

È QUESTA LA TORINO MODELLO RACCONTATA AL TERMINE DEL TAVOLO POST RIUNIONE COMITATO PROVINCIALE PER L’ORDINE E LA SICUREZZA PUBBLICA?
«Si può essere pestati per fare il proprio lavoro? È quanto accaduto a due controllori Gtt per aver semplicemente chiesto di poter vedere il biglietto metro a due passeggeri. Il bilancio è di 15 giorni di prognosi per uno dei due operatori e 5 per l’altro. Ci chiediamo se questa è la Torino modello per standard di sicurezza così come uscita dall’ultima riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica» – a chiederselo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretario provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino.
«In questa vicenda si riscontrano due problemi – spiegano i due azzurri –. In primo luogo il fatto è figlio di quel senso di impunità che ormai permea Torino, soprattutto verso la popolazione immigrata. La riunione del Comitato provinciale, le dichiarazioni roboanti dove i problemi sulla sicurezza vengono derubricati a del tutto marginali ribadendo che in generale tutto funziona, lanciano un messaggio sbagliato e i frutti si vedono proprio nelle continue aggressioni alle quali assistiamo quotidianamente, riportate nei fatti di cronaca. Il secondo problema è il rischio che lavoratori preposti a far rispettare le regole vengano scoraggiati a farlo perché lasciati da soli. Su fatti del genere deve passare l’idea della Tolleranza Zero: non ci deve essere alcuna scorciatoia o buonismo, se no crolla l’ordine pubblico, così come stiamo assistendo con un sindaco che flirta con un centro sociale che è cervello e braccia delle principali rivolte, danneggiamenti pubblici, blocco dei servizi pubblici nella città e nella provincia di Torino».
Concludono Fontana e Rosso: «Dopo questo fatto increscioso torniamo a sollecitare la nomina di un Commissario straordinario per la Sicurezza a Torino e di collegare in qualche modo, visto che il Comune non l’ha fatto a tempo debito, la città al decreto Caivano. Ormai Torino è una grande zona rossa, non ci stancheremo mai di dirlo, e il ripetersi di fatti di cronaca come questo rischia di minare l’immagine di una città turistica che sta alla base del modello adottato proprio dalla Sala Rossa come risposta alla crisi della manifattura tradizionale».
cs
Una colonna mobile composta da Volontari Antincendi Boschivi della Regione Piemonte è partita nelle prime ore di questa mattina, su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile, per contribuire alle operazioni di contenimento e spegnimento dell’incendio che da giorni sta interessando le pendici boschive del Vesuvio.
“Il Volontariato di Protezione Civile – commenta Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio regionale -, in particolare il Volontariato Antincendi Boschivi, rappresenta un’eccellenza del nostro territorio: donne e uomini che si addestrano con costanza ed entusiasmo, a prezzo di sacrifici personali, per acquisire competenze e per operare in stretta collaborazione con altri enti e Corpi dello Stato. La loro esperienza e le loro capacità nella lotta agli incendi in ambiente montano e boschivo ne fanno una risorsa di grande valore non soltanto per il Piemonte, ma per tutta la Nazione”.
“Ringrazio le Volontarie e i Volontari – termina Magliano – per la loro dedizione, per il tempo che sottraggono a se stessi e ai propri cari per dedicarlo alla tutela delle persone e del nostro ambiente e auguro a tutti coloro che sono in viaggio verso la Campania di operare con successo e in sicurezza”.
“Il Centro e la politica di centro possono svolgere un ruolo significativo in un partito o in una
coalizione solo se sono protagonisti. E la ‘tenda’ che l’ex comunista Goffredo Bettini ha
prefigurato ed apparecchiato per il Centro nell’alleanza di sinistra equivale a certificarne la sua
cronica ed oggettiva inutilità. Perchè, appunto, marginale, periferico e pertanto politicamente
insignificante.
Per queste ragioni chi, oggi, vuole rilanciare il Centro e la cultura di centro nella politica italiana
non può guardare a sinistra. Per il motivo che da quelle parti è costretto a nascondersi in una
‘tenda’.
On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’.
“Con l’atto di indirizzo collegato all’Assestamento di Bilancio, bocciato dall’Aula di Palazzo Lascaris, da me presentato, la Giunta regionale ha deciso di dire no a una sanità più sostenibile nelle strutture sanitarie piemontesi e all’incentivazione dell’istituzione e dell’operatività di “Green Team” aziendali all’interno di ogni Azienda Sanitaria Locale e Ospedaliera, sul modello che l’Ospedale Santa Croce di Moncalieri (ASL TO5) ha avviato con successo, nel 2024, il progetto “Sale Operatori Sostenibili” che ha portato a una significativa riduzione del 30% dei rifiuti infetti e a una potenziale diminuzione dell’89% del packaging in plastica grazie all’utilizzo dei “custom pack”. Questa iniziativa rappresenta un esempio concreto di come pratiche innovative e sostenibili possano contribuire a ridurre l’impatto ambientale del settore sanitario. La sanità, quinto settore per produzione di rifiuti inquinanti, può e deve fare di più per diventare più ecocompatibile, in linea con gli impegni del Green Deal europeo e con la necessità di rispettare obiettivi di neutralità climatica entro il 2050” spiega la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.
“Considerati gli ottimi risultati ottenuti a Moncalieri mi sarei aspettata che la Giunta regionale si adoperasse per estendere il progetto su scala regionale, stanziando opportune risorse e monitorando i risultati. La sperimentazione di Moncalieri dimostra che è possibile conciliare qualità dell’assistenza e sostenibilità ambientale, con benefici concreti sia dal punto di vista ecologico che economico. Ma evidentemente le “buone pratiche” sono ignorate dal centrodestra e la sostenibilità in sanità non fa parte delle priorità di questa Giunta” conclude la Consigliera Pompeo.
“La lingua batte dove il dente duole. Questo vecchio proverbio non passa di moda. Basti pensare,
per fare un solo esempio, al ritorno in grande stile della ‘via giudiziaria al potere’ nel campo della
sinistra. Un vecchio tic che evidenzia una deriva autenticamente e schiettamente antidemocratica.
Purtroppo la sinistra populista, giustizialista ed ideologica, non riesce a disfarsi di questa vecchia
prassi che rischia di inquinare profondamente la fisiologica dialettica democratica da un lato e
che, al contempo, crea le condizioni per una radicalizzazione permanente del conflitto politico.
Con il solito seguito della delegittimazione morale e dell’annientamento politico dell’avversario/
nemico. Ma dire no alla ‘via giudiziaria al potere’ significa anche, e soprattutto, ridare qualità alla
democrazia e credibilità alle nostre istituzioni democratiche. Nonchè rispettare sino in fondo i
principi e i valori della Costituzione”.
On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’