi. L’edificio è, inoltre, presente nella lista del FAI come “Luogo italiano da non dimenticare” ed è annoverato tra i “Luoghi abbandonati” della Direzione Generale di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura. In passato è stato realizzato da parte della Soprintendenza un intervento per la messa in sicurezza della struttura e il restauro del ciclo pittorico, compresi alcuni lavori che hanno interessato il tetto e l’affresco del Milocco raffigurante il trionfo di San Lorenzo: adesso occorre un investimento importante per riportare l’abbazia all’antico splendore”.
“Con la mia interrogazione ho voluto, in primo luogo, sollevare il problema e capire se l’Amministrazione regionale è a conoscenza dello stato in cui versa l’abbazia, ma soprattutto cercare di spingere la Regione a valutare la possibilità di stanziare fondi per sostenere il progetto di restauro e restituire al Piemonte un bene artistico di grande rilievo, che può essere legato ai percorsi turistici lungo il corso del Po, diventando così un luogo importante come presidio culturale e spazio di aggregazione in una zona che ne è sprovvista e in un luogo strategico dell’area vasta”, conclude la Consigliera Laura Pompeo.
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Dunque, il segretario del più grande sindacato italiano, Landini, invita tutti i cittadini alla “rivolta
sociale” contro questo Governo che viene accusato di qualsiasi nefandezza possibile. Un invito, è
inutile negarlo, che arriva da un sindacato che ormai è un partito del ‘campo largo’ o, meglio
ancora nel caso specifico, del ‘Fronte popolare’ contro un nemico ideologico giurato. Un appello,
quello del segretario generale della Cgil, che ricorda una stagione tristemente nota nel nostro
paese. Ovvero, quella della fine degli anni ‘60 e gli interi anni ‘70. Perchè quando una
organizzazione sindacale incita alla “rivolta” è di tutta evidenza che non si può escludere nulla.
Anche perchè, è bene non sottovalutarlo, questa “rivolta sociale” coincide anche con l’accusa,
persin violenta a livello verbale e sbandierata quotidianamente da Landini, contro un Governo,
una Presidente del Consiglio e una coalizione politica, cioè il centro destra, che secondo la Cgil
nega le libertà, riduce la democrazia, prepara una svolta autoritaria e quindi una semi dittatura e
che, infine, sfregia la stessa Costituzione repubblicana. Insomma, una lotta senza quartiere contro
un neo fascismo ormai alle porte. E la violenza verbale di Landini, lontana anni luce dal
comportamento e dal linguaggio di un grande dirigente della Cgil, Luciano Lama, conferma che il
profilo e l’identità dello storico sindacato rosso sono ormai squisitamente politici e partitici e del
tutto avulsi ormai dal ruolo che storicamente può e deve svolgere un sindacato. Del resto, l’attuale
corso della Cgil è un progetto politico e partitico. Interviene su qualsiasi provvedimento del
Governo: dalla riforma istituzionale all’autonomia differenziata, dalla separazione delle carriere ai
compensi milionari dei “martiri” dell’informazione che migrano dalla Rai ad altre emittenti
televisive; dalla politica estera del nostro paese alla gestione dell’immigrazione e via elencando.
Come ormai tutti sanno, Landini interviene su tutto e su tutto lo schema della Cgil è quello di
invitare gli italiani a scendere in piazza. C’è solo un tema, come dice magistralmente e
ripetutamente Calenda, su cui Landini misteriosamente – si fa per dire – non dice una parola.
Ovvero, la politica industriale, la prospettiva e la strategia del gruppo Stellantis. Cioè quando
vengono toccati gli interessi degli editori della Repubblica e della Stampa cala il silenzio del capo
del sindacato rosso. Un silenzio che evidenzia una palese contraddizione della Cgil da un lato e
una eccessiva furbizia tattica di chi attualmente la guida dall’altro.
Ma, al di là di questo elemento che, lo ripeto, ormai non fa neanche più notizia talmente è nota e
conosciuta, quello che semmai va evidenziato è che storicamente, istituzionalmente e
costituzionalmente il sindacato svolge un altro ruolo. Che, al momento, non dovrebbe essere
quello di trasformarsi scientificamente e strutturalmente in un partito politico a tutti gli effetti ma,
al contrario, di difendere e di tutelare gli interessi, le esigenze, le domande e i bisogni dei
lavoratori italiani. Di tutti i lavoratori italiani con qualsiasi contratto e che svolgano qualsiasi
mansione professionale.
Per queste semplici ragioni, verrebbe quasi da dire – anche e sopratutto nell’attuale contesto
politico – che per fortuna esiste ancora un sindacato nel nostro paese che svolge il suo antico
ruolo. Un’affermazione, questa, quasi banale se non addirittura scontata. Eppure proprio oggi
appare di una modernità straordinaria. Ecco perchè, in conclusione, per fortuna che oggi esiste la
Cisl. Ovvero un sindacato che semplicemente fa il suo mestiere. E cioè sintetizzando, centralità
della contrattazione; no a pregiudiziali politiche e partitiche; esaltazione del dialogo e del
confronto con le altre parti sociali, compreso il Governo; priorità al merito delle questioni e difesa
dei lavoratori, di tutti i lavoratori. Tasselli che portano ad un solo obiettivo: il sindacato non è un
partito perchè il partito appartiene al campo della politica e degli schieramenti politici. Ecco
appunto, un sindacato – quello della Cisl – che è l’esatto contrario dell’attuale strategia della Cgil
di Landini.
“Lavoriamo insieme perché l’uguaglianza di genere sia punto di partenza e non di arrivo”
Ho partecipato con entusiasmo all’insediamento della Consulta femminile regionale, avvenuto a Palazzo Lascaris. Ringrazio e auguro buon lavoro alla Presidente Ornella Toselli, alle Vicepresidenti Fulvia Pedani e Rossella Calabrò e a Silvia Ramasso e Beatrice Rinaudo, segretarie dell’Ufficio di presidenza e a tutte le rappresentanti del mondo associativo piemontese e non soltanto che fanno parte della Consulta.
La Consulta svolge un lavoro decisivo nel perseguimento della parità di genere nei processi decisionali, ma anche nella promozione di attività di contrasto alla violenza e ai femminicidi, di promozione della salute e prevenzione dei tumori femminili e di sostegno alle donne, in particolare alle giovani, nella scelta e perseguimento dei propri obiettivi lavorativi, in special modo nell’ambito scientifico.
Il loro prezioso impegno sarà di stimolo anche a me come Consigliera regionale nel mettermi orgogliosamente al servizio di politiche rivolte all’uguaglianza di genere, finché questa non diventerà un prerequisito in ogni ambito della nostra società e sarà finalmente un punto di partenza per noi donne e non un obiettivo da conquistare ogni giorno.
Elena Rocchi, Consigliera regionale Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale
Aprendo i lavori Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale, ha ricordato che “la Consulta femminile è un organo essenziale che in questi anni ha prestato grande attenzione al miglioramento delle condizioni di vita, di lavoro e di salute delle donne, promuovendo progetti concreti per valorizzare il loro ruolo nella società sia in ambito lavorativo, che politico ed associativo. Il sottoscritto quale presidente, l’Ufficio di presidenza e il Consiglio regionale tutto saranno sempre al vostro fianco, pronti ad accogliere e supportare le vostre proposte per una società più giusta, sensibile e inclusiva”.
“Questa mattina abbiamo conseguito un obiettivo importante per la nostra Regione: l’insediamento della nuova Consulta femminile, uno spazio di confronto e di partecipazione in cui le associazioni del territorio sono le protagoniste”, ha affermato la consigliera regionale segretaria, delegata alla Consulta femminile, Valentina Cera. “Associazioni che quotidianamente si impegnano per promuovere la parità di genere dai centri alle periferie delle città, fino alle aree più interne della provincia. Il lavoro della Consulta è prezioso per la politica che voglia perseguire l’obiettivo di una società più giusta, più inclusiva e più paritaria. Di fronte a noi abbiamo un lungo cammino per abbattere stereotipi e superare le discriminazioni. Un impegno che richiede costanza, unità e una visione condivisa”.
“L’insediamento della Consulta femminile segna un importante passo verso una Regione più inclusiva e consapevole delle sfide che le donne affrontano ogni giorno – ha sottolineato l’assessore alle Pari Opportunità, Marina Chiarelli -. Questo organismo sarà il punto di raccordo tra istituzioni e cittadini, un luogo in cui elaborare proposte concrete per contrastare ogni forma di discriminazione di genere. Oggi celebriamo il valore della partecipazione femminile nelle scelte strategiche della Regione e rinnoviamo il nostro impegno nel sostenere il percorso di empowerment e libertà delle donne piemontesi”.
Ornella Toselli, neoeletta presidente della Consulta, rallegrandosi per l’ampio consenso ottenuto, “sintomo di quell’assenza di conflittualità che ha permesso già nella scorsa legislatura alla Consulta di lavorare proficuamente”, ha illustrato le principali direttrici che orienteranno il lavoro dell’organismo. “Continueremo l’attività di prevenzione e contrasto della violenza, non solo rivolta verso le donne ma anche nei confronti di tutti i soggetti fragili, e saremo attive in materia di problematiche sanitarie femminili, sensibilizzando ad esempio sulla prevenzione oncologica. In futuro poi, se il nostro Ufficio di presidenza e il Consiglio regionale saranno favorevoli, rinnoveremo la richiesta affinché in Piemonte venga istituito un Garante delle anziane e degli anziani, lavoreremo per favorire la parità di genere e il welfare femminile in ambito lavorativo e saremo al fianco delle giovani incentivando le donne che intendono studiare le discipline scientifiche e tecnologiche”.