ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 487

“Trattamenti di benessere in Oncologia” al Mauriziano di Torino

Lunedì 21 ottobre 2019 dalle ore 10 alle ore 16, presso la Breast Unit della Ginecologia ed Ostetricia universitaria dell’ospedale Mauriziano di Torino (Padiglione 5A – largo Turati 62), si terranno i “Trattamenti di benessere in Oncologia”. Verranno offerte gratuitamente alle pazienti del Day Hospital oncologico: trattamento di estetica, make up individuale e consulenza acconciatura / parrucca.

 

(foto: MuseoTorino)

Il teleriscaldamento a Beinasco

Con l’allacciamento alla rete della città di Torino, si sta concludendo in questi giorni la prima fase dei lavori per portare il teleriscaldamento a Beinasco, secondo la convenzione sottoscritta da Iren Energia, società del Gruppo Iren, e dal Comune di Beinasco nel 2017.

 

Anche Beinasco entra quindi nella rete metropolitana del teleriscaldamento di Iren, che serve già le città di Moncalieri e Nichelino, oltre a quella di Torino.

 

Con la nuova stagione termica 2019/2020, quindi, il riscaldamento “pulito” tramite la distribuzione di acqua calda direttamente nelle tubazioni di casa, arriva anche nella cittadina della prima cintura torinese.

 

Il calore che inizierà a riscaldare una prima parte di Beinasco verrà prelevato dalla rete di teleriscaldamento metropolitano, grazie alla nuova interconnessione tra la rete della città di Torino, dove attualmente già oltre il 93% del calore è prodotto da impianti di cogenerazione ad alto rendimento, e l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Torino (TRM).

 

Questo importante traguardo si inserisce all’interno di un progetto molto più ampio che porterà Iren a servire complessivamente circa 4.000 cittadini nella zona di più recente costruzione di Beinasco e della frazione Fornaci, senza la necessità di costruire nuove centrali di produzione termica.

 

La volumetria totale riscaldata prevista sarà di circa 430.000 m³ grazie ad una rete di circa 7 km e con un’energia termica prodotta annualmente di 14 GWh.

 

Una volta completato il progetto, l’utilizzo del teleriscaldamento al posto delle tradizionali caldaie consentirà alla città di Beinasco di evitare emissioni annuali di CO e NOX pari a quelle prodotte da circa 2.000 autovetture a benzina.

Il progetto inoltre eviterà l’uso di circa 160 Tonnellate Equivalenti di Petrolio corrispondenti all’emissione di 380 tonnellate di CO2, pari alla quantità assorbita da 2.630 alberi.

Energia verde, la Regione mette in palio 50.000 euro per i Comuni

L’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati: «Primo passo in attesa di una legge nazionale» 

Da oggi i Comuni che vogliono aggregarsi tra di loro per costituire le cosiddette «comunità energetiche» possono contare sul sostegno della Regione che ha pubblicato un bando che mette a disposizione 50.000 euro ripartiti sulla base del numero delle manifestazioni di interesse valutate positivamente: a ciascun richiedente sarà destinata una somma non inferiore a 5.000 euro e non superiore a 10.000 fino ad esaurimento della dotazione. «Si tratta di un primo piccolo passo – ha detto l’assessore all’Ambiente e all’Innovazione tecnologica, Matteo Marnati – con questa manifestazione di interesse tastiamo il terreno per capire qual è l’orientamento dei territori, se ci saranno molte domande stanzieremo più soldi a partire dal prossimo anno, sempre restando in attesa di una legge nazionale che disciplini questo settore».

I Comuni che propongono la costituzione di comunità energetiche possono presentare manifestazioni di interesse e richiedere un contributo finanziario tramite PEC all’indirizzo

sviluppoenergetico@cert.regione.piemonte.it in formato pdf firmato digitalmente dalle ore 9 del 21 ottobre 2019 fino alle 12 del 6 dicembre 2019. La descrizione del bando si può scaricare dall’indirizzo:https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/contributo-finanziario-comunita-energetiche

Le comunità energetiche sono aree nelle quali si prevede una progressiva sostituzione dei combustibili fossili con fonti rinnovabili, fino a raggiungere la completa indipendenza da petrolio e affini. La prima Comunità Energetica piemontese è stata costituita nel Pinerolese in un’area di 1.350 km quadrati, con una popolazione di 150mila abitanti che intende provvedere da sé al proprio fabbisogno energetico.

Sono ammissibili al contributo regionale le spese sostenute, a far data dal giorno 21 ottobre 2019, per la redazione dei progetti e della documentazione correlata alla costituzione delle comunità energetiche, quali documenti e relazioni progettuali, analisi di fattibilità tecnico – economica, studi e atti di carattere giuridico. La valutazione delle manifestazioni di interesse sarà effettuata da un Comitato Tecnico Scientifico entro i 90 giorni successivi alla scadenza dell’Avviso. Il Settore “Sviluppo energetico sostenibile” provvederà all’approvazione della graduatoria e alla successiva erogazione dei contributi.

Le domande di partecipazione al bando devono essere conformi al modulo allegato all’Avviso pubblico ed essere corredate dalla documentazione dallo stesso prevista.

Le risorse disponibili ammontano ad euro 50.000 euro. Le stesse saranno ripartite sulla base del numero delle manifestazioni di interesse valutate positivamente e a ciascun richiedente sarà destinata una somma non inferiore a 5.000,00 e non superiore a 10.000,00 euro fino ad esaurimento della dotazione.

Sono ammissibili al contributo regionale le spese sostenute, a far data dal giorno 21 ottobre 2019, per la redazione dei progetti e della documentazione correlata alla costituzione delle comunità energetiche, quali documenti e relazioni progettuali, analisi di fattibilità tecnico – economica, studi e atti di carattere giuridico.

La valutazione delle manifestazioni di interesse sarà effettuata da apposito Comitato Tecnico Scientifico entro i 90 giorni successivi alla scadenza dell’Avviso.

Il Settore “Sviluppo energetico sostenibile” provvederà all’approvazione della graduatoria e alla successiva erogazione dei contributi.

Lotta all’usura, prosegue l’attività del Consiglio regionale

Dall’ufficio stampa di Palazzo Lascaris

“Dopo la recente istituzione della nuova Commissione permanente in materia di legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi, l’insediamento dell’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovra indebitamento, dimostra quanto Il Consiglio regionale ha caro il tema della legalità, inteso quale valore fondamentale per la quotidiana convivenza civile, caposaldo all’interno dell’Assemblea legislativa  e principio valido in ogni tempo”.

Con queste parole il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, ha aperto  la seduta d’insediamento dell’Osservatorio contro l’usura nella Sala delle Bandiere di Palazzo Lascaris.

Presenti – oltre la maggior parte degli undici componenti, tra i quali l’Ires, l’Ufficio scolastico regionale, Libera, le Fondazioni antiusura, Federconsumatori e la Giunta regionale – i consiglieri delegati dall’Ufficio di presidenza, Giorgio Bertola e Gianluca Gavazza.

Bertola, alla seconda esperienza, ha sottolineato il potenziato dell’organismo con la l.r. 8/2017 “che ha portato l’Osservatorio a collaborare con la Giunta regionale e ad avere un rapporto proficuo con l’Ires che fornisce dati importanti sulla situazione nella società a sostegno della progettualità. Una azione volta in primis nei confronti dei giovani”.

Gavazza ha affermato che “ La prevenzione è importante come l’educazione al consumo, all’uso responsabile del denaro e al risparmio, non solo da un punto di vista etico. È importante che i giovani siano consapevoli della realtà che li circonda e di quelle che saranno le loro scelte nel futuro. Consapevoli dell’esistenza di strumenti di sostegno alle vittime di tale reato”

Nuove imprese e nuovo ristorante al Bioindustry park

 CRESCE E SI RINNOVA CON UN RISTORANTE AZIENDALE DI 1000 MQ E NUOVE REALTA’ INSEDIATE

Nelle aree lasciate libere dalla vecchia mensa ha preso casa la Fondazione ITS per formare “sul campo” i più giovani nel settore delle scienze della vita

 

Si è svolta questa mattina la cerimonia di inaugurazione del nuovo ristorante e centro servizi aziendale di Bioindustry Park, alla presenza del Presidente della Regione Piemonte On. Alberto Cirio e di numerosi rappresentanti delle istituzioni locali.

Una struttura dinamica e modulare di oltre 1000 mq che, oltre alla parte ristorativa, ospiterà un insieme di iniziative rivolte al personale delle imprese insediate in un’ottica di welfare aziendale. A questo si aggiungerà un dehor, che sarà inaugurato nella stagione estiva, e un ulteriore spazio di oltre 600 metri quadri dedicato a progetti futuri e alle attività sportive e di svago.

Dopo un periodo di lavoro di 12 mesi e un investimento complessivo pari a circa 1 milione e 200 mila euro, il Bioindustry Park di Colleretto Giacosa ha quindi ripreso il proprio progetto di sviluppo e ingrandimento, fortemente voluto dal Consiglio di amministrazione per rendere sempre più attrattivo, vivibile e ricco di opportunità il Parco e per venire incontro alla crescita dell’utenza e alle richieste di insediamento.

Il nuovo ristorante aziendale, realizzato grazie alla collaborazione di Camst, società leader nel campo della ristorazione aziendale, servirà più di 500 pasti al giorno grazie al lavoro quotidiano di oltre 12 addetti. Oltre ai servizi di mensa, sarà anche un luogo di incontro e di scambio tra aziende, con la creazione di aree condivise, di co-working e di stimolo alla creatività. Non mancheranno iniziative rivolte alle famiglie come, per esempio, l’accoglienza dei bambini durante i momenti di open day.

Insieme all’ampliamento strutturale, la nascita del ristorante e centro servizi offre anche l’opportunità di ospitare nuove realtà all’interno del Parco. Nell’area della vecchia mensa, infatti, ha preso casa la Fondazione ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della Vita, aperta a giovani diplomati, con l’obiettivo di formare tecnici specializzati attraverso percorsi di formazione-lavoro riconosciuti a livello nazionale ed europeo rivolto a più di 50 studenti che potranno apprendere in un contesto ideale, a stretto contatto con le imprese, i centri di ricerca e la comunità scientifica che opera nel settore di riferimento: l’idea ispiratrice è quella di un Parco sempre più “Campus”.

“È bello tagliare il nastro di un luogo che amplia i propri spazi per poter accogliere un numero sempre maggiore di realtà imprenditoriali d’eccellenza – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Il Bioindustry Park rappresenta un modello di successo che la Regione ha supportato fin dalla sua nascita, ma che è cresciuto negli anni grazie alla capacità di visione di coloro che per primi ci hanno creduto e grazie al lavoro quotidiano delle persone e delle aziende che popolano il Parco. Un esempio anche di come i fondi europei possano creare una ricaduta determinante sul territorio. Per questo lavoreremo insieme sulla futura programmazione, con l’obiettivo di “cucire” i prossimi bandi a misura di quelle che sono le reali esigenze del Piemonte”

Siamo felici di poter inaugurare quest’area dedicata alle aziende e a tutte le persone che lavorano al Bioindustry Park – Hanno dichiarato Fiorella Altruda e Alberta Pasquero, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato del Bioindustry Park – Si tratta di un investimento necessario e propedeutico a nuovi ampliamenti strutturali. Nello stesso tempo garantisce alle aziende insediate presenti e future un ricco ventaglio di servizi e opportunità più contemporanei, inclusivi e utili allo sviluppo del loro business e del benessere dei loro collaboratori ma anche una carta da visita per i loro ospiti. La direzione intrapresa è quella di rendere il Parco un punto di riferimento sempre più strategico nel campo della Salute Umana e delle Scienze della Vita, in grado di favorire investimenti industriali e nuove opportunità di lavoro”.

Sviluppato su una superficie di circa 70 mila metri quadri, 24 mila dei quali adibiti a laboratori, uffici e impianti pilota, Bioindustry Park ospita oltre 40 organizzazioni tra grandi aziende multinazionali, piccole e medie imprese, start up e centri di ricerca per un totale di oltre 550 risorse impegnate.

La crescita del Parco continua con nuovi investimenti in corso di realizzazione.

Come mettere in rete i siti Unesco

Il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino ha condotto la ricerca “Man and Biosphere e Heritage” sui siti Unesco del Piemonte, finalizzata alla realizzazione di un distretto regionale che li metta a sistema, faciliti la connessione e lo scambio di esperienze tra loro e con altri siti Unesco europe, e contribuisca allo sviluppo economico sostenibile ed integrato dei territori che li ospitano.

 

Il progetto si inserisce tra le attività previste dal protocollo d’intesa sottoscritto nel 2015 con il Consiglio regionale del Piemonte attraverso la Consulta europea con l’obiettivo di collaborare per realizzare una blue economy attraverso l’applicazione del design sistemico al territorio e alle realtà produttive della nostra regione.

Lo studio dimostra infatti che, mettendo a sistema i siti Unesco (le aree protette del Lago Maggiore, quelle del Po Torinese, il Parco del Monviso, i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, le Residenze Reali Sabaude, i Sacri Monti del Piemonte e i Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino) sarà possibile una riduzione degli sprechi, grazie anche al riutilizzo di risorse che prima erano considerate scarti: un modello che potrebbe diventare di riferimento per altri sistemi territoriali europei.

Un modello produttivo di sviluppo sostenibile vede la compresenza armonica di espressioni culturali collettive, settori economico-industriali e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale locale: questi tre fattori sono il fulcro di una progettazione strategica in grado di andare oltre l’innovazione di prodotto e servizio fine a sé stessa, sviluppando temi ad ampio raggio su cui convergono necessariamente molteplici saperi e diversi attori locali.

“Dallo studio è tempo di passare ad una fase concreta, attraverso  un complesso lavoro di analisi territoriale che tracci le linee di una proposta operativa – ha detto il vicepresidente del Consiglio Franco Graglia -. Seguendo le linee guida emerse dalla ricerca si potrà avviare la condivisione dei contenuti tra i Siti Unesco e le amministrazioni territoriali, così da realizzare il distretto  piemontese”.

“I diversi siti UNESCO – ha spiegato il professor Luigi Bistagnino, fondatore della Systemic Approach Foundation –  assieme ai territori circonvicini, dovranno sviluppare un approccio culturale e un modo di agire in cui si considerino le attività non come punto unico di riferimento ma come snodo di relazioni in modo da formare uno scambio positivo di conoscenza, di intenti in un rapporto di flussi reciproci che fluiscano da un sistema ad un altro senza scarti considerando le risorse come materia in continua trasformazione e patrimonio comune”.

Per Silvia Barbero, coordinatrice scientifica del progetto e docente del Dipartimento di Architettura e Design: “Questa ricerca si propone di fornire uno strumento di politica e amministrazione territoriale per la realizzazione di un distretto sistemico e fluido dei siti UNESCO piemontesi, fornendo i metodi e gli strumenti necessari per la sua realizzazione e ci si aspetta di trovare le risorse per l’esecuzione del progetto nel prossimo futuro”.

CosmesiAmo: il mondo della cosmesi incontra i consumatori

Appuntamento a Torino

Corner esperienziali gratuiti, momenti di confronto e informazione: tutto questo è CosmesiAmo, l’evento promosso da Unione Nazionale Consumatori in collaborazione con Cosmetica Italia,
in programma sabato 19 ottobre presso il Ronchiverdi Sport & Business Club

Torino, 19 ottobre 2019Dopo i successi delle precedenti edizioni (Milano, 2016 – Bari, 2017 – Roma, 2018), CosmesiAmo arriva a Torinoper una giornata dedicata alla bellezza, ai profumi, alla cura della pelle e dei capelli con un occhio sempre rivolto al consumo consapevole.

L’evento, promosso dall’Unione Nazionale Consumatori in collaborazione con Cosmetica Italia, sarà ospitato sabato 19 ottobre (ore 10-18) presso il Ronchiverdi Sport & Business Club; per tutta la giornata, a ingresso gratuito, saranno disponibili corner esperienziali dedicati al make-up e al trattamento dei capelli.

Non mancheranno i momenti di confronto con gli esperti del settore: si inizierà alle 11 con l’imprenditore Marco Piccolo che illustrerà la case history dell’azienda Reynaldi, da anni impegnata in Burkina Faso con un progetto inclusivo che porta valore sociale e conoscenza sul territorio africano; la ricercatrice Maria Pirulli (ore 12) proporrà invece un viaggio nel tempo alla scoperta degli studi di Leoanrdo da Vinci in campo cosmetico.

Il programma del pomeriggio si aprirà con l’intervento del dermatologo Paolo Broganelli (ore 15) con alcuni consigli per conoscere la pelle, prendersene cura e prevenire le patologie cutanee; spazio anche alla solidarietà con La forza e il sorriso Onlus, che si occupa di aiutare le donne in trattamento oncologico attraverso la cosmesi: l’appuntamento con la tavola rotonda, che coinvolgerà alcuni protagonisti dell’iniziativa, è per fissato per le ore 15:30.

L’interazione fra settori diversi del mercato costituisce un valore aggiunto fondamentale anche nel dialogo con i consumatori”, spiega l’Avvocato Patrizia Polliotto, da anni in equilibrio tra il ruolo di affermato legale d’impresa e voce altrettanto stimata del consumerismo. “La cosmesi costituisce senza dubbio uno degli ambiti massivi in cui si sostanziano gli acquisti dei cittadini. Crediamo, dunque, che approfondirne organicamente gli aspetti a 360° sia un’iniziativa utile nella divulgazione di un’adeguata e sana cultura consumeristica consapevole”, conclude il legale, Presidente dal 2010, del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

A conclusione della giornata (ore 16:30), gli ospiti potranno mettere alla prova il proprio olfatto con gli esperti diAtelier Fragranze Milanoche guideranno i presenti in un viaggio sensoriale nel mondo dei profumi.

«I cosmetici fanno parte del nostro quotidiano. Nonostante il consumatore sia sempre più attento, spesso non è immediato comprendere la complessità del mondo della bellezza, le variegate professionalità coinvolte e il costante investimento in ricerca e sviluppo della nostra industria -dichiara il presidente di Cosmetica Italia, Renato Ancorotti– La collaborazione che da diversi anni ci affianca a Unione Nazionale Consumatori nella realizzazione di CosmesiAmo ci consente di dare concretezza all’obiettivo di incontrare il consumatore e raccontare il valore della cosmesi. CosmesiAmo è infatti l’appuntamento aperto al pubblico che grazie a momenti di confronto con esperti del settore e corner esperienziali permette di toccare con mano le diverse sfaccettature del settore. L’impegno di Cosmetica Italia per promuovere una corretta conoscenza dei cosmetici e del loro utilizzo prosegue poi grazie al sito ABC cosmetici (www.abc-cosmetici.it), voluto dall’Associazione Nazionale delle Imprese Cosmetiche per un consumatore informato e consapevole».

«Siamo alla quarta edizione di CosmesiAmo, evento al quale teniamo molto per la possibilità di incontrare i consumatori e favorire il dialogo con il mondo della cosmetica– afferma il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona.I consumatori di oggi sono molto attenti a tutto ciò che ha a che fare con la bellezza e la cura del corpo, si informano sulle nuove tendenze e sono disponibili a spendere il proprio denaro per prodotti efficaci. Una grande novità è rappresentata dalle modalità con cui si approcciano al mercato: siamo di fronte ad un passaparola virtuale in cui è sui social che si cercano consigli e ci si affida ad influencer per la scelta di un prodotto piuttosto che un altro. Ciò ha due conseguenze, in qualche maniera collegate: una relativa alla trasparenza del mercato, per  cui  noi di Unc stiamo portando avanti una campagna per avere regole chiare sull’influencer marketing e l’altra di attendibilità delle fonti: senza nulla togliere all’influencer da migliaia di follower, è meglio rivolgersi a professionisti per scegliere un prodotto o avvicinarsi ad un trattamento estetico con la giusta consapevolezza.

Per questo motivo ormai da diversi anni organizziamo con Cosmetica Italia eventi come questo, ma anche campagne di comunicazione,per fornire ai consumatori le corrette informazioni e la possibilità di toccare con mano i trattamenti e le novità del mercato».

Archivi nel mercato dell’arte e strumenti legali nelle collezioni e lasciti d’artista

Torino e Verona sempre più vicine con il convegno organizzato all’Art Verona 

 

Torino è  sbarcata a Verona e lo ha fatto ad Art Verona, rassegna di respiro internazionale che si è tenuta dall’11 al 13 ottobre scorsi.

Una partecipazione di prestigio è stata quella avvenuta sabato 12 ottobre scorso nel corso dell’incontro dedicato agli “Archivi nel mercato dell’arte e gli strumenti legali che risolvono il nodo generazionale di collezioni e lasciti d’artista”. Vi ha partecipato, tra i vari relatori, anche l’avvocato torinese e collezionista Simone Morabito, fondatore dell’associazione Business Jus ed anche promotore dell’evento torinese “Art & Law”, giunto quest’anno alla sua sesta edizione. Il talk, moderato da Marianna Agliottone, ha coinvolto anche le esperienze di Francesco Fabris,  socio veneziano di Art Lawyers.legal, Andrea Pizzi, consigliere dell’Archivio Calzolari e Tommaso Tisot.

La Fiera è stata diretta dalla abile Adriana Polveroni, che si è dimostrata capace di traghettarla verso una dimensione di respiro maggiore e più dinamico. Di rilievo le gallerie rappresentate, tra cui alcune torinesi, come la galleria Mazzoleni, Pick Gallery.

Oltre ai talk, di particolare  utilità ed interesse, degna di nota è stata la partecipazione del giovane pubblico presente in tutte le attività della Fiera, concetto non scontato per una fiera italiana.

“Business Jus – precisa l’avvocato Morabito – è un’associazione scientifica che raggruppa professionisti che si occupano del diritto d’impresa (all’interno del quale rientra anche la disciplina del diritto dell’arte), commercialisti, avvocati, notai e revisori dei conti.

Oggi, in mancanza di una specifica documentazione, a differenza degli anni Settanta, quando il mercante d’arte era considerato una figura culturale dotata di una indiscussa autorevolezza e del quale l’acquirente di un’opera d’arte si fidava ciecamente, l’opera di un artista quotato potrebbe risultare pressoché invendibile. In Italia non esiste, infatti,  una certificazione incontestabile ed ufficiale di un’opera d’arte, trovandoci di fronte alla mancanza di una figura specifica di certificatore ufficiale di opere. In un eventuale procedimento giudiziale, infatti, non è permessa neanche allo stesso autore dell’opera la possibilità di pronunciare un’ultima e definitiva parola. In Italia manca, infatti, la regolamentazione da parte di albi professionali che inglobino periti o esperti d’arte, persone dotate di particolari certificazioni  che consentano o limitino la possibili di vagliare perizie e certificazioni “.

“In mancanza, così, di una normativa specifica – precisa l’avvocato Morabito  – l’archivio diventa uno degli strumenti più preziosi per perpetuare l’opera di un artista. Questo strumento,  muovendosi in un contesto privo di una disciplina uniforme a livello nazionale, se non viene ad essere ancorato a principi di trasparenza e buona fede, si può trasformare  in un veicolo molto pericoloso per il raggiungimento di interessi specifici nel mercato dell’arte, oggi sempre più competitivo”.

“Gli archivi – precisa l’avvocato Morabito – sono enti di diritto privato che hanno lo scopo di perseguire lo scopo di registrare, su richiesta degli interessati, le opere autentiche di un artista defunto, respingere quelle non autentiche e denunciare i falsi.

Esiste nel nostro Paese l’Associazione Italiana Archivi d’artista, che è un ente culturale che opera nelle ricerche della vita e delle tracce di un artista, promuovendo la conoscenza della sua figura e della sua opera. L’archivio di un artista rappresenta l’insieme dei documenti prodotti da un individuo o ente, il luogo dove sono conservati. Risulta fondamentale il ruolo di ricerca dell’autenticita’ dell’opera data dall’archivio in cui sono racchiuse le intenzioni dell’artista e le informazioni sulla paternità dell’opera medesima. Di qui deriva il loro ruolo preminente, in quanto essi gestiscono l’ immissione o meno sul mercato di una determinata opera d’arte”.

“In Italia  – aggiunge l’avvocato Morabito – in mancanza di un albo che racchiudi periti ed esperti d’arte, la giurisprudenza utilizza un’interpretazione di norme di rango costituzionale che prevedono, da una parte, la libera manifestazione del pensiero e, dall’altra parte, la dichiarazione della libertà dell’arte, sancita dall’articolo 33 della Costituzione. Oggi l’opera d’arte può essere autenticata da parte degli eredi dell’artista, da parte dell’archivio che fa a lui capo o da parte di esperti d’arte. L’archivio ha, però, anche il potere di respingere l’autenticazione di un’opera d’arte o di attuare il suo disconoscimento, anche se esso stesso è stato costituito dopo la compravendita dell’opera. Colui il quale si ritenga leso dalla mancata autenticazione dell’opera d’arte può far ricorso alla via giudiziale e, se la sentenza viene passata in giudicato, verrà  riconosciuta l’autenticità dell’opera dal Tribunale. Oltre ad auspicare una gestione virtuosa e trasparente degli archivi dell’arte, il legislatore deve dare norme chiare sulla costituzione e funzionamento degli archivi medesimi”.

 

Mara Martellotta

Quali saranno le sfide ed i cambiamenti del futuro?

GRATTACIELO INTESA SANPAOLO

Dopo il successo della scorsa stagione sono ripresi gli incontri del progetto culturale ideato da Giulia Cogoli per Intesa Sanpaolo “Immaginare il futuro. Conversazioni sui grandi cambiamenti e le sfide del domani”, il cui scopo è quello di far intervenire pensatori che raccontino come vedono e pensano il futuro.

 

Questa seconda conferenza del mese di ottobre ha avuto come oggetto la tematica dello storytelling e nello specifico è stato affrontato il tema “Un viaggio nel futuro dello storytelling: capire come comunicare nell’era dell’intelligenza artificiale”. Ad intervenire Francesco Marconi, 33 anni, papà italiano e mamma portoghese, moglie americana, un figlio ed una vita passata negli ultimi dieci anni in America. Responsabile Ricerca e Sviluppo del Wall Street Journal, ricercatore affiliato del MIT Media Lab e Fellow alla Columbia University’s Tow Center for Digital Journalism. Esperto di tecnologie, automazione, intelligenza artificiale, nel 2017 Francesco è stato riconosciuto da MediaShift come uno dei venti principali innovatori nell’ambito dei media digitali, nominato da Editor & Publisher Magazine tra i 25 leader dell’editoria sotto i 35 anni ed è finalista a Digiday Future Leaders Awards.

 

Lo spunto di riflessione con cui si apre il dibattito è il seguente: in che modo gli algoritmi e l’intelligenza artificiale influenzeranno sempre più la produzione di notizie e il giornalismo e con quali tempistiche.

L’esempio più semplice di Intelligenza Artificiale, con cui quasi tutti noi abbiamo a che fare oramai da anni, ed in particolar modo i proprietari di un Iphone della Apple, è Siri l’assistente intelligente che ti aiuta a fare qualunque cosa con i tuoi dispositivi, in modo più facile semplice e veloce. Si può chiedere a Siri di effettuare una chiamata o di mandare un messaggio al nostro posto. Attraverso queste attività si raccolgono dati, il nuovo petrolio del futuro, e la loro elaborazione rappresenterà la ricchezza delle prossime aziende.

 

Jonathan Zittrain, professore americano di Diritto di Internet, sostiene un tema oramai diffuso da tempo ovvero della overdipendenza dalle tecnologie. A riguardo la popolazione attuale si può suddividere in due tipologie di futuri utilizzatori delle nuove tecnologie: chi ci crederà e chi non ci crederà.

Chi, per esempio, avrebbe mai potuto immaginare che un quadro come la   “Monna Lisa” di Leonardo si potesse animare? La società Samsung lo ha  già fatto dando vita al quadro. Questo è un chiaro esempio di ciò che sta riuscendo a fare L’Intelligenza Artificiale: creare “oggetti” fino a qualche anno fa impensabili ed inconcepibili.

A questi progressi tecnologici eravamo in parte pronti, quello a cui non eravamo pronti, al momento della nascita dell’Intelligenza Artificiale e dei Social Media, ed ancora adesso non siamo totalmente pronti, sono le conseguenze ed i pericoli che si nascondono e a quelli a cui andremo incontro ovvero problematiche inerenti la Privacy per i singoli individui, la Proprietà Intellettuale per le aziende.

L’Intelligenza Artificiale ha già delle sfere di applicazione nel mondo del giornalismo, gli algoritmi “Natural Languages” per esempio hanno la capacità di riprodurre articoli narrazioni storie come se venissero scritti da giornalisti. Quello che si deve fare per creare valore al processo giornalistico è introdurre i giornalisti dentro i processi di innovazione.

L’Intelligena Artificiale libererà inoltre il giornalismo dai lavori ripetitivi, il così detto giornalismo computazionale (definito più di dieci anni fa da James Hamilton, direttore del DeWitt Wallace Center for Media and Democracy presso la Duke University, come l’utilizzo di sofisticate applicazioni informatiche in grado di aiutare il lavoro di indagine del giornalista. In pratica il datamining applicato alla produzione di notizie).

La riflessione di Hamilton nasce da un’osservazione da economia dei media: produrre inchieste e reportage giornalistici è attività costosa, laboriosa e spesso non pagata in proporzione all’impegno profuso dagli investitori pubblicitari, è preferibile quindi usare tecnologie digitali in grado di affiancare (o sostituire) il giornalista nel produrre inchieste approfondite. Il tempo risparmiato e guadagnato lo si può dedicare quindi ad una maggiore creatività.

L’Intelligenza Artificiale però come sarà di aiuto al giornalismo sarà anche di supporto al Deepfake (parola coniata nel 2017 che rappresenta una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale appunto, usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali, tramite una tecnica di apprendimento automatico, conosciuta come rete antagonista generativa al fine di far credere che il prodotto finale sia reale) nella creazione di fake news. Un esempio può essere la notizia riportata dal WSJ a fine agosto secondo la quale era stata tentata una frode, ai danni di una nota multinazionale americana, creando attraverso l’Intelligenza Artificiale la voce del Ceo dell’azienda che al telefono, chiedeva di effettuare un bonifico di 220 mila euro.

I primi Deepfake non avevano il battito di ciglia, quelli successivi non avevano le pulsazioni cardiache delle vene sotto pelle e sono stati migliorati per apparire il più reali possibili. Rimangono sempre algoritmi progettati da essere umani.

Il giornalismo tradizionale però rimarrà sempre il modo migliore per verificare la veridicità di una storia e l’Intelligenza Artificiale non sostituirà il giornalismo, ma accellererà e faciliterà i processi di comunicazione.

Il fattore umano, attraverso l’empatia e l’intuizione, rimarrà l’elemento che farà la differenza rispetto all’Intelligenza Artificiale e che ci permetterà di individuare i Fake.

 

Emanuele Farina Sansone

Sbloccata dal ministero la progettazione della bretella est di Carmagnola

Cirio: «Carmagnola strategica “porta” del Roero Terra Unesco». Gabusi: «Ufficiale finalmente il finanziamento del lotto 1, ma anche il 2 e il 3 hanno le caratteristiche per essere finanziate»

 

 

 

La tangenziale di Carmagnola è tra le priorità del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che stamane, insieme all’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, ha incontrato il sindaco di Carmagnola Ivana Gaveglio e gli assessori Alessandro Cammarata e Gianluigi Surra. L’incontro odierno segue di poche settimane quello organizzato con l’assessore Gabusi a confermare l’interesse della Regione per quella che il presidente Cirio ha definito “la porta del Roero Terra Unesco”.

 

Dopo una lunga attesa, è stato finalmente ufficializzato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il via libera alla progettazione della Bretella Est. Seconda in tutto il Piemonte per sforamenti di PM10, Carmagnola attende la tangenziale dal 1999. Si tratta di un’opera divisa in tre lotti, di cui il primo sarà realizzato da Autostrada dei Fiori per un costo previsto di 8.500.000 di euro circa, di cui 8 milioni a carico della società autostradale e 500.000 a carico della Regione.

 

«Sull’importanza della tangenziale non ci sono dubbi – ha sottolineato il presidente Cirio -. Dopo 20 anni di discorsi è lampante anche il carattere prioritario di un’opera che porta giovamento a tutti: alla città, che viene sgravata dal traffico in centro, ai cittadini, che possono muoversi più facilmente e ai turisti che possono raggiungere più agevolmente queste belle terre. Sono venuto a Carmagnola in prima persona per dare il mio appoggio e quello della Regione Piemonte al progetto della tangenziale, perché ha una portata di estremo interesse. Si tratta di un’opera in grado di cambiare il destino di una città. I sindaci tenaci come Ivana Gaveglio, che si battono per determinare il futuro della propria città, vanno sostenuti: siamo qua per dare il nostro supporto».

 

Cartina alla mano, il presidente Cirio e l’assessore Gabusi hanno verificato con il sindaco Gaveglio lo stato della viabilità. «Abbiamo già condiviso – ha concluso l’assessore Gabusi – con il Comune di Carmagnola il modus operandi dell’amministrazione regionale, che vede i territori soggetti attivi nelle indicazioni da dare a Roma rispetto alle priorità delle opere. Proseguiamo dunque insieme in un percorso che vede il primo lotto della tangenziale, già finanziato, aver ottenuto il parere positivo dal Ministro dei trasporti, mentre per il lotto 2 e 3 possiamo confermare che presentano le caratteristiche richieste per poter essere finanziati».