LIFESTYLE- Pagina 391

Un'Aida da Oscar inaugura la stagione lirica del Teatro Regio

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Scelta per celebrare la riapertura al pubblico dopo tre anni di lavori del Museo Egizio, l’Aida per la regia di William Friedkin è un’opera verdiana senza tempo

 

 

Di tutta l’opera dell’Aida verdiana forse l’aria più famosa rimane “Celeste Aida”, la romanza che lega sicuramente la sua celebrità a grandi interpreti come il tenore Enrico Caruso. Di rara bravura sono anche gli interpreti che saliranno sul palco mercoledì 14 ottobre, alle 20,  per interpretare l’Aida, cui il teatro Regio di Torino affida quest’anno l’inaugurazione della sua stagione lirica.  Il ruolo del capitano Radames è affidato al tenore Marco Berti, quello della schiava etiope al soprano Kristin Lewis, e quello di Amneris, la figlia del faraone invaghita di Radames, al mezzosoprano Anita Rachvelishvili.  Sarà un’Aida trionfale da Oscar quella che incanterà il pubblico torinese, da Oscar appunto, perché a firmare la regia è William Friedkin,  già premio Oscar per la regia dell’ “Esorcista”,  esponente di punta della “New Hollywood” degli anni Settanta e autore di capolavori polizieschi quali “Il braccio violento della legge” (The French connection).

 

Cresciuto nei quartieri malfamati di Chicago, con il film precedente è stato riconosciuto come un giovane prodigio. Vincitore di cinque Premi Oscar e tre Golden Globe, ha firmato la sua prima regia d’opera nel 1999. Da allora ha realizzato diversi allestimenti che hanno da sempre attirato l’attenzione della critica.  “Spesso impiego anche due anni – spiega Friedkin – per mettere a fuoco una regia; non amo le provocazioni inutili che si scontrano con le idee del compositore. Dal mio punto di vista il carattere più interessante in Aida è quello di Amneris,  perché in lei convivono emozioni opposte, di amore e odio per il capitano delle guardie, personaggio con il quale faccio fatica a identificarmi,  perché veicola un conflitto troppo violento. Appena lo incontriamo sulla scena, il suo desiderio più profondo è quello di condurre il suo popolo in battaglia, ma nel giro di pochi minuti è pronto a lasciar perdere e a tradire la sua gente per amore di una schiava,  Aida, figlia del re degli Etiopi”.

 

In questa produzione Kristin Lewis, originaria dell’Arkansas, sarà Aida. Dotata di un timbro sensuale, corposo e limpido, ha interpretato per la prima volta questo ruolo nel 2006, presso l’Opera del Cairo e ha fatto di questo personaggio verdiano un punto di riferimento.  Anita Kachvelishvili sarà Amneris. L’immensa quantità di suono e di armonici che possiede questa mezzosoprano dà nuova luce al difficile ruolo creato da Verdi, di gran peso vocale e drammaturgico. Il tenore Marco Berti, che il pubblico del Regio ha  avuto modo di ascoltare in ruoli a lui congeniali, quali don Jose’ , Pollione,  Cavaradossi, possiede un timbro luminoso e duttile, perfetto per il ruolo del condottiero, che risulta una parta impervia e complessa, per la quale Verdi scrisse passi di grande finezza espressiva. Il basso baritono Mark S. Doss interpreterà il ruolo di Amonasro, dimostrandosi capace di scolpire ogni sillaba del dettato verdiano con potenza e musicalità. Coerentemente con il lavoro realizzato per il primo allestimento, il regista ha scelto di mantenere in scena le ambientazioni originali dell’antico Egitto. A Torino, dove ha sede il Museo Egizio,  il secondo al mondo per le antichità egizie dopo quello del Cairo, con questo allestimento di Aida si è voluto rendere omaggio alla riapertura del Museo dopo tre anni di lavori.

 

“Ciò che più mi affascina di questa imponente partitura verdiana – spiega il regista – è la visione di Verdi, capace di spaziare da uno spettacolo maestoso, corale e di grande respiro, a piccoli momenti di profonda intimità.  Da un lato è presente la grandiosità dei panorami e delle marce trionfali, dall’altra l’intreccio affettivo tra i due amanti, Radames e Aida, che saranno legati per l’eternità,  cui si contrappone la solitudine di Amneris, che solo alla fine comprende che Radames prova un amore fortissimo e divorante per Aida, e che ciò è scritto nel destino. La musica di Verdi è dono di Dio, capace ancora oggi di stimolarci e  ispirarci, emozionandoci. Le sue opere, oltre a essere bellissime, sono meravigliose da vedere. Basti pensare al finale dell’Atto II, la scena più spettacolare che mai sia stata scritta per l’opera”.

 

Mara Martellotta

L'Auditorium Rai inaugura con il dramma lirico "Pelleas et Melisande"

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L’Orchestra Nazionale della Rai affida l’ inaugurazione della nuova stagione a Debussy, un testo innovativo per il teatro musicale contemporaneo

 

A inaugurare la stagione 2015-16 dell’Auditorium Rai di Torino sarà il dramma lirico “Pelleas et Melisande” di Claude Debussy, articolato in cinque atti e dodici quadri, su libretto di Maurice Maeterlinck.  L’opera,  proposta sotto forma di concerto, verrà eseguita giovedì 15 ottobre alle 20.30 all’Auditorium Rai Arturo Toscanini,  con trasmissione in diretta su Rai 5, con la conduzione di Mathieu Mantanus,  e su Radio 3, con replica venerdì 16 ottobre sempre alle 20.30.  Claude Debussy era profondamente convinto dell’innovazione che quest’opera avrebbe rappresentato nel linguaggio musicale dell’epoca, tanto da scrivere “Non pretendo di avere scoperto tutto con Pelleas, ma ho cercato di tracciare una strada che altri potranno seguire”.

 

La pagina, sintesi perfetta del simbolismo musicale di Debussy e di quello teatrale di Maeterlinck,  verrà interpretata dal direttore principale dell’orchestra Nazionale della Rai, Juraj Vulcuha. La compagine Rai ripropone questo splendido dramma musicale a ventun anni dalla sua ultima esecuzione,  avvenuta nel lontano ’94, proprio poco dopo la nascita dell’Orchestra Sinfonica della Rai con sede a Torino. Accanto al Direttore Vulcuha,  un  cast artistico quasi tutto francese, con il soprano Sandrine Piau e il baritono Guillaume Andrieux nei ruoli dei protagonisti,  il baritono Paul Gay in quello di Golaud,  il soprano Chloe’ Briot nei panni del piccolo Yniold,  il contralto  Karan Armstrong in quello di Genevieve. Il baritono Mauro Borgioni comparirà nel doppio ruolo del dottore e del pastore, mentre il basso Robert Lloyd in quello di Arkel.

 

Da tempo Debussy attendeva un soggetto per comporre un’opera. Riuscì a trovarlo solo nel 1892 nel testo di Maeterlinck,  rimanendo ulteriormente folgorato dalla rappresentazione di questo dramma teatrale, avvenuta a Parigi nel 1893. Il compositore francese completò il Pelleas soltanto nel 1902, a causa di numerosi ripensamenti, e l’opera andò in scena al Theatre National de l’Opera-Comique a Parigi, il 30 aprile di quell’anno, creando sconcerto tra il pubblico e divisioni nella critica. La lunga gestazione dell’opera ebbe, tra le altre cause, anche un rovello costante per Debussy, il suo sforzo di evitare, il più possibile, di cadere nella tentazione wagneriana di fare della sua opera una copia francese del Tristano e Isotta. Se Pelleas si allontana dal dramma musicale wagneriano per la scelta di un testo in prosa e la conseguente rigenerazione del canto sul tono tipico della conversazione,  Debussy si approprio’ dei motivi conduttori, spostando il luogo deputato di raccordo psicologico e architettonico alla sola orchestra. Le voci di Pelleas, infatti,  non fanno mai propri nessuno dei temi di cui è intessuta la partitura.  Gli accordi incompleti e fluttuanti dell’anarchia armonica di Debussy rappresentano la cifra più personale di questo innovativo compositore del Novecento. L’orchestra,  su questa base armonica, si fa carico di unire le brevi scene di un testo che rinuncia all’unità di tempo e distribuisce l’azione in una regione del sogno e dell’indeterminato. In Pelleas, infatti, è molto evidente l’intrinseca complementarietà di simbolo e inconscio,  capace di rendere questo testo antioperistico e antirealistico una pietra miliare nella complessa evoluzione del teatro musicale contemporaneo.

 

Il concerto di giovedì 15 ottobre sarà preceduto, alle 18.45, sempre all’Auditorium Rai, dalla prima conversazione del ciclo intitolato “Saper ascoltare”, una serie di incontri organizzati in collaborazione con la Banca di Asti, tenuti dal professor Paolo Gallarati,  che vogliono introdurre il pubblico ai classici della musica moderna.

 

Mara Martellotta

Medicina d'emergenza, congresso al Lingotto

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Al centro del dibattito l’emergenza sanitaria, la gestione della presenza dei profughi nei vari Paesi, l’organizzazione dei soccorsi nelle zone di guerra

 

Fino a mercoledì oltre 2.000 medici e infermieri d’emergenza si danno appuntamento a Torino, al Centro Congressi del Lingotto, in occasione del 9° congresso Eusem, European society for emergency medicine. Al centro del dibattito l’emergenza sanitaria, la gestione della presenza dei profughi nei vari Paesi, l’organizzazione dei soccorsi nelle zone di guerra, il sovraffollamento nei pronto soccorso di tutta Europa. L’iniziativa è promossa da Eusem, in collaborazione con Simeu, Società italiana medicina di emergenza-urgenza.
   

Librolandia e presunti scandaletti: l'orgoglio di Rolando, il vecchio leone

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SALONE 111“E’ a dir poco triste che chi ha tenuto alto il valore e il prestigio della Città riceva tanto ingrato ostracismo”

 

La legge che impera in questo nostro paese “non normale” è quella della ricerca dello scandalo ad ogni costo. E così il patron di Librolandia, tirato in ballo alla veneranda età di 79 anni  in un’inchiesta che sembra fatta apposta per dare titoloni di giornali in pasto al pubblico, reagisce con orgoglio all’ultimo presunto scandaletto degli  ingressi gonfiati al Salone del Libro, “elaborati da Società esterne”, e che sono sempre stati “pienamente accessibili”. E’ quanto dice  all’ANSA l’ex presidente Rolando Picchioni, un vecchio leone democristiano che non ci sta al gioco del massacro mediatico gratuito. “Quanto sta avvenendo – dice all’agenzia stampa – è un’assurda ricerca di un capro espiatorio del quale né il Salone né la Fondazione, per 15 anni vanto della Città, avevano bisogno”. “E’ a dir poco triste che chi ha tenuto alto il valore e il prestigio della Città riceva tanto ingrato ostracismo”. E ha pienamente ragione.

 

(Foto: il Torinese)

Come schiarirsi i capelli da sole, con facilità

Camomilla ma anche limone e birra: ingredienti naturali, economici e casalinghi per ottenere l’effetto “baby light” che va di moda questa estate

 

capelli-biondiTi piacerebbe far risaltare i tuoi capelli schiarendoli un po’ senza dover correre dal parrucchiere? Sappi che puoi ottenere dei buoni risultati anche tutta da sola a casa e con ingredienti che ti stupirai avere già in cucina. Preparati a spendere poco ed avere un bel risultato.

 

Schiarire in modo naturale
Il metodo più noto per schiarire i capelli in maniera naturale è usare la camomilla. Prendi due bustine di camomilla, se hai i capelli molto lunghi meglio metterne una in più, e prepara un’infusione mettendole in un pentolino con dell’acqua e portando ad ebollizione. A questo punto spegni e fai raffreddare. Dopo lo shampoo usa l’infuso preparato per bagnare i tuoi capelli e lasciali asciugare al sole. Per avere un risultato ancora più evidente ripeti l’applicazione per 2 o 3 settimane dopo lo shampoo.

Ingredienti in cucina
Forse non lo sapevi ma in cucina troverai anche altri ingredienti utili per avere capelli più chiari, aprendo il frigo o nel cestino della frutta. Il limone può essere un prezioso alleato dei tuoi capelli. Spremi due limoni e diluisci un po’ il succo con dell’acqua; utilizza il liquido ottenuto per bagnare i capelli e lasciarli così per mezz’ora. Attenta però, questo metodo non è consigliato se hai i capelli secchi e disidratati: in questo caso meglio la camomilla.

A tutta birra
Altro ingrediente che potrai trovare in cucina è la birra: versane una lattina in una bacinella e bagnati i capelli, lasciandoli così per qualche minuto, meglio cinque. Una volta strizzati i capelli, avvolgili in un asciugamano ed aspetta un’ora; a questo punto non ti resta che fare uno shampoo. Ripeti dopo qualche giorno l’applicazione.

Sigonella trent'anni dopo. Ma il Pd si dimentica di Craxi

craxiLA GANGAandreottiLA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga 

 

Il governo italiano, guidato da Craxi e con il leale sostegno del ministro degli Esteri Andreotti, seppe resistere al riflesso condizionato di supina acquiescenza ai voleri dell’alleato più potente, che pretendeva la consegna di un gruppo di terroristi palestinesi che avevano sequestrato la nave “Achille Lauro”, negoziando poi con il governo italiano il rilascio dei passeggeri

 

Sono passati trent’anni esatti dalla vicenda di Sigonella, che costituisce uno degli eventi più significativi degli anni ’80 e rappresenta il punto più alto della rivendicazione di autonomia della nostra politica estera, quasi sempre gestita con spirito gregario rispetto agli USA.  La cosa apparentemente più sorprendente è che il protagonista principale, Bettino Craxi, era da sempre definito dall’opposizione comunista come l’ “amerikano”, quello degli euromissili del 1979.  I fatti sono ampiamente noti.  Il governo italiano, guidato da Craxi e con il leale sostegno del ministro degli Esteri Andreotti, seppe resistere al riflesso condizionato di supina acquiescenza ai voleri dell’alleato più potente, che pretendeva la consegna di un gruppo di terroristi palestinesi che avevano sequestrato la nave “Achille Lauro”, negoziando poi con il governo italiano il rilascio dei passeggeri. In quei giorni tragici i terroristi avevano ucciso un passeggero americano. Il reato era compiuto su suolo italiano (nave battente bandiera italiana) e quindi italiana era la giurisdizione. Ma in passato (e anche in seguito) gli americani erano abituati a pretendere la consegna dei responsabili.  L’Italia si oppose, anche perché aveva risolto la crisi con un negoziato che aveva salvato molte vite e che prevedeva un salvacondotto per il commando palestinese autore del sequestro.

 

Al di là del giudizio sull’opportunità di negoziare, era evidente che l’Italia, nella sua sovranità, aveva scelto quella che riteneva la soluzione migliore e meno rischiosa per le moltissime vite umane coinvolte.    La pretesa americana, se accolta, avrebbe confermato che la sovranità nazionale cessava di aver valore di fronte ad un alleato prepotente. Ci furono momenti di grande tensione, con scene da film. I caccia americani che fanno atterrare nella base di Sigonella l’aereo con a bordo i terroristi, circondandolo con i marines di stanza nella base. Marines a sua volta circondati da un reparto di carabinieri, che avevano l’ordine di lasciar ripartire l’aereo. lla fine gli americani cedono e la crisi si supera.

 

Due giorni dopo alla Camera il governo ottiene una larghissima approvazione, con l’eccezione dei repubblicani (Spadolini si dimette da ministro della Difesa) e del Movimento Sociale.  Il PCI di Berlinguer deve abbozzare. A denti stretti riconosce che Craxi ha difeso il prestigio nazionale.  Dall’alto dell’emiciclo potevo vedere parecchi deputati comunisti (fra cui Giancarlo Pajetta) che applaudivano sotto il banco, per non dare nell’occhio. Craxi, atlantista e filoamericano, ma non servo, l’aveva spuntata. Ma gli Usa non si scordarono quello che ritennero un grave torto e, anni dopo, a Craxi e Andreotti  restituirono lo sgarbo.  Ma questa è un’altra storia. Dopo trent’anni la notte di Sigonella è stata ricordata con evento pubblico e la proiezione di un docu-film.  C’erano molte personalità  politiche. Mancava il PD.   Francamente una assenza sciocca e incomprensibile.

Ci lascia Massimo Scaglione, grande regista piemontese

Fondatore del Teatro delle  Dieci, ha sempre difeso il recupero della piemontesità

 

 

Massimo_ScaglioneEra un gran signore, forse erano inusuali per i nostri tempi convulso e disordinato la sua eleganza e la sua squisita gentilezza che mostrava con tutti; era un grande signore del teatro italiano Massimo Scaglione. . Se n’è andato in una giornata di ottobre lasciandoci un grande vuoto. Nato a Garessio nel 1931, approdò alla Rai vincendo un concorso come regista nel 1955, per un posto allora occupato da Aida Grimaldi. Assunto, quindi,  come assistente di studio, iniziò la sua attività artistica in radio. A lui si deve la fondazione di una compagnia teatrale storica torinese, il Teatro delle Dieci, a fianco del quale avrebbe firmato numerose  regie per il palcoscenico. A partire dal ’62 intraprese quindi l’attività di regista televisivo, per poi abbandonare la regia nel 1992. Ampia la filmografia che ci ha lasciato. Solo prima citare alcuni titoli, “Albert Einstein”,  “Il versificatore”,  tratto da Primo Levi, “Una nuvola d’ira”,  da Giovanni Arpino, scrittori da lui molto amati, e “Ancora un giorno” da Joseph Conrad. Non si può assolutamente tralasciare la sua regia della parodia dei Promessi Sposi con il trio Marchesini Lopez – Solenghi.

 

Massimo Scaglione era uomo di teatro a 360 gradi. Amava molto, infatti,  anche l’opera lirica, tanto da  curare, nel 1991,  la regia della prima rappresentazione,  al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania de “Il paese del sorriso”. A lui si deve il grande merito di aver contribuito, con l’inseparabile amico Gipo Farassino,  al recupero della cultura piemontese, il cui amore era capace di trasmettere, in maniera naturale, non solo al suo pubblico sempre affezionato, ma anche agli studenti, che seguivano i suoi corsi universitari al Dams. Più di recente curò la regia dell’Elisir d’amore di Donizetti,  in una versione in lingua piemontese, datata 1859, recuperata e allestita dalla Società Culturale Artisti lirici ” Francesco Tamagno”. Ci lascia molti saggi sulla storia del teatro, in particolare piemontese. Mi piace ricordare la sua cordialità nell’ambiente del Teatro delle Dieci, una rara signorilità,  che si rifletteva anche nel suo stile di scrittura, come nel celebre saggio intitolato ” I divi del ventennio. Per vincere ci vogliono i leoni…”. Quei leoni che nel mondo oggi, tanto artistico quanto politico, troppo spesso mancano perché mancano il coraggio delle proprie idee e la coerenza con se stessi. 

 

Mara Martellotta

Con il Campus Lions screening e indagini diagnostiche gratuiti

L’iniziativa rientra nel programma “Nutrire le città” e ha il patrocinio della Città di Torino

 

medico sanitaSarà allestito in Piazza Castello dalle 9,30 alle 16,30 il Campus Medico Lions, dove i cittadini potranno sottoporsi gratuitamente ad una serie di screening e indagini diagnostiche preventive, gestiti da un gruppo di medici volontari Lions:

 

– Oculistica, per esami della vista e screening per il glaucoma

– Otorinolaringoiatria, per esami audiometrici e screening per il tumore al cavo orale

– Cardiologia, per controllo elettrocardiografico

– Ortopedia, per visite ortopediche e screening per l’osteoporosi

– Diabetologia, per screening sul diabete

 

L’iniziativa rientra nel programma “Nutrire le città” e ha il patrocinio della Città di Torino. In contemporanea al Campus Medico di Prevenzione Sanitaria Gratuita si svolgeranno il convegno “I Lions per la sostenibilità ambientale” (presso la Casa dell’Ambiente di Corso Moncalieri 18) e un incontro di amicizia e lavoro con i Lions francesi della zona del Rhone-Alpes.

E' autunno, torna Torino Flor

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Tra le novità di questa edizione autunnale vi sarà l’apertura straordinaria del giardino di Palazzo Cisterna in via Maria Vittoria che ospiterà l’allestimento di “Belle da Morire”, giardino delle piante velenose sullo stile dell’inglese Poison garden e “Il giro del mondo in ottanta peperoncini”

 

Torino Flor, la manifestazione florovivaistica della città di Torino, animerà nuovamente le vie del centro città  per la sua edizione autunnale. Promossa dalla Nuova Società Orticola del Piemonte, Flor quest’anno rientra nel calendario di “Nutrire le città”, cartellone promosso dalla città di Torino che raccoglie eventi e manifestazioni sul tema dell’alimentazione e della sostenibilità in stretta sinergia con Expo 2015. Manifestazione ad ingresso gratuito, nel pieno centro della città di Torino, Flor offre il meglio del florovivaismo italiano e dell’artigianato del mondo del verde, invitando vivai e professionisti del Piemonte e di tante regioni d’Italia: dagli arbusti ornamentali alle erbacee perenni, dalle piante alpine alle piante succulente, si potranno trovare agrumi siciliani, profumi del mediterraneo, piante rampicanti, conifere rare, piante tropicali, piante carnivore e piante acquatiche, per soddisfare esigenze e passioni per giardini, terrazzi, balconi ed appartamenti. Si potranno scoprire anche oggetti per il giardinaggio, quali attrezzi e vasi, poi libri, sementi e prodotti naturali per il corpo, decorazioni per la casa ed il giardino, spezie, tè e tisane, gioielli e tessuti per completare una vera e propria “cultura e passione del verde”.

 

Tra le novità di questa edizione autunnale vi sarà l’apertura straordinaria del giardino di Palazzo Cisterna in via Maria Vittoria che ospiterà l’allestimento di “Belle da Morire”, giardino delle piante velenose sullo stile dell’inglese Poison garden e “Il giro del mondo in ottanta peperoncini”, mostra a cura del Vivaio Fratelli Gramaglia. A Flor sarà presente anche il progetto “Community School Garden” del Laboratorio Città Sostenibile di Iter della Città di Torino, che realizza con le scuole orti scolastici per promuovere l’educazione alimentare e ambientale. In Via Carlo Alberto, grazie alla collaborazione tra lo studio di progettazione Su in giardino e l’azienda risicola Beni di Busonengo verrà creato un piccolo “giardino – risaia”, ovvero una risaia in cui la mancanza di diserbi favorisce la biodiversità dando vita a un vero giardino acquatico. In collaborazione con la Libreria Bodoni / Spazio B, allo stand di Maurizio Feletig Simonetta Chiarugi presenterà sabato alle ore 10.30 il suo libro “Buon Gardening” e insieme a Edoardo Santoro dell’associazione “Sguardo nel Verde” realizzerà un laboratorio sui semi. A partire dalle ore 16 inoltre Edoardo Santoro accompagnerà i visitatori in un tour guidato tra gli espositori di Flor per scoprire le piante autunnali per il balcone e il giardino. Domenica alle ore 11.45 UrBees – progetto di Apicultura urbana- interverrà con la presentazione del libro “L’arnia sul balcone? Storia di UrBees e di un apicoltore urbano a Torino di Antonio Barletta. Laboratori infine non solo per bambini a Flor 15, con “Lo Scacciapensieri dell’autunno”, attività per tutta la famiglia proposta sabato 10 e domenica 11 dalle ore 10.30 presso lo stand Il Podere le Rocche. A seguire solo per adulti, dalle 15 alle 17 di entrambi i giorni, laboratorio pratico per imparare a realizzare le ghirlande decorative. Flor 15 – autunno 10 e 11 ottobre 2015 – orario 9-19 Via Carlo Alberto – Ingresso libero

 

www.orticolapiemonte.it

Relax alle terme con "MondoVinci"

Per partecipare al concorso (estrazione entro il 30 novembre) basterà fare acquisti per almeno 70 euro nei negozi e nei punti ristoro dell’outlet

 

termeStress da rientro dalle vacanze? Ci pensa Mondovicino Outlet Village con il concorso Mondovinci: dal 25 settembre all’11 ottobre in palio una giornata di relax alle terme! Il primo estratto vincerà un coupon Day Spa di Coppia QC Terme, comprensivo di ingresso per due persone, eventi benessere in sauna e massaggio di coppia. Il secondo e il terzo estratto si aggiudicheranno due ingressi QC Terme ciascuno, inclusivi di eventi benessere in sauna. Per i fortunati che si aggiudicheranno i premi è prevista anche la fornitura di accappatoio, telo e ciabatte. Per partecipare al concorso Mondovinci (estrazione entro il 30 novembre) basterà fare acquisti per almeno 70 euro nei negozi e nei punti ristoro dell’outlet e ritirare all’Infopoint le apposite cartoline. Tutti coloro che vi parteciperanno avranno inoltre diritto a ricevere un coupon “Cancella e vinci il carburante” e potranno vincere buoni sconto da 3, 5 o 10 euro da utilizzare alla stazione di servizio Mondovicino Power Station.