L’occupazione in Piemonte aumenta più che nel resto d’Italia. Nel primo trimestre dell’anno, secondo le stime dell’indagine diffusa nei giorni scorsi dall’Istat ed elaborata dall’osservatorio regionale del mercato del lavoro, tra i mesi di gennaio e marzo il numero di occupati è cresciuto in regione di 43 mila unità, ossia il 2,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2017, mentre la media nazionale è di +0,6% , 147 mila unità. Invece i disoccupati sono calati di 38 mila unità, cioè meno 18,3% rispetto al primo trimestre 2017. In percentuale la crescita dell’occupazione è superiore anche alla media delle altre regioni del Nord d’Italia dove, tranne il Trentino l’andamento occupazionale è negativo.
Kilowatt a chilometri zero
Parere favorevole alla norma e per il risparmio in bolletta
Primo via libera alla legge che istituisce le comunità energetiche. Per favorire il principio dei kilowatt a chilometri zero e abbattere i costi per gli utenti, è stato infatti votato all’unanimità il parere favorevole alla Pdl dal titolo “Istituzione delle comunità energetiche”, primo firmatario il capogruppo di Scelta di Rete civica.
La proposta, che aveva raccolto l’adesione di tutti i gruppi del Consiglio regionale del Piemonte, è stata discussa dalla terza Commissione in sede legislativa. Ora verrà inviata all’esame del Consiglio delle autonomie locali (Cal) e della Commissione Bilancio, per poi ritornare in terza per il voto finale.
La nuova norma – una volta approvata – permetterà a comunità di persone, enti e imprese di scambiare tra loro l’energia prodotta con fonti alternative. L’idea alla base è stata quella della cooperativa di produzione e consumo, mettendo l’energia al posto dei tradizionali prodotti che caratterizzano questo sistema.
Il capogruppo di Src si è detto contento del parere favorevole alla proposta, che permetterà ai cittadini piemontesi di avere un forte sconto sulla bolletta, a patto che venga prodotta energia pulita. Inoltre questa legge favorisce iniziative e progetti rivolti alla tutela ambientale grazie all’abbattimento dei combustibili fossili.
Articolo1 e M5s hanno parlato di utile strumento innovativo, considerando che il Piemonte sarebbe la prima Regione italiana a dotarsene. Il Pd ha sottolineato l’importanza del concetto di comunità, mentre Fi ha auspicato che simili iniziative possano giovare soprattutto ai territori cosiddetti svantaggiati.
Quella delle comunità energetiche è una possibilità già in uso in molti Paesi europei e permessa in Italia, finora, soltanto ad alcuni consorzi storici del Trentino e a due Comuni in Sardegna, entrambe Regioni a Statuto speciale. In Piemonte, nel Pinerolese, è già in atto una fase sperimentale, priva però dello strumento legislativo.
La proposta in esame recepisce una specifica direttiva europea.
Alle comunità energetiche possono associarsi imprese, privati, amministrazioni pubbliche il cui scopo sia attrezzarsi con fonti di energia rinnovabile da utilizzare nell’ambito della comunità. Al momento lo scambio può avvenire soltanto tramite il gestore nazionale (Enel distribuzione o Terna).
MB – www.cr.piemonte.it
In tempo di crisi, proliferano le truffe più incredibili e altrettanto improbabili. Una di queste riguarda le contravvenzioni legate al Codice della Strada. Come difendersi?
Sono moltissimi i cittadini italiani che, ogni anno, hanno a che fare con raggiri e tranelli legati alle cosiddette multe false. Ecco, dunque, la nuova frontiera della truffa porta a porta.La vittima riceve una telefonata che avverte di un’infrazione compiuta al Codice della Strada, e la informa sulle procedure innovative per pagare subito la multa e usufruire di uno sconto importante sull’importo.La leva di fondo che fa sì che, nei casi più sventurati, i malfattori riescano ad andare a segno, parte da un principio di verità: buona parte dei cittadini, infatti, è al corrente che chi paga le multe, online o con metodi tradizionali, entro 5 giorni dal ricevimento del verbale, ha infatti diritto ad una riduzione dell’importo pari al 30%. Per lo più a rendere ancor maggiormente verosimile la circostanza, vi è il fatto che il soggetto che sta all’altro capo del telefono si qualifica slealmente come agente di polizia. E, spesso e volentieri, coinvolge persino un familiare come falso trasgressore (un figlio o un nipote) che al momento non può pagare la multa. La telefonata truffaldina si conclude con la comunicazione dell’importo da pagare a un presunto messo comunale che nel giro di pochi minuti suonerà al campanello di casa del malcapitato. E’ bene, tal proposito, ricordare sempre che non è consentita la riscossione delle multe porta a porta, onde fugare qualsivoglia dubbio a riguardo.
La Fondazione CRT e l’Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO) hanno aperto fino al 1 luglio il nuovo bando di Entrepreneurs for Social Change (E4SC), il progetto per formare e sostenere 25 giovani imprenditori sociali dell’area euro mediterranea in grado di contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) nei propri Paesi di origine: dalla sicurezza alimentare alla gestione dell’acqua e al trattamento dei rifiuti, dall’accesso ai sistemi di energia pulita all’istruzione di qualità, dalla lotta ai cambiamenti climatici alla promozione di un’occupazione dignitosa per tutti.La call per selezionare in tutti i 26 Stati che si affacciano sul Mediterraneo i giovani dai 18 ai 35 anni che hanno avviato un’impresa sociale o intendono crearne una, è on line sul sito www.e4sc.org.
I vincitori parteciperanno a dieci giorni di training intensivo a Torino il prossimo ottobre, attraverso un’esperienza di apprendimento unica, radicata nei valori dello scambio tra pari e della costruzione di una community. Successivamente, e per un anno, ai 25 partecipanti verranno forniti gli strumenti più efficaci per aprire o ampliare la propria impresa, attraverso un percorso di empowerment personalizzato che coinvolge esperti e tutor a vari livelli: la formazione, orientata non solo alla tecnica, ma anche alla crescita personale, riguarderà temi quali business sociale, fundraising, marketing, leadership e dialogo interculturale, tutti fattori chiave del successo nell’imprenditoria sociale.
Entrepreneurs for Social Change intende formare una nuova generazione di imprenditori sociali nei propri Paesi di origine, responsabilizzando i giovani a realizzare il loro potenziale innovativo ed economico sia per creare posti di lavoro, sia per essere “ambasciatori” e promotori di un cambiamento positivo: un cambiamento che, riducendo le ineguaglianze in linea con i 17 SDGs dell’ONU, intervenga sulle principali cause delle ondate migratorie e delle tensioni sociali nell’area euro mediterranea.
“L’imprenditoria sociale deve essere un impegno comune: energia sostenibile, tutela dei lavoratori e salvaguardia del clima sono temi centrali per la società civile, ed è fondamentale che siano all’ordine del giorno di istituzioni filantropiche, organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e soprattutto delle imprese – dichiara il Presidente di EFC-European Foundation Centre e Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. È nostro dovere formare una nuova generazione di imprenditori capaci di interfacciarsi con i colleghi di tutto il mondo, guardando ai Sustainable Development Goals come a una bussola che traccia il percorso da seguire verso un social change concreto e proiettato al futuro”.
“L’imprenditoria sociale è un nuovo settore in via di sviluppo; – spiega il direttore del dipartimento di Agri-Business dell’UNIDO Dejene Tezera – i ‘Millennials’ vogliono essere protagonisti del cambiamento e vogliono creare, per loro stessi e per gli altri giovani, posti di lavoro sostenibili e dignitosi. Con Entrepreneurs for Social Change, UNIDO fornisce loro la piattaforma giusta per avere successo”.
Dal 2012, anno di avvio della prima edizione sperimentale, il programma Entrepreneurs for Social Change di Fondazione CRT e ONU ha selezionato oltre 2.000 candidature e formato 85 imprenditori sociali.
Rivalta sbarca sui social
Facebook, twitter e Instagram per migliorare la comunicazione
La Città di Rivalta sbarca finalmente sui social. Da qualche giorno all’indirizzo @cittadirivalta è attiva la pagina facebook del Comune, uno strumento di comunicazione diretto e flessibile di cui ormai le amministrazioni pubbliche non possono più fare a meno. È un modo nuovo di raccontare la città e di portare all’attenzione di tutti i rivaltesi le informazioni di servizio che riguardano la quotidianità: aggiornamenti sulla viabilità, decisioni dell’amministrazione, appuntamenti culturali, iniziative.È anche un canale pensato e creato per i cittadini, che potranno inviare segnalazioni, suggerimenti e osservazioni per aiutare a migliorare la vita della comunità. Attenzione però: proprio perché si tratta di una piazza comune, aperta a tutti, va usata con educazione e rispetto nei confronti dei fruitori del servizio. Per questo gli utenti troveranno un vademecum con le regole da rispettare per poter seguire la pagina e interagire con gli altri follower.«L’apertura dei canali social ci consente una comunicazione più veloce e immediata e ci permette di intercettare e dialogare con tutti i rivaltesi, che sempre più usano questi strumenti» spiega il vicesindaco Sergio Muro. «Oggi con questo atto completiamo la rivoluzione del sistema di comunicazione di Rivalta e iniziamo una nuova fase di promozione della Città, dentro e fuori i suoi confini».L’account facebook non è l’unico modo per rimanere in contatto con la Città di Rivalta. Sono attivi anche un account twitter e un profilo Instagram, entrambi raggiungibili all’indirizzo @cittadirivalta. L’ultima novità riguarda poi la testata Rivalta Informa. Con il mese di giugno, accanto alla pubblicazione trimestrale cartacea che continuerà ad essere distribuita in tutte le buche delle lettere della città, il giornale è disponibile anche nella nuova veste web, on-line all’indirizzo www.rivaltainforma.it, aggiornata con le ultime novità dal territorio.
A due anni e mezzo dall’inizio dei lavori è nato il Centro Paideia: il progetto di Fondazione Paideia, con un’esperienza di 25 anni a favore di bambini e famiglie in difficoltà, ha portato alla realizzazione di uno spazio di 3000 metri quadrati a Torino, per un investimento di 13 milioni di euro, che offre attività di assistenza per famiglie con bambini con disabilità, attività di riabilitazione infantile, attività sportive, corsi e laboratori aperti a tutti.
Gli spazi
Il Centro Paideia ha sede nel complesso dell’ex Istituto Nostra Signora di via Moncalvo 1 a Torino, acquisito nel 2013 grazie a una donazione a favore di Fondazione Paideia. Nei suoi 3000 mq il Centro Paideia ospita 15 studi per attività di accoglienza, sostegno e riabilitazione, uno spazio lab per corsi e laboratori creativi, uno spazio incontri per eventi, convegni e attività formative, una sala della musica, una piscina, un terrazzo multisensoriale, un’area giochi esterna, una biblioteca e una caffetteria aperta a tutti, oltre agli uffici di Fondazione Paideia.
Le attività
Il Centro Paideia nasce come luogo per le famiglie con bambini con disabilità o difficoltà, con attività di assistenza e riabilitazione (logopedia, neuropsicomotricità, terapia in acqua e interventi di carattere psicoeducativo), e rappresenta anche uno spazio pensato per tutti – bambini, adulti, neomamme e neopapà con un passaggio previsto di circa 1200 persone alla settimana.
Ogni famiglia potrà contare su un sostegno su misura, assicurato da un coordinatore di progetto e da un’équipe multi-professionale. Un approccio durante il percorso terapeutico basato quindi sulle esigenze dell’intero nucleo familiare, non solo dei bambini con disabilità ma anche dei genitori e dei fratelli e sorelle.
Il Centro Paideia presenta inoltre una proposta di attività sportive per tutti i bambini come nuoto, acquaticità o judo, ma anche attività di fitness flash per adulti con sessioni più brevi da svolgere in pausa pranzo, nella fascia pre-serale o mentre i bambini sono impegnati in terapie o altre attività. Un programma speciale sarà inoltre dedicato alle gestanti e alle neomamme, con attività di ginnastica pre e post gravidanza. Con le sue tante attività aperte a tutte le famiglie, il Centro Paideia diventerà così un luogo di concreta inclusione.
La struttura
Per poter adattare le strutture alle attività progettate è stata necessaria una totale ristrutturazione della villa storica, con la demolizione e la ricostruzione del fabbricato degli anni ’60. Oggi il Centro Paideia si presenta come una struttura ecosostenibile e ad alta efficienza energetica, costruita secondo i più alti standard ambientali con l’obiettivo di ottenere la certificazione LEED nei prossimi mesi.
Il modello
Per dare vita al Centro Paideia, Fondazione Paideia si è ispirata allo stile e ai processi organizzativi dei centri FCC (Family Centered Care) nati in Canada, progettando una struttura innovativa “a misura di famiglia”, dotata di spazi specifici per tutti e non solo per i bambini con problematiche di sviluppo: fondamentale in fase di sviluppo del progetto è stato il confronto costante con le famiglie conosciute negli anni.
Il Centro Paideia propone anche numerosi servizi a tariffe calmierate, inferiori del 25% rispetto agli standard, garantendo un supporto particolare per le famiglie con bambini con disabilità che si trovano in condizioni di fragilità economica e che potranno contare sul sostegno di Fondazione Paideia e sul fondo “Adotta una terapia” per integrare i costi.
“Il Centro Paideia ha l’obiettivo di colmare un vuoto, rispondendo alle difficoltà delle famiglie del territorio con bambini con disabilità, spesso disorientate rispetto alle terapie e all’impegno richiesto anche a livello economico”, dichiara Fabrizio Serra, Direttore di Fondazione Paideia. “Sarà un punto di riferimento per tutti i membri della famiglia, che potranno trovare il tempo e i giusti spazi per dedicarsi alle loro attività preferite e per costruire nuove relazioni in un clima sereno, all’interno di un luogo aperto a tutte le famiglie della città e dove sperimentare quotidianamente il valore dell’inclusione” .
I sostenitori
Il Centro Paideia nasce da una forte adesione da parte del territorio, con numerose aziende e donatori che hanno scelto di “adottare” le diverse aree del Centro dando valore alla propria responsabilità sociale. Fondazione Paideia desidera ringraziare per il generoso sostegno Ersel, Costruzioni Generali Gilardi, Compagnia di San Paolo, Famiglia Ceresa, Buzzi Unicem SpA, Rotary Club Torino, Gruppo Fenera, Simon Fiduciaria SpA, Aldo Gavuzzi, Luigi Lavazza SpA, Carlo, Luisa e Carlotta Pavesio, Gruppo Ferrero SpA, Architetto Cristiana Ruspa, Dierre SpA, Codebò SpA, iGuzzini Illuminazione SpA, Arbo SpA, CLS SpA e tutti i donatori che negli ultimi tre anni hanno scelto di sostenere il progetto.
L’inaugurazione
Il Centro Paideia sarà inaugurato ufficialmente giovedì 14 giugno alle ore 18 con una festa aperta a tutti i bambini e le famiglie. L’evento prevede la partecipazione di Andrea Loreni, funambolo e recordman torinese, che si esibirà nella sua celebre camminata sul cavo a grandi altezze, specialità che lo ha reso famoso in tutto il mondo. L’apertura al pubblico avverrà dal 15 giugno: sarà possibile richiedere informazioni e visitare gli spazi (dal lunedì al venerdì, ore 9-18, 011-0462400 www.centropaideia.org). L’avvio operativodelle attività è in programma a partire da settembre.
I numeri
13 milioni di euro investiti per la realizzazione del progetto
3000 metri quadrati di superficie complessiva dedicata ai bambini e alle famiglie
23 aree destinate alle attività di riabilitazione, socio-educative e ricreative
40 professionisti operativi ogni giorno all’interno del Centro Paideia
300 volontari della Fondazione Paideia coinvolti nelle attività del Centro Paideia
200 accessi al giorno previsti per le attività proposte dal Centro Paideia
Si è chiusa nei giorni scorsi a Bruxelles la Conferenza annuale dell’European Foundation Centre (EFC), il network della filantropia istituzionale presieduto dal Segretario Generale della Fondazione CRT
Un Mercato unico per la filantropia, fondi europei di garanzia per progetti a impatto socialee l’utilizzo dei Big Data per il non profit. Queste tra le principali novità della Conferenza annuale dell’European Foundation Centre (EFC), il network internazionale della filantropia istituzionale, sotto la presidenza di Massimo Lapucci, Segretario Generale della Fondazione CRT.
La conferenza, intitolata “Culture Matters. Connecting citizens & uniting communities” in occasione del 2018 Anno Europeo del Patrimonio culturale, è iniziata il 29 maggio e si è chiusa a Bruxelles, ospitando 600 rappresentanti del settore da tutto il mondo. Coinvolte anche le altri due reti della filantropia europea: il Donors and Foundations Networks in Europe (DAFNE) e lo European Venture Philanthropy Association (EVPA).
Con oltre 60 miliardi di euro all’anno destinati a interventi con finalità sociali (in particolare, istruzione, sanità, scienza, ambiente, migrazione, integrazione), il settore filantropico è un pilastro fondamentale della società civile europea. Per questo, uno dei principali obiettivi del Presidente di EFC Massimo Lapucci è favorire la libera circolazione delle risorse non profit tra gli Stati, superando alcune barriere – come restrizioni dei finanziamenti stranieri o sistemi di tassazione transfrontaliera incoerenti – che rischiano di mettere a repentaglio il ruolo della filantropia come “collante” sociale e il lavoro di oltre 140.000 fondazioni.
“Istituire un Anno europeo della Filantropia
“Nei prossimi 5 anni – ha affermato il Presidente Lapucci – si prevedono ben 150 miliardi di dispositivi in rete, pari a 20 volte il numero di persone oggi sul pianeta, pronti a trasmettere dati grazie alle connessioni di massa. Dopo il successo per il mondo delle imprese, la Scienza dei Dati può ora rivoluzionare il modo stesso di operare della filantropia istituzionale, che deve poter disporre di nuovi strumenti per capire dove si annida il bisogno, con quali azioni coprirlo e quale impatto può generare. Con il nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, entrato in vigore 6 giorni fa, l’Europa diventa oggi uno spazio particolarmente adatto per sviluppare l’utilizzo dei dati a scopi sociali”.
La Conferenza, inoltre, ha offerto a Fondazione CRT l’opportunità di presentare in Europa la riqualificazione delle OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino: il più grande investimento diretto su un unico progetto (100 milioni di euro) nella storia della FCRT, oltre che uno dei più grandi progetti internazionali di venture philanthropy. Le nuove OGR, ex Officine dei treni rinate come Officine dell’arte, dell’accelerazione di impresa, dell’innovazione, sono infatti oggetto di una mostra, in programma fino a giugno presso la Philanthropy House di Bruxelles (sede di EFC), focalizzata sull’impegno delle fondazioni per il restauro e la conservazione del patrimonio culturale, intesi come processi di rigenerazione urbana e di valorizzazione del territorio. Attraverso due postazioni di realtà virtuale, che ricostruiscono l’immagine delle OGR nell’Ottocento, è possibile fare viaggio nel passato e nel presente di questa maestosa cattedrale ex industriale, oggi luogo di sperimentazione e produzione di mostre, concerti, spettacoli di teatro, danza, eventi, ristorazione: un innovation hub internazionale che, a fine anno, diventerà una sorta di ‘Silicon Valley’, ospitando anche acceleratori di impresa, laboratori di ricerca e un centro sui Big Data per la filantropia.
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L’EFC, nato nel 1989 a Bruxelles con l’obiettivo di rafforzare il ruolo della filantropia nella società, conta oggi circa 300 organizzazioni di 40 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, che gestiscono complessivamente un patrimonio di oltre 200 miliardi di euro. L’Italia è presente con 40 organizzazioni, di cui 26 Fondazioni di origine bancaria. Oltre alla Fondazione CRT, figurano protagonisti storici della filantropia internazionale, come Rockefeller Foundation, Bill & Melinda Gates Foundation, Ford Foundation, Wellcome Trust, Robert Bosch Stiftung, Bertelsmann Stiftung, Barrow Cadbury Trust, Fundação Calouste Gulbenkian, King Baudouin Foundation, Stavros Niarchos Foundation.
Nuova edizione nazionale del Bando Never Alone “Verso l’autonomia di vita dei minori e giovani stranieri che arrivano in Italia soli”. Si tratta della seconda iniziativa realizzata nell’ambito di “Never Alone, per un domani possibile” con l’obiettivo di promuovere interventi multidimensionali di accompagnamento all’autonomia lavorativa e di vita di ragazze e ragazzi di età compresa tra i 15 e i 21 anni arrivati in Italia come minori stranieri non accompagnati.
Anche sul territorio italiano, il fenomeno dei minori soli continua a rappresentare un evento rilevante e con grandi criticità. La distribuzione dell’età rilevata per i minorenni alla fine del 2017 evidenzia che il 60,3% ha 17 anni, i sedicenni costituiscono poco più di un quinto del totale, il 9,6% dei minori ha 15 anni e il 6,7% ha meno di 15 anni. Rispetto allo stesso periodo dei due anni precedenti, prosegue il trend di aumento dell’età dei giovani, con l’incremento della quota dei diciassettenni (+6,3% rispetto al 2015) e una diminuzione della quota di minori con meno di 15 anni (Dati Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione). Questo quadro mostra che gli stranieri più giovani in arrivo in Italia hanno un tempo sempre più breve per acquisire un’autonomia di vita prima della fuoriuscita dai sistemi di protezione, prevista al compimento della maggiore età. Alcuni dati approssimativi evidenziano, inoltre, che il 35% dei giovani stranieri non studia e non lavora, percentuale che cresce fino al 45% nel caso delle ragazze (ISMU – febbraio 2018 “Accompagnamento all’autonomia lavorativa per minori non accompagnati”): una condizione dettata anche dalla situazione di maggior vulnerabilità di questi ragazzi, dovuta alla mancanza di reti e di capitale sociale a supporto dei percorsi di inclusione.
Per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi – motore simbolico e materiale di integrazione nella comunità di riferimento –, il Bando Never Alone 2018 intende sostenere, in tutta Italia, un numero limitato di progetti che accompagnino i giovani nella delicata fase di transizione tra la minore e la maggiore età con l’ avvio di percorsi finalizzati al raggiungimento e al mantenimento di un’autonomia lavorativa e di vita. Al centro dei progetti i percorsi migratori e le necessità, potenzialità e aspirazioni dei ragazzi, per intervenire nei seguenti ambiti:
• percorsi di accompagnamento all’inclusione sociale e relazionale.
Inoltre, potranno prevedere azioni integrative ai precedenti due ambiti attraverso interventi volti a favorire:
• l’autonomia abitativa;
• l’inclusione linguistica e culturale.
Tutti gli interventi selezionati dovranno porsi in rapporto di complementarietà e sinergia con le misure di intervento pubblico.
Informazioni e chiarimenti potranno essere richiesti all’indirizzo email infobandoMSNA@fondazionecariplo.it.
Ibrahim Jallow, beneficiario del progetto “Strada facendo” (sostenuto nell’ambito del Bando Never Alone 2016) tra i vincitori del concorso DiMMi
Ibrahim Jallow è stato selezionato nel 2017 da Cesvi quale beneficiario del progetto “Strada facendo” (https://bit.ly/2C3QmbL). Grazie al progetto e al sostegno della comunità “L’albero della vita” di Pachino (SR), che lo ha accolto ancora minorenne, Ibrahim è stato inserito in un tirocinio formativo in ambito turistico che si trasformerà a breve in un contratto di lavoro. Presto Ibrahim andrà a vivere da solo e potrà raggiungere il posto di lavoro con un mezzo proprio. Queste sono solo alcune tappe di un lungo percorso di riscatto dal trauma del viaggio e della perdita, che ha portato Ibrahim a scrivere la sua storia, dolorosa ma al tempo stesso piena di speranza. Il racconto in prima persona della sua vita è stato selezionato per il Premio DiMMi (Diari Multimediali Migranti) concorso per racconti migranti promosso dall’Archivio Diaristico italiano (www.archiviodiari.org) con il finanziamento della regione Toscana. Come vincitore del premio – categoria Giovani – il racconto di Ibrahim sarà pubblicato in un volume collettivo in uscita per Terre di Mezzo.
Piano paesaggistico, i comuni rispondono
È incoraggiante la risposta dei Comuni piemontesi che devono adeguarsi al nuovo Piano paesaggistico. La partecipazione delle amministrazioni, che nei 24 mesi dall’emanazione del regolamento dovranno conformare i propri Piani regolatori al nuovo strumento, ha infatti numeri già importanti. È quanto emerso dalla Commissione Urbanistica, che ha proseguito oggi con l’assessore all’Ambiente l’analisi delle linee generali per la stesura del regolamento per l’attuazione del Piano paesaggistico regionale, attraverso l’adeguamento dei singoli Piani regolatori dei Comuni. Finora, ha riferito l’assessore, hanno fatto domanda per avere un contributo regionale 330 Comuni e 13 Unioni di Comuni che ne coinvolgono altri 80, raggiungendo così un numero complessivo di 410 Comuni che si sono dati disponibili a seguire – accompagnati dalla Regione – il percorso per l’adeguamento. I Comuni hanno così dimostrato il loro interesse per una materia che coinvolge tutti gli aspetti del territorio e unisce le singole amministrazioni in uno sforzo comune – ha aggiunto l’assessore. In generale, è stato spiegato che il testo del regolamento deve essere concordato con il Ministero prima di essere presentato in Giunta per l’approvazione definitiva; per aiutare i Comuni è stato emesso un bando regionale per i contributi con una dotazione di due milioni di euro per il 2018: si tratta di un percorso innovativo di condivisione delle norme. I Commissari intervenuti e la presidente della Commissione Urbanistica hanno discusso a lungo sull’iter dell’approvazione del Regolamento che attua il Piano paesaggistico regionale approvato nell’ottobre del 2017, decidendo di aprire un tavolo di lavoro per rispondere alle osservazioni presentate da vari enti locali sulle modalità e i tempi di attuazione delle varianti generali ai Piani regolatori comunali.
Astronomia, nasce il G.R.O.C.A
Il Gruppo di Ricerca e Osservazione Cosmologica e Astronomica di COSMOBSERVER
Il GROCA – acronimo di GRUPPO di RICERCA e OSSERVAZIONE COSMOLOGICA e ASTRONOMICA –è stato presentato a Torino ed è la divisione del progetto COSMOBSERVER creato per effettuare ricerche, osservazioni e attività divulgative rivolte ai tecnici e al grande pubblico. Attiva dal 2015, questa divisione di COSMOBSERVER è stata presentata ufficialmente alla stampa, dopo un lungo periodo di strutturazione. Un progetto fortemente voluto dal fondatore di COSMOBSERVER, Emmanuele Macaluso, e che si inserisce nella strategia che porta il progetto di divulgazione scientifica dedicato all’astronomia, astrofisica e astronautica, dal mondo virtuale a quello reale. Cosa rara e in controtendenza in questo periodo storico. “La nascita del GROCA rappresenta un importante tassello nella strategia di COSMOBSERVER – dichiara il divulgatore esperto di comunicazione Emmanuele Macaluso, che continua – oltre all’attività di divulgazione scientifica, che ci contraddistingue fin dalla fondazione, da oggi formalizziamo la nostra volontà di fare ricerca nell’ambito astronomico e astrofisico. Un impegno che prevede anche la creazione di partnership strategiche e sponsorship prestigiose”. Il GROCA avrà il compito di coordinare studiosi, ricercatori, astrofili e appassionati nell’organizzazione di spedizioni che saranno svolte in alta quota, o comunque lontane dai centri abitati. Purtroppo l’Italia, e in particolar modo l’area settentrionale, rappresenta una delle zone più inquinate dal punto di vista dell’inquinamento luminoso al mondo. Questo fattore, più volte segnalato da COSMOBSERVER in articoli e attività di sensibilizzazione, obbligherà il gruppo a spostarsi verso le montagne o verso aree (anche in altri Stati) non inquinate, e che permettano una buona visione del cielo stellato. Fanno parte del GROCA: astronomi, astrofisici, astrofili, divulgatori e appassionati del cosmo. Gli ambiti operativi del gruppo sono: Inquinamento luminoso (ricerca, mappatura aree e campagne di divulgazione e sensibilizzazione), planetologia, osservazione e ricerca lunare, divulgazione astronomica e astrofotografia.
Di seguito il link diretto alla pagina del GROCA su COSMOBSERVER: