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Come comunicano i cani (parte III)

La comunicazione tattile, che è quella che insieme alla comunicazione chimica viene utilizzata per prima dai cuccioli, avviene attraverso il cuscinetto nasale, le vibrisse (che compensano la vista a distanze molto ravvicinate e che sono composte da baffi, ciuffi sopraciliari, guanciali e labiali), oltre a diversi recettori tattili dislocati lungo il corpo, recettori del caldo e del freddo e nocicettori (recettori per il dolore). Questo tipo di comunicazione inizia nei primi giorni di vita con la madre che lecca i neonati per liberarli dalla placenta e nelle successive settimane per pulirli. Un altro contatto molto rassicurante per loro, ancora incapaci di regolare la temperatura corporea, è lo stare addosso gli uni sugli altri. Tra conspecifici questo tipo di comunicazione può essere utilizzata a scopo sociale o gerarchico: appoggiare una zampa, il muso o l’intero corpo su quello di un altro cane indica dominanza, leccare le labbra e il muso è un segnale associato alla deferenza. Questa comunicazione inoltre può essere utilizzata a scopo sessuale, nel corteggiamento, con naso e lingua nell’area genitale. 

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Il nostro modo di toccare il cane è un chiaro segno di comunicazione e in base a quello capisce se siamo pacifici o meno e si relazionerò con noi di conseguenza. Accarezzarlo lungo la guancia, sotto il mento, sul petto e sul fianco è un segno di grande attenzione e rispetto che mantiene il cane sereno e tranquillo; toccarlo sulla testa, fra le orecchie, sul collo e sulla groppa comunica, invece, autorevolezza che non tutti i cani sono disposti ad accettare. Tocchi brevi e veloci tendono ad attivare il cane mentre tocchi lenti e prolungati hanno un effetto calmante. Il contatto fisico con il cane è fondamentale ma deve essere equilibrato, né scarso né eccessivo. E’ necessario porre molta attenzione ai nostri gesti, anche se involontari, perché anche la parte tattile fa parte della comunicazione i e il cane risponderà a seconda del segno ricevuto. Soprattutto con cani che non si conoscono, evitate di toccarli sulla testa: questo atteggiamento può provocare reazioni di paura e/o aggressività in quanto per loro è chiaro segno di minaccia. Se ci fate caso, ogni volta che lo fate, anche con il vostro cane, lui abbasserà un po’ la testa e socchiuderà gli occhi, perché non gli piace, anche se impara ad accettarlo, tanto più da persone che non conosce. Se volete interagire con un cane che non conoscete, prima di tutto cercate di capire se è disposto o meno a farlo con voi (ricordatevi della comunicazione visiva e olfattiva): se la sua risposta (verbale e/o non verbale) è equivalente a un “sì”, avvicinatevi con una traiettoria leggermente curva, oppure abbassatevi e aspettate che sia lui ad avvicinarsi ed eventualmente accarezzatelo sotto il muso. Anche l’abbraccio è un segnale che può portare a fraintendimenti: nel nostro linguaggio indica affetto, ma per loro ha un significato di sfida e di dominanza. Essendo degli ottimi “psicologi”, molti cani hanno imparato a capire che questo nostro modo di relazionarci è in realtà un segnale di affetto, ma soprattutto da persone sconosciute può non essere accettato e diventare molto, molto pericoloso. Molti incidenti, soprattutto con bambini, sono dovuti alla scarsa conoscenza di queste informazioni. Si tende ad attribuire la colpa al cane, anche con titoli giornalistici sensazionalistici, quando con tutta probabilità, aveva già fornito chiare indicazioni di non gradire quella situazione. Non essendo capito, per dileguarsi da una condizione evidentemente troppo stressante, può arrivare al morso. L’unico modo che abbiamo per prevenire incidenti è osservare attentamente i cani, imparando a riconoscere cosa comunicano, per assicurarci che non sia infastidito dai nostri atteggiamenti.

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Sarebbe opportuno manipolare correttamente i cani fin da cuccioli, comprese le orecchie, le zampe, la coda, il muso, la bocca per evitare che, nel caso in cui si dovesse rendere necessario, quando lo porterete ad esempio dal veterinario o dal toelettatore, sarà abituato a essere toccato in certe zone e non risponderà in modo pauroso o aggressivo.

 

Ogni cane, quindi, è diverso per genetica ed esperienze e ogni situazione deve essere valutata nel complesso della sua vita, dalla sua storia, dalle caratteristiche di razza e di carattere.

 

I cani sono comunicatori eccezionali, in grado di sviluppare segnali per ogni situazione; se il nostro obiettivo è quello di avere una relazione appagante, armiamoci di un po’ di impegno e buona volontà e impariamo il “canese”!

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila – Istruttrice Rally Obedience

 

La piramide dei bisogni del cane

La comunicazione con il cane

Come comunicano i cani (parte I) – La comunicazione chimica e visiva

Come comunicano i cani (parte II) – La comunicazione olfattiva

 

 

“Io bevo caffè di qualità”

Venaria Reale sarà teatro il 13 e 14 aprile prossimi della seconda edizione di “Io bevo caffè di qualità”, format di degustazione dedicato alla diffusione della cultura del caffè “specialty”. Il teatro Concordia, come lo scorso anno, ospiterà al suo ingresso una serie di assaggi realizzati con diversi metodi di estrazione grazie ad una macchina di caffè espresso, macchine a filtro e metodi per un percorso di degustazione a 360 gradi. Dalle 17 alle 20 sarà possibile essere protagonisti di un percorso sensoriale diretto dal “caffesperto” Andrej Godina, dottore di ricerca in Scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè, e da Maurizio Galiano, mastro tostatore della Pasticceria Gocce di Cioccolato di Torino. Il format “Io bevo caffè di qualità” è nato a a Firenze nel 2012 ed approdato a Torino scegliendo la pasticceria Gocce di Cioccolato, che sta diventando in città il luogo adatto per poter degustare uno speciality coffee, preparato in espresso e con altri metodi di estrazione, accompagnato da gustosi prodotti di pasticceria. Quest’anno verranno proposti il Pancito, muffin al caffè versione mignon, un bicchierino con crema al caffè ed un cioccolatino senza cacao a base di caffè, burro di cacao e zucchero. Al teatro Concordia di Venaria si terranno sessioni di assaggio di caffè specialty, abbinati alla pasticceria gourmet di Gocce di Cioccolato. I caffè saranno preparati da baristi in grado di dare tutte le informazioni per far vivere ai partecipanti una degustazione a 360 gradi, con nozioni sulla nascita del caffè nei Paesi di origine fino al prodotto in tazzina. “Io bevo caffè di qualità” è ideato ad Andrej Godina e Francesco Sanapo, in collaborazione con Umami Area e Sesamo Comunicazione Visiva, Main sponsor Gocce di cioccolato.

 

Mara Martellotta

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L’evento è ad ingresso libero, rivolto a tutti. Per informazioni   3495801845

I picasass del granito rosa

Nella larga cantina, sul banco da lavoro e appoggiati al muro in pietra, Giancarlo teneva tutti i suoi attrezzi. La mazza grossa e quella a gemma, usata per segnare la direzione del taglio; i “bozzett”, piccole mazzette con cui si sbozzavano i blocchi di granito; i cunei, il “fer quadar” e la “spadina”, il “punciott” per aprire il taglio e gli stampi per il foro da mina; “l’ungeta” a punta triangolare per le finiture, il “capin” – rudimentale compasso in legno per misurare lo spessore e gli attrezzi per bocciardare la pietra quando viene rifinita.


Giancarlo Venieri l’ho conosciuto trent’anni fa in casa di Folco Gerlandi, veterinario di Gallarate che aveva casa da queste parti, sulla sponda piemontese del Verbano. Eravamo più o meno coetanei e nel tempo siamo diventati amici. Quelli erano i suoi attrezzi di quand’era “picasass” in cava. Erano anni che non lavorava più, complice un brutto incidente: durante lo scoppio di una mina  le schegge di granito l’avevano colpito in pieno volto. Per l’occhio destro non ci fu nulla da fare mentre il sinistro, pur lesionato, si salvò. Da allora, con i suoi occhiali spessi, passava il tempo facendo  lavoretti per se e per gli amici, passeggiando sul lungolago o giocando a ramino all’osteria dei Quattro Passi. Parlava volentieri e raccontava di quel lavoro “che mi ha quasi reso cieco ma che rifarei d’accapo se potessi tornare indietro nel tempo“. Giancarlo raccontava, liberando i ricordi come fossero un fiume in piena. “Tanti anni fa si estraeva la pietra a forza di braccia. S’incideva la vena con scalpelli e martelli per poi infilare nelle fessure i cunei di legno e le “livére”, le leve di ferro. I cunei, bagnandoli, si gonfiavano aprendo la vena del granito e poi con le leve si staccava il pezzo. Doveva essere un lavoro da bestie, duro come il sasso che ci si trovava davanti“. Poi vennero usate le mine. “Usavamo la mazza per battere lo stampo per i fori. Si batteva a turni di un’ora ciascuno ed era una gran fatica. I fori, spesso, superavano i dieci metri di profondità con un diametro di otto-dieci centimetri, e c’erano stampi che pesavano un quintale, un quintale e mezzo. Quando il foro era pronto infilavamo un tubo lungo una quarantina di centimetri, la “campana”, ancorato con una cordicella e poi la polvere da sparo e la lunga miccia per far “brillare” la mina. Che botti! Che lavori! Rimbombava tutta la cava e il colpo, come un tuono a ciel sereno, annunciato dal suono del corno, si sentiva su tutto il lago“. Per smuovere i  massi fino a raggiungere le vie di “strùsa” e di “lizza”, vere e proprie canalizzazioni utili a far scivolare i blocchi di granito lungo la loro discesa a valle, si usavano i “curli” di legno di betulla, sui quali erano applicate le “vere”, anelli di ferro con dei fori passanti nei quali venivano infilate le leve per farli ruotare. Ma c’erano anche i macchinosi “cric”, in massiccio legno d’olmo, dove un solo cavatore – grazie a marchingegni e ingranaggi – poteva smuovere blocchi oltre i cento quintali. “Ma quella era la vita di una volta, in cava. Adesso è tutto meccanizzato. Usano martelli pneumatici, trivelle. Fanno un decimo della nostra fatica; hanno le protezioni, le mascherine. Ai miei tempi si mangiava pane e polvere di granito e molti dei miei compagni si sono giocati la pelle con la silicosi“.  Fino alla prima meta’ del Novecento l’abilità e la fama di questi scalpellini era diventata proverbiale, favorendone la migrazione in tutta Europa e nelle Americhe. “ Ho ancora a casa una cartolina postale che Lauro Mantegni scrisse a mio padre nel 1927 dall’Argentina e una foto di mio nonno, anche lui scalpellino, a Parigi, davanti alla torre Eiffel nel 1892, tre anni dopo l’inaugurazione del monumento più famoso della capitale francese“, confidò Giancarlo. Il granito più  famoso è senz’altro quello rosa di Baveno,estratto dal Monte Camoscio. Roccia pregiata, conosciuta e utilizzata già al tempo dei romani per essere impiegata un po’ ovunque. Giancarlo, di questo, era molto orgoglioso: “Il nostro granito ha fatto il giro del mondo. Da Buenos Aires a Nizza, da Bruxelles alla piazza Colonna di Roma. I tre monumenti equestri di Caracas dedicati a Simon Bolivar, le 180 colonne di via Roma a Torino, la stazione di S.Maria Novella a Firenze, la cupola centrale della Beata Vergine di Pompei. A Milano, Piazza del Duomo , è coperta da 17 mila metri quadrati del nostro “rosa”. C’è n’è dappertutto: persino al santuario dell’Annunciazione di Nazareth , nei cimiteri di Miami e di Hollywood, a Parigi, Ginevra, Praga, Berlino e nelle balaustre della passeggiata a mare di Rapallo”. Parlava delle grandi macine per il grano, dell’attenzione che andava prestata al suono del corno che, annunciando lo scoppio della mina, obbligava tutti a mettersi al riparo per non finire sotto qualche masso o rischiare incidenti come quello che era capitato a lui. Ci teneva a mostrare, sfogliando le pagine di un libro ormai logoro, i disegni dei barconi a vela quadrata che, sfruttando la via d’acqua che dal Lago Maggiore, navigando sul Ticino  e sui Navigli , consentiva di trasportare gli enormi blocchi di pietra. Ricordava come nelle cave, oltre al prezioso granito rosa, si possano trovare circa 60 specie di minerali diversi, ad alcuni dei quali questo nostro piccolo paese di lago aveva contribuito a definirne il nome, come nel caso della “Bavenite”. Giancarlo, una mattina come le altre, recatosi all’osteria di buon ora per il primo caffè della giornata e uno sguardo ai titoli del giornale, ha messo i soldi sul bancone e tirando un lungo e profondo respiro si è accasciato. Gli altri avventori non poterono far altro che constatarne il decesso. Così era venuto a mancare anche lui, un vero galantuomo e gran lavoratore che nella cava aveva lasciato non solo l’occhio destro ma tutti i suoi anni migliori. C’era da capirlo quando si soffermava a guardare, quasi mettendosi sull’attenti, il granitico monumento dedicato ai “picasass” sul lungolago. Era come se rendesse omaggio ai lavoratori della pietra che onorarono nel mondo il nome di Baveno. Lui stesso, con pieno diritto,  riposa con loro nel paradiso dei giusti. 

Marco Travaglini

Nel regno del gusto con il Bocuse d’Or

Eventi di avvicinamento su tutto il territorio piemontese. Programma completo su www.bocusedoreuropeoff2018.it

 

Prosegue la stagione di eventi culturali rivolta al grande pubblico deBocuse d’Or Europe OFF 2018, che vede il suo momento clou a Torino dall’al 16 giugno, ma che sta animando tutto il Piemonte già da fine marzo. Fra mostre, talk, incontri, spettacoli, laboratori, attività per famiglie e feste nei luoghi più belli e significativi del territorio per omaggiare la tradizione enogastronomica italiana e internazionale, è in programma una nuova settimana ricca di appuntamenti.

 

Nato dall’idea che la cucina è cultura, espressione di contemporaneità e delle identità di un territorio, in continuo dialogo con altre arti e discipline con cui condivide una visione di futuro, il Bocuse d’Or Europe OFF 2018 vede la partecipazione di musei e istituti culturali, protagonisti del mondo dell’enogastronomia, partner pubblici e privati. 

 

Anche “Dolci Portici” rientra fra le proposte del più ampio programma del Bocuse d’Or Europe OFF 2018 per ospitare, dal 6 all’8 aprilele eccellenze del territorio torinese legate al cioccolato, ma non solo, accanto ai mastri cioccolatieri gli spazi espositivi ospiteranno infatti pasticceri, gelatieri produttori di liquori al cioccolato. Una tre giorni dove il centro cittadino sarà avvolto dall’aroma del cioccolato declinato in tutte le sue possibili forme e rappresentazioni. Finanziato da Camera di Commercio di Torino, Dolci Portici è un progetto coordinato e realizzato da Fondazione Contrada Torino Onlus con il patrocinio e supporto di Città di Torino e con la collaborazione di Confartigianato e le altre Associazioni di Categoria. (Ingresso libero)

 

In Galleria Sabauda, martedì 10 aprile si potranno invece esplorare i mercati raffigurati nelle grandi tele dei pittori veneti della famiglia Bassano con gli appuntamenti di “Far la spesa al mercato nel Rinascimento” (Ingresso € 4) un viaggio attraverso la cucina rinascimentale, fra trattati, ricettari poemi “maccheronici”, alla fine del quale il pubblico è invitato a comporre un menù ispirato alle antiche ricette per scoprire quali erano i piatti più comuni e quelli più ricercati sulle tavole del Cinquecento e com’è cambiata la lista della spesa da allora ai giorni nostri. Ancora nel segno dell’esplorazione dei ricettari è anche “Correggere il cibo per un mangiare sano” (Ingresso libero) in Fondazione Luigi Einaudi, dove saranno indagati i regimi alimentari dal XIV al XVI secolo, attraverso gli antidoti e gli artifici gastronomici dei ricettari premoderni.

 

Nella stessa giornata di martedì 10 aprile al Circolo dei lettori, a partire dalle ore 18, l’ aperitivo è con gli asparagi di Santena e delle Terre del Pianalto, il germoglio a tempo zero, che i partecipanti possono assaggiare in una degustazione di piatti in occasione di “Delizie di Stagione“. Il segreto della bontà di questo tenero prodotto di eccellenza, coltivato nella zona est della Città Metropolitana, sta nella sua freschezza, assicurata dal tempo zero che passa fra raccolta in campo e consumo. L’incontro con Gino Anchisi, Antonella Parigi, Gianni Oliva è moderato da Marco Trabucco, con letture di Dario Benedetto. (Ingresso libero)

 

La Fondazione Luigi Einaudi mercoledì 11 aprile inaugura, in Via Principe Amedeo 34, l’esposizione “Vini, viti e vigneti nei libri e nelle carte di Luigi Einaudi” che illustra  “l’amor di libro” di Luigi Einaudi per la viticoltura ed espone lettere nelle quali si evince l’amorosa cura per lo sviluppo dei vigneti e la sua profonda passione per la terra: nel 1909 comprò il primo podere e nel 1915 creò una cantina per produrre e imbottigliare il vino. Ad intervenire in occasione dell’inaugurazione,  Mauro Ambrosoli e Alberto Giordano. (Ingresso libero)

 

 

PROGRAMMA DAL 6 AL 13 APRILE

 

 

DAL 6 APRILE  AL  16 GIUGNO 2018 – Palazzo Reale Torino, Piazzetta Reale 1

“I Savoia a tavola”#2

Visite al Secondo Piano di Palazzo Reale

 

ORGANIZZATO DA: MUSEI REALI DI TORINO

INFO UTILI: Ingresso € 6 | Orari riservati: venerdì ore 10 e ore 15, sabato e domenica ore 10A cura di Associazione Amici di Palazzo Reale

Visite guidate gratuite per gruppi (max 25 persone ciascuno) conprenotazione obbligatoria all’indirizzo mail: info@bocusedoreuropeoff2018.it

  

 

 DAL 6 ALL’8 APRILE 2018  – VIA ROMA, TORINO, TO, ITALIA

“Dolci portici”

Tre giorni dedicati alle eccellenze dolciarie

 

ORGANIZZATO DA: Camera di Commercio di Torino, Fondazione Contrada Torino Onlus, Città di Torino, Confartigianato, Associazioni di Categoria

INFO UTILIIngresso libero.L’evento si svolge lungo l’asse centrale pedonaledi Via Roma(tratto compreso tra Piazza Castello e Piazza San Carlo)

  

 

10 APRILE – Musei Reali – Galleria Sabauda Piazzetta Reale, 1

“Far la spesa al mercato nel Rinascimento”

Visita guidata #1

 

INFO UTILI: Ore 17Ingresso € 4Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail: info@bocusedoreuropeoff2018.itLaboratorio: € 3 a persona oltre al costo del biglietto

ORGANIZZATO DA: MUSEI REALI DI TORINO

  

 

10 APRILE – Fondazione Luigi Einaudi, Via Principe Amedeo, 34, Torino, TO, Italia

“Correggere il cibo per un mangiare sano”

Antidoti e artifici gastronomici nei ricettari premoderni

 

INFO UTILI: Ore 16.30Ingresso libero

ORGANIZZATO DA: Deputazione Subalpina Storia Patria

 

Regimi alimentari dal XIV al XVI secolo.Interviene Irma Naso, Università di Torino

 

 

10 APRILE 2018 – Il Circolo dei lettori, Via Giambattista Bogino, Torino, TO, Italia

“Delizie di stagione”

con Gino Anchisi, Gianni Oliva, Antonella Parigi e Marco Trabucco | Letture di Dario Benedetto

 

INFO UTILI: Ore 18.Ingresso gratuito 

ORGANIZZATO DA: il Circolo dei lettori

 

 

11 APRILE 2018 – Via Principe Amedeo, 34, Torino, TO, Italia

“Vini, viti e vigneti nei libri e nelle carte di Luigi Einaudi”

Inaugurazione dell’esposizione

 

ORGANIZZATO DA: Fondazione Luigi Einaudi onlus

INFO UTILI: Ore 16.30. Ingresso libero

 

 

 

Messer Tulipano, weekend ricco

Sabato 7 aprile, in omaggio al tema collaterale della rosa, si terrà la dimostrazione di arte floreale “La rosa, un fiore per tutte le occasioni” a cura dell’Associazione didattico-culturale SIAF (Scuola Italiana Arte Floreale). Durante tutta la giornata l’Associazione, esperta nell’arte di decorare con i fiori e altri elementi naturali come frutta e verdura, terrà dimostrazioni in cui insegnerà ai visitatori come realizzare delle originali composizioni per abbellire la tavola in sei occasioni speciali: una “Minnie” verrà creata appositamente per le feste dei bambini, altre originalissime decorazioni saranno realizzate per la “Colazione in campagna”, per la Festa della mamma, una festa in giardino e la festa dei 18 anni. Si potrà infine imparare a realizzare i festoncini per le sedie. Tutte le composizioni avranno come tema comune la rosa, accompagnata ad altri fiori.

Domenica 8 aprile si terrà “Erboristeria: la rosa nelle tisane. Usi, abbinamenti e benefici”, a cura di Mùses – Accademia Europea delle Essenze. Verrà presentata una panoramica sulle proprietà della rosa nelle tisane, con dimostrazioni sul suo uso in erboristeria e degustazioni per il pubblico. Sempre domenica, degustazioni a cura dei Maestri del Gusto di Torino e Provincia. E per i più piccoli ArteNa proporrà il laboratorio “La moda di un seme”, alle ore 14,30 e alle 17,30. L’attività prevede un’introduzione sul tema, con l’utilizzo di una collezione di semi e con l’illustrazione delle diverse strategie di disseminazione. I partecipanti realizzeranno poi, con plastilina e materiali naturali e di recupero, un seme fantastico che potranno portare a casa.

Come ogni anno, il parco del Castello di Pralormo accoglie la primavera con la fioritura di narcisi, primule, rose, violette e margherite. I tulipani, i grandi protagonisti della manifestazione, stanno sbocciando e si apprestano a regalare ai visitatori uno splendido spettacolo. Con il tema collaterale “… e il parco si tinge di rosa”, Messer Tulipano racconta quest’anno la regina dei fiori, come colore e come fiore, fonte di ispirazione nell’arte, nella letteratura, nel design, nella moda e nella cucina. Il parco del castello si tinge così di rosa con sentieri ombreggiati da curiosi ombrelli-bambù, aiuole dalle svariate forme che con la loro sinuosità contribuiscono a creare un’atmosfera romantica che contrasta volutamente con la severità del Castello. Anche nel prossimo weekend è a disposizione dei bambini la zona ludica a cura di New Holland con trattorini a pedali, insieme ad altre animazioni per piccoli agricoltori.

Le Superga solidali

Sabato 7 aprile dalle ore 10:30 alle ore 19 la Bottega Paideia in Via Villa della Regina 9/D a Torino ospita un evento di moda e solidarietà aperto a tutti con le “Superga® per Paideia”, una versione del modello 2750 – la prima scarpa da tennis al mondo realizzata con suola in gomma naturale vulcanizzata – ideata per sostenere la Fondazione Paideia. Disponibile in edizione limitata per uomo e donna e anche per i più piccoli, questa versione presenta una tomaia in puro cotone bianco personalizzata con occhielli colorati, suola in gomma naturale vulcanizzata e il logo della Fondazione Paideia sul tallone.

 

Insieme al paio scelto si riceverà in omaggio una scatola di pennarelli Carioca per disegnare sulla stoffa delle proprie “Superga® per Paideia” e durante la giornata sarà possibile anche personalizzare il proprio paio con la creatività dellillustratrice Roberta Rossetti. L’intero ricavato delle “Superga® per Paideia” sarà devoluto per finanziare la costruzione del Centro Paideia (www.centropaideia.org).

 

Le “Superga® per Paideia” sono disponibili presso la Bottega Paideia, online sul sito www.superga.com e presso i negozi monomarca di Torino (via Lagrange 27 e via Garibaldi 33) e il flagship store di Milano (corso Vittorio Emanuele II 15) al prezzo di 59 Euro per il modello da bambino e di 65 Euro per il modello da adulto. Fino a sabato 14 aprile compreso, la Bottega Paideia sarà aperta il lunedì dalle ore 15:30 alle 19 e dal martedì al sabato dalle ore 10:30 alle ore 19. Per informazioni: 011-5520236 info@fondazionepaideia.it

Appetitoso strudel di verdure

La versione salata del classico dolce, si prepara con ortaggi di stagione saltati in padella e pochi altri ingredienti. Un involucro di pasta sfoglia che racchiude una cremosa e gustosissima farcia. Una preparazione perfetta per il picnic di Pasquetta.

 

Ingredienti

 

1 Rotolo di pasta sfoglia rettangolare

50gr. di speck

1 piccolo porro

1 peperone rosso

1 melanzana piccola

1 zucchina

1 pomodoro

100gr. di ricotta

Latte per spennellare

Pangrattato q.b.

Sale, pepe, olio evo, curcuma, origano q.b.

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Rosolare in poco olio il porro affettato sottilmente, aggiungere tutte le verdure lavate e ridotte a dadini, salare, pepare, portare a cottura e lasciar raffreddare. In una ciotola mescolare le verdure con la ricotta e l’origano, aggiustare eventualmente di sale. Stendere la pasta sfoglia, bucherellarla con i rebbi di una forchetta, cospargerla con poco pangrattato. Stendere sulla pasta le fette di speck e sopra spalmare la crema di verdure, lasciando un bordo di circa cinque centimetri. Arrotolare lo strudel dal lato piu’lungo aiutandovi con la carta forno, chiudere bene le due estremita’, praticare delle piccole incisioni con la lama di un coltello, spennellare la superficie con il latte e spolverizzare con la curcuma. Cuocere in forno a 200 gradi per circa 30 minuti. Servire affettato tiepido o freddo.

 

Paperita Patty   

Cocchi al Vinitaly con “La venaria Reale”

Padiglione 10 Stand Q3

Arriva la seconda edizione della Riserva La Venaria Reale, il Vermouth  lanciato due anni fa in occasione del 125° anniversario di fondazione della casa astigiana Giulio Cocchi.

 

Dopo il sold out delle prime, esclusive, 1891 bottiglie celebrative, Cocchi presenterà questo Vermouth di solida tradizione sabauda creato in collaborazione con la Reggia di Venaria al Vinitaly 2018 nel nuovo formato (bottiglia da 50 cl. nell’iconica scatola triangolare usata anche per il Barolo Chinato)Appuntamento dunque da domenica 15 a mercoledì 18 aprile nello stand Cocchi a Verona (Padiglione 10 Piemonte stand Q3) per degustare questa espressione della categoria “Riserva”. Ricetta, selezione degli ingredienti botanici, tempo di affinamento: tutto nella Riserva La Venaria Reale Cocchi è stato lungamente ragionato per coerenza storica e geografica. Il Vermouth Riserva La Venaria Reale ha infatti un’identità forte, sia territoriale – vino piemontese, erbe alpine – che storica, a rievocare il ruolo essenziale della casa reale dei Savoia nella nascita del vermouth moderno. Per sottolineare e rendere evidente questo legame, Cocchi coltiva a scopo dimostrativo nel potager royal della Reggia di Venaria l’artemisia absinthium, l’erba che è alla base del Vermouth di Torino. Non solo: sull’etichetta e sulla nuova scatola triangolare della Riserva è raffigurata una veduta di Venaria tratta dal Theatrum Sabaudiae (Teatro degli Stati del Duca di Savoia) la raccolta di circa 150 vedute della città di Torino e alcune riproduzioni di monumenti, in tavole incise a colori, alcune realizzate da primari artisti del tempo, di notevole bellezza commissionate alla fine del ‘600 da Carlo Emanuele II e indirizzate alle corti d’Europa per presentare il Ducato di Savoia come un potente e splendido Stato. Lo stile dei vermouth di Cocchi li rende identificabili come prodotti di forte personalità e spiccata riconoscibilità per l’intensità della freschezza floreale e speziata dei profumi e per la ricchezza dei sapori. La Riserva di Cocchi è la summa di questo stile che privilegia la ricchezza e la densità aromatica delle spezie dopo un affinamento di sei mesi in bottiglia. “Riserva” non significa invecchiamento in botte, che intaccherebbe il complesso equilibrio aromatico a favore di ossidazione e componenti tanniche, ma  valorizzazione della formula e del savoir faire nella lavorazione. Come per lo Storico Vermouth di Torino Cocchi, il vino usato è un moscato secco aromatizzato con una formula particolarmente ricca di artemisie, rabarbaro, erbe alpine e un tocco di menta piemontese. Ciò accentua il piacevole effetto balsamico e conferisce una freschezza sorprendente al punto da connotare questo prodotto anche come Vermouth da miscelare con Rye e Bourbon particolarmente invecchiati. Scuro, ma senza caramello, è dolce quanto basta per essere un gradevolissimo bicerin da bere con ghiaccio e scorzetta di limone o puro dopo cena.

 

 

NOTE TECNICHE:

Alcool 18%
Bottiglia 50 cl
Ingredienti: vino, zucchero, alcool, infuso di erbe aromatiche e spezie.
La gradazione alcolica di 18° lo rende robusto e di ottima conservazione anche a bottiglia iniziata, purché ben chiuso.
Una volta aperto conservare al fresco e consumare entro un mese.

 

 

 

Giulio Cocchi è una casa storica fondata ad Asti nel 1891.

È conosciuta per i suoi vermotuh (in particolare lo Storico Vermouth di Torino, Dopo Teatro Vermouth Amaro e Vermouth Riserva La Venaria Reale), l’Aperitivo Americano (bianco e rosa), il Barolo Chinato  e per l’Alta Langa Docg.

 

Per i suoi vini speciali Cocchi utilizza ancora oggi la ricetta originale formulata dal fondatore.

Artigianalità della produzione, rigore nella scelta degli ingredienti e altissima qualità hanno resto Cocchi sin da subito noto nel mondo come dimostrano i documenti delle esportazioni di inizio Novecento: da New York a Londra, da Sydney all’Africa Coloniale e al Venezuela.

Arriva la primavera, il mondo si risveglia

Boccioli in fiore, temperatura mite e gradevole, tripudio di colori e natura in festa, questa è la primavera, una rinascita dopo un lungo periodo freddo fatto di giornate brevi e buie, un letargo profondo e inattivo

Le ore diurne e notturne saranno le stesse, dal latino aequinoctium, l’atmosfera calda e positiva favorisce la positività, la voglia di stare fuori e di godere della meritata bella stagione caratterizzata da profumi dolci e rinascita. La primavera cambia il nostro stile di vita, le nostre abitudini, ci dona vitalità ed energia lasciando alle spalle la pigrizia invernale. Forse in principio, a causa dell’ora legale, che quest’anno entrerà in vigore il 25 marzo, potremo soffrire un po’ di sonnolenza ma l’ormone della felicità, la serotonina, grazie alla maggiore esposizione alla luce solare aumenterà insieme al nostro buon umore e alla voglia di fare. Tantissime le attività che in primavera ci ispirano, la maggior parte di queste a contatto con la natura avvolti da tinte radiose, toni raggianti, dove tutto ci parla di risveglio. Andare in bicicletta è meraviglioso per esempio, perdersi nel ritrovato verde degli alberi, in mezzo ai campi fioriti multicolori o magari ammirare la città sotto una nuova luce, splendente sotto il cielo azzurro.

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Camminare a lungo, alleggeriti dai pesanti vestiti invernali, facendo il pieno di ossigeno e di vitamina D, stimolando la creatività e praticando meditazione. Prendere un caffè all’aperto in compagnia di un libro o di ritrovati amici con la stessa voglia di rilassarsi. Comprare fiori e piante per dare alla nostra casa colori e allegria, portarsi un po’ della natura rigogliosa nel nostro spazio, occuparsi di una attività, il giardinaggio, fantasiosa e distensiva. Dedicarsi al detox alimentare, verdura e frutta di stagione per favorire la produzione delle vitamine, disintossicarsi dai pasti calorici tipici della stagione fredda e prepararci al caldo. I banchi dei mercati si riempiono di prodotti meravigliosi e gustosi, bellezza e sapori freschi ed esuberanti. Fare gite fuori porta: zaino, pranzo al sacco e macchina fotografica per immortalare paesaggi meravigliosi e paradisi riemersi. Laghi, riserve naturali, città risvegliate dal torpore, le mete sono infinite e tanta la voglia di esplorare. Partire senza guardare il meteo o preoccuparsi del gelo è un ottimo stimolo per spingersi verso nuove mete. Praticare sport all’aperto, dal trekking all’hiking, tennis, pallavolo, yoga, corsa, golf, tutto quello che serve per stare in forma, stimolare il nostro sistema immunitario e divertirsi. Passeggiare con i nostri amici animali è un’altra gradevole attività a cui ci si può dedicare maggiormente in primavera, anche loro ne hanno bisogno, annoiati e stanchi dal freddo. Portiamoli con noi il più possibile, facciamogli godere il tepore, la luce, il verde dei prati, la compagnia dei loro simili, coccoliamoli di più.

Insomma lasciamoci alle spalle l’inverno che ci ha tenuto fermi e oziosi, riscopriamo la vivacità e la dolcezza di questa stagione perché come diceva Cesare Pavese “È una gioia vedere tanti rami verdissimi nel vento e tanti fiori prepotenti, sboccianti, è una gran gioia perché nel sangue pure è primavera”.

 

Maria La Barbera

 

 

 

 

Pasquetta al Castello di Masino

Per il Lunedì dell’Angelo il Castello e Parco di Masino, Bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano a Caravino (TO), i visitatori avranno l’opportunità di trascorrere una divertente giornata all’aria aperta immersi nel parco ottocentesco

Lunedì 2 aprile, dalle ore 10 alle 18, protagonisti della giornata saranno i giochi a squadre come palla prigioniera, rubabandiera e la corsa con i sacchi che culmineranno, nel pomeriggio, con il grande tiro alla fune. Dopo il successo della precedente edizione, sarà inoltre riproposta la caccia alle uova.

 

Un mercatino di prodotti tipici e stand gastronomici offriranno la possibilità di assaggiare piatti e prodotti del territorio come i plin e i primi caldi, la carne di razza piemontese, i formaggi freschi di cascina, salumi, il tradizionale ‘salampatata’, i grissini salati e al cioccolato, le ‘miasse’ farcite, il gelato artigianale oppure sarà possibile pranzare sulle panoramiche terrazze del caffè Masino in castello.

 

Durante l’evento i visitatori avranno la possibilità di scoprire la dimora millenaria, i giardini storici e il secondo labirinto più grande d’Italia: 1200 metri di siepi di carpino. I bambini, fra i 4 e i 14 anni, potranno cimentarsi, affiancati da esperti animatori, nella costruzione di girandole a farfalla, animaletti pasquali e uova pazze e scoprire l’equitazione cavalcando piccoli pony guidati da esperti istruttori.

Con il Patrocinio di Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino, Comune di Caravino e Città d’Ivrea. Il calendario “Eventi nei beni del FAI 2018”, è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, e al prezioso contributo di PIRELLI che conferma per il sesto anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione. Si aggiunge quest’anno la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media Partner.

 

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CASTELLO E PARCO DI MASINO, CARAVINO (TO)

Giorno e orario: lunedì 2 aprile, dalle ore 10 alle 18

Ingresso (comprende visita libera al castello): Intero: 11 €; Ridotto (4-14 anni) 5 €; Iscritti FAI e residenti del comune di Caravino: 4 €; Famiglia (2 adulti + 4 bambini) 27 €

 

Per informazioni: Castello di Masino, Caravino (TO) tel. 0125.778100; faimasino@fondoambiente.it

 

Per maggiori informazioni sul FAI consultare il sito www.fondoambiente.it