LIFESTYLE- Pagina 11

Ritorna a Torino, in Via Carlo Alberto, il mercatino artigianale Una Storia tra le Mani

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Evento di Artigianato Artístico Manuale

Via Carlo Alberto, 12 – Torino

7/8 DICEMBRE – 14/15 DICEMBRE – 19/24 DICEMBRE

dalle 10 alle 19

 

Ritorna a Torino, in Via Carlo Alberto, Una Storia tra le Mani, il mercatino artigianale promosso dall’omonima associazione che riunisce eccellenze della produzione artigianale del territorio piemontese ospitando spesso anche artigiani provenienti da altre regioni.

Queste le date dell’edizione natalizia, 7/8 dicembre, 14/15 dicembre e continuativo dal 19 al 24 dicembre con orario dalle 10 alle 19.

Durante queste giornate che si avvicinano alle feste, nel bellissimo contesto pedonale del centro storico di Torino,  in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, si potranno ammirare e acquistare i manufatti di oltre 40 artigiani-artisti che, alternandosi, presenteranno al pubblico le loro originali creazioni; colorate sculture in cartapesta, paesaggi, vasi-lampade, sculture, originali oggetti d’uso e monili in ceramica, abiti trasformabili confezionati con ricercati tessuti o con tessuti naturali, originali gioielli in metallo e fili di tessuto colorati, gioielli in cemento, gioielli in legno, gioielli-scultura in fusione a cera persa, preziosi oggetti e monili realizzati con la tecnica della vetrofusione, strumenti musicali fatti con zucche o canne di bambù, coperte e abbigliamento realizzato con tessuti a telaio ottenuti da filati naturali colorati a mano, borse, cappelli e numerosi altri oggetti realizzati da artigiani-artisti con molteplici tipologie di lavorazione e utilizzando svariati materiali quali metalli, vetro, legno, cuoio, carta, filati pregiati

Gli artigiani sono selezionati sulla base di precisi parametri, primo tra tutti la loro manualità, con cui realizzano pezzi unici ovvero una produzione non seriale, la creatività e capacità di valorizzare la materia prima trasformandola in oggetti lasciando una personale impronta artistica e la grande cura per il dettaglio.

Una Storia tra le Mani non è un semplice mercatino dell’artigianato, gli artigiani-artisti che ne fanno parte condividono la mission di far conoscere al pubblico la storia che nasce dalle loro mani, lo studio dei materiali e delle tecniche di lavorazione, il pensiero e l’ispirazione che c’è dietro e dentro ad un oggetto.

 

Ogni manufatto è portatore di una storia, una trasmissione di saperi, che è il risultato di tanti elementi: che cosa ha ispirato l’artigiano, quale materiale ha scelto di utilizzare, le difficoltà incontrate nel crearlo. Tutto contribuisce a dare valore a quell’oggetto e al pensiero che possa durare nel tempo, e che oltre alla sua unicità, permetta al visitatore, di fare acquisti consapevoli” e cioè di conoscere il dove, il come e la mano esperta che lo ha realizzato.

Una storia tra le mani è un’associazione di artigiani/artisti che organizza, senza scopo di lucro, un evento caratterizzato da elementi creativi e culturali in cui gli artigiani sono  parte attiva attraverso l’esposizione delle loro stesse creazioni. Nasce nel 2011  con l’obiettivo di offrire al pubblico torinese e ai turisti, in costante aumento nella città di Torino, un evento ricorrente durante l’anno con cadenza mensile e con un periodo più ampio nel mese di dicembre.
Tutti gli oggetti esposti durante gli appuntamenti sono realizzati completamente a mano, o con l’ausilio di semplice strumentazione meccanica, in un contesto di trasformazione della materia o riciclo creativo che coinvolge un pensiero progettuale, le mani, il cuore e l’anima di chi li crea.

L’associazione è inoltre impegnata in alcune date durante l’anno, attraverso tutti gli artigiani aderenti, a tenere a turno laboratori con il pubblico e ad eseguire una parte della lavorazioni sul posto mostrandole ai visitatori o, se impossibile per motivi pratici, la disponibilità degli stessi di illustrare tutte le fasi di lavorazione con l’ausilio di video e materiale fotografico.  

 

SCHEDA EVENTO

Titolo: Una Storia tra le Mani – Artigianato artistico autoprodotto con lavorazioni sul posto

Date: 7/8 dicembre, 14/15 dicembre e continuativo dal 19 al 24 dicembre

Orari: 10:00 / 19:00

Luogo: via Carlo Alberto, 12 – Torino (TO)

Info: Elena Marsico 3474253094

Info mail: unastoriatralemani@gmail.com

Web: https://www.facebook.com/UnaStoriaTraLeMani

Instagram

https://www.instagram.com/unastoriatralemani?igsh=ejBhaHUydnE2djE3

Video: https://www.youtube.com/watch?v=H596lk_3Cgk

Largo ai giovani!

Quante volte abbiamo sentito pronunciare la frase “largo ai giovani”?

La sua origine sta nel fatto che i giovani, per molte ragioni, sono dotati di una visione innovativa, hanno maggior dimestichezza con le tecnologie più moderne, hanno più energia e, dunque, potrebbero essere i naturali fautori di ogni miglioramento della società.

Spesso criticati, i giovani vengono molte volte snobbati o sminuiti perché il loro linguaggio (in senso lato) non è comprensibile ai più anziani, perché contemplano soluzioni “bizzarre”, rifiutano le conquiste dei loro padri e nonni (posto fisso, casa di proprietà, matrimonio e figli, iter di carriera pianificato) per seguire altre mete, altri obiettivi.

Come ho avuto modo di citare altre volte, il compianto Fabrizio De Andrè nel suo ultimo concerto al Brancaccio nel 1998, sostenne che non sia vero che i giovani non hanno valori; semmai siamo noi troppo attaccati ai nostri per accettarli. Occorre attendere di storicizzarli e, in ogni caso, inserirli nel corretto ambito geografico e storico.

La globalizzazione, che ha pur avuto qualche pregio, ha però portato una rivoluzione in negativo mischiando valori e culture, mescolando pregi e difetti in modo imprevisto ed imprevedibile,portando in alcune regioni del pianeta valori incompatibili per tradizione, etnia, cultura, religione e storia, portando l’opinione pubblica a credere che si tratti unicamente di fattori negativi o, al contrario, permettendo a esperienze lontane di penetrare nella nostra cultura senza che ne venga realmente percepito il reale eventuale valore.

Ma il vero problema nel puntare tutto sui giovani è duplice: da un lato rischiamo di perdere l’esperienza di cui i meno giovani e gli anziani sono portatori, esperienza che serve ad evitare moltissimi errori e, dall’altro, di demotivare i meno giovani mettendoli in una riserva perché devono cedere il passo ai giovani.

Dal punto di vista psicologico e sanitario questo comporterebbe costi altissimi per la spesa pubblica perché implicherebbe, al di là di ogni risvolto lavorativo, depressione, demotivazioni, mancanza di autostima e tutto ciò che potrebbe nascere da tale accantonamento.

Inoltre, per permettere ai giovani di emergere, di farsi largo occorre mettere in disparte i più vecchi; logica conseguenza sarà che l’ente di previdenza erogherà pensioni elevate (molti aderiscono al sistema retributivo, almeno parzialmente) in cambio di contributi freschi, di valore notevolmente inferiore (sistema ormai totalmente contributivo) il che provocherebbe in pochi anni il crack dell’ente previdenziale.

Una politica del lavoro sensata avrebbe dovuto prevedere, già al tempo in cui le casse previdenziali furono fuse nell’INPS (non ultima l’ENPALS dei lavoratori dello spettacolo) che il sistema così com’è organizzato è destinato al collasso; un ente che si occupi di previdenza ed assistenza al contempo è fortemente squilibrato quando, in periodi come la pandemia, non incassa perché le attività sono ferme, ma eroga a larghe braccia perché c’è, appunto, una pandemia; inoltre, in periodi di disoccupazionenon riceve versamenti dato che le aziende licenziano, ma eroga sussidi di disoccupazione svuotando le proprie casse.

Un imprenditore che sia tale, e non sia soltanto un finanziere che bada unicamente al ritorno economico, sa che quando un dipendente sta per uscire dall’azienda per andare in pensione andrà sostituito, formando con ampio anticipo il suo sostituto, ma questo è un costo (doppia figura per quella posizione) che solo gli imprenditori intelligenti (oggi la minoranza) sanno mettere in conto.

Oppure, e questa è la genialata dei finanzieri, assumiamo i sostituti dopo un anno dalla fuoriuscita del predecessore pensando che quel lavoro si apprenda in pochi giorni, chiedendo, provando e riprovando. E’ palese che questa è l’ennesima dimostrazione che alcuni titolari di azienda o manager non conoscono assolutamente ciò di cui parlano, ed è questa una delle cause principali di crisi del nostro sistema imprenditoriale.

I giovani insegnino ciò che conoscono (tecnologie, nuovi media) mentre i meno giovani mettano a disposizione la loro esperienza; un sereno confronto tra ciò che è stato e ciò che è, e forse sarà,può sicuramente dettare le regole per un proficuo turn over.

Peccato non sia altrettanto facile cambiare la mentalità di chi sta nella sala dei bottoni.

Sergio Motta

Il Piemonte celebra “Birrifici Aperti Unionbirrai”

 

Sabato 7 dicembre, i birrifici artigianali di tutta Italia aprono le loro porte al pubblico con visite guidate, degustazioni e incontri con i birrai. “Birrifici Aperti” è la giornata organizzata da Unionbirrai, l’associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, con l’obiettivo di promuovere la cultura della birra artigianale in Italia, educando i consumatori sulle diverse varietà e qualità di birre prodotte localmente, sostenendo i piccoli produttori nel panorama birrario nazionale. In Piemonte sono 5 le aperture di birrifici artigianali per celebrare l’evento di Unionbirrai: Birrificio Gilac a Rivoli (TO), Birrificio Trunasse a Castelletto Stura (CN), Birra 100Eventi a Borgomanero (NO), Birrificio Agricolo Kauss a Piasco (CN) e BSA – Birrificio Sant’Andrea a Vercelli.

“Valorizzare il mondo della birra artigianale italiana, creando un contatto diretto tra birrifici e appassionati. Questo l’obiettivo della nostra iniziativa Birrifici Aperti – dichiara Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai – che mira a replicare ciò accaduto con successo in altri comparti come il vino e l’olio, aprendo le porte dei birrifici per far conoscere da vicino i processi produttivi, le materie prime utilizzate e, soprattutto, la passione che si cela dietro ogni bottiglia. Tutti ingredienti che rendono la birra artigianale nazionale oramai un vanto del made in Italy agroalimentare nel mondo, con sempre più riconoscimenti”.

Sarà possibile scegliere l’appuntamento preferito tra i tanti in programma in tutto lo Stivale presenti sul sito www.birrificiapertiunionbirrai.itSi potranno esplorare storie, processi e segreti dietro ogni birrificio, vivendo una giornata immersiva nel mondo della birra artigianale ma promuovendo, al contempo, il territorio con le sue peculiarità creando localmente sinergie. A giovarne saranno i consumatori, sempre più consapevoli e attenti, i quali divengono visitatori e turisti pronti ad esperienze uniche che, attraverso la convivialità, li porta a conoscere una realtà artigianale con un contatto diretto.

“Riteniamo che i piccoli birrifici artigianali possano divenire parte integrante di itinerari turistici e mete da visitare e in cui trascorrere piacevoli momenti – conclude Ferraris (Unionbirrai) – Per questo, anche a livello normativo, siamo impegnati nel promuovere la creazione delle ‘Strade della Birra’, prendendo spunto da ciò che il mondo vitivinicolo ha già realizzato con successo con le cantine”.

 

Torna “NUOVI EROI”, storie di eroi comuni 

Insigniti dal Presidente Mattarella con l’Ordine al Merito . Dal lunedì al venerdì alle 20.15 e il sabato alle 20:35 su Rai3

Sei nuovi episodi della sesta stagione di “Nuovi Eroi”, che racconta le grandi storie di eroismo quotidiano di cittadine e cittadini insigniti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il format originale prodotto da Stand by Me e Rai Approfondimento, con la preziosa collaborazione del Quirinale,  in onda da lunedì 2 dicembre a venerdì 6 dicembre alle 20.15 e sabato 7 dicembre alle 20:35 su Rai3.

Sei nuove puntate per raccontare le storie straordinarie di persone che si sono distinte in alcuni campi professionali e non solo: eroi comuni, quasi sempre sconosciuti al grande pubblico, rappresentativi dei più alti valori umani e solidali e che si sono fatti apprezzare per l’impegno civile e per il forte senso di comunità, diventando così un esempio virtuoso.

Le puntate del sabato, in onda alle 20:35, sono dedicate ai Nuovi Eroi “Young”: giovani alfieri e cavalieri che, attraverso atti di coraggio e solidarietà, si sono distinti nello studio, in attività culturali oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà.

Tra le storie di questa settimana quella di Padre Vincenzo Bordo (lunedì 2 dicembre), da più di trenta anni vicino alle persone più povere di Seul dove ha fondato la “Casa di Anna” che ospita, assiste e nutre i poveri e i senzatetto della periferia della città coreana. C’è poi l’impegno per l’inclusione delle persone con disabilità di Mattia Abbate (martedì 3 dicembre) e l’esempio di imprenditoria inclusiva di Marco Caprai (mercoledì 4 dicembre), amministratore delegato di un’azienda vinicola di Montefalco in Umbria, che ha dato la possibilità ad oltre duecento persone richiedenti asilo di trovare un impiego presso la cantina della sua attività.

A ricevere l’importante riconoscimento dell’Onorificenza al merito c’è anche Sara Sclauzero (giovedì 5 dicembre), che con altre donne ha fondato il centro antiviolenza APS “Me.Dea” Onlus con la finalità di formare le persone alla non violenza in tutte le sue manifestazioni. Infine la storia di Walter Rista (venerdì 6 dicembre), ex giocatore di rugby che ha vestito la maglia della nazionale dal ’68 al ’70, co fondatore de La Drola, squadra di rugby nata all’interno del carcere di Torino.

Le puntate del sabato, in onda alle 20:35, sono dedicate ai Nuovi Eroi “Young”: giovani alfieri e cavalieri che, attraverso atti di coraggio e solidarietà, si sono distinti nello studio, in attività culturali oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà. Come Marta Grelli nella foto (sabato 7 dicembre), studentessa universitaria di Torino, che ha ideato una piattaforma informatica per offrire a persone diversamente abili l’opportunità di viaggiare in modo consapevole conoscendo i posti più adatti alle loro esigenze.

In ogni puntata la storia di uno di questi eroi comuni viene raccontata attraverso un’intervista diretta al protagonista, intervallata dalle testimonianze di amici, familiari e colleghi, da immagini fotografiche e video privati e da repertorio di cronaca, perché le loro vicende s’intrecciano molto spesso con momenti cruciali della nostra storia recente. Anche per questa stagione, a guidare il racconto la voce fuori campo di Veronica Pivetti, mentre i passaggi decisivi della vita del protagonista di puntata sono ricostruiti come sempre attraverso suggestivi re-enactement.

Chiude ogni episodio la cerimonia di conferimento dell’Onorificenza al Merito Civile svoltasi al Quirinale alla presenza del Presidente Mattarella. Un Ordine nazionale, istituito nel 1951, destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari’’.

  

Rai Approfondimento presenta Nuovi Eroi, un format originale prodotto da Stand By Me. Produttore creativo Simona Ercolani; scritto da Andrea Felici. Produttrice esecutiva Stand by Me Simona Meli; Delegati Rai Mercuzio Mencucci, Maria Laura Ballesio. Regia di Claudio Pisano.

 

SINOSSI

VINCENZO BORDO (lunedì 2 dicembre)

Vincenzo Bordo è un missionario originario di Piansano, un paesino in provincia di Viterbo. La forte vocazione di dedicarsi agli altri lo porta molto lontano da casa, in Corea.

A Seoul è conosciuto con il nome di Kim Ha Jong e da più di trent’anni si dedica ai più poveri, agli anziani soli, agli orfani, ai senzatetto e agli esclusi delle periferie di Seoul. Tutte queste persone oggi trovano il proprio porto sicuro presso l’associazione “Casa di Anna”. Nel 2024 Il Presidente Sergio Matterella decide di annoverare Vincenzo tra i trenta eroi civili della Repubblica Italiana.

MATTIA ABBATE (martedì 3 dicembre)

Mattia Abbate vive a Milano e convive fin da bambino con la distrofia muscolare di Duchenne. Nonostante le sfide fisiche, lo sport è da sempre una sua grande passione, e l’Inter, la sua squadra del cuore. Negli anni sperimenta in prima persona i disservizi legati all’accesso delle persone con disabilità negli stadi, fino a decidere di scrivere una mail di denuncia alla redazione de La Repubblica. Il suo senso critico e la sua abilità di scrittura colpiscono il direttore, che gli propone di curare una rubrica dedicata al mondo della disabilità. Attraverso le sue parole, Mattia diventa una voce per tutti coloro che vivono in una società ancora lontana dall’essere inclusiva. Per il suo impegno, Il Presidente della Repubblica lo nomina Cavaliere dell’ordine al merito.

MARCO CAPRAI (mercoledì 4 dicembre)

Marco Caprai, imprenditore a Montefalco, in provincia di Perugia, muove i primi passi nel settore vinicolo grazie al padre, che gli affida la guida dell’azienda di famiglia. Le sue spiccate doti imprenditoriali portano ottimi risultati, ma con il tempo Marco si trova ad affrontare un problema crescente: sempre meno persone vogliono lavorare in campagna.
La svolta arriva grazie all’incontro con la fondazione “L’Arca del Mediterraneo”, impegnata nell’accoglienza dei migranti. Oggi, tra i filari delle sue vigne, lavorano oltre 200 richiedenti asilo, che grazie a questa opportunità riescono a costruire un futuro migliore. Il suo è un esempio di imprenditoria inclusiva che gli vale la nomina a Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana.

SARAH SCLAUZERO (giovedì 5 dicembre)

Sarah Sclauzero cresce tra le colline del Monferrato, in Piemonte. Durante l’adolescenza, un episodio di violenza domestica a cui assiste durante una vacanza, la sensibilizza profondamente, rendendola consapevole delle gravi disuguaglianze tra uomini e donne. Questa consapevolezza diventa il filo conduttore della sua vita. Dopo aver conseguito la laurea in psicologia e maturato una lunga esperienza nel sociale, decide di tradurre la sua visione in azioni concrete. Insieme a un gruppo di colleghe, fonda l’associazione “Me.Dea”, con l’intento di supportare le donne vittime di violenza in ogni sua forma. In un’Italia ancora troppo segnata da questo drammatico fenomeno sociale, Sarah viene insignita dal Presidente della Repubblica della nomina a Ufficiale dell’Ordine al Merito.

WALTER RISTA (venerdì 6 dicembre)

Walter Rista, ex giocatore di rugby, veste la maglia della nazionale italiana dal 1968 al 1970. Durante una trasferta in Argentina, rimane coinvolto in un incidente stradale con un pullman che trasporta detenuti. Profondamente colpito dalla loro condizione, sviluppa il desiderio di migliorare la qualità di vita dei carcerati. Successivamente incontra Pietro Buffa, all’epoca direttore del carcere di Torino, e insieme danno vita a un progetto per introdurre il rugby nelle carceri. Oggi questo sport si pratica in diversi istituti di pena in Italia, offrendo ai detenuti un percorso di risocializzazione fondato sui valori e sulle regole del rugby. Nel 2024 Walter riceve la nomina di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

MARTA GRELLI (sabato 7 dicembre)

Marta Grelli è una giovane studentessa di Torino che negli anni matura una grande passione per i viaggi. All’università è l’incontro con Marco, ragazzo ipovedente, ad aprirle le porte sul mondo della disabilità. Grazie a quest’amicizia, Marta comprende quanto sia difficile per una persona disabile viaggiare liberamente come fa lei. Decide così di sviluppare una piattaforma per mappare l’accessibilità dei luoghi turistici, offrendo uno strumento che rende il mondo più accogliente per chi affronta queste difficoltà. Per la sua intuizione, nel 2024 il Presidente Sergio Mattarella la nomina Cavaliere dell’ordine al Merito.

Gancia: una tradizione che continua a La Torre di Viatosto

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PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani

Era il 1865 quando il trisavolo di Massimiliano Vallarino Gancia, Carlo Gancia, imprenditore piemontese, crea uno champagne nostrano che chiama Spumante Italiano, da allora per l’azienda vinicola si contano solo successi, fino ad arrivare alla quarta generazione con Vittorio e Lorenzo Vallarino Gancia e poi alla vendita dello storico marchio, una parte nel 2011 e la restante nel 2014, ad un gruppo russo.
Oggi, in continuità con i desideri di papà Vittorio, Massimiliano Vallarino Gancia, in qualità di Brand Ambassador insieme a Rosalba Borello Vallarino Gancia, addetta alle P.R., portano avanti l’attività iniziata da Vittorio nella tenuta La Torre di Viatosto, azienda vitivinicola a pochi chilometri da Asti, alle spalle della suggestiva chiesa romanica in località Viatosto.
“Negli anni mio marito Vittorio – mi racconta Rosalba- aveva maturato un legame fortissimo con il mondo dell’agricoltura, desiderava che le sue vigne fossero coltivate con metodi biologici nel più totale rispetto dell’ambiente e della natura. Oggi abbiamo sei ettari di vigne con la possibilità di arrivare a nove, con uve nebbiolo, merlot e moscato”.
“ Oggi La Torre di Viatosto produce 10.000 bottiglie all’anno – spiega Massimiliano-  ma contiamo di arrivare a 50.000 bottiglie fra quattro o cinque anni, con la guida di un enologo esperto e con la supervisione di mio fratello Lamberto; desideriamo un prodotto di altissima qualità affinché mio padre, anche da lassù, possa esserne fiero”.
Siamo nel cuore del Monferrato, terra di ottimi vini già nell’800, La Torre di Viatosto è l’unico vigneto in questa località, qui sono state piantate uve Nebbiolo all’80% che si produce come Monferrato Nebbiolo DOC anche se Massimiliano e Rosalba preferiscono vinificarlo come metodo classico Rose’ extra brut ( Cuve’ Vittorio) che viene prodotto con Nebbiolo in purezza.
Chi sono i vostri clienti?
“ Ristoratori, enoteche e poi tanti visitatori che vengono qui in cascina dove organizziamo degustazioni ; è importante – sottolinea Rosalba- conoscere da vicino, di persona, la realtà da cui arriva il nostro vino”.
Se volete degustare i vini di Massimiliano e Rosalba potete prenotare una degustazione proprio a casa loro, davanti alle vigne, vi aspetta uno splendido panorama e l’accoglienza calorosa di una grande famiglia unita.
Ad maiora Rosalba e Massimiliano!  Vittorio è sicuramente fiero del vostro impegno e dei vostri risultati.

La magia del Natale arriva al Mercato Centrale

Per tutto il mese di dicembre Mercato Centrale Torino ha preparato un calendario dell’Avvento, per celebrare un periodo ricco di eventi nelle settimane più magiche dell’anno. Ogni giorno, sui canali social di Mercato Centrale Torino, si aprirà una casella di un Calendario dell’Avvento virtuale che presenterà appuntamenti, offerte speciali, masterclass e degustazioni che coinvolgeranno le botteghe del mercato in una grande festa della bontà.

Sarà presente il menu speciale tradizionale di Bistrot di Langa, alla scoperta dei sapori più autentici delle Langhe, ogni venerdì sera (al costo di 30 euro persona, bevande escluse).

Gli esperti di Cantina Social organizzeranno invece un’avventura enologica senza confini, insieme all’educatrice certificata WSET Roberta Guerra di To Wine. Un viaggio alla scoperta di etichette di eccezione, tra cui il prezioso Pajzos Tokaji e il raffinato Dr. Burklin-Wolf, raccontati attraverso storie, territori e sapori che lasciano il segno. Giovedì 5 dicembre, dalle 19.30 40 euro a persona, prenotazione obbligatoria a info.torino@mercatocentrale.it

La nuova bottega Affini Dry 0.0 proporrà, invece, una masterclass alla scoperta dei segreti del panettone e pandoro, pensata per curiosi e appassionati guidati dal direttore di Dissapore Chiara Cavalleris, accompagnata da una raffinata selezione di vermouth a cura di Distillerie Subalpine. E per brindare Affini 0.0 sorprenderà tutti i partecipanti con il drink “Un panettone da bere”, giovedì 12 dicembre dalle 19,15 euro a persona, prenotazione obbligatoria, scrivendo a info.torino@ mercatocentrale.it

Saranno poi presenti laboratori olfattivi per creare il proprio profumo ispirandosi ai sapori avvolgenti delle festività, venerdì 6 dicembre alle 18.30, laboratori di lettura natalizi per bambini con BombettaBook, domenica 15 dicembre alle 11, laboratori musicali per i più piccoli in collaborazione con Giovani Genitori e 010 Music School, venerdì 20 dicembre alle ore 18, e gli appuntamenti con gli Aperiswing, domenica 15 dicembre alle 16.30 e giovedì 26 dicembre per uno speciale aperitivo di Santo Stefano.

Mercato Centrale Torino festeggia l’inizio del nuovo anno con una grande festa il 31 dicembre, dalle 19 alle 2 di notte, una serata spumeggiante tra musica, divertimento e tante bontà da gustare in compagnia.

Acquistando la ‘Che buono card’ con credito prepagato di 50 euro per gli adulti e di 25 euro per I bambini dai 6 ai 12 anni, è possibile effettuare le consumazioni presso tutti i corner della struttura.

La card è acquistabile scrivendo a infotorino@mercatocentrale.it, specificando il numero delle persone che siederanno allo stesso tavolo e potrà essere ritirata il 30 dicembre o il

31 dicembre dalle 10 alle 22 presso l’infopoint di Mercato Centrale Torino.

L’acquisto della card permetterà di prenotare il tavolo nella pizza delle Bontà e ordinare in tutte le botteghe, utilizzando il credito disponibile. Nel costo della card sono compresi un calice di Prosecco per il brindisi di mezzanotte e una fetta di panettone.

Il 31 dicembre a partire dalle 20.30, djset di Serena Ghiglieri.

Mara Martellotta

Banca del vino a Pollenzo. Terra, ricerca ed estro: la storia di Cascina Castlet

Data: 27/11/2024 • Ora: 19:00 – 20:45

L’azienda appartiene da generazioni alla famiglia Borio e oggi è nelle mani di Mariuccia che l’ha ereditata dal padre nel 1970.

Produttrice dotata di grande passione e lungimiranza, ha da sempre la priorità per la salvaguardia della natura e della storia della sua terra d’origine.

Per costruire l’identità di queste colline votate alla viticoltura e promuovere la cultura del vino ha collaborato attivamente con studenti e ricercatori universitari. All’enologo Giorgio Gozzellino spetta il compito di tradurre nei vini di Cascina Castlet questa energia e questa visione del territorio. Ogni etichetta esprime tutta la creatività e la vena artistica di Mariuccia Borio e nasconde un racconto, tutto da scoprire.
Con Giorgio e Fabrizio Gallino, collaboratore della Slow Wine e della Banca del Vino, abbiamo ascoltato alcune parti di questo racconto, soprattutto attraverso la degustazione di vini differenti, declinati in annate a confronto.

Negli anni 70 l’enologo è stato Armando Cordero .L’azienda si è sempre occupata di Barbera nelle sue varie tipologie.
E’ passata da 6 ettari ai 30 attuali tutti a Costigliole d’Asti, divisi in tre parti: intorno all’azienda , a circa 1km (12 ettari) dedicati al Policalpo , ultimo terzo in frazione Santa Margherita vicino al fiume Tanaro.
Terreni sono limo argillosi mixati.
Dal 1995 si cura l’inerbimento, perché limita la penetrazione forte dell’acqua e non consente alla radice di ricevere troppa idratazione.
Quest’anno si festeggiano i 40 anni dell’etichetta serigrafata : un esempio di successo comunicativo.

In Degustazione abbiamo assaggiato :

Barbera Litina 2020
Vigneto Litina dedicato a zia Litina
Macerazione sulle buccie per 10 gg
Vinificato in acciaio ed affinamento in Botti di Rovere per 9 mesi
Annata 2020 ha avuto andamento regolare , con piovosità giusta e soprattutto zero pioggia in vendemmia. Quindi un’annata con giusto equilibrio. Di questo prodotto se ne fa circa il 10% della produzione totale dell’azienda.
Al naso: frutto e leggero sentore di legno
In bocca: frutto, amarena, sentore mandorlato e una bella sapidità leggermente chiusa nel finale. Poco tannico ,equilibrato e fresco. Una bella beva.

Barbera Passum 2018
Etichetta ricorda la P maiuscola greca dove nell’Antica Grecia “alle donne non era consentito bere vino” .
Raccolto in cassette e lasciato in appassimento per circa un mese, l’enologo Armando Cordero aveva preso spunto dallo Sfursat valtellinese per abbassare l’acidità e fare zuccheri. Nel tempo è cambiato il clima e la vigna ma si mantiene una composizione di 60% di vendemmia normale e 40% di appassimento con un governo all’uso toscano.
Appassimento evita lo sviluppo delle muffe e viene fatto per due o tre giorni a temperatura di 22°, in questo modo l’uva respira abbassando l’acidità e aumentando l’equilibrio.
Macerazione carbonica degli acini piccoli per 21 giorni a temperature basse.
Malolattica in acciaio.
Affinamento 50% in Barrique e tonneaux e 50% in Botti grandi.
Annata 2018 è stata un’annata calda ma non troppo ,tardiva e composta da un buon equilibrio e da acidità alta .
Al naso: sentori di burro, spezie, garofano e legno e si nota di più l’appassimento.
In bocca: frutto dolce, meno maturo, appassimento e meno salato il finale.

Barbera Passum 2012
Annata 2012 : piovosa con agosto e settembre che hanno però consentito di recuperare la corposità delle piante e finale equilibrato.
Al naso: frutta matura, sentori di prugna,terroso
In bocca: Bella vena sapida ,una gran bella beva.

Monferrato Rosso Uceline 2017
Da vitigno uvalino poco diffuso nell’astigiano.
Il nome ha origini antiche. Nell’Astesana fin dal Seicento così si chiamavano uve rosse di un vitigno a maturazione molto tardiva .Erano le ultime ad essere vendemmiate e venivano largamente mangiate dagli uccelli provenienti dall’Africa ( ricordati in etichetta) .

Uvalino era un regalo importante, un secondo vino che si raccoglieva a metà novembre ( grappoli di San Martino ). Era un vino ad uso famigliare di alto lignaggio , pieno d’ antiossidanti come il resveratrolo ( 40 volte più degli altri vini Rossi piemontesi ) quindi resistente alle muffe e con una forte protezione ai batteri e ai funghi patogeni. In più con una buona carica tannica ( simile al Barolo) .
Prima vendemmia nel 2006 commercializzata nel 2009 .

Vendemmia a fine di ottobre quando l’uva raggiunge una perfetta maturazione. Grappoli raccolti a mano vengono adagiati in piccole
cassette traforate e successivamente collocate in un “fruttaio” ben ventilato e a
temperatura controllata per oltre un mese per
Un leggero appassimento ( perdita di circa 20% del peso ).
Macerazione sulle bucce per 20 gg temperatura tra 22-25 gradi con frequenti rimontaggi .
Malolattica in acciaio e vinificato in tonneaux per 18 mesi.
Annata 2017 : estate calda e l’uvalino non ama il caldo . 45gg di appassimento. Pochi zuccheri.
Al naso: erbaceo e terroso
In bocca: polveroso ,ancora chiuso e frutta in fase di definizione .

Monferrato Rosso Uceline 2012
Annata 2012: caldo finale, estate fredda e poco luminosa ha prodotto un vino elegante.
Al naso: bel terziario non dolce e note balsamiche
In bocca: tannico, bella struttura, frutta ed un bellissimo sprint finale.

Policalpo Monferrato Rosso 2016
un incontro tra Barbera 60% e Cabernet Sauvignon 40% (piantato già nel 1800).
Vendemmia a metà ottobre, macerazione sulle bucce per 21 giorni insieme con i due vini .
Poi vinificato in Barrique per 12 mesi 1/3 nuove 2/3 di secondo passaggio.
3000 bottiglie
Al naso: sentori di vaniglia, liquirizia e spezie ; frutta armonica e sentori balsamici da Cabernet
In bocca: frutta e beva con sentore di Cabernet e tannino più fitto. Finale lungo ed aromatico.

Alla prossima.

LUCA GANDIN

Sarajevo, una sera alla casa del dispetto

Una sera Goran volle a tutti i costi portarmi a cena all’Inat Kuca. Diceva che non si poteva immaginare quant’è bella e accogliente Sarajevo senza passare almeno una serata bevendo birra Sarajevsko e scoprendo le delizie della cucina bosniaca. Quindi, cosa poteva offrire di meglio la città di quel ristorante che i sarajevesi considerano una vera e propria istituzione? L’atmosfera di questa costruzione in stile turco affacciata sulla Miljacka con un superbo dehors sul fiume, è sempre speciale. Il menù propone piatti tipici della tradizione bosniaca, non facili da trovare negli altri ristoranti del centro della città. Anche a tavola Sarajevo esprime quel suo carattere orgogliosamente meticcio, multiculturale nonostante tutto, influenzato tanto dalle tradizioni ottomane e balcaniche quanto da quelle mitteleuropee e mediterranee. Del resto non può essere diversamente per una città il cui nome trae origine dal turco antico “saraj”, cioè il palazzo ma anche luogo d’incontro e scambio. Se spesso ci sedevamo davanti a un chiosco della Bascarsija, rimpinzandoci di birra, Ćevápčići e burek, secondo il tradizionale rito del fast food balcanico, quella sera cenammo su tavoli di legno antico, con tovaglie ricamate e una infinità di proposte interessanti a base di zuppe, carni, verdure e legumi. Intendiamoci: a me è sempre piaciuto pranzare nel locale spartano di Zeljko o nei chioschi affollati e vocianti delle vie attorno al bazar. Vado matto per i Ćevápčići, quelle deliziose polpette un poco allungate di carne di agnello arricchita di spezie e cipolla e cucinate sulla brace. E il burek? Quella specie di torta salata dalla sfoglia sottile ripiena di carne (o verdure e formaggio, nella versione vegetariana) e cotta  ricoprendola interamente con le braci ardenti, è gustosissima. All’Inat Kuca, volendo, ci sono gli stessi cibi della cucina povera bosniaca. Ero tentato di restare sul già sperimentato ma Goran insisteva perché assaggiassi il bosanski lonac (“bosnian pot” sul menù in inglese, ovvero pentola bosniaca),piatto molto saporito che consiste di verdure assortire, carne, pomodoro e spezie, fatte cuocere a lungo in casseruola. E poi una particolarissima pita fatta di sottilissima pasta fillo arrotolata ripiena di carne o verdure.

 

Preparata dentro a dei grandi tegami rotondi chiusi con un coperchio e infilati sotto una coltre di brace ardente. Ci venne servita caldissima con kíselo mlijèko , lo yogurt casalingo, spalmato sullo stesso piatto. Goran non si tirava mai indietro quando sedeva a tavola. Si divorò anche un piatto di súdžukice, gustosa salsiccia arrostita sempre sulla pietra. Per giustificarsi mi disse che si trattava di una mala pórcija, la porzione piccola (tanto per darvi un’idea erano tre salsicce) e non una ben più robusta e impegnativa vèlika pórcija, cioè la porzione grande da cinque salsicce. Che dovevo dirgli? Salute, Goran. E complimenti per il tuo stomaco di ferro. Io ero sazio e non riuscivo  a mandar giù più niente. Lo convinsi a rinunciare (anche se dall’espressione del suo volto direi che lo fece a malincuore) ai dolci. Terminammo con una bella tazza di bósanska kafail caffè bosniaco non filtrato,  preparato e servito nelle caffettiere in rame e un giro di rákija, la grappa nazionale  ( in ragione del distillato di frutta fermentata cambia il nome e quella era la dúnjevača, uno straordinario e profumato liquore di mela cotogna. Goran raccontò la storia dell’originale nome di quella casa che da tempo ospitava il ristorante. Mi disse che attorno al XIX secolo si trovava sulla riva opposta del fiume quando ne venne disposto l’abbattimento da parte delle autorità austroungariche per fare posto alla biblioteca nazionale, l’imponente Vijećnica. Il proprietario non intendeva ragioni e, pressato dalle autorità dell’Impero viennese, si intestardì fino a sfidarle, pretendendo che la abitazione venisse trasferita, pietra su pietra, dall’altro lato del fiume. Pensava che la cosa fosse impossibile e invece il suo capriccio venne esaudito in poco tempo e nel breve di due anni venne costruito al suo posto l’imponente edificio. Così oggi l’Inat Kuca, la casa del Dispetto, sorge sulla sponda opposta della Miljacka proprio di fronte all’imponente mole della biblioteca che, dopo il rogo provocato dalle granate dei nazionalisti serbi il 25 agosto del 1992, è stata ristrutturata e oggi ospita il municipio. Pagato l’onestissimo conto, uscimmo e ci incamminammo verso la Bascarsija, alzando lo sguardo sui minareti che parevano voler fare il solletico a un cielo notturno ricamato da milioni di stelle. C’era in giro ancora parecchia gente per le vie attorno alla moschea del Bey , la Begova Dzamija, uno dei più notevoli monumenti turchi in Europa. Era un buon segno, a riprova che l’anima della città, nonostante il dolore e le rovine di quel fine secolo di conflitti e violenze, era viva.

Marco Travaglini

L’Albero di Natale di Victoria’s Secret illumina la Galleria San Federico 

Torino si prepara a vivere una serata di magia e atmosfera natalizia con l’accensione dell’albero di Natale firmato Victoria’s Secret, in galleria San Federico. L’evento si terrà il 5 dicembre  alle ore 18.30 e darà ufficialmente il via alle festività natalizie alla presenza di Matteo Ortolina, general manager di Victoria’s Secret, e dell’Assessore al Commercio e ai Mercati del Comune di Torino, Paolo Chiavarino.

A rendere unica la serata, lo store Victoria’s Secret in via Roma accoglierà la musica dal vivo del Giuliano Ligabue Trio che, con un repertorio di classici natalizi, scalderà cuori e atmosfera.

Victoria’s Secret è il maggiore rivenditore al dettaglio nel mondo di intimo.

 

Mara Martellotta