ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 660

Nazionale Italiana Dell’Amicizia Onlus, il disco di Natale fa bene

La Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus nasce nel 2012 e aiuta bambini in difficoltà. Con tanto impegno, dedizione e trasparenza è riuscita a raccogliere negli anni circa 250mila euro coi quali ha aiutato più di mille bambini. I componenti dell’associazione organizzano partite di calcio in tutta Italia con ex calciatori, cantanti, attori e comici vari, visitano i reparti di pediatria degli ospedali vestiti da super eroi e principesse, portano natale-discoregalini ai bambine e bambini ricoverati, realizzano cene e banchetti per raccogliere i fondi necessari a sviluppare i loro progetti. Su Torino, la Nazionale Italiana Dell’Amicizia Onlus è una realtà molto importante: riesce a coinvolgere oltre 3mila persone alle partite più importanti e tanta tantissima gente alle feste organizzate. L’associazione sta lavorando da due anni con l’amministrazione comunale per poter avere in gestione un centro sportivo abbandonato che sarà utilizzato per far praticare sport ai tanti bambini reduci da più o meno gravi malattie. L’obiettivo è realizzare una struttura multifunzionale per ragazze e ragazzi diversamente abili e che possa offrire fisioterapia gratuita ai bambini malati e con famiglie in grave difficoltà economica. “Un progetto enorme unico nel suo genere sia in Europa e probabilmente al mondo – affermano i responsabili dall’associazione -, i cui costi di ripristino sono elevatissimi”.   Per concretizzare questo sogno la Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus si affida alla solidarietà di tutti e per Natale ha prodotto un CD con le più belle canzoni della tradizione interpretato sia da giovani artisti emergenti (Stefania Mancuso, Nila, Maria Vaccaro, Biro & Nux, i Serendip, Francesco Trimani, Dave, Nazario) sia dai bambini della NIDA tra cui la piccola Bea Naso (bimba torinese tristemente nota per la sua malattia, unico caso al mondo, per chi tutte le articolazioni molli del suo corpicino si sono calcificate, pietrificandola viva). Il risultato è un piccolo capolavoro. Il CD, con tanto di bollino SIAE, è stato stampato in 20mila copie e il costo è basato su un’offerta libera a partire da soli 9 euro. Per chi fosse interessato a partecipare al gesto di solidarietà la consegna del Compact Disc Digital Audio natalizio è a domicilio chiamando il numero 3339411394.

Cambiamento e resilienza  

Cambiamento e resilienza. Sempre più spesso ci capita di leggere o sentire persone che utilizzano questi due termini. Sembrano essere inscindibili, due concetti che viaggiano costantemente assieme e che si competano tra loro. Se fossero persone, potremmo definirle una sorta di Starsky & Hutch della filmografia degli anni ‘80. Noi stessi li usiamo con una certa frequenza quando parliamo di mercato e azienda. Ma cosa intendiamo realmente dire quando parliamo di Cambiamento e Resilienza? Il cambiamento cos’è? Un’importante ristrutturazione aziendale o un cambio di lavoro? E la Resilienza? Ormai tutti in azienda sanno che la resilienza è il vocabolo utilizzato in metallurgia per indicare la capacità di un materiale di resistere all’urto senza rompersi. Altre fonti, invece, per rendere la cosa ancora più affascinante, legano il termine resilienza al latino “salio” (salire) che, con il suo iterativo “resalio”, accostato all’immagine di una barca capovolta, indica l’azione di risalire sulla barca dopo che si è rovesciata. Una cosa è certa: per molti di noi il cambiamento è un qualcosa d’intangibile che ci spinge a modificare quello che abbiamo sempre fatto e, più abbiamo fatto, più dovremo lavorare per adeguarci al nuovo.

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Noi non condividiamo questa visione, però, a nostro avviso, il cambiamento altro non è che la vita di tutti i giorni, sia quella privata sia quella professionale. Panta Rei, (tutto scorre) diceva Eraclito, uno fra i più grandi filosofi greci presocratici, per indicare l’eterno divenire della realtà, paragonandola a un fiume che solo apparentemente rimane uno e identico, ma che, in effetti, continuamente si rinnova e si trasforma, per cui non è possibile tuffarsi in esso più di una volta, perché la seconda volta non è lo stesso fiume della prima. Se condividiamo questa visione, il cambiamento è qualcosa che ci accompagna durante tutta l’esistenza, nelle piccole cose come nelle grandi cose. Cambiare barbiere perché il nostro è andato in pensione non è forse cambiamento? Cambiare cliente perché quello precedente ha ceduto l’attività non lo è altrettanto?   Queste cose, però, non ci preoccupano perché il nostro cervello le cataloga al livello più basso di rischio mentre, invece, se in azienda si passa da un sistema informatico all’altro o se viene modificata l’organizzazione, ci carichiamo di ansia e stress. Tutto ciò è normale, anzi diremmo che è umano, però non ci deve bloccare. Passato il primo momento di destabilizzazione, dobbiamo subito vedere quali opportunità nuove si stanno per presentare. Per molti anni, nella quotidiana gestione delle cose, ci è capitato di definire quest’approccio mentale come la tecnica del “Cosa c’è di buono in ciò” perché è giusto dirlo : Guardando bene troveremo sempre qualcosa di positivo, anche dove non ci sembra proprio. 

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Ci sono due modi di porsi di fronte alla richiesta di cambiamento, che, spesso, non è una nostra scelta, ma una necessità; per cristallizzarli ci rifaremo a due grandi pensieri:

Chi ti vuole diverso, non ti vuole affatto. (Eracle) Approcciare le cose in questo modo è assolutamente da evitare. Significa pensare sempre in negativo e, oltre a non facilitare le cose, questo atteggiamento ci porterà a “ Tagliarci fuori da soli” perché, ci piaccia o no, le cose vanno avanti anche senza dii noi. Il secondo modo, invece, ce lo ha offerto un pensiero di Mahatma GandhiLa vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia. Un modo dolce, positivo e forse affascinante che ci porta a vedere le cose in modo diverso, da cacciatori di opportunità.

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Questo approccio probabilmente è quello che meglio definisce una persona resiliente, una persona che supera la destabilizzazione iniziale e si pone alla ricerca dell’esperienza, dell’insegnamento che da questa esperienza ne può derivare. La tecnica cioè del: ”Cosa c’è di buono in ciò”. Un atteggiamento positivo che ci aiuta ad affrontare meglio le cose vivendo la vita. Più volte siamo entrati in contatto con persone capaci, intelligenti e competenti che, pur di non affrontare il cambiamento, si erano accontentate di ruoli/situazioni “ inferiori” a quelle che realmente meritavano o che potevano raggiungere. Alcune di loro erano contente e questo era un risultato positivo perché, probabilmente avevano deciso di anteporre i propri valori personali a quelli professionali, e questo li rendeva comunque felici e vincenti. Altri, invece, giustificavano lo status quo con motivazioni legate alla sfortuna o ai torti subiti e questo non era buono nemmeno a livello salutistico perché “stavano male con se stesse”. La resilienza, quindi, potremmo definirla come la capacità di non essere troppo rigidi o troppo morbidi, ma semplicemente “flessibili”, capaci cioè di adeguarsi prendendo il controllo della situazione.

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Un esempio di resilienza

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Questo non significa nascere resilienti, ma allenati alla resilienza e l’allenamento non richiede situazioni “speciali”. E’ sufficiente affrontare la vita quotidiana ponendosi obiettivi misurabili e raggiungibili la cui asticella sarà alzata di volta in volta. Anche il notissimo atleta giamaicano Usain BOLT potrebbe confermare questa teoria se pensiamo che il 2016 l’ha visto vincitore della competizione dei 200 metri a Rio de Janeiro con il tempo di 19″78, mentre nel 2001,ai suoi primi esordi, il suo tempo era “solo” di 22″04 .Il secondo allenamento che possiamo fare è quello di uscire dalle nostre zone di comfort facendo cose che non abbiamo mai fatto o che non facciamo da molto tempo come ad esempio parlare con qualcuno che non abbiamo mai considerato oppure, prendere una seggiovia anche se un po’’ ci intimorisce. Scopriremo mondi nuovi semplicemente allargando il nostro campo visivo e sdrammatizzando le cose che ci capitano perché, come diceva il Saggio“Il mondo è nato prima di noi pertanto saremo noi a doverci adattare a lui, specialmente se poi vogliamo cambiarlo.”

Antonio De Carolis

Presidente CDVM

Club Dirigenti Vendite e Marketing

www.cdvm.it

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Premiate le otto start-up a impatto sociale

Nella finale piemontese della StartUp Europe Awards Quattro delle 8 start-up selezionate presso la sede di Rinascimenti Sociali nella categoria Social Innovation parteciperanno alla finale nazionale del 6 dicembre a Milano

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aGrisù, GetWYS, Last Minute Sotto Casa, Net2Share, Progetto AgriLab, Synapta – Contratti Pubblici, Yeerida, WaterView: sono queste le magnifiche 8 start-up che si sono aggiudicate la finale regionale della StartUp Europe Awards (SEUA), l’iniziativa promossa dalla Commissione Europea – DG Connect e DG Growth – e dal Parlamento Europeo, implementata da Finnova e dal Country Manager per l’Italia X23 Srl , responsabile per il network e per il regolamento italiano. Nella finale di SEUA Piemonte per l’ambito Social Innovation, promossa e organizzata da SocialFare® con il Country Manager SEUA-Italia X23 Srl e tenutasi presso Rinascimenti Sociali a Torino, le 8 start up hanno avuto la meglio sulla temibile concorrenza aggiudicandosi la possibilità di concorrere per i 4 pass che daranno accesso alla finale nazionale del 6 dicembre a Milano. L’obiettivo comune per tutte le startup partecipanti al progetto a livello europeo è il raggiungimento delle finali che avranno luogo a Bruxelles in occasione delle settimane che la Commissione Europea dedica ai diversi ambiti in gara: Ambiente, Innovazione Sociale, Energia, Turismo, ICT, Innovazione Urbana, Industrie Creative e Acqua. SEUA rientra tra le iniziative di Startup Europe che si pongono l’obiettivo di determinare la nascita di un vero e proprio StartUp Continent, in grado di competere a livello globale e di diventare una leva determinante per la crescita del sistema imprenditoriale, sia a livello nazionale che europeo.

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Queste le 8 startup che hanno superato la finale regionale: aGrisù è la startup innovativa, e lo spin-off universitario, impegnata a creare strumenti per monitorare gli inquinanti ambientali. www.a-grisu.com GetWYS è la startup che ha sviluppato differenti strumenti innovativi a supporto del mondo charity, in particolar modo il Charitygram. www.getwys.com Last Minute Sotto Casa è la più grande community di negozianti e consumatori uniti nella battaglia allo spreco alimentare. www.lastminutesottocasa.it Net2Share è il nuovo modello di attivazione di reti di prossimità che permette di far circolare l’economia nelle comunità, aiutare le persone in difficoltà e premiare chi partecipa. www.net2share.org Progetto AgriLab è il progetto di inserimento in agricoltura sociale sviluppato dalla bio-farm “I Tesori della Terra Società Cooperativa Agricola Sociale Onlus”. www.cooptesoribio.it Synapta – Contratti Pubblici è lo spin-off del Centro Nexa per Internet & Società del Politecnico di Torino che si occupa di rendere più sostenibile e trasparente il sistema informativo di aziende e pubbliche amministrazioni, grazie ad un approccio Data Linked. www.synapta.it Yeerida è la piattaforma che consente di leggere in streaming gratuitamente. www.yeerida.com WaterView è la soluzione che permette in tempo reale la distribuzione spaziale e temporale della pioggia, offrendo numerose applicazioni utili ad agricoltura, viabilità e sport. www.waterview.it

Oltre 2.500 spettatori per “Rights on the movie”

film cinemaSi è chiusa ieri, 28 novembre, la II edizione della Rassegna cinematografica sui diritti umani “Rights on the movie 2016”, dedicata quest’anno, ai temi dell’immigrazione. Gli spettatori che hanno assistito alle diverse proiezioni sono stati complessivamente 2.636: 1.916 alle proiezioni mattutine rivolte alle scuole superiori del Piemonte (1.794 gli alunni, 122 i docenti) e 720 alle proiezioni serali. La rassegna – promossa dal Comitato regionale per i diritti umani e organizzata in collaborazione con Agiscuola – ha preso il via il 3 ottobre con La nave dolce per celebrare la Giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione, nel terzo anniversario della tragedia di Lampedusa, in cui il naufragio di un’imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti causò 368 morti accertati e circa 20 dispersi. È poi proseguita, il 24 ottobre, con Samba, che descrive l’incontro fra il mondo di Samba, senegalese clandestino, e quello di Alice, ex dirigente d’azienda disoccupata, entrambi impegnati a uscire dal proprio inferno personale.Il 7 novembre è stato proposto – la sera per la cittadinanza e il mattino, in contemporanea in otto sale cinematografiche dislocate in tutte le province del territorio piemontese, a 1.122 studenti degli Istituti scolastici secondari di I e di II grado – il pluripremiato Fuocoammare di Gianfranco Rosi. Il 21 novembre è stata la volta del docu-film Tibet, che riporta le testimonianze di alcuni prigionieri politici, fotografa l’indigenza che caratterizza i cosiddetti “villaggi dei bambini” e propone una toccante intervista al Dalai Lama. Il 28 novembre, il gran finale con la pellicola La mia classe, in cui un attore veste i panni di un maestro, che insegna in una classe di extracomunitari, i quali vogliono imparare la lingua italiana per avere il permesso di soggiorno e integrarsi nella società che li ha accolti. A un certo punto il regista dà lo “stop” alle riprese e tutta la troupe diventa una cosa sola con la storia del film. Tutte le proiezioni hanno voluto focalizzare l’attenzione sulle drammatiche vicende dei profughi e dei rifugiati, vittime di guerre e carestie, fame e violenze, che comportano atroci violazioni dei diritti fondamentali.

 

Le Giornate della Blue Economy,

blue-economySuperare la crisi ripartendo dalle risorse presenti nel territorio e dall’imitazione della natura: è l’Approccio Sistemico proposto da Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino e Consulta Europea Regionale

Immaginare il rapporto tra le attività umane e naturali come una relazione, anziché come una competizione  e cercare di superare la crisi ripartendo dalle risorse presenti nel territorio e dall’imitazione della natura: è l’Approccio Sistemico proposto da Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino e Consulta Europea Regionale, che propongono un ciclo di incontri per discutere di questi argomenti e giungere, alla fine, all’elaborazione di piani di sviluppo basati sulla Blue Economy. Le Giornate della Blue Economy, organizzate a un anno dall’avvio del Protocollo d’intesa sottoscritto tra il DAD e la Consulta Europea Regionale, nascono dall’esigenza di mettere a confronto diversi attori su tematiche attuali relativamente ai temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale, che coinvolgono e incidono sul territorio piemontese.

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La cosiddetta Blue Economy, di cui è fondatore l’economista Gunter Pauli, si ispira all’imitazione della natura e della sua capacità di non generare rifiuti, proponendo un modello che permette alla fine di generare profitti, nuova occupazione, qualità ambientale e cultura di sistema; esalta le qualità del territorio e aiuta a risolvere problematiche ambientali e sociali. Questa teoria economica contiene in sé il concetto di approccio/design sistemico sviluppato dal gruppo di ricerca di Design Sistemico del Politecnico di Torino, fondato dal professor Luigi Bistagnino: un nuovo modo di affrontare il progetto, i processi produttivi e ottenere anche prodotti sostenibili, in cui l’output di un sistema è sempre l’input di un altro. I principali obiettivi sono le cosiddette “emissioni zero”, la concretizzazione di un nuovo modello economico-produttivo e la nascita di una comunità fortemente relazionate e connessa consciamente al proprio territorio, nella quale l’esistenza dei singoli è relazionata a quella degli altri con i quali da vita ad una rete vitale fortemente attiva e resiliente. L’insieme valorizza le parti.

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Il Protocollo d’intesa prevede anche l’applicazione di un Disciplinare dell’Approccio Sistemico, con ricadute sul territorio, sulla comunità e sui prodotti o servizi. Un modello economico e produttivo sistemico necessita di nuovi parametri di valutazione, non più basati sulla quantità ma sulla qualità dei processi e dei prodotti. Il Disciplinare fornisce i criteri di valutazione su cui basare i rapporti tra le varie attività produttive.La produzione si svolge in un contesto locale e di rete, in una collaborazione virtuosa tra processi produttivi (agricoli e industriali), sistema dei regni naturali, contesto territoriale e comunità. Da questo legame nasce un progetto più allargato e complesso, che abbraccia non solo tutta la filiera produttiva ma anche tutte le attività con essa relazionate.  L’applicazione del Disciplinare dell’Approccio Sistemico propone che tutto questo processo venga valutato e regolamentato da un Comitato Scientifico di riferimento composto da membri esperti di Design Sistemico e componenti di enti che rappresentano il sistema produttivo, che attribuiranno il livello di appartenenza al sistema a ciascuna attività che ne vorrà far parte.

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Il Primo appuntamento del ciclo “Le Giornate della blue Economy” si terrà mercoledì 30 novembre 2016 ore 11.00 al Castello del Valentino – Sala dei Gigli; all’incontro di presentazione dell’iniziativa, dal titolo La Blue Economy in Piemonte, ad un anno dalla firma dell’accordo di programma tra Consulta Regionale Europea e Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino, interverranno:

Daniela Ruffino, Vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e Presidente della Consulta Regionale Europea

Silvia Barbero, Politecnico di Torino

Luigi Bistagnino, Systemic Approach foundation

Acotel Net ufficializza l’accordo con Iren Mercato

Per comunicare questo prodotto per la prima volta Iren Mercato ha scelto di essere presente nei grandi luoghi di aggregazione nella città di Torino: dal Teatro Regio al Pala Alpitour fino a Piazza Castello dove realizzerà un grande evento il prossimo 3 dicembre

toro regio teatroEntra nel vivo l’operazione lanciata da Iren Mercato per la promozione della soluzione My Energy Meter di Acotel Net. L’iniziativa, rivolta alla clientela residenziale del gruppo energetico, è il risultato di un accordo siglato recentemente a Barcellona in occasione dell’European Utility Week e rende disponibile una soluzione innovativa per il controllo puntuale dei consumi domestici di energica elettrica. A renderlo possibile è lo Smart MEM, un dispositivo evoluto e di facile utilizzo che, applicato direttamente al contatore elettrico, legge in tempo reale i consumi e consente l’accesso online ai propri dati di utilizzo per una verifica semplice e puntuale.

Per comunicare questo prodotto per la prima volta Iren Mercato ha scelto di essere presente nei grandi luoghi di aggregazione nella città di Torino: dal Teatro Regio al Pala Alpitour fino a Piazza Castello dove palaalpitour madonnarealizzerà un grande evento il prossimo 3 dicembre.

Grazie alla collaborazione tra i due Gruppi, il primo passo verso la Smart Home IoT è avviato. La clientela residenziale Iren Mercato potrà usufruire del servizio attraverso il nuovo dispositivo Smart MEM con installazione Plug&Play, per ricevere quotidianamente i consumi della propria abitazione individuando sprechi di energia o consumi anomali, migliorando le abitudini di consumo energetico per utilizzare l’energia in maniera intelligente.

Grazie ad Acotel Net ha dichiarato Gianluca Bufo, CEO di Iren Mercato mettiamo a disposizione dei nostri clienti un servizio, My Energy Meter, per il controllo intelligente dei propri consumi, in bundle con le nostre offerte. Il servizio, piazza castelloutilizzabile da web e mobile (iOS e Android), ha riscosso nei primi giorni di offerta un notevole interesse che ci fa ben sperare per il futuro: ci sono ottime basi per estendere il prodotto anche su altre commodity, diverse dall’energia elettrica”.

Per conoscere i consumi dell’abitazione – ha dichiarato invece il CEO di Acotel, Claudio Carnevale i clienti residenziali Iren Mercato avranno accesso a un insieme di informazioni utilissime nella gestione della propria casa: scoprire l’incidenza sulla bolletta degli elettrodomestici always-on, avere evidenza di picchi anomali di consumo e adeguare la potenza contrattuale alle proprie esigenze, consultare i propri consumi in base alle condizioni metereologiche al fine di migliorare la propria efficienza energetica domestica”.

(foto: il Torinese)

 

Un piano per l’innovazione delle Pmi

È stata presentata a Torino la nuova edizione di Broad P.I.T.T. , progetto innovativo che prevede un piano di accompagnamento sul campo rivolto alle PMI per aiutarle a realizzare piani strutturati di innovazione di prodotto e/o di processo. Presso il Castello del Valentino, è stato sottoscritto il Memorandum of Understanding tra i partner del progetto, la manifestazione di interesse a perseguirne le finalità con relativo impegno morale, fra ogni singola azienda e la rete dei partner.

valentino maioranoIl progetto si chiama Broad P.I.T.T perché l’obiettivo è arrivare alla base ampia, broad, delle PMI che non innovano. P.I.T.T è invece l’acronimo di Piccola Impresa Trasferimento Tecnologico. Lo scorso anno si era messo a punto il metodo selezionando e affiancando una sola azienda, la Casit, che grazie al percorso intrapreso con gli esperti di finanza, innovazione e gestione aziendale  ha, da subito, conseguito risultati straordinari sia sul versante produttivo sia di mercato.Il metodo influisce sulla cultura, sul modo di fare impresa dell’azienda, sulla sua organizzazione, sui rapporti con le banche e con il mercato, nazionale e internazionale.Il nuovo progetto è ora esteso a più aziende che vogliano innovare e che desiderino mettersi in gioco.Un gruppo di esperti Deloitte, Enterprise Europe Network Confindustria Piemonte, Hub Innovazione Unione Industriale, Intesa Sanpaolo e Politecnico di Torino, ha selezionato 10 aziende e le affiancherà per sette mesi per favorire il trasferimento di tecnologia e avviare processi di innovazione tecnologica e gestionale. Inoltre quest’anno si è aggiunta, su un progetto, l’Università degli studi di Torino.Si sono potute candidare le PMI associate all’Unione Industriale di Torino con fatturato compreso tra 2 e 20 milioni di euro. Sono state valutate in base ai progetti di innovazione proposti.

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Elena e Carlo Ramella, titolari della CASIT hanno dato evidenza al fatto che “BROAD PITT è l’occasione per dare pari opportunità anche alle realtà più piccole di utilizzare metodologie applicateall’interno di grandi gruppi. Per CASIT si è trattato di un’esperienza sperimentale dall’esito più che positivo: ora, nella seconda fase, sono previsti piani di sviluppo ancora più interessanti ed efficaci. Suggeriamo a tutte le PMI di farsi contaminare e fare questo percorso, a maggior ragione se si tratta di giovani leve all’interno dell’azienda familiare”.Nel prosieguo sono intervenuti , fra gli altri, Dario Gallina, Presidente Piccolindustria Unione Industriale Torino; Cristina Balbo, Direttore Regionale Piemonte Valle D’Aosta Liguria Intesa Sanpaolo; Nevio Di Giusto, Responsabile Sviluppo Processo Innovazione Unione Industriale Torino; Emilio Paolucci, Vice Rettore per il Trasferimento Tecnologico Politecnico di Torino e Beppe Pedone, Senior Partner e Consigliere di Amministrazione Deloitte.

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Dario Gallina, (nella foto)  Presidente Piccolindustria ha sottolineato il fatto che “Broad P.I.T.T lancia un messaggio e promuove un metodo. L’innovazione per le piccole imprese funziona bene, mettendo a frutto il network delle eccellenze di cui il nostro territorio dispone e unendo forze e competenze. L’impresa è al centro di un ecosistema che ne accelera la crescita. Il metodo di lavoro mette in moto nuove strategie: Piccolindustria è il coach di questo progetto molto innovativo che fa leva sul gioco di squadra”. Le dieci aziende selezionate sono: la chimica Farmaceutici Procemsa che opera nel settore degli integratori alimentari, l’unica ad avere il contributo tecnologico dell’Università di Torino, la Lanzi specializzata nella produzione di dispositivi di protezione individuale, abbigliamento da lavoro e sistemi di distribuzione automatica, la metalmeccanica Offmar produttrice di macchinari per gli imballaggi, la Picco & Martini produttrice di vetro e specializzata nei vetri di sicurezza, taglia fuoco, la Prisma Impianti di progettazione e messa in servizio di sistemi di automazione per l’industria di processo, la Rescom di produzione e realizzazione di prodotti chimici innovativi, la metalmeccanica Risatti Instruments specializzata nella concezione e produzione di apparecchiature di misurazione e test per l’automotive, la SBE Plast produttrice di materiali plastici per estrusione, la metalmeccanica Tekno specializzata nella componentistica dell’automotive, la Tekspan specializzata nella produzione di materiali per aereospazio.

Vito Piepoli

Il valore di una dedica

L’84% dei laureati di UniTO è soddisfatto del rapporto con il corpo docente; 66 laureati su cento considerano le aule adeguate, 38 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 81 valutano positivamente i servizi di biblioteca. Inoltre, dell’Ateneo il 68% dei laureati UniTO confermerebbe la scelta del corso di studi, mentre il 13% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso

di Paolo Pietro Biancone*

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Tempo di lauree, tempo di emozioni. Soddisfazione per un traguardo raggiunto e per uno nuovo percorso che comincia per studenti e famiglie: fatiche e impegno, cadute e successi, gioie e dolori. Tutto questo sintetizzato nelle dediche contenute nella tesi di laurea. Qualche esempio: “Ai miei genitori e a mio fratello per avermi regalato gli anni più belli della mia vita con il sudore dei loro sacrifici e per essere sempre stati presenti in ogni momento e in ogni mia scelta” . “A tutte le stelle che nelle notti della vita illuminano il mio cammino”

“Ai miei genitori e a mio fratello dedico queste pagine, perché, oltre a essere stati una guida costante, hanno permesso la costruzione della mia identità, fornendomi gli strumenti necessari a orientarmi nel mondo e tramandandomi la curiosità di esplorarlo ogni giorno da più punti di vista possibili” .”Quante volte ho pensato: basta, ma chi me lo fa fare? Ma poi pensando a te, mamma, non ho mai mollato”

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Il valore di queste poche parole è inestimabile e patrimonio da non sottovalutare: testimoniano che un percorso di studi, come tutto il cammino di vista, è più agevole con l’amore e il supporto di chi crede in te e di chi tifa per te. E nella condivisione c’è anche la “vittoria” della famiglia: la laurea non è un successo del singolo, ma di un gruppo di persone che hanno sostenuto in vario modo iluniversità raggiungimento del traguardo. I genitori, i fratelli, la mamma, i nonni, gli zii, ma anche gli amici, i fidanzati. Un successo di squadra, che fa commuovere nell’originalità di ogni laureando nel comunicarlo.

Nelle dediche si assapora il sacrificio della madre e del padre, che negli anni hanno fatto ripetere lezioni ascoltate a scuola, hanno asciugato le lacrime, hanno rimproverato per insuccessi, per scarso impegno. Si sente “profumo” di sacrificio di fratelli, che, anche inconsciamente, hanno subito il confronto, gli sbalzi di umore. Si respira l’aria della soddisfazione del gruppo, tra stanchezza e voglia di festeggiare, tra preoccupazione e speranza per il futuro.

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Qualche dato numerico, che, nella sua apparente aridità, dimostra che patrimonio di umanità e di valori ogni anno viene prodotto grazie alle lauree. Solo per quanto riguarda l’Università di Torino, i laureati 2015 dell’Università di Torino sono 11.598: 6.621 di primo livello, 3.616 magistrali biennali e 1.152 a ciclo unico, più alcuni laureati pre-riforma e del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.

L’età media alla laurea per il complesso dei laureati di UniTO è di 25,8 anni – inferiore alla media nazionale, pari a 26,2 anni – e varia tra i 24,8 anni per i laureati di primo livello (media nazionale: 25,1) e i 27 anni per i magistrali biennali (media nazionale: 27,6). 53 laureati su cento terminano l’università in corso, percentuale superiore alla media nazionale (47%). Il voto medio di laurea (101,5 su 110) è in linea con la media nazionale (102,3 su 110). Le esperienze nel corso degli studi: Il 65% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, media sensibilmente superiore a quella nazionale (56%). Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea (Erasmus campus universita 1in primo luogo) riguardano il 10% dei laureati, media corrispondente a quella nazionale. Anche la media dei laureati di UniTO che ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari (73%) è superiore a quella nazionale (65%).

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L’84% dei laureati di UniTO è soddisfatto del rapporto con il corpo docente; 66 laureati su cento considerano le aule adeguate, 38 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 81 valutano positivamente i servizi di biblioteca. Inoltre, dell’Ateneo il 68% dei laureati UniTO confermerebbe la scelta del corso di studi, mentre il 13% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso. Il tasso di occupazione (si considerano occupati anche quanti sono in formazione retribuita) è del 74%, a fronte di una media nazionale del 67%. Tra questi occupati, il 42% può contare su un lavoro stabile: il dato è in linea con la media nazionale, così come il dato relativo al guadagno medio mensile (1.086 euro netti).

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Foto: il Torinese

*Presidente del Corso di Studi in Professioni Contabili e Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management dell’Università di Torino

 

 

Questuanti e senzatetto. Se il cuore di Torino ha un attacco cardiaco

StosettoTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

In questi giorni Torino è una città triste non solo per la pioggia . Storico riparo i nostri eleganti portici grazie ai Savoia .  Così da piazza Vittorio si può raggiungere la vecchia Porta Susa a piedi e quasi senza bagnarsi .  Ma la tristezza ti invade dentro accompagnandoli e non lasciandoti facilmente.  Non è la sola  pioggia .  Ti si  apre una moderna ed angosciante Corte dei Miracoli, senza chiese dove chiedere diritto di asilo di medievale uso . Ogni centinaio di metri,tosetto barboni  ecco tanti senzatetto che improvvisano improbabili alcove.  Via Cernaia 4, vigili e due signori con telefonini coordinano un intervento . Un poveretto li guarda inebetito e credo che sia lui il motivo della loro presenza . Mi sbagliavo: il giorno dopo  è ancora lì ad aspettare fumando una sigaretta dopo l’altra . Due giovani si organizzano, ed affrontano tutto in coppia Lei e lui in un improbabile atto di romantico amore. Nulla di romantico e sull’ amore io  non so commentare. clochard 63Ogni 50 metri ragazzi di colore e non, chiedono le elemosine vicino a bar o panetterie . Fila “rotta” da un anziano con stampelle, italiano . Quando cominci a sentire olezzo di urine scorgi bottiglie vuote di birra e uomini che bisticciano in lingue slave . E ragazzini  bagnati fradici e schiamazzanti ti offrono un nuovo telefonino appena reperito in modo strano. Utilizzo questo giro di parole per non essere accusato di razzismo . Ma senzatetto questuanti  e “di colore” sono solo eufemismi. C’ è solo spazio per la tristezza che facilmente sfocia nell’ angoscia. Siamo nel cuore di Torino . Torino ha un attacco cardiaco . Speriamo che si riprenda . Cara Sindaco Chiara Appendino, confidiamo in un suo intervento .

(foto: il Torinese)

Restructura. Riqualificazione, recupero e ristrutturazione

All’Oval torna Restructura Riqualificazione, recupero e ristrutturazione le parole d’ordine della 29ª edizione All’interno dell’Oval a Torino, al via Restructura, la fiera dedicata a riqualificazione, recupero e ristrutturazione che si svolge da giovedì 24 a domenica 27 novembre. Punto di riferimento per il pubblico del nord ovest, Restructura è organizzata da GL events ItaliaLingotto Fiere ed è l’unica manifestazione che si occupa di riuso degli spazi, tema di grande attualità, collegato al ripensamento funzionale delle aree cittadine e alle nuove visioni urbanistiche rivolte alla valorizzazione e al riutilizzo del costruito esistente.

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L’appuntamento è dedicato sia agli addetti ai lavori (architetti, pianificatori, geometri, operatori del mondo edile) sia al grande pubblico, che qui può trovare le più recenti novità nell’ambito della casa e della sua ristrutturazione, con progetti, materiali, tecniche applicative e importanti approfondimenti su temi rilevanti come il risparmio energetico e i materiali eco compatibili. Sono due i temi su cui si concentra l’edizione 2016: Restructura smart building&home, che punta l’attenzione sull’edificio intelligente, cioè a tutti i nuovi sistemi tecnologici che migliorano la flessibilità di gestione degli ambienti, il comfort, i consumi e la qualità dell’abitare e del lavorare; e Restructura Wood con protagonista l’edificio in legno, a partire dai suoi componenti, sempre più innovativo, tecnologicamente evoluto e richiesto, tanto che l’edilizia sostenibile è unico comparto del settore a registrare un segno positivo negli ultimi anni. Nella quattro giorni di manifestazione, oltre a 20.000mq di area espositiva, sono moltissimi gli appuntamenti in calendario, a partire dal convegno inaugurale dedicato ai 20 anni di incentivi per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio (giovedì 24 novembre, ore 11, Arena Aulenti). Tra le novità di quest’anno gli incontri B2B: sulla terrazza dell’Oval tutti i giorni dalle 18,30, le aziende che partecipano al Salone potranno presentarsi, attraverso brevi speech di 60 secondi, ed entrare in contatto con gli altri espositori con l’obiettivo di far nascere possibili collaborazioni. Tornano poi i corsi di aggiornamento e i convegni per i professionisti con il rilascio di crediti formativi, organizzati da Ordini e Collegi professionali, associazioni artigiane e aziende di rilevanza nazionale, dedicati ai temi della riqualificazione del costruito, intesa come un processo di rigenerazione, che dalla dimensione del singolo intervento si allarga a quella dei condomini e dei quartieri. Uno spazio è dedicato anche alla formazione dei futuri professionisti, con due incontri rivolti agli allievi degli Istituti per Geometri e dedicati al riuso dei contenitori industriali in rapporto allo sviluppo della città, con focus sul Lingotto e Parco Dora. In programma anche numerosi workshop e incontri con buyer internazionali, realizzati in collaborazione con tutte le principali istituzioni del mondo imprenditoriale, dell’artigianato e dei professionisti del territorio. Si confermano poi gli appuntamenti con Incontra l’esperto: incontri gratuiti di 30 minuti su prenotazione (sul sito, oppure presentandosi direttamente agli stand) con geometri, consulenti CasaClima e professionisti dell’Agenzia delle Entrate per avere consigli e indicazioni su interventi di ristrutturazione, riqualificazione, normative e procedure.

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Tornano anche i RestrucTour, tour tecnici che portano Restructura a uscire dagli spazi del Lingotto per raccontare “sul campo”, in maniera curiosa e originale, alcuni temi di approfondimento, visitando edifici di interesse storico e architettonico o cantieri di zone e edifici riqualificati, sulla scia della trasformazione della città. Sono quattro i tour proposti, rivolti sia ai professionisti sia al grande pubblico, che accompagnano a conoscere nei giorni di manifestazione edifici, luoghi e cantieri del panorama torinese: giovedì 24 novembre si va alla scoperta della stagione Liberty di Torino con la visita al Villino Raby nel quartiere Cit Turin e al Villaggio operaio Leumann, situato ai margini occidentali della città; venerdì 25 novembre tour guidato dedicato al sistema abitativo ECO-home, caratterizzato da una forte attenzione all’innovazione del sistema casa attraverso l’utilizzo di componenti edilizi ad alta ecoefficienza e di origine naturale; sabato 26 protagonista l’architettura di Pier Luigi Nervi con la visita al Palazzo del Lavoro e infine domenica 27 visita agli spazi laterali segreti della Mole Antonelliana e a Casa Scaccabarozzi, altro simbolo dell’architettura antonelliana. Tra gli espositori che hanno scelto di essere presenti quest’anno a Restructura spicca il ritorno di Saint-Gobain, leader mondiale nel settore habitat e la collaborazione con CasaClima Network Piemonte e Valle d’Aosta, area dedicata all’edilizia ad alta efficienza energetica e al costruire sostenibile, che coinvolge e raccoglie insieme, in un unico spazio dinamico, tutte le aziende legate al mondo CasaClima. Media partner dell’edizione 2016 il Gruppo 24Ore che porta per la prima volta all’Oval il progetto Village24, contenitore attivo e interattivo di informazioni tecnico-scientifiche per progettisti, esperti, studiosi e cultori della materia, ma anche per gli appassionati del settore. Infine, esposta sulla balconata dell’Oval, si trova la mostra fotografica Torino. Dalle Olimpiadi al futuro che l’Urban Center Metropolitano, associazione autonoma dedicata ai processi di trasformazione di Torino e dell’area metropolitana, porta all’interno della manifestazione: fotografie in grande formato dedicate a quella che, dieci anni fa, fu la Torino olimpica che segnò il cambiamento anche urbanistico della città.