ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 629

Palazzo Civico a sostegno dell’artigianato

E’ un vero e proprio patto di consiliatura quello che l’Amministrazione comunale intende costruire concretamente con il mondo dell’artigianato torinese. Cinque sono le direzioni entro le quali Palazzo Civico intende agire. Partendo in primis col mappare in modo capillare tutte le eccellenze presenti sul territorio, in secondo luogo semplificando i rapporti tra gli artigiani e la Pubblica Amministrazione e poi assicurando sostegno alle piccole e micro imprese impegnate nel sistema della micro-fornitura, incorporandole anche in Open for business, uno dei programmi pilastro dello sviluppo di Torino nei prossimi quattro lustri.

Tra le novità, sotto il profilo delle agevolazioni, vi è quella di tentare la strada dell’abbattimento fiscale per consentire la trasmissione generazionale di competenze ai giovani. Mentre nell’ambito della promozione è intenzione della Città individuare spazi adeguati da destinare a esposizioni permanenti a rotazione delle imprese.

Sono le piccole imprese l’eccellenza italiana, un connettivo fortemente radicato nei quartieri, in grado di coniugare sapientemente tradizione e laboriosità, a rappresentare la dimensione locale sui mercati internazionali. Dalle botteghe alle piccole officine, dai laboratori agli studi più creativi. Lo abbiamo constatato nell’ultima edizione del Tief, il Turin Islamic Forum di come l’eccellenza artigiana sia l’effettivo portacolori del made in Italy nel mondo. Sono queste le ragioni che mi portano ad affermare con convinzione – sottolinea la sindaca Chiara Appendino – che per lo sviluppo economico e sociale del territorio comunale sia strategica una forte alleanza con quello che è considerato a tutti gli effetti il tessuto aggregante del sistema produttivo, la spina dorsale economica e manifatturiera del Paese, elemento di congiunzione con il mercato globale”.

 

Alle piccole imprese del distretto torinese va riconosciuto il merito di aver saputo con intelligenza e sforzi, talvolta titanici, reggere alla crisi di questi anni, continuando a implementare lavoro, innovazione, sviluppo e ricchezza e a esportare know-how. E’ tuttavia necessario valorizzarne la naturale vocazione produttiva, per non lasciare nessuno indietro.

La strada intrapresa segna una svolta nella visione strategica della città. Accogliendo l’invito formulato dai rappresentanti torinesi della Confederazione Nazionale dell’artigianato, del commercio e della piccola e media impresa (CNA) sarà steso, a partire dai prossimi giorni, un vero e proprio piano di lavoro condiviso per assicurare lo sviluppo economico di un comparto che in città raggruppa alcune decine di migliaia di piccoli imprenditori.

 

Con questo atto, la Giunta guidata dalla sindaca Chiara Appendino ha dimostrato attenzione al mondo dell’artigianato e della piccola industria che CNA rappresenta con autorevolezza dal 1946 – dichiara Nicola Scarlatelli, Presidente di CNA Torino – Adesso nutriamo grandi aspettative circa l’attuazione concreta di questo patto di legislatura”.

 

Attraverso il progetto strategico Open for business, varato lo scorso autunno, l’esecutivo di Palazzo Civico ha inteso puntare nell’attrazione di investimenti finanziari e nella valorizzazione degli eventi culturali, proprio sull’area produttiva. Tra le ambizioni del piano di lavoro vi è quella – compatibilmente con le risorse di bilancio – di ipotizzare una proposta di defiscalizzazione quinquennale delle imposte locali rivolta ai giovani di talento subentrati nella conduzione di un’azienda il cui titolare in quiescenza si è reso disponibile a far da monitore e tramandare il prestigio aziendale. L’intesa prevede anche il coinvolgimento del sistema creditizio affinché siano varati programmi di finanziamento agevolato e la sensibilizzazione delle istituzioni e delle rappresentanze imprenditoriali a dare una mano a quanti sono disponibili a intraprendere la strada del lavoro autonomo. Un documento che sottolinea come sia importante anche la realizzazione di veri e propri “pacchetti per lo shopping” e percorsi dei sensi – dal gusto al tatto, dalla vista all’olfatto – dell’artigianato torinese, proponendoli, in un prossimo futuro, in una App per smartphone.

 

Online banking, tutto quel che c’è da sapere

Di Patrizia Polliotto*

Riguardo all’home banking, molti si chiedono se l’invio di una semplice e-mail. O della documentazione contrattuale via e-mail sia sufficiente a garantire l’esigenza di informazione corretta di correntisti e consumatori. Le piattaforme di online banking hanno prodotto nei rapporti con la clientela una progressiva dematerializzazione delle comunicazioni periodiche, nonché della documentazione contrattuale relativa ai servizi forniti. Ecco, dunque, il quesito più importante posto in incipit di rubrica. Sul tema è intervenuta la Corte di Giustizia dell’Unione europea con la sentenza del 25 gennaio 2017 nella causa C-375/15 (BAWAG), specificando grazie a quali modalità, secondo quanto previsto dalla direttiva sui servizi di pagamento nel mercato interno (Direttiva 2007/64/CE), un fornitore di servizi di pagamento può comunicare ai consumatori le condizioni contrattuali del servizio prestato e le eventuali modifiche alle stesse. Riguardo a ciò, la Corte europea ha stabilito che, alla presenza di determinate condizioni, una email può rappresentare il “supporto durevole” mediante il quale far pervenire le informazioni contrattuali ai consumatori. A tal proposito, le condizioni da soddisfare sono due: la piattaforma deve consentire all’utente di memorizzare le informazioni a lui personalmente dirette in modo da potervi accedere e riprodurle in maniera identica, per un periodo di congrua durata, senza possibilità di alcuna modifica unilaterale del loro contenuto da parte del prestatore o da parte di altro professionista. La seconda condizione, invece, punta l’accento sul fatto che, se l’utente di servizi di pagamento è costretto a consultare la piattaforma per poter avere le informazioni di specie, la trasmissione di tali informazioni deve necessariamente prevedere un comportamento attivo da parte del prestatore di servizi di pagamento, finalizzato a far sapere all’utente che sulla piattaforma sono disponibili le informazioni a esso riservate.

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* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

LA BICICLETTA, E NON MOODY’S, SPIEGA MEGLIO COS’E’ LA CINA!

Signori: è iniziata la Guerra (finanziaria), con un’ Apertura scacchistica alla Siciliana da parte del Sistema Usa-centrico che ha messo in campo Moody’s. Invero non so chi, immagino fra un lustro circa, la vincerà. Fino a poco tempo fa avrei pensato che l’Occidente “sangiorgiano” non avesse problemi ad avere la meglio dul Drago cinese, ma per cause “ciclistiche” occorsemi nel pomeriggio di ieri, non ne sono adesso più convinto. Uscito per il solito breve allenamento dopolavoristico di una trentina, di km di cui metà in salita(Superga+ Colle della Maddalena), sotto un caldo terribile che anche a Torino ha iniziato a farsi sentire, a metà della seconda salita vengo superato da un ragazzo asiatico su una bella Colnago da corsa. Sono a tre quarti della soglia cardiaca, per cui riesco con una certa scioltezza ad affiancarlo e proseguiamo di buona lena( attorno ai 15 Km/h su pendenze dell’8%), ma non al massimo, per cui riusciamo a chiacchierare in Inglese. Scopro che si allena anche lui, come molti suoi connazionali studenti universitari a Torino, tutti i giorni in salita in bici e che è uno studente cinese che frequenta il Corso di Laurea di Meccatronica in Inglese al Politenico grazie ad una Borsa di Studio e che è perfettamente in regola con gli Esami, sostenuti con ottimi voti. Mi chiede cosa faccio e, quando gli dico, fra l’atro, che insegno Economia degli Investimenti all’Università di ammonisce, vedendo che non ho il caschetto: ” How can a Professor go cycling without the helmet? It’s dangerous!!!”. Al che io rispondo” Because I’m a rebel!”. “What does rebel mean???” mi fa lui. Un po’ stupito gli dico “Someone who makes revolutions…”. Con aria interogativa mi risponde ” I don’t now what revolution means!” Ed era serio. Quindi delle due l’una: o non lo sa proprio, cosa da escludere, o gli è stato inculcato( a lui, come a un miliardo di altri Cinesi) il rigetto di questo concetto, il che la dice lunga su come sarò difficile prevalere su gente come questo ragazzo, lontano da casa, che studia durissimo, grazie alla capacità di ottenere Borse di Studio, esercitando la mente e, in più, esercitando anche il corpo in modo impegnativo. E che non sa cosa vuol dire fare la Rivoluzione.

https://paoloturatitactica.wordpress.com/2017/05/24/la-bicicletta-e-non-moodys-spiega-meglio-cose-la-cina/

 

Cina critica taglio rating Moody’s – Ultima Ora – ANSA.it

Il taglio del rating sulla Cina, da Aa3 ad A1 annunciato oggi da Moody’s, è basato su un approccio “pro-ciclico” dei giudizi “non appropriato”: è la risposta del ministero delle Finanze, affidata a un comunicato, sulla prima “bocciatura” in oltre 25 anni.…

ansa.it

Il lavoro per la felicità

Questo è il senso: appassionarsi per diffondere positività

Di Paolo Pietro Biancone *

 

L’altro giorno ero sul treno che mi portava a Roma, indaffarato per mille scadenze da portare a termine, e la mia attenzione è stata richiamata da un addetto all’assistenza passeggeri, che lavorava con il sorriso. Distribuiva giornali, generi di conforto e dispensava sorrisi di soddisfazione e fierezza. Comunicava che era lì per volontà e ne era felice e orgoglioso.Insomma, senso di gratitudine che sprizzava da tutti i pori e comunicava buon umore e positività contagiosi. Un gran bel biglietto da visita per l’azienda che l’addetto rappresentava.Questo è il senso del lavoro: amarlo, appassionarsi per diffondere positività.Non è la remunerazione monetaria che induce ad amare il proprio lavoro, ma la remunerazione personale e sociale che ne deriva, in termini di soddisfazione e appagamento. Una frase famosa recita “scegli un lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno, in tutta la tua vita”. È così!

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E ancora, Primo Levi sosteneva che “trovare un lavoro che si ama corrisponde alla migliore approssimazione della felicità sulla terra”. La guida è il talento e la formazione che lo asseconda. Il talento si distingue profondamente dalla passione: talento è avere le premesse fisiche e mentali per poter svolgere un determinato mestiere; altro è la passione che è determinato da fattori anche di diversità, di ciò che non posso. Non sempre passione e talento si coniugano: e questo si vede bene nello sport, io posso essere un appassionato di calcio, ma senza avere il talento per poterlo praticare a livello professionale. Non è un limite, ma una caratteristica. Secondo l’ultima edizione del World Happyness Report, diffuso dal programma di sviluppo sostenibile dell’Onu, è la Norvegia il Paese più felice del mondo, seguito dall’Islanda e la Danimarca. L’Italia si colloca al 50esimo posto. Al di là delle classifiche interessante è individuare le modalità di calcolo del prodotto interno lordo di felicità: esso è in base al reddito pro capite, alle aspettative di vita, al livello di corruzione e alla percezione di sé. Tutti elementi che hanno di per sé motori positivi: la passione, il talento, la fiducia e l’impegno. La ricerca sottolinea che le persone ben retribuite sono più felici, ma i soldi non sono tutto: sulla soddisfazione incidono anche l’equilibrio vita-lavoro, la varietà del lavoro e il livello di autonomia. La percezione di sé e dell’importanza che si riviste nel ruolo sociale e famigliare è altrettanto rilevante e remunerativa, forse di più di un alto stipendio.

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E se poi si è alla ricerca della professione “giusta”, ci si imbatte in statistiche sui laureati che “guadagnano” di più, rispetto ai non laureati. Lauree più remunerative di altre. La laurea è remunerazione famigliare, significa portare a termine un percorso di studio, con il supporto della famiglia. Ma è nella scelta il successo: chi sceglie in base ai propri talenti, avrà sicuramente un percorso più facile e soddisfazioni garantite. L’altra faccia della medaglia è la delusione, la frustrazione, il disagio personale e sociale. La laurea non dà necessariamente la felicità, ma dà autorevolezza sociale. La felicità e la soddisfazione è data da un mix di elementi che partono dalla persona e da come si colloca nel contesto sociale di riferimento; l’aspetto monetario ne è corollario, non elemento determinante. Saper cogliere le sfumature di questo, aiuta a relazionarsi meglio con le scelte e con le opportunità, superando i limiti che il pensiero comune impongono, puntando a una realizzazione personale che a catena coinvolgerà positivamente le aziende, in territorio, le famiglie e tutto il contesto.

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*Professore ordinario di Economia Aziendale

Coordinatore del corso di dottorato in Business & Management

Università di Torino

I premi di TuttoMondo 2017 Save the Children

Premiata al Salone del libro di Torino la 4^ edizione del concorso per under 21

Partecipare: guardarci intorno con occhi curiosi, rompere le regole del gioco, capovolgere la prospettiva ed essere protagonisti delle questioni che ci riguardano”: questo il tema e la mission dell’edizione 2017 di TuttoMondo Contest, il concorso artistico per under 21 promosso da Save the Children in partnership con il Salone internazionale del libro di Torino, con il supporto del movimento giovanile SottoSopra e di Agesci Piemonte.

 

Un’iniziativa lanciata, quattro anni fa, dall’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti, con l’obiettivo di promuovere l’integrazione sociale per contrastare la povertà educativa in Italia. Dai dati dell’ultimo anno, infatti, più della metà dei ragazzi (60%) non partecipa ad attività culturali, ricreative e sportive.

 

«Siamo tornati con entusiasmo a presentare per il secondo anno consecutivo questa importante iniziativa di Save the Children, che ha il merito di avvicinare tanti giovani e giovanissimi alla cultura e alla bellezza – hanno commentato durante la cerimonia di premiazione di TuttoMondo il pluripremiato regista Daniele Luchetti e l’attrice e regista Elena Bouryka – In un Paese che investe ancora troppo poco nella formazione culturale per tutti, è fondamentale un impegno collettivo per contrastare la povertà educativa».

 

Ad essere scelte dalla giuria composta dallo scrittore Fabio Geda, la fotografa e critica Lorenza Bravetta e il regista Michele Vannucci, sono state ancora una volta le opere che più hanno avuto la capacità di rompere gli schemi.

 

Giovanna Evangelista, 21 anni da Napoli, si è aggiudicata per il secondo anno consecutivo la categoria narrativa con l’opera “Oltre noi”, per l’ironia della messinscena che prepara il terreno allo stupore finale e la tensione etica del racconto che invita a non smettere mai di porsi delle domande.

 

Ai 13 giovani del Gruppo Punto Luce Ponte di Nona da Roma è andata, invece, la vittoria nella categoria fotografia con l’opera “Prospettive ironiche di sguardi gentili”, per il tema affrontato, che richiama l’urgenza di cambiamento di tanti giovani che vivono in periferie lasciate al degrado e alla dimenticanza.

 

Abdullah Al Mamun, 21 anni da Roma, ha vinto nella categoria video con l’opera “Uno sguardo”, per la sincerità nel raccontare l’Italia che lotta ogni giorno per i Diritti Universali dell’Uomo. Un film né consolatorio né giudicante.

 

Ai vincitori sono state consegnate delle gift card del valore di 500 euro, per l’acquisto di attrezzatura audiovisiva o fotografica e la frequenza di corsi di specializzazione.

 

Assegnate, inoltre, tre menzioni speciali. Gianmarco Rizzo, 21 anni da Ciampino, con la sua opera “Pane secco” è stato scelto da Save the Childrenper averci ricordato in modo ironico e gentile che la prima esperienza di partecipazione, forse la più importante, si fa in famiglia.

 

Agli studenti del Liceo Artistico di Orvieto è andata invece la menzione speciale SottoSopra (Movimento Giovani di Save the Children), perché tutte le persone del mondo sono in grado di lasciare un segno e questo video ha dimostrato quello che pensiamo: anche se diversi tutti noi possiamo partecipare. 

Infine, Gaia Ricci, 21 anni da Castelnuovo di Farfa (Rieti), si è aggiudicata la menzione Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) con l’opera “Working for Wasa”, per aver saputo mettere al centro l’istruzione e l’educazione dei più piccoli come elemento chiave per lo sviluppo.  

 

Il nome “TuttoMondo” si ispira all’omonimo murale realizzato dall’artista K. Haring sul lato posteriore della Chiesa di Sant’Antonio Abate a Pisa, nel quale sono raffigurate 30 figure concatenate che simboleggiano la pace universale e l’armonia.

 

Pet Therapy, ora anche per pazienti con SLA

Il primo progetto scientifico di Pet Therapy per pazienti con SLA nasce da un’idea di Mondovicino Outlet Village in collaborazione con la Fondazione Vialli e Mauro Onlus. E’ il primo progetto di Pet Therapy in grado di dare benefici fisici e psicologici ai malati affetti da SLA e malattie neuromuscolari. I risultati emersi al termine della fase sperimentale di “Confido: quattro zampe in corsia”, sviluppata dal Centro Clinico NeMO di Arenzano (Genova), verranno proposti al Congresso mondiale della Sla a Boston. L’iniziativa verrà presentata ai giornalisti

 

Mercoledì 24 Maggio – Ore 11

Museo Nazionale del Cinema – Mole Antonelliana

Via Montebello, 20/A, 10124 Torino

 

Interverranno

 

Giacomo Caramelli Direttore Marketing Mondovicino Outlet Village

Massimo Mauro Vice Presidente Fondazione Vialli e Mauro Onlus

Alberto Fontana Presidente Fondazione Serena – Centro Clinico NeMO

Manuela Vignolo Medico Fisiatria responsabile del progetto.

Centro Clinico NeMO Arenzano – Ospedale Colletta

Clotilde Trinchero PhD, Medico Veterinario, Etologa, Presidente di A.S.SE.A. ONLUS®

 

Rimetti a noi i nostri debiti e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male

Il problema del sovraindebitamento e delle conseguenze sociali da esso prodotte ha radici storiche   risalenti, da individuarsi, già nell’antichità classica – spiega l’Avvocato Marco Porcari del Foro di Torino – e, in   particolare, nella crisi   agraria che colpì   la Grecia nel   VI secolo a.C. . Aristotele, nella sua Costituzione degli Ateniesi, riferisce che in quel periodo Solone adottò delle misure per cancellare i debiti dei piccoli produttori agricoli che, ridotti in schiavitù a causa dell’inadempimento dei debiti, venivano   venduti e successivamente affrancati per essere reinseriti nella vita sociale di Atene come dei liberi cittadini. Il nostro legislatore, con la legge numero 3 del 2012 sul cosiddetto sovraindebitamento, sembra evocare il noto passo della preghiera che, non solo i cattolici, ma anche i laici, sicuramente conoscono: “rimetti a noi i nostri debiti e non ci indurre in tentazione”. Inutile spiegare che la “tentazione” in cui potrebbe incorrere il soggetto sovraindebitato, consiste nello “spogliarsi” dei propri beni per non renderli aggredibili da parte dei creditori, senza tenere conto che quando uno dei creditori è il “fisco”, che vanta debiti scaduti e relative sanzioni per oltre 50 mila euro, l’operazione consistente nello “spogliarisi dei propri beni” configura il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte prevista e disciplinata dall’art.11 del d.lgs. n. 74 del 2000. La norma citata punisce chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi o dell’IVA e relativi interessi e/o sanzioni amministrative per un ammontare complessivo superiore a cinquantamila euro, “aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva”. Secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, il reato di pericolo in esame “non presuppone come necessaria la sussistenza di una procedura di riscossione coattiva, essendo, invece, sufficiente l’idoneità, con giudizio ex ante, a rendere in tutto o in parte inefficace l’attività recuperatoria dell’Amministrazione finanziaria”; vale a dire che, ai fini dell’integrazione di questo reato non è necessario che la procedura di riscossione abbia già avuto inizio e, anzi, la configurabilità della fattispecie criminosa prescinde da (incerte e future) iscrizioni a ruolo del debito tributario, eventuali notifiche di atti impositivi e persino dalla definitiva conclusione di un’attività di verifica fiscale.

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Fatta questa doverosa premessa, sottolinea Marco Porcari come la legge definisce il “sovrandebitamento” come “una situazione di perdurante squilibrio   tra le obbligazioni assunte e il patrimonio   prontamente liquidabile per   farvi fronte, nonchè   la definitiva incapacità   del debitore di   adempiere regolarmente le proprie obbligazioni” In altre parole il “sovraindebitamento” è la situazione in cui un soggetto,   non fallibile – a titolo esemplificativo il piccolo imprenditore o l’imprenditore con modesto volume d’affari sotto le soglie ci cui all’art. 1delle della legge fallimentare sia   esso o meno “consumatore” ha in carico troppi debiti rispetto alle sue   possibilità di farvi   fronte con il   proprio patrimonio “prontamente liquidabile”, a cui si   aggiunge l’impossibilità per   lo stesso di   ripagare, con costanza   e regolarità, le eventuali rate all’uopo contratte. “Con la disciplina introdotta dalla legge n. 3 del 27 gennaio 2012 – spiega Marco Porcari – il legislatore   ha affrontato la   tematica delle situazioni   di sovraindebitamento non soggette né assoggettabili a procedure concorsuali   già vigenti (fallimento concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa, ecc.).

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Il debitore, con l’assistenza di un legale, presenta istanza al Presidente del Tribunale di competenza per la nomina di un Professionista abilitato, che cura la proposta di accordo o il piano di rientro del debito. L’accordo può essere chiesto da tutti i soggetti di cui sopra, con la precisazione che sono previsti due tipi di procedura: quella cui ha accesso il consumatore e quella a cui hanno accesso gli altri soggetti, sempre non fallibili che consumatori non sono.

La differenza – che diversamente da quanto possa sembrare ha suscitato non poche perplessità in giurisprudenza – deve essere riferita alla natura dei debiti per i quali si chiede l’accesso alla procedura:

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1) il consumatore è colui che ha contratto debiti per esigenze personali, si pensi al soggetto che non ha mai svolto attività imprenditoriale e che si trova ad essere debitore nei confronti di altri soggetti (Banche, assicurazioni, società finanziarie) per rate non pagate o magari anche nei confronti degli enti di riscossione (per esempio Equitalia Spa per contravvenzioni stradali non pagate per anni);

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2) non è consumatore il soggetto – non fallibile, a titolo esemplificativo il piccolo imprenditore o l’imprenditore con modesto volume d’affari sotto le soglie di cui all’art 1 della legge fallimentare – che si trova ad essere debitore nei confronti di privati, fisco, banche, enti di riscossione per debiti contratti durante lo svolgimento dell’attività d’impresa.

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Al consumatore è riservata una corsia preferenziale; infatti allo stesso, per beneficiare dell’istituto, non occorre ottenere il consenso dei creditori affinchè il giudice approvi il piano; diversamente, per il debitore che non ha qualifica di consumatore, è richiesto il consenso del 60 % dei creditori (maggioranza che si calcola per quote di credito e non per teste).

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Le procedure, conseguentemente, sono due:

  1. a) l’accordo di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei crediti sulla base di un piano proposto dal debitore;
  2. b) il piano del consumatore, inteso al medesimo risultato senza necessità di accordo con i creditori.

Sia la proposta di accordo di ristrutturazione dei debiti, sia il piano del consumatore non comportano necessariamente la liquidazione dell’intero patrimonio del debitore.

Per l’accesso alla procedura è necessario rivolgersi ad un legale esperto in materia, affinchè valuti preventivamente le presenza dei requisiti per presentare la domanda al giudice competente e fornire allo stesso, affinchè possa procedere ad una valutazione preventiva della sussistenza dei requisiti per l’ammissione, i seguenti dati e documenti: alcune informazioni dettagliate.

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  1. iscrizione alla CCIAA o attestazione conseguimento partita iva (non occorre per il consmatore);
  2. tutti i creditori, con l’indicazione delle somme dovute (in particolare i debiti IVA e IRPEF differenziati dagli altri debiti);
  3. eventuali atti di disposizione di beni immobili o di bani mobili compiuti negli ultimi cinque anni;
  4. dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni;
  5. elenco di tutti i beni di proprietà (immobili, mobili registrati e mobili);
  6. elenco dei creditori muniti di privilegio pegno o ipoteca;
  7. indicazione della composizione del nucleo familiare corredata del certificato dello stato di famiglia;
  8. elenco delle spese correnti necessarie al sostentamento suo e della famiglia;
  9. attività svolta da famigliari conviventi;
  10. eventuali titolari di crediti impignorabili (crediti alimentari);
  11. la proposta di accordo ai creditori e le modalità di pagamento, ed eventuali pagamenti o garanzie prestati da terze persone;
  12. eventuali limitazioni all’accesso al mercato del credito al consumo, all’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico a credito e alla sottoscrizione di strumenti creditizi e finanziari”.

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“In conclusione, si comprende quanto sia apprezzabile – sottolinea Marco Porcari – la disciplina succintamente decritta,   la quale ha la finalità non solo di “rimettere” i debiti a tutti quei soggetti che in precedenza non avevano alcuna possibilità di “ripulirsi” dalla propria posizione debitoria, ma permette allo stesso tempo di evitare che gli stessi soggetti, proprio perché privi di chance, siano indotti nella tentazione di compiere atti che, come si è visto, in presenza di determinati requisiti, possono assumere conseguenze gravissime sotto il profilo non solo civilistico ma anche penale.

C’è doverosamente da chiedersi infine, in considerazione della scarsa applicazione che allo stato la disciplina sta incontrando nella prassi, se la legge sul sovraindebitamento sarà o meno in grado di “liberarci dal male !”.

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Avvocato Marco Porcari

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 INFO@MARCOPORCARI.COM 

 

Decidere in tempi di crisi

 

Decision maker o confirmatory researcher ?

 

Da più parti arrivano segnali che ci portano a vedere “la luce della ripresa in fondo al tunnel della crisi”. Come ammiragli in coperta, siamo tutti in attesa di sentire le grida del marinaio sulla tolda della nave: “TERRA! TERRA!” Al di là di esempi specifici, possiamo serenamente dire che una maggiore positività negli occhi delle persone è visibile a tutti e questo non ci sembra cosa da poco. Volendo offrire una visione “fisica” della situazione potremmo dire: “Il mercato è una grande autostrada nella quale le aziende viaggiano a velocità adeguata alla loro struttura e potenza, generando di fatto un percorso più o meno fluido, che porterà tutti a destinazione ovviamente con tempi e costi allineati alle vetture guidate. La crisi è un incidente in cima a un tratto di strada in salita, che blocca il flusso generando una coda di auto con persone irritate. Le vetture che sono passate prima dell’incidente hanno proseguito il loro viaggio e sono arrivate o stanno per arrivare a destinazione (anche nei momenti di crisi, infatti, ci sono aziende che crescono e si sviluppano) Chi è rimasto bloccato si lamenta e vede altre auto arrivare, trovandosi così in coda in mezzo a molte altre vetture. Qualcuno sta avvisando che, entro breve, il viaggio potrà riprendere e i guidatori, lieti per la notizia, pensano ai primi nuovi problemi perché, trovandosi in un tratto in salita, dovranno fare molta attenzione a:

 

  • Non andare indietro e bocciare contro le autovetture che seguono.
  • Gestire la ripartenza in salita, senza bruciare i freni o perdere il controllo del mezzo.

 

In sostanza, non ha ancora visto la strada libera, ha avuto solo qualche informazione da qualcuno più avanti di lui e già deve superare situazioni a rischio… Non sarà una cosa facile se chi guida è un guidatore “provetto”…. Uscendo dalla metafora dovrà, come tutti i manager aziendali, valutare lo scenario con le poche informazioni a disposizione, preparare una strategia e decidere come ripartire, approfittando della strada libera e cercando di recuperare parte del tempo perso nell’attesa.

 

“Niente è più difficile, e quindi più prezioso, dell’essere in grado di decidere

Napoleone Bonaparte

 

Qualcuno potrà dire che chi ha mansioni di responsabilità è abituato ad assumersi i rischi della decisione e noi condivideremmo quest’affermazione, anche se il recente passato (passato?) ci ha messo di fronte a situazioni diverse. E’ capitato più volte di raccogliere lamentele di venditori circa la difficoltà nel concludere contratti per motivi non di inadeguatezza dell’offerta, ma per la mancanza di interlocutori disposti a decidere. In alcuni casi raccontavano di ruoli aziendali con adeguata autonomia, che affermavano “per me è OK ma, prima di firmare, devo parlarne con il mio capo perché le regole d’ingaggio sono cambiate”. Sembrava, cioè, che l’antidoto contro la crisi fosse accentrare le decisioni su pochissime persone. Sinceramente non siamo in grado di affermare quanto ciò rispondesse veramente a una scelta aziendale (quanto esposto è accaduto in aziende di ogni dimensioni) o quanto invece fosse la volontà di non prendere decisioni difficili, rischiando di rispondere personalmente per eventuali errori. Una sola cosa possiamo dire con certezza: questa modalità operativa ha messo in difficoltà fornitori e acquirenti in fase di approvvigionamento, di produzione e di consegna.

 

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

Lucio Annéo Seneca

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Sappiamo bene che decidere è una cosa complicata ecco perché, quando siamo in fase di decision making, è doveroso considerare alcuni aspetti:

 

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  • Decidiamo quando abbiamo informazioni adeguate

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L’esperienza ci spinge automaticamente ad accomunare situazioni di ieri a situazioni di oggi.

L’uomo di Neanderthal che ci accompagna crea costantemente similitudini, ma attenzione: ogni situazione va vista nel contesto attuale e con mente aperta. Non necessariamente due bicchieri colmi di un liquido incolore contengono entrambi acqua potabile. Questo errore cognitivo, che gli psicologi definiscono “bias”, è un automatismo mentale, un pre-giudizio, che facilita la scelta aumentando il rischio di errore.

 

Kahneman D., Tversky A. (1974). Judgment under uncertainty: Heuristics and Biases.

 

 

  • Decidiamo a “mente serena”.

 

La ragione vuol prendere la decisione giusta, l’ira vuole che sembri giusta la decisione che ha già preso in partenza.”

Lucio Anneo Seneca

 

 

Ragione ed emotività vanno gestite individualmente se vogliamo prendere “decisioni giuste”.

 

Vari studi dimostrano che il nostro cervello, spinto da una sorta di “economia che lo spinge a risparmiare tempo”, è portato a ricercare informazioni che confermano la decisione già presa, trascurando quelle che la negano. (confirmation research)

 

“Le decisioni sono spesso irrazionali o sono basate su un’analisi imperfetta delle conseguenze della scelta. Questa è la ragione per cui il mondo è in uno stato così caotico.”                       STEPHEN HAWKING

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  • Decidiamo considerando le nostre reali forze

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L’overconfidence e l’illusion control sono un reale rischio di errore. Sovrastimare le proprie possibilità e la propria capacità di controllo, pensando di conoscere molto bene e meglio di altri la situazione, rappresenta il rischio più frequente per i manager esperti. L’overconfidence rischia talvolta di generare “l’effetto Dunning e Kruger (David Dunning e Justin Kruger sono due psicologi della Cornell University), i cui studi nel 1999 dimostrarono che più le persone sono incompetenti, meno si rendono conto di esserlo.

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“La scelta determina la direzione, la decisione determina il destino.”

DOUG FIREBAUGH

Per un manager scegliere è una necessità, decidere è un dovere.

quindi attenzione ai pregiudizi e alle affermazioni assolute perché, solo per citarne alcune, queste resteranno nella storia:

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I treni ad alta velocità sono impossibili: i passeggeri non potrebbero respirare e morirebbero di asfissia.
Dyonisus Lardner, docente all’University College di Londra – 1856

Che bisogno ha una persona di tenersi un computer in casa?
Kenneth Olsen, fondatore di Digital – 1977

640 KB di memoria RAM sono più che sufficienti per chiunque.>
Bill Gates, Microsoft – 1981

Internet presto esploderà in modo spettacolare, come una supernova e nel 1996 collasserà catastroficamente.
Robert Metcalfe, fondatore della 3Com, inventore dello standard Ethernet – 1995

 

Concludendo potremmo dire che, se alcune aziende hanno “rallentato la fase di decision making” per superare la crisi,puntando solo a restare “a galla”, è meglio che oggi ricomincino a prendere decisioni perché, se la crisi presenta difficoltà, la ripartenza potrebbe non essere da meno con chi sarà impreparato. Attrezzarsi per il futuro è indispensabile per chi vuole avere un futuro. Buona crescita a tutti.

 

Antonio DE CAROLIS

Presidente CDVM

Club Dirigenti Vendite e Marketing

Presso Unione Industriali di Torino

www.cdvm.it

 

 

TEDxCrocetta ReActions al Mauto

Il prossimo  evento TEDx si terrà sabato 10 giugno  dalle ore 15 alle 19 presso il Centro Congressi “Carlo Biscaretti di Ruffia” del MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli”, in Corso Unità d’Italia, 40. Sei speaker saliranno sul palco per esplorare il tema “ReActions”, presentando, in meno di 18 minuti, le loro idee per rispondere alla crisi in maniera creativa e innescare il cambiamento in ambito economico, tecnologico, sociale o personale. Perché “la crisi porta progresso”, come diceva Einstein: “senza crisi non ci sono sfide e senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia”. Se condividi questa idea, non perdere quest’occasione unica di scambio con persone che la pensano come te: avrai l’opportunità di creare nuove relazioni per trasformare la crisi in nuove opportunità di progresso. L’evento si terrà in lingua inglese e sarà diviso in due sessioni, Act e ReAct, intervallate da un coffee break negli spazi congressuali del MAUTO. Dato l’alto numero di richieste, l’acquisto del biglietto potrà essere fatto compilando il modulo su Eventbrite, disponibile sui nostri canali social e sulla pagina web.

Per maggiori dettagli, visita il  sito www.tedxcrocetta.com

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Gli speaker sul palco saranno:

Kaarel Oja, Country Manager per l’Italia di European Innovation Academy I grandi problemi possono essere risolti con poche risorse e idee semplici, ma efficaci. Ispirandosi alla sua esperienza all’European Innovation Academy, Kaarel ci racconterà come è riuscito a lanciare sul mercato 100 idee innovative in sole due settimane. Davide Moleti e Marilù Sansone, Co­fondatori di ImpactHub Torino Come puoi dare il tuo contributo e avere impatto sulla comunità che ti circonda? Reagendo alle sfide sociali attraverso idee imprenditoriali. Nel loro talk, Davide e Marilù ci parleranno dei successi nati nell’ incubatore ImpactHub. Andrea Baldereschi con Pietro Carta, CEO e performer di Remidi Hai mai pensato di fare musica solo con le tue mani? Remidi dà a tutti la possibilità di esprimere la propria creatività, mettendo la musica a portata di mano con un guanto tecnologico che funziona come strumento musicale. Benedetta Arese Lucini, Co­fondatrice di Oval Money ed ex General Manager di Uber Italia E se il tuo smartphone ti aiutasse a risparmiare per la prossima vacanza? Grazie ai suoi algoritmi e all’intelligenza collettiva, Oval Money ti aiuta a tracciare le spese suggerendo risparmi e investimenti. Samuel Barbato, Co­fondatore di Jaguar28 e Co­direttore di Startup Grind Torino Che cos’è la felicità nel lavoro? Samuel e Roberto di Startup Grind hanno l’obiettivo di cambiare la relazione fra aziende e professionisti per favorire innovazione e creatività. Perché nessuno merita un lavoro noioso. Valeria Bonalume, Campionessa italiana di pole­dance, ginnasta e ballerina Duro lavoro e creatività non sono gli unici tratti di un artista. Nel suo talk, Valeria ci farà conoscere il suo talento e ci racconterà della sua esperienza personale per diventare ballerina professionista.

Profumi per l’ambiente e capolavori di carta

Per uscire dalla solitudine e ritrovare la gioia di vivere

OTTAVA PUNTATA – Viaggio nel vasto mondo degli hobbysti, tra chi per sopravvivere alla crisi sta cercando di trasformare in mestiere una passione

 

Un hobby come terapia per combattere solitudine e isolamento e ricominciare a vivere tra la gente. Nel vasto mondo degli “Operatori del proprio ingegno”, tra chi per sopravvivere alla crisi sta cercando di trasformare in mestiere una passione, c’è anche l’altra faccia della crisi, quella le cui radici non sono propriamente di ordine economico ma derivano da altre ragioni.

E’ il caso di Silvana Cipolla, 58 anni, arrivata nei mercatini degli hobbysti della domenica per una “scelta di comunicazione”. “Una brutta malattia – racconta – mi ha trattenuta a lungo in totale isolamento. Sola, senza lavoro, trascorrevo le mie giornate piangendomi addosso, senza riuscire a intravvedere una via d’uscita dalla situazione in cui ero precipitata”.

Un giorno l’idea che dà una svolta alla sua vita: ingannare il tempo costruendo qualcosa con le sue mani, da rivendere nei mercati della domenica, in modo da creare occasioni di contatto e di scambio con la gente e riaprirsi al mondo esterno, escluso dalla sua vita per troppo tempo. “L’ispirazione mi è arrivata da una scatola di sale marino. Il secondo passo è stato quello di procurarmi delle essenze. Ho così incominciato a confezionare sacchettini profumati per la casa, gli armadi, i cassetti, l’automobile”, spiega. Il marito, vedendola finalmente reagire alle avversità e appassionarsi a qualcosa, per starle vicino nella nuova avventura e aiutarla a rendere più ricco e attraente il suo banco, si è rimboccato le maniche: nel tempo libero realizza capolavori di carta. Oggetti ornamentali, vasi, bomboniere, portaoggetti e portafortuna, fatti a mano con carta pressata, intrecciata e colorata.

Sono passati tre anni dal giorno in cui Silvana ha deciso di rimettersi in gioco e ricominciare a vivere scendendo in piazza con il suo gazebo. “Questo lavoro – precisa – si è rivelato per me un’ottima terapia: riesce a farmi evadere dai brutti pensieri”. I suoi prodotti spiccano per originalità e prezzi davvero competitivi. “Si parte da un euro, il pezzo più caro costa 10 euro. Nulla rispetto al lavoro che c’è dietro il più semplice tra i vasetti di carta: ogni creazione, anche la più piccola, richiede almeno due ore di lavorazione”, spiega.

A differenza di tanti altri colleghi, Silvana non è il guadagno che cerca da questa attività, della quale confessa che non riuscirebbe più a fare a meno: “Questo lavoro mi ha ridato la voglia di stare al mondo, di ridere, di stringere amicizie. Insomma, è la distrazione che cercavo. Ne sono entusiasta. I soldi, certo, fanno comodo anche a me. Ma non è per denaro che affronto il peso di lunghe giornate in mezzo alla strada, lontana dalle comodità di casa. Quello di cui ho bisogno è il contatto con la gente, e l’ho trovato. Mi basta poco: un sorriso, una stretta di mano, due parole. Se poi i miei prodotti vengono apprezzati e acquistati, meglio ancora”.

Paola Zanolli