POLITICA- Pagina 19

Scanderebech (Fi): “Ztl, varco trappola”

Durante la seduta del Consiglio Comunale di ieri è stata discussa l’interpellanza presentata dal Capogruppo di Forza Italia, Federica SCANDEREBECH, con particolare riferimento al varco ZTL posizionato in Via dell’Arsenale, all’altezza dell’incrocio con Via San Quintino.

Dichiara il Capogruppo di Forza Italia: Esprimo preoccupazione riguardo alla disposizione di tali varchi, che sembrano configurarsi come una “trappola” per gli automobilisti, utile più a rimpinguare le casse comunali che a garantire un’efficace regolamentazione del traffico. Sottolinea che: “Questo sistema attuale penalizza gli automobilisti, portandoli spesso a commettere infrazioni senza alcuna volontarietà: a causa della carenza di segnaletica e della complessità del tragitto, i conducenti si ritrovano ad affrontare un percorso lungo e poco pratico che genera ulteriore traffico e un maggior quantitativo di smog”. 

Conclude SCANDEREBECH (FI): Nell’anno in corso (al 4 settembre u.s.) le sanzioni presenti nel sistema informatico relative all’accesso alla ZTL tramite il varco collocato in Via Arsenale/Via San Quintino sono state 3.458 e 4.890 quelle relative al varco ZTL in via XX Settembre, percorso obbligato per chi si imbatte nel varco di Via Arsenale angolo via San Quintino. Questi numeri sottolineano la necessità di una riflessione sulla segnaletica e sull’effettiva utilità di tali varchi, che rischiano di essere percepiti come strumenti per incrementare le entrate comunali a discapito della chiarezza e della sicurezza stradale”.

(foto archivio)

Zangrillo: ‘felici di avere di nuovo in Forza Italia Enrico Costa’

“Accogliamo con entusiasmo il ritorno di Enrico Costa tra le fila di Forza Italia! La sua scelta rafforza la nostra squadra, che si arricchisce dell’esperienza di un parlamentare di lungo corso competente e appassionato. La sua professionalità e la vasta conoscenza dei temi della giustizia rappresentano un valore aggiunto. Il suo impegno costante, l’integrità e la dedizione dimostrata in difesa dei principi di legalità e giustizia sono sempre stati un punto di riferimento e continueranno ad essere un contributo fondamentale per il bene del nostro Paese, sulla scia di quel garantismo che per Forza Italia rappresenta un segno distintivo. Siamo felici di averlo nuovamente al nostro fianco, pronti ad affrontare uniti le nuove sfide e a raggiungere i nostri obiettivi. Bentornato!” Lo scrivono in una nota il segretario di Forza Italia Piemonte, e ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, con i vicecoordinatori Roberto Rosso, Diego Sozzani e Roberto Pella.

Referendum cittadinanza, la firma del sindaco Lo Russo

Stamattina alle 12.30 si è tenuta la conferenza stampa di lancio della mobilitazione torinese sul referendum cittadinanza (www.attivati.referendumcittadinanza.it) promosso a cui ha partecipato +Europa, Possibile, Partito Socialista Italiano, Radicali Italiani, Italia Viva e le associazioni CoNNGI, Gruppo Abele, Libera e Idem Network.
Andrea Turi segretario di +Europa Torino dichiara: “Dopo la firma del Segretario del PD Elly Schlein anche il sindaco di Torino Stefano Lorusso ha firmato la richiesta di referendum. Siamo molto contenti, il fronte referendario si allarga e così anche la possibilità di raccogliere 500.000 firme entro fine settembre”.
Alla conferenza stampa hanno preso parte i consiglieri comunali di maggioranza Silvio Viale di +Europa, Ahmed Abdullahi e Pierino Crema del PD e Tiziana Ciampolini di Torino Domani oltre che l’Assessore Jacopo Rosatelli. I consiglieri regionali presenti erano Vittoria Nallo di Stati Uniti D’Europa Piemonte e Giulia Marro di Alleanza Verdi e Sinistra – Possibile.

Ambrogio (Fdi): “Torino quintultima in sicurezza? non stupisce”

“Per certi versi non stupisce che il report annuale del Sole 24 Ore inchiodi Torino al quintultimo posto in fatto di sicurezza e criminalità: sfilate elettorali a parte, mancano soluzioni concrete da parte del Comune, a ben vedere impegnato solo a parole sul tema”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama.
“Sono infatti arrivate dal Governo – continua la Ambrogio – le uniche azioni concrete: le assunzioni tra le Forze dell’Ordine, il potenziamento dell’operazione ‘Strade Sicure’, il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto e, in ultimo, le tante novità introdotte dal ddl Sicurezza, soprattutto in fatto di occupazioni abusive. Dal Comune nulla, nemmeno sul fronte della Polizia Locale che è fortemente sotto organico. Sulla sicurezza la sinistra continua a guardare e anzi, dati alla mano, a peggiorare”.

Salizzoni (pd): “Parco della salute: meno delle Molinette2”

“In Commissione sanità, questa mattina, ho sollevato il tema del Parco della Salute di Torino e dopo cinque anni di attesa perché venisse individuato il privato finanziatore e costruttore del Parco della Salute di Torino, abbiamo avuto la conferma dei nostri peggiori sospetti: il progetto è fermo alla costruzione del nuovo ospedale e non ci saranno né didattica, né ricerca. Quello che avrebbe dovuto essere il “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino” si limiterà ad essere il “Parco della Salute”, senza “Ricerca, né Innovazione” e non saranno previsti spazi dedicati all’Università, al Politecnico e a quelle imprese che intendano fare ricerca, anche sulle terapie innovative” dichiara il Consigliere regionale Pd Mauro Salizzoniportavoce Pd in Commissione Sanità del Consiglio regionale del Piemonte.

“Spero davvero di essere smentito – prosegue il Consigliere regionale Pd – ma, nel progetto (che non è ancora stato pubblicato), non compaiono aule per la didattica, ma soltanto sale riunioni, una per ciascun reparto, che certamente non sono sufficienti per la formazione di nuovi medici e specializzandi. Questo significa che studenti e docenti dovranno ogni volta uscire dall’ospedale, attraversare l’area del Palazzo della Regione, prendere la metropolitana, fare alcune fermate fino a corso Dante e da lì raggiungere le aule lungo il Po, in via Marenco o Galileo Galilei, dove l’Università sta costruendo un nuovo polo della didattica di Medicina, rinunciando così alla struttura del Campus come l’avevamo pensata. Avrebbe dovuto esserci una “torre della didattica” da affiancare al nuovo ospedale, separata in modo da poter economizzare sulle utenze, ma vicina in modo da abituare gli studenti alla vita dell’ospedale e da creare un ambiente propizio alla ricerca, pubblica e privata. Un ospedale è aperto 24 ore 365 giorni l’anno, mentre l’università chiude la notte e i festivi: quindi i due spazi dovrebbero essere separati, ma vicini!”

“Invece l’Università sta rinunciando ad aderire al progetto, non senza motivo, dal momento che il terreno da destinare alla didattica e alla ricerca è ancora da bonificare e lo sarà ancora per qualche anno, visto che i soldi per la bonifica sono stati spesi tutti nell’area destinata all’ospedale e nuovi fondi per intervenire sulle altre aree non sono nemmeno stati stanziati” sottolinea Mauro Salizzoni.

“Il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione non doveva certo ridursi a essere semplicemente le Molinette 2. Purtroppo, in base a questo progetto, sarà ancora meno” conclude Salizzoni.

Lega e Regioni, “Con l’autonomia differenziata l’Italia s’è desta”

La riflessione aperta del giornalista radiotelevisivo cattolico Maurizio Scandurra, opinionista a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, dà il benvenuto alla legge voluta dal partito di Matteo Salvini.

E’ stata una splendida giornata di verità, libertà ed equilibrio quella celebratasi sabato 14 settembre scorso alle pendici del Monviso. La Lega ha festeggiato l’ambito traguardo dell’autonomia differenziata, figlia di una lunga battaglia di giustizia che si chiama indipendenza, secessione, amore per il Paese.

Quello onesto. Quello che produce. Quello che desidera premiare il merito, le capacità, l’onestà, il buonsenso, il risultato.

Il Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli – insieme al Capogruppo alla Camera dei Deputati e segretario piemontese del Carroccio Riccardo Molinari, al Senatore Giorgio Bergesio membro della Commissione di Vigilanza Rai nonchésegretario cuneese del partito, all’assessore regionale Enrico Bussalino (Autonomia, Sicurezza e polizia locale, Immigrazione, Logistica e infrastrutture strategiche, Enti locali) – ha chiarito con dovizia e schiettezza di argomenti, e definitivamente, il pregio indiscusso di un obiettivo epocale conquistato duramente in decenni di lotte di equità partite con Umberto Bossi e ora saldamente affidate nelle mani sapienti di Matteo Salvini.

All’evento presente tutto lo Stato Maggiore della Lega piemontese, con gli onorevoli Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto, i consiglieri regionali Fabrizio Ricca (capogruppo), Gianna Gancia e Andrea Cerruti, gli ex consiglieri regionali Stefano Allasia e Sara Zambaia oltre a numerosissimi sindaci, assessori, consiglieri comunali, giornalisti ed esponenti della società civile fra cui anche Luca Pantanella, Vice Presidente Nazionale della FMPI – Federazione Medie e Piccole imprese che in regione conta oltre 500 aziende su un totale di più di 6mila in tutto lo stivale.

L’autonomia differenziata è ben altra cosa rispetto alle fandonie menzognere della solita sinistrucola urlante e piangente che fa dell’allarmismo sterile, della disinformazione organizzata e strumentale, della discesa in piazza e della mistificazione le sole, povere “armi” con cui cercare di fare il lavaggio del cervello agli italiani (per quelli che abboccano, naturalmente, e fortunatamente sono una risicatissima minoranza).

E’ un atto dovuto fondamentale che tutela anche il Sud, in primis. Perché? Semplice: le regioni del Nord che producono e trainano il Paese sono ben disposte ad aiutare quelle più vicine all’Equatore, condividendo parte degli avanzi virtuosi. A sol patto, però, che queste dimostrino, nel primario e irrinunciabile rispetto dei propri interessi, di aver controllato a fondo ogni singolo euro pubblico dove finisce e come viene impiegato, a differenza di quanto oggi (e da sempre, ahimé), accade.

Questo significa migliorare le proprie performancesfinanziarie e gestionali a vantaggio della moltiplicazione del numero e dell’efficientamento della qualità dei servizi ai cittadini, risolvendo l’annoso e drammatico problema storico di un’arretratezza tra regioni che, evidentemente, fa gola solo al PD, a Sinistra Italiana, ai M5S, ai soliti Verdi fissati con la tutela delle nutrie più che con la manutenzione pro sicurezza di argini e greto dei fiumi.

L’autonomia differenziata è la svolta che il Paese aspettava per essere finalmente e veramente competitivo, accentuando in crescendo le prestazioni fondamentali della vita civile.

Creando terreno fertile per nuovo sviluppo in grado di incrementare il tenore di vita di chi già c’è.

E attrarre così nuovi, potenziali investitori garantiti da una semplificazione più agile della burocrazia destinata alle imprese.

“Cari” compagni, mettetevi il cuore in pace. L’era del clientelismo sfrenato pronto a produrre poltrone inutili e incarichi superflui nella pubblica amministrazione è ormai agli sgoccioli.

L’era dei giri di denaro a vuoto fra Stato e Regioni che alimentano solo complesse partite contabili, altrettanto.

Adesso una volta per tutte l’Italia, grazie alla Lega di Matteo Salvini, s’è desta.

MAURIZIO SCANDURRA

Scuole di montagna, Bartoli (Lista Cirio): “La Regione conferma l’impegno contro la desertificazione del territorio”

“Dalla Regione, in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico arriva un nuovo significativo aiuto per le scuole di montagna grazie agli oltre 600.000 euro stanziati per garantire il mantenimento della scuola in alcuni piccoli centri e migliorare l’organizzazione didattica con lo sdoppiamento parziale delle pluriclassi. Esprimo il mio apprezzamento sincero agli assessori all’Istruzione Chiorino e alla Montagna Gallo che hanno promosso questo importante intervento”.

Sergio Bartoli

E’ il commento del consigliere regionale Sergio Bartoli (Lista Cirio), presidente della Commissione Ambiente, alla notizia comunicata dalla giunta regionale, relativa a nuovi fondi da destinare alle “terre alte”: Si tratta di un finanziamento di 162.000 euro per alcuni piccoli centri collocati in contesti montani di particolare marginalità che mantengono la scuola, tra questi anche quattro Comuni delle valli torinesi: Ceresole Reale, Prali, Frassineto e Ronco.

Inoltre circa mezzo milione di euro è stato destinato ai progetti delle Unioni montane per sdoppiare le pluriclassi in gruppi di classe e migliorare l’insegnamento. La Regione assicura agli enti montani i finanziamenti per coprire i costi degli istituti scolastici per rafforzare il personale nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La parte più significativa copre la provincia di Torino, con più della metà dello stanziamento (263.000 euro).

“I nostri piccoli Comuni, in particolare quelli di montagna – aggiunge il consigliere – sono sempre a rischio di perdere popolazione e servizi. La scuola è un presidio sociale fondamentale per una comunità e laddove viene a mancare si impoverisce il tessuto culturale e socio-economico di un Comune e si frena il futuro dei nostri bambini”.

“Ecco perchè – conclude Bartoli – l’azione a favore dei territori più periferici intrapresa con decisione dalla Giunta fin dall’inizio di questa legislatura rappresenta un sostegno importante per le piccole realtà territoriali del Piemonte”.

Sì, il campo largo è proprio un Fronte popolare

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Sì, ammetto di essermi sbagliato. Il futuro “campo largo” è proprio un “Fronte popolare”.
Francamente pensavo che riproporre il 3° Fronte popolare nel nostro paese fosse la solita bufala
patrocinata e proposta dalle tre sinistre italiane – quella radicale e massimalista della Schlein,
quella populista e demagogica dei 5 stelle e quella estremista e fondamentalista del trio
Fratoianni/Bonelli/Salis – dopo quello del 1948 organizzato dai comunisti di Palmiro Togliatti e
quello patrocinato dall’ex comunista Achille Occhetto nel 1994. E invece no, devo prendere
amaramente atto che il campo largo non esiste perchè si tratta, appunto, di un Fronte popolare
che viene costruito e messo a terra per battere il rischio di un fascismo risorgente, la deriva
illiberale, la torsione autoritaria, la negazione delle libertà democratiche e di espressione e tutte le
baggianate che ormai conosciamo quasi a memoria perchè vengono ormai snocciolati tutti i santi
giorni in questi ultimi due anni.
Del resto, è appena sufficiente registrare ciò che dicono quotidianamente i capi dei tre partiti
personali del “campo largo” – Italia Viva, Azione e i 5 stelle – per rendersi conto che non si tratta di
un progetto politico e, men che meno, di governo ma solo e soltanto di una sommatoria di sigle
che si deve unire per battere un nemico giurato e implacabile e che, almeno così pare di capire,
sia pericolosissimo per la conservazione della democrazia e delle libertà nel nostro paese. E
questo perchè il capo di Azione Calenda dice che non farà mai parte del campo largo; il capo dei
5 stelle Conte raccoglie applausi a scena aperta alla Festa dell’Unità quando solennemente
dichiara che non andrà mai con Renzi e il capo di Italia Viva, a sua volta, rincara la dose dicendo
tutti i giorni che se la coalizione di sinistra sarà guidata o condizionata eccessivamente da
Travaglio e dai 5 stelle lui andrà altrove.
Detto questo al mattino o al pomeriggio, alla sera tutti e tre i capi di questi partiti personali
concordano sulla necessità di dar vita al “campo largo” nelle tre regioni che a breve andranno al
voto. E cioè, l’Umbria, l’Emilia Romagna e, soprattutto, la Liguria.
Ora, di fronte a questo concreto e tangibile comportamento politico – inattaccabile perchè
oggettivo – si impongono almeno due riflessioni finali.
Innanzitutto ci troviamo di fronte ad un persin plateale atteggiamento trasformistico dettato
unicamente da ragioni di potere. Nulla a che vedere con la cultura delle alleanze, con la cultura di
governo e, men che meno, con una prospettiva politica condivisa a livello politico, culturale e
programmatico. Appunto, solo e soltanto trasformismo e ipocrisia.
In secondo luogo, e questo è indubbiamente l’aspetto più grave di questo decadimento etico e
culturale, è l’ennesima riduzione della politica ad uno scontro ideologico. Uno scontro ideologico –
violento e senza sconti – che, però, avviene in un contesto dove le ideologie sono ormai
tramontate da alcuni lustri. E questo segna, appunto, la crisi profonda ed oggettiva della politica e
dei suoi strumenti, cioè i partiti o ciò che resta di loro.
Ecco perchè, a fronte di questa doppia regressione politica e culturale, possiamo tranquillamente
dire che ci troviamo di fronte ad un inedito “Fronte popolare” delle sinistre. Un “Fronte popolare”
dove semplicemente la politica è assente perchè l’unico elemento che conta, e che vale, è la
sconfitta del nemico giurato ed ideologico. L’esatto opposto, cioè, di quella democrazia
dell’alternanza frutto di un moderno e credibile bipolarismo che vengono quotidianamente
predicati ma che poi vengono sistematicamente smentiti nella prassi comune dai capi dei partiti
personali e non.