ECONOMIA E SOCIETA' Archivi - Pagina 542 di 765 - Il Torinese

ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 542

Ecco Nuvoletta, la sala di aspetto per i bimbi

/

Un intervento che porta ad un significativo progresso nell’ umanizzazione degli ambienti ospedalieri e ad un miglioramento della qualità dell’approccio agli esami diagnostici dei pazienti più piccoli

Nasce “Nuvoletta”: la nuova Sala di aspetto del servizio otorinolaringoiatria          dell’Ospedale Infantile Regina Margherita –  Città della Salute di Torino“Fare sistema tra il finanziamento di privati ed il sistema pubblico. Nuvoletta è un esempio virtuoso di questa sinergia. L’auspicio è che questa tipologia di interventi negli ambienti ospedalieri possa diventare modello di riferimento per sviluppare un concetto di degenza e cura che ponga l’attenzione anche al contesto in cui i pazienti, grandi e piccoli, si trovano a dover interagire.” A dichiararlo è Andrea Jacopo Fava, Presidente del Progetto Pinocchio che, insieme ad Anna Lumello Quaglino, ha seguito il fundraising e la progettazione di questa iniziativa. Ogni anno, come Progetto Pinocchio, regaliamo un progetto di riqualificazione a misura di bambino per l’Ospedale Regina Margherita. Grazie al fondamentale contributo economico dell’Inner Wheel Torino, dell’ Inner Wheel Santhià Crescentino, grazie al supporto dell’ azienda Mottura Serrature di Sicurezza Spa,  del gruppoSikkens spa, che ha fornito una pittura speciale studiata per gli ospedali  ed alla manodopera, gentilmente prestata dalla Geom.Chieppa srl è stato reso possibile questo intervento di riqualificazione. Dopo l’intervento di decorazione delle pareti sono stare applicate pellicole speciali alla sala di aspetto che è stata quindi trasformata in un ambiente accogliente ed a misura di bambino. La finalità principale del restyling è stata quella di rendere meno traumatico non solo l’approccio, ma anche il trattamento dei piccoli pazienti che dovranno essere sottoposti agli esami diagnostici. Una volta entrati all’interno della Sala i bambini saranno accolti in un ambiente colorato ed attratti dai particolari delle decorazioni inserite sulle pareti e sul soffitto. Si tratta di un progetto integrato in cui l’approccio agli esami diagnostici viene valorizzato per migliorare, per quanto possibile, il contesto di cura e di degenza che i piccoli pazienti devono affrontare.

Lavoro: le settimane della sicurezza

Per ricordare l’anniversario del rogo delle Accarierie Thyssenkrupp
Ritornano le ‘Settimane della Sicurezza’, giunte alla nona edizione che si svolgerà dal 3 al 16 dicembre. Si tratta di una serie di eventi per ricordare l’anniversario del rogo delle Accarierie Thyssenkrupp, nel quale morirono sette operai: Giuseppe Damasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone, Roberto Scola. Era il 6 dicembre del 2007. La presentazione si tiene lunedì 3, alle ore 12.30, al Centro San Liborio – FabLab Pavone, in via Bellezia 15, a cura dell’associazione Sicurezza e Lavoro che le organizza. All’incontro, introdotto dalla presidente dell’associazione, Loredana Polito, interviene il sindaco di Torino, Chiara Appendino con i familiari delle vittime ed i rappresentanti di istituzioni, enti, associazioni che promovono la manifestazione tra cui: Enzo Lavolta, vice presidente del consiglio comunale di Torino, Mimmo Carretta, Marco Chessa, consiglieri comunali di Torino, Marco Grimaldi, consigliere regionale, Massimo Guerrini, presidente Circoscrizione 1 di Torino e vice presidente Api Torino, Diego Sarno, assessore alla cultura del Comune di Nichelino, Antonio Boccuzzi, ex operaio della Thyssenkrupp e deputato per due legislature, Salvatore Abisso, vicepresidente dell’associazione Legami d’Acciaio, Cinzia Caggiano, mamma di Vito Scafidi perito nel crollo al liceo Darwin di Rivoli, Rocco Pellgrino, coordinatore del gruppo tecnico Rls-Rlst della Camera del lavoro di Torino, Angel Frau, presidente Cit Turin, Massimo Iaretti, responsabile nazionale sicurezza Apidge, Jasch Ninni, presidente assciazione Artes. Intervengono come testimoniale, a nome delle rispettive società calcistiche Gianluca Pessotto, dirigente della Juventus, e Antonio Comi, direttore generale dl Torino. Modera Massimiliano Quirico, direttore della rivista Sicurezza e Lavoro. Nell’occasione sarà presentata la nuova mascotte di Sicurezza e Lavoro. Le Settimane della Sicurezza sono un’occasione per promuovere – insieme ad istituzioni, enti, associazioni, familiari delle vittime, lavoratori, studenti, cittadini – la cultura della salute.

Dalla Regione 14 milioni per il territorio

Quattordici milioni di maggiori investimenti per il biennio 2018-19: con la presentazione di un maxi emendamento all’Assestamento del bilancio di previsione finanziario, il vicepresidente di Giunta Aldo Reschigna ha esposto  in prima Commissione, presieduta da Vittorio Barazzotto alcune importanti variazioni. Tra gli investimenti più rilevanti contenuti nell’emendamento, ci sono i 4 milioni per il pronto intervento contro il dissesto idrogeologico, i 6 milioni per il turismo montano e nello specifico per aumentare l’innevamento artificiale, 2 milioni alle Province per le funzioni delegate dalle Regioni e 1 milione per il Teatro Regio di Torino. Al Comune di Casale Monferrato andranno 250mila euro per la bonifica dall’amianto, mentre si è deciso di stanziare 800mila euro su tre anni per la Basilica maggiore di Oropa (Bi). Nel dibattito sono intervenuti diversi consiglieri di maggioranza e opposizione, tra cui Gianna Gancia (Lega) che ha sottolineato come, in parallelo all’aumento dei fondi per il Teatro Regio, si debba anche indagare sui motivi che hanno prodotto l’attuale deficit dell’Ente lirico. Si è poi riunita una commissione congiunta tra prima, terza e Commissione speciale per la promozione della cultura della legalità, per le determinazioni in merito alla relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva su Finpiemonte. È stata presentata una relazione finale sottoscritta da Pd e Leu, che sarà vagliata nella prossima seduta, per decidere se si possano concludere i lavori con un documento condiviso o meno.

(Foto: il Torinese)

Piemonte al top con 9000 trapianti di organo

/

Un traguardo eccezionale e prestigioso, che conferma la regione in vetta in Italia in questo campo. L’ultimo, il 9000, è stato un trapianto di fegato, effettuato con successo il 30 novembre, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, ad un uomo di 67 anni dalla provincia di Alessandria, affetto da epatopatia di origine virale complicata da un tumore al fegato.

Ricordando la storia e le date principali, il programma di trapianto di rene è “l’anziano” del gruppo: il 7/11/1981 è avvenuto il primo intervento all’ospedale Molinette di Torino e dal 4/11/1998 i trapianti si svolgono anche presso l’ospedale di Novara. Due anni dopo è stato effettuato il primo trapianto su paziente pediatrico, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita: era il 9/11/2000. Il primo trapianto di cuore è avvenuto presso l’ospedale Molinette il 3/4/1990 e, dodici anni dopo, il 22/4/2002, è stato effettuato il primo trapianto di cuore pediatrico, presso l’ospedale Infantile di Torino. Il programma di trapianto di fegato, che si effettua solo presso l’ospedale Molinette, è partito con il primo intervento il 10/10/1990 su paziente adulto ed il 10 gennaio 1993 su paziente pediatrico. Dal 1999 sono stati poi effettuati trapianti su pazienti molto piccoli, in prevalenza affetti da patologie congenite. Ed ancora si ricordano: il primo trapianto di polmoni, eseguito alle Molinette il 5/9/1993, ed il primo trapianto di pancreas effettuato il 18/8/1999 sempre alla Molinette. Anche l’attività di trapianto da donatore vivente, che a Torino è stata avviata per il rene dal 14/5/1985 e per il fegato dal 21/5/2001, ed a Novara dal 13/12/2003 per il rene, ha negli anni visto incrementare con rapidità i numeri degli interventi.

Complessivamente sono stati effettuati 4856 trapianti di rene (di cui 1288 sul polo di Novara), comprendenti tipologie complesse, come quelli che richiedono il trapianto di entrambi i reni sullo stesso ricevente, o quelli su pazienti pediatrici molto piccoli, ed ancora quelli da donatore vivente (come è stato il trapianto numero 8999), e molti trapianti combinati con altro organo (in particolare con il pancreas ed il fegato). Relativamente ai trapianti di rene da vivente vengono valutate annualmente decine di coppie donatore / ricevente, effettuando ormai con regolarità trapianti anche in presenza di incompatibilità per gruppo sanguigno. Si sono oggi perfezionate le tecniche per rimuovere anticorpi anti-tessuto dai candidati al trapianto che, unite a metodi per studiarli sempre meglio, consentono di trapiantare soggetti con moltissimi anticorpi e scarse probabilità di ricevere un trapianto. Molti inoltre i trapianti di rene eseguiti in pazienti che non hanno ancora iniziato la dialisi: essi rappresentano una grande opportunità, consentendo una maggior durata del trapianto.

Gli interventi di trapianto di fegato sono da sempre un numero rilevante, 3133, e molti di essi di difficile esecuzione: basti pensare agli split epatici (due trapianti a partire da un unico fegato che viene suddiviso), ai trapianti di fegato combinati con altro organo, ma anche a quelli provenienti da donatore vivente ed agli interventi su pazienti pediatrici. Ad esempio circa un mese fa è stato trapiantato con successo in urgenza un uomo di 69 anni della provincia di Torino per un avvelenamento da funghi (da amanita falloide). L’ottimo ed efficiente sistema trapianti gli ha garantito un fegato da Catanzaro appena dieci minuti dopo essere stato inserito in lista nazionale trapianto. Il rene ed il fegato beneficiano oggi anche della possibilità di essere “ricondizionati” tramite macchine di perfusione prima del trapianto, e questo consente di utilizzare organi che altrimenti sarebbero scartati, e nello stesso tempo di migliorare la funzione degli organi provenienti da donatori non ottimali. I trapianti di pancreas isolato sono stati 8.Il cuore è stato trapiantato per ben 664 volte, di cui 45 volte su bambini molto piccoli; il polmone è stato trapiantato su 339 pazienti, molte volte come doppio trapianto di entrambi gli organi sullo stesso ricevente, o a favore di pazienti pediatrici. Dal 2011 sono stati effettuati anche 32 trapianti di polmone con una particolare tecnica che permette di rigenerarli e migliorarne la qualità prima del trapianto.A livello italiano il Piemonte è da sempre collocato in posizioni di eccellenza: i centri di trapianto di rene e di fegato occupano costantemente le prime posizioni, come pure quelli dei trapianti toracici, certamente con numeri più piccoli su tutto il territorio nazionale per la minor quantità di donatori idonei per questa tipologia d’organo. La Città della Salute è quella che in Italia trapianta il maggior numero di organi da donatore deceduto: 330 nel 2017.I dati di riuscita dei trapianti indicano in maniera evidente che essi rappresentano ad oggi la terapia che consente ai pazienti la miglior prospettiva di vita. Esaminando solo gli ultimi anni per i trapianti eseguiti in Piemonte ci assestiamo, per il rene, ad una sopravvivenza dell’organo a 5 anni pari a 83%. Il cuore ha una sopravvivenza del 70%, il fegato dell’82%, i polmoni del 46%. Questi dati testimoniano gli importanti progressi organizzativi e chirurgici, di gestione della terapia immunosoppressiva, di mantenimento del donatore e gestione del paziente, e del lavoro coordinato di professionisti di discipline diverse.

Uno sguardo ai pazienti in lista fa capire però che il numero di trapianti non è ancora in grado di azzerare il numero di coloro che aspettano un organo: al 31 ottobre 2018 erano 804 i pazienti in attesa di un trapianto di rene, 67 in attesa di un trapianto di fegato, 98 in attesa di un cuore, 71 di un polmone, 9 di pancreas e suoi combinati. Abbiamo inoltre una importante richiesta di inserimento in lista da parte di cittadini non residenti in Piemonte: questi pazienti sono circa il 33% dei candidati in attesa di trapianto renale ed il 43% circa di quelli in attesa di trapianto epatico. I non residenti in attesa di trapianto di cuore sono il 21% e di polmone il 57%. Il Piemonte ha dunque un ottimo potere di attrazione per i pazienti non residenti in regione, rappresentando un’eccellenza.  Dietro a questi successi ed ai grandi numeri ci sono i donatori e le loro famiglie: a loro corre il primo ringraziamento. Occorre poi ringraziare tutti i professionisti che si sono dedicati ai trapianti: le équipes di chirurgia cardiotoracica, di cardiologia e di pneumologia dell’ospedale Molinette e di quello Infantile Regina Margherita di Torino; le équipes di chirurgia epatica e pancreatica e le gastroenterologie degli stessi due ospedali; le équipes di urologia, di chirurgia vascolare e di nefrologia dei due ospedali torinesi e di quello di Novara. Sono infatti numerose le strutture e le persone che sono chiamate ad operare, spesso nelle ore notturne, nella gestione, prelievo e trapianto di organi che provengono da regioni diverse ed alcune volte anche da Paesi esteri. Ed ancora occorre ringraziare i professionisti degli ospedali che segnalano i potenziali donatori deceduti, i coordinamenti regionali, ospedalieri e di trapianto per l’ottimo lavoro di squadra che ha permesso di raggiungere l’eccellenza dell’attività trapiantologica.

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE  CHIAMPARINO E L’ASSESSORE SAITTA

“Il traguardo dei 9000 trapianti raggiunti conferma che il Piemonte è tra le migliori realtà a livello nazionale ed europeo: siamo orgogliosi del lavoro svolto in questi anni dai medici e dalle loro equipe. Un grazie ai medici per la grande professionalità e perizia ed ai donatori che hanno dato un contributo fondamentale: la cultura della donazione è un patrimonio della nostra regione che intendiamo diffondere sempre di più tra i cittadini”

IL DIRETTORE GENERALE SILVIO FALCO

 “Un grande traguardo che testimonia l’eccellenza della Città della Salute di Torino. Un ringraziamento a tutti coloro (dai chirurghi agli infermieri dagli autisti agli operatori tutti) che notte e giorno e per 365 giorni l’anno fanno funzionare al meglio un sistema che permette di salvare vite e che è diventato uno dei nostri fiori all’occhiello ed un ponte verso il futuro Parco della Salute”.

 

(foto: il Torinese)

È antiaggressione il nuovo triage del Maria Vittoria

/

I locali Triage dell’Ospedale Maria Vittoria sono stati ristrutturati e profondamente rivisti: la nuova struttura è stata adeguata alle esigenze di utenti e operatori del Pronto Soccorso

 Sicurezza in primo piano nella nuova struttura compatta, ma perfettamente funzionale per il Pronto Soccorso con il maggior numero di accessi della città, realizzata dall’ingegnere Ivana Schiavone sulla base delle indicazioni fornite da Barbara Gelain e Daniele Di Leo, responsabili infermieristici del Pronto Soccorso.  Sono già operative all’ingresso del Pronto Soccorso due postazioni di accettazione che consentono la visione diretta sulla sala d’attesa, dotate  anche di un sistema di telecamere di controllo e di “panic button”, sistema di chiamata veloce e silenziosa della sicurezza interna in caso di atteggiamenti aggressivi. Una terza postazione di triage è attivabile in caso di maxiemergenza. All’interno si trovano due salette per la registrazione dei pazienti, per la raccolta dell’anamnesi infermieristica e la rilevazione dei parametri vitali; le sale sono adeguate alla prossima attivazione del “see and treath”, procedura infermieristica per una prima somministrazione di farmaci. Adiacente ad una postazione di triage è predisposta una saletta per l’isolamento di pazienti con sospetta malattia a trasmissione aerea.  La sala d’attesa è dotata di un monitor che aggiorna in tempo reale il tempo d’attesa dei pazienti, mentre il tempo di stazionamento in Pronto Soccorso delle ambulanze 118 è monitorizzato da un’apposita App. “La struttura è funzionale ai diversi percorsi di “fast track” cioè percorsi veloci che da molti anni sono una delle peculiarità dell’Ospedale Maria Vittoria – spiega il Dott. Emilpaolo Manno, Direttore del Dipartimento di Emergenza dell’ASL Città di Torino ­– dopo la valutazione in triage alcune tipologie di pazienti possono essere inserite direttamente in percorsi veloci specialistici che comprendono: pediatria, ostetricia-ginecologia, otorinolaringoiatria, oculistica, urologia” “Il Pronto Soccorso è una delle aree a maggiore complessità all’interno di una struttura ospedaliera, dove si assiste a un aumento degli accessi e della complessità della casistica, legata alla prevalenza di popolazione anziana pluripatologica – spiega il Direttore Generale dell’ASL Città di Torino, Dott. Valerio Fabio Alberti – pertanto la ristrutturazione dei locali è stata predisposta per uno snellimento delle procedure di assegnazione dei pazienti e contestualmente per mettere in atto strategie di contrasto al fenomeno crescente delle violenze nei confronti degli operatori sanitari, da tutelare unitamente ai pazienti in accesso”.​

Dalle Ogr di Torino un messaggio politico

/

di Ibis

L’avvertimento del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ( la pazienza degli imprenditori , di tutte le categorie, nei confronti del governo è al limite) sarà sicuramente risuonato come un forte campanello d’allarme nelle orecchie del vice premier Salvini e della Lega che hanno nel Nord produttivo il loro grande bacino di consensi. Solo il TG1 ,nella nuova versione pentastellata, ha cercato di minimizzare la portata della riunione di Torino e ha fatto seguire , allo striminzito servizio sull’assemblea, una intervista , in vero poco convincente, del prof Ponti, consulente del ministro dei trasporti Toninelli, che ,come già avvenuto in un confronto a “Porta a Porta” con il commissario Tav Foietta, , è apparso molto confuso e di parte nel sostenere l’inutilità della Torino-Lione. L’assemblea di Torino alle OGR, che ha visto insieme 12 associazioni imprenditoriali di categoria, dagli industriali , agli artigiani, agli agricoltori alle cooperative, è stata definita storica. In campo è scesa la ” nazionale del Pil” , ha detto il moderatore , il vice direttore della Stampa Zatterin: in sala 3 mila associati in rappresentanza di aziende che producono il 65% del Prodotto interno lordo e l’80% delle esportazioni italiane. Il Prof Roberto Zucchetti della Bocconi ha riassunto i termini della questione infrastrutture e l’importanza del collegamento Torino-Lione ( ma perchè il TG1 Non ha intervistato anche lui?): a cosa serve costruire una ferrovia mentre oggi si parla di economia dematerializzata? Si è domandato. E perché il corridoio Est- Ovest attraverso le Alpi e verso la Francia è importante? L’Italia esporta soprattutto prodotti dell’industria manifatturiera e per produrli deve importare prodotti grezzi e materie prime, ha detto. E non è vero che è diminuita la quantità di merci che attraversa le Alpi dal Piemonte verso la Francia, il Belgio, l’Inghilterra e la penisola iberica. Zucchetti ha sottolineato come la vecchia galleria , voluta da Cavour, sia del tutto inadeguata anche per la sicurezza: non possono ad esempio transitare contemporaneamente due treni merci nelle due direzioni., né i nuovi grandi convogli che possono portare fino a 60 Tir per volta trainati dalle nuove potenti locomotive. La pendenza nel tunnel è troppa, mentre il nuovo correrebbe praticamente in piano sotto la montagna. Non si capisce, ha aggiunto, come gli ambientalisti siano contrari , preferendo le migliaia di Tir sull’autostrada e i no Tav non abbiano detto nulla sulla costruzione della seconda galleria autostradale del Frejus. Oggi quello che serve è il trasporto combinato treno-camion: il treno pe le lunghe distanze e i camion che dagli interporti portano le merci a destinazione. Tutte le sigle presenti si sono dette convinte dell’utilità del Tav Torino Lione. E alla fine dell’assemblea hanno firmato un documento nel quale è scritto: ” sarebbe inconcepibile fermare i cantieri delle Grandi Opere e rimettere in discussione investimenti infrastrutturali già valutati, discussi, rivisti, progettati ,concordati, finanziati e ormai in corso di realizzazione” E ancora : ” la vera posta in gioco sulla Torino-Lione e sulle altre Grandi Opere Strategiche è soprattutto la realizzazione di una grade opportunità di crescita per l’Italia, una leva per una trasformazione economica e sociale in grado di aumentare la qualità dello sviluppo e di garantire il benessere delle future generazioni”. Nel documento anche una valutazione dei vantaggi ambientali del potenziamento del trasporto ferroviario :un milione di Tir in meno e la riduzione di emissioni inquinanti stimate in 3 milioni di tonnellate equivalenti di CO2. Con il Tav Torino-Lione non si spostano solo merci : si andrebbe da Milano a Parigi in 4 ore e mezza e da Torino a Parigi in 3 ore e mezza. Pe costruirla si creerebbero 5 mila posti di lavoro all’anno per dieci anni , l’Europa finanzierebbe il tunnel per il 50%. Si calcola che interrompere i lavori e non farla più costerebbe all’Italia 4 miliardi, fare la linea 2 miliardi e 900 milioni.

 

 

I No-Tav: “Imprenditori poco intraprendenti. Pensano solo a non perdere la ricca commessa”

Il movimento No Tav, a proposito della riunione degli industriali alle Ogr,  commenta: “Davvero poco attivismo imprenditoriale si è visto quando la disoccupazione giovanile ha toccato il 40 per cento e  le infrastrutture da nord a sud sono crollate facendo vittime e feriti”. Secondo gli oppositori della Torino-Lione non si erano mai viste ” tante sigle riunirsi dall’inizio della crisi globale per rilanciare l’economia. L’alzata di scudi  esiste solo quando i ben poco intraprendenti imprenditori rischiano di perdere una ricca commessa di soldi pubblici”.

 

(foto il Torinese – archivio)

Oltre duemila ragazzi alla Giornata sulla disabilità

Sono 2100 i ragazzi piemontesi che oggi, 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, hanno assistito in contemporanea, in alcune sale cinematografice delle otto province della regione, alla proiezione del film Wonder, nell’ambito della rassegna Right on the Movie promossa dal Comitato diritti umani  del Consiglio regionale e da AgisScuola. Una storia su come la disabilità possa diventare punto di forza e di partenza.La proiezione del film è stata anticipata, al cinema Reposi di Torino, per circa 700 ragazzi delle scuole medie e superiori,  dall’intervento di Massimiliano Sechi, il gamer campione del mondo, oggi mental coach, costretto in sedia a rotelle da focomelia, fondatore del movimento #NOEXCUSES.

“Per me la disabilità non è un problema – ha esordito rivolgendosi ai ragazzi Massimiliano Sechi –  ma un punto di partenza dal quale iniziare a migliorarmi. Se oggi vivo una vita normale, anzi straordinaria, dipende solo dal fatto che un giorno, guardandomi le braccia, ho deciso che l’importante non era ciò che mi mancava, ma ciò che avevo. Oggi è partito un  messaggio di responsabilità e consapevolezza. Ognuno ha un dono e un talento unico. Ciò che viviamo e facciamo è la conseguenza delle nostre convinzioni. Ognuno ha una missione da portare avanti e prima capiamo quale sia prima capiremo  come far brillare il nostro talento”. “Si può essere o diventare disabili in qualunque momento della vita, per una malattia genetica, per un parto nato male, per infortunio sul lavoro o per un incidente stradale. Non è questione che riguarda solo gli altri ma può  e deve riguardare anche noi  in qualunque momento – ha dichiarato il presidente del consiglio regionale del Piemonte e del Comitato diritti Umani, Nino Boeti –  Giornate come quella del 3 dicembre servono a fare il punto su quanto è stato fatto e su quanto resta ancora da fare per combattere le discriminazioni e creare una società sempre più inclusiva. Un’occasione per accendere i riflettori sulle condizioni di vita, le opportunità e i diritti, ma anche sulle discriminazioni, ancora troppo spesso relegate all’invisibilità. La sfida che il nostro sistema di welfare deve affrontare – conclude Boeti –  è quella di riuscire ad assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale, il diritto a vivere una vita indipendente e, più in generale, di essere inclusi nella società con tutte le opportunità di cui godono gli altri cittadini. Molto resta da fare e la politica e le istituzioni sono chiamate ad impegnarsi senza scuse”.All’incontro hanno partecipato anche Barbara De Toma della Divisione Anticrimine della Questura di Torino  e Franco Lepore, presidente della UIC (Unione Italiana Ciechi) di Torino.

Le nuove liberalizzazioni nell’Unione Europea

Un nuovo mercato si profila per l’Unione Europea ed, è in buona sostanza, una rivoluzione a favore dei consumatori europei

Infatti dal 3 dicembre scatta la fine del geoblocking (blocchi geografici). Vale a dire, fino al 2 dicembre, se si volevano fare degli acquisti online e conseguenti pagamenti con una carta non era possibile perché l’algoritmo ne riconosceva la nazionalità e bloccava l’operazione. Ora sarà possibile fare acquisti online in tutti i Paesi Ue, senza essere più bloccati perché non si risiede nello stato del venditore o perché si effettua il pagamento con una carta bancaria straniera. In pratica avviene da sempre che ci siano prezzi, diversi, a seconda della nazionalità. Capitava, per esempio per i grandi gruppi di noleggio auto come Herz o Avis, per le agenzie di viaggi online da Opodo a Expedia e via di seguito. Una pratica molto più diffusa di quanto ci si potesse aspettare e spesso si veniva reindirizzati in modo da impedire ai consumatori di poter usufruire delle offerte promozionali presenti su una delle loro pagine nazionali a chi si collegava da altri Paesi. Con l’introduzione delle nuove regole dei ‘blocchi geografici’ avverrà come per il roaming dei cellulari, ci sarà un’Europa senza barriere. Ora vale anche per gli acquisti on line e si potrà approfittare delle offerte presenti in una nazione anche utilizzando una carta non di quel Paese. Vale a dire se vuoi andarti a comprare il tuo antivirus all’estero o approfittare di un’offerta di viaggio allettante potrai farlo anche dall’Italia, senza essere obbligato a farlo andando sul posto. Nel 2015 il 63% dei siti non consentiva agli utenti di effettuare acquisti online all’estero da un altro Paese dell’Ue. Con questa liberalizzazione, per i nativi digitali ci sarà un bel risparmio!

Tommaso Lo Russo

 

Il futuro con PoliTo4Impact

Sarà dedicata ai temi cardine del nuovo Piano Strategico “PoliTo4Impact” l’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2018-2019

 

Da Università “fabbrica” di solidi professionisti “standardizzati”, dobbiamo diventare una Università “piattaforma”, per essere pienamente funzionali a un contesto territoriale e imprenditoriale molto diverso dal passato: dobbiamo saperci aprire a contributi didattici complementari dal mondo delle professioni e dell’industria; avere un ruolo diretto nei processi di innovazione e di formazione continua; essere forza propulsiva dello sviluppo sostenibile della società”. Il Rettore Guido Saracco riassume così il tema chiave del nuovo Piano Strategico 2018-2022 di cui si è dotato il Politecnico di Torino. Il Piano PoliTo4Impact si pone come obiettivo strategico il conseguimento di un impatto determinante sulla società, orientando ad esso, in ambito locale, nazionale e internazionale, l’azione dell’Ateneo nelle sue principali missioni: formazione, ricerca, trasferimento tecnologico e condivisione della conoscenza.Il Piano sarà presentato nel corso della prossima Inaugurazione dell’Anno Accademico del Politecnico, che si terrà lunedì 3 dicembre (ore 10.30, Aula Magna); a seguire, la Lectio “Università e Ricerca. Leve di sviluppo e crescita delle imprese e della società” del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, gli interventi di Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino, Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte e, a chiudere, Giuseppe Valditara, Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

 

Lo studente al centro: verso un Ateneo da 40.000 studenti “smart”

Primo aspetto su cui si è concentrato il Rettore nel corso della presentazione ai giornalisti dei temi dell’Inaugurazione è stata la didattica, con la possibilità di incrementare il numero di studenti immatricolati, a fronte di un crescente aumento delle domande di iscrizione: “Incrementeremo i nostri studenti da 34.000 fino a circa 40.000 per contribuire a colmare il ritardo del nostro Paese in termini di laureati rispetto alla media europea. Sempre in questa direzione avvieremo un nuovo percorso di laurea professionalizzante in ingegneria della manifattura, del tipo di quelli di grande successo in altri Paesi europei, in stretta collaborazione con gli Istituti Tecnici Superiori del territorio e le associazioni imprenditoriali”. “Oggi servono più flessibilità, più senso critico, più capacità di collaborare e progettare con portatori di altre competenze rispetto alla propria, più attitudine a costruire e gestire progetti concreti”, prosegue Saracco: “Metteremo di conseguenza gli studenti al centro del loro percorso di apprendimento con più laboratori didattici, più lavori progettuali e in team, più soft skill, più scienze dell’uomo e della società per aiutarli comprendere meglio il mondo in cui interverranno”.

 

Una ricerca di impatto con i dottorandi al centro

Il Piano Strategico ribadisce il ruolo fondamentale della ricerca disciplinare come strumento di crescita scientifica e culturale dei docenti e come fucina di scoperte davvero radicali, ma mira anche a investire in modo sempre più consistente in quella interdisciplinare per creare innovazione, dando piena attuazione a centri di ricerca applicata tematici.

Nel quadro della ricerca, un ruolo che l’Ateneo intende valorizzare è quello del dottore di ricerca, aumentando almeno del 50% il numero di dottorandi attivi al Politecnico (attualmente sono circa 700).

 

Un trasferimento tecnologico a filiera tematica per la città e il territorio

“Instilleremo nei nostri studenti, nei nostri dottorandi e anche nei nostri ricercatori e docenti la passione per l’innovazione, fornendo loro strumenti e fondi mirati”, propone il Rettore.

L’intento è quello di stabilire filiere credibili che raccorderanno in aree spazialmente contigue formazione, ricerca, innovazione, servizi finanziari e di valorizzazione della proprietà intellettuale per creare poli di sviluppo imprenditoriale, che attrarranno hub di grandi industrie, piccole e medie imprese, start-up e radicheranno nel nostro territorio i nostri laureati. Il Piano mira a costituire poli multifunzionali su svariate aree tematiche: industria 4.0, energia, transizione digitale, mobilità sostenibile, economia circolare, space economy.

 

Le persone al Centro: un Ateneo bello, sostenibile, funzionale alle sue missioni e animato dal punto di vista culturale

Per migliorare formazione e ricerca sono necessari investimenti in capitale umano e nuove competenze:“Supereremo i 1000 docenti strutturati a partire dagli attuali 850. Daremo a tutti, incluso il nostro personale tecnico e amministrativo, opportunità di crescita professionale e di carriera”.

Il nostro sarà un campus attento alla qualità della vita, effervescente sotto il profilo culturale, sede di attività ricreative e sportive, sostenibile e dotato di spazi moderni e funzionali alla piena realizzazione delle nostre missioni, per mettere chi lavora e studia al Politecnico in condizione di dare il meglio di sé con motivazione e senso di appartenenza”, conclude il Rettore Saracco.