ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 76

MES: cerchiamo di far chiarezza

 

Polemiche, dichiarazioni roventi, contrapposizioni…

Come al solito, in Italia quando un argomento è in discussione, difficilmente si riesce a discutere pacatamente, a confrontare le opinioni, a cercare soluzioni condivise.

E’ il caso del MES, sul quale per settimane i partiti si sono accapigliati lanciandosi accuse di ogni tipo ben difficilmente supportate dalle indispensabili basi tecniche dell’argomento di cui si discute.

Cerchiamo allora di fare chiarezza.

La sigla, innanzitutto: MES significa “Meccanismo europeo di solidarietà” ed è stato istituito nel febbraio 2012 come organizzazione intergovernativa con sede in Lussemburgo. Azionisti sono tutti i Paesi dell’area euro, che hanno voluto dare corpo ad un ente che proseguisse, migliorandolo, il lavoro svolto dal Fondo di stabilità finanziaria.

Il MES ha per finalità esclusiva quella di dare sostegno ai Paesi che si trovano in difficoltà finanziaria, nello spirito della Comunità Europea che deve trovare spazio anche nel campo finanziario per evitare che eventuali crisi si propaghino all’interno dell’intera Europa.

L’organismo dispone di oltre 700 miliardi di euro, di cui 125 sottoscritti dall’Italia che, con Germania e Francia, ha diritto di voto superiore al 15% e dispone così del diritto di veto sulle decisioni.

Qual è il compito del MES?

L’ente ha per oggetto sociale quello di mobilitare risorse finanziarie a favore di uno o più Paesi in crisi, concedendo prestiti legati ad un programma di risanamento delle finanze pubbliche.

Il sostegno può avvenire sia con prestiti alle banche legati alla concessione di finanziamenti alle imprese produttive, sia con acquisti di titoli pubblici a sostegno della liquidità dello Stato ed a contenimento del rialzo dei tassi d’interesse strettamente collegati alla crisi.

Nella storia dell’Europa unita si contano tre interventi del Fondo di stabilità (il predecessore del MES) a favore di Irlanda, Grecia e Portogallo, ed uno a favore della Spagna per ricapitalizzare le banche in un momento di grande difficoltà per il sistema locale.

Irlanda, Portogallo e Spagna sono usciti brillantemente dalle difficoltà grazie alla solidarietà europea (anche perché la loro crisi non  era di rilevante entità e gravità), mentre la Grecia ha lasciato strascichi profondi nell’opinione pubblica, perché le condizioni per l’erogazione dei fondi di salvataggio sono state durissime e probabilmente eccessive: l’economia si contrasse del 25%, il reddito pro-capite calò del 30%, la disoccupazione schizzò al 30%.

Una cura da cavallo che però, giudicata oggi, ha consentito di riportare il Paese nel novero delle nazioni affidabili.

L’Europa ha ora deliberato di istituire un “nuovo MES”, approvato da tutti i Paesi a livello governativo ma sotto condizione di ratifica da parte dei Parlamenti nazionali.

Le modifiche non sono radicali, si tratta di una sorta di “maquillage” e di adeguamento all’evoluzione dei mercati.

 

I principi base sono la non automaticità delle verifiche preliminari sulla sostenibilità del debito del Paese che chiede l’intervento, snellendo così le procedure, ed il ridotto coinvolgimento del settore privato nella ristrutturazione del debito. In sostanza non è previsto alcuna ristrutturazione obbligatoria dell’indebitamento pubblico, come avvenne per la Grecia.

Inoltre il MES sarà autorizzato anche a fornire una rete di sicurezza al Fondo di risoluzione unico nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie; e per questo è stato anche etichettato come “meccanismo salvabanche” con riferimento, da parte di alcuni parlamentari, al salvataggio di alcune banche tedesche che sarebbero in crisi di liquidità per cattiva gestione dei prestiti.

Un esame asettico della nuova struttura del MES porterebbe a concludere che le polemiche siano un esempio del famoso proverbio “tanto rumore per nulla”.

Le novità sono modeste, alcune sono nettamente migliorative (l’abolizione degli automatismi di ristrutturazione del debito pubblico, con la riduzione dei programmi “lacrime e sangue” che tanto sono costati alla Grecia).

La bocciatura avvenuta in Parlamento, con la convergenza di partiti di opposte visioni politiche appare più una forma di protesta fuori luogo e fuori tempo massimo contro l’Europa più che un vero e proprio giudizio negativo sul MES.

Fra l’altro, opporsi al MES sostenendo che non serve e che comunque l’Italia non ne ha bisogno e non vi ricorrerà mai in futuro è risibile: la mancata ratifica impedisce all’Europa intera di dotarsi di uno strumento efficace per combattere le crisi finanziarie, votare contro non significa salvare l’Italia, ma impedire ad altri Paesi di poter disporre di uno “scudo” contro situazioni di difficoltà finanziaria.

Non si vuole utilizzare lo strumento? Bene, lo si approvi in favore della comunità intera, come è nello spirito dell’Europa unita di cui l’Italia è socio fondatore.

Ricordandosi sempre che è consigliabile evitare promesse del tipo “Non lo useremo mai…”.

Dice il saggio: “Mai dire mai!”

GIANLUIGI DE MARCHI

Sviluppo rurale, la Regione Piemonte ha attivato oltre 300 milioni di euro

Sono 315 milioni di euro i finanziamenti complessivi attivati nel 2023 dalla Regione Piemonte, che hanno permesso l’apertura di venti bandi del Complemento di sviluppo rurale del Piemonte 2023/2024. Si tratta di circa il 40% della dotazione finanziaria assegnata al Piemonte, 750 milioni di euro (modificata rispetto agli iniziali 756 milioni di euro, in quanto l’1% è stato destinato dal Piemonte al contributo di solidarietà a favore della Regione Emilia Romagna).

“Abbiamo assicurato il sostegno ad aziende agricole, imprese e consorzi di tutela, enti locali e territori locali – precisa il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa – con l’apertura dei primi bandi che rispondessero alle esigenze del comparto e del territorio rurale, puntando anche sugli interventi agroclimaticoambientali. L’obiettivo è quello di aprire nel 2024 nuovi bandi per rispondere alle numerose richieste di contributo e, per questo, abbiamo presentato al Ministero dell’Agricoltura una modifica finanziaria delle nostre risorse”.

A seguito dell’approvazione del Complemento di sviluppo rurale del Piemonte nel mese di febbraio, lo scorso aprile l’Assessorato all’Agricoltura ha aperto i primi bandi agroclimaticoambientali con 125 milioni di euro in totale per interventi di produzione integrata, agricoltura biologica, cover crops per investimenti sulla gestione idrica, benessere animale e apicoltura, arrivando a fine anno con l’apertura del cosiddetto “pacchetto giovani” con 45 milioni di euro per il ricambio generazionale e investimenti nelle aziende agricole. Sono stati stanziati 20 milioni di euro per investimenti relativi alle innovazioni di aziende, 30 milioni per le imprese agroindustriali, 58,5 milioni per interventi di cooperazione (tra cui sostegno ai gruppi di azione locale – GAL), oltre 4 milioni per la formazione e attività dimostrative. Essendoci stata una notevole partecipazione ai bandi 2023 agroclimaticoambientali, la Regione ha deciso di richiedere al Ministero dell’Agricoltura la modifica della dotazione finanziaria del Complemento di sviluppo rurale, chiedendo di destinare altri 30 milioni di euro sull’intervento della produzione integrata e 6 milioni di euro per il benessere animale. Nel 2024 verranno aperti nuovi bandi sugli interventi agroclimaticoambientali tra cui produzione integrata, interventi specifici per le risaie, conservazione dell’agrobiodiversità, agricoltura biologica e benessere animale.

 

Mara Martellotta

Prestiti e mutui, la proposta Uncem all’Abi

A TASSO ZERO PER CHI RISTRUTTURA IMMOBILE O LO ABBATTE E RICOSTRUISCE PER RENDERLO GREEN E SENZA CONSUMO DI ENERGIA

Mutui e prestiti a tasso zero per chi recupera immobili, anche con abbattimento e ricostruzione, e porta in classe A la classe energetica. La proposta è stata fatta dal Presidente Uncem Marco Bussone ad ABI all’interno di un tavolo sull’efficienza energetica degli edifici. Uncem ha chiesto una soluzione che permetta di non aspettare interventi statali con spesa pubblica, bensì di favorire la rigenerazione del patrimonio con banche che, su un tema così decisivo per il futuro del Paese, intervengono con misure straordinarie, azzerando tassi di mutui e prestiti per i prossimi tre anni.

I criteri del Comune per i contributi alle Pmi

Il bando prevede il cofinanziamento pubblico per interventi diretti ad ammodernare e migliorare la parti esterne delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, illuminazione esterna…) attuando così una riqualificazione urbana coerente con i principi di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico.

Le linee di indirizzo e i criteri approvati oggi dall’esecutivo di Palazzo Civico, sono stati prima discussi e condivisi dai componenti della Cabina di Regia – organo deliberativo del Distretto del Commercio di Torino – composta da rappresentanti della Città, di Ascom Confcommercio e di Confesercenti e saranno espressamente dettagliati nel bando.

In generale, oltre all’individuazione dell’area oggetto di intervento (quella ricompresa tra lungo Po Cadorna e lungo Po Diaz comprensiva dei locali Murazzi, entrambi i fronti di via Maria Vittoria, entrambi i fronti di via Plana, entrambi i fronti di via Principe Amedeo, entrambi i fronti di via Accademia Albertina compresa piazza Carignano, intero perimetro di piazza Castello, entrambi i fronti di via Verdi, ultimo tratto di Corso San Maurizio solo fronte numeri civici pari) e alla definizione delle platea dei potenziali beneficiari – micro, piccole e nuove imprese che svolgono attività di vendita diretta al dettaglio di beni; quelle esercenti l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande in sede fissa e ambulanti ubicati in sede fissa su via Po con vendita di libri e dischi usati – stabiliscono anche di offrire un contributo massimo a fondo perduto (fino a 5.000 euro, pari al 75% della spesa stimata, che potrà essere maggiorato sino a un massimo di 7.000 euro solo nel caso di tipologie di interventi e spese ammissibili che riguardino l’apertura di una nuova attività economica o di una nuova unità locale presso un locale che risulti sfitto alla data del 1 Gennaio 2024) e che l’investimento minimo ammissibile, oggetto di richiesta di contributo, sia almeno pari a 500 euro.

Le risorse finanziarie messe a disposizione per l’erogazione dei contributi sono pari a euro 224.805,48, di cui euro 186.278,55 di fondi regionali ed euro 38.527,30 di fondi comunali. Inoltre, la cifra totale, sarà così destinata: 32.882,33 euro per la graduatoria rivolta prioritariamente agli ambulanti in sede fissa ubicati in via Po e 191.923,52 euro per la graduatoria rivolta alle micro e piccole imprese e nuove imprese che svolgono attività di vendita diretta al dettaglio di beni e quelle esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande in sede fissa aventi unità locale ubicate all’interno del restante perimetro (esclusa via Po).

Riso, Confagricoltura: bene il no UE alle importazioni con Triciclazolo

Oltre la soglia consentita in Europa

 

Il Parlamento europeo ha respinto la proposta della Commissione europea sull’aumento dei limiti di Triciclazolo per il riso importato nell’Unione.

Si tratta di un risultato importante per le nostre produzioni – spiega il presidente della Federazione nazionale di Prodotto Riso di Confagricoltura, il piemontese Giovanni Perinotti che formalizza la posizione già espressa il 29 novembre scorso dalla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento Ue, contraria all’adozione del provvedimento che proponeva di aumentare a 0,09 mg/kg il livello massimo residuo per il Triciclazolo, limitatamente al prodotto importato”.

 

Attualmente in Europa il fungicida è di fatto vietato, in quanto la soglia massima è di 0,01 mg/kg. L’aumento dei valori avrebbe ulteriormente favorito l’import di riso da Paesi che non hanno gli stessi vincoli alla produzione applicati nella UE: questo significa che non sarebbe stato possibile garantire la reciprocità nella tutela della sicurezza alimentare, né la tenuta della competitività delle nostre imprese. L’India sarebbe stato il principale beneficiario dell’eventuale adozione della misura respinta dal Parlamento.

 

Il comparto risicolo è molto rappresentativo dell’agroalimentare italiano: siamo i primi produttori europei di riso, con circa il 50% della coltivazione presente nell’Unione.

Nuovo Sportello di Facilitazione Digitale a Pinerolo

 

Attivato lo “Sportello di Facilitazione Digitale” a Pinerolo. Grazie ai fondi del PNRR del Consorzio Intercomunale Servizi Sociali – CISS di Pinerolo , il Comune di Pinerolo offre ora supporto personalizzato per l’utilizzo di servizi online cruciali come SPID, PEC, gestione delle email e navigazione in rete. Orari di apertura:

Lunedì: 9.00-12.00 (Centro Diurno “Il Posto Giusto” – Via Lequio 36) e 14.30-18.00 (Comune di Pinerolo – Via Trieste 30/A)
Martedì: 9.00-12.00 (sede CISS – Via Montebello 28)
Mercoledì: 9.00-12.30 (Comune di Pinerolo – Via Trieste 30/A)

Questa iniziativa è parte del progetto del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio, che mira a potenziare le competenze e l’inclusione digitale di almeno 2 milioni di cittadini entro il 2026. Sosteniamo la Missione 1 del PNRR, lavorando per ridurre il divario digitale culturale e portare l’Italia al passo con la media europea.

Bonus 100 euro. Ecco chi può beneficiarne nel 2024

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

In principio fu il bonus Renzi da 80 euro, poi nel 2020 la misura venne portata a 100 euro. Il contributo va a rendere più pesante la busta paga dei lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, con redditi non superiori a 28.000 euro. Per i dipendenti c’è una buona notizia: l’ex bonus Renzi verrà confermato anche nel 2024, ma con una nuova formulazione. La misura oggi va sotto diversi nomi: bonus 100 euro, ex bonus Renzi, bonus Irpef o ancora trattamento integrativo.

Secondo quanto approvato in legge di Bilancio, i soldi verranno ricevuti direttamente in busta paga a titolo di credito Irpef. Ma i calcoli saranno ora differenti a seconda dello stipendio incassato.

Incasseranno il bonus 100 euro per intero quei lavoratori il cui reddito non è superiore a 15mila euro l’anno. Questa fetta di utenti incasserà dunque 100 euro per 12 mensilità, per un totale di 1.200 euro annui.

I lavoratori con reddito fino a 28mila euro avranno diritto al bonus soltanto se la somma delle detrazioni fiscali spettanti supera l’imposta lorda dovuta. L’importo del credito Irpef è determinato dalla differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda, fino ad un massimo di 1.200 euro l’anno (100 euro al mese), e quindi può essere anche ridotto.

Il trattamento integrativo del bonus 100 euro 2024 si rivolge, come detto, ai lavoratori dipendenti, ma anche a una quantità di altre categorie: disoccupati (sia quelli in regime di indennità NASpI, sia quelli in regime Dis-Coll) collaboratori inquadrati con contratto co.co.co; persone in cassa integrazione; soci lavoratori di cooperative; sacerdoti; lavoratori socialmente utili; lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio; lavoratori in congedo di paternità; stagisti; tirocinanti; borsisti; percettori di assegno di ricerca o di borsa di studio.

Vengono esclusi dal beneficio i contribuenti incapienti, cioè i soggetti con un reddito imponibile lordo che rientra nella no tax area, e coloro per i quali i benefici delle detrazioni sono inesistenti poiché a essi non corrisponde un’imposta lorda abbastanza ampia.

Esclusi anche i pensionati, chi sia titolare di redditi professionali, tutti coloro che abbiano una partita Iva (sia come lavoratori autonomi che come titolari di impesa).

La misura viene erogata sia ogni 30 giorni, ma anche a fine anno. Chi riceve il bonus mensilmente in busta paga avrà il cosiddetto “conguaglio a credito”; se il trattamento non viene percepito in busta paga, si può ricevere in forma di conguaglio a fine anno da parte del datore di lavoro in sede di dichiarazione dei redditi.

Avrà il cosiddetto “conguaglio a debito” chi avrà ricevuto una misura maggiore rispetto a quella spettante. Il conguaglio arriva generalmente prima della fine di dicembre dell’anno di imposta successivo rispetto a quello di riferimento. Chi sia privo di sostituto d’imposta otterrà il beneficio sotto forma di rimborso erogato direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Il bonus Irpef va a sommarsi a una serie di altri benefici per i lavoratori, come il bonus 500 euro e il bonus 200 euro una tantum.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Commercio di vicinato, 35 piani di rilancio e 8,7 milioni per i Distretti

Pubblicata la graduatoria 2023 con i 35 piani di rilancio del commercio di vicinato Il presidente Cirio e l’assessore Poggio: «Raggiunto l’obiettivo di coinvolgere più di un comune su due su tutto il territorio del Piemonte»

Sono trentacinque i progetti di rilancio del commercio di vicinato ammessi al finanziamento regionale di 8.741.777 euro stanziati nell’ultimo bando 2023. Con quest’ultima tranche la Regione, che dal 2020 quando ha istituito i distretti urbani e diffusi del commercio ha investito più di 23 milioni coinvolgendo oltre 600 comuni su tutto il territorio piemontese suddiviso in 77 distretti. L’assessorato regionale al Commercio per proseguire questa azione di rilancio rinnoverà il nuovo triennio di programmazione strategica 2024/2026con nuovi strumenti finanziari, destinati a rafforzare ulteriormente anche i piani di rigenerazione urbana su cui molti Comuni stanno puntando per sfruttare i fondi del Pnrr.

«Con questa ultima tranche – hanno sottolineato il presidente Alberto Cirio e l’assessore al Commercio Vittoria Poggioabbiamo raggiunto il target fissato nel 2020. Sappiamo che il risultato di oggi è soltanto l’inizio di un percorso che necessita di attenzione continua da parte della Regione che con questa operazione è riuscita a coinvolgere più di un Comune su due».

I distretti urbani e diffusi del Commercio istituiti dalla regione nel 2020 sono ambiti nei quali enti pubblici, cittadini, imprese e associazioni possono fare del commercio un fattore di innovazione, integrazione e valorizzazione di tutte le risorse di cui dispone un territorio. La legge prevede la possibilità di proporre progetti di rigenerazione del tessuto urbano per migliorare la vivibilità delle città sostenendo in questo modo gli scambi di prossimità.

In provincia di Alessandria sono tre i distretti finanziati in aggiunta ad altri tre già finanziati nel 2022: il distretto urbano del commercio di Casale Monferrato (206.643 euro) il distretto urbano di Acqui Terme(287.889 euro) e il distretto Urbano del Commercio «GO OVADA» con capofila Ovada (287.889 euro).

 

In provincia di Asti sono due i distretti finanziati: il distretto urbano del commercio «Contrade dei Mercanti» con capofila Asti (286.300 euro), il distretto Diffuso della Valtriversa – La Valle del Mastodonte con capofila Villafranca d’Asti (273.673 euro).

A Biella è stato finanziato il distretto urbano della Città capoluogo con 188.289 euro che si aggiunge a quello di Cossato finanziato nel 2022.

 

In provincia di Cuneo hanno ricevuto il sostegno 7 progetti in aggiunta ad altri 4 finanziati nel 2022: il distretto urbano del commercio di Borgo San Dalmazzo (287.889 euro), il distretto diffuso del commercio della Valle Grana con capofila Caraglio (287.212 euro), il distretto diffuso del commercio Cebano con capofila Unione Montana delle Valli Mongia e Cevetta Langa Cebana – Alta Valle Bormida (287.888 euro), il distretto urbano del commercio di Busca (287.889 euro), il distretto diffuso del commercio Terre del Monviso con capofila l’Unione Montana Valle Varaita (210.640 euro), il distretto diffuso del commercio Dronero e Valle Maira con capofila Dronero (286.300 euro), il distretto diffuso del commercio delle Terre di Mezzo con capofila Scarnafigi (177.889 euro).

In provincia di Novara due distretti hanno ricevuto il contributo regionale oltre a quello di Novara già finanziato nel 2022: il distretto urbano del commercio di Borgomanero (280.000 euro) e il distretto diffuso del commercio del Lago Maggiore con capofila Arona (286.000 euro).

 

In provincia di Torino sedici distretti hanno ricevuto il contributo regionale oltre ai diciotto già finanziati nel 2022: il distretto urbano del commercio di Rivarolo Canavese «Vivi Rivarolo» (287.779 euro), il distretto urbano del commercio «Cuorgnè nel cuore» con capofila Cuorgnè (287.889 euro), il distretto urbano del commercio di Susa (287.850 euro), il distretto diffuso del commercio «la Via delle 5 – Terre da scoprire» con capofila Cavour (286.256 euro) il distretto urbano del commercio di Chieri (287.889 euro), il distretto urbano del commercio di Pinerolo (262.480 euro), il distretto urbano del commercio di Avigliana (280.164 euro), il distretto urbano del commercio «Pianëssa District» con capofila Pianezza (246.284 euro) distretto diffuso del commercio «Sacra di San Michele Bassa Valle Susa» con capofila Condove (68.000 euro), ildistretto diffuso del commercio Collina del Monferrato Torinese con capofila Cavagnolo (29.081 euro), ildistretto urbano del commercio di Grugliasco (282.800 euro), il distretto diffuso del commercio dell’Unione Montana Alta Valle Susa (184.000 euro), il distretto diffuso del commercio «Monte Musinè» con capofila Almese (284.715 euro), il distretto diffuso del commercio dell’Unione Montana Alpi Graie – Axima con capofila Unione Montana Alpi Graie (140.000 euro), il distretto del commercio Piccolo Anfiteatro Morenico Canavesano con capofila Romano Canavese (160.699 euro), il distretto urbano del commercio di Orbassano (282.400 euro).

In provincia di Vercelli quattro distretti si sono aggiudicati il contributo regionale in aggiunta ai quattro già finanziati nel 2022: il distretto diffuso del commercio «La Porta delle Grange» con capofila Crescentino(274.277 euro) il distretto urbano del commercio di Borgosesia «Steps Beyond Retail» (287.889 euro), il distretto urbano del commercio «Vivi Santhià» con capofila Santhià (157.615 euro), il distretto diffuso del commercio «Terre d’acqua» con capofila Trino (287.889 euro).

Parlami di spreco: innovazione e sostenibilità dal check-in alla tavola

Come ridurre lo spreco nella cucina sostenibile nella trasmissione Parlami di spreco condotta da Simona  Riccio

La seconda puntata della terza edizione di Parlami di spreco sarà  in onda live giovedì  28 dicembre prossimo dalle 18 alle 19 e approfondirà  il tema del controllo del cibo dall’ordine alla tavola. A presentare la puntata sarà  Simona Riccio, Social Media Manager e top Voice di Linkedin; la puntata si può  seguire sul canale You tube di Parla con me e sui profili social.

In un mondo sempre più orientato alla sostenibilità,  l’attenzione si focalizza sull’importanza di gestire con intelligenza gli ordini e la cucina in campo ospitale.

Titolo della puntata è  “Innovazione e sostenibilità. Dal check in alla tavola. Come ridurre lo spreco nell’ospitalità e nella cucina sostenibile”  e promette una conversazione stimolante e istruttiva.

Tra gli ospiti Roberto Castriota, analista e progettista dell’accoglienza alberghiera,  condividerà strategie innovative  per rivisitare i menu  e il servizio ristorativo nell’ottica di una riduzione dello spreco alimentare. Attraverso la sua esperienza nel settore Roberto spiegherà l’importanza del management  nella gestione degli ordini e come una ristrutturazione intelligente possa avere impatti positivi sull’ambiente e sulla redditività aziendale. Dall’altra parte Claudio Di Dio, consulente di comunicazione per prodotti plant based e chef di cucina ortocentrica, ci immergerànel cuore della cucina sostenibile. Egli condividerà i suoi approcci creativi per trasformare gli ingredienti e creare piatti deliziosi riducendo al minimo gli sprechi. Si tratterà di un viaggio affascinante nel mondo della cucina vegana e delle pratiche ortocentriche.

La puntata sarà trasmessa sul profilo Linkedin Top Voice e Facebook di Simona Riccio e sul canale youTube di Parla con me.Per riascoltare le puntate precedenti si può visitare il sito www.parlaconmeofficial.it

MARA MARTELLOTTA

Nuovo collettore a sud di Torino, Spi avvia la produzione dei conci

La ditta cremonese fornirà 7.764 anelli per l’opera della Smat

Partirà a marzo 2024 la produzione dei conci che rivestiranno il nuovo collettore fognario mediano di Torino nella zona sud ovest della città metropolitana. A realizzare la commessa è la Spi, società con sede a Cremona e stabilimenti in provincia di Alessandria, che produce e trasporta conci super performanti per scavare e rivestire con talpa meccanica tunnel autostradali, ferroviari e idraulici. L’opera è realizzata per conto della Smat, Società Metropolitana Acque Torino, dal Consorzio Colmeto S.c.a.r.l. e consiste in una galleria idraulica sotterranea lunga circa 10 chilometri e scavata con TBM, Tunnel Boring Machine.

Per la commessa, del valore di 11 milioni, la Spi produrrà 7.764 anelli per un totale di 32mila metri cubi di calcestruzzo impiegati. La produzione avverrà presso lo stabilimento ‘fuori sede’ della società a Castelletto Monferrato, in provincia di Alessandria. Per l’occasione, la ditta guidata dall’Amministratore delegato Massimo Pupa e dal Direttore generale Marco Bergogni, prevede di allargare il proprio organico, assumendo figure amministrative e tecniche.

 

“Qualche mese fa abbiamo annunciato la produzione di conci per lo Scolmatore di Genova – è il commento di Marco Bergogni, Direttore generale di Spi – Ora portiamo i nostri prefabbricati anche a Torino per un’altra opera strategica dal punto di vista idraulico. Siamo orgogliosi di questo risultato che per noi rappresenta anche una nuova sfida da interpretare con un’attenzione particolare alla sostenibilità, continuando a promuovere l’utilizzo di calcestruzzo sostenibile e la produzione di conci vicino ai cantieri per ridurre al massimo la produzione di CO2”.