ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 642

Quale cognome per i figli? Una battaglia per i diritti

Si è svolto oggi a Palazzo Lascaris il convegno “Quale cognome per i figli?”, promosso dallo Zonta Club International con il patrocinio della Consulta Femminile regionale. L’incontro ha tratto spunto dalla recente sentenza della Corte Costituzionale 286/2016 che prevede che d’ora in poi (con l’accordo dei genitori) il doppio cognome possa essere imposto al figlio legittimo.

Il convegno è stato aperto dal saluto istituzionale di Mauro Laus presidente del Consiglio regionale del Piemonte: “La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima l’automatica attribuzione del cognome paterno ai figli, in presenza di una diversa volontà dei genitori. Purtroppo ancora una volta è la magistratura ad aprire un varco, a dare la linea, a superare la politica su problemi che toccano la vita quotidiana della gente. Serve al più presto una norma organica in materia, i tempi sono più che maturi affinchè il disegno di legge, da proposta, diventi legge a tutti gli effetti.. L’idea che io ho in mente di famiglia è quella di un luogo in cui le responsabilità e le scelte siano condivise, dalla cura dei figli alla scelta del loro nome e cognome”.

Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale delegata alla Consulta Femminile, ha sottolineato: “Nella lunga lotta per la parità e per l’affermazione dei diritti della donna, anche la possibilità di utilizzare il cognome materno ha un’importanza che va oltre le strette implicazioni burocratiche o legislative.  E’ un discorso legato alla maternità, agli affetti, alla storia di un figlio e – di conseguenza – di una famiglia. Si tratta del diritto all’identità personale, del principio di uguaglianza e di pari dignità dei genitori. E’ un tema di civiltà che non deve vedere l’italia esclusa rispetto a quanto già avviene in molti paesi europei”.

La presidente della Consulta femminile Cinzia Pecchio ha introdotto le relazioni delle esperte ricordando che la sentenza della Corte Costituzionale arriva a 37 anni dalla presentazione della prima proposta di legge in Parlamento sul doppio cognome: “rimamngono molti interrogativi sull’applicazione di questa sentenza che è un tassello verso la parità di genere”.

Sono intervenute: Ivana Sarotto Area Director Zonta International Distretto 30 Area 3, Giuseppina Pippione avvocata di Torino, in rappresentanza dello Zonta Club Moncalieri, Susanna Schivo avvocata di Genova per lo Zonta Club Genova2 (già componente del Comitato Scientifico “Rete per la Parità”), Nadia Garis avvocata dello Zonta Club di Torino, Giulia Maria Cavaletto Consigliera di Parità della Regione Piemonte, Monica Cerutti assessora regionale alle Pari Opportunità, Giuseppe Ferrari vicedirettore generale del Comune di Torino, Elisabetta Palici di Suni Ordinario di Diritto pubblico comparato dell’Università di Torino.

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Accogliere lo straniero e i suoi diritti

“Accoglienza e garanzia dei diritti umani non possono mai essere disgiunti. Il repentino e forzato mutamento delle geografie dei popoli rende necessario affrontare il dialogo tra le culture, trovare modalità di confronto che trascendano quelle abituali anche attraverso lo sforzo, non solo linguistico, di arrichire i modelli interpretativi per comprendere il mondo dell’altro e rendere il nostro comprensibilie allo straniero. Un processo che ci impegna e ci obbliga ad allargare progressivamente le definizioni di uomo, di mondo, di Dio, di cultura, di famiglia e d’identità nazionale”.

Con queste parole il presidente dell’Assemblea legislativa e del Comitato regionale per i diritti umani Mauro Laus ha accolto, mercoledì 22 marzo nell’Aula di Palazzo Lascaris, i partecipanti al convegno Lo straniero, realizzato in occasione della Giornata internazionale contro il razzismo, che si è celebrata ieri, 21 marzo.L’iniziativa, realizzata dal Comitato in collaborazione con il coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”, ha rappresentato un’occasione di approfondimento e di riflessione con le istituzioni.

“Una tappa importante di un percorso – ha sottolineato il vicepresidente del Comitato e e portavoce di “Noi siamo con voi” Giampiero Leo – per dire no a chi strumentalizza ed esaspera i temi e i problemi che l’immigrazione porta con sé attraverso un approccio che vada oltre il populismo razzista e il buonismo per non dimenticare che, se esiste il sacrosanto dovere dell’accoglienza, esiste anche quello a non emigrare per forza, dal momento che le migrazioni, se non governate, destabilizzano sia i paesi di partenza sia quelli di arrivo”.

La direttrice del Servizio centrale Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) Daniela Di Capua, sottolineando che Torino è stato uno dei primi Comuni, nel 1999, ad aderire ai progetti Sprar, ha evidenziato che “nell’ultimo triennio i richiedenti asilo sono passati da 150mila a 170 mila l’anno ma i 190mila posti disponibili per l’accoglienza non vengono aumentati perché sono molti i richiedenti asilo che lasciano il territorio italiano di propria spontanea volontà. Il tema dell’accoglienza è molto strumentalizzato, a cominciare dal fatto che i circa 35 euro giornalieri a persona non vanno, come si fa credere, nelle tasche degli stranieri ma in quelle di chi opera con loro e provvede alla loro sistemazione”.

Il sociologo Massimo Introvigne, direttore del Centro studi sulle nuove religioni, ha rilevato che “come c’è una temperatura reale e una percepita, così c’è un’immigrazione reale e una che ci costruiamo nell’immaginario sociale. Un’indagine condotta in Piemonte mostra che più della metà degli intervistati pensa che gli immigrati nella regione siano più del 20%, esattamente il doppio di quanti sono in realtà, 10%. Più interessante ancora è che oltre l’80% degli intervistati pensa che in Italia la maggioranza degli immigrati sia di religione musulmana, mentre in realtà gli immigrati musulmani sono il 32% contro un 54% di cristiani. L’immigrazione percepita ha importanti conseguenze sociali e politiche ed è alimentata da un massiccio fenomeno di fake news che forniscono informazioni errate”.

Per il prefetto di Torino Renato Saccone “accogliere non è un atto più o meno gratuito di bontà ma una previsione di legge, a cominciare dai principi costituzionali, che tutelano la libertà della persona e della collettività. La laicità, che considera la libertà religiosa come un bene di civiltà, s’impegna a rimuovere ogni ostacolo che possa impedirla: per questo non consentire la libertà religiosa deve rappresentare un vulnus della democrazia anche per i non credenti. Bisogna inoltre sottolineare che tutti i richiedenti asilo accolti nei centri Sprar sono regolari dal momento che nessun clandestino può essere ospite di un centro”.

“L’unico elemento che può salvare il mondo – ha concluso il presidente Laus – è la consapevolezza. Noi politici abbiamo il dovere di governare i processi, compreso il sentimento della paura, e non di subirli. Non è una questione di buonismo ma di realismo e di ottemperanza alle norme, pensando agli articoli della Costituzione e della Carta europea”.

Nel corso dell’evento, cui hanno preso parte – tra gli altri – i consiglieri regionali Enrica Baricco, vicepresidente del Comitato, Silvana Accossato, Paolo Alemanno, Stefania Batzella, Gian Paolo Andrissi e Mario Giaccone e l’assessore alle Pari opportunità  della Città di Torino Marco Giusta, sono state proiettate alcune sequenze del film documentario Redemption Song della regista Cristina Mantis.

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LO”STATO DELL’ARTE”GLOBALIZZATA NEL 2016: UNA BREVE ANALISI ECONOMETRICA DI PAOLO TURATI

I recenti reports rilasciati da Tefaf 2017 e Art Basel 2017, le realtà top worldwide che, assieme a Frieze ed a non molti altri, stanno contribuendo a realizzare un cambiamento epocale nelle dinamiche economiche del settore, confermano alcuni Big Data che si disvelano come “un sogno per alcuni( i dealers e le grandi Fiere)e un incubo per altri( le Case d’asta)”, in un contesto, peraltro, in fase di ampio ritracciamento al ribasso complessivo dopo gli eccessi dei primi anni del Secondo decennio del Secolo e, segnatamente, del 2014.

Art Basel(ma equipollenti sono anche i dati del Tefaf, come ho verificato sul posto pochi giorni fa analizzando il report dei miei colleghi dell’Università di Maastrich) segnala come Big Data 56 miliardi di Dollari il turnover globale, in calo di un ulteriore( nel 2014 erano 68 miliardi, sicché il calo dal top level è stato del 20%) 11% rispetto al 2015( 63 miliardi), con un crollo drammatico per le Case d’asta (-26% rispetto all’anno prima), le quali, rispetto al top del 2014, registrano peraltro per i lotti superiori al milione– aumentati comunque dal 2006 del 76%, il che mostra come la bolla non si sia ancora ridotta sufficientemente– un tracollo clamoroso del 53%( 34% rispetto al 2015). Di converso, salgono le vendite dei Dealers( +3% nel fatturato e +7% relativamente alle opere del valore di oltre un milione), che oggi controllano il 57% del Mercato dell’Arte( come sembrano lontani i tempi di pochi anni fa in cui Christie’s e Sotheby’s da sole fatturavano i 2/3 del settore), Nel novero dei Dealers, i Galleristi rappresentano al momento il 51% dei produttori di fatturato, le Fiere il 41%( con un incremento del 57% dal 2010 e del 5% rispetto al 2015, con un totale di vendite di 13,3 miliardi) e le vendite online il 9%. L’ottantuno per cento delle vendite si consolidano fra Usa( 40% da soli) , U.K. e Cina. Considerato che l’1% degli artisti quotati in Asta rappresentano circa il 50% del fatturato delle medesime, si evidenzia anche in questo aspetto specifico un’evidente bolla di eccessiva concentrazione, concentrazione che si conferma non di meno relativamente al settore più trainante, il Postwar & Contemporary che, pur perdendo il 18% del fatturato rispetto all’anno top del 2014, produce ancora oltre metà delle transazioni complessive in quanto al fatturato( 37% come numero). Il settore Modern si conferma al secondo posto col 23% di fatturato( ma perde il 43%, con Impressionisti e Postimpressionisti che limitano la perdita al 31%: sempre meno le opere di qualità non musealizzate in circolazione, “ cannibalizzate” nel recente passato da grandi investitori privati o istituzionali), mentre gli antichi Maestri, col 13% del fatturato globale, mostrano invece un aumento del 5%, a testimoniare uno sforzo, da parte dei più attenti operatori, di ricerca non irrilevante anche in termini di crescita culturale complessiva della Società

Quali le conseguenze? Ovviamente le Case d’Asta stanno dismettendo in modo ampio il personale( o ne vengono abbandonate) anche ai massimi livelli, in un contesto in cui si sta viepiù verificando come la loro attività si sia mostrata in passato non raramente poco accurata e spesso attenta al puro incremento del fatturato( anche con operazioni a prezzo garantito soventemente catastrofiche o concedendo credito ad acquirenti magari importanti ma senza ottenere le dovute garanzie) a fronte di commissioni eccessive         ( mediamente il 40% fra quello che incassa in venditore e quello che paga il compratore), chiudono bilanci pessimi e quelle poche come Sotheby’s controllate da azionariato diffuso rischiano di essere acquisite da investitori privati estremorientali. Il contrario pare accadere per le grandi( nulla da fare per le piccole!) Gallerie( che- i nomi sono noti, da Gagosian a Pace- ormai fatturano i miliardi di Dollari e stanno subentrando alle Case d’Asta, le quali vengono dalle medesime spesso utilizzate, ma, com’è giusto che sia, come “mezzo”, grazie alla cura della clientela) e per le grandi Fiere( ma anche quelle più regionalizzate stanno posizionandosi sempre meglio), capaci, nella loro espansione sui vari Continenti, di fatturare in pochi giorni anche diversi miliardi di Dollari, nonché, per ora parzialmente, per le vendite online.

https://paoloturatitactica.wordpress.com/2017/03/22/lostato-dellarteglobalizzata-nel-2016-una-breve-analisi-econometrica-di-paolo-turati/

 

“Piemonte Visual Contest” è online

Il Novecento in Piemonte e il suo impatto sul nuovo Millennio sono i temi al centro della quarta edizione del Piemonte Visual Contest. Come sempre, per raccontare le diverse sfaccettature (storiche, politiche, economiche, sociali, culturali) del Secolo Breve nel nostro territorio saranno coinvolte le comunità di creativi, storyteller, mappatori, sviluppatori, data scientist e designer. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 maggio.

 

È on line il regolamento del nuovo concorso “Piemonte Visual Contest”, giunto alla quarta edizione.Quest’anno vi partecipa anche il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, di cui mi onoro di essere Presidente, perché  il tema, la memoria del Novecento,  ci riguarda da vicino e credo possa essere valorizzata in modi nuovi e più contemporanei. La partecipazione del Comitato si concretizzerà in un Premio speciale che ha lo scopo di valorizzare i progetti che sono più vicini alle tematiche del Comitato, ovvero i valori della Liberazione e della Carta costituzionale. Nelle prime tre edizioni, #piemonteviz ha sperimentato modalità innovative del racconto del territorio, esplorando le possibilità che arrivano dalle esperienze collaborative all’interno delle comunità legate agli open data, alle mappe open, al design e alla data visualization. In questi anni ha aggregato reti di innovatori che l’hanno reso un’esperienza di rilievo nazionale, un’iniziativa pionieristica che unisce tecnologie, storytelling, nuove forme di cultura digitale. Oggi il Piemonte è una regione in profondo cambiamento. Da territorio fortemente improntato all’industria e alla produzione, negli ultimi decenni sta accogliendo la sfida del cambiamento in ambito urbanistico, architettonico e paesaggistico fino a quello sociale, economico e culturale. Non a caso, la terza edizione del contest ha voluto indagare proprio queste trasformazioni, che affondano le radici nelle vicende del secolo scorso. E il secolo scorso resta al centro anche della quarta edizione edizione del contest, che prende il via lunedì 30 gennaio 2017 e si chiude il 15 maggio 2017. Piemonte Visual Contest – edizione 2017 si propone di indagare ad ampio spettro le vicende storiche, politiche, economiche, sociali e culturali che hanno caratterizzato il Novecento in Piemonte e il loro impatto sul nuovo Millennio. Il racconto dovrà svilupparsi utilizzando e integrando Data Visualization, Mappe Digitali, Storytelling e Data Journalism.

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Tutte le informazioni e il regolamento per la partecipazione sul sito ufficiale www.piemontevisualcontest.eu

Torino città di Librolandia, ma le biblioteche sono al verde

A dare l’allarme è La Stampa, che parla di crisi delle biblioteche civiche. Sono stati ridotti del 90% i fondi negli ultimi  otto anni e il sistema delle biblioteche pubbliche torinesi è diventato dal migliore d’Italia a uno dei più deboli. Si registra un calo di utenti  dal 2012 a oggi pari a un -10.25% di volumi prestati: un crollo di 20 mila libri in prestito nell’ultimo anno . Dal  2009 l’amministrazione ha iniziato a investire 1 milione di euro per comprare nuovi libri. Solo un anno dopo la cifra scende a 800 mila euro. Fino al 2015 quando si scende a 110 mila. E nel 2016 gli euro previsti sono solo 85 mila, in realtà – per problemi vari –  spesi soltanto in minima  parte. E’ naturale che, se  nelle biblioteche non arrivino i libri di nuova pubblicazione i lettori si disaffezionino: 20mila prestiti in meno nell’ultimo anno. Poi c’è penuria di personale per tenere aperte le sedi, sono state chiuse alcune strutture che richiedevano importanti interventi di ristrutturazione. La carenza di personale obbliga inoltre i dipendenti delle strutture civiche ad essere  reperibili su tutto il territorio comunale durante l’estate, quando diverse strutture sarebbero costrette a restare chiuse. Insomma, Torino città del Salone del Libro, ma in crisi proprio (anche) nel settore delle biblioteche.

La ricerca del Poli si racconta

 

Una giornata interamente dedicata alla ricerca al Politecnico di Torino. Sarà l’occasione per fornire un quadro completo sulle linee strategiche dell’Ateneo per la ricerca, insieme al Vicerettore per la Ricerca Stefano Corgnati e grazie alle testimonianze di docenti e ricercatori del Politecnico, che racconteranno i risultati delle strategie e azioni messe in atto insieme ai partner istituzionali e industriali dell’Ateneo. Seguirà una tavola rotonda per discutere dell’impatto e della relazione del Politecnico con il sistema socio-economico del territorio e del Paese, in un contesto di nuovi ruoli e nuovi modelli di finanziamento richiesti oggi a un’università tecnica. A partire dalle ore 15.30, poi, in occasione delle celebrazioni per i 10 anni dello European Research Council, si svolgerà l’“ERC Café”, evento informale rivolto a studenti, dottorandi e ricercatori per dialogare con i vincitori dei prestigiosi ERC Grants.

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Il programma della giornata:

9.15 Registrazione

9.30 Rilanciare la ricerca: il ruolo dell’università tecnica oggi – Marco Gilli, Rettore Politecnico di Torino

10.00 La ricerca fondamentale, collaborativa e industriale del Politecnico di Torino: strategie, azioni e finanziamenti

Introduce Stefano Corgnati, Vicerettore per la Ricerca, Politecnico di Torino

 

I ricercatori raccontano: Video-testimonianze di ricercatori e gruppi di ricerca per rappresentare la molteplicità di ambiti disciplinari, il contributo di tutti i Dipartimenti e la variegata natura dei finanziamenti che sostengono la progettualità nella ricerca.

L’industria racconta: Interventi di rappresentanti di grandi gruppi industriali che hanno siglato accordi di collaborazione con il Politecnico di Torino.

11.30 Coffee break

12.00 Risultati della ricerca e trasferimento tecnologico del Politecnico di Torino

12.20 Tavola rotonda – Il futuro dei finanziamenti alla ricerca

Introduce: F. Profumo (Presidente, Compagnia di San Paolo), modera: M. Ferrando (Giornalista, Il Sole 24 Ore)

Partecipano rappresentanti delle Istituzioni e delle Fondazioni che sostengono la ricerca scientifica in Italia, del CNR e di alcune grandi aziende del territorio.

 

15.00 ERC Café

Salone d’Onore, Castello del Valentino – Viale Mattioli 39, Torino

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GIORNATA DELLA RICERCA

LA RICERCA DEL POLITECNICO DI TORINO SI RACCONTA

martedì 21 marzo 2017

 ore 9.30 – Giornata della ricerca

Aula Magna “Giovanni Agnelli” – Corso Duca degli Abruzzi, 24

 

ore 15.30 – ERC Café

Salone d’Onore, Castello del Valentino, Viale Mattioli, 39

(foto: il Torinese)

Innovazione e creatività alle nuove OGR

Il countdown segna 208 giorni al Big Bang. Con l’apertura sabato 30 settembre delle nuove OGR, riqualificate e restituite alla città da Fondazione CRT, nasce a Torino il Distretto della Creatività e dell’Innovazione, punto d’incontro di mostre, spettacoli, concerti, eventi di teatro e danza, laboratori, start up e imprese innovative. Un luogo che diventa progetto, unico esempio di riconversione industriale in Europa finalizzato a far convivere al proprio interno due anime, quella della ricerca artistica, in tutte le sue declinazioni, e quella della ricerca in ambito tecnologico.

Il più grande investimento diretto su un unico progetto della Fondazione CRT per la crescita e lo sviluppo del territorio

Con 90 milioni di euro per il restauro e la rinascita dello storico e imponente edificio a forma di H (circa 20.000 mq di superficie per 16 metri di altezza su un’area complessiva di 35.000 mq), le OGR rappresentano il più grande investimento diretto della Fondazione CRT su un unico progetto, oltre che il più grande progetto di venture philanthropy oggi in Europa, orientato alla crescita e allo sviluppo economico, culturale e dell’innovazione del territorio. 

Le imponenti opere di riqualificazione hanno coinvolto aziende locali e impiegato più di 100 persone, per circa 300.000 ore complessive di lavoro. Una volta a regime, le OGR creeranno nuova occupazione per oltre 150 posti.

“Le OGR sono un traguardo e, insieme, un nuovo punto di partenza per i 25 anni di storia della Fondazione CRT – ha detto il Presidente della Fondazione CRT e di OGR Giovanni Quaglia –. Rappresentano infatti la sintesi dei nostri principali obiettivi, offrendo opportunità di crescita, confronto e collaborazione per il territorio, le istituzioni, le imprese più innovative. In un contesto nazionale e internazionale che presenterà sfide nuove e complesse, le OGR saranno un importante strumento per affrontarle: per questo OGR è Torino”.

“La Fondazione CRT con il progetto OGR ha messo in campo uno sforzo senza precedenti dal punto di vista economico, progettuale e realizzativo, per fare delle nuove OGR e di Torino un vero e proprio place to go per i prossimi anni – ha affermato il Segretario Generale Massimo Lapucci, in qualità di Direttore Generale OGR –. In origine si prevedeva la sola messa in sicurezza della struttura, ma abbiamo scelto di fare di più, di dare concretezza a un’idea più forte e coraggiosa per vision e obiettivi: vogliamo ambire a un progetto unico nel panorama nazionale ed europeo, e richiamare a nuova vita le officine come luogo di ideazione e riparazione per l’arte, la cultura, l’innovazione e la tecnologia. Le nuove OGR saranno un luogo fruibile da tutti, in cui arti e scienze possano essere forgiate e ‘riparate’ in modo dinamico”.

Le OGR: centro per le arti e hub dell’innovazione

L’architettura industriale delle OGR, oggi posizionata nel cuore di Torino (in corso Castelfidardo, a pochi metri da Porta Susa e a 50 minuti da Milano con l’alta velocità) ospiterà, in continua rotazione, mostre, spettacoli, concerti – dalla musica classica a quella elettronica – eventi di teatro, danza e arti performative, laboratori, start up, imprese innovative  dai Big Data al gaming – unendo le idee e i valori della creatività con gli strumenti e i linguaggi delle nuove tecnologie digitali. 

Ad arricchire ulteriormente il quadro, vi sarà un’ampia area dedicata al gusto con un forte legame con la filiera enogastronomica piemontese, pensata per accompagnare i visitatori dalla prima colazione fino al dopo cena. 

Centro per le arti visive e performative e, insieme, centro per la ricerca scientifica, tecnologica, industriale, le OGR funzioneranno da vera e propria “cassa di risonanza” per il ricco tessuto delle realtà culturali e produttive del territorio: queste ultime saranno messe in connessione con le eccellenze internazionali, in un processo di scambio e trasferimento di competenze attraverso importanti collaborazioni con i player dell’arte e dell’innovazione.

Un’opera d’arte per la città nel grande cortile delle OGR

Il cortile antistante le OGR ospiterà un’importante opera d’arte contemporanea fortemente significativa e simbolica, appositamente realizzata per il luogo e ispirata alla sua vocazione industriale e operaia. L’opera, che entrerà formalmente a far parte della collezione di proprietà della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, è stata commissionata a un celebre artista di fama internazionale individuato dalla Direttrice del Castello di Rivoli e della GAM insieme al Comitato Scientifico della Fondazione per l’Arte, e intende essere un dono non solo per le OGR, ma per l’intera città.

Un ponte tra Italia e Stati Uniti: alle OGR la “casa” unica del programma Best

Con il supporto dell’Ambasciata degli Stati Uniti, le OGR creeranno un “ponte” tra Italia e USA: saranno infatti la “casa” unica di Best (Business Exchange and Student Training), il programma bilaterale tra Italia e Stati Uniti, sostenuto anche da Fondazione CRT, che offre a laureati e dottorandi di talento under 35 sei mesi di formazione e training nella Silicon Valley. L’obiettivo è di supportarli nello sviluppo di competenze fondamentali per far crescere la loro start up high-tech basata in Italia.

Il Big Bang, una festa lunga due settimane: dal 30 settembre al 14 ottobre OGR a ingresso libero per tutti

Sabato 30 settembre avrà inizio il Big Bang: due settimane di festa, fino a sabato 14 ottobre, durante le quali le OGR saranno a ingresso libero e gratuito per tutti, con concerti unici accanto a mostre e laboratori dove i protagonisti saranno i bambini insieme agli artisti.

La giornata inaugurale, che durerà ininterrottamente fino a notte fonda, proporrà al pubblico una serie di concerti realizzati ad hoc per le OGR. Sul palco saliranno artisti nazionali e internazionali e, in aggiunta, uno speciale show sarà trasmesso online e in diretta streaming per una community che conta 150 milioni di persone. Immagini e suoni di questa serie di eventi esclusivi verranno poi ritrasmessi durante le due settimane di apertura straordinaria all’interno di un’infrastruttura digitale appositamente pensata per inserirsi nell’originale architettura industriale delle OGR.

Avrà invece una doppia valenza, sia espositiva sia sociale, l’allestimento ideato da Patrick Tuttofuoco, artista italiano tra i più stimati della sua generazione, che realizzerà, insieme ai bambini ospiti di CasaOZ, un paesaggio futuristico di 2.500 metri quadri liberamente esplorabile dai visitatori. Questo scenario, ispirato dalle opere della collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, sarà animato per due settimane da iniziative e laboratori aperti a tutti i bambini del territorio e curati da Zonarte, il network promosso e sostenuto dalla stessa Fondazione, che riunisce i Dipartimenti Educazione delle principali istituzioni piemontesi dedicate all’arte contemporanea (Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Fondazione Merz e PAV-Parco Arte Vivente).

E dopo il Big Bang?

“Le nuove OGR aspirano a diventare uno dei principali motori dello sviluppo creativo della città di Torino – ha sostenuto il Direttore Artistico delle nuove OGR Nicola Ricciardi –. Un centro di eccellenza rivolto in primo luogo al territorio, ma capace di volgere lo sguardo oltre i confini cittadini e di attrarre pubblici, professionalità e partner istituzionali nazionali e internazionali”.

Queste intenzioni troveranno una prima concretizzazione durante il periodo di Artissima 2017, quando le OGR torneranno a ospitare una selezione di contenuti del festival di musica avant-pop Club To Club, oltre alla festa ufficiale della fiera d’arte moderna e contemporanea, a quattro anni dall’ultima occasione.

Il 3 novembre inaugurerà, inoltre, un importante progetto espositivo organizzato insieme alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che nel 2017 festeggia i 25 anni della Collezione. Il progetto è firmato da tre curatori d’eccezione: Tom Eccles, direttore del Center for Curatorial Studies del Bard College di New York, Mark Rappolt, redattore capo della prestigiosa rivista inglese Art Review, Liam Gillick, artista di fama internazionale. La mostra ruota intorno alla preziosissima collaborazione e allo scambio con alcune delle più importanti istituzioni museali torinesi, tra cui Museo Egizio, Palazzo Madama, MAO, GAM e Castello di Rivoli, in un gioco di contaminazioni reciproche tra opere d’arte contemporanea e opere dei secoli passati.

Ad arricchire ulteriormente il palinsesto della settimana del contemporaneo, il 3 e 4 novembre si terrà la prima edizione del progetto MUSEO VENTUNO, una piattaforma di ricerca sui musei del XXI secolo promossa da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani). In quell’occasione, direttori di museo e key panelists internazionali si incontreranno e confronteranno all’interno del “Duomo”, il cuore e, allo stesso tempo, il luogo del pensiero delle OGR. Tema e titolo del simposio sarà: “I musei alla svolta post-internet”.

Iniziative speciali continueranno per i mesi di novembre e dicembre 2017, alternando spettacoli di teatro sociale, grandi manifestazioni legate alla danza e performance musicali pensate appositamente per gli spazi delle OGR, in una continua rotazione di collaborazioni e contenuti, mai statici e in continua evoluzione.

A partire da gennaio verrà invece battezzata una nuova declinazione degli spazi, che rimarrà tale per tutto il 2018, e che vedrà le tre navate della Manica nord, dedicata alle arti visive, suddividersi in: una Digital Gallery allestita e gestita da un famoso collettivo di sviluppatori internazionali; una Galleria finalizzata a consolidare il legame storico tra la Fondazione CRT (e, in particolare, la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT), la GAM e il Castello di Rivoli; uno spazio di ampio respiro in cui si alterneranno quattro mostre site-specific ad opera di altrettanti artisti di fama internazionale, sviluppate pensando al modello delle commissioni della Tate Modern di Londra.

Per quanto riguarda gli eventi dal vivo, al fine di accostarsi ai più rilevanti centri culturali europei, le OGR si avvarranno di selezionate collaborazioni e consulenze in tema di contenuti audiovisivi. Tra queste spicca quella di Sergio Ricciardone, Direttore Artistico del festival Club To Club e incaricato di curare, oltre allo stesso Big Bang, anche una ricca serie di concerti ed eventi innovativi che coinvolgeranno alcuni dei più importanti artisti internazionali. Per questa occasione Ricciardone coordinerà un “superteam” formato da varie realtà e professionisti – vere eccellenze nei loro settori di competenza – che lavoreranno, assieme al Direttore Artistico delle OGR, alla definizione del palinsesto musicale 2017-2018.

Il Direttore Artistico delle nuove OGR

La Fondazione CRT ha selezionato nel 2016 Nicola Ricciardi quale Direttore Artistico delle nuove OGR. Curatore e critico d’arte contemporanea, classe 1985, dopo gli studi all’Università Cattolica di Milano e la frequentazione di corsi alla University of California, Berkeley (San Francisco), Ricciardi ha conseguito un master in studi curatoriali presso il Center for Curatorial Studies del Bard College di New York, con una tesi su Matthew Barney. Ha curato numerose mostre di artisti italiani (Diego Perrone, Alessandro Pessoli, Patrick Tuttofuoco) e internazionali (Mark Horowitz, Kour Pour, Frank Hulsbomer), è stato assistente curatore di Vincenzo de Bellis per il progetto “Ennesima: una mostra di sette mostre sull’arte italiana” (Triennale di Milano, 2015), ha collaborato con Massimiliano Gioni e il team curatoriale della 55esima Biennale di Venezia (2013) e ha partecipato con un progetto collettivo alla settima Biennale di Berlino (2012). Da diversi anni collabora con importanti pubblicazioni internazionali di settore, tra cui Frieze, Mousse Magazine e The Brooklyn Rail.

Ulteriori info e approfondimenti sul progetto delle nuove OGR e sui suoi protagonisti saranno svelati attraverso un percorso di comunicazione “a tappe”: i materiali saranno man mano raccolti sul sito web www.ogrtorino.it (hashtag #ogrtorino), on line da oggi.

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Le OGR prima del Big Bang 
Le OGR-Officine Grandi Riparazioni rappresentano uno dei più importanti esempi di architettura industriale dell’Ottocento a Torino. Costruite tra il 1885 e il 1895, e adibite fino ai primi anni ‘90 alla manutenzione dei veicoli ferroviari, sono un insieme di grandiosi edifici a forma di H di oltre 20.000 metri quadrati di superficie e 16 metri di altezza al colmo del tetto. Nel 2013 la società consortile OGR-CRT (detenuta per oltre il 50% dalla Fondazione CRT) ha acquistato l’area da RFI Sistemi Urbani, per riqualificarla sotto la guida della Soprintendenza e in stretta collaborazione con il Comune di Torino. Già sede di tre mostre per i 150 anni dell’Unità d’Italia, nel 2013 le OGR hanno ospitato oltre 100 eventi di “test” e circa 120.000 visitatori in 5 mesi, con un’offerta eterogenea (attività espositive, concerti, arti visive, teatro, ecc.). Successivamente sono state chiuse al pubblico per l’avvio delle imponenti opere di riqualificazione. 

Università, ecco come sarà il nuovo polo scientifico di Grugliasco

Con la firma, da parte del  presidente della Regione, Sergio Chiamparino, del sindaco di Grugliasco, Roberto Montà, e del rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani, dell ‘accordo di programma per la localizzazione a Grugliasco di un Polo scientifico universitario, nasce una nuova realtà che ospiterà i dipartimenti di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

“La Regione – dice Chiamparino – condivide il progetto scientifico dell’Università su quell’area e nel programmare le misure sulla ricerca terrà conto delle eccellenze esistenti, inquadrando e armonizzando gli interventi nell’ambito della cornice di specializzazione intelligente regionale e nazionale. Il progetto costituisce anche un tassello importante per la capacità attrattiva dell’area metropolitana torinese, della quale il Polo di Grugliasco è punta di diamante. Si continua così a sviluppare l’idea dell’Università del futuro, centro di sviluppo delle eccellenze del territorio, luogo di integrazione fra ricerca e start-up industriali“.L’assessora alle Attività produttive, Giuseppina De Santis, sottolinea che “il rapporto tra imprese e centri di competenza come gli Atenei per consolidare la collaborazione industriale sarà al centro di alcuni bandi finanziati con i fondi europei che verranno emanati nelle prossime settimane”.

Si tratta di un  progetto finanziato da Ministero dell’Istruzione e Università per  un importo complessivo di di 260 milioni di euro, di cui 47 per la prima e seconda fase attuativa. Dopo la fase di esproprio, nei prossimi mesi verranno bandite le gare per la progettazione definitiva ed esecutiva, che porteranno nel 2019 alla gara d’appalto per i lavori del primo lotto, che si prevede concluso nel giro di due anni e che comprende alcuni moduli destinati alla didattica e alla ricerca di uno dei dipartimenti, oltre a infrastrutture e servizi per i lavori dei lotti successivi. Il trasferimento dei dipartimenti di Agraria e Medicina veterinaria e degli altri dipartimenti scientifici permetterà di dare una soluzione ad una sistemazione oggi non più adatta come quella di via Pietro Giuria a Torino.

Per il rettore Ajani e “questa firma è un momento che attendevamo da molti anni. Ora cominciamo a vedere un futuro per una situazione non più adeguata e la creazione di un campus di livello europeo, una vera città universitaria e polo di attrazione per ulteriori investimenti. Sono profondamente convinto che questa scelta produrrà effetti positivi sia per la crescita della didattica e della ricerca del nostro Ateneo, sia per le ricadute che il nuovo hub scientifico avrà sul sistema socio-economico e culturale della città ospite, Grugliasco, dell’area metropolitana e, più in generale, del Piemonte”.

Soddisfatto il Montà, secondo il quale “si completa il progetto del Polo scientifico universitario e agroalimentare e si sottolinea la vocazione universitaria di Grugliasco, che in questi anni ha lavorato per progettare e sviluppare nuove infrastrutture, ampliare la mobilità locale e sovra comunale, garantire servizi e attività per gli studenti e per i docenti”.

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TuttoMondo con Save the Children

PREMIAZIONE AL SALONE DEL LIBRO

“Libertà non è star sopra un albero / Non è neanche il volo di un moscone 

La libertà non è uno spazio libero 

Libertà è partecipazione”

(Giorgio Gaber)

 

Prende spunto dalle celebri parole di Giorgio Gaber l’edizione 2017 di “TuttoMondo”, il concorso artistico per under 21 promosso da Save the Children, organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti.

 

Partecipare: guardarci intorno con occhi curiosi, rompere le regole del gioco, capovolgere la prospettiva ed essere protagonisti delle questioni che ci riguardano” è il tema scelto quest’anno dal contest, giunto alla sua 4^ edizione. Obiettivo promuovere l’integrazione sociale, raccontando la realtà da un differente punto di vista, con occhi nuovi o semplicemente dandole una chiave di lettura inusuale. 

 

Oltre al supporto di SottoSopra – Movimento Giovani per Save the Children e Agesci Piemonte (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), TuttoMondo vede in questa edizione la collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino, che il 22 maggio ospiterà la cerimonia di premiazione e la presentazione delle cinque opere finaliste per ogni categoria.

 

Tre le sezioniAudiovisivo (cortometraggio o audio documentario della durata massima di 15 minuti), Fotografia (singole foto o reportage fotografico composto da massimo 10 scatti) e Narrazione (massimo due cartelle).

 

Ai vincitori verranno assegnate delle gift card, ognuna del valore di 500 euro, per l’acquisto di attrezzatura audiovisiva o fotografica e la frequenza di corsi di specializzazione.

 

Verranno inoltre assegnate tre menzioni speciali: il Premio Save the Children, all’opera che maggiormente esprimerà i valori e le tematiche dell’Organizzazione, con particolare riferimento ai diritti dei minori; il Premio SottoSopra, all’opera che ribaltando la prospettiva darà voce ai ragazzi e alle ragazze, rappresentando meglio il loro punto di vista sulla realtà; il Premio Agesci Piemonte, all’opera che più delle altre esprimerà uno dei concetti base della pedagogia scout “lasciamo il mondo migliore di come lo abbiamo trovato”.

 

Il nome “TuttoMondo” si ispira all’omonimo murale realizzato dall’artista K. Haring sul lato posteriore della Chiesa di Sant’Antonio Abate a Pisa, nel quale sono raffigurate 30 figure concatenate che simboleggiano la pace universale e l’armonia. 

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Per partecipare al contest è necessario inviare opera e scheda d’iscrizione entro il 24 aprile 2017 (via mail a tuttomondocontest@savethechildren.org, oppure tramite posta su cd o dvd all’indirizzo Save the Children Italia Via Volturno, 58 – 00185 Roma. N.B. Sulla busta deve essere riportata la dicitura “TuttoMondo Contest 2017”). Info su: http://legale.savethechildren.it/tuttomondocontest 

Dal 3 aprile i nuovi treni Fast

Lunedì 3 aprile entrerà in servizio sulla linea ferroviaria Torino-Milano la terza coppia dei nuovi treni regionali Fast, che andrà così a completare l’offerta esistente da fine gennaio per sopperire alla soppressione da parte di Trenitalia dei Frecciabianca.

Si aggiungeranno così due corse, fruibili dal lunedì al venerdì feriali: il 2103 partirà da Torino Porta Nuova alle 6.10 per raggiungere Torino Porta Susa alle 6.20, Vercelli alle 6.57, Novara alle 7.13, Rho Fiera alle 7.39, Milano Porta Garibaldi alle 7.53; il 2104 partirà da Milano Porta Garibaldi alle 18.10 e sarà a Rho Fiera alle 18.22, a Novara alle 18.48, a Vercelli alle 19.00, a Torino Porta Susa alle 19.42, a Torino Porta Nuova alle 19.50.

Secondo l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco Balocco, “sebbene sia passato appena un mese e mezzo, il bilancio per i regionali Fast è positivo e gli utenti sembrano apprezzare questo servizio che sta avendo buoni indici di puntualità e buone percentuali di carico soprattutto da Vercelli e Novara, che erano le città più penalizzate dall’abolizione di un collegamento veloce con Milano come i Frecciabianca”.

Gianni Gennaro – www.regione.piemonte.it
(foto: il Torinese)