POLITICA
Leggi l’articolo su L’identità:
Meloni attacca: “Accusati di odio da chi festeggia la morte di Kirk”
POLITICA
Leggi l’articolo su L’identità:
Meloni attacca: “Accusati di odio da chi festeggia la morte di Kirk”
Durante la Festa dell’Unità, il deputato del Partito Democratico Mauro Laus ha denunciato i salari troppo bassi in Italia, chiedendo l’introduzione del salario minimo. “Il governo non lo vuole perché servono risorse per gli appalti pubblici e per ridurre il cuneo fiscale”, ha affermato Laus, sottolineando la necessità di interventi economici per migliorare le condizioni dei lavoratori.
Nel dibattito con Maria Cecilia Guerra, deputata e responsabile del lavoro del PD, Laus ha ribadito l’urgenza di una riforma che garantisca salari più giusti, nonostante le difficoltà politiche ed economiche.
La platea, numerosa e partecipativa, ha seguito con interesse il confronto, confermando che il tema del salario minimo resta centrale per la giustizia sociale.
Enzo Grassano
Anche per il progetto politico del Centro, come per qualsiasi altra prospettiva politica, la serietà e
la coerenza non sono delle variabili indipendenti. E questo perchè quando il tutto viene
banalmente ridotto al trasformismo, all’opportunismo e al tatticismo, anche il miglior progetto
politico diventa semplicemente un fatto goliardico. Ed è quello che capita quando parliamo del
nuovo progetto di Renzi dove oramai, come tutti sanno – e come ci conferma l’ultimo sondaggio
di Youtrend di Lorenzo Pregliasco – contano più i colpi ad effetto, le boutade e lo spettacolo che
non un vero e credibile progetto politico. Insomma, le solite piroette. L’ultima in ordine di tempo,
in attesa della prossima, si chiama “Casa riformista”. Cioè un luogo di un sedicente Centro che
sostituisce e soppianta Italia Viva per dar vita ad una fantomatica “gamba moderata” all’interno
della coalizione di sinistra e progressista.
Ora, è del tutto encomiabile e anche apprezzabile che di fronte ad un sostanziale fallimento
politico ed elettorale di Italia Viva, il suo capo pensi ad inventare altri brand, altre sigle e altri
cartelli elettorali. Ma c’è un nodo da sciogliere, che resta politicamente insormontabile, al di là e al
di fuori della fantasia dell’ex rottamatore, e che pesa come un macigno sulla concreta possibilità
di superare quel fatidico 2% dei consensi. O poco meno, come conferma appunto il recente
sondaggio di Pregliasco. E il nodo è persino troppo semplice da spiegare e da descrivere. E cioè,
in politica – e ieri come oggi il contesto non è affatto cambiato, almeno sotto questo versante –
conta chi concretamente detta l’agenda politica, culturale e anche e soprattutto programmatica. E
oggi, com’è chiaro a tutti – sedicenti centristi compresi – l’agenda politica nel ‘campo largo’ ha 4
protagonisti principali, se non addirittura esclusivi. Per il peso politico innanzitutto e per la
rispettiva e conseguente consistenza elettorale. E cioè, la sinistra radicale e massimalista del Pd
della Schlein, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle di Conte e Taverna, la sinistra
estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis e il ruolo fondamentale che gioca il
tradizionale “sindacato rosso” della Cgil a guida Landini. Oltre a ciò, per dirla in termini calcistici,
c’è posto solo sugli spalti. Appunto, un piccolo ‘diritto di tribuna’ che viene gentilmente concesso
alle miriadi di sigle, siglette, piccoli gruppi personali e autoreferenziali che affollano la periferia –
molto periferica – del ‘campo largo’.
Per queste ragioni, semplici ma oggettive, è perfettamente inutile cambiare continuamente nome
e simbolo. Il nodo, come si diceva un tempo quando esistevano ancora i partiti popolari e di
massa, è radicalmente ed eminentemente politico. Ovvero, parliamo di una coalizione che,
semplicemente, ha cambiato l’asse politico e programmatico da un tradizionale ed organico
centro sinistra ad una alleanza di sinistra e progressista. Una sorta, per capirci, di “Fronte
popolare” aggiornato e rivisto o di una inedita “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana
memoria. Coerentemente radicale, populista, massimalista ed ideologica. Tutto il contrario,
dunque, di un centro sinistra riformista e di governo.
Per queste ragioni, semplici ma oggettive, che si chiami Italia Viva, Casa riformista o partito del
capo la storia non cambia. Prima se ne rendono conto e meglio è. Non per i protagonisti ma,
soprattutto, per la credibilità, la coerenza e la serietà di un Centro riformista, democratico, plurale
e di governo. Che resta, comunque sia, sempre più necessario ed indispensabile anche per il
nostro paese.
“Stoppare immediatamente il progetto per la distribuzione di pipette che sedicenti residenti di San Salvarlo avrebbero chiesto all’Asl” a dichiararlo è la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli. “Non è così che risolviamo il problema droga ed anzi proprio la distribuzione di questo strumento può solo attirare e creare ulteriori tossicodipendenti – prosegue Montaruli -. Un’idea che non ci trova d’accordo a cui l’Asl non deve dare seguito esattamente così come abbiamo già chiesto per in altre occasioni. In caso contrario siamo pronti ad andare fino in fondo perché questa follia venga smantellata. Per noi è inaccettabile e da torinesi non vogliamo che sul nostro territorio ci siano iniziative che di fatto incentivano l’uso, non aiutano i tossicodipendenti, non incidono sulla prevenzione e avrebbero ripercussioni gravi sul territorio portando solo disagi. L’ideologia delle pipette non ci appartiene e faremo di tutto perché non trovi terreno nella nostra città”.
“Rilanciare l’ economia piemontese per la crescita del lavoro e per ridurre le diseguaglianze”.
“Il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà ha avviato verifiche sul caso del detenuto di 73 anni, letteralmente murato vivo nel carcere di Torino Lorusso e Cotugno. È un primo risultato della nostra denuncia: senza la pressione radicale, questa vicenda sarebbe rimasta sepolta sotto anni di silenzi. In uno Stato di diritto, invece, simili condizioni non dovrebbero neppure esistere”. Così in una nota Filippo Blengino, Segretario di Radicali Italiani.
“Il 18 agosto – ricorda Blengino – al braccio C abbiamo incontrato un uomo di 73 anni che ha ricoperto ogni centimetro delle mura e delle finestre con carta stagnola, sigillando la cella con colla. Non esce mai, se non in occasione di TSO. Vive in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili, senza controlli medici nonostante evidenti problemi psichiatrici. Il suo unico spiraglio di luce è una fessura nel blindo. Dopo la nostra visita abbiamo scritto alle istituzioni competenti per chiedere un intervento urgente. Nessuno ha risposto. Oggi, finalmente, qualcosa si muove. Ma la verità è una: quando lo Stato rinchiude e abbandona un uomo in queste condizioni, diventa esso stesso carnefice. Questa barbarie deve finire, e deve finire ora” – conclude Blengino.
Importante che non si minimizzi, è necessario cambio culturale
Mino GIACHINO
“Noi dalla parte della sicurezza e contro il degrado”
«Leggiamo con stupore e amarezza le dichiarazioni del Partito Democratico, che arriva a definire “vergognosi e ipocriti” i manifesti di Gioventù Nazionale comparsi in città negli ultimi giorni. La verità è che il PD, ancora una volta, preferisce minimizzare i problemi reali dei nostri quartieri per nascondere le proprie responsabilità» – dichiara Raffaele Marascio, consigliere di Fratelli d’Italia.
«Non accettiamo lezioni da chi ha governato questa città per decenni lasciandola in condizioni di abbandono. Il Pd e i Giovani Democratici parlano di “case, istruzione e lavoro”, ma dimenticano che proprio le loro politiche fallimentari hanno creato emergenza abitativa, precarietà e quartieri dimenticati. Oggi cercano di nascondere il proprio fallimento accusando Fratelli d’Italia di alimentare odio. Nulla di più falso». – prosegue.
Marascio prosegue: «Non c’è nulla di “divisivo” nel denunciare una sottocultura, quella cosiddetta ‘maranza’, che si traduce troppo spesso in violenza, intimidazione e insicurezza. Difendere il diritto dei cittadini a vivere in quartieri sicuri e decorosi non è odio, ma responsabilità politica. Se il PD pensa che tutto ciò sia un’invenzione propagandistica, venga a parlare con le famiglie che ogni giorno subiscono degrado e paura sotto casa».
Infine, sottolinea: «Invece di fare retorica, il PD spieghi ai cittadini come intende risolvere i problemi concreti, perché per ora si è limitato a pontificare contro chi ha il coraggio di dire la verità. Noi continueremo a difendere le nostre comunità, senza paura e senza ipocrisie».