ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 611

In Piemonte cresce la domanda di abitazioni

Nei primi due mesi del 2017 (+6,8%). Ma calano leggermente i prezzi (-1,3%)

 

Milano, 01 marzo 2017 – Secondo l’Osservatorio di Casa.it (www.casa.it) sul mercato immobiliare relativo ai primi due mesi dell’anno in corso, la ripresa del mercato residenziale in Piemonte è confermata dall’aumento della domanda di abitazioni (+6,8%), tuttavia si assiste a un leggero calo dei prezzi (-1,3%), con un valore medio di vendita al metro quadro pari a circa 1.580 euro. Il budget a disposizione delle famiglie per l’acquisto è di circa 126.400 euro.

Per quanto riguarda i prezzi delle abitazioni in offerta sul mercato, tra i capoluoghi registrano segno positivo Asti (+4,4%), Alessandria (+3,7%) e Vercelli (+1,5%). Nelle altre città i prezzi sono in calo solo a Novara (-3%) e Verbania (-1%) mentre restano sostanzialmente stabili a Torino (+0%), Biella (+0%) e Cuneo (-0,5%). Torino (2.350 /mq) è la città più cara, mentre Biella (1.200 /mq) la più economica. Nelle altre città, a Cuneo il costo è di 2.090 €/mq, a Verbania di 1.980 €/mq, ad Asti di 1.670 €/mq, a Novara di 1.600 €/mq, ad Alessandria di 1.400 €/mq e a Vercelli di 1.320 €/mq. Cosa accade sul fronte della domanda? Nei primi due mesi dell’anno in Piemonte la domanda è cresciuta in tutte le città della regione (+6,8%), seppure con valori variabili. Le più dinamiche risultano Asti (+6,8%), Biella (+6,3%) e Novara (+6,2%). Seguono Alessandria (+5,9%), Torino (+5,5%), Verbania (+4,9%), Cuneo (+4,6%) e Vercelli (+4,1%).

Quali sono le previsioni per il I semestre del 2017?

“Il costante aumento della domanda rilevato in regione è un indicatore importante che conferma la ripresa in atto del mercato immobiliare – afferma Luca Rossetto, General Manager di Casa.it -. Un più facile accesso al credito concesso dalle banche e i tassi ai minimi hanno sicuramente contribuito a dare nuova linfa al settore e a risvegliare il desiderio delle famiglie ad acquistare una nuova abitazione. I dati positivi dei primi due mesi di quest’anno confermano che la spinta propulsiva della domanda manterrà vivace il mercato delle compravendite in Piemonte anche per tutta la prima parte dell’anno.”

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Casa.it: andamento dei prezzi e della domanda di abitazioni nelle città capoluogo di provincia della regione

PIEMONTE
Capoluoghi di Provincia Variazione % della Domanda Febb.’17/Febb.’16 Prezzo medio di vendita (€/mq)  – Febbraio 2017 Variazione % prezzo medio di vendita  – Febb.’17/Febb.’16 Budget medio *
Asti 6,8 1.670 4,4% 133.600
Biella 6,3 1.200 0,0% 96.000
Novara 6,2 1.600 -3,0% 128.000
Alessandria 5,9 1.400 3,7% 112.000
Torino 5,5 2.350 0,0% 188.000
Verbania 4,9 1.980 -1,0% 158.400
Cuneo 4,6 2.090 -0,5% 167.200
Vercelli 4,1 1.320 1,5% 105.600
DATO REGIONALE ** 6,8 1.580 -1,3% 126.400
Centro Studi Casa.it

* Budget Medio: dato calcolato sull’acquisto di una abitazione di 80 mq.

Gli ultimi testimoni del Tibet libero

Si è inaugurata lunedì 27 febbraio all’Urp del Consiglio regionale di via Arsenale 14/G, a Torino, la mostra fotografica “Sognando casa – Gli ultimi testimoni di un Tibet libero”, realizzata da Samkil Delek e curata dall’Associazione Free Tibet Italia Onlus

. Con l’autore sono intervenuti – moderati dalla dirigente del settore Comunicazione dell’Assemblea Daniela Bartoli – la presidente dell’associazione Rosanna Degiovanni, il segretario della Comunità tibetana in Italia Tashi Samdup e il garante regionale per i detenuti Bruno Mellano. “Sono figlio di esuli tibetani rifugiati in Orissa (India) e da alcuni anni risiedo a Milano – ha spiegato Delek -. I miei scatti rappresentano una traccia e una testimonianza preziosa: una galleria di volti di esuli tibetani che una sessantina di anni fa sono scappati in India e che hanno vissuto l’intera vita in attesa di un possibile, improbabile, ritorno sul ‘tetto del Mondo’, nel paese delle nevi”. “L’Associazione Free Tibet Italia Onlus – ha sottolineato Degiovanni– si occupa da anni di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difficile e sempre più drammatica situazione del Tibet e del popolo tibetano che dal 1959 a oggi ha subito l’occupazione e la progressiva distruzione del proprio  patrimonio artistico e culturale, colonizzato e infine marginalizzato dalla vicina Cina”. “In Italia risiedono una settantina ti tibetani, di cui una decina in Piemonte  – ha testimoniato Samdup -. Siamo un popolo che sta scomparendo e le condizioni, per il nostro popolo, sono peggiorate dopo i Giochi olimpici di Pechino 2008 perché la censura cinese è sempre più opprimente”. “La Regione Piemonte – ha concluso Mellano – si è sempre distinta per essere una delle più sensibili nei confronti del Tibet e ospitali verso il Dalai Lama. Oggi molte delle sue istanze vengono portate avanti dal Comitato regionale per i diritti umani, presieduto dal presidente dell’Assemblea Mauro Laus. Dobbiamo coltivare la speranza e alimentarla anche attraverso il sostegno di progetti concreti” L’esposizione è visitabile fino al 29 marzo dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 15.30 e il venerdì dalle 9 alle 12.30.

(www.cr.piemonte.it)

Campagna Mondiale per la Salute della Donna

Dal primo marzo una settimana ricca di informazioni promossa dal Comitato per la Salute della Donna e i Diritti Umani della FIGO in collaborazione con la SIGO

 

Parte il conto alla rovescia per la Giornata Internazionale della Donna: dal primo marzo, ogni giorno, su una pagina Facebook dedicata, verranno lanciati messaggi chiave per sfatare alcuni miti e migliorare le proprie conoscenze su alcuni importanti aspetti della Ginecologia e dell’Ostetricia.

Si parlerà di stili di vita, prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, benefici dei contraccettivi ormonali, di come prepararsi alla gravidanza e di come affrontare gravidanza e parto nel modo migliore, di preservazione della fertilità in donne e uomini colpiti dal cancro e di prevenzione della violenza di genere. La campagna culminerà l’8 marzo con un appello al rispetto per la donna, in modo trasversale alle differenti culture, religioni e contesti sociali.

Sarà possibile approfondire ogni argomento grazie a una serie di link accuratamente selezionati.

La Campagna è stata ideata e realizzata dal Comitato per la Salute della Donna e i Diritti Umani della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO), presieduto dalla professoressa Chiara Benedetto (Direttore Clinica Ostetricia e Ginecologia universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino).

Per facilitare la divulgazione dei messaggi, il contenuto delle informazioni, redatto originariamente in Inglese, è stato tradotto in diverse lingue fra cui l’Italiano e si è scelto di partire esclusivamente dal canale dei social network.

In Italia collabora attivamente alla Campagna la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), presieduta dal professor Giovanni Scambia.

Dalla partecipazione e dall’interazione del “popolo del web” verranno colti i suggerimenti per produrre materiale scaricabile on line e stampabile per un’ulteriore capillare diffusione nel mondo, utilizzando anche strumenti di accessibilità universale.

Il messaggio è condividere e creare un’alleanza per migliorare la salute della comunità partendo dalla donna.

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/CampagnaMondialePerLaSaluteDellaDonna/

“The state of digital banking”: Intesa Sanpaolo al top

L’innovazione dell’esperienza multicanale dei clienti, a due anni dalla partenza del progetto, è un caso di eccellenza internazionale.  Piena integrazione dei canali, completa riprogettazione della banca online e del servizio di assistenza clienti, dematerializzazione, revisione dei processi, sono le tappe salienti di un percorso che colloca Intesa Sanpaolo tra i sette player mondiali più evoluti

Intesa Sanpaolo è uno dei sette player mondiali più evoluti in termini di profondità della trasformazione digitale intrapresa, unica banca europea insieme a BBVA e CaixaBank: lo attesta il rapporto “The state of digital banking 2016” pubblicato da Forrester Research, società di ricerca di mercato leader mondiale sui temi digital. Nel report, Intesa Sanpaolo è espressamente citata come un benchmark ed evidenziata come un caso di eccellenza internazionale: grazie alla chiara comprensione dei percorsi di acquisto e post-vendita e alla superiore capacità di utilizzo dei dati disponibili, ha saputo ridisegnare l’esperienza multicanale della propria clientela, avviando con successo un processo di digitalizzazione del business. Intesa Sanpaolo ha fatto leva sulle tecnologie digitali per implementare una forte integrazione dei dati (reddituali, transazionali, comportamenti multicanale da fonti interne ed esterne) che, unita alla visione globale del cliente, ha permesso l’avvio di un vero approccio di real time marketing; in parallelo sono stati rivisti end to end i processi, anche in filiale, per rispondere sempre più in tempo reale alle richieste della clientela e recuperare efficienza: ad esempio, su prestiti personali e carte di credito circa il 25% delle erogazioni avviene in tempo reale, un ulteriore 60% in giornata; contemporaneamente, nei primi undici mesi del 2016, l’introduzione del nuovo processo multicanale ha ridotto drasticamente anche il peso del credito problematico. Il prestigioso riconoscimento di Forrester Research mette in luce le tappe salienti del percorso di trasformazione di Intesa Sanpaolo, a due anni dall’avvio del progetto:sull’80% del catalogo retail è stata raggiunta la piena integrazione dei canali, che fa sì che il cliente possa scegliere come e quando interagire con la banca, decidere di cambiare canale senza interrompere l’interazione, ricevere offerte a distanza dal proprio gestore in filiale o dal gestore online, firmare digitalmente i contratti dal proprio PC o tablet; l’help desk telefonico ha lasciato il posto alle Filiali Online, capaci di assistere il cliente risolvendone i problemi, nell’80% dei casi, alla prima chiamata; la banca online è stata completamente riprogettata, con l’attivazione di un servizio di internet banking unico per tutte le Banche del Gruppo, su cui già opera quasi il 30% dei clienti, e di un’app con servizi innovativi; le filiali sono state digitalizzate e i processi di firma dematerializzati sull’80% dei prodotti retail e documenti obbligatori: da giugno dello scorso anno, sono circa 8,5 milioni le operazioni e i contratti firmati su tablet, con un risparmio di circa 400 milioni di fogli di carta. “La trasformazione digitale è un fenomeno dirompente in ogni settore e sta rivoluzionando il modo di vivere e di lavorare – spiega Stefano Barrese, responsabile della Banca dei Territori Intesa Sanpaolo – Per il nostro Gruppo, la ricerca di un business digitale più efficace e di un’esperienza più soddisfacente per i nostri clienti rappresenta una priorità assoluta, che stiamo sostenendo con un forte impegno ad ogni livello dell’organizzazione aziendale. Siamo molto orgogliosi dei risultati ottenuti fino ad oggi, frutto di un deciso cambiamento culturale e di una visione strategica centrata sulla piena sintonia con i nostri clienti. Grazie a strumenti nuovi e intelligenti, abbiamo migliorato la qualità dei nostri servizi e l’esperienza dei nostri 5 milioni di clienti che operano online. Il rapporto di Forrester Research certifica il raggiungimento tempestivo dei nostri obiettivi d’innovazione e il posizionamento di Intesa Sanpaolo a livelli paragonabili, dal punto di vista di processi e piattaforme, ai leader internazionali nel servizio al cliente.”

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Chi è Forrester Research

Società di ricerca internazionale, tra le più influenti a livello globale in termini di analisi del posizionamento competitivo di player bancari e non bancari in ambito digitale, di Customer Experience, Marketing e CRM. Totalmente indipendente e attiva da oltre vent’anni, esegue ogni anno indagini su un campione di oltre 500.000 tra consumatori ed executive di vari settori, avvalendosi di metodologie all’avanguardia che, interpolando i risultati delle indagini con dati di business, offrono una chiara comprensione delle strategie di successo dei top player mondiali nelle varie industry

Architettura a misura d’uomo (prima parte)

Il primo di due appuntamenti con l’architetto Milena Bertotto Rosso. Il racconto per immagini dell’evoluzione di uno dei bisogni primari dell’uomo: quello di avere un rifugio sicuro in cui vivere

Come si è sviluppata l’idea di casa nella mente dell’uomo e nel corso del tempo? Come è stato rappresentato attraverso gli edifici il potere politico e religioso?
La passione per l’architettura è antica come l’uomo; ognuno di noi, nella ricerca o nella costruzione della propria casa, compie le medesime azioni dei nostri antenati, ora come allora desideriamo una protezione, un “nido” caldo e rassicurante, un luogo solo nostro.

Ospite a “Punto di partenza” di lunedì 6 marzo al Circolo Sociale in Via del Duomo, 1, l’architetto Milena Bertotto Rosso che opera come libera professionista prevalentemente nel settore della ristrutturazione edilizia con particolare riferimento all’ambito residenziale e commerciale.
Dopo un breve viaggio nella storia dell’architettura con l’aiuto di una serie di immagini, sarà la volta del presente, del racconto di come è cambiato il modo di costruire per l’uomo e attorno all’uomo e di ciò che viene definito architettura responsabile.

Il secondo appuntamento di “Punto di partenza – Architettura a misura d’uomo” è previsto il 29 maggio per addentrarci maggiormente nel complesso rapporto che esiste tra noi e gli ambienti in cui abitiamo.

Prosegue nel 2017 “Punto di partenza – piccoli spettacoli fuori dagli sche(R)mi”, la serie di eventi realizzata dall’Associazione culturale YOWRAS Young Writers & Storytellers in collaborazione con la Biblioteca Civica Alliaudi e il Comune di Pinerolo.
Lo scopo di Punto di partenza è il racconto delle passioni, delle abilità, dell’impegno e delle competenze, sotto forma di piccoli spettacoli, dalla viva voce dei protagonisti. Un tema diverso viene proposto ogni settimana. Architettura, ambiente, musica, viaggi, fotografia, scrittura sono alcuni degli argomenti in programma.

Al termine di ciascun incontro, dopo il buffet gentilmente offerto da Bonifanti, al pubblico viene distribuito un foglietto di promemoria con i dettagli della serata, i consigli letterari della settimana e le notizie sui successivi appuntamenti.

TRS Radio www.trsradio.it è media partner di PUNTO DI PARTENZA e ogni settimana intervisterà gli ospiti dei diversi incontri. I dettagli degli appuntamenti sono pubblicati su www.yowras.it e sulle pagine facebook Yowras Young Writers & Storytellers e Punto di partenza.

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Milena Bertotto Rosso, laureata presso il Politecnico di Torino, facoltà di Architettura, nel 1978, iscritta all’Ordine degli Architetti, della provincia di Torino dal 1980, esercita la professione di architetto in Pinerolo; opera come libera professionista prevalentemente nel settore della ristrutturazione edilizia con particolare riferimento all’ambito residenziale e commerciale. Alcune esperienze significative sono state svolte per la progettazione di spazi urbani e la stesura di regolamenti per il controllo degli elementi di arredo urbano (insegne, piano del colore, regolamento edilizio, ecc…) e per la progettazione dei piani integrati d’ambito per la riqualificazione dei Murazzi e di via Garibaldi in Torino.

28 febbraio: X^ Giornata mondiale Malattie rare

Primo Centro multidisciplinare italiano (CRESSC) per diagnosi e cura delle malattie rare neurologiche Siringomielia e Sindrome di Chiari presso la Città della Salute di Torino


 

Martedì 28 febbraio 2017 si svolgeranno le celebrazioni per la X^ Giornata Mondiale Malattie Rare, che coinvolge quest’anno oltre 80 Paesi nel mondo e circa 30 milioni di persone in Europa. Con lo slogan “Con la Ricerca le possibilità sono infinite” il 28 febbraio alle ore 18 si terrà a Torino, presso l’Auditorium Vivaldi (piazza Carlo Alberto 3), un Evento di sensibilizzazione su Siringomielia e Sindrome di Chiari, promosso dalla Compagnia di San Paolo ed organizzato dal Centro Regionale Esperto Siringomielia e Sindrome di Chiari (CRESSC) della Città della Salute di Torino.Il programma prevede una prima parte di Saluti istituzionali e di presentazione dei risultati del Progetto “Centro Regionale Esperto Siringomielia e Sindrome di Chiari: un modello di gestione aziendale integrata e interdisciplinare per malattie rare”, realizzato grazie al sostegno dalla Compagnia di San Paolo e a cura del responsabile del Progetto, dottoressa Palma Ciaramitaro. Seguirà un Concerto spettacolo a cura della Leopold Mozart Sinfonietta, diretto da Barbara Sartorio. L’ingresso è libero ed aperto a tutti. Tra le istituzioni parteciperanno Gianpaolo Zanetta, Vincenzo Villari, Nino Boeti, Sonia Schellino, Guido Regis, Franca Fagioli, Carlo Celada.

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Il CRESSC (www.cressc.org) è il primo Centro a gestione multidisciplinare in Italia per la diagnosi e cura delle malattie rare neurologiche Siringomielia e Sindrome di Chiari: si tratta di malattie ad elevato impatto economico-sociale perché sono croniche e progressive, colpiscono l’età giovanile-adulta (età media 48 anni), in prevalenza donne (75%), causano disabilità nel 50% dei casi e necessitano di una diagnosi tempestiva per beneficiare di interventi chirurgici e di farmaci specifici. In Piemonte la prevalenza stimata è di 4,73:100.000 per la Siringomielia e 7,57:100.000 per la Malformazione di Chiari.

Il Centro CRESSC, organizzato secondo un modello interdisciplinare per la diagnosi e la presa in carico globale della persona affetta da Siringomielia e/o Sindrome di Chiari, coinvolge: neurologi, neurofisiologi, neurochirurghi, neuroradiologi, radiologi, fisiatri, neuro-urologi, chirurghi vertebrali, foniatri, psicologi, internisti, algologi, infermieri, assistenti sociali. Gli specialisti dedicati provengono da tutti gli ospedali della Città della Salute e costituiscono Gruppo interdisciplinare aziendale “Siringomielia-Sindrome di Chiari” della Città della Salute di Torino (coordinatore drssa Palma Ciaramitaro) per la gestione integrata dei pazienti afferenti al CRESSC. Il Centro dispone di strutture e strumentazioni tecnologicamente avanzate per la diagnosi, il trattamento (anche chirurgico) ed il follow-up dei pazienti. E’ previsto un Percorso aziendale Interdisciplinare per l’adulto ed una fase di “transizione”, coordinata con la Neurochirurgia pediatrica (ospedale Regina Margherita), con l’obiettivo primario di favorire la continuità assistenziale dei pazienti nella “transizione” dall’età evolutiva all’età adulta.

Il Centro collabora con l’Associazione Italiana Siringomielia e Malformazione di Arnold Chiari, AISMAC e per la Ricerca con il Dipartimento di Scienze Mediche e il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute (Centro di Biotecnologie Molecolari) dell’Università degli Studi di Torino, il Dipartimento di Scienza della Salute dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, il Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, il “Centre de Référence de la Syringomyélie ” di Parigi, The Chiari Institute di New York, la Duke University di Durham, North Carolina, US. Il CRESSC ha ricevuto l’Endorsement Ministeriale a partecipare alle Reti ERN dei Centri di Riferimento Europei in qualità di coordinatore della Rete Europea SyrENET nell’ambito delle Malattie Neurologiche Rare.

Nel 2013 con il Progetto pilota “Centro Regionale Esperto Siringomielia e Sindrome di Chiari-CRESSC: un modello di gestione aziendale integrata ed interdisciplinare per malattie rare”, sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, è stata creata una piattaforma web (www.cressc.org) di supporto al Centro CRESSC, per coniugare l’aspetto gestionale e l’interazione medico/paziente e medico/ricercatore (forum, Web Community Area, e-learning). Il modello organizzativo del Centro prevede l’inquadramento diagnostico del paziente in un unico accesso (prima visita) attraverso attività standardizzate (visite/esami) ed indicatori di performance secondo un percorso PDTA aziendale dedicato. Inoltre, l’apertura agli utenti di un Centro Accoglienza e Servizi (CAS) permette di acquisire, anche per via telematica, i principali dati anamnestici, clinici e strumentali necessari per la valutazione del caso clinico.

 

Obiettivi: favorire la diagnosi precoce attraverso la valutazione di esperti qualificati; ridurre il numero di accessi e le liste di attesa, ottimizzando i tempi di diagnosi e limitando il disagio per i pazienti, anche provenienti da fuori Regione (mobilità attiva) e portatori di disabilità gravi (para o tetraparesi). 830 pazienti (621 femmine e 209 maschi) con età media 48,42 ± 15,65 (range 16-84 anni) hanno eseguito l’accesso al percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) del CRESSC dal 2006 al 2016, 84% residente nella Regione Piemonte, 16% nel resto d’Italia e Europa (Regno Unito, Bulgaria, Albania). Secondo l’analisi dei dati desunti dal Sistema Regionale Informativo per la registrazione dei pazienti affetti da Malattie Rare, il Centro dal 2007 al 2016 ha rilasciato 606 esenzioni.


Risultati: riduzione (30%) tempi di attesa per la prima visita (da 6 a 4 mesi); riduzione (50%) del tempo di attesa per l’intervento chirurgico (da 12 a 6 mesi); sviluppo di un modello di sanità elettronica (e-Health) altamente competitiva ed attrattiva anche a livello Internazionale; aumento della collaborazione con gli esperti nazionali ed internazionali tramite il coordinamento della Rete europea SYRENet e la partecipazione a Progetti Internazionali (ERN, COST Actions).

 

Benefici futuri attesi: equità dell’accesso alle cure; supporto alla gestione delle cronicità; canale di accesso all’alta specializzazione; migliore continuità della cura attraverso il confronto multidisciplinare e l’integrazione ospedale/territorio; incremento cooperazione e collaborazione transfrontaliera; formazione sull’uso delle tecnologie ICT e diffusione di un modello “e-Health”.

 

Il Servizio Sanitario Nazionale si avvantaggerà di una potenziale razionalizzazione dei processi sociosanitari con un possibile impatto sul contenimento della spesa sanitaria, riducendo le diagnosi tardive ed ottimizzando l’appropriatezza ed il costo sociale di patologie croniche rare, con forte impatto su disabilità e qualità della vita.

 

 

“7 minuti” per riflettere sui diritti delle lavoratrici

Mercoledì 8 marzo alle 10, in occasione della Giornata internazionale della donna, la Consulta regionale delle elette, in collaborazione con Agis, propone la proiezione del film 7 minuti di Michele Placido per le studentesse e gli studenti degli Istituti di I e di II grado del Piemonte.

Il film – interpretato da Cristiana Capotondi, Violante Placido, Ambra Angiolini, Ottavia Piccolo e Fiorella Mannoia – affronta i temi dei diritti delle lavoratrici e dell’incertezza sul loro futuro tra caos, logica e giustizia.Tutto ha inizio quando la maggioranza della proprietà di un’azienda tessile italiana viene ceduta a una multinazionale. Sembra non siano previsti licenziamenti, ma – nell’accordo – c’è una clausola apparentemente insignificante che i nuovi proprietari vogliono far firmare al Consiglio di fabbrica: sacrificare sette minuti d’intervallo al giorno. Il consiglio è composto da nove operaie, un’impiegata e una rappresentante sindacale: uno spaccato della forza lavoro femminile contemporanea italiana che comprende la ventenne neoassunta e la veterana, l’immigrata africana e l’albanese concupita dal proprietario della fabbrica, la donna picchiata dal marito e la ragazza che ha dovuto fare i conti con la tossicodipendenza… Una storia di dignità messa in pericolo dalle dinamiche economiche e da quella legge del mercato in nome della quale si compiono oggi abusi e discriminazioni.

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I cinema coinvolti sono l’Agnelli (via Sarpi 111/A), il Monterosa (via Brandizzo 65) e il Lux (Galleria San Federico) di Torino; il Sabrina () di Bardonecchia (To); il Politeama di Chivasso (To); il Boaro d’Ivrea (To), il Ritz di Pinerolo (To), il Cristallo di Acqui Terme (Al), il Lumière di Asti, il Verdi di Candelo (BI), il Baretti di Mondovì (Cn), il Sociale di Omegna (Vco) e il Lux di Borgosesia (Vc).

Linea di confine, spigolature di vita e storie torinesi

“Alla citazione latina è subentrata quella inglese, anche da parte di chi non sa l’inglese, oltre a non conoscere l’italiano. Soprattutto, l’imperativo categorico “Non bocciare” si è tradotto nel facilismo, nella desertificazione degli studi, nel non sapersi, appunto, neppure esprimere in italiano…”

Di Pier Franco Quaglieni *

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Don Benevelli e la Resistenza tricolore

E’ mancato  a Cuneo , a 93 anni,don Aldo Benevelli , prete partigiano di straordinario carisma religioso e storico.Solo il Tg3 Piemonte l’ha ricordato in modo adeguato. Lo conobbi quando rendemmo onore, insieme al sindaco di Boves, al cippo torinese in ricordo del capitano Ignazio Vian ,medaglia d’oro al V.M.,impiccato nel 1944 in corso Vinzaglio angolo via Cernaia, nello stesso luogo in cui nel 1945 venne giustiziato il federale fascista di Torino  Giuseppe Solaro, il cui cadavere venne gettato nel Po . Pensavamo che Vian meritasse un ricordo bel diverso da quello attuale,ormai reso quasi illeggibile dal tempo,ma non riuscimmo a fare qualcosa di concreto per cambiarlo.Marco Castagneri tentò generosamente di agire ,ma dovette fermarsi,malgrado il suo entusiasmo coriaceo e incorreggibile di vecchio alpino.  Don Benevelli parlò  con voce ferma e chiara, nel traffico caotico di una Torino che apparve indifferente a quel raduno in cui i fazzoletti azzurri di Mauri e quelli gialli degli amici di don Benevelli furono protagonisti. Il sacrario di Mauri a Bastia di Mondovì era un comune ritrovo:i suoi mille Caduti testimoniavano di un nuovo Risorgimento dell’Italia tra il 1943 e il 1945, di una Resistenza  che potremmo definire senz’altro tricolore,animata  cioè non da ideologie di parte ,ma da valori autenticamente patriottici. La morte di don Benevelli,come quella a Savona di Lelio Speranza un mese fa, ci ricorda che la Resistenza non fu solo comunista o azionista. Ci furono don Benevelli, Perotti,  Montezemolo, Pamparato,Martini Mauri ,comandante  delle Divisioni Alpine Autonome e liberatore di Torino e tanti altri,spesso colpevolmente quasi dimenticati.

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Don Lorenzo Milani , Garosci e la scuola sfasciata

Nel 2017 ricorrono i 50 anni dalla morte di don Lorenzo Milani,il prete della scuola di Barbiana sul Mugello,autore della famosa “Lettera ad una professoressa” che divenne nel 1968 uno dei manifesti della contestazione. Fu Aldo Garosci,mio professore di Storia del Risorgimento a Torino,antifascista della prima ora,esule e combattente in Spagna,eroe della Resistenza,ma fiero anticomunista,a parlarmi di quella “lettera” quando si stavano già cogliendo a palazzo Campana di Torino i germi della contestazione. Mi disse dello screditamento della scuola di Stato operata dal prete toscano e mi predisse che quella lettera era destinata a lasciare un’eredità negativa nella scuola successiva. Garosci fu uno dei primi a subire una contestazione violenta. Infatti ,rileggendo degli appunti presi allora, constato che la lettera di Don Milani pose il problema del classismo della scuola italiana,chiusa ai poveri,dei programmi vecchi e nozionistici,della mancanza di legame tra scuola e vita reale,dell’inutilità dell’insegnamento in termini pratici,della inopportunità  dell’assegnazione del voto e soprattutto della necessità di non bocciare.  La scuola media unica era nata da cinque anni.Oggi vediamo che l’attacco al nozionismo ha generato il rifiuto della nozione senza la quale la cultura diventa vaniloquio.Constatiamo che le lingue classiche sono state relegate in un angolo,mentre avevano un ruolo importante nella formazione dei giovani,ma a molti sembravano inutili sotto il profilo pratico. Non avevano letto neppure Concetto Marchesi, latinista e comunista. Alla citazione latina è subentrata quella inglese, anche da parte di chi non sa l’inglese,oltre a non conoscere l’italiano. Soprattutto, l’imperativo categorico “Non bocciare” si è tradotto nel facilismo, nella desertificazione degli studi, nel non sapersi,appunto,neppure esprimere in italiano,come hanno denunciato 600 accademici italiani di recente. Chissà se don Milani condividerebbe lo sfascio attuale ?Era un sacerdote un po’ settario,ma sicuramente alla sua missione di prete e di educatore  credeva profondamente. E seppe anche pagare di persona per le sue idee. L’antipedagogia del torinese  Francesco de Bartolomeis (che frequenta ancora le piscine a 90 anni) ha sicuramente delle responsabilità maggiori.Tra lui e Quazza negli studi storici è difficile stabilire una graduatoria.

 

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  I matti eliminati per legge ?

Il maggior psichiatra torinese, Pier Luigi Furlan,  figlio dello scrittore Pitigrilli, ha pubblicato il libro “Sbatti il matto in prima pagina”, edito da Donzelli ,nel quale documenta accuratamente attraverso lo studio dei giornali dell’epoca il lungo dibattito che portò alla eliminazione dei manicomi. Una pagina drammatica che Furlan,medico e scienziato di fama internazionale,ci fa rivivere in tutta la sua complessità. Così nacque la legge  180, detta anche legge Basaglia dal nome del suo ispiratore :la partorì  “Psichiatria democratica”,un movimento destinato ad essere egemone,come altre associazioni simili nel campo della magistratura e della scuola. Certo, i manicomi erano dei “lager”,anche magari delle fabbriche di follia,ma  ci sarebbe oggi  da domandarsi se alla legge Basaglia sono seguiti provvedimenti che vadano oltre il dogma,tutto ideologico, di  affrontare il problema delle patologie mentali come se fossero il prodotto dell’oppressione sociale capitalista.  Abolire i manicomi-lager è stato giusto, anche perché la legge istitutiva del 1904 era stata stravolta dal fascismo,ma negare un adeguato appoggio a chi abbia reali problemi è tutt’altra cosa . Lasciare famiglie in difficoltà  abbandonate a sé stesse è stato ed è un gravissimo errore. L’idea che non si tratti di malati, ma di disturbati è stata perdente. Quanti sono a Torino i barboni lasciati al loro destino o costretti ogni tanto al TSO, trattamento sanitario obbligatorio?

Un drammatico caso recente torinese  ha messo in evidenza che cosa sia il TSO anche per persone che vivono in famiglia. Avevano ragione i radicali di Pannella e i liberali di Malagodi ad opporsi alla legge 180.Pannella voleva il referendum per l’abolizione  della legge sui manicomi del 1904,ma si oppose alla legge Basaglia,vedendo lontano. Occorre riprendere i temi liberali per porre argine ad una situazione che, con la mancanza di risorse e con un ridimensionamento del Servizio Sanitario Nazionale,si fa esplosiva.Ieri ho rivisto in una piazza torinese una donna che chiede aiuto ai passanti da almeno quindici anni.Sempre lo stesso volto,invecchiato,ma sempre la stessa richiesta di un panino per mangiare. Non credo che le possa bastare un panino.  Occorrerebbe ben altro. E poi ci sono i drammi della violenza fuori e all’interno delle famiglie,degli uxoricidi e degli omicidi che dominano le cronache dei giornali. Sono tutti raptus improvvisi? Sono tutti frutto della gelosia che fa perdere la testa ?

 

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 Villafranca sabauda

Oggi, anzi dagli anni 50, è diventata Villafranca Piemonte, ma il suo nome storico è Villafranca Sabauda, paese vicino a Cavour. I repubblichini di Salò cancellarono  il “sabauda”, e ,non subito a ridosso dal referendum del 2 giugno 1946,ma negli anni Cinquanta, si inventarono Villafranca Piemonte,modificando un vecchio nome ,quello di Villa Piemonte. Anche Venaria reale divenne per un certo periodo solo Venaria,ma poi l’esistenza della reggia impose anche ai faziosi di ripensare ad una scelta che negava in modo palese la storia.Benedetto Croce, nel suo viaggio torinese dopo la guerra, aveva scritto a Filippo Burzio lamentando i cambiamenti della toponomastica cittadina volti a cancellare alcuni nomi dei Savoia. Il senso della storia non poteva consentirlo, scrisse il filosofo. Non si capisce perché Villafranca non senta la necessità di riprendere il suo storico nome. Conservo la lettere e le cartoline di Vittorio Prunas Tola, che passava l’estate  nell’antica casaforte di Marchierù e che datava sempre le sue missive ,scrivendo Villafranca Sabauda. Non era il  vezzo di un vecchio nobiluomo d’antico stampo,e ra la storia.

* Direttore del Centro “Pannunzio”

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 LETTERE

La rubrica è seguita da molti lettori che mi scrivono. Mi sembra giusto riservare loro uno spazio. Pubblico una lettera,scegliendola tra quelle che mi hanno espresso dissenso.

PFQ

“Lei scrivendo dei 150 anni de “La stampa”,ha messo in luce che Valerio Castronovo  ha scritto un’opera  in cui “ricostruisce con rigore la storia di un  secolo e mezzo in cui egli inserisce magistralmente (sic) quella del giornale “. Ma non ha letto le critiche persino di Jas Gawronski, amicissimo dell’avv. Agnelli e un tempo anche suo? Gawronski lamenta come non si sia parlato di fatto dei direttori de “La stampa” del ventennio. Cosa ne pensa ? E’ rigore storico ignorarli?”

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Castronovo, uno dei nostri migliori storici in assoluto, ha scritto ,come avevo rilevato,una storia di 150 anni di vita italiana in cui ha  inserito la storia del giornale. Quindi non si tratta di una storia del giornale vera e propria,come forse sarebbe stato auspicabile.Non ho difficoltà a dar ragione a Jas, di cui resto amico oggi come ieri :dopo decine d’anni anche i direttori di epoca fascista vanno storicizzati. Tra il resto , Curzio Malaparte ed Alfredo Signoretti non erano certo dei direttorini. Malaparte,tra il resto, finì al confino  fascista e, dopo la guerra, aderì al partito comunista. La storia è sempre più complessa di quello che si possa pensare.

Apic: ecco i pannelli contro le barriere uditive

Il Progetto APIC di sensibilizzazione sulle barriere uditive è ormai alle battute finali, in questi giorni l’associazione sta completando l’attività di installazione degli 11 pannelli portatili ad induzione magnetica donati ad un gruppo di ospedali piemontesi scelti tramite le segnalazioni dei propri soci. A suo tempo erano state contattate le principali direzioni sanitarie ospedaliere del Piemonte proponendo loro l’installazione del pannello sui banchi degli sportelli di accoglienza dei principali presidi. 

I pannelli portatili a induzione magnetica, scelti e messi in donazione sono utilizzabili senza particolari problemi sui banchi di accoglienza, informazioni o a discrezione del presidio in altri punti di contatto con il pubblico, ciò in modo da agevolare i portatori di protesi acustica e impianto Cocleare nella comprensione del parlato, soprattutto in locali dove il rumore di fondo può essere molto fastidioso, facendo in modo che le informazioni dell’addetto trasmesse dall’ausilio direttamente alla protesi dell’utente siano più facilmente comprensibili. L’iniziativa è stata attivata dall’APIC in seguito all’assegnazione del contributo derivante dalla scelta dei cittadini sul 5 per mille relativo all’anno 2013, con il quale l’associazione ha deliberato l’acquisto di apparecchiature atte al superamento delle barriere sensoriali che riguardano il deficit uditivo e /o sordità. Il progetto oltre ad agevolare le persone con problemi uditivi punta a promuovere l’uso delle tecnologie assistive, ormai utilizzate da un sempre crescente numero di persone e strutture, fino a diventare prassi ormai collaudate in moltissime nazioni non solo europee.

 
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APIC – Associazione Portatori Impianto Cocleare www.apic.torino.it – info@apic.torino.it

A.P.I.C. è un’associazione a carattere volontario senza fini di lucro sorta a Torino nel 1998 ad opera di pazienti sordi profondi sottoposti ad intervento per impianto cocleare presso il Servizio di Audiologia e Foniatria dell’Ospedale Molinette.  L’Associazione costituisce un punto di riferimento, di aiuto reciproco e supporto per i portatori di impianto cocleare e per i candidati all’intervento, inoltre, promuove e favorisce iniziative che rendano migliore la qualità di vita dei pazienti, coinvolgendo nei progetti il personale medico e tecnico e sensibilizzando le strutture pubbliche – sanitarie e non – per un miglioramento dell’assistenza e per la diffusione dell’informazione su questo innovativo trattamento della sordità profonda. L’iscrizione all’A.P.I.C. è aperta a tutti e costituisce il modo più semplice per sostenere chi si adopera per tutelare i diritti dei non udenti favorendo la corretta conoscenza dell’impiego dell’impianto cocleare

Il rilancio della montagna passa da turismo e agricoltura

Turismo ed agricoltura sono due grandi pilastri per la vita della montagna. Si tratta di un binomio la cui validità viene confermata dai bandi del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte. L’argomento sarà al centro, sabato 25 febbraio a Pomaretto, di un convegno (dalle ore 9,30) organizzato dal Comune con Asproflor (Associazione dei Produttori florovivaisti) e Uncem nella Sala del Teatro valdese.  Dopo gli interventi di introduzione di Danilo Breusa, Sindaco di Pomaretto, Renzo Marconi, Presidente Asproflor, e Rossana Turina, FedAgri Confcooperative Piemonte, seguiranno le relazioni di Marco Bussone, Uncem Piemonte (Le associazioni fondiarie e PSR 2014/2020), Marello Cristina, Nutraceutica (Diversificazione colturale in aree montane e marginali), Matteo Zappino, Associazione Antichi Mais Piemontesi (Esperienze di coltivazione e filiera di antiche varietà di mais), Paolo Clapier, Dottore Forestale (Foraggicoltura di montagna in Val Chisone), Piercarlo Tivano, Scuola Agraria Salesiana Lombriasco (Le culture minori e attività connesse per l’integrazione del reddito nelle aree inter). Poi una serie di buone pratiche, introdotte dal vicepresidente di Asproflor Sergio Ferraro: Enrico Bernard, Titolare Elysir distilleria Bernard di Pomaretto, Paolo Cavallo, Titolare della distilleria LAR-ICE di Pragelato, Piero Ferrero, Presidente Cooperativa di Pancalieri (lavorazione, distillazione e commercializzazione di oli essenziali di erbe aromatiche), Samanta Badini e Simone Braguzzi, Titolari Ditta Erbe di Montagna di Pianfei. Conclusioni (prima della degustazione di prodotti) di Silvana Nicola dell’Università di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e di Moreno Soster della Regione Piemonte, Direzione Agricoltura Settore Produzioni Agrarie. “Vogliamo mettere un nuovo tassello nella costruzione dello sviluppo delle nostre valli – spiegano Danilo Breusa, sindaco, e Sergio Ferraro, vicepresidente Asproflor – Ci sono importanti esperienze di imprese che sono modello per altre nuove, dove l’innovazione incontra il territorio e ne escono prodotti unici, dal grandissimo valore aggiunto. Ci sono fondi europei del Psr, e non solo, da drenare sul territorio. C’è anche la legge sull’associazionismo fondiario che prova a mettere un argine ad abbandono e invasione del bosco. L’agricoltura torna a essere un settore trainante anche per la montagna, dopo decenni di abbandono. Ma non va presa come ‘ultima spiaggia’ o come ripiego. Dobbiamo aiutare le nuove imprese a crescere e a dare valore e mercato ai loro prodotti. Servono marketing e comunicazione. Sabato a Pomaretto parleremo anche di questo”.

Massimo Iaretti