Sarà una fondazione privata creata grazie alla collaborazione tra Nesta, fondazione filantropica di portata globale con sede a Londra, e la Compagnia di San Paolo

E’ operativa da oggi Nesta Italia, fondazione privata incentrata sull’innovazione destinata a portare nel mondo del Terzo Settore italiano una vera rivoluzione nell’approccio alle problematiche sociali. Nesta Italia intende infatti offrire soluzioni per le necessità in ambito sociale del nostro Paese utilizzando un approccio innovativo per stimolare un processo che, partendo da ricerche e analisi rigorose condotte sulle specifiche aree di intervento, permetta la realizzazione di idee e progetti in grado di integrarsi con il sistema e di modificarlo virtuosamente dall’interno.
Nata da una collaborazione fra Nesta, fondazione filantropica di portata globale con sede a Londra, e la Compagnia di San Paolo, una delle maggiori fondazioni private in Europa, Nesta Italia intende promuovere l’innovazione nell’istruzione, individuare risposte adeguate all’integrazione sociale, contribuire a risolvere le sfide della salute, sostenere l’arte e il patrimonio culturale, applicando a tutti questi settori i metodi originali e consolidati che sono già stati adottati da Nesta nel Regno Unito.
Nesta Italia proporrà dunque un approccio completamente nuovo per affrontare le grandi sfide della nostra epoca e del nostro Paese e si confronterà da subito con le necessità più urgenti e pressanti come le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione, i flussi migratori, i servizi pubblici inadeguati rispetto alla domanda e un mercato del lavoro in rapida trasformazione. Per far questo, metterà a frutto conoscenze, reti sociali, finanziamenti e competenze collaborando con partner di tutta Italia, incluse autorità governative, imprese e organizzazioni non profit.
Direttore di Nesta Italia è Marco Zappalorto, mentre il Board è composto da Geoff Mulgan (Presidente), Helen Goulden, Mario Calderini, Marco Demarie e Eleonora Rajneri Karageorgevitch.
“Nesta è la principale fondazione privata per l’innovazione del Regno Unito e si concentra sull’utilizzo di risorse e competenze per risolvere i problemi sociali più pressanti. Siamo felici di collaborare con la Compagnia di San Paolo nella creazione di questa nuova realtà con lo scopo di affrontare i problemi di maggiore urgenza per l’Italia”, ha dichiarato Simon Morrison, Deputy CEO Nesta. “Combinando le competenze, le reti di risorse e il raggio di azione delle nostre rispettive organizzazioni, crediamo di poter contribuire a risolvere problemi come l’istruzione, l’occupazione, l’integrazione e la sostenibilità, che riguardano il mondo intero. E al mondo intero guarda Nesta: proprio quando nel Regno Unito si va verso la Brexit, noi siamo ancora più determinati a fare il contrario rafforzando sempre di più le nostre collaborazioni in tutta l’Europa. Di fronte alle grandi sfide sociali abbiamo la necessità di unire le diverse capacità di risolvere i problemi: Nesta Italia sarà impegnata in prima linea su questo aspetto”.
“Nesta Italia nasce dalla visione condivisa di Nesta e Compagnia di San Paolo sulla filantropia sociale innovativa. Per estendere la presenza di Nesta, la cui sede è nel Regno Unito, abbiamo scelto l’Italia consapevoli dell’esistenza di un ecosistema molto attivo nel terzo settore. L’esperienza pluridecennale delle cooperative, la vitalità del non-profit rappresentano un contesto molto favorevole per Nesta e l’approccio di innovazione sociale che proponiamo. E questo è ancora più vero nel caso di Torino, città che vanta non solo un tessuto di impegno sociale molto consolidato e ricco di realtà filantropiche; ma anche una città che ha saputo reinventarsi e sfruttare il proprio know-how nella tecnologia e nell’organizzazione per diventare laboratorio di creatività e innovazione riconosciuto a livello nazionale e internazionale”, afferma Marco Zappalorto, Direttore di Nesta Italia. “L’approccio che adotteremo è duplice: da una parte, replicare in Italia alcune delle esperienze di successo realizzate nel Regno Unito, adattandole al contesto italiano e verificandone i risultati. Dall’altra, imparare dalle esperienze prettamente italiane e contaminarle con il nostro metodo di lavoro”.
Il Presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, aggiunge: “L’idea di Torino che ha la Compagnia è fatta di apertura e di connessioni. Nesta Italia, con la sua importante rete di relazioni internazionali e competenze, è un pezzo importante di un quadro che si sta componendo e che ci apre al domani. Gli oltre 20.000 progetti finanziati dalla Compagnia di San Paolo nei 25 anni dalla sua costituzione sono il patrimonio che porteremo in Nesta Italia per sperimentare insieme nuove forme di finanziamento ibride, attraverso grant, equity, loans e finanza di impatto, che ci consentano di diventare ancora più efficaci nei nostri interventi per promuovere l’innovazione nell’istruzione, individuare risposte adeguate all’integrazione sociale, contribuire a risolvere le sfide della salute, sostenere l’arte e il patrimonio culturale, sviluppando anche adeguati metodi di misurazione dell’impatto dei nostri progetti”. E il Segretario generale della Compagnia, Piero Gastaldo, aggiunge “La Compagnia si è da sempre considerata una fondazione europea e ha investito molto sulla collaborazione internazionale con altre fondazioni. Ciò ha creato le condizioni per questo risultato di cui sia la Compagnia sia Nesta sono molto soddisfatte. La capacità di Nesta di far dialogare tecnologia e sociale per affrontare problemi nuovi è il linguaggio in cui ci siamo riconosciuti”.
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Domenica mattina, intorno alle 7.30
nomadi. 

Il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin in un messaggio al convegno organizzato dagli industriali di Torino ha annunciato che il Ministero è pronto a giungere quanto prima alla sottoscrizione a Roma dell’accordo di programma 
di Pier Franco Quaglieni
regioni nacquero sicuramente in ritardo rispetto alla Costituzione del 1948 , ma in modo affrettato e quasi concitato ,senza il necessario approfondimento, nel biennio 69/70 e furono un insieme di provincie economicamente forse poco omogenee ,ma storicamente e sicuramente ,nel nostro caso, piemontesi. Era l’idea dei Padri Costituenti Piemontesi Viglione, Oberto, Beppe Fassino, Nesi e tanti altri. E’ il Piemonte che fece il Risorgimento, e’ il Piemonte cantato da Carducci nella sua ode. Ha fatto bene Gilberto Pichetto a rivendicare l’identità unitaria del Piemonte. Anche la Valle d’Aosta tento’ in passato di annettersi qualche comune canavesano, ma non ottenne nulla .
ecologico che è tutto da dimostrare che abbia un’effettiva utilità soprattutto in presenza degli impianti di riscaldamento accesi. E’ giusto scoraggiare il fatto di attraversare il centro per spostarsi da Nord e a Sud di (e viceversa) di Torino in auto,ma è sbagliatissimo chiudere praticamente in permanenza il centro alle auto. I negozi chiudono alle 19,30 ,quindi consentire mezz’ora per eventuali acquisti è privo di senso.
nobile e sfortunata figura del Duca Amedeo d’Aosta,eroe dell’Amba Alagi dove nel 1942 resistette con i suoi soldati oltre ogni limite umano ed ottenne l’onore delle armi dagli Inglesi. Palazzo Cisterna fu il palazzo dove abitò la famiglia del Duca a Torino. Se l’Italia in Africa non su solo quella di Graziani e di Badoglio ,ma fu un’Italia civile che seppe portare scuole ed ospedali nelle colonie , lo si deve al Duca. Solo Angelo Del Boca nel suo livore non ha voluto riconoscerlo. Amedeo ,fatto prigioniero degli Inglesi, morì a Nairobi,rifiutando di lasciare i suoi soldati per tornare in Italia,come avrebbe potuto fare.Mantenne intatta la sua dignità di principe e di soldato anche nella sfortuna e nella morte. E’ rimasto sepolto a Nairobi questo Savoia coraggioso a cui chiunque deve portare rispetto e ammirazione incondizionata.Forse nell’Italia di oggi anche la sua salma si sentirebbe a disagio.
più una scuola, resta una pietra miliare della mia formazione . Se io ho acquisito lo spirito della disciplina ,lo debbo al mio maestro elementare don Antonio Battisti,di Villanova Solaro, vicino a Saluzzo,un cuneese verace. Insieme a lui c’era un certo don Biglino che appariva troppo severo.Don Battisti era molto esigente ,imponeva punizioni già allora da giudicare obsolete,ma ebbe su di me il ruolo di un educatore che mi squadrò all’insegna di una durezza che forse a dieci anni appariva esagerata,ma che non mi sento di condannare. Se so qualcosa di Latino (per me è stata una conquista fondamentale che mi insegnò a pensare con il rigore necessario)lo debbo ad un altro salesiano,don Dante Bettega,un austriaco di Bressanone,diventato italiano che sapeva la Commedia di Dante a memoria e che pretese che noi studiassimo a memoria Cesare, Cornelio,Esopo,Catullo,l’Iliade e l’Odissea. Dopo tre anni di medie recitavo a memoria tutto. Ma soprattutto mi insegnò a ragionare come si deve,per dirla con Pascal. Senza guardare alle forme, quando rimasi a lungo malato durante la terza media, non esitò a venire tante volte a casa mia ad aiutarmi. Ci pensava a seguirmi un professore ebreo scelto da mio padre,lo storico del Risorgimento Salvatore Foa,che mi ha lasciato la passione per la storia risorgimentale che caratterizzerà tutta la mia vita,ma l’aiuto e l’incoraggiamento di don Bottega,anche lui uomo duro,temprato alla vecchia maniera,fu importante. Morì giovane nel 1962. Don Prospero Ferrero,altro salesiano coltissimo,mi fu di aiuto nel ginnasio e anche in parte nel liceo. Finchè fu delegato degli ex allievi del “San Giovanni “, partecipai alla vita dell’associazione con un altro grande amico della mia vita,il futuro preside del Liceo “d’Azeglio” di Torino. Un mio zio d’ acquisto, don Carlo Orlando, fu Ispettore dei collegi salesiani del Sud America e poi postulatore generale delle cause di beatificazione dei Salesiani a Roma. Conservo l’immaginetta del ricordo
della sua prima Messa. Era un uomo con un cuore semplice ed una grande fede religiosa,ricca di umanità. Mia moglie me ne parla con l’ammirazione riservata agli uomini dall’animo eletto.Era un uomo così importante che tutti i Salesiani di una certa epoca ne avevano una vera e propria venerazione e lo consideravano un santo come don Michele Rua o don Filippo Rinaldi successori di don Bosco.Don Orlando ricordava spesso don Callisto Cravario,ucciso in Cina dai pirati e venerato come santo e Martire. Don Callisto era stato allievo del “San Giovanni Evangelista” di Torino.Il Quartiere San Salvario dovrebbe gloriarsi di don Callisto,ma il “politicamente corretto”multietnico purtroppo lo impedisce perché missionario in Cina. Anche il direttore attuale del “San Giovannino” e parroco dei “Santi Pietro e Paolo” don Mauro Mergola è un sacerdote di grande impegno religioso e di forte sensibilità umana. Ha fatto dell’oratorio salesiano “San Luigi” un crogiuolo in cui si mescolano giovani italiani e giovani immigrati,seguendo lo spirito di don Bosco che aprì quell’oratorio, in un angolo allora molto difficile di Torino per l’alta presenza di ragazzi sbandati della Torino ottocentesca. Passano i decenni e i salesiani continuano sulla scia di don Bosco il loro impegno religioso e civile,senza mai mescolarsi alla politica.
Liana De Luca poetessa di Zara a Torino
ha scritto delle pagine molto belle sulle opere di Liana. De Luca ha fondato il Cenacolo Orobico, l’associazione più importante di Bergamo che ha esercitato un ruolo anche internazionale. Liana è un’amica dolcissima , mi scrive biglietti affettuosi,qualche mail,mi manda spesso le sue poesie.Ne ha dedicata anche una al Centro “Pannunzio”. Io non sono un critico letterario,ma capisco istintivamente il valore della sua poesia che riesce a parlare a tutti senza la mediazione della critica,come solo i grandi poeti riescono fare. Simile a lei conosco una giovane poetessa-magistrata , Alessandra Chiavegatti che esercita e vive a Bergamo ,città favorevole alla poesia. Anche lei, magari stanca da lunghe ore in tribunale , scrive poesie nel cuore della notte e ci darà ancora tante opere importanti. Com’è bello avere un rapporto con le poetesse,esse ti danno un senso diverso della vita,ti danno una prospettiva di speranza nel futuro che lo storico oggi non può assolutamente avere.
essere onorati nell’Ateneo dove sono stati docenti. Anch’io ambirei a quell’onore per tante iniziative fatte in quell’Aula Magna. Luigi è’ stato un ottimo professore. Non faccia polemiche inutili. Bobbio non ha nulla a che vedere con i contestatori voltagabbana passati con Berlusconi o con Renzi per mero opportunismo.
o non so lei,ma io spesso quando vado nei servizi pubblici dei locali,vorrei togliermi la giacca e non trovo mai un qualcosa che sembri anche lontanamente ad un attaccapanni. In un noto e bel ristorante ho trovato un chiodo per appendere la giacca. Incredibile, ma vero. E’ un piccolo particolare, ma anche a Milano e a Roma di recente ho riscontrato la stessa mancanza. In passato non era così. 



futuro e un minimo di sviluppo.
indiretta dimostrazione, sono un ferroviere ed arrivo da Alessandria. Ho trovato una situazione articolata anche tra i lavoratori.
Domenica 15 ottobre 2017 in Piazza Castello a Torino