ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 663

Museo dell’automobile a guida facilitata

“Scopo del progetto è rendere fruibile a chi può avere problemi di comprensione, come i disabili psichici lievi, il nostro immenso patrimonio culturale e, in questo caso, lo splendido Museo dell’automobile di Torino”

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A parlare è Laura Barbotto coordinatrice del progetto “Sottovoce”  per la  Cooperativa sociale “La Bottega” di Grugliasco nel corso della presentazione, nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, il 10 novembre, della prima guida museale italiana. Si tratta precisamente, della “Guida facilitata al piano storico del Museo nazionale dell’automobile di Torino” elaborata in applicazione delle “Linee guida europee di lettura facilitata – Easy to read”. Dopo il saluto del vicepresidente del Consiglio regionale, che ha sottolineato l’importanza del progetto anche nella scelta del prestigioso museo torinese, una istituzione parte di quel sistema che ha reso il capoluogo subalpino una meta turistica sempre più ambita, sono intervenuti diversi relatori. Oltre Barbotto, ha preso la parola per la redazione del periodico “Sottovoce”, Elena Bellafemmina, per spiegare il lavoro svolto allo scopo di rendere effettivo il diritto di comprendere, di rimuovere le barriere intellettuali. Una impresa non semplice, volta a facilitare il linguaggio e la presentazione dei concetti e delle informazioni che si intende rendere fruibili. Un diritto, quello di comprendere, che può riguardare tutti, posto che le difficoltà possono nascere nel corso di una vita a causa di disabilità acquisite, di malattie e dell’invecchiamento. Nel corso della presentazione – coordinata da Mario Guglielminetti docente di Marketing museale all’Istituto per l’arte e per il restauro di Palazzo Spinelli a Firenze e all’Università di Torino – hanno preso la parola: Rodolfo Gaffino Rossi, direttore del Museo, Antonio Vitulano, presidente de “La Bottega S.c.s. onlus, Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Piemonte (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale). Per la Fondazione Crt,  che ha dato un sostanziale contributo per la realizzazione del progetto, è intervenuta Roberta Delbosco, responsabile dell’area Welfare e territorio.

AB – www.cr.piemonte.it

Il futuro sostenibile inizia sotto la Mole

Scienza e tecnologia combattono i cambiamenti climatici dopo Parigi 2015 nel rinnovato centro IIT di Torino, con la collaborazione scientifica del Politecnico di Torino

 bio ambiente

Dall’inizio della Rivoluzione Industriale a oggi, la concentrazione di gas serra in atmosfera è aumentata in modo costante: l’anidride carbonica è cresciuta del 30% circa e la concentrazione del gas metano è più che raddoppiata, per citare due esempi. I gas serra sono un nemico subdolo. Nella percezione comune essi non rappresentano infatti una minaccia immediata, perché non sono velenosi, né pericolosi di per sé; questo lascia molti alibi ai governi, ai paesi, ma anche ai singoli cittadini, che comunque contribuiscono con le loro attività quotidiane e con i loro stili di vita alla loro produzione.

Eppure lentamente i gas serra di origine antropica (anidride carbonica, metano e protossido di azoto in primis) producono i loro effetti sul clima. Gli ultimi anni sono stati i più caldi sulla superficie terrestre da quando l’uomo misura la temperatura del Pianeta, raggiungendo nel 2015 un incremento di +0,75°C rispetto alle temperature medie dell’era preindustriale; la calotta artica non è mai stata così ridotta in estensione e la concentrazione media di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre è oramai stabilmente sopra le 400 parti per milione.

Tutto questo si riflette già oggi nell’inconfutabile incremento degli eventi atmosferici estremi (siccità, tifoni, inondazioni) e nei danni da loro provocati, in un innalzamento del livello dei mari che comincia a produrre i primi profughi climatici e metterà a rischio popolazioni e asset economici in numero crescente nei prossimi decenni, in una perdita di biodiversità dovuta a una lenta ma inesorabile migrazione di specie animali e vegetali verso i poli.

Affrontare la sfida posta dal riscaldamento globale del nostro Pianeta richiede dunque un cambiamento di paradigma, una vera e propria rivoluzione ormai non più procrastinabile. La Conferenza delle Parti COP21 di Parigi (dicembre 2015) ha vincolato 195 Paesi a mettere in campo azioni concrete per far sì che l’incremento di temperatura della superficie terrestre conseguente all’effetto serra sia contenuto ben al di sotto dei 2°C: ora si tratta di capire come raggiungere questo obiettivo.ENERGIA PULITA

Lo sviluppo di tecnologie innovative per contrastare il riscaldamento globale è proprio la missione del nuovo Centre for Sustainable Future Technologies dell’Istituto Italiano di Tecnologia che svolgerà la sua attività di ricerca anche con la collaborazione scientifica del Politecnico di Torino.

La mission del nuovo Centro è stata presentata oggi nell’Aula Magna del Politecnico, dove il Direttore del Centro, Guido Saracco, ha illustrato le linee guida della ricerca e sviluppo in risposta ai principali problemi di sostenibilità indotti dal riscaldamento globale.

Il Centro ha un budget annuo superiore ai 5 milioni di euro, per metà legati a finanziamenti pubblici e per metà acquisiti sul mercato della ricerca (bandi internazionali, progetti industriali, ecc.). Vi operano circa cinquanta ricercatori specializzati in diverse discipline (fisica, chimica, biochimica, biotecnologie, nanotecnologie, ingegneria chimica e dei materiali, elettronica, ecc.) che collaborano grazie ad una convenzione stipulata tra i due enti con diverse aree di ricerca del Politecnico di Torino, con il risultato di raggiungere una massa critica considerevole non solo in termini di competenze, ma anche di strumentazione scientifica in laboratori condivisi.

Gli assi di azione del centro spaziano dalla cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica come materia prima di processi produttivi, allo sviluppo di sistemi di produzione distribuita sul territorio e alimentata da materie prime e energie rinnovabili, fino allo sviluppo di sistemi bio-mimetici di conversione dell’energia solare in composti chimici, materiali e combustibili rinnovabili, allo stoccaggio di calore di bassa temperatura per un suo riutilizzo dilazionato nel tempo (ad esempio, il calore accumulato in estate reso fruibile in inverno).

Tra le ricerche più all’avanguardia in corso lo sviluppo, il Centro si occupa di pannelli foto-elettrochimici a basso costo e alta efficienza per la conversione dell’energia solare in combustibili, di sistemi di additive manufacturing che potranno un giorno permettere di produrre ovunque prodotti basati su materiali riciclabili, superando le catene di distribuzione e attingendo a sole fonti rinnovabili. Un forte investimento addizionale è stato infine garantito dalla direzione scientifica di IIT nel settore dell’ingegneria metabolica (synthetic and systems biology), una delle 10 tecnologie emergenti individuate quest’anno dal World Economic Forum, per attrarre nel centro uno scienziato in grado di dirigere un settore molto promettente per la realizzazione di processi chimici sostenibili. Le selezioni sono in corso attraverso un panel di esperti internazionali. L’obiettivo qui è la modifica dei percorsi metabolici di microorganismi perché questi possano produrre a temperature prossime a quella ambiente prodotti a base di carbonio rinnovabili normalmente non associati ai loro cicli vitali ma di grande interesse industriale (es. acido lattico da organismi fotosintetici come i cianobatteri, bioplastiche da microorganismi aerobici o anaerobici, ecc.).

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Alla presentazione delle attività del Centro è seguita una tavola rotonda, nel corso della quale la questione della lotta ai cambiamenti climatici è stata dibattuta con esponenti di alto profilo del mondo della ricerca (Marco Gilli, Roberto Cingolani, Gunter Pauli) dell’industria (Roberto Casula, Agostino Re Rebaudengo, Dario Giordano) e dell’economia (Cristina Balbo, Alessandro Marangoni, Gabriele Galateri di Genola), per formulare infine un messaggio chiaro che possa ispirare i policy makers a farsi parte attiva per la soluzione di queste problematiche.

Gli 8 valori che fanno volare

neonataleIl Gruppo Genitori Senior dell’Ospedale Sant’Anna di Torino è formato da genitori che sono passati con i loro figli dall’esperienza della terapia intensiva neonatale, chi per nascita prematura, chi per difficoltà alla nascita, e che, coadiuvato da medici e psicologi, andrà a dare un supporto ai genitori che si trovano a vivere il dramma di un figlio in terapia intensiva.

Sabato 19 novembre, in occasione della giornata mondiale del prematuro, il gruppo ha  organizzato una serata benefica per contribuire alla raccolta fondi della Fondazione Crescere Insieme al Sant’Anna Onlus: la Fondazione si è occupata totalmente della realizzazione del nuovo reparto di terapia intensiva neonatale (inaugurato il 9 maggio) data la mancanza di fondi da parte della Sanità e dovrà continuare ad occuparsi del mantenimento dello stesso fino a…..chissà quando.

La serata sarà un’occasione per fare del bene e per farsi del bene, visto che il programma prevede il format “gli 8 valori che fanno volare”,  ideato e tenuto da uno dei più quotati formatori italiani, Paolo Manocchi : un’esperienza unica per tornare a scoprire quelli che sono i  valori più profondi, un percorso ricco di emozioni che lascia una giusta sferzata di energia per iniziare meglio le nostre giornate. I promotori chiedono sostegno  e il coinvolgimento del pubblico per tanti motivi:
– sostegno economico alla Fondazione:i 10,00 euro del biglietto verranno interamente devoluti alla Fondazione (i bambini non pagano)
– sostegno morale a chi lotta per il bene dei bambini e dei loro genitori
– occasione per riscoprire i valori profondi dell’essere umano.

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Il giro del mondo in 80 tazzine

E’ avvenuta  presso la sala stampa del CTO la scelta del vincitore del concorso creativo sul tema “Il giro del mondo in 80 tazzine. Un disegno per aiutare la ricerca” promosso da Costadoro S.p.A., storica casa produttrice di caffè per il settore dei pubblici esercizi, per sostenere la Fondazione Ricerca Molinette ONLUS. Il progetto che si è aggiudicato il concorso creativo è quello di Federico, il cui elaborato verrà rappresentato su 6000 latte da 2 kg di caffè Costadoro distribuite in Torino e Provincia, così come tutte le altre opere realizzate dai bambini che verranno esposte sul retro delle latte in un collage creativo, nonché in una mostra collettiva in reparto.

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A tutti i partecipanti – pazienti ospedalizzati nel reparto di Osteoncologia al Regina Margherita con un’età dai 4 ai 15 anni, sono andati i complimenti dell’AD di Costadoro, Giulio Trombetta che ha così commentato l’iniziativa “Ringrazio la Fondazione Ricerca Molinette ONLUS che ci ha dato l’opportunità di realizzare questa iniziativa che ha coinvolto i bambini stimolando la loro immaginazione e creatività, sostenendo concretamente le attività promosse dall’ente. Ci farebbe inoltre molto piacere in futuro poter ospitare i bambini e lo loro famiglie presso il nostro stabilimento.” Il Presidente della Fondazione Ricerca Molinette ONLUS Dott. Segre ha inoltre aggiunto: “Alla base dei valori  della Fondazione c’è l’amore per la nostra città e la consapevolezza di supportare una struttura ospedaliera all’avanguardia quale è la Città della Salute e della Scienza di Torino. Per questo, la donazione di Costadoro, ha per noi un doppio significato: testimonia l’impegno nel sostenere la ricerca, ma rappresenta anche un invito importante per tutte quelle aziende del territorio che volessero seguire il suo esempio nel valorizzare i nostri ricercatori. “

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costad2Ogni bambino ha infatti presentato un elaborato artistico dando spazio a qualunque tipo di creatività e tecnica: collage, decoupage, disegno, etc… purché rispettasse il tema assegnato ossia immaginare una tazzina in giro per il mondo. In occasione del concorso Costadoro si è impegnata a donare 3000 € ai progetti di Ricerca della Fondazione Ricerca Molinette. In particolare, la donazione verrà utilizzata per sostenere la struttura di Chirurgia Oncologica Ricostruttiva. La donazione assegnata coprirà 150 ore di Ricerca. La Fondazione Ricerca Molinette ONLUS è un ente non profit nato nel 2001 dall’iniziativa congiunta dell’Università degli Studi di Torino e dell’Azienda Ospedaliera “Città della Salute e della Scienza di Torino”. L’attività di ricerca è il cuore della Fondazione: non è legata a vincoli commerciali ma è animata dal desiderio dei ricercatori di innovare le terapie e le tecnologie per garantire sempre maggior sicurezza e benessere ai pazienti. Il nostro scopo è quello di sostenere in generale la ricerca sperimentale e la ricerca clinica, e di trasferirne i risultati per il miglioramento della diagnosi, terapia e qualità di vita di pazienti affetti da differenti patologie.

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Nelle foto della premiazione da sin a destra:

Dott. Ferracini, dirigente medico S.C Ortopedia Oncologia e Traumatologia del CTO; Giulio Trombetta, AD di Costadoro, Dott. Piana, Responsabile Gruppo di Ricerca, Federica Maltese, Responsabile Ufficio Fundraising e Comunicazione; Dott.ssa Congedo, Consigliera della Fondazione. Il disegno è del  vincitore Federico.

 

Generazione bilingue ed economia franco-italiana

Un’alleanza per il futuro. Centro dei Congressi. Sala Giolitti, Via Nino Costa 8, Torino 

Un eccezionale incontro «economia-educazione» che si rivolge ai Dirigenti o Direttori Risorse Umane di grandi imprese,  rappresentanti delle scuole superiori italiane EsaBac, genitori e studenti italiani

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Alla presenza di:

Renato Bellavita – Membro del Comitato Esecutivo della Camera di Commercio di Torino, Presidente del Comitato d’indirizzo del Protocollo territoriale per l’Alternanza Scuola-Lavoro.

Denis Delespaul – Presidente della Camera Francese di Commercio e Industria d’Italia.

Emanuele Chieli – Console Onorario di Torino.

Fabrizio Manca – Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte

e numerosi dirigenti di grandi imprese  ALSTOM Ferroviaria, CARTIER, MICHELIN, NORAUTO

 

A fine conferenza seguirà un aperitivo.Traduzione italiano-francese con studenti del Liceo francese Giono.Partecipazione gratuita.Iscrizione obbligatoria entro il 13 novembre:

Cliccare qui per iscriversi

 

 

Innovazione, accordo fra Regione e Denso spa

E’ stato firmato oggi a Roma, presso il Ministero dello sviluppo economico, l’accordo multiregionale fra Regione Piemonte, Ministero dello Sviluppo Economico, DENSO spa e Regione Campania. Questa la dichiarazione congiunta del presidente Sergio Chiamparino e dell’assessora alle attività produttive Giuseppina De Santis.

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“Abbiamo siglato un accordo senza dubbio positivo per il nostro territorio, che porterà a un primo investimento di oltre 10milioni di euro, cui seguiranno, in seconda battuta, altri 70 milioni di investimenti produttivi e significative ricadute occupazionali sull’innovazione. La firma di oggi è il risultato di un proficuo metodo di collaborazione con il Ministero e con le aziende che decidono di investire nel nostro territorio, e conferma l’importanza degli investimenti nella ricerca e del lavoro che la Regione, a dispetto delle voci critiche, sta portando avanti con determinazione. Viene altresì ribadita la centralità del Piemonte a livello internazionale come territorio di riferimento per il settore automotive ” Il costo complessivo dell’investimento è di 10,7milioni di euro (di cui 1,3 dalla Regione e 2,3 dal Ministero dello Sviluppo economico attraverso il fondo di crescita sostenibile), è prevista l’assunzione di 10 giovani in alto apprendistato, da formare in affiancamento alle attività di ricerca.Tale investimento in  ricerca e sviluppo, sarà la base di un successivo Piano di investimenti produttivi in Piemonte per circa 70milioni di euro,con ricadute occupazionali e sul tessuto produttivo più allargato.

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DENSO Thermal Systems S.p.A è il principale investitore giapponese in Italia e controlla  nel mondo 220 società per 146 mila dipendenti ed un fatturato di 36 miliardi di dollari. L’obiettivo delle attività in Piemonte (l’azienda ha uno stabilimento a Poirino) è la realizzazione di una nuova famiglia di prodotti (componenti e sistemi termici per la climatizzazione e il raffreddamento motore) con incrementate caratteristiche in termini di prestazioni, affidabilità/qualità e pesi per applicazioni su tutte le tipologie di veicoli.

(foto: il Torinese)

Essere metalmeccanici nell’era post-industriale

STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Dal quarto piano di via Bologna 11 si gode del paesaggio cittadino . Fino alle colline, con un bel sole . Dario ed io parlando osserviamo , con le solite battute sulla trasformazione post industriale della città . Dario Basso da fine febbraio è segretario provinciale della Uilm la categoria dei metalmeccanici . Classe 1960, con presenza uilm2estremamente giovanile, con qualche  spruzzata di grigio che non guasta .  Da oltre vent’anni nel mondo sindacale da delegato, è partito dalla gavetta .  “Patrizio non sarà semplice questa nostra chiacchierata , hai un po di pazienza?” Sicuramente, cosi ” tocco con mano ” una tua mattinata .

Governare 22 dipendenti o funzionari non è poi così semplice . Mentre si parla più persone bussano e chiedono consigli e pareri su problemi sindacali. Dario si dà qualche secondo per sintonizzarsi e poi risponde . Il telefonino fa il resto .

Sempre cosi?

“Sì, dopo devo portare il saluto ad un corso di formazione. Dai, ci riusciremo”.

Prima domanda : rapporti tesi con la Fiom?

“No. Le tensioni erano dovute all’accordo Fiat . Sono sempre stati ottimi nelle altre aziende. Ottimi i rapporti con gli altri segretari d Fim e Fiom”. lingotto citta

Ti piace il tuo lavoro ?

“Sicuramente ci vuole tanta passione . Non è una professione ma un lavoro di servizio per gli altri . Non solo per gli iscritti . Con Napoli ci contendiamo il primato nazionale . Direi sana competizione . Abbiamo anche noi subito la crisi ma il rinnovamento di linea politica ci ha salvato dalla possibile estinzione”.

La maggiore soddisfazione?

“Salvare e creare nuovi posti di lavoro”

Maggiore delusione?

“Il rovescio : essere impotenti verso operazioni di delocalizzazione e relativa perdita di posti di lavoro” .

Ottimista o pessimista ?

“Realista e convinto che anche il sindacato possa e debba fare per mantenere l’industrializzazione nella nostra realtà produttiva”

Ha avuto ragione,ci siamo riusciti . Scendendo le scale constato che la Uil è un sindacato vivo . Almeno a Torino .

Patrizio Tosetto

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“We love Arquata”, il Piemonte per i terremotati

consiglio lascarisParte da un gruppo di mamme di alcuni Comuni del Piemonte (Poirino, Canale, Cellarengo, Chivasso, Montà, Alba, Villastellone) l’iniziativa “We Love Arquata” a sostegno delle popolazioni, e in particolare dei bambini, colpite dal terremoto nel Centro Italia. La costituenda associazione culturale “Api di Carta” ha allestito presso le scuole medie di Poirino un centro per la raccolta di indumenti, coperte, lenzuola, scarpe, libri, materiale d’igiene e generi alimentari di prima necessità, da destinare ai bambini terremotati dell’Italia centrale.
“Una gara solidarietà che è partita da giovani mamme e da amministrazioni locali con tanti volontari che danno un contribuito in questa situazione difficili. Il Piemonte, per le tragedie vissute, ha compreso nel tempo cosa vuol dire avere a che fare con le emergenze, per questo abbiamo costruito un sistema di prevenzione e intervento di grande livello. Il Consiglio regionale insieme ai piemontesi deve fare in modo che questo sia un primo inizio a sostegno delle popolazioni terremotate”, ha spiegato la vicepresidente del Consiglio regionale, Daniela Ruffino.ruffino lascaris
“We Love Arquata” è realizzato in collaborazione con la Consulta Femminile regionale e si coordina con la direzione scolastica del comprensorio di Arquata, Pescara del Tronto e Acquasanta Terme, “una collaborazione che nasce dall’attenzione della Consulta per le popolazioni in difficoltà e in particolare verso i bambini” come dichiarato dalla vicepresidente Alessandra Parigi.
“Abbiamo scelto di richiamarci alle api per la loro laboriosità – ha spiegato Chiara Pelassa, cofondatrice dell’associazione — il materiale nei prossimi giorni verrà inviato a bordo di un tir. Partirà inoltre una colonna costituita da un furgone della Croce Verde di Villastellone, un fuoristrada dell’associazione nazionale Alpini, un furgone della sezione Alpini di Giaveno e Valgioie, e un pickup dell Aib di Montà”.
“Partiremo per il centro Italia venerdì 11 novembre per tornare il giorno dopo – ha concluso Manuela Appendino di “Api di Carta” – non intralceremo in alcun modo i soccorsi, siamo decise nel portare avanti la missione ma con la testa sulle spalle. Porteremo circa 220 scatoloni che in questi giorni stanno aumentando grazie alle donazioni dei privati, 90 scatoloni di abbigliamento, materiale didattico, prodotti per la cura”.Alla presentazione hanno partecipato, inoltre, Simona Chiavero dell’associazione, il sindaco di Villastellone e il vicesindaco di Poirino.

Eternit, un inquietante legame con gli internati del Reich?

Che legame c’è tra la ormai infinita vertenza Eternit e la seconda guerra mondiale ? Nella complessa vicenda potrebbe entrare un element che, se confermato – pur non avendo rilevanza processuale perché in ogni caso sarebbe prescritto dal decorso del tempo – avrebbe sicuramente un forte impatto emotivo e servirebbe a riscrivere, sia pur in parte la storia degli “schiavi del Reich”, nel secondo conflitto mondiale. A Berlino c’era uno stabilimento che produceva cemento – amianto ed apparteneva ed era gestito dalla Eternit Svizzera.

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In una nota, Ezio Bonanni, avvocato, difensore di parte civile anche nel processo Eternit Bis e presidente dell’Osservatorio nazionale amianto – Ona spiega che “molto probabilmente nel corso del secondo conflitto, l’impianto è stato trasformato in un campo di lavoro forzato per prigionieri di guerra, italiani, polacchi, ucraini e solamente ora, faticosamente, si sta tendando di ricostruire la storia di questi schiavi moderni, rintracciando i parenti o gli ormai pochi superstiti”. I fatti sarebbero avvenuti nel periodo tra il 1943, dopo l’armistizio dell’8 settembre ed il 1945 sino al crollo del Reich tedesco. Al momento, ovviamente, non ci sono certezze ma due sono i fatti: a Berlino nel periodo era operante uno stabilimento Eternit e nello Stalag III D della capitale tedesca furono circa 38mila i prigionieri di guerra italiani internati, facenti parte delle numerosissime squadre di lavoro impiegate in lavori di costruzione o industria. “Ovviamente la multinazionale – continua la nota di Bonanni – afferma di non possedere conferme in proposito, di voler procedere ad indagini, a avverte che la maggior parte dei documenti aziendali dell’epoca non esistono più”. Quindi l’Eternit non avrebbe comunque categoricamente escluso, né smentito la nota del presidente Ona, la possibilità che siano stati impiegati ai lavori forzati centinaia di deportati tra il 1943 ed il 1945. Ci sarebbe poi una singolare coincidenza sullo Stato dove i prigionieri di guerra venivano impiegati. La medicina nazista del lavoro, decisamente all’avanguardia nella tutela dei lavoratori del Reich (l’uomo doveva essere una macchina perfetta da guerra e da lavoro), aveva colto già dal 1939 il legame esistente tra l’esposizione all’amianto ed il mesotelioma pleurico. E, come ricorda in una scheda sul manufatto l’Inail, “La prima nazione al mondo a riconoscere la natura cancerogena dell’amianto, dimostrandone il rapporto diretto tra utilizzo e tumori e a prevedere un risarcimento per i lavoratori danneggiati, fu la Germania nazista nel 1943”. Di qui un interrogativo angosciante: se venisse dimostrato che i prigionieri di guerra italiani lavorarono l’amianto, i nazisti vollero punirli per il “tradimento” dell’8 settembre, consci del pericolo cui li esponevano ? E’ una domanda cui forse, adesso, la ricerca storica e le verità processuali potranno dare una risposta. Ma anche qui c’è molto lavoro da fare. E Ona lancia un appello “a farsi avanti, se vi fossero superstiti o parenti di chi possa avere lavorato l’amianto nello stabilibimento di Berlino”.

Massimo Iaretti

 

 

Toma e peperone, ecco l’impatto economico delle fiere

PEPERONE23Che impatto hanno le fiere o le manifestazioni di una certa rilevanza sull’economia locale ? E’ la domanda che un amministratore o un organizzatore attento di deve porre nell’allestire ormai qualsiasi evento che vada al di là del mero volontariato. Così lunedì 14 novembre, alle ore 13. Nella sala stampa della giunta regionale, in piazza Castello 165, verranno presentato i risultati della ricerca universitaria sull’impatto economico, sociologico e turistico che hanno avuto sul territorio due manifestazioni di notevole rilievo nel panorama piemontese, che si sono svolte quest’anno nella Città Metropolitana di Torino. Una è la sessantasettesima edizione della Sagra del Peperone di Carmagnola, l’altra è la numero venti della Mostra regionale della Toma di Lanzo e dei Formaggi d’Alpeggio che si è tenuta ad Usseglio. Ad illustrare le conclusioni cui è pervenuto lo studio ci saranno Giuseppe Attanasi, docente dell’Università di Strasburgo e della Bocconi di Milano e Valentina Rotondi, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sarà presente l’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero. Infine, e non poteva essere altimenti, viste le premesse, si concluderà con una degustazione di prodotti del territorio.

Massimo Iaretti