ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 7

Confagricoltura Piemonte esprime solidarietà agli agricoltori colpiti dalle alluvioni

Allasia (Confagricoltura Piemonte): “Manca una seria politica di difesa del territorio”

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza alla popolazione colpita nelle ultime ore dall’alluvione. Siamo pronti ancora una volta a portare il nostro sostegno nelle aree coinvolte”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, dopo aver appreso della tragica situazione che stanno rivivendo, dopo solo poco più di un anno dall’ultimo nefasto evento, le Regioni Emilia – Romagna e Marche.

Il ciclone Boris, infatti, è arrivato anche in Italia e ha colpito con piogge torrenziali ed eccezionali quei territori che già nel maggio del 2023 erano state martoriate dall’esondazione di alcuni fiumi e completamente sott’acqua, avevano visto l’agricoltura patire i danni più significativi.

Praticamente ogni anno – sottolinea Confagricoltura – in occasione di precipitazioni anomale, che purtroppo sono sempre più frequenti, si registrano esondazioni che causano gravissimi danni alle strutture e alle infrastrutture agricole, alla viabilità interpoderale, ai sistemi di irrigazione e alla viabilità ordinaria, creando seri pericoli per la sicurezza della popolazione.

Lanciamo un appello alle istituzioni perché, nell’interesse del territorio e delle popolazioni, lavorino con noi per frenare il cambiamento climatico e per aiutarci nella nostra opera quotidiana di contrasto al dissesto idrogeologico” afferma Allasia.

Manca, ormai da troppi anni, una seria politica di difesa del territorio che, complice la mancanza di risorse per attuare un’adeguata prevenzione e protezione, dimostra quando sia indispensabile riprendere pratiche oggi ormai abbandonate ma fino a pochi decenni fa considerate fondamentali, quali, per esempio, la manutenzione ordinaria dei fossi e dei rivi e la pulizia accurata degli alvei dei torrenti e dei fiumi.

I fenomeni estremi che si registrano con sempre maggiore frequenza mettono a repentaglio le produzioni agricole – e conclude Allasia – Il “non intervento” degli ultimi anni ha provocato danni gravissimi, sia in termini ambientali, sia per quanto riguarda il vero e proprio danno economico alle attività produttive e al sistema infrastrutturale. E’ necessario intervenire tempestivamente per evitare che questo stato di degrado continui a peggiorare”.

Confagricoltura Piemonte, inoltre, rimarca il fatto che il fondo mutualistico nazionale gestito dalla società AGRI-CAT s.r.l., dedicato a tutte le aziende agricole percettrici di pagamenti diretti PAC, che dovrebbe risarcire i danni alle produzioni causati da eventi atmosferici di natura catastrofale, non abbia una dotazione sufficiente per far fronte a ogni genere di eventi in modo congruo: “Agri-cat è uno strumento con grandi potenzialità, ma vanno rivisti i meccanismi relativi ai dati e alle valutazioni di intervento. C’è assoluta necessità di trovare soluzioni rapide per i territori colpiti: gli agricoltori non possono aspettare oltre” chiude il presidente Allasia.

Un nuovo city brand per Torino

Si chiama city branding ed è il modo in cui una città sceglie di costruire la sua identità e di raccontarla. Un processo per aiutarla a distinguersi nell’era della globalizzazione, a promuoversi meglio all’esterno e ad attrarre risorse umane ed economiche.

Per costruire il suo city brand la Città di Torino ha avviato un percorso che coinvolgerà i principali attori del territorio. È stato siglato questa mattina a Palazzo Civico un protocollo d’intesa tra Città, Città Metropolitana di Torino, Camera di commercio, Università degli Studi, Politecnico, Fondazione CRT e Fondazione Compagnia di San Paolo con l’obiettivo di condividere il percorso verso il city branding. In particolare, i firmatari si impegnano a garantire supporto e collaborazione reciproci per promuovere la propria appartenenza al territorio e l’identità di Torino con l’obiettivo comune di diventare ambasciatori del “brand Torino”, valorizzarne il patrimonio storico, artistico, culturale e sociale, collaborare nella definizione del posizionamento strategico della città, dare riconoscibilità ai prodotti “made in Torino”, consolidare il senso di appartenenza di cittadini e studenti, attrarre risorse ed investimenti, ampliare il mercato turistico in arrivo, favorire la visibilità della città, veicolare il nuovo city brand – una volta realizzato – nell’ambito di partnership ed eventi.

“L’obiettivo della costruzione di un nuovo city brand – spiega il sindaco, Stefano Lo Russo – è quello di unire le forze con tutti i partner istituzionali pubblici e privati che abbiano a cuore il futuro della città e del territorio metropolitano, per contribuire a riposizionare Torino e renderla sempre più all’altezza di collaborare e competere con le grandi metropoli nel nostro Paese e in tutto il mondo puntando sui suoi tanti settori d’eccellenza. Il capoluogo può e deve fare da traino per l’intero territorio con le sue numerose specificità. Ringrazio tutti i firmatari di questo protocollo; ci unisce il desiderio di raccontare meglio Torino e il territorio al mondo, e di farlo insieme, consapevoli che per ‘raccontarsi’ bene e in modo efficace occorre riconoscere la propria identità in modo condiviso e guardare tutti nella stessa direzione”.

Secondo il presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina “È importante che il percorso verso l’individuazione del nuovo brand di Torino sia plurale e condiviso, sia per avere un risultato più rappresentativo di tutte le anime della città, sia per ampliarne la visibilità e la diffusione a livello nazionale e internazionale, con un lavoro di squadra già consolidato in numerosi eventi. Questo modo di lavorare insieme ci permette di presentarci di fronte ai nostri numerosi interlocutori in modo univoco e coordinato e di rendere così Torino più attrattiva dal punto di vista economico, culturale e turistico”.

“Da sempre – dice il rettore del Politecnico di Torino, Stefano Paolo Corgnati – abbiamo creduto nell’idea di Torino come città dell’innovazione nella quale l’università gioca un ruolo cruciale di filiera per l’attrazione sul territorio di giovani talenti che ci scelgono per creare il loro percorso di vita, accademico o professionale. In particolare contribuiremo con la crescita dei campus cittadini, fondamentali per l’attrattività di studenti da tutto il mondo. Siamo orgogliosi e felici di poter aggiungere questo ‘nostro fotogramma’ al racconto generale della città”.

“L’Università – aggiunge il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna – è da tempo un punto fermo nelle strategie di sviluppo e crescita della città. Ricerca e formazione, con le rispettive fondamentali ricadute in termini di trasferimento di conoscenze e tecnologie, fanno di Torino un luogo privilegiato nel quale investire sul proprio futuro. Con radice salde nella forza del territorio, l’Università rappresenta un’eccezionale occasione per creare opportunità: i campus, sui quali abbiamo fortemente puntato, sono spazi di internazionalizzazione e di acquisizione di elevata professionalità. Anche per questo Torino si è affermata come una ambita finestra sull’Europa e sul mondo”.

 “Siamo lieti di avviare, con la firma del protocollo d’intesa per il city branding, un nuovo cammino condiviso con la Città e con i diversi players del territorio con cui Fondazione CRT collabora da anni sinergicamente con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale e sociale di Torino e di mettere in campo iniziative ed eventi capaci di attivare reti e attrarre risorse – dichiara Annapaola Venezia, Segretario Generale di Fondazione CRT –. Questo sistema virtuoso che abbiamo costruito tutti insieme, e che ha contribuito a definire l’identità della città, parla ora una sola lingua e inaugura uno storytelling che permetterà a Torino di farsi conoscere e riconoscere in Italia e nel mondo”.

 “Il ruolo di un ente filantropico come la Fondazione Compagnia di San Paolo è quello di agire ogni giorno per contribuire allo sviluppo locale della Città e al benessere della popolazione, in sinergia con tutti gli stakeholder del territorio – afferma il presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Marco Gilli – Siamo oggi firmatari del protocollo perché riteniamo fondamentale la condivisione di esperienze, competenze e know-how che solo il fare squadra rende possibile, con l’obiettivo di promuovere un’immagine positiva e unica della nostra città, migliorando la qualità urbana e il senso di appartenenza, e attraendo risorse, visitatori e investimenti”.

In preparazione a questo progetto nel 2023 è stato avviato un percorso di indagine per cogliere la percezione della città di Torino e si è affidata all’Istituto Piepoli un’indagine demoscopica per cogliere gli aspetti ritenuti importanti dal territorio e dalla cittadinanza. Sono stati somministrati in città oltre 5mila questionari, composti di domande aperte e chiuse, a cittadini, turisti, portatori di interesse. L’indagine sta proseguendo e si avvia alla conclusione con un sondaggio telematico su scala nazionale per raccogliere le percezioni di Torino anche da parte degli Italiani nel complesso. Le prime impressioni individuate hanno permesso di definire un “manifesto identitario” di racconto di Torino, condiviso tra i firmatari.

I dati sulla percezione di Torino raccolti dall’Istituto Piepoli verranno illustrati il 24 ottobre alle ore 18 alla casa Teatro Ragazzi attraverso un evento pubblico che si proporrà anche di raccogliere l’interesse di ulteriori soggetti che vorranno aderire al progetto di sviluppo del nuovo city brand. L’amministrazione comunale darà quindi il via ad un avviso pubblico per individuare un’agenzia di comunicazione per lavorare allo sviluppo del progetto e alla definizione delle linee strategiche per la sua promozione nel triennio 2025/2026/2027.

Bollette gas, quel che c’è da sapere sulla modalità “Placet in deroga”

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Buone notizie per chi ancora non ha scelto un fornitore di gas nel mercato libero: la Placet in deroga, l’offerta di tutela speciale introdotta dall’Arera, è stata prorogata fino alla fine del 2025. Questa misura, pensata per accompagnare clienti non vulnerabili, famiglie e condomini nel passaggio al mercato libero, permetterà ai consumatori di avere più tempo per confrontare le offerte e scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.

Quest’anno, chi non aveva ancora scelto un fornitore di gas nel mercato libero si è ritrovato con l’offerta Placet in derogala soluzione con condizioni economiche e contrattuali definite dall’Autorità ma con componente fissa annuale (Pfix) definita dal venditore. Questi clienti riceveranno entro il 30 settembre una comunicazione scritta e distinta dalla bolletta, al fine di proporre il rinnovo del contratto per l’anno 2025.

Tale comunicazione conterrà un’offerta comparativa tra le condizioni economiche più vantaggiose per il cliente, tra l’offerta Placet in deroga (che conferisce al venditore la libertà di definire unicamente la componente fissa di commercializzazione) e l’offerta Placet ordinaria (che consente al venditore di definire sia la componente fissa che quella variabile di commercializzazione).

In assenza di variazioni alle condizioni economiche attuali, il cliente verrà informato di tale rinnovo tramite la prima bolletta utile senza una comunicazione a parte. Le condizioni entreranno in vigore il 1° gennaio 2025, con validità 12 mesi, a meno che non venga sottoscritta dal cliente un’offerta diversa sul mercato libero.

La Placet in deroga è un’offerta di ultima istanza, definita da Arera, che viene applicata ai clienti domestici non vulnerabili che non hanno selezionato un’opzione sul mercato libero. Questa soluzione assicura una fornitura di gas a condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’Autorità, garantendo così maggiore trasparenza e tutela ai consumatori.

Questa scelta è stata presa dall’Arera al fine di consentire ai consumatori di effettuare una scelta più consapevole e informata tra le diverse offerte presenti sul mercato. Tale misura contribuisce a garantire una transizione ordinata e graduale verso il mercato libero.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Prezzi al consumo a Torino: tutti gli aumenti nell’ultimo mese

Nel mese di agosto 2024 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dall’Ufficio di Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 119,8 (Base Anno 2015=100) segnando una variazione del +0,1% rispetto al mese precedente e del +0,8% rispetto al mese di agosto 2023 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano -0,2% sul mese precedente e +0,9% su agosto 2023. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto segnalano una variazione del +0,2% rispetto al mese di luglio 2024 e del +1,5% rispetto all’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano +0,1% rispetto al mese precedente e -0,6% rispetto a agosto 2023.

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva -0,1% su base congiunturale e -0,7% su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari -0,1% sul mese precedente e +0,4% sull’anno precedente,

Beni Energetici -0,7% sul mese precedente e -7,7% sull’anno precedente,

Tabacchi INVARIATO sul mese precedente e +4,0% sull’anno precedente,

Altri Beni INVARIATO sul mese precedente e +0,2% sull’anno precedente.

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra +0,2% su base congiunturale e +3,0% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione +0,1 sul mese precedente e +1,8% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni +0,2% sul mese precedente e +0,9% sull’anno precedente,

Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona -0,5% sul mese precedente e +5,2% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti +2,0% sul mese precedente e +2,5% sull’anno precedente,

Servizi vari INVARIATO sul mese precedente e +1,3% sull’anno precedente.

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi segnala +0,1% rispetto al mese precedente e +1,8% rispetto all’anno precedente.

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.

I dati relativi al mese di agosto si possono consultare sul sito: http:/www.comune.torino.it/statistica/

La Regione: “Valorizziamo la dimensione imprenditoriale del terzo settore”

 E’ stata ufficialmente inaugurata a Torino l’Accademia del Welfare, Coesione e Innovazione Sociale: un progetto ambizioso, che fa parte delle 11 Accademie di filiera realizzate in Piemonte, in questo caso volto a rispondere alle crescenti sfide sociali e alle trasformazioni in atto nel settore del welfare. L’iniziativa, di cui l’Agenzia formativa Salotto e Fiorito è capofila, mira a formare professionisti e leader capaci di progettare e implementare politiche di welfare innovative e sostenibili, mettendo al centro la persona e i valori di inclusione e solidarietà.

«Questa accademia, che rientra tra le undici della filiera come strategiche individuate sul territorio piemontese, parte con obiettivi ambiziosi e un finanziamento di 3 milioni di euro. La ritengo particolarmente importante, perché vuole andare a promuovere non solo l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro nel mondo del terzo settore, ma è mirata a valorizzare la dimensione imprenditoriale del terzo settore, stesso oltre alla sua innovazione sociale. E’ poi fondamentale, in un mondo in costante cambiamento, per lavorare su temi che ci stanno particolarmente a cuore come l’invecchiamento attivo e il disagio giovanile. Non da ultimo sono convinta che l’innovazione sociale possa diventare il primo presidio di legalità perché in grado di prevenire determinate forme di disagio che – se non contrastate – possono drammaticamente trasformarsi in illegalità» ha dichiarato Elena Chiorino, Vicepresidente e Assessore alla Formazione professionale della Regione Piemonte.

La dotazione complessiva è di 3 milioni di euro, di cui 1,8 destinati ai disoccupati, 750mila euro per gli occupati e 450 mila euro per azioni per la promozione e valorizzazione del sistema. L’obiettivo centrale dell’Accademia è di promuovere una visione integrata e sinergica tra tre pilastri fondamentali: formazione professionale, politiche di inclusione sociale e lavoro.

«Questa di oggi è la festa della cittadinanza attiva, che vince. DI quella parte di società civile che si rende conto di essere sentinella di legalità.  Vedere che tutti abbiamo un fine comune al nostro agire è molto importante. Servono più accademie, più network e più cooperazione: le accademie portano acqua al mulino della legalità» ha sottolineato Lucia Musti, Procuratore generale di Torino.

L’Accademia del Welfare – che coinvolge 40 agenzie formative, 137 imprese e 25 soggetti tra associazioni, consorzi e cooperative – si propone di essere un punto di incontro tra istituzioni, società civile e settore privato, ponendosi l’obiettivo di sviluppare nuove forme di collaborazione e integrazione. Formazione e innovazione saranno centrali per costruire soluzioni che rispondano in modo concreto alle nuove esigenze sociali ed economiche, sia a livello locale che nazionale.

Tra i temi trattati all’interno dell’Accademia spiccano quelli legati alla sostenibilità del welfare, la formazione di nuove competenze professionali e l’inclusione sociale. Verranno esplorate nuove modalità per affrontare sfide complesse come la disoccupazione e le disuguaglianze sociali.

«Le opportunità che si aprono davanti a noi sono molteplici. L’innovazione sociale sta aprendo nuovi scenari e nuove possibilità di intervento. Dobbiamo essere pronti a cogliere queste opportunità, a sperimentare nuovi modelli di welfare che sappiano rispondere in modo efficace ai bisogni emergenti della nostra società. Per farlo, abbiamo bisogno di un approccio integrato, che sappia mettere in rete competenze diverse, che sappia creare ponti tra il mondo della formazione, quello del lavoro e quello delle politiche sociali. È questa la sfida che l’Accademia “Welfare, coesione e innovazione sociale” si propone di affrontare» ha aggiunto Suor Simona Biondin, direttrice dell’Agenzia formativa Salotto e Fiorito e project manager  dell’Accademia, evidenziando come il progetto sia un passo importante per costruire una società più equa, in cui ogni cittadino possa avere accesso a opportunità di crescita, inclusione e dignità.

Con l’inaugurazione, l’Accademia del Welfare diventa ufficialmente un luogo di confronto aperto a tutti: istituzioni, professionisti del settore, cittadini e imprese, con l’obiettivo di costruire una nuova visione del welfare che guardi al futuro con ottimismo e concretezza. La giornata di oggi rappresenta una tappa fondamentale per il futuro del Piemonte, che grazie a questa Accademia ambisce a diventare modello di innovazione e inclusione sociale a livello nazionale. L’Accademia non sarà solo un luogo di formazione, ma un faro per la costruzione di una società più equa, giusta e solidale, in grado di rispondere alle sfide future con competenza e visione.

Oscar di Bilancio FERPI: le best practice di reporting e comunicazione in Regione

L’Oscar di Bilancio rappresenta un punto di riferimento in Italia per la comunicazione finanziaria e di sostenibilità. Un traguardo particolarmente significativo quello dei 60 anni poiché si inserisce in un contesto in cui l’attenzione del pubblico e del Legislatore è sempre più alta nei confronti della qualità dei documenti di rendicontazione: adottare standard condivisi e un maggiore impegno da parte delle organizzazioni nel garantire trasparenza e accuratezza negli ambiti finanziari e ESG (Environmental, Social, Governance).

“L’Oscar di Bilancio Ferpi – commenta Filippo Nani (Presidente Ferpi) – rappresenta ormai un irrimunciabile punto di riferimento per la trasparenza e la comunicazione finanziaria e di sostenibilità sociale. In questi sessant’anni, abbiamo visto crescere l’importanza della rendicontazione virtuosa, che non solo premia le migliori pratiche, ma promuove anche un dialogo costruttivo con gli stakeholder. Guardando ai nuovi orizzonti della sostenibilità, è fondamentale integrare i principi della Corporate Sustainability Reporting Directive e dell’ Environmental, Social and Governance, per garantire uno sviluppo pubblico e industriale in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere quelli delle generazioni future.”

Il Bilancio POP , rientra nella categoria degli strumenti di rendicontazione sociale che trasmettono ai cittadini le informazioni utili della Pubblica Amministrazione -aggiunge l’assessore al Bilancio della Regione Piemonte Andrea Tronzano. Il più importante obiettivo della rendicontazione sociale è proprio quello di favorire l’interpretazione delle attività pubbliche, consentendo al cittadino di comprendere cosa ha fatto l’ente, come lo ha fatto e con quali risultati”.

A seguire si è tenuta una tavola rotonda moderata dal giornalista e consigliere nazionale Ferpi Fabrizio Vignati dal titolo “L’eccellenza nel reporting e nella comunicazione finanziaria e di sostenibilità”, che ha visto tra i partecipanti Riccardo Fava (Corporate Vice President Communication, ESG & Investor Relation Diasorin e Presidente OCIP), Cristiana Libertini (Direttore Contabilità e Bilancio Gruppo IREN, azienda vincitrice dell’edizione 2023 dell’Oscar di Bilancio nella categoria “Utility o Multi-utility quotate e non”), Silvana Secinaro (Professore ordinario di Economia aziendale presso l’Università di Torino) e Sergio Vazzoler (Co-founder di Amapola). Gli interventi hanno affrontato tematiche cruciali per il futuro della reportistica, con un focus sull’evoluzione delle normative in materia e sugli strumenti oggi a disposizione.

Buon compleanno Sivit: 50 anni di storia ed eccellenza torinese

Dal 1974 a Torino Sivit ricerca, sviluppo, produce e commercializza di pavimenti in resina e li esporta in tutto il mondo e festeggia con dipendenti e visitatori, e un murales dell’artista Orma il viandante”.

 

“Io sono arrivato dal Veneto per lavorare a Torino. Ho fatto sempre l’operaio e il lavoro me lo passava Luigi Parola. Io e lui ci chiudevamo in una stanzetta, quando eravamo in Via Botticelli e facevamo esperimenti sui materiali, per esempio le pianelle per pavimento con i fagioli. A un certo punto, l’azienda ha ospitato anche una radio con cui ho collaborato, radio Sivit. Ho viaggiato con i fratelli Parola, Luigi e Giovanni, e ho anche guadagnato bene.” Severino ha 89 anni e non è un semplice invitato alla festa di compleanno della Sivit, azienda che produce resine dal 1974. Severino qui è uno di casa, fa ormai parte di una famiglia che vede ormai la terza generazione portare avanti con passione il lavoro dei nonni.

La storia della Sivit è quella dei due fratelli Luigi e Giovanni Parola che iniziano la loro avventura per rispondere ad una necessità particolare: il riutilizzo di vernici pregiate, scarti dell’industria automotive. Da questo punto di partenza, Sivit (Società Italiana Vernici Impermeabilizzanti Torino) ha poi trovato la sua strada nel campo delle resine per pavimenti, settore che, dopo un primo periodo pionieristico, oggi è pienamente consolidato e in crescita. Tuttavia, così come accade oggi in altri ambiti, non è semplice trovare addetti qualificati e per questo è sempre più necessaria e strategica la continua formazione e collaborazione con le università.

“Quando è nata l’azienda, cinquant’anni fa, mio padre Luigi si è affacciato a un settore nuovo, che a quei tempi stava muovendo i primi passi – racconta Maurizio Parola, oggi titolare della storica azienda torinese –. Mio papà lavorava nei cantieri, si occupava di coibentazioni ed era abituato a risolvere problemi. Armando Monte, ingegnere della Fiat e professore al Politecnico di Torino, riconoscendo questa sua qualità gli sottoponeva spesso richieste in tal senso e un giorno chiese una consulenza più difficile del solito. In Iveco venivano utilizzate molte vernici di pregio, resistenti e di altissima qualità, ma lavorandole si producevano molti scarti che dovevano essere smaltiti. Mentre mio padre cercava una soluzione al problema dell’ingegner Monte, capì che quell’esperienza avrebbe portato lontano e per questo – conclude Parolapossiamo dire che Sivit è nata, quasi per caso, da una fortunata intuizione”.

L’idea imprenditoriale di Sivit e la visione del suo fondatore Luigi Parola sono partite dalla volontà di creare un’azienda in grado di rispondere alle esigenze di mercati in crescita, come l’industria automotive e non solo. Non è un caso che Sivit sia sorta proprio di fronte al sito torinese di Iveco, a nord di Torino, dove continuano a convivere ricerca e produzione. Le parole chiave sono le stesse degli inizi, negli anni Settanta: sostenibilità, nella lavorazione e nei prodotti finali, crescita, di fette di mercato e dipendenti, e qualità,dalle materie prime al servizio.

All’inizio i pavimenti in resina non erano molto richiesti e le prime applicazioni riguardavano soprattutto interventi di manutenzione. Oltre ai settori meccanico e automotiveci sono stati altri ambiti, come ad esempio l’alimentare e il farmaceutico, che hanno iniziato a scegliere la resina per pavimentare interi reparti, comprendendone in pieno le caratteristiche. Fino a quel momento e a seconda delle applicazioni, per le pavimentazioni si utilizzavano principalmente piastrelle, blocchetti in legno, pavimenti corazzati, ghisa e asfalto. Si trattava di materiali non facilmente pulibili, come lo è invece la resina grazie a una superficie continua, priva di interruzioni e giunti. Da qui il successo che ormai copre ogni settore, compreso il civile. Oggi la ricerca all’interno dei laboratori dell’azienda è in costante sviluppo e in grado di sperimentare, realizzare e commercializzare prodotti sempre più performanti, grazie a intuizioni come l’applicazione delle nanotecnologie, sostenibili (a base acquosa e solven free) e di design.

Oggi Sivit è una realtà presente in 40 paesi ma che mantiene il proprio cuore pulsante a Torino, sede dell’azienda e dei laboratori di ricerca, sviluppo e produzione. Per festeggiare i suoi 50 anni, si è regalata un bellissimo murales di Orma il viandante raffigurante una scena naturalistica a tema sostenibilità sulla facciata d’ingresso della sede di via Centallo 57 a Torino.

“Quella dei pavimenti in resina è senza dubbio una nicchia ma in costante crescita, che offre buone opportunità a livello occupazionale – commenta Enzo Parietti, presidente dell’Ente Nazionale Conpaviper (Associazione Italiana Sottofondi, Massetti e Pavimentazioni e Rivestimenti Continui) –. Proprio quest’estate abbiamostrutturato la prima edizione di un corso per la qualifica dei formatori settori resine, attraverso il quale i soggetti saranno abilitati a fare formazione per la qualifica degli applicatori e dei capisquadra ai sensi della norma UNI 11835”.

E prosegue: “L’indagine condotta da Conpaviper su 50 aziende del settore delle resine offre un quadro chiaro della crescita del comparto. Il 40% delle aziende intervistate ha un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, con un valore medio di 2 milioni di euro. La più piccola fatturava 65.000 euro nel 2018, mentre la più grande raggiungeva i 9,3 milioni di euro”.

Dal 2018, il fatturato complessivo del campione è cresciuto del 40%. Il 2020 ha visto una flessione del 13,4% rispetto al 2018 a causa della pandemia, ma il settore ha recuperato rapidamente nel 2021, registrando un +13,7% sullo stesso anno. La crescita è proseguita nel 2023, con un aumento del 12,6% rispetto al 2022.

Le microaziende (fatturato sotto 1 milione di euro nel 2018) sono cresciute del 160,6% sul 2018, mentre nell’ultimo anno hanno segnato un +12,7%. Le aziende più grandi (oltre 2 milioni di euro nel 2018) hanno registrato una crescita più moderata, con +26,8% rispetto al 2018 e +12,7% nell’ultimo anno. Tuttavia, il 18% delle aziende ha subito un calo di fatturato dal 2018, e nel 2023 il 33% ha registrato una flessione rispetto all’anno precedente.

Oggi, l’organico conta 45 persone, compresi 6 degli 8 nipoti di Luigi Parola, ed è cresciuto in maniera continua nel tempo grazie a un buon connubio di dipendenti storici e fidelizzati che affiancano nuove leve giovani.“Non è facile trovare personale qualificato e specializzato – conclude Maurizio Parola e in futuro diventerà sempre più difficile individuare in particolare i posatori di resine, mestiere che richiede specializzazione, costante aggiornamento e buona manualità; per questo motivo corsi abilitanti come quello di Conpaviper si rivelano molto importanti così come la collaborazione con le Università; ad esempio qualcosa di positivo si sta muovendo nell’Università di Torino grazie al dipartimento di Chimica, fortemente orientato verso lo sviluppo di prodotti green, un segnale importante per un settore che vuole continuare a vincere le sfide, proprio come noi cerchiamo di fare ogni giorno, da 50 anni”.

Partendo dagli esperimenti con i fagioli, Sivit racconta una storia fatta di artigiani e visionari, di famiglia e di rapporti di amicizia, confermando una vocazione tutta torinese caratterizzata dall’innovazione. Non resta che augurare a Sivit moltissimi di questi compleanni.

Lori Barozzino

Fiere del tartufo, una rete per il turismo e l’economia

Presentato al Grattacielo l’evento che riunisce cinque comuni dell’Astigiano e Alessandrino. L’assessore Gallo: “Fare sistema è la strada giusta per crescere”

Il basso Monferrato si trasforma in un circuito per gourmet nel segno del tartufo bianco. Cinque comuni – tutti sede di fiere nazionali del tartufo – si sono messi in rete sotto l’egida del Gal Basso Monferrato Astigiano e con il patrocinio e il sostegno della Regione Piemonte, per offrire a turisti e buongustai due mesi di appuntamenti dove l’enogastronomia si mescola con l’arte, la musica, la cultura.

I sindaci di Montiglio, Moncalvo, Montechiaro, San Damiano e Murisengo sono convinti che il “Circuito delle Fiere nazionali del tartufo bianco del Monferrato” sia la strada giusta per crescere ancora. E lo confermano i numeri illustrati durante la presentazione dell’evento al grattacielo della Regione Piemonte, a Torino, che consolidano il trend di crescita del Monferrato. E il suo momento d’oro.

L’assessore regionale allo Sviluppo e promozione della montagna, biodiversità e tartuficoltura Marco Gallo ha sottolineato l’importanza del gioco di squadra: «Unire gli sforzi, fare sistema è la strada giusta per migliorare i già buoni risultati che il Monferrato ha saputo ottenere costruendo una stagione evento attorno al tartufo, un prodotto simbolo di tutto il Piemonte che la Regione intende sempre di più valorizzare contribuendo anche a una destagionalizzazione. E in questa nuova sfida sarà più che mai deciso il contributo dei comuni, per dar forma a nuovi appuntamenti attorno ai quali far crescere l’attenzione dei turisti e in primis dei gourmet. La Regione è pronta a fare la sua parte sia con le risorse per valorizzare il tartufo e il sistema fiera, stabili attorno ai 200 mila euro l’anno, sia con la promozione attraverso VisitPiemonte».

L’assessore regionale all’Autonomia, Logistica ed Enti Locali Enrico Bussalino si è detto «fermamente convinto che il rilancio e la valorizzazione dei nostri territori debbano partire dai piccoli comuni, veri custodi di tradizioni, culture e identità uniche. Questi luoghi rappresentano il cuore pulsante della nostra regione, ed è nostro dovere sostenere il loro sviluppo. Attraverso una collaborazione stretta e continua tra istituzioni locali e regionali, possiamo costruire reti solide che valorizzino le eccellenze locali. Iniziative come quella del Circuito delle Fiere Nazionali del Tartufo Bianco del Monferrato Astigiano dimostrano quanto sia efficace fare sistema per promuovere il territorio».

L’assessore regionale a Cultura, Sport e Turismo Marina Chiarelli dice: La politica regionale è di investire su eventi che generano due dividendi: uno culturale e uno economico. Due gambe su cui camminano i progetti sostenibili capaci di fare scuola anche a livello nazionale e internazionale. Le eccellenze gastronomiche, come il tartufo bianco, e quelle enologiche, come i vini delle nostre colline, ci insegnano che insieme possiamo trasformare le nostre unicità in grandi opportunità di sviluppo economico, turistico e culturale».

Anche Mario Sacco, presidente del Gal Basso Monferrato Astigiano, sottolinea l’importanza della strategia all’origine del progetto: «Con la sottoscrizione della convenzione i cinque comuni sedi di Fiere nazionali si sono prefissati di mettersi in rete per consolidare l’offerta legata al tartufo, concorrendo a trasformare l’appuntamento autunnale in un evento diffuso, che tenga alta l’attenzione sul territorio nei due mesi clou della raccolta. E’ la scelta giusta per aumentare l’appeal delle nostre terre» mentre Mariano Rabino, presidente dell’Atl Langhe, Monferrato e Roero punta a un’ulteriore salto di qualità alzando l’asticella: «Dobbiamo collaborare al rialzo, favorire la coopetion che unisce due diverse strategie, ma efficaci se unite: la competizione e la cooperazione. Per questo immagino una sfida tra comuni a chi fa la fiera più bella all’interno di un’offerta di territorio. Perché la concorrenza fa sempre bene, aiuta ad alzare il livello qualitativo. E questo aumenterà anche l’attrazione delle colline Unesco dove il Monferrato, partito dopo, sta correndo, primeggiando nei numeri sia per arrivi sia per presenze».

Il “Circuito del Monferrato” parte da Montiglio, il paese dei castelli, delle pievi e delle meridiane, con un doppio appuntamento: le domeniche 6 e 13 ottobre. E per l’occasione organizza “Le littorine del Tartufo”: da Torino, Santhià, Biella, Asti, Chivasso e Cavagnolo sarà possibile raggiungere il paese a bordo degli storici autobus su rotaia. «Il progetto LocoMonferrato rappresenta all’interno della storica fiera un sicuro valore aggiunto in termini di appeal, motivazione di visita e sostenibilità» dice il sindaco Dimitri Tasso.

Seconda tappa a Moncalvo che festeggia le settanta edizioni della Fiera – anche se documenti del Comune fanno risalire le prime compravendite di tartufi a tre secoli e mezzo fa – aggiungendo un giorno al programma delle due domeniche di fine ottobre (20 e 27): il 26 ottobre, subito ribattezzato “il sabato del villaggio”. «Un regalo quello di allungare di un giorno l’evento che ci siamo fatti per festeggiare l’importante traguardo che ci qualifica come fiera più longeva del territorio – dice il sindaco Diego Musumeci-. Ci auguriamo sia condiviso da tutti gli appassionati di tartufi».

La prima domenica di novembre il “Circuito” approda a Montechiaro d’Asti con l’evento concentrato in un’unica giornata secondo un mix che mette insieme corteo storico e sketch comici, musica e altro ancora in una formula rinnovata spiega il sindaco Maurizio Marcanzin, che sottolinea come «vincente la definizione di un circuito che inglobi e metta in rete le cinque fiere del tartufo, per un’offerta che copre tutta la stagione del bianco, da ottobre a gennaio».

Quarta tappa – sempre nel primo weekend di novembre – a San Damiano d’Asti dove nei due giorni della Fiera spicca il “bosco in piazza”: fedele ricostruzione di un’area boschiva nel centro città dove vengono organizzati turni di cerca simulata del tartufo, per la gioia dei turisti.

«L’ingresso nel Circuito – sottolinea il sindaco Davide Migliasso – è per noi un onore e un onere, per un impegno crescente, indirizzato a valorizzare la bellezza e l’identità del grande patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico che disegna queste terre». Il Circuito si chiude a Murisengo che nelle domeniche 10 e 17 novembre celebra la sua definizione di “Terra del tartufo” con la formula dell’«essenziale di qualità».

A cominciare dalla selezione rigorosa dei tartufi a cura del Centro nazionale studi di Alba. E poi la tartufaia didattica per saperne di più sul Tuber magnatum pico. «Arricchiamo l’offerta in preparazione dell’edizione 2025 che si fregerà della qualifica di fiera internazionale del tartufo bianco – dice il sindaco Giovanni Baroero –e dell’esordio a giugno della prima fiera nazionale del tartufo nero, per valorizzare i tesori delle nostre terre».

Giachino: a chi chiediamo i danni per i problemi nei trasporti verso la Francia?

IL TRANSITO attraverso le ALPI e’ VITALE per TORINO e per il PAESE ma negli ultimi 25 anni il sistema politico e economico piemontese lo ha dimenticato e noi ne paghiamo le conseguenze con la diminuzione della crescita economica e del benessere in particolare per i giovani ,per i precari e per i senza lavoro.

Caro Direttore,
L’altro ieri anche se con un ritardo di 20 anni, si è tenuto al Politecnico un importante Convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Torino, sui collegamenti attraverso le Alpi. Noi sovente  diciamo che i migliori politici (Cavour e Degasperi) avevano tante qualità ma la più importante era la VISION sul futuro del nostro Paese. Ma per avere una VISION e’ essenziale conoscere come sta il Paese e capire in anticipo i problemi che si possono generare. Dell’attraversamento delle Alpi Cavour ne parla al Re nel suo primo appunto. Nel 1857 il piccolo Stato Sabaudo approva il progetto del primo Traforo alpino. Negli anni 50 nel secondo dopoguerra mentre si dà il via alla Autostrada del Sole si avviano i lavori per la costruzione del Traforo autostradale del Bianco. Se non esporta l’Italia cresce di meno e ne paga le conseguenze il benessere delle famiglie.  Le Alpi per noi sono come i polmoni. E invece…
Nel 1994 la UE lancia il programma delle Nuove Reti di Trasporto che volevano unire tutto il mercato europeo su rotaia per diminuire traffico sulle strade, inquinamento e incidenti stradali. A oggi ne sono stati costruiti solo un quarto.

Premesso che la prima grande lezione di trasporti me la diede mio padre che quando a dieci anni gli chiesi della coda dei camion sulla via Emilia, mi rispose:” Mino se girano i camion gira l’economia”.  Sono convinto che molti laureati non hanno questa concezione che i trasporti fanno girare l’economia, il lavoro e il benessere.
L’altro ieri nel Convegno e’ stato confermato che al crescere del PIL dell’1% i trasporti crescono di 1,5.  Questo dato richiede che le nuove infrastrutture si debbono costruire prima che la economia cresca. Invece No. Anche a causa dei NO e anche a causa della incompetenza di chi vi è preposto. Per oltre 10 anni in Piemonte si è discusso sulla TAV, su alcuni giornali i NOTAV avevano più spazio  anche perché il primo progetto era molto impattante. Dopo gli scontri di Venaus , il Governo Berlusconi istituisce l’Osservatorio che coinvolgeva tutte le Amministrazioni Comunali. Grande merito di Mario VIRANO fu la modifica al progetto che divenne molto ma molto meno impattante. Virano illustro’ il progetto al Ministro Matteoli e al sottoscritto in Prefettura a Torino.  Visti i continui assalti ai carotaggi il Governo Berlusconi nel 2011 fa approvare la norma con la quale si poteva costruire la galleria di sicurezza di Chiomonte , difendendo il cantiere con le forze dell’ordine. I Notav continuavano a imperversare utilizzando anche l gruppi violenti di Askatasuna per assaltare ogni tanto il cantiere. I lavori procedevano lentamente così nel 2018 con la vittoria elettorale dei cinque stelle e la costituzione del governo gialloverde in Parlamento c’era una maggioranza che poteva revocare la approvazione della TAV. Solo la nostra Grande Manifestazione di Piazza Castello che organizzai con le madamin il 10.11.2018 fece cambiare idea a Salvini così il 7.8.2019 il Senato bocciava a stragrande maggioranza la Mozione NOTAV. Ma da allora i lavora hanno subito stop (dal governo giallorosso) e andamento lento dopo.

 


Non aver previsto per tempo che ai 50 anni (2015) il Traforo del Bianco doveva avere lavori straordinari e’ stata una grave colpa degli amministratori e dei tecnici , ingegneri o geologi. Così dopo quasi 60 anni dalla inaugurazione i lavori alla galleria del Bianco sono iniziati con una interruzione di tre mesi ogni fine anno. Ma qui succede l’ imponderabile a settembre del 2023 una frana dalla parte francese blocca anche la vecchia ferrovia di Cavour. Eppure il volume delle merci che passano dal versante francese che negli anni 80 erano 16 milioni nel frattempo e’ cresciuto a 43 milioni come si vede dalla tabella che allego ma che avevo reso nota già nel 2011 quando da Sottosegretario ai trasporti presiedevo la Consulta nazionale dei trasporti e della logistica.
Così da un anno le merci in partenza per la Francia su treno debbono passare dalla Svizzera e di lì verso la Francia. L’unica cosa positiva la fece il Governo, di cui ho l’onore di aver fatto parte,  che nel 2009 autorizzò  la costruzione della seconda canna di sicurezza al traforo autostradale del Frejus e così tra qualche mese  al traforo non vi saranno più code e il traffico sarà più fluido. Nella attesa che si terminino i lavori di costruzione della TAV.  la TAV porterà oltre un milione di turisti stranieri in più all’anno e aumenterà il trasporto merci su rotaia e la logistica. A proposito di danni per il mancato sviluppo concludo ricordando a chi ha raggiunto la terza età che i ritardi nella costruzione della TAV li paghiamo 3 volte, con l’aumento dell’inquinamento , con la perdita dello sviluppo che avremmo potuto avere e terzo rischiamo di non aver la soddisfazione di vedere l’opera del secolo finita e di poter andare a Parigi, Londra o Budapest …. Peggio va per chi cerca un posto di lavoro e dovrà ancora aspettare… A chi chiederemo  i danni? Ai francesi? Ai Notav e a chi li ha appoggiati ?

Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO