POLITICA- Pagina 9

FdI scrive a Piantedosi: “Askatasuna è ancora occupato”

ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7 TO): SGOMBERO IMMEDIATO DEL CENTRO SOCIALE 

Con una lettera al Ministro firmata da Alessi, insieme ai colleghi Giovannini e Caria Fdi chiede lo sgombero immediato del centro sociale Askatasuna.
Il Vice Sindaco Favaro il 3 aprile 2024 rispondendo ai Question Time di consiglieri comunali dichiarava che dai sopralluoghi dei tecnici risulta che l’occupazione abusiva è cessata all’interno dello stabile.
“Però a oggi nonostante tutto, il centro sociale Askatasuna è ancora occupato come dimostrano le tante foto scattate dai cittadini dove si vedono panni stesi e luci accese di sera, Troviamo tutto ciò inaccettabile! Chiediamo aiuto al Ministro per uno sgombero immediato per finire una situazione durata più di 27 anni.” Così commentano gli esponenti di Fdi.

Rifondazione: “Lo Stato entri nel capitale di Stellantis”

Domani 12 aprile la città di Torino si ferma per lo sciopero unitario di 8 ore indetto da Fiom, Fim , Uilm e diverse altre sigle sindacali dei metalmeccanici.

La giornata di lotta vuole richiamare l’attenzione sui processi di deindustrializzazione che da Stellantis si sono estesi a tutta l’automotive e sono all’origine di una crisi che coinvolge tutta l’economia della città.
Questa condizione è la metafora del declino del paese risultato di decenni di politiche neoliberiste che hanno lasciato nelle mani del mercato il destino dell’economia e delle produzioni mentre i governi condannavano a morte le grandi imprese pubbliche lasciandole ai capitali predatori, privatizzano il welfare e si incaricavano di sostenere l’attacco ai salari e ai diritti dei lavoratori.
Con Stellantis rischia di ripetersi quanto abbiamo visto accadere a grandi aziende e settori produttivi saccheggiati e poi smembrati fino al collasso definitivo; Tavares continua infatti con le false promesse proprio mentre annuncia la distruzione di migliaia di posti di lavoro, prosegue un uso selvaggio della cassa integrazione, il sottoutilizzo degli impianti e la riduzione delle auto prodotte, non si assegnano i modelli necessari al rilancio promesso.
Il prezzo è pesante per Torino e per tutti i territori in cui il progressivo smantellamento di Stellantis produce chiusure e disoccupazione in tutto il tessuto produttivo a partire dall’indotto.
Il Governo resta fedele alla linea del “lasciar fare alle imprese” che responsabile del disastro dell’economia nazionale: si limita a concedere ancora incentivi a fondo perduto, invece di fare l’unica cosa che permetterebbe di incidere davvero sui piani della multinazionale sempre più franco americana: l’ingresso nel capitale di Stellantis come ha fatto lo stato francese.
Per costringere il governo delle destre a cambiare rotta occorre che l’esempio di Torino si estenda a tutto il paese; occorre unificare in una vera e propria vertenza nazionale tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore e, come ha fatto la Gkn, chiamare alla lotta le popolazioni dei territori che la fine dell’automotive condanna alla desertificazione delle produzioni locali e all’aumento della disoccupazione con effetti nefasti su tutta l’attività economica locale;
Una nuova grande stagione di lotte è l’unica strada per il rilancio del sistema auto e la sua riconversione guidata da un piano nazionale della mobilità sostenibile che affronti positivamente sia la necessaria transizione ecologica verso produzioni sostenibili che i bisogni di mobilità individuale e collettiva in città più vivibili e nel rispetto dell’ambiente.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoroFausto Cristofari, segretario Federazione di TorinoAlberto Deambrogio, segretario regionale Piemonte

Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea

Merlo. Elezioni Piemonte, ora trionfi la politica. Senza moralismi ed ipocrisie

“Con l’avvicinarsi di una campagna elettorale caratterizzata dalle preferenze – Comuni, Regione,
Europa – la miglior risposta agli episodi di malcostume politico che da giorni espongono Torino e il
Piemonte su quasi tutti gli organi di informazione, è che trionfi la politica con i suoi istituti
principali. E cioè, centralità dei programmi, confronti civili tra gli schieramenti e campagne
elettorali nè dispendiose e nè, tantomeno, opache.
Certo, non si tratterebbe che di una prima risposta in attesa che prevalgano stili e modalità del far
politica all’insegna della trasparenza, della correttezza e della serietà. E, al riguardo, a nulla
valgono regole, regolamenti, statuti e codici etici che, come l’esperienza insegna, sono sempre
votati e benedetti da tutti. Certo, le regole sono sempre importanti ma, visto che vengono
puntualmente aggirate, il vero salto di qualità è quella che un grande storico cattolico, Pietro
Scoppola, definiva come la capacità di saper legare sempre ‘la cultura del comportamento con la
cultura della progettualità”. Il resto è solo moralismo ed ipocrisia”

Giorgio Merlo, Dirigente Nazionale Tempi Nuovi-Popolari Uniti.

Un francobollo per Berlusconi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

L’idea di dedicare un francobollo a Silvio Berlusconi ad un anno dalla morte fa discutere anche in modo sguaiato. Sono molti quelli che dissentono e vorrebbero che addirittura il presidente della Repubblica intervenisse a impedire l’emissione filatelica. C’è addirittura chi parla di una proposta indecente.  La faziosità resiste al tempo, anche se un anno, specie se si tratta di un anno elettorale, è nulla rispetto alla storia.  Di norma i francobolli sono destinati a ricordare figure del passato. Non a caso insieme al francobollo per Berlusconi escono quelli per Matteotti, Marinetti, San Tommaso e Tatarella. Un’ insalata russa presentata come una forma di pluralismo. È  evidente che il francobollo per Tatarella un personaggio di dubbio significato politico,  malgrado la svolta di Fiuggi del MSI, appare forzato. Avrebbe avuto più senso un francobollo per Giorgio Almirante che sarebbe stato divisivo, ma non senza un qualche significato storico: la storia non è solo quella che ci piace,  come vorrebbero alcuni.  I nomi scelti nel loro complesso evidenziano che a un contemporaneo morto un anno fa non possono essere neppure accostati, per nessun motivo, almeno tre degli altri personaggi suddetti. Matteotti in particolare si discosta da tutti, per non dire di San Tommaso.  A 80 dalla morte eroica avrei visto bene un francobollo per il generale medaglia d’oro al V.M. Giuseppe Perotti, caduto al Martinetto con 7 altri membri del Comitato militare del CLN o, sul versante opposto, un francobollo dedicato a Giovanni Gentile ammazzato nel 1944 da gappisti comunisti che gli tesero un agguato sulla porta di casa. Un francobollo implica quello che Omodeo definiva “il senso della storia” . Un francobollo per Berlusconi non suscita nessuna ripulsa etica come alcuni faziosi sostengono ed appare stupida la richiesta di intervento del presidente Mattarella. La figura di Berlusconi a cui furono concessi – non dimentichiamolo – i funerali di Stato e il lutto nazionale, è oggi consegnata alla storia che ha bisogno di distacco critico per esprimere un giudizio. Per Napoleone Manzoni scrisse che l’ardua sentenza era affidata ai posteri. A maggior ragione per un personaggio fuori misura come Berlusconi, che è più che mai, anche morto, nel pieno della ribalta politica anche oggi, occorre quella che Guicciardini chiamava la “discrezione”. Non credo però che l’entusiasta del francobollo senatrice Ronzulli abbia mai letto Guicciardini e tanto altro. Per un uomo come Berlusconi un francobollo voluto da un governo amico ad un anno appena dalla sua morte, appare poco o nulla. Stiano sereni gli anti berlusconiani che si indignano per così poco.  La vera gloria la stabilirà un giudice molto più importante e credibile: il tempo.

Parco Salute, Valle (Pd): “Tempo perso e costi maggiori”

“Dalla relazione economico-finanziaria un quadro che preoccupa”.

 

L’accusa del consigliere regionale Daniele VALLE (Pd): “Cirio aveva promesso 72 milioni dalla Regione, ma ne mette meno di 4 e svuota l’ex art. 20”

 

«Il Parco della Salute costa di più, la Giunta Cirio ha perso tempo e si continua a dare i numeri senza mai prendere in considerazione il Regima Margherita e lo scorporo di questo ospedale dal futuro Parco: questo è quanto risulta dall’ultima relazione economico-finanziaria dello studio di fattibilità per la realizzazione del PSRI. La relazione certifica un incremento dei costi di 68 milioni e 400mila euro a carico dello Stato ex art. 20 e di 3 milioni e 600mila euro a carico della Regione. Un incremento, com’è noto, legato all’aumento dei costi delle materie prime, ma ha pesato anche la perdita di tempo da parte della Regione. A maggio del 2019 c’erano tre operatori economici ammessi alla gara e la lentezza della procedura ha portato i due operatori rimasti a febbraio 2022 a dover rifare i conti. Ci sono voluti mesi di interlocuzione con l’ANAC per consentire la modifica delle condizioni economiche. Le ditte segnalano il problema nel febbraio 2022, ma solo a maggio (ben tre mesi dopo!) la Regione scrive ad ANAC, che risponde negativamente a giugno. La Regione, quindi, riformula la richiesta e solo a settembre 2023 si arriva al via libera. Un anno e mezzo per modificare la procedura! Un aggiornamento, che, peraltro, arriva a quattro mesi di distanza dall’annuncio del presidente Cirio che la Regione si sarebbe fatta carico di tutti i 72 milioni, fissando per il 12 aprile 2024 la presentazione delle offerte. La Regione metterà 3,6 milioni di euro, facendosi carico dei nuovi costi solo nella misura del 5% (risorse che non sono a bilancio nel 2024, ma solo nel 2025, quindi si tratta di un bel “pagherò”).  Sulla scadenza del 12 aprile vedremo se sarà rispettata. Ma c’è un altro elemento davvero sorprendente: la relazione del Commissario Mario Corsini ignora del tutto lo scorporo del Regina Margherita, che alle condizioni attuali resterebbe nel nuovo Parco della Salute. Visto che i risparmi previsti dalla nuova Relazione sono dell’ordine di 25 milioni l’anno, ma considerando anche il trasferimento del Regina Margherita, qualcosa non torna. Infine, oggi la A.O.U. Città della Salute, escludendo il C.T.O, conta 2022 posti letto, occupati all’80%. Il nuovo Parco, contando anche il C.T.O riconvertito, conterà 1160 posti, e se ne stima l’occupazione al 90%. Nel dato di partenza bisognerebbe però contare anche i posti letto del C.T.O e il loro tasso di occupazione».

 

Daniele Valle

Vicepresidente del Consiglio Regionale

Vivere Mirafiori ETS si presenta

Giovedì 18 aprile alle ore 18

Salone delle Feste della Cascina Roccafranca via Rubino 45, Torino

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Il progetto di Vivere Mirafiori nasce e si sviluppa nell’ambito del gruppo di volontarie e volontari che da molti anni collaborano con la Fondazione Cascina Roccafranca nella realizzazione, promozione e gestione delle numerose iniziative di carattere culturale, sociale ed educativo attuate dalla Fondazione stessa.

Finalità dell’associazione è favorire partecipazione civica e cittadinanza attiva, valorizzando il volontariato, per offrire percorsi di benessere, aggregazione e coesione sociale tra le cittadine e i cittadini del territorio, per contribuire allo sviluppo di reti formali e informali, per promuovere l’inclusione delle fasce fragili della popolazione e per consolidare forme di collaborazione tra pubblico e terzo settore nella costruzione dei beni comuni su cui si fonda la convivenza civile.

E’ obiettivo dell’associazione collaborare con tutte le realtà, formali e informali, del territorio allo sviluppo di progetti ed iniziative di interesse comune e della cittadinanza.

L’associazione ha ottenuto l’iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del terzo Settore) ed è aperta a tutte le cittadine e i cittadini che ne condividano le finalità e desiderino contribuire al loro raggiungimento.

Tajani lancia le candidature di Damilano e Cirio

Il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia oggi è stato  a Torino nella sede del partito in via Barbaroux per lanciare la ricandidatura di Alberto Cirio alla presidenza della Regione Piemonte. Nel corso dell’incontro è stata annunciata la candidatura di Paolo Damilano alle Europee.

Salvare la democrazia da chi la vilipende

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Il caso Gallo non è certo l’unico. L’affarismo in politica non è una novità, se Salvemini accusava persino Giolitti di essere un ministro della malavita. Il voto non è mai stato un bagno di democrazia vera perché l’inquinamento personale ha sempre giocato un ruolo preciso. Era l’Italia dei notabili con Giolitti è l’Italia delle correnti clientelari oggi. Oggi, tra  l’altro, viviamo in un sistema elettorale bastardo che solo in alcuni casi prevede le preferenze anche se i paracadutati nei collegi forse sono l’esempio più clamoroso di scarsa democrazia. Ma i casi Gallo pongono anche una riflessione sul voto di preferenza in base al quale un signor nessuno occupa un seggio che deve ad un dispensatore di piaceri, ad essere generosi, e quindi dipende dal “benefattore”. Da tempo abbiamo imboccato la strada dell’abbandono della democrazia come si può constatare dal calo pauroso dei votanti che fa il gioco dei capi clan. La scarsa affluenza è conseguenza di una politica che non convince più ed è la condizione ottimale che consente ai vari Gallo di prosperare nell’allevare i propri polli. Va ripensato il sistema: i fascisti definirono le elezioni dell’Italia prefascista dei “ludi cartacei” in cui le schede erano una finzione.  I fascisti poi dimostrarono che la stessa democrazia era una perdita di tempo e che occorreva l’uomo forte per decidere. Così, dopo il delitto Matteotti, un deputato che denunciò in Parlamento i brogli e le violenze delle elezioni dell’aprile 1924 , iniziò il regime autoritario e la dittatura divenne realtà nel 1925. Sono passati cent’anni e non è possibile stabilire confronti, ma il disprezzo per la democrazia dimostrato dai vari Gallo sparsi per l’Italia è molto pericoloso. Gli elettori già in giugno devono tornare a votare in massa in modo libero, mandando a quel paese i mandarini del potere fondato sulle tessere. Votare in libertà e per la la tutela della libertà e’ la vera scelta antifascista di oggi: le elezioni sono un momento culminante della democrazia e non dei “ludi cartacei” decisi dai capicorrente di ogni partito che sovente sono manovratori ignoranti e incapaci di qualsivoglia pensiero politico. Questo è un altro paradosso: i peggiori decidono chi far eleggere, lasciando i migliori al palo come il professor Salizzoni e tanti altri. Se si ascoltano gli interventi di certi consiglieri, quando decidono di non limitarsi ad alzare il dito in aula, c’è da rimanere imbarazzati per loro: lo stile Furnari-Alabiso – due consiglieri anni 70 – ha fatto scuola. Anche la Dc venne presa d’assalto dalle clientele come il PSI e tanti altri. Bisogna reagire con fermezza assoluta a tutela del nostro futuro democratico. Esisteva in passato l’ Ande, associazione delle donne elettrici. Oggi occorrerebbe una sorta di sindacato degli elettori che desse indicazioni di voto in base ai curricula dei candidati, lasciando gli impresentabili alle cure dei ras, cui va imputato, a mio parere, soprattutto il gravissimo reato di vilipendere la democrazia, il bene più prezioso da difendere insieme a quello della libertà. veri fascisti oggi sono loro.

Cambiano, il nuovo Ospedale: cosa cambierà?

Venerdì 12 aprile alle ore 20.45 la Sala comunale di Cambiano (To) (piazza Vittorio Veneto, 9) ospiterà il dibattito “Il nuovo Ospedale di Cambiano”.

All’incontro, organizzato da “Lista Civica CIRIO PRESIDENTE” e “Cambiano nel Cuore” parteciperanno: Gian Luca Vignale, candidato nella “Lista Civica Cirio Presidente”; Ernesto Saggese, Consigliere comunale di “Cambiano nel Cuore”; Maria Teresa Lombardi, Direttore tecnico Area ospedaliera Asl Città di Torino e Gabriella Cavalot, Direttore Struttura complessa radiodiagnostica.

Modererà l’evento Daniele Marucco, giornalista del Corriere di Chieri (To).

Zaccanti (Pdf): “Viva le masnà card: ci sono anche imprese a favore della natalità”

Cristina Zaccanti, PdF: “Volentieri segnaliamo l’azienda Borello Supermercati, attenta con lungimiranza a favorire la famiglia e la natalità”

Riceviamo e pubblichiamo – Un 5% sul totale della spesa è vantaggio solitamente riservato agli ultra sessantacinquenni, la fascia sicuramente più larga dei consumatori. Solitamente un giorno fisso la settimana. Ma che si pensi a favorire la famiglia con uno o più figli a carico da 0 a 1 anno è la brillante idea, in uso dal 2022, che l’intelligente imprenditore Fiorenzo Borello ha messo in campo confermando come si possa essere intraprendenti, e vincenti, al punto da aver realizzato in 40 anni un piccolo impero (52 punti vendita in Piemonte, concentrati essenzialmente nel torinese) senza perdere di vista la valorizzazione del territorio, della lingua, delle tradizioni, anzi, proprio puntando su questi. La carta “Viva le Masnà Card” reclamizzata nella pagina fb è a disposizione delle famiglie, sempre meno numerose, che hanno ancora il coraggio di mettere al mondo bambini.

Cristina Zaccanti, Coordinatore regionale del Popolo della Famiglia, afferma: «Anche quest’anno i dati del Report dell’ISTAT registrano un calo tale da collocare l’Italia al sestultimo posto nel mondo per nascite. 379.000 bambini nel 2023, 14.000 in meno rispetto al 2022, mentre 577.000 erano nati nel 2008. La fecondità scende all’1.20 avvicinandosi al minimo storico del 1995 di 1,19 figli per donna. Le donne desiderose di essere madri sono indotte a posticipare l’età di una gravidanza che diventa pertanto sempre più a rischio.

Borello lancia un segnale che va raccolto, urgentemente. Va nella stessa direzione di altre proposte, ad es. quella di una legge di iniziativa popolare “Una firma per la vita” che, tra le altre misure, propone il reddito di maternità, una indennità di 1000 euro al mese per i primi 8 anni di vita del bambino, rinnovabili alla nascita di un altro bimbo, vitalizio alla nascita del quarto, per la mamma che si prenda cura in esclusiva della crescita del proprio piccolo. A vantaggio ovviamente di tutta la famiglia. Una scelta in più per la donna. I fondi andrebbero sottratti all’incremento delle spese militari. Insomma, più bimbi e meno bombe. Per sostenerla basta andare nel proprio comune e firmare il modulo. Entro fine giugno puntiamo a raccogliere in tutta Italia ben oltre le 50000 firme necessarie».

“Viva le Masnà” diventi lo slogan di tutti gli italiani, affinché anche altre nostre imprese famigliari, come quella di Borello, possano ritornare ad essere motore della gloriosa tradizione piemontese ed italiana.