ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 483

Uno studio tutto torinese sulla resistenza dei tumori

LA SCOPERTA DELL’IRCCS DI CANDIOLO
Sulla prestigiosa rivista Science pubblicati i risultati di uno studio dell’Istituto di Candiolo che potrebbe essere una pietra miliare nella lotta al cancro. La ricerca è sostenuta da Fondazione AIRC e da Fondazione
Piemontese per la Ricerca sul Cancro.
Candiolo, 7 novembre – L’Istituto di Candiolo FPO-IRCCS è impegnato nell’ambito della ricerca traslazionale tramite lo studio delle alterazioni molecolari che influenzano l’esito delle terapie oncologiche e la realizzazione dei cosiddetti farmaci a bersaglio molecolare.
La medicina di precisione personalizza la terapia in base alle caratteristiche molecolari del singolo tumore e del singolo paziente, per massimizzare i benefici e ridurre gli effetti collaterali. Sfortunatamente, anche dopo una prolungata risposta clinica, il tumore diventa spesso resistente ai farmaci e talora più aggressivo di prima.
È comunemente accettato che ciò accada perché un piccolo numero di cellule resistenti alla terapia è già presente nella massa tumorale, ancora prima che il farmaco sia somministrato. In altre parole, la resistenza, e quindi l’insuccesso della terapia, sono un fait accompli, e quindi un fatto inevitabile.
I risultati appena pubblicati sulla rivista Science di uno studio sostenuto da Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e da Fondazione AIRC, rivelano che le cellule resistenti ai farmaci non sempre sono già presenti. Alcune volte i tumori, sottoposti allo stress generato dalle terapie a bersaglio molecolare, si ‘adattano’ e cambiano il proprio corredo genetico acquisendo nuove mutazioni, che permettono al cancro di sopravvivere alle terapie.
Mariangela Russo e Alberto Bardelli, rispettivamente ricercatrice e professore ordinario del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino che operano presso l’Istituto di Candiolo FPO-IRCCS, hanno tratto ispirazione da un fenomeno che accade nell’ambito delle malattie infettive. Sotto lo stress degli antibiotici, i batteri aumentano temporaneamente la capacità di mutare il proprio DNA, acquisendo nuove mutazioni che
consentono loro di crescere nonostante la terapia.
I ricercatori si sono chiesti se lo stesso stratagemma potesse essere sfruttato anche dai tumori. Hanno osservato che una frazione di cellule dei tumori intestinali smette di crescere, ma è in grado di sopravvivere all’assedio delle terapie a bersaglio. Nelle cellule assediate si modificano i meccanismi che regolano la riparazione del DNA; questo porta a un accumulo di mutazioni, che non sono più riconosciute e corrette. Tale processo prende il nome di mutagenesi adattativa. In altre parole, mutare per adattarsi, cambiare per sopravvivere: in presenza delle terapie a bersaglio molecolare le cellule tumorali accumulano mutazioni fino a diventare resistenti al trattamento, portando quindi alla ricaduta della malattia.
Allo studio ha partecipato anche l’IFOM con esperti di matematica computazionale.
Quali scenari e possibilità terapeutiche si aprono dopo questa scoperta?
Se la resistenza alle terapie non è sempre un fait accompli, ma è legata a un processo che si attiva durante il trattamento stesso, allora colpire i meccanismi alla base della mutagenesi adattativa potrebbe aumentare le probabilità di successo dei farmaci già in uso.
I ricercatori torinesi sono già al lavoro per individuare nel futuro prossimo nuovi bersagli terapeutici nel processo di mutagenesi adattativa che possano consentire di rallentare, o forse addirittura prevenire, l’insorgenza della resistenza alle terapie, prolungando così l’efficacia dei farmaci e la sopravvivenza dei malati.

Completate le iscrizioni degli studenti s’avvia il Progetto di Storia contemporanea

 39° edizione

Sono 945, suddivisi in 189 gruppi di cinque, gli studenti che si sono iscritti alla 39° edizione del Progetto di Storia contemporanea, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. Le scuole secondarie e gli enti di formazione professionale coinvolti in tutte le province piemontesi sono 54.

Numeri in sensibile aumento a conferma che esiste più di un motivo per cui studiare la storia che non solo utile ma anche essenziale. “Storia magistra vitae” recita un detto. Non a caso questo progetto, avviatosi nel 1981 e proseguito senza interruzioni, ha aiutato diverse generazioni a comprendere e riflettere sulla storia contemporanea per capire il senso di ciò che ci circonda.

Anche in questa edizione tre saranno i temi di ricerca: Lo sport e la storia del ‘900;La caduta del Muro di Berlino trent’anni dopo e I cinquant’anni della regione Piemonte.

Come sempre i lavori potranno essere  condotti con la più ampia libertà dei mezzi di indagine e di espressione (elaborati scritti, fotografie, realizzazioni artistiche, mostre documentarie, prodotti audiovisivi, multimediali o altro). La consegna degli elaborati dovrà avvenire, a pena di esclusione, entro e non oltre venerdì 31 gennaio 2020. La valutazione degli elaborati verrà effettuata da un’apposita commissione, composta da esperte ed esperti di storia contemporanea designati dagli Istituti storici piemontesi che, al termine dei lavori, provvederà a formulare la graduatoria di merito individuando i vincitori nel numero massimo di 25 gruppi. La cerimonia di premiazione si svolgerà a Torino presso la sede del Consiglio regionale. I gruppi vincitori parteciperanno entro la  fine dell’anno scolastico in corso ai viaggi studio nei luoghi delle memoria.

Quei treni che quarantasette anni fa attraversarono l’Italia

Andavano col treno giù nel Meridione/per fare una grande manifestazione/il ventidue d’ottobre del ‘Settantadue”.

In questi giorni, riascoltando casualmente questa vecchia canzone di Giovanna Marini mi sono tornati in mente quel viaggio drammatico e quella giornata memorabile a Reggio Calabria di quarantasette anni fa. Un tempo lungo quasi mezzo secolo che non offusca ricordi ed emozioni.Sul crinale tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 la strategia della tensione e delle bombe, mirando ad annegare nel sangue e nel terrore i movimenti di rivendicazione sociale, esplose anche al Sud. In quel contesto alcune forze di destra tentarono di cavalcare le proteste sociali e di accreditarsi, al grido di “Boia chi molla”, come i rappresentanti degli interessi degli emarginati. La scintilla, in Calabria, fu la scelta del capoluogo della Regione (da poco istituite, in Italia).In quella circostanza venne stabilito che gli uffici del nuovo Ente dovessero essere a Catanzaro.A Reggio Calabria la decisione suonò come un insulto.

Vi furono vere e proprie sommosse popolari, guidate dalla destra estrema.I sindacati dei metalmeccanici, impegnati nel rinnovo del contratto con rivendicazioni importanti e innovative, anticiparono la vertenza con un’iniziativa dedicata ai problemi del Mezzogiorno. Decisero così di organizzare una grande manifestazione di solidarietà al fianco dei lavoratori calabresi, direttamente nel capoluogo. Era la prima volta che gli operai del nord andavano a manifestare al sud e venne scelta la data del 22 ottobre 1972. I neofascisti tentarono di impedire l’arrivo dei manifestanti con una serie di attentati ai treni in viaggio verso Reggio Calabria (otto bombe nella sola notte tra il 21 e il 22 ottobre contro il treno degli emiliani a Cisterna, dalle parti di  Latina ) ma i treni speciali , ai quali  si aggiunse anche una nave noleggiata da mille operai dell’Ansaldo di Genova, arrivarono lo stesso a destinazione. Ero giovanissimo e quella fu la mia prima manifestazione. Non potrò mai scordare l’eccitazione e la paura dell’essere protagonista di qualcosa di grande e d’importante. I treni procedevano pian piano, a passo d’uomo. Pareva davvero che si facessero tirare per le briglie,come dei cavalli. La tensione scacciava sonno e stanchezza. Come dimenticare quei binari luccicanti sotto la luna, sorvegliati da contadini e pastori, mentre s’attraversava la Calabria? I ferrovieri furono protagonisti di un impegno straordinario dando una prova  impareggiabile di coraggio, abnegazione e senso democratico.Trascorremmo insonni la notte tra sabato e domenica e la mattina dopo un corteo di trentacinquemila lavoratori attraversò nel giorno di festa Reggio Calabria al grido di “Nord e Sud uniti nella lotta”, coinvolgendo la città e segnando una svolta importante nella difesa della democrazia e dei diritti dei lavoratori. Sono passati quasi dieci lustri da quei tempi duri e difficili segnati da impegno e partecipazione. Restano però i ricordi, importanti e indelebili; e non solo perché si era giovani.

Marco Travaglini

Torna di moda l’ambiente, ma fa i conti con il realismo politico

Oggi ritorna di moda parlare di ambiente.
Direi quasi ciclicamente, visto e considerato che da molti decenni l’emergenza climatica ed
ambientale è sotto gli occhi di tutti ed anche è dentro i nostri malmessi polmoni. Eppure ancora
adesso sembra sempre difficile trovare la quadra ed i comportamenti inquinanti continuano.
La questione riguarda la salute dei nostri figli e nostra. Nel libro Gomorra di Roberto Saviano si
racconta di una riunione di camorristi all’ inizio degli anni ’90. Volevano sotterrare rifiuti tossici
nelle campagne del Salento, e l’ acqua inquinata era bevuta da tutti. Il capo rispose deciso: berremo acqua
minerale. Come se il problema non li riguardasse. Nel 1978 ero tra i fondatori della Coop Agriforest, con due obbiettivi. Primo occupazione giovanile . Secondo, pulizia del sottobosco, capendo che due
terzi del territorio italiano è collinare e montano.
Non lo hanno capito i nostri governanti degli ultimi 50 anni. Costruendo ed intubando i corsi d’
d’acqua. I disastri sono sotto gli occhi di tutti. Quando cadono pezzi interi di ghiacciai solo gli
stupidi credono che il tutto non ci riguarda. Eppure la mamma degli studiosi è sempre incinta,
almeno in Italia. I territorio alessandrino martoriato dalle alluvioni periodiche ora ha il problema
dell’ Ilva di Novi Ligure.
Due ministri del lavoro pentastellati e l’ emendamento dell ex ministro del Mezzogiorno sempre
pentastellato hanno realizzato il disastro. E’ stata ritirata l’offerta per il subentro degli
stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure. Risultato pratico.
Continuano ad inquinare, si sono persi posti di lavoro e la bonifica delle aree è compresa. E
complimenti ai deputati e senatori del pd e della maggioranza di sinistra che hanno votato l’
emendamento. Ovviamente sono stati costretti da un realismo politico. Ed ora vedrete la marcia
indietro del governo. Ma oramai la frittata è fatta. Forse quando Salvini arriverà all’ 80 % nei
sondaggi il PD si accorgerà che sta facendo un mare di stupidaggini. E forse, manco allora se
ne accorgerà. Mesi fa mi sono beccato dello stupido da un cattedratico che ( filo Trump) sui dati quantitativi negativi sull’ inquinamento .
La tesi di fondo è: fenomeni che ci sono sempre stati. Sono processi ondivaghi che si
ripetono. Ovviamente e volutamente non considerano un fattore : l’ aumento esponenziale della
popolazione mondiale. Aumento che riguarda i paesi in via di sviluppo e  del
terzo mondo. Con i problemi annessi e connessi. Ci vorrebbe un governo mondiale che, per l
appunto non c’è e difficilmente ci sarà.
Realisticamente si possono parare dei colpi e cercare di contenere il fenomeno.
Ma ecco che arrivano i pentastellati di turno che, con altisonanti proclami ed enunciazioni di
vittorie mai esistite aggravano la nostra situazione. Dicono di essere gli unici ecologisti. Si
autodefiniscono gli unici e veri ecologisti. Praticamente con leggi disastrose. Con un sospetto.
Barbara Rizzi ha proposto questo dannato emendamento per vendicarsi di non essere stata
riconfermata. Esagero?
Forse, ma viceversa l’ alternativa al tutto è che non sanno quali saranno le reazioni ai loro atti. Ed
è ovviamente grave comunque. I sindacati urlano disperati per la perdita di posti di lavoro .
Urlano anche le popolazioni locali perché appunto, non partono i lavori di bonifica. E sia
( purtroppo ) ben chiaro non partiranno. Tra burocrazia e mancanza di soldi. Oramai in molti
( compreso il sottoscritto ) pensano che le cifre del Bilancio del nostro Stato sono cifre messe lì
un po’ a casaccio.
1978, 10 anni dopo, inizi anni ’90 ed oggi sono le date di una sconfitta l’annunciata.
Come quel bellissimo romanzo di Marquez, Cronaca di una Morte annunciata. Dove tutti
sapevano chi e come voleva ammazzare il rivale in amore. Tutti sapevano ma non sono
intervenuti per godersi lo spettacolo.
Il nostro pianeta sta morendo e noi assistiamo impotenti e desiderosi di vedere fino a che punto
arriva lo spettacolo. Catastrofista? Forse. E spero di essere smentito dai fatti. Io ci tengo alla
mia pelle e più della mia pelle a quella dei nostri figli. Felice, felicissimo di sbagliarmi su tutto.

Le autonomie regionali. Convegno a Torino

Torino 8 Novembre 2019 ore 17,30
Hotel NH Torino Centro

Corso Vittorio Emanuele II, 104 – Torino

 

Convegno
LE AUTONOMIE REGIONALI

 

Introduzione
Stefano Rigon – Presidente di Magna Carta Nord Ovest

***

La riforma per le autonomie regionali: di cosa si tratta
Fondamento costituzionale; Le competenze assegnate alle Regioni
Le criticità del progetto – una secessione per ricchi?

Prof. Fabrizio Fracchia – Professore di diritto amministrativo all’Università Bocconi

***
Il processo intrapreso da Lombardia Veneto e Emilia Romagna
I vantaggi del progetto; Gli accordi preliminari; A che punto siamo?

Prof. Stefano Bruno Galli – Professore di storia delle dottrine e delle istituzioni politiche
all’Università di Milano, Assessore all’autonomia e alla cultura della Regione Lombardia

***
Tavola rotonda

.
Moderatore Bruno Babando – Giornalista
On.le Stefano Allasia – Presidente del Consiglio regionale del Piemonte
On.le Luca Carabetta – Vice Presidente Commissione attività produttive della Camera
On.le Sergio Chiamparino – Già Presidente della Regione Piemonte
On.le Claudia Porchietto – Componente della Commissione attività produttive della
Camera, Già Assessore al lavoro della Regione Piemonte

***
Conclusioni
On.le Dott. Alberto Cirio – Presidente della Regione Piemonte

Cyberbullismo, a Pavone Canavese arriva il MOIGE

Fa tappa “Giro dell’Italia: Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo”.

Da Facebook ad Instagram, il cyberbullismo si sposta ma non riduce la sua pericolosità: un ragazzo su tre (31%) ha dichiarato di essere stato un “cyberbullo” (ad esempio diffondendo video imbarazzanti dei compagni); In crescita le fake news: l’83% dei ragazzi non verifica la veridicità di ciò che legge su internet e si affida solo alle loro capacità personali o all’istinto per distinguere le informazioni vere dalle false; Oltre il 60% dei ragazzi navigano quando sono da soli anche perdendo la cognizione del tempo; La totalità dei ragazzi usano lo smartphone per controllare e aggiornare il loro profilo social e 1 minore su 2 invia foto e video personali; Nel 2018, sono ben 389 i casi trattati da Polizia Postale che vedono vittima un minorenne, 18  i casi con vittime di età inferiore a 9 anni.

 

Domani 7 novembre 2019, dalle ore 10, presso l’Istituto comprensivo di Pavone Canavese sarà presente il Centro mobile di sostegno e supporto contro il cyberbullismo del Moige con il personale esperto per incontrare i ragazzi, i docenti e i genitori.

La tappa di Pavone Canavese rientra nel tour nazionale della campagna “Giro dell’Italia: Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo”, promossa dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e il patrocinio di Anci e della Polizia di Stato.

Tra gli strumenti operativi, oltre al centro mobile e al personale esperto di supporto, la rete di oltre 2.300 Giovani Ambasciatori, un numero verde  e un sms dedicato.

 

IL PROGETTO

“Giro dell’Italia: Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo” è un progetto promosso dal MOIGE, con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e il patrocinio di Anci e della Polizia di Stato. Raggiungerà 462 scuole primarie e secondarie di I e II grado del territorio nazionale per informarli e formarli contro i pericoli del cyberbullismo e per un web sicuro.

Attraverso la metodologia del peer to peer, con attività educational interattive, materiali didattici e open day sarà promossa una maggiore consapevolezza delle problematiche legate all’utilizzo improprio del web,  con particolare riferimento al fenomeno delle ‘fake news’.

 

I punti qualificanti dell’azione progettuale riguardano:

  • il Tour del “Centro mobile di prevenzione, sostegno e supporto contro il bullismo e il cyberbullismo”, un ufficio itinerante che raggiungerà direttamente  le scuole e i comuni che lo richiederanno con gli psicologi esperti della Task force antibullismo del MOIGE;

  • la formazione diretta di oltre 2.300 “Giovani ambasciatori contro il bullismo”, cinque alunni per scuola che diventeranno Ambasciatori della lotta al cyberbullismo rappresentando un punto di riferimento a cui i ragazzi potranno rivolgersi per chiedere aiuto o per segnalare eventuali episodi di bullismo e cyberbullismo che si verificano all’interno dell’istituto di appartenenza. La costruzione della “Rete degli Ambasciatori”  garantisce efficacia e maggiore impatto al progetto perchè i ragazzi, attraverso la loro esperienza diretta e supportati dai docenti e dalla Task del MOIGE, saranno in grado di formare altri ragazzi come “Ambasciatori” dell’Istituto;

  • la formazione su piattaforma dedicata per i docenti, che permetterà loro di acquisire crediti formativi;

  • il coinvolgimento diretto dei genitori nelle attività di formazione e sensibilizzazione;

  • il coinvolgimento degli stakeholder locali nelle attività onfield per l’avvio di una collaborazione in rete tra famiglie, Enti del terzo settore, Istituzioni, Amministrazioni locali, Forze dell’Ordine ed enti privati, per mettere a sistema azioni congiunte elaborate sul bisogno della comunità e sulla capacità di risposta di ciascun territorio locale.

 Il numero verde 800 93 70 70 e il numero di messaggistica 393 300 90 90  semplifica il contatto con i minori per le richieste di informazioni, aiuto, sostegno.

 

I DATI SUL FENOMENO

 

Questi i dati aggiornati sul fenomeno della Polizia di Stato e del Moige – Movimento Italiano Genitori.

 

Stalking

Diffamazione

on-line

Ingiurie

Minacce

Molestie

Furto di

identità digitale

su social network

Detenzione e

Diffusione di materiale pedopornografico

Sextortion

Totale

Casi trattati

2017

12

78

97

76

59

33

355

Casi trattati

2018

14

109

123

60

40

43

389*

  • Dei 389 casi trattati:
    240 casi con vittime con età compresa tra i 14 e 17 anni;
    88   casi con vittime con età compresa tra i 10 e 13 anni;
    18   casi con vittime di età inferiore a 9 anni;
    43   casi di sextortion.

I DATI DEL MOIGE

I dati dell’indagine sul cyberbullismo e sull’utilizzo dei social, coordinata dal Prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma, ha un campione di ricerca costituito da ben 2.778 ragazzi dagli 8 ai 18 anni.

 

È una generazione super tecnologica e iperconnessa: l’81% afferma che tutti i dispositivi presenti a casa sono connessi ad internet.

L’intero totale del campione controlla i propri profili online, il 55% li aggiorna più e più volte nel corso della giornata per non tralasciare nessun dettaglio di ciò che accade.

I ragazzi sono connessi su più social contemporaneamente, fino ad arrivare anche a 5, i più utilizzati sono: Instagram 77,4%, Youtube 62,3%, Snapchat 35,7% e in netto declino rispetto agli anni precedenti Facebook 33,9%.

 

In merito all’utilizzo degli smartphone, circa il 21% del campione abitualmente gira video e li diffonde tramite i social.

Il 31% del campione ha dichiarato di essere stato un “cyberbullo”, facendo girare video imbarazzanti per prendere in giro i compagni e 1 su 2 condivide immagini personali. Un dato allarmante soprattutto se pensiamo al fenomeno del sexsting.

 

Preoccupanti i dati sulle fake news: ben 8 ragazzi su 10, cioè l’83% del campione, non verifica la veridicità dei contenuti che legge online e il 47% ritiene poco corrette e attendibili le informazione su Internet.
Non si procede, dunque, ad un controllo più approfondito delle notizie nonostante ci sia il sospetto di trovarsi di fronte alla possibilità di essere mal informati.

8 ragazzi su 10 si fidano solo delle loro capacità personali e dell’istinto per distinguere le informazioni vere da quelle false, con un’alta esposizione al rischio di validare notizie false.

Inoltre, più della metà del campione (circa il 55%) ha dichiarato di aver creduto ad una fake news.

 

Emerge, infine, un basso controllo sulla vita online dei ragazzi: il 63% del campione esplora il web in solitudine, nella propria stanzetta o in giro per casa con un pc portatile.

 

 

La Polizia municipale dialoga con la Circoscrizione 1 Centro-Crocetta

La Polizia municipale torinese dialoga con le Circoscrizioni per una più stretta collaborazione a favore della sicurezza sul territorio.

Questo aspetto emerge nel caso della Circoscrizione 1 Centro-Crocetta, dove è intervenuto il 16 ottobre scorso il Comandante della Polizia municipale di Torino, Emiliano Bezzon, ora dimissionario, nel corso di un Consiglio di Circoscrizione.

“Uno dei problemi maggiormente avvertiti sul fronte della sicurezza – ha spiegato Emiliano Bezzon – è sicuramente quello in cui versano i giardini Sambuy. Abbiamo constatato come gli esercizi commerciali limitrofi si siano dimostrati molto favorevoli all’intervento sul territorio delle forze di polizia per prevenire i crimini. A questo proposito è risultata molto positiva l’operazione di controllo dei giardini, avvenuta attraverso la chiusura contemporanea dei suoi cinque accessi, e la successiva identificazione delle persone che si trovavano all’interno dei giardini stessi. I cittadini hanno accolto davvero favorevolmente questo tipo di operazione, un intervento straordinario che affianchiamo ai controlli ordinari”.

“Altri giardini – prosegue il comandante della Polizia municipale – che vengono costantemente monitorati sono quelli Balbo e quelli presenti in piazza Cavour. Di recente, poi, è stata condotta un’operazione da parte della Polizia municipale davanti alla stazione di Porta Susa, che ha portato al sequestro di otto furgoni con cui venivano compiuti commerci illegali. Un altro grave problema che interessa la Circoscrizione 1 è quello dei senza fissa dimora, che non accettano nessuna soluzione abitativa offerta loro dal Comune o una presa in carico da parte dei servizi sociali. Sono, soprattutto, concentrati nelle zone comprese tra via Roma, via Buozzi, via Garibaldi e via Po, anche se diversi di loro sono stati anche segnalati in via Bologna”.

“Un’altra problematica di cui si occupa la Polizia municipale – aggiunge il comandante – è quella dei veicoli abbandonati e delle persone che sono accomulatrici seriali di oggetti. Esiste, poi, a livello cittadino locale, una stretta collaborazione tra Commissariato e Questura, che favorisce l’intervento congiunto, qualora si renda necessario l’allontanamento di soggetti pericolosi tra i senza fissa dimora”.

 

Mara Martellotta

La nuova degenza di Oncoematologia pediatrica del Regina Margherita

Finanziato da ADISCO – Sezione Piemonte con il contributo di Compagnia di San Paolo

 

Una giornata importante quella di ieri, in cui è stata inaugurata la nuova degenza di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli) con 16 camere singole, spazi dedicati all’attività ludica (sala giochi e spazio adolescenti), all’attività educativa (nido e scuola di ogni ordine e grado) ed ai genitori. Un nuovo importantissimo traguardo per la sezione Piemonte dell’Associazione Adisco, presieduta da Maria Teresa Lavazza, ottenuto con il contributo di Compagnia di San Paolo.

 

Il progetto di restyling del reparto di Oncoematologia pediatrica – a cura dello Studio Miroglio + Lupica Architetti Associati – ha tutti i requisiti per diventare un punto di riferimento nel mondo dell’architettura ospedaliera per la realizzazione di ambienti meno freddi ed asettici e più a misura di utente, partendo dalle reali esigenze di chi “abita” questi luoghi.

Con Aerospace & Defense Meetings Torino è capitale dell’aerospazio

26 e 27 novembre – Torino
PER DUE GIORNI IL PIEMONTE DIVENTA
LA SEDE MONDIALE DELL’AEROSPAZIO
Buyer provenienti da tutto il mondo potranno conoscere le novità messe in campo
dalle aziende italiane del settore, in particolare quelle piemontesi che
rappresentano il 17% dell’export nazionale, per sviluppare nuovi progetti negli
ambiti aeronautico (+4,4% il tasso di crescita annua) e “space” (+7%)
Torino, 31 ottobre 2019. La tecnologia ATOS (Airborne Tactical Observation and Surveillance System) di
Leonardo: un avanzato sistema per missioni aeree che integra e gestisce vari sensori e sub-sistemi per
permettere ad aerei, elicotteri e velivoli senza equipaggio di svolgere operazioni di intelligence,
sorveglianza, ricerca e soccorso. I moduli realizzati per la Stazione Spaziale Internazionale, il laboratorio
europeo Columbus per le ricerche in microgravità, i moduli cargo pressurizzati per la navetta di
rifornimento Cygnus, i progetti di esplorazione ExoMars, BepiColombo ed Euclid, di Thales Alenia Space.
L’additive manufacturing (stampa 3D) di Avio Aero, per diminuire drasticamente la quantità di scarti
(quindi lo spreco) e soprattutto permettere l’utilizzo di leghe metalliche non esistenti prima d’ora, come il
TiAl – la lega di titanio-alluminio – più resistente di quelle utilizzate in passato ma allo stesso tempo più
leggera. Ma anche prodotti di attuazione ad alta tecnologia per controlli di volo primari e secondari, valvole
per motori ad alta temperatura e sistemi di condizionamento dell’aria di Collins Aerospace. E infine il
sistema Skymetry con all’interno la nuova tecnologia A4T4WATCH che consente prima la completa
pianificazione del volo aereo, compresa la calibrazione dei sensori, poi la messa a disposizione strutturata
dei dati ottenuti, il tutto completamente in cloud, di ALTEC.
Tutto questo e molto altro ancora verrà presentato il 26 e il 27 novembre 2019 presso l’Oval Lingotto di
Torino in occasione della 7° edizione di Aerospace & Defense Meetings, l’unica business convention
internazionale per l’industria aerospaziale e della difesa in Italia, da sempre organizzata a Torino, che
rappresenta l’occasione per costruire relazioni di business e sviluppare nuovi progetti con imprese
provenienti da tutto il mondo. L’iniziativa, che vede la collaborazione della Camera di commercio di
Torino, rientra tra le attività della Regione Piemonte a sostegno dell’internazionalizzazione del settore tra
cui il Progetto Integrato di Filiera e le azioni di attrazione investimenti gestiti da Ceipiemonte.
L’evento è articolato in due giorni di incontri B2B, appuntamenti pre-organizzati e personalizzati con gli
uffici acquisti delle principali aziende aerospaziali straniere e italiane in cerca di fornitori e soluzioni. Nelle
sei edizioni precedenti sono stati oltre 38.500 gli incontri bilaterali realizzati da 4.239 partecipanti
provenienti da più di 35 Paesi. Il programma prevede, inoltre, un ricco calendario di eventi, workshop,
sessioni sulle politiche degli acquisti e gestione della supply chain, seminari sull’innovazione e conferenze
internazionali di alto livello tecnico. Ad oggi sono iscritti già 800 operatori tra Buyer e Supplier, ma le
iscrizioni sono ancora in corso. Si prevedono oltre 7.500 B2B.
Per l’edizione 2019 hanno confermato la loro presenza tutti i big del settore, tra cui Airbus, Boeing, General
Electric, AVIC, Bombardier Aviation, Elbit System, IAI, Rafael, Daher, Honywell, Lockheed Martin, MBDA,
MOOG, Northrop Grummann, Safran Landing System, Heroux Devtek, Kawasaki Heavy Industries, Mtsui &
Co., United Aircraft Corporation, Superjet International, Nanoracks, Sukhoi Civil Aircraft, Collins Aerospace,
Aerovodochody, BISEE-CAST, Exos, Zin Technologies, Sierra Nevada Corp., SKF Aerospace, Golbriak
Aerospace OU, Matra, Altinay, Alp Aviation, Leviathan Space Industries LLC, Aexa Aerospace, LLC, Ruag Mro
International, MITSUI & CO., Aerosud Aviation, Aerosud Technology Solutions/OCTi, Safomar, SIMERA
Group, NAC, Armscor, Denel, Paramount, Cotesa, Enceladus, JC Metallist SAMARA accanto al cluster
europeo EACP e a quello sudafricano CAMASA, oltre alla grande industria presente in Piemonte: Leonardo,
ancora una volta industrial supporter, e gli altri partner industriali Thales Alenia Space, Avio Aero, Collins
Aerospace e ALTEC.
“La presenza di un sistema completo di eccellenze produttive e scientifiche, con la combinazione di grandi,
piccole e medie imprese, Università e diversi centri di ricerca, fa del Piemonte uno dei più importanti distretti
aerospaziali a livello mondiale, oltre ad esprimerne la vocazione per l’innovazione tecnologica. Questo rende
il Piemonte una scelta di successo anche per le aziende straniere che mirano a investire nel settore. E
proprio per sostenere comparti strategici, la Regione ha lanciato recentemente un pacchetto di 50 milioni di
euro, attraverso i fondi europei, per sostenere progetti di ricerca e sviluppo anche in campo aerospaziale.”
Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte
“Nati nel 2008 grazie ad un’intuizione della Camera di commercio di Torino, gli Aerospace & Defense
Meetings si confermano un appuntamento irrinunciabile per il settore, dove prevale la componente business
e di scambio di affari: non a caso l’89% dei quasi mille partecipanti della precedente edizione ha dichiarato
di aver incontrato proprio a Torino il contatto giusto per firmare nuove commesse. Agli ADM trovano spazio,
infatti, i grandi gruppi multinazionali, ma anche PMI, start up e centri di ricerca, che vanno insieme a
comporre un comparto piemontese di grande interesse per i buyer italiani e stranieri.”
Vincenzo Ilotte, Presidente Camera di commercio di Torino
“L’Aerospazio è un comparto economico strategico per la nostra Regione. Lo è perché in questo ambito, in
Piemonte, operano delle realtà d’eccellenza che brillano non solo nel panorama italiano ed europeo, dove
occupano posizioni da leader di mercato, ma anche a livello internazionale. Per questo è un onore, e un
dovere nei confronti del nostro tessuto produttivo, essere il principale sponsor di questa settima edizione
dell’Aerospace & Defense Meetings. E’ nostro primario impegno fare in modo che queste occasioni di
incontro tra aziende e operatori diventino la base per rendere ancora più competitivi tali settori”.
Fabrizio Ricca, Assessore all’Internazionalizzazione Regione Piemonte
“L’evento ha un ruolo centrale per la filiera aerospaziale piemontese e nazionale e per l’attrazione di
investimenti esteri. La manifestazione è parte integrante di una piattaforma di iniziative volte a favorire la
crescita dell’innovazione, della competitività e dell’attrattività della Regione, non solo relativamente al
settore aerospaziale grazie agli spillover positivi che si originano lungo la filiera allargata e portano ad
applicazioni in altri comparti”.
Pierpaolo Antonioli, Presidente Ceipiemonte
Il settore aerospaziale nel contesto internazionale, nazionale e

Il forte di Exilles alla Regione Piemonte

Siglato l’atto di trasferimento da parte del Demanio 
Il presidente Cirio: “Un Patrimonio storico, culturale e turistico straordinario
che valorizzeremo insieme ai sindaci e ai cittadini di questo territorio”
La Regione Piemonte è ufficialmente il nuovo proprietario del Forte di Exilles: lo ha annunciato il presidente Alberto Cirio, incontrando il sindaco Michelangelo Castellano, insieme ai Sindaci dell’Unione Montana Alta Valle Susa e il presidente dell’Associazione Amici del Forte.
Si è stipulato nei giorni scorsi  l’atto notarile che trasferisce il Forte di Exilles dal Demanio alla Regione.
“Da oggi i cittadini del Piemonte diventano proprietari di un bene dal valore storico, culturale e turistico straordinario – sottolinea il presidente Cirio – È dal 2000 che un presidente della Regione non mette piede in questo luogo che rappresenta uno dei simboli del nostro territorio. Rilanceremo questa risorsa unica e lo faremo insieme ai Sindaci e ai cittadini di questa vallata”.
“Oggi – aggiunge il Presidente – abbiamo dato il via alla costruzione di un percorso condiviso che trasformi la valorizzazione del Forte di Exilles in un progetto a ricaduta per tutta la collettività. Siamo convinti che si possano creare concrete opportunità di sviluppo, ma per farlo dobbiamo partire dalle caratteristiche di questo luogo, ampliandone la fruibilità e lo sviluppo delle potenzialità turistiche”.
La Regione Piemonte, consegnataria del bene dal 1979, nel tempo ha investito circa 23 milioni di euro in interventi di recupero, manutenzione annuale e straordinaria, realizzazione di percorsi di visita, allestimento di spazi museali, costi di gestione, attività promozionale e pubblicazioni, organizzazione di attività culturali ed eventi. Di questi, circa 13 milioni sono stati utilizzati per opere di ripristino e restauro.
Attualmente sono in corso interventi di manutenzione ordinaria necessari a garantire la messa in sicurezza e la conservazione della struttura, eseguiti a cura e onere della Regione, che si prevede si concluderanno entro il 31 dicembre 2019.
Il Forte di Exilles è uno dei più antichi monumenti e sistemi difensivi del Piemonte. Non si hanno notizie certe sulla sua origine: i primi documenti che vi fanno riferimento risalgono al VII secolo e sicuramente esisteva come costruzione articolata già nel 1155. Risale invece al 1339 la sua prima vera descrizione come rara struttura del “castello di strada”, costruzione fortificata quadrangolare con torri, strade e magazzini esterni, diverse cerchia di mura difensive intorno al nucleo interno, una barriera esterna che dava sulla strada del Monginevro, importante collegamento tra il Piemonte e la Provenza. Continue guerre ne decretarono, tra il ‘500 e il ‘700, il passaggio dai Francesi ai Savoia e viceversa. Raso al suolo dai francesi nel 1796, fu riedificato tra il 1818 e il 1829 dal Re di Sardegna, ritornato in possesso dei suoi territori. Il Forte viene disarmato nel 1915 ed il suo armamento trasferito sul fronte orientale della Prima Guerra Mondiale, ma continua ad essere utilizzato come deposito e centro di reclutamento durante la Seconda Guerra Mondiale, perdendo definitivamente ogni funzione militare al termine del conflitto.