ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 540

Fca, Addio Lingotto?

di Ibis

La storica palazzina direzionale Fiat (ora FCA) del Lingotto, dove c’è l’ufficio che fu del fondatore, il vecchio senatore, e poi del nipote Gianni, chiuderà  i battenti ai grandi manager del gruppo? Se così fosse, come sembra da informazioni che abbiamo raccolto,  FCA volerà via, silenziosamente , senza che nessuno (e per nessuno si intende innanzitutto chi governa la città) dica nulla, forse nemmeno lo sa. Pare che accadrà presto, molto presto, sembrerebbe già a gennaio. L’ufficio di John Elkann, per quanto il Presidente starà a Torino, potrebbe trasferirsi alla Fondazione Agnelli in via Giacosa, quello di Manley, il CEO che ha sostituito Marchionne, non è già più a Torino. I manager restanti andranno tutti a Mirafiori, nei grandi e mezzi vuoti uffici di quello che un tempo fu il più grande complesso industriale del mondo. Il declino della bella palazzina del Lingotto è più che un simbolo di quello di Torino. L’accelerazione si è avuta negli ultimi anni dopo l’effetto “droga” delle Olimpiadi: come ogni droga , la fine dei suoi effetti provoca crisi di astinenza. Così il declino sta accelerando in mancanza di scelte politiche coraggiose e capacità di risvegliare o attirare investimenti pubblici e privati ( altro che “decrescita felice”).

Si fa addirittura il contrario, si rifiutano gli investimenti in corso: il più grande di tutti è il Tav , con i suoi due miliardi e 900 milioni che ricadrebbero su Torino e provincia e con la potenzialità di creare un nuovo grande collegamento internazionale innanzitutto per la città, ma che naturalmente interessa anche tutto il Nord e quindi l’Italia. I valsusini, meglio la parte ( forse addirittura minoritaria in valle) contraria al Tav, ha trovato una sponda formidabile nella sindaca, la sua giunta e il governo. ” A questa città manca coraggio. Mancano sogni», ha detto il Presidente dell’Ordine degli Architetti Massimo Giuntoli, venerdì 14 dicembre, nel convegno che ha chiuso i ciclo di incontri Architettiamo la Città promosso dall’Ordine di Torino. Gli architetti hanno sondato la città con incontri in tutti i quartieri per riflettere e cercare potenzialità e per scrivere una piattaforma per il rilancio : sei le questioni prese in esame: degrado e cura del territorio, città a misura di studente, mobilità e viabilità del futuro, fiumi, multi-centralità, commercio. Ma alla base di qualunque politica territoriale futura capace di attrarre investimenti, gli architetti indicano infrastrutture più efficienti e veloci. “La città” . spiega il Presidente Giuntoli , “deve essere connessa con l’area metropolitana , non più Torinocentrica , ma anche con Milano e l’Europa.”  In sala si è notata l’ennesima assenza della sindaca Appendino, ormai consueta quando i temi scottano: dopo il voto contro la Tav in consiglio, la sfilata no Tav dell’8 dicembre ( pur dichiarandosi d’accordo ), il voto favorevole all’opera del consiglio dell’Area metropolitana. Ma non è una buona politica quella di scomparire e non ascoltare. Alla lunga non pagherà ( si parla di sondaggi discreti che darebbero i 5 stelle in caduta libera a Torino ). L’allarme sul declino della città, che sta accelerando , viene da varie parti. Anche dalla chiusura di diversi negozi del lusso. L’ultimo, la gioielleria Olivero in Galleria San Federico il cui titolare ha dichiarato alla Stampa: «Ho deciso di chiudere a fine anno. In queste condizioni non si può andare avanti: la crisi c’è da tempo, ma gli ultimi due anni sono stati insostenibili». E il gioielliere Silvio Palmerio aggiunge «La situazione qui è molto seria in una città come Torino che non dà nessun cenno di risveglio. Ormai siamo la periferia di Milano e la situazione si riflette anche sul turismo, che quando c’è non compra». Nel convegno degli architetti torinesi sono stati dati numeri che fanno paura: li ha illustrati Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme, il Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia. Tra il 2013 e il 2017 Torino ha perso altri 20 mila abitanti, solo Napoli ha fatto peggio; Milano è cresciuta di 43 mila e sono cresciute anche Bologna, Roma, Firenze, Bergamo, Brescia. Con questo trend , nel 2036 gli abitanti di Torino scenderebbero a 750 mila. Qualche segnale di risveglio c’è , ma ancora debole, in prmis la manifestazione dei 40 mila organizzata dalle 7 signore di “Sì Torino va avanti” con Giachino . Il documento firmato da 33 associazioni di categoria e sindacati. Bisognerebbe che emergesse una nuova classe dirigente o che quella che c’è ancora ,soprattutto nell’imprenditoria privata, si risvegliasse prima che sia troppo tardi e con la politica ( quella che ha le sue visioni del futuro ) saldasse una alleanza : bisogna battere a porte in Europa e nel mondo, mettere in campo le migliori relazioni e attirare investimenti, centri direzionali, manifestazioni. E bisognerebbe che la sua borghesia, sì proprio la borghesia caro Grillo caricatura dei vecchi radical chic, incalzasse le classi dirigenti e magari …scendesse di nuovo in piazza per salvare la città e anche le classi popolari con le figlie e i figli a casa disoccupati.

 

(foto: il Torinese)

 

 

Arrivano i fondi per i bacini idrici

ARPIET E UNCEM PRONTI A LAVORARE CON IMPRESE ED ENTI LOCALI PER I NUOVI MICRO-INVASI NELLE AREE MONTANE 

Arpiet e Uncem accolgono positivamente lo stanziamento della Regione, nel quadro dell’assestamento al bilancio, di 6 milioni di euro per la realizzazione di nuovi bacini idrici nelle aree montane. Invasi d’acqua che dovranno avere uso plurimo: agricolo, idroelettrico, per l’innevamento, per lo spegnimento di incendi, oltre al grande valore paesaggistico e turistico di ciascun micro-invaso. La proposta di realizzare una serie di laghetti in quota era stata fatta alla Regione da Uncem e Arpiet (Associazione piemontese delle imprese del trasporto a fune) nel 2016. Le due Associazioni di Enti locali e imprenditori avevano elaborato uno studio che fotografa le opportunità di stoccaggio idrico su tutto l’arco alpino piemontese. Ventidue micro-invasi, senza particolari impatti ambientali, dal costo contenuto, che permettono di accumulare complessivamente 650mila metri cubi d’acqua.
 
“Siamo soddisfatti di questo primo stanziamento di risorse – commentano Giampiero Orleoni, Presidente Arpiet, con Lido Riba e Paola Vercellotti, Presidente e Vicepresidente Uncem Piemonte – La localizzazione e i volumi delle nuove riserve idriche sono stati proposti due anni fa dai proprietari-gestori degli impianti sciistici e il costo medio dello stoccaggio è stimato in 30-35 euro per metro cubo. Ringraziamo la Giunta e il Consiglio regionale per aver accolto la nostra proposta e siamo pronti subito a lavorare con gli Assessori al Turismo e alla Montagna per definire le modalità di realizzazione, progettazione, accesso alle risorse da parte di Enti locali e imprese”. 
 
 
“Lo studio elaborato dall’ingegner Francione per Arpiet e Uncem – afferma Giampiero Orleoni – dimostra due cose. In primo luogo che le aree sciabili piemontesi rappresentano una importante e fondamentale realtà̀ economica delle Terre Alte, che spesso sopravvivono allo spopolamento e alla desertificazione soltanto grazie alla presenza degli impianti funiviari. In secondo luogo che sono determinanti una serie di interventi strutturali di investimento, necessari per raggiungere delle capacità di invaso adeguate per garantire la possibilità di ricoprire con neve programmata le piste piemontesi in tempo utile”. “I micro-bacini che abbiamo censito e mappato – prosegue Orleoni – si inseriscono perfettamente nei contesti naturali e ambientali dei territori. Nessun impatto ambientale, non vogliamo certo compromettere l’ambiente. L’uso plurimo della risorsa è fondamentale. Le nostre stazioni potranno continuare a vivere, garantendo 700 posti di lavoro, 750 milioni di euro di fatturato nell’indotto e ora anche 650 mila metri cubi d’acqua in più, custodita, stoccata e rilasciata per diversi scopi. Un buon investimento per la montagna, ma anche per la pianura”.
CS

Più controlli sugli edifici, la sicurezza al primo posto

Il Consiglio Nazionale di ANACI organizzato a Torino all’Auditorium di Intesa San Paolo è servito a ricordare il ruolo sociale degli amministratori condominiali. Impegno in ambito sanitario, nella ricostruzione post sima ed ovviamente la sicurezza delle strutture, anche dal punto di vista delle infrastrutture immateriali. “In Italia circa il 70% degli edifici non è ancora cablato e mancano le linee guida” ha spiegato il Presidente Burrelli che ha presentato il programma dell’associazione, tra i punti pec elettronica e bilancio sociale.   

Una vista al Politecnico di Torino ha preceduto il Consiglio Nazionale di ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali ed Immobiliari), un incontro utile a predisporre le basi della collaborazione tra l’associazione e alcuni politecnici italiani, finalizzata a consolidare i parametri fondamentali della sicurezza e che prevede in futuro la realizzazione di linee guida raccolte in un  volume e la successiva messa on line per formare gli amministratori. Il Consiglio Nazionale, tenutosi oggi 15 dicembre all’Auditorium di Intesa San Paolo di Torino dove sono arrivati oltre 250 amministratori condominiali da ogni parte d’Italia ed organizzato in collaborazione con Anaci provinciale di Torino, ha confermato anche il ruolo sociale della categoria, il suo impegno professionale capace di investire aspetti della quotidianità come quello della sanità, della ricostruzione delle aree in emergenza come quelle colpite dal sisma nelle Marche Lazio Abruzzo Emilia Romagna, della stessa sicurezza complessiva degli edifici, privati ma anche pubblici, compresi i locali di intrattenimento. “Non è possibile morire a 14 o 15 anni come accaduto nella discoteca di Corinaldo, in provincia di Ancona, perché mancano o sono insufficienti i controlli, sulle uscite di sicurezza ad esempio, o sui parapetti affacciati pericolosamente su fossati. Occorrono più rigore e sanzioni per far rispettare regole già esistenti ed anche valorizzare le professionalità tecniche nelle commissioni di controllo. Il ruolo degli amministratori è anche quello di fare segnalazioni sulle irregolarità delle strutture abitative, ognuna di queste può servire a salvare delle vite, ognuna di queste va chiamata semplicemente prevenzione”, ha spiegato il Presidente di ANACI Francesco Burrelli.  Ma la sicurezza, in termini più ampi, può essere garantita anche dall’infrastrutturazione digitale degli edifici, e su questo punto Burrelli ha incalzato le istituzioni. L’Italia è ancora gravemente in ritardo “Circa il 70% degli edifici non è ancora cablato, nonostante la legge relativa risalga al 2015, e la questione riguarda non solo la fibra ottica, ma, in modo più generale, i multiservizi su cavo unico. E servono le linee guida per questo genere di manutenzioni che ancora non ci sono da realizzare con tutti i soggetti interessati, le tlc i tecnici, le associazioni di categoria, utili a gestire gli impianti nei condomini”. Il Consiglio Nazionale è stato utile anche per fare il punto sulla fatturazione elettronica “siamo pienamene d’accordo sull’idea che corre parallelamente ai processi di digitalizzazione su cui ANACI sta investendo molto, grazie anche alla formazione professionale, ma anche in questo caso è necessario che gli amministratori vengano messi nelle condizioni adeguate per poterli utilizzare con efficacia attraverso la dotazione di strumenti adeguati, altrimenti si corre il rischio gestirli in maniera raffazzonata. Gli amministratori devono pertanto avere accessi diretti ai sistemi tracciati come accade con i conti correnti”. Durante il Consiglio, il primo operativo dopo il congresso di Bari dove Burrelli era stato rieletto per il secondo mandato, è stato inoltre presentata una parte del programma di azione di Anaci che prevede la certificazione del bilancio, il bilancio sociale, la pec elettronica, l’iscrizione on line.“Proseguiamo con continuità l’attività di formazione che è garanzia di elevato profilo professionale dell’amministratori e quindi per gli stessi cittadini dei quali siamo un punto di riferimento sempre più significativo” ha detto ancora Burrelli. Al consiglio di Torino era presente Andrea Lecce Direttore Sales e Marketing di Intesa San Paolo, essendo stato anticipato agli iscritti di Anaci il prossimo accordo tra l’associazione e Intesa san Paolo, sottoscritto a giorni e che riguarda tutte le agenzie circa tremila in Italia. 

CS

Architetti: celebrata “Ivrea città industriale del XX secolo”

Incontri, lectio e visite a corollario della Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

 

Torino, 13 dicembre 2018. Dopo l’omaggio a Matera – Città dei Sassi, Capitale europea della cultura 2019 – gli architetti italiani celebrano “Ivrea città industriale del XX secolo” inserita nel Patrimonio Mondiale Unesco, con una serie di iniziative che – nei giorni del 14 e del 15 dicembre – saranno organizzate a Torino e a Ivrea a corollario della Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Nel corso della mattinata, prima della Conferenza Nazionale di venerdì 14 dicembre, il Presidente degli Architetti italiani, Giuseppe Cappochin, interverrà all’evento pubblico che a La Centrale di Nuvola Lavazza chiuderà il ciclo di incontri “Architettiamo la Città” promossi dall’Ordine degli Architetti di Torino in collaborazione con la Fondazione per l’architettura / Torino. Un percorso di ascolto delle Circoscrizioni per ripensare il futuro di Torino che sviluppa – così come stanno facendo altri Ordini territoriali – gli obiettivi dell’ultimo Congresso Nazionale degli Architetti italiani dedicato alle città del futuro prossimo. Prevista, sempre venerdì, alla fine della prima giornata della Conferenza Nazionale, la Lectio Magistralis “Elogio dell’Architettura”, o della felicità, dell’architetto Aimaro Oreglia Isola. La Lectio vuole essere “un riconoscimento alla professione di architetto partendo da un omaggio rituale al nostro nonno e padre Leon Battista Alberti, ai Lumi, ai Romantici, alla modernità, attraverso un veloce sguardo verso il lavoro di oggi, alla ricerca di un possibile bonheur nell’abitare. Nell’epoca dell’immagine reificata, spettacolarizzata, banalizzata – sottolinea Isola – occorre instaurare le condizioni per affermare con forza quelle verità che le immagini delle nostre architetture ed i nostri paesaggi possono, malgrado tutto, oggi più che mai, veicolare”. La Lectio si concluderà con un breve racconto sulla genesi di Talponia, una architettura come paesaggio e come ricerca, nell’abitare, di una irraggiungibile felicità e bellezza. La giornata si concluderà ad Ivrea – nel Palazzo Uffici Olivetti – con una lezione olivettiana del Segretario Generale della Fondazione Adriano Olivetti, Beniamino de’ Liguori Carino, sul progetto imprenditoriale promosso da Adriano Olivetti. Progetto in cui ricerca tecnologica, design, architettura, responsabilità sociale e responsabilità verso il territorio si sono integrate in un modello unico, innovativo e di assoluta avanguardia di fare impresa. Il giorno successivo, in chiusura dei lavori della Conferenza Nazionale, alla quale porterà i saluti il sindaco di Ivrea, Stefano Sertoli, una immersione a tutto campo nella città di Adriano Olivetti con una visita illustrata alle architetture olivettiane, a cura dello storico e scrittore Marco Pieroni, che sarà introdotta dall’architetto e scrittore Enrico Papa.

Nuove fermate AV sulla Torino Milano

Gli esiti dello studio sullo sviluppo di nuove stazioni intermedie sulla linea ferroviaria ad alta velocità in Piemonte, commissionato dalla Regione Piemonte a SITI e al Centro Studi e progetti innovativi di RFI, saranno presentati entro la metà del mese di gennaio 2019”. È quanto annunciato  in aula dall’assessore regionale ai Trasporti Francesco Balocco, nel rispondere alle interrogazioni a risposta immediata dei consiglieri Benito Sinatora (Lega Nord) e Federico Valetti (M5S) che hanno chiesto aggiornamenti sullo stato della ricerca, avviata a giugno scorso, a seguito di un tavolo tecnico che ha visto il coinvolgimento anche dei Comuni interessati dalla linea ferroviaria (Chivasso, Gassino, Bollendo, Cavagnolo, Balocco, Novara, Ivrea, Santhià, Asti, Biella, Novara, Vercelli). “Scopo della ricerca – ha puntualizzato Balocco – è quello di valutare da un lato le reali esigenze trasportistiche dei territori compresi tra Torino e Milano, dall’altro, qualora ci fosse uno spazio tecnico e commerciale per una o più fermate intermedie, individuare la localizzazione migliore in base al bacino di utenza oltre che ai costi e benefici. La ricerca, finanziata da Compagnia di San Paolo per un totale di 90 mila euro, è suddivisa in due fasi: la prima, analizza il sistema attuale e la simulazione di scenari di intervento, la seconda sull’analisi e il confronto tra le alternative esaminate. Rispetto al cronoprogramma annunciato ci sarà un lieve slittamento dei tempi di consegna dei dati, a causa del ritardo con cui i questionari di RFI sono stati distribuiti ai soggetti interessati e alla scarsa collaborazione da parte di Trenitalia e di NTV a fornire i dati di traffico della direttrice, considerati riservati e non divulgabili”.

“Fino a oggi alcuna comunicazione è stata data in merito ai risultati dello studio, sia parziali che finali – hanno sottolineato i consiglieri Sinatora e Valetti  – ci chiediamo come mai la Regione Piemonte, che pure ritiene i collegamenti ferroviari AV a livello nazionale ed internazionale strategici per lo sviluppo del territorio regionale, non si adoperi con la stessa sollecitudine in questo progetto che permetterebbe l’utilizzo della linea ferroviaria Torino-Milano ad aree importanti come il Canavese e il Monferrato, per il rilancio della loro economia oggi fortemente in crisi.  Una prima fase di presentazione dello studio era infatti prevista per ottobre 2018, con conclusione  a gennaio 2019. Oggi i tempi sono decisamente slittati anche a causa del mancato contributo della Regione”.

Durante la sessione del question time è stata data risposta anche alle interrogazioni di Alfredo Monaco (Scelta di rete civica per Chiamparino) sulla deroga al divieto di circolazione veicoli diesel; di Roberto Ravello (Fratelli d’Italia) e Gianluca Vignale (Movimento nazionale per la sovranità) sul vaccino antipneumococco e meningococcico; di Angelo Bona (Forza Italia) sul cronoprogramma per la realizzazione della Conca di navigazione di porto della Torre; di Valter Ottria (Liberi e Uguali) sulla soppressione dei collegamenti ferroviari della dorsale adriatica dal basso Piemonte; di Paolo Mighetti (Movimento 5 Stelle) sul pagamento delle rate spettanti per i servizi di trasporto pubblico locale  alle aziende esercenti il servizio; di Davide Bono (Movimento 5 Stelle)  sullo stato della gestione sanitaria accentrata in regione Piemonte.

 

(foto: il Torinese)

Fico: “Tav antistorica”. Chiamparino: “Va fatta”

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Mentre il presidente della Camera Roberto Fico ribadisce che secondo lui la tav è un’opera inutile e “antistorica” il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, incontra Mino Giachino, l’ex sottosegretario alle infrastrutture del governo Berlusconi che è stato, con le madamin, tra i promotori della manifestazione a favore della Torino-Lione del 10 novembre. Per Chiamparino il lavoro di Giachino è stato  significativo, e la manifestazione “ha cambiato il clima intorno alla Tav. Non è più rinviabile una decisione chiara del governo sulla realizzazione dell’opera. Tutto il resto è distrazione di massa su una infrastruttura fondamentale per la crescita e l’ambiente”.

 

Spesa di Natale al mercato contadino

Domenica 16 dicembre in piazza Bodoni l’ultimo appuntamento dell’anno con i prodotti agricoli delle aziende Cia – Agricoltori italiani

Ultimo appuntamento con i mercatini agricoli natalizi della Cia – Agricoltori italiani a Torino: sotto le bandiere verdi dell’Organizzazione, i contadini della “Spesa in campagna” domenica 16 dicembre saranno in piazza Bodoni, tutto il giorno, con i prodotti delle loro aziende. Parola d’ordine: specialità di stagione a filiera corta, direttamente dal produttore al consumatore. «Il rapporto diretto con il produttore – osserva Pierangelo Cena, presidente de “La spesa in campagna” – garantisce la qualità del cibo, che necessariamente è di stagione, cioè fresco, oltre che di qualità. Le nostre sono aziende agricole selezionate, che dedicano parte del loro lavoro alla commercializzazione diretta delle proprie produzioni. Approcciarsi a questo mercato significa avere a che fare e promuovere un’agricoltura sostenibile, che rispetta i tempi della natura e custodisce l’ambiente nell’interesse di tutti». Nella versione natalizia, il mercato de “La spesa in campagna” offre ampia possibilità di scelta con ortofrutta, olio siciliano di oliva nocellara, miele e derivati, carni bianche (pollo, coniglio, tacchino) in varie tipologie, zafferano delle valli di Lanzo, formaggi d’alpeggio e altri freschi e stagionati di mucca e di capra, fiori in vaso, biscotti di riso, di meliga, di farro e di grano, pane, riso, liquori artigianali, gianduiotti e giacomette tagliati a mano, salumi tipici del Canavese e carne di maiale e vitello, confetture dolcificate con mosto d’uva, succo di mele e altri trasformati come l’antipasto piemontese, patate di montagna, cosmetici naturali, vino dell’astigiano, affettati di maiale, taralli pugliesi e arance siciliane, tutto di produzione propria. Un’offerta che si affianca a quella agrituristica del circuito “Turismo verde Torino”: «Concedersi qualche giorno di vacanza in campagna – dice il presidente, Alex Dellerba – significa andare alla ricerca dell’essenzialità e della verità della natura, un’esperienza indimenticabile».

Fca fa saltare il consiglio regionale aperto

Gorlier: “Il sistema di bonus-malus inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata”

 

Fca fa saltare il Consiglio regionale e comunale  aperto in programma per domani perchè “Il sistema di bonus-malus inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale”. E’ quanto scrive in una lettera al presidente dell’Assemblea piemontese Nino Boeti  il responsabile delle attività europee di Fca, il torinese Pietro Gorlier. Commenta Boeti: Comprendiamo le difficoltà di FCA ma non possiamo non esprimere il nostro disappunto per il rinvio di un appuntamento al quale abbiamo lavorato da molti mesi e che avrebbe rappresentato un importante momento di confronto sul futuro dell’automotive nella nostra Regione. Chiederemo oggi stesso a FCA di definire una nuova data in tempi assai brevi, comunque entro il mese di gennaio e quindi a legge di Bilancio approvata, affinché il confronto previsto per domani possa avvenire quanto prima”.

L’ospedale Sant’Anna al top per l’assistenza alle donne con sclerosi multipla

Ne soffrono oltre 118mila italiani. Le donne colpite sono il doppio rispetto agli uominiAssegnati oggi a Milano i riconoscimenti alle strutture ospedaliere con i Bollini Rosa, che si sono distinte per i migliori servizi per la presa in carico multidisciplinare della Sclerosi Multipla in tutte le fasi della vita della donna

ONDA ha premiato l’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino per essere al top nell’assistenza alle donne con sclerosi multipla. In particolare è stato premiato il primo Servizio interdisciplinare per la tutela della salute riproduttiva della donna con sclerosi multipla.

La Sclerosi Multipla è più frequente nel genere femminile e si manifesta spesso in donne in età fertile. Per tale motivo è comune affrontare con le donne affette da SM problematiche relative alla salute riproduttiva. La gestione clinica di queste pazienti richiede un’expertise specifica e l’organizzazione di un sistema di collaborazione interdisciplinare, non solo di eccellenza medica plurispecialistica, ma anche di facile accessibilità e fruibilità, e comprendente un supporto psicologico. L’obiettivo principale è l’organizzazione di un servizio assistenziale che si prenda carico a 360 gradi delle necessità relative alla vita riproduttiva della donna affetta da SM. Questo è possibile solo mediante una stretta ed efficiente collaborazione tra i diversi professionisti coinvolti, ma richiede anche una rete di attività funzionali e di strutture dedicate che permettano un’assistenza qualificata con il minor disagio possibile per le pazienti, rispettosa del comfort e delle aspettative. L’ottimizzazione del percorso nell’ambito delle problematiche specifiche delle 3 età della donna contribuisce a creare un clima di serenità intorno alla donna, che intravede una serie di possibili percorsi intorno alla propria malattia ed un’equipe di professionisti in stretta inter-relazione pronti a supportarla. Questa maggior serenità si traduce anche in una maggior confidenza ad affrontare concretamente le problematiche riproduttive e permette di ottenere risultati assistenziali ottimali. Il servizio è rivolto a donne affette da SM con disturbi ginecologici, infertilità, richiesta di contraccezione, indicazione a counselling preconcezionale ed assistenza alla gravidanza, al parto ed a puerperio/allattamento, o disturbi perimenopausali. Il Servizio, realizzato presso la Città della Salute di Torino, offre un pannello di attività specialistiche integrate, finalizzate alla tutela del benessere della donna con Sclerosi Multipla (SM) nelle diverse fasi della sua vita riproduttiva, dalla pubertà, alla gravidanza ed al parto, fino alla menopausa. Il Servizio prevede un continuum assistenziale garantito da professionisti esperti e consapevoli delle necessità specifiche e peculiari che la malattia comporta, all’interno della stessa Azienda. Il servizio è svolto in collaborazione dal Centro SM della Neurologia 1 universitaria (Direttore: professoressa Maria Teresa Giordana) e dalla Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria (Direttore: professoressa Chiara Benedetto), e prevede l’attività coordinata di ambulatori, Day Service e Day Hospital dedicati, e di reparti di degenza.

 

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“La Sclerosi Multipla è una malattia fortemente connotata al femminile”, introduce Francesca Merzagora, Presidente Onda, “colpisce infatti soprattutto le donne per lo più tra i 20 e i 40 anni. La diagnosi insorge quindi in un’età della vita in cui il futuro prende forma, sul lavoro e nella vita privata e la malattia rischia quindi di sgretolare ogni certezza”. Per contribuire a migliorare la qualità e l’accesso ai servizi sanitari per la diagnosi ed il trattamento precoce di questa malattia e promuovere un’assistenza multidisciplinare e qualificata, Onda, con la sponsorizzazione non condizionante di Novartis, ha voluto porre in evidenza e premiare con un apposito riconoscimento le migliori competenze, nell’ambito della Sclerosi Multipla, degli ospedali italiani appartenenti al network dei Bollini Rosa, che si distinguono per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie delle donne. Dal Barometro della Sclerosi Multipla 2018 dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), emerge quanto questa malattia sia un’emergenza sanitaria e sociale. È una malattia autoimmune, cronica e degenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale e interessa oltre 118.000 persone in Italia con una diffusione doppia nelle donne rispetto agli uomini. Per la sua natura cronica, dal decorso imprevedibile caratterizzato da riacutizzazioni, dal quadro clinico progressivamente invalidante e dall’insorgenza in giovane età, è stata inserita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le malattie socialmente più costose: viene stimato infatti che la spesa previdenziale ed assistenziale sia di circa €148 milioni annui solo in Italia, mentre il costo sociale complessivo della Sclerosi Multipla è di circa €5 miliardi all’anno. Il Barometro evidenzia inoltre che il 48% degli italiani in età da lavoro con Sclerosi Multipla è occupato: di questi il 30% nell’ultimo anno ha dovuto ridurre le ore di lavoro ed il 27% ha proprio cambiato lavoro; in generale per il 77% la malattia influenza la produttività lavorativa; il tasso di occupazione diminuisce rapidamente in relazione al peggioramento della malattia: il sintomo della fatica è il più invalidante (78%), seguito da difficoltà cognitive (30%), disturbi dell’umore (27%), problemi di mobilità (23%) e dolore (17%).

Analizzando la qualità della vita in generale, il 73% dei pazienti ha dolore, seguito da difficoltà a svolgere le attività abituali (67%), mobilità ridotta (60%), ansia e depressione (59%) e difficoltà nella cura personale (32 %).

 

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Il modello di assistenza alle persone con Sclerosi Multipla è fortemente centrato sulla gestione della malattia da parte della rete dei Centri clinici: per il 62% il Centro rappresenta l’unico punto di riferimento e circa la metà vi si reca almeno una volta ogni 3 mesi (45%). “La presa in carico delle pazienti”, continua Merzagora, “da parte di centri ospedalieri specializzati e sempre più multidisciplinari, consente di gestire la malattia in maniera integrata nell’ottica di accompagnare le donne in un percorso di assistenza e cura con l’obiettivo di salvaguardarne il benessere e la qualità di vita. Abbiamo premiato dei servizi all’avanguardia, esempi concreti di efficienza che ci auguriamo possano offrire degli spunti anche ad altre realtà ospedaliere per migliorare la qualità dei propri servizi”. Sono pervenuti 47 servizi da parte di 45 ospedali candidati in tutta Italia. Un apposito Comitato ha premiato come Best Practice le seguenti 7 strutture: A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino – Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna (Torino, Piemonte), ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (Milano, Lombardia), ASST Papa Giovanni XXIII (Bergamo, Lombardia), Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (Cona, Emilia-Romagna), Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata (Roma, Lazio), IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna (Bologna, Emilia-Romagna), IRCCS S. Raffaele di Milano (Milano, Lombardia).

 

 

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.bollinirosa.it.

CTO, raggiunte le mille donazioni di cute

Per 2.158.024 cm2 alla Banca della Cute

E’ stato raggiunto il significativo e ragguardevole traguardo delle mille donazioni di cute per un totale di 2.158.024 cm2, presso la Banca della Cute dell’ospedale Cto della Città della Salute di Torino. La suddetta Banca ora è diventata, prima ed unica in Italia, anche una vera e propria “officina farmaceutica” per la produzione di tessuti. La Tissue & Cell Factory Banca della Cute di Torino è una Struttura Semplice (responsabile dottoressa Carlotta Castagnoli) della SC Grandi Ustioni (direttore dottor Maurizio Stella), del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica (direttore professor Mario Morino) della Città della Salute di Torino. Dall’anno 2000 è Centro di Riferimento regionale per la conservazione della cute, autorizzata dal CNT ogni due anni, ed opera in sinergia col Centro Grandi Ustionati. L’attività della Banca comprende, fin dall’istituzione, il prelievo, il trattamento e la conservazione dei lembi cutanei alloplastici prelevati da donatori multiorgano e multitessuto, inoltre effettua i controlli di qualità dei tessuti, produce attività di ricerca applicata e supervisiona le applicazioni cliniche. La distribuzione dei lembi di cute di banca è dedicata principalmente a pazienti ustionati, nei quali la discrepanza tra superfici illese utilizzabili per prelievo di trapianti cutanei autologhi e le aree lese diviene fattore prognosticamente rilevante. Il trapianto di cute alloplastica è il gold standard per ovviare a tale situazione, rappresentando una terapia salva-vita: infatti confrontando le casistiche del Centro Grandi Ustioni di Torino dal biennio 1995-97 con le casistiche attuali si evince che l’indice di mortalità è diminuito dal 24% al 12%. Inoltre la cute alloplastica può favorire la guarigione di ulcere croniche ed altre importanti patologie cutanee.

I risultati ottenuti hanno permesso progressivamente l’estensione del servizio anche ad altri ospedali in regione e fuori regione, in particolare la regione Liguria, dove è stato realizzato un deposito di tessuto cutaneo presso IST Policlinico San Martino di Genova. La Banca della Cute di Torino garantisce così un presidio salva-vita ad un bacino di utenza di almeno 6 milioni di abitanti. Ad oggi in sinergia con il Centro Regionale Trapianti del Piemonte e della Valle d’Aosta (direttore professor Antonio Amoroso), la Banca ha gestito in questi primi 18 anni di attività, mille donazioni di tessuto cutaneo multitessuto e/o multiorgano, prelevando 2.158.024 cm2 di cute e realizzando 2300 trapianti, con un totale di 1.754.910 cm2 di cute distribuita. Con l’entrata in funzione della nuova sede, realizzata ad hoc ed attiva dal maggio 2016, la Tissue and Cell Factory Banca della Cute ha rinnovato profondamente la propria funzione e la sua organizzazione interna. Obiettivo principale della nuova struttura è stato quello della trasformazione in una vera e propria “officina farmaceutica” per la produzione di tessuti e cellule derivanti dal tessuto cutaneo, prelevato da donatore secondo normativa GMP, normativa che in Europa regola la produzione dei farmaci. Ciò ha comportato un notevole innalzamento dei parametri di sicurezza e di qualità del prodotto ed è attualmente l’unica banca in Italia che assicura la produzione di tessuto tegumentario da donatore secondo normativa GMP.La nuova struttura (superficie totale circa 610 m2), situata presso l’ospedale CTO della Città della Salute di Torino, è articolata in due ambiti funzionali (classificati e non classificati) nettamente distinti anche dal punto di vista strutturale. Nella Banca della Cute l’accesso alle aree di lavorazione è riservato al solo personale autorizzato ed altamente specializzato. La disposizione dei locali prevede step successivi di vestizione del personale che accede alle diverse aree di lavorazione a pulizia e contaminazione controllata. Oltre al tessuto cutaneo crioconservato e glicerolato – i prodotti storici della Banca – la nuova struttura permette la produzione di nuovi prodotti, tra cui si ricorda il derma decellularizzato da donatore, destinato alla ricostruzione post-chirurgica (ad esempio nei casi di mastectomia e di laparocele) ed il tessuto adiposo autologo crioconservato (prima banca in Italia ad essere autorizzata allo stoccaggio).La realizzazione della nuova sede della Banca ha coronato un impegno decennale. Grazie ad un concept clinico ed ingegneristico estremamente evoluto ed a tecnologie avanzate, la Banca della Cute rappresenta un esempio di struttura sanitaria pubblica all’avanguardia al servizio dei cittadini.

 

(foto: il Torinese)