LIFESTYLE- Pagina 393

Nuovi medici in arrivo all'ospedale di Susa

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Si registrano alcune recentissime assunzioni, frutto degli impegni a suo tempo sottoscritti con i sindaci della Valle

 

L’assessore regionale Antonino Saitta, recentemente, è stato al centro di diverse polemiche per la proposta di risistemazione del sistema sanitario. Contestazioni sono arrivate soprattutto dal territorio, Casale Monferrato e Vercelli sono alcune. Nella Citta Metropolitana, forse, le cose vanno diversamente. A Susa, infatti, si registrano alcune recentissime assunzioni, frutto degli impegni a suo tempo sottoscritti con i sindaci della Valle. Dal 1 ottobre ha preso servizio un nuovo medico al pronto soccorso di Susa, con una lunga esperienza nella medicina d’urgenza. Sempre a Susa è stato assegnato un altro chirurgo per rafforzare il pool dedicato all’area dell’emergenza di una struttura, che, con la stagione turistica invernale, tornerà ad essere frequentata non solo dalla popolazione locale. Ma le novità non sembrano essere finite. L’assessore spiega che “A novembre arriverà, sempre all’ospedale di Susa, uno specialista in ortopedia e traumatologia per dare supporto al pronto soccorso, aumentando così l’orario di accesso diretto al traumatologo e riducendo i tempi di attesa: Inoltre sono in arrivo pure un ortopedico ed un urologo all’ospedale di Pinerolo.

Massimo Iaretti

 

La storia di Aldo Puttin è il calvario di un uomo innocente

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

“Ero in isolamento. Vi assicuro, è stata molto dura. Straordinaria mia moglie Antonina. Sempre presente mi ha dato le forze che venivano a volte meno. Ora sono contento di non aver ceduto allo sconforto”. Nel raccontare m’assale lo sconforto. Tutto è tristemente caotico. Questa giustizia è proprio da riformare

 

Nella storia le date sono importanti. E il tempo fondamentale nel definire e giudicare la storia. Una Storia con la esseputtin maiuscola, almeno per noi che di questa storia siamo stati spettatori partigiani. Convinti che le cose non andassero per il verso giusto.  Aldo è ironico. Ironico soprattutto con se stesso. Quasi non avesse patito, sopportato, quasi fosse stato tutto “normale”. Architetto, Aldo Puttin dal 1979 lavora per i consorzi di cooperative aderenti alla Lega Coop. Rispondendo ad un annuncio sul giornale, si è presentato, come suo costume, senza rete. Solo dopo hanno scoperto al CCCPL di Reggio Emilia, che era segretario di una sezione del Pci. A metà degli anni 90 diventa responsabile del Piemonte del Consorzio di Ravenna. “Tenerlo fermo” è pressoché impossibile. Schizza da tutte le parti della regione con capatine in Lombardia e Liguria. Metà del fatturato del consorzio lo si deve a lui. Comincia ad infastidire, questo suo iper attivismo. Veniamo ai fatti salienti. 

 

Nel 2001 i carabinieri gli perquisiscono casa ed ufficio.Stefano Bernardi Presidente di un Consorzio di cooperative sociali denuncia una “cupola” che si spartisce i lavori del verde nel comune di Torino. Ma le indagini non approdano a nulla ed il Bernardi successivamente fallisce con l’azienda. Nel luglio 2002 viene arrestato. Viene scarcerato a novembre con altri 20 giorni di arresti domiciliari . Diversi capi d’imputazione, tra i più gravi turbativa d’asta ed associazione a delinquere. 23 marzo, inaspettata svolta. I pm chiedono l’archiviazione di Aldo Puttin. Il Gip un po’ imbarazzato convoca le parti.  Poi, un  reato meno grave: associazione esterna. Nel maggio 2006 inizia il processo di primo grado, con 42 imputati. In 109 hanno patteggiato. 28 Aprile 2008,  la sentenza. 32 imputati condannati. Aldo Puttin a 2 anni e 5 mesi. 12 Aprile 2010, dopo 6 mesi  la sentenza di Appello. Assolto dall’accusa di associazione esterna. Turbativa d’asta prescritta. L’architetto Aldo Puttin è innocente e la sua fedina penale rimane immacolata. Per dovere di cronaca alcuni processi civili per risarcimento danni (che non lo riguardano) sono ancora in essere. E il tribunale ha respinto la richiesta del Comune di Torino perché doveva essere dettagliata per singoli appalti, Nel raccontare m’assale lo sconforto.

 

Tutto è tristemente caotico. Questa giustizia è proprio da riformare. Alla fine comunque, tutto bene? Non mi pare! Ad Aldo faccio una sola domanda: come hai vissuto i mesi di carcere? “Ovviamente male. Ma mi sono organizzato studiando. Studiando gli atti ed il codice penale. Non avevo alternativa, i magistrati volevano farmi dire cose che semplicemente non erano vere. Ho persino dovuto e voluto ricusare l’avvocato iniziale. Mi chiedeva di collaborare confessando qualcosa che non avevo commesso. Ero in isolamento. Vi assicuro, è stata molto dura. Straordinaria mia moglie Antonina. Sempre presente mi ha dato le forze che venivano a volte meno. Ora sono contento di non aver ceduto allo sconforto”. E grazie anche da parte mia, Antonina. Aldo è un vero  amico.

Cancro alla prostata con gli integratori?

La ricerca è stata coordinata da Paolo Gontero, della Clinica Urologica universitaria

 

molinetteLe sostanze naturali presenti negli integratori alimentari possono rivelarsi cancerogeni nel tumore alla prostata. L’allarme è stato lanciato da uno studio della Città della Salute di Torino, pubblicato sulle riviste americane ‘Nature Reviews Urology e ‘The Prostate’. La ricerca coordinata da Paolo Gontero, della Clinica Urologica universitaria, rivelerebbe che  l’assunzione in alte dosi di sostanze alimentari contenute in molti integratori accrescono il rischio di sviluppare il cancro alla prostata.

 

(Foto: il Torinese)

Prima nazionale al Gobetti, debutta l'Avaro di Moliere

Con Jurij Ferrini protagonista. Dopo il Cyrano de Bergerac,  Ferrini  affronta un testo universale,  restituendo una grande umanità al personaggio di Arpagone

 

gobetti teatroJurij Ferrini sarà interprete e regista nell’Avaro di Moliere che debutterà in prima nazionale al teatro Gobetti, mercoledì 7 ottobre prossimo. Accanto a Ferrini nel ruolo di Arpagone, tra gli altri, Matteo Baiardi interpreterà il personaggio di Cleante, Vittorio Camarota quello di Mastro Simone e Sara Drago quello di Elisa. Insieme al Tartufo, Il malato immaginario e Il borghese gentiluomo, l’ Avaro è una delle commedie più amate di Moliere. Articolata in cinque atti e composta dal drammaturgo francese nel 1668, non ebbe un immediato successo al suo apparire, ma l’approvazione arrivò più tardi, nei secoli successivi. Sicuramente è un testo che possiede quelle caratteristiche capaci di renderla una commedia straordinamente divertente; Moliere, grande uomo di teatro, oltre che fine letterato,  vi ha messo tutti gli ingredienti, i motivi, le scene farsesche,  che rendono esilarante una piece comica.

 

Esiste nell’Avaro un difetto maniacale, l’avarizia appunto, accanto alla servitù intrigante,  agli amori contrastanti dei giovani e alla rivalità amorosa tra i protagonisti, in questo caso padre e figlio; quindi i malintesi, l’agnizione finale che conduce, come un deus ex machina, l’intrigo a una risoluzione. L’apparente ridondanza di temi non appesantisce, tuttavia, la commedia. Moliere, perfetto uomo di teatro,  è troppo accorto per lasciarsi sopraffare da una piena di motivi. Dispone, come un perfetto direttore orchestra,  tutti i motivi, dosandoli in maniera molto equilibrata.

 

Dopo il successo del Cyrano de Bergerac,  Ferrini affronta, così,  un altro testo fondamentale del teatro di tutti i tempi. “Abbiamo perso la capacità – afferma il regista – di far ridere con le grandi commedie classiche, dotate di ingranaggi comici perfetti,  capaci di sostenere una trama portante e svelare personaggi eternamente attuali. Ecco perché è appassionante la sfida di tornare a far ridere il pubblico con la complessità umana dei protagonisti di un testo com L’Avaro.  La caratteristica dei classici è proprio quella di attraversare epoche della storia, rimanendo integri, anche dopo enormi cambiamenti sociali”. “Purtroppo non vedo – conclude Ferrini – nulla di antiquato in un uomo ossessionato dal possesso, al punto da togliere qualsiasi prospettiva di felicità alla sua prole,  diventando addirittura usuraio ai danni del figlio. Arpagone è un uomo che, per il suo egoismo, condanna, infatti,  all’infelicita’ un’intera generazione di giovani, che tentano di aggirare la sua prepotenza”

 

Dal 7 al 18 ottobre 2015 in prima nazionale al teatro  Gobetti. L’Avaro di Moliere nella traduzione di Sara Prencipe con Jurij Ferrini.

 

Mara Martellotta

Risorgimento formato famiglia al Museo

Il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino aderisce a F@Mu 2015

 

risorgimento museoIl  Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino aderisce a F@Mu 2015 |  Nutriamoci di Cultura per Crescere GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE AL MUSEO. L’appuntamento è per domenica 4 ottobre. Per tutto il giorno ad ogni famiglia verrà offerto l’ingresso gratuito per i bambini e i ragazzi fino ai 18 anni e ridotto a 5 euro per i genitori.

 

Alle ore 15.00  sarà proposta una “Caccia al tesoro” nelle sale del Museo: con l’aiuto delle nostre guide le famiglie dovranno  risolvere quiz e superare  prove per scoprire il personaggiorisorgimento museo 3 o l’oggetto che verrà loro descritto.L’iscrizione alla “Caccia al tesoro”  avrà un costo di 6 euro per ciascun nucleo familiare composto al massimo da 5 persone. Non occorrerà prenotarsi, ma basterà registrarsi in biglietteria almeno 15 minuti prima.

 

L’orario di apertura del museo è dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00).Per informazioni è possibile telefonare al  numero 011.562.11.47 oppure collegarsi al sito www.museorisorgimentotorino.it

 

(Foto: il Torinese)

OTTOBRE ROSA, INIZIATIVE CONTRO IL CANCRO

L’iniziativa ha il patrocinio del Consiglio regionale

 

dora palloniSabato 3 e domenica 4 ottobre in piazza Castello a Torino le volontarie di Andos (Associazione donne operate al seno), Croce Verde e Rete Oncologica allestiranno uno stand, insieme a medici, infermieri, psicologi ed esperti legali per rispondere a tutte quelle domande che spesso le pazienti non osano fare, dai percorsi diagnostici e terapeutici ai fattori di rischio, dai vantaggi di una sana alimentazione a tutti quegli aspetti burocratici che la malata deve affrontare. L’iniziativa ha il patrocinio del Consiglio regionale.

 

(Foto: il Torinese)

I sindacati: "L'amianto miete ancora vittime tra gli ex lavoratori ma anche tra i cittadini”

ETERNIT FABBRICA

E’ necessario individuare nuove discariche pubbliche, possibilmente in prossimità dei siti, oltre alle quattro attuali “largamente insufficienti a ricevere l’amianto da spartire”

 

Sono condensate in cinque pagine le osservazioni sul Piano regionale amianto 2015 – 2019 che  le organizzazioni sindacali regionali di Cgil, Cisl e Uil, hanno trasmesso alle Commissioni Sanità ed Ambiente del Consiglio regionale sul Piano. E sin dalla premessa ribadiscono, con forza, come questo sia un grave problema “da affrontare con determinazione e sollecitudine perché continua a mietere vittime non solo tra gli ex lavoratori ma anche tra i cittadini”. Le proposte dei sindacati regionali si soffermano sulla mappatura, esprimendo alcune perplessità sulla conclusione della rilevamento dei siti contenenti amianto entro il 2019 in tutto il Piemonte, poiché in altri documenti dell’Arpa si dichiarava che il completamento dell’operazione si sarebbe dovuto concludere entro quest’anno. Di qui l’idea di rafforzare l’obbligo di denuncia della presenza del pericoloso materiale prevedendo nei casi di auto denuncia adeguati incentivi per rimozione e bonifica. Le osservazioni poi toccano altri settori strategici per la deamiantizzazione quali  la bonifica dei siti (si prevede, se sono esatte le stime che dovrà riguardare 50/70 milioni di metri quadrati), gli incentivi per bonifiche e finanziamenti, proponendo l’attivazione di sportelli informativi nei comuni di riferimento. Inoltre viene segnalata la necessità di individuare nuove discariche pubbliche, possibilmente in prossimità dei siti, oltre alle quattro attuali, prima tra tutte Casale, “largamente insufficienti a ricevere l’amianto da spartire”. E non manca, infine, uno spazio per la sorveglianza sanitaria, con il suggerimento del coinvolgimento dei medici di medicina generale, attraverso un atto di indirizzo della Regione Piemonte su ruolo e responsabilità che i medici hanno in materia .

 

Massimo Iaretti

Al Regio una grandiosa Aida firmata dal regista William Friedkin

regio aida

Gianandrea Noseda dirigerà Aida a fianco del regista premio Oscar per “The Exorcist” e “The French Connection”

 

Aida di Verdi, terz’ultima opera del grande compositore, andata in scena per la prima volta nel 1871 al Teatro del Cairo. Nessun titolo poteva essere più adatto per celebrare sia la riapertura del Museo Egizio torinese sia l’inaugurazione della nuova stagione lirica 2015-16 del Teatro Regio di Torino. Insomma un modo sinergico di intendere la cultura, in cui le varie espressioni artistiche si fondono in una simbiosi perfetta. Mercoledì 14 ottobre prossimo, alle 20, il maestro Gianandrea Noseda,  che ha già diretto l’Aida al teatro Marinskij e alla Scala di Milano,  per la prima volta sarà sul podio dell’Orchestra e del Coro del teatro Regio a dirigere Aida, a fianco di un famoso regista, Premio Oscar, William Friedkin (nella foto). Per il terzo anno consecutivo il teatro Regio aprirà,  così,  la sua stagione con un capolavoro di Verdi, diventato il simbolo stesso dell’eccellenza dell’ente lirico torinese.

 

“Ciò che il viceré vuole è un’opera egiziana esclusivamente storica.  Le  scene saranno basate su descrizioni storiche, i costumi saranno disegnati avendo i bassorilievi dell’alto Egitto come modello”. Queste le parole che, nell’aprile del 1870 l’archeologo francese Auguste Mariette scriveva al direttore del Theatre de l’Opera Comique di Parigi,  Camille du Locle. L’opera egiziana che così fermamente voleva Isma’il Pascia’, chedive’ d’Egitto,  diventerà Aida. Nell’evocare un’epoca e un luogo lontani dalla propria cultura, Verdi si è basato sull’autorevolezza accademica e sulla concezione storica dell’egittologia,  anche se quest’ultima, secondo alcuni critici, come il Said,  autore di “Culture and Imperialism”, non è in effetti l’Egitto. Il tentativo di “Aida” di rappresentare l’identità di un popolo incarnarebbe,  invece, la “versione ufficiale che, in quegli anni dell’Ottocento,  l’Europa forniva dell’Egitto”. Verdi, figlio di una civiltà contadina, uomo concreto e conservatore, per quanto artista innovativo perfettamente inserito nel contesto europeo,  crede, tuttavia,  profondamente nella regola trinitaria Dio-Patria-Famiglia, dove il padre incarna la Legge che rappresenta Dio in terra. Non cerca una cultura dell’altrove o una  fuga dalla cultura di appartenenza, e, per questo motivo, inventa il colore locale di sana pianta, senza ricorrere a temi etnici locali ricavati dalla musica egiziana o araba. Per creare un’atmosfera di lontananza,  storica più che geografica, utilizza mezzi che sono interni all’orchestra classica e al bagaglio tonale tradizionale, quali un ampio uso dei semitoni e della salmodia chiesistica.

 

Firma la regia di questa Aida William Friedkin, cresciuto nei quartieri malfamati di Chicago e asceso al pieno successo con “The French Connection” (Il braccio violento della legge) nel 1971, ottenendo 5 premi Oscar e 3 Golden Globe.  Analogo successo con The Exorcist,  premiato con 2 Premi Oscar e 4 Golden Globe. Aida in questo allestimento sarà interpretata da un soprano originario dell’Arkansas, Kristin Lewis, al suo debutto al Regio, la cui prima interpretazione di questa opera verdiana risale al 2006, al Cairo. Anita Rachvelishvili interpreterà il ruolo di Amneris, segnando il ritorno della mezzosoprano al Regio dopo la indimenticabile Carmen del 2012. A interpretare Radames sarà il tenore Marco Berti, già conosciuto dal pubblico del Regio in una serie di ruoli, quali don José,  Polline,  Cavaradossi. 

 

 (Foto: il Torinese)

 Mara Martellotta

Weekend con Officine Corsare

Le serate partono dalle 21.30. Ingresso riservato ai soci Arci

 

 

officine corsareUna settimana con ampi spazi dedicati alla musica quella delle Officine Corsare: si inizia già da giovedì 1 ottobre con il concerto dei Twee, talentuosa formazione torinese dall’anima pop, con sfumature blues, swing e venature retrò. La programmazione prosegue venerdì 2 ottobre, quando sul palco saliranno NonostanteClizia e Intercity per presentare i rispettivi nuovi album usciti nel corso del 2015. Nel dettaglio gli alessandrini NonostanteClizia eseguiranno dal vivo i brani tratti dal disco d’esordio “La Stagione Animale” (Ala Bianca/Warner), prodotto da Riccardo Tesio con la collaborazione di Gianni Maroccolo, e quelli del fortunato EP “Bang!” (Venus Dischi), che nel 2013 li ha resi artisti del mese su MTV New Generation. Gli Intercity, formazione bresciana, presenteranno il nuovo album “Amur” uscito il 21 settembre, e che segue i due acclamati dischi “Grand piano” (2009) e “Yuhu” (2012). A seguire il djset organizzato dal collettivo “Studenti Indipendenti” dal titolo “Un Party Bollente”. La settimana corsara si conclude infine sabato 3 ottobre con il djset universitario di TANTAROBBEATdragoni per una notte.

 

 

 

Giovedì 1 ottobre: Twee live set – ingresso libero

Venerdì 2 ottobre: NonostanteClizia + Intercity release party – contributo associativo di 3 euro

Sabato 3 ottobre: TANTAROBBEAT dragoni per una notte – ingresso libero

 

 

SUL WEB: www.officinecorsare.org

 

 

“Il destino era già lì”: Paola Agosti fotografa

Accompagnò Nuto Revelli nelle sue interviste alle testimoni femminili per la stesura de “Il mondo dei vinti” e “L’Anello forte”

 

AgostiRimane aperta fino all’8 ottobre nei locali dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Consiglio regionale (via Arsenale 14/G), la mostra fotografica “Il destino era già lì”, curata dalla Fondazione Nuto Revelli onlus. Trentacinque immagini in bianco e nero scattate da Paola Agosti (figlia di Giorgio Agosti, magistrato e partigiano membro del comando regionale di Giustizia e Libertà che fu primo questore della Torino liberata). La fotografa accompagnò Nuto Revelli nelle sue interviste alle testimoni femminili per la stesura de “Il mondo dei vinti” e “L’Anello forte”, pubblicato da Einaudi esattamente 30 anni fa.

 

All’inaugurazione è intervenuta Paola Agosti con Marco Revelli presidente della Fondazione intitolata al padre Nuto, e con Alessandro Dutto e Maria Peano delle edizioni Araba Fenice che ha pubblicato il catalogo della mostra.L’esposizione, con ingresso libero, è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16.

 

 

Info: tel. 011.5757444

wwww.cr.piemonte.it