Piena solidarietà alla coppia torinese perseguitata dai condomini del suo stabile, perché omosessuale, è stata espressa oggi pomeriggio dal Comitato regionale per i diritti umani, riunito a Palazzo Lascaris. “Vicende come questa ci dimostrano che l’Istituzione ha il dovere di dare l’esempio e schierarsi a viso aperto a tutela dei diritti fondamentali, tra cui la libera espressione del proprio orientamento sessuale – ha commentato il presidente Mauro Laus durante la seduta -. E a viso altrettanto aperto bisogna condannare chi discrimina, perché anche nell’esitazione si annida il rischio di giustificare implicitamente comportamenti vergognosi”. Il presidente ha poi elogiato il servizio televisivo pubblico per come ha trattato la notizia sul tg regionale e per l’editoriale dedicato all’argomento.
Porte aperte allo Zooprofilattico
QUI LAVORANO LE SENTINELLE DEL CIBO SICURO
Nell’ambito delle Settimane della Scienza, la storica sede centrale dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, a Torino in via Bologna 148, apre le porte ai cittadini il 5 maggio prossimo per raccontare il suo impegno nella difesa della salute dei consumatori, attraverso costanti controlli sulla sicurezza degli alimenti e sulla salute degli animali che li producono. Verrà presentato il lavoro che ricercatori e tecnici svolgono non solo quando ci sono grandi allarmi, ma quotidianamente per rendere sicura la spesa degli italiani. Il programma dell’evento prevede la visita ai laboratori e un percorso tra tre stand, in cui verranno affrontati i temi della sicurezza degli alimenti, della salute degli animali e delle malattie trasmesse da zecche e zanzare.
(foto: il Torinese)
Il brand di Settimo Torinese cambia proprietà e con suoi colori made in Italy si prepara a conquistare i mercati globali
CARIOCA® lo storico brand di Settimo Torinese, un cult per intere generazioni, torna definitivamente a dare forma ai sogni dei più piccoli. Si è conclusa oggi la procedura di concordato preventivo di UNIVERSAL S.p.A., acquistata, al termine del suo processo di risanamento, da Carioca S.p.a: una nuova società, costituita e controllata dalla Zico Holding, che fa capo alla Famiglia Toledo, affiancata da un gruppo di manager e amici con consolidate esperienze in alcune delle multinazionali più importanti al mondo.
Grazie all’impegno manageriale e all’investimento economico assicurato dai nuovi soci il noto marchio di pennarelli è pronto a rilanciarsi definitivamente. Capacità, know-how e creatività italiane sono i fattori su cui la nuova proprietà intende puntare per rilanciare CARIOCA®, nata a metà degli anni ‘50 dalla genialità dell’imprenditore Alessandro Frola che fondò nella provincia torinese la società UNIVERSAL S.p.A., da cui sono nati pochi anni dopo i marchi CARIOCA® e CORVINA®, divenuti ben presto famosi nel mondo. Un successo frenato dalla crisi globale che ha portato nel 2014 all’avvio della procedura concordataria.
«Siamo pronti a ripartire, con energia e determinazione, forti di una squadra composta da manager preparati e competenti. L’obiettivo è restituire ai più piccoli un elemento imprescindibile per la loro educazione: i pennarelli CARIOCA®! Fin da subito, entrando in Universal, ho capito che non sarebbe stato un incontro occasionale. Sono stato rapito dalla creatività e dalla professionalità che i prodotti e i dipendenti sapevano esprimere: qualità, tutte italiane, che per oltre 50 anni hanno contribuito a rendere CARIOCA® leader nel mondo nel settore dei pennarelli» – ha dichiarato Enrico Toledo, Presidente e Amministratore Delegato di Carioca S.p.A.
Tutta la procedura di messa in liquidazione di UNIVERSAL S.p.A., affitto del ramo d’azienda e definitivo acquisto sono stati attuati con la consulenza e il supporto del Dott. Emanuele Chieli (Studio CMFC) e dell’Avv. Marco Di Toro (Studio Groder) con l’obiettivo di concorrere al risanamento definitivo dell’azienda e alla sua massima valorizzazione.
Nel 2015, primo anno di operatività, pur in regime di affitto di azienda, Carioca S.p.A. e la controllata spagnola Universal Española S.A.U. hanno fatturato oltre 22Milioni di euro. Lo stabilimento di Settimo Torinese esporta più del 85% della produzione, in oltre 60 Paesi nel mondo. Tra Settimo Torinese e Barcellona il gruppo occupa circa 110 persone.
“Con il via libera a tale strumento si realizza un sistema europeo di assicurazione dei depositi che darà certezza e tranquillità”
«La Banca centrale europea ritiene essenziale il sistema di assicurazione dei depositi, sul quale la Commissione Finanze e tesoro, che sta seguendo il tema in fase ascendente al fine di svolgere fino in fondo il ruolo assegnato ai parlamenti nazionali nel processo legislativo europeo, si esprimerà la prossima settimana.» – È quanto afferma il senatore Mauro Maria Marino, presidente della Commissione, al termine dell’ audizione del dottor Claudio Angeloni del Consiglio di Vigilanza della Banca Centrale Europea. – «Con il via libera a tale strumento si realizza un sistema europeo di assicurazione dei depositi che darà certezza e tranquillità ai clienti rispetto alle eventuali crisi. Sulla rischiosità dei titoli di Stato detenuti dalle banche condivido pienamente l’affermazione del dottor Angeloni di affrontare tale tema con cautela, gradualità e nelle sedi internazionali competenti. La Bce» – prosegue Marino – «giudica positivamente le misure adottate dal Governo sul sistema bancario: dalle riforme delle Banche popolari e BCC, alla riduzione dei tempi di recupero dei crediti. La Commissione» – conclude – «è pronta anche in questa occasione a collaborare attivamente con l’Esecutivo».
LE INCHIESTE DEL “TORINESE” / ECONOMIA
I marchi torinesi del lusso favoriscono la crescita economica ponendosi ai vertici nazionali. Il nostro viaggio alla scoperta delle realtà produttive di eccellenza inizia con la storia di una giovane imprenditrice torinese di successo
La ripresa economica incomincia a far sentire i propri effetti. Francia, Svizzera e Stati Uniti, ma anche Cina e Regno Unito sono i mercati esteri in cui i distretti produttivi piemontesi sono cresciuti di più nel 2015. In particolare nel secondo trimestre dell’anno l’export dei distretti piemontesi ha dimostrato una notevole accelerazione, con un progresso del 20,1%. Il sistema Piemonte regge bene rispetto ad altri territori. Il “Torinese” incomincia oggi un viaggio attraverso le imprese che con il proprio lavoro, sostengono l’economia di una terra laboriosa, di cui portano il nome in Italia e nel mondo. Ci sono aziende competitive e di successo che confermano l’antica tradizione manifatturiera piemontese.
E’ il caso dei marchi torinesi del lusso, che favoriscono la crescita dell’economia ponendosi ai vertici nazionali. Sono questi i dati che emergono dall’analisi dei consumi del tessuto cittadino per l’anno 2014 . E in attesa dei dati economici ufficiali dell’anno che sta per volgere al termine, abbiamo incontrato Giovanna Cantoni, giovane imprenditrice del lusso torinese. I suoi gioielli si annoverano tra i must have richiestissimi da tutti i redazionali di moda delle più prestigiose riviste internazionali come Vogue , Elle, Vanity Fair. Ci ha raccontato qual e’ stato il suo percorso per affermarsi con successo nel mondo della gioielleria .
La qualità è la vostra prerogativa. Come vengono realizzati i gioielli GC CANTONI?
“Sono le sapienti ed esperte mani dei nostri artigiani a creare i gioielli delle collezioni. Seguendo il particolare metodo di lavorazione descritto nella domanda di brevetto internazionale, gli artigiani realizzano ornamenti in metallo prezioso puro, oro, platino e argento a titolo 999/1000.”
Parla con grande passione delle propria attività, Giovanna Cantoni. Nasce in una famiglia di innamorati dell’oreficeria da cui eredita il piacere di vivere i preziosi come punto di incontro tra la massima espressione dell’artigianalità e un design innovativo. Questa passione, trasmessa ad una bambina, ha trasformato un giovane avvocato in un’imprenditrice. Così Giovanna Cantoni, durante gli studi forensi, elabora il metodo di lavorazione dei metalli preziosi puri poi divenuto oggetto di domanda di brevetto per invenzione industriale. L’idea davvero brillante è stata quella di puntare su qualità ed innovazione, che sono carte vincenti per riuscire ad emergere e ad avere successo professionale. Insomma, un’idea innovativa, descritta nella domanda di brevetto per invenzione industriale depositata a nome di Giovanna Cantoni, che intende produrre nuovi stimoli per un settore con una storia e prospettive consolidate.
I gioielli GC Cantoni rappresentano una grande novità per il mercato del vostro settore.
“Sì, in quanto si può possedere un gioiello in oro, platino e argento puro solo scegliendo un prezioso delle nostre collezioni. Si tratta di una novità assoluta e di un prodotto unico nel suo genere. L’unicità delle gocce che realizziamo è data non solo dal processo di lavorazione, ma anche dalla possibilità di indossare un gioiello in metallo puro così come viene offerto in natura, senza il ricorso alle altre leghe solitamente utilizzate con i metodi tradizionali di arte orafa.”
Sono dunque le idee innovative il “quid pluris” che può trasformare un sogno in un business vincente. Giovanna ha deciso di iniziare una nuova avventura imprenditoriale che fonde la passione per i gioielli e i metalli preziosi puri. Sono nate, così, le gocce in oro, platino e argento puro GC CANTONI, registered design, con cui l’azienda racconta una storia di tradizione e, al contempo, di ricerca stilistica. Un gioiello da indossare senza alcun tipo di contaminazione da parte di altri metalli. Per il lancio è stata scelta la forma a goccia che evoca il profumo, l’essenza del metallo prezioso puro. Il metodo di lavorazione GC CANTONI permette però la realizzazione di diverse silhouette da utilizzare come ornamenti. Ciò significa che la realtà della maison – illustrata nell’elegante sito web www.giovannacantoni.it – è in continuo e costante divenire e che in futuro si apriranno, di volta in volta, nuovi mondi, nuovi scenari che consentiranno di vivere il gioiello in maniera sempre nuova e differente.
Gli ornamenti, oggi realizzati a goccia, sono diversamente interpretabili?
“Assolutamente. La GC CANTONI presenta modelli in cui le gocce sono applicate come inserti o ciondoli a supporti in perle o oro – titolo 750/1000 – lavorato con le classiche tecniche orafe. Abbiamo poi la collezione “PURITIES”: gioielli non assemblati a supporti così che la goccia diventa liberamente interpretabile. Le PURITIES CREATIVITY dove le gocce si possono personalizzare con incisioni e pietre preziose. Da poco è nata la linea JOY in argento con titolo 999/1000.”
Qual è la filosofia che muove l’attività dell’azienda e, quindi, anche le vostre creazioni?
I fondamenti su cui si basa la nostra azienda risiedono nello stile che i nostri gioielli devono racchiudere. In quanto opere di grande impatto estetico, in grado di donare un’eleganza senza tempo a chi le indossa, le gocce devono saper trasmettere originalità e tradizione, innovazione e vintage, semplicità e raffinatezza. Le parole che fin dall’inizio della nostra avventura hanno guidato l’attività della GC Cantoni sono purezza, perfezione ed essenza. La prima perché i metalli utilizzati per gli ornamenti sono puri, con titolo 999,9; la seconda perché il nostro obiettivo è realizzare gioielli che siano simbolo indispensabile di uno stile perfetto; e, infine, l’ultima, poiché l’essenza dei preziosi profuma in eterno di unicità, permettendo a chi li sceglie, di indossare una goccia di purezza».
I gioielli GC Cantoni si trasformano, quindi, in veri e propri accessori moda-glamour.
«Esattamente. Il messaggio che vogliamo lanciare con le nostre collezioni è proprio questo: per raggiungere la perfezione di stile è necessario indossare il più puro dei gioielli, ovvero l’essenza dell’oro, del platino e dell’argento puro. I nostri prodotti puntano a vestire, ad accendere l’outfit, così da completare la donna che li sfoggia. Proprio questo desiderio è ciò che ci spinge a investire e a continuare a impegnarci a fondo nel processo creativo, in modo tale da ottenere nuovi preziosi in grado di coinvolgere, attirare e far brillare qualsiasi donna. Siamo, infatti, certi del fatto che senza il gioiello perfetto anche l’abito più bello manchi di un’anima, di una personalità ben definita e percepibile».
Quali prospettive per il futuro?”
Continuiamo a impegnarci nel processo creativo, in modo tale da ottenere nuovi gioielli in grado di coinvolgere, attirare e far brillare qualsiasi donna. La nostra realtà e’ in continuo divenire e in futuro si apriranno nuovi scenari che consentiranno di vivere il jewel world in maniera sempre diversa”.
In sintesi, l’innovazione nel settore rappresentata da un’idea vincente che ha “reinventato” l’oreficeria.
Quest’anno la kermesse ha creato un collante tra il mondo della formazione e il mondo del lavoro; è stata attivata infatti una collaborazione con il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino. Durante i 5 giorni di evento, circa 40 studenti del corso di studi in economia aziendale faranno attività formativa, supportando il lavoro degli editori indipendenti del Padiglione 1
di Paolo Pietro Biancone*
“Non tutto ciò che conta può essere contato”. E’ vero, ma a pochi giorni dal “su il sipario” della 29esima edizione de Il Salone Internazionale del Libro qualche riflessione numerica sulla dimensione economica della Kermess va fatta. Sono oltre 1.000 gli editori presenti al Salone 2016, Settanta i nuovi espositori che debuttano al Salone, I convegni e dibattiti in programma sono a oggi 1.222. A oggi sono già oltre 500 gli operatori internazionali accreditati all’International Book Forum, di cui più di 250 stranieri provenienti da 41 Paesi. Fra gli editori rappresentati all’Ibf, i francesi Flammarion, Gallimard e Xo; i tedeschi Piper, Suhrkamp, Kunstmann, Hanser e Alexander; gli spagnoli Anagrama, Narcea e Sexto Piso.
Le più recenti analisi di impatto economiche parlano di ricadute economiche sul territorio interessanti: la rilevazione della 23esima edizione parla di oltre 300mila visite, di cui il 37% provieniente da fuori Piemonte e il 2% dall’estero. Circa un partecipante su due ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni con una leggera prevalenza di pubblico femminile (55%). La media esclude il pubblico delle scolaresche. Circa 50.000 i visitatori provenienti da fuori Piemonte che hanno pernottato in zona: la loro media di permanenza è di 3,13 giorni. Lombardia (13,7%), Liguria (4,4%), Emilia-Romagna (4%) e Lazio (3,2%) le regioni più rappresentate. Complessivamente il pubblico del Salone ha sostenuto una spesa complessiva d circa 28milioni di euro (tra libri, pernottamenti, trasporti, ristorazione, shopping), a fronte di costi organizzativi del Salone ammontano pari a circa 5milioni di euro. L’impatto economico complessivo generato dal Salone ammonta a circa 52.432.000 €, di cui 20.258.000 € per la spesa diretta e 32.174.000 € per effetti indiretti e indotti. Le unità di lavoro standard (ULA) complessivamente generate dal Salone ammontano a 384: vale a dire che ogni edizione del Salone è in grado di creare 384 nuovi posti di lavoro temporaneo. Il finanziamento pubblico e istituzionale del Salone ammonta a circa 1.612.000 €. Per ogni euro di spesa degli enti finanziatori (Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino, Fondazioni Bancarie, Camera di commercio) si generano 12,5 € in termini di spesa diretta ovvero 33,3 € in termini di effetti complessivi.
Non solo, il Salone del Libro di Torino quest’anno ha creato un collante tra il mondo della formazione con il mondo del lavoro; è stata attivata infatti una collaborazione con il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino. Durante i 5 giorni di evento, circa 40 studenti del corso di studi in economia aziendale faranno attività formativa, supportando il lavoro degli editori indipendenti del Padiglione 1. Un’iniziativa per valorizzare ancora di più quel segmento di industria editoriale che rappresenta una grande risorsa del Salone e del nostro Paese e per dare l’opportunità a giovani studenti di fare un’esperienza unica in un evento internazionale. Il Dipartimento di Management sarà parte attiva durante i giorni de Il Salone con due panel.
Giovedì 12 maggio alle ore 12 è in programma il Caffè Letterario
L’economia e la finanza: un collegamento naturale con il Medio-Oriente
a cura del Dipartimento di Management dell’Università di Torino
Intervengono: Paolo Biancone, Alberto di Gennaro, Rauf Gritli, Aly Khorshid
Un tasso di crescita intorno al 15-20% all’anno e 400 banche islamiche operative in 75 Paesi. L’economia e la finanza islamica rappresentano una realtà ineludibile nel panorama globale, con cui l’Occidente, spesso offuscato da frizioni di stampo politico e religioso, fatica a mettersi in relazione.
Venerdì 13 maggio alle ore 12 Il ruolo delle University Press nel panorama dell’editoria scientifica. Il ruolo delle University Press nel panorama dell’editoria scientifica italiana è un tema assai dibattuto. Il panel mira a contribuire al dibattito tra conoscenza e divulgazione scientifica aperta e accessibile.
Si parte dall’individuazione di diversi modelli di editoria universitaria:
Editoria di ricerca
Editoria di didattica
Per poi individuare esperienze virtuose in tema di editoria universitaria specializzata e open access.
I relatori sono autorevoli esponenti del mondo accademico e dell’editoria universitaria.
– Prof Gianmaria Ajani, rettore Università di Torino
– Prof. Paolo Pietro Biancone, professore di Economia Aziendale e coordinatore del corso di dottorato in Business & Management, ’Università di Torino
– Dr. Andrea Angiolini, Il Mulino – Bologna
– Prof. Enrico Macii, Vice Rettore alla Ricerca del Politecnico di Torino
– Dr Claudia Napolitano, Presidente Coordinamento University Press Italiane
– Prof. Paolo Ricci, Professore Ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi del Sannio – Benevento e Presidente Accademia di Belle Arti di Napoli
*Professore Ordinario di Economia Aziendale dell’Università di Torino
Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management
(foto: il Torinese)
Secondo gli assessori regionali alla Sanità e alle Attività produttive, non sarà solo un nuovo e moderno ospedale, ma un’infrastruttura nella cui realizzazione si intrecceranno le politiche sanitarie, quelle per la ricerca scientifica e quelle per l’innovazione industriale
Il giorno dopo il via libera del ministero della Salute allo studio di fattibilità del Parco della Salute di Torino, la Regione Piemonte non perde tempo e presenta il progetto legato alla ricerca. L’assessore alla sanità della Regione Piemonte intervenendo ieri mattina agli “Stati generali della Ricerca sanitaria”, in corso a Roma, ha anticipato parte del lavoro che in questi mesi la Regione Piemonte ha avviato con l’Università di Torino: un approfondimento per definire il progetto organico e dettagliato sulle attività di ricerca e sulle possibili collaborazioni industriali che potranno essere ospitate dal Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino. La prova – secondo gli assessori regionali alla Sanità e alle Attività produttive – che non sarà solo un nuovo e moderno ospedale, ma un’infrastruttura nella cui realizzazione si intrecceranno le politiche sanitarie, quelle per la ricerca scientifica e quelle per l’innovazione industriale: il Parco della Salute con il coinvolgimento delle aziende ospedaliere universitarie di Torino e del San Luigi di Orbassano, in sinergia con la Città della Salute di Novara e l’Università del Piemonte Orientale, doterà il Nord Ovest di un polo di eccellenza in grado di competere e di collaborare alla pari con il futuro Technopole che sorgerà nell’area dell’Expo. La Scuola di Medicina dell’Università di Torino ha proposto di sviluppare all’interno del Parco della Salute e della Scienza le attività di ricerca focalizzate su tre aree – ricerca e sperimentazione clinica sia di farmaci sia di tecnologie biomediche: ricerca di base e traslazionale, ricerca nell’ambito delle tecnologie biomediche – con il coinvolgimento di almeno mille tra docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo. La ricerca clinica e soprattutto la sperimentazione clinica, sia di farmaci sia di tecnologie biomediche, avverrebbe direttamente all’interno dell’ospedale del Parco della Salute e della Scienza, e per la sperimentazione clinica sarà necessaria la disponibilità di Centri di Ricerca Clinica adeguati alle norme internazionali per arrivare alla sperimentazione di farmaci e tecnologie in tutte le sue fasi. Si dovrebbero poi aggiungere spazi di assistenza clinica implicitamente legati ad attività complementari di ricerca nei settori della biochimica clinica, della anatomia patologica, della microbiologia e virologia, della radiologia/medicina nucleare e radioterapia. Le attività di ricerca di base, pura e traslazionale troverebbero invece spazio nel centro di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute (da tempo operante quale struttura di eccellenza, che ricava quasi il 50% del proprio budget da collaborazioni con l’industria) per attività di ricerca di alto livello scientifico internazionale. Centro da poco qualificatosi come hub per l’Imaging Medico (connesso all’ European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg) nella Large Scale Facility pan-europea per l’Imaging (Euro-BioImaging). In queste sedi di ricerca, pressoché contigue, si prevede di sviluppare i temi di ricerca raggruppabili in quattro principali piattaforme: a) oncologia; b) neuroscienze; c) biotecnologie; d) cardiovascolare ed endocrino-metabolico. In particolare il primo modulo che si intende sviluppare è quello sull’oncologia toracica e sull’onco-ematologia che rappresenterà un modello da replicare in una seconda area che sarà la clinica cardiovascolare ed endocrino-metabolica. Lo sviluppo, il consolidamento e i risultati del primo modello serviranno da riferimento per ulteriori iniziative. Su tutte e tre le aree di sviluppo è attualmente in corso uno specifico approfondimento per giungere ad un progetto organico e dettagliato delle priorità di ricerca e delle possibili collaborazioni industriali: l’approccio ad un sistema salute integrato in coerenza con quanto previsto sia dalla strategia nazionale sia da quella regionale di specializzazione intelligente, passa attraverso lo sviluppo di un adeguato coinvolgimento del sistema industriale, oltre che naturalmente con la sfera dei comportamenti alimentari, della qualità del cibo e dell’attività fisica, per quanto riguarda la prevenzione. In questo quadro – ricordano i due assessori regionali – anche i fondi strutturali europei (in particolare il POR-FESR) può costituire una leva utile, attraverso le misure di policy fin qui avviate, pensate per l’attrazione di significativi investimenti in ricerca e sviluppo da parte di grandi gruppi internazionali, come la misura per l’“Industrializzazione dei Risultati della Ricerca”; la qualificazione delle PMI piemontesi, come la misura per i “Poli di Innovazione” (tra cui soprattutto il Polo sulle tecnologie della salute, Biopmed, gestito dal Bioindustry Park “Silvano Fumero”), e quella per “l’innovazione sostenibile dei processi delle PMI”; l’evoluzione dell’ecosistema dell’innovazione piemontese, come la misura per lo sviluppo e la messa in rete delle “infrastrutture di ricerca” aperte, o quella per le imprese start-up e spin-off della ricerca, sviluppate in collaborazione con gli incubatori universitari, senza trascurare le iniziative di policy tese a favorire il raccordo delle attività di ricerca industriale piemontese con quelle di imprese di altri territori d’Europa. Una risposta concreta anche al progetto milanesi di Technopole, con il quale il Piemonte attraverso il Parco della Scienza di Torino e la Città della Salute di Novara, vuole competere: una riposta concreta per attrarre significativi investimenti in ricerca e sviluppo da parte dei grandi gruppi internazionali, contribuire alla qualificazione delle piccole medie imprese piemontesi e allo sviluppo del sistema dell’innovazione piemontese, che non vuole essere seconda ai ‘cugini lombardi’. Intervenendo nella tavola rotonda sul tema della ricerca finalizzata finanziata dal ministero della Salute tramite appositi bandi, l’assessore regionale alla Sanità ha ricordato come ad ogni bando il Piemonte già oggi presenta di norma più di cento progetti e risulta vincitore con un numero variabile tra gli otto e i dodici, la metà dei quali presentati da giovani ricercatori. Nell’ultimo bando di ricerca del 2013, otto progetti presentati da ricercatori piemontesi di cui tre giovani sono risultati vincitori, per un finanziamento totale di più di 2 milioni di euro.
“Il cammino delle donne dalla Liberazione ad oggi” è stato il tema conduttore dell’incontro che si è svolto questa mattina al Cinema reposi di Torino. Protagonisti moltissimi ragazzi delle classi III, IV e V di alcune scuole superiori del Piemonte che hanno rivolto domande e soddisfatto curiosità parlando di Resistenza e di Liberazione con Carla Dappiano, giovanissima partigiana durante la guerra, Geppi Cucciari, attrice comica e conduttrice televisiva e la giornalista Rai Simonetta Rho.
A questo primo incontro, organizzato dal Comitato Resistenza e Costituzione, in collaborazione con TgRai Piemonte e AGIS Scuola, se seguiranno altri tre che si svolgeranno al Cinema Reposi di Torino il 19 maggio e nel prossimo mese di ottobre.
Gli incontri hanno lo scopo di ricordare, a settant’anni di distanza dal primo voto delle donne italiane, le vicende e le protagoniste di quell’epoca, attraverso un dialogo aperto tra i giovani di oggi, le partigiane piemontesi che hanno vissuto la guerra di Liberazione e alcune donne di primo piano nel panorama sociale e professionale di oggi. L’incontro è intervallato da letture, filmati e momenti musicali e dalle letture tetrali di Elena Ruzza, attrice dell’Associazione “Terraterra”.
Il programma del prossimo incontro:
Giovedì 19 maggio, con Daniela Dell’Occhio (partigiana) e Nadia Pastrone (fisica del Cern di Ginevra) dialoga una giornalista Rai.
Nel 2016 ricorre il 70° anniversario del voto alle donne in Italia. Nel 1946, con la Liberazione dal nazifascismo e la fine della guerra, le donne ottenevano finalmente il diritto di essere protagoniste a pieno titolo della vita politica e sociale del nostro paese. Per la prima volta le donne poterono votare ed essere votate: 21 donne, tra cui tre piemontesi – Teresa Noce, Rita Montagnana e Angiola Minella – vennero elette all’Assemblea Costituente. Si trattava di un primo passo, ottenuto grazie al ruolo fondamentale svolto da tante donne durante la Resistenza e che avrebbe poi trovato formale riconoscimento nella Costituzione promulgata nel 1948, di un lungo e faticoso percorso di emancipazione che tante tappe avrebbe ancora dovuto affrontare, e che per molti versi ancor oggi non può dirsi concluso. A settant’anni di distanza, in un paese ed in una società profondamente diversi, ma ancora debitori delle lotte e delle conquiste di allora, è necessario ricordare le vicende e le protagoniste di quella stagione, trasmettendo alle giovani generazioni le testimonianze, i valori e le esperienze di quell’epoca.
www.cr.piemonte.it
FONDAZIONE CRT LANCIA IL BANDO
La Fondazione CRT ha aperto il bando “Vivomeglio”, stanziando fino a 25.000 euro di contributi per progetti di welfare volti a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità sul territorio del Piemonte e della Valle d’Aosta. Enti e associazioni non profit potranno presentare le domande fino al 30 giugno sul sito www.fondazionecrt.it.
Potranno essere finanziati progetti che propongono soluzioni nuove, efficaci e sostenibili per la domiciliarità, l’integrazione sociale, lo sviluppo dell’autonomia e delle abilità personali di donne, uomini, bambini e ragazzi in difficoltà.
Superano così gli 8 milioni di euro le risorse che Fondazione CRT ha investito per “Vivomeglio” dal 2012 a oggi, per un totale di 725 interventi già finanziati. Nell’ultimo anno, in particolare, sono stati sostenuti progetti in grado di aiutare 140mila persone, di cui 8.700 con disabilità: dall’avvio di tirocini e borse lavoro, all’integrazione scolastica ed extrascolastica degli allievi disabili; dall’organizzazione di tornei, attività sportive, laboratori teatrali, di cucina, lettura e perfino yoga, ai programmi di pet therapy e musicoterapia; dalle visite ai musei e dalle serate al cinema, ai soggiorni in montagna e al mare; dalla creazione di spazi di ascolto e sostegno psicologico, all’accompagnamento domiciliare e alla preparazione alla vita indipendente.
Un aiuto considerevole può giungere dai cosiddetti “business angels”, investitori particolari che affiancano le start up contribuendo, in particolare dal punto di vista finanziario, ad accrescere la capacità produttiva dell’azienda
Il Club degli Investitori, il più grande network regionale di business angel, è una realtà torinese molto dinamica e preziosa in un periodo come quello odierno di crisi, in cui per le pmi è più difficile ottenere finanziamenti e permanere sul mercato. Un aiuto considerevole può giungere dai cosiddetti “business angels”, investitori particolari che affiancano le start up contribuendo, in particolare dal punto di vista finanziario, ad accrescere la capacità produttiva dell’azienda. I business angels apportano capitali propri e, quindi, devono valutare attentamente l’idea imprenditoriale che sta alla base della start up, individuandone sia i rischi sia le opportunità.
“Il Club degli Investitori – spiega il Presidente Giancarlo Rocchietti – comprende cento soci che sono investitori informali nel capitale di rischio e operatori principali del mercato dell’informal venture capital. Negli ultimi due anni abbiamo assistito a un’importante crescita nel numero di soci. Nel 2015 gli investimenti sono stati di 3 milioni e mezzo di euro e non hanno riguardato soltanto start up tecnologiche, ma anche progetti innovativi non digitali. Siamo, per esempio, da sempre molto attenti alle realtà artigianali che vogliono industralizzarsi”.
“Un progetto che il Club degli Investitori – aggiunge Giancarlo Rocchietti – ha sostenuto e finanziato nel 2014 è stato quello di Svinando, un inedito club online che ogni giorno guida i suoi clienti alla scoperta del mondo del vino, raccontando il mondo racchiuso dentro le bottiglie. Si tratta di un servizio di vini di qualità elevata, accompagnato da una consegna precisa. Il nostro sostegno a Svinando, il “vino che corre sul web”, dimostra il legame del nostro Club con il territorio”. Questa start up piemontese è nata da un’idea maturata nell’estate del 2012 per iniziativa del fondatore Riccardo Triolo, sulla base della valutazione relativa all’elevato costo dei vini, dovuto non tanto alla politica dei prezzi del produttore, quanto ai costi degli intermediari, che vengono abbattuti nella vendita online. Svinando seleziona i produttori, puntando soprattutto su quelli medi; sul suo sito sono raccontati il prodotto e il produttore e viene messo in vendita un numero limitato di bottiglie, acquistate direttamente dal produttore. A differenza delle tradizionali enoteche online, Svinando non presenta tanti prodotti con poche informazioni su ciascuno, ma una singola etichetta alla volta, con un approccio editoriale .
Un’importante iniziativa promossa dal Club degli investitori è stata la partnership con la Fondazione Torino Wireless, grazie alla quale sarà possibile da parte del Club acquisire importanti competenze nel settore ICT da trasferire alle imprese sulle quali il Club investe. Si potrà in questo modo aver accesso a un network di imprese capaci di rappresentare preziose opportunità di investimento nel futuro. Un altro investimento sostenuto dal Club, sempre nel 2014, è stato quello di IndaBox, che rappresenta la prima rete di bar, tabaccai, edicole, presso cui è possibile farsi spedire i pacchi e ritirarli a soli 3 euro. Si può selezionare il punto Indabox su una lista online o direttamente sulla mappa, dove sono indicati l’indirizzo esatto, gli orari di apertura e diverse altre utili informazioni.
Le due novità più rilevanti riguardanti l’attività del Club degli investitori per il 2015, che dimostrano la volontà di diversificare gli investimenti a livello settoriale e territoriale, sono stati rappresentati da Directa Plus e D-Orbit. La prima è un’azienda lombarda specializzata in nanotecnologie, che si caratterizza per essere il più grande impianto europeo per la generazione di fogli di grafite altamente puro; la D-Orbit è una start up attiva nel settore spaziale, che ha messo a punto un dispositivo per la rimozione dei satelliti dallo spazio alla fine del loro ciclo di vita. I primi, a marzo 2015, hanno ricevuto un finanziamento pari a 1,45 milioni di euro. I secondi, a settembre 2015, hanno chiuso un round di 1,83 milioni di euro e il Club degli investitori ha contribuito a un investimento di 1,3 milioni di euro. Fondamentale è anche la collaborazione con alcuni tra i più importanti fondi di venture capital, quali TTventure e Lventure, holding di partecipazione quotata nella Borsa italiana, con la quale il Club ha partecipato a un coinvestimento da 400 K, con un importo pari a 150 k, nel luglio 2015.
Di recente, il 15 aprile scorso, è stato poi presentato Torino Start Up, un progetto coordinato da Torino Strategica, con il supporto della Fondazione Human Plus, che raccoglie il lavoro realizzato dagli attori torinesi per il potenziamento dell’ecosistema locale, in vista della creazione d’impresa. Sono stati necessari sei mesi di lavoro per esaminare il sistema locale per la creazione d’impresa, sono stati raccolti i dati e gli obiettivi di chi si presta a avviare una nuova attività o di chi l’ha appena avviata e sono state elaborate alcune raccomandazioni utili per potenziare l’ecosistema locale. Il Club degli investitori è stato parte del gruppo di progetto composto da Camera di Commercio di Torino, Città di Torino, Città Metropolitana, Incubatori dell’ Università e del Politecnico, PerMicro Lab, Reseau Entreprendre Piemonte, SocialFare e startupper.
Mara Martellotta