ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 433

Barriera di Milano, un capolavoro di disastro

Barriera di Milano è oramai terra di nessuno. Era solo questione di tempo e sarebbe successo che bande rivali di africani si affrontassero a colpi di macete

Corso Novara angolo corso Giulio Cesare. Difficile trovare testimoni oculari. La fan da padrone paura e terrore.

Per anni, anzi direi per decenni, c’ era chi sosteneva che la situazione in Barriera era critica ma non drammatica. Mi sembra proprio che la situazione oggi sia proprio, ma  proprio drammatica, decisamente fuori controllo. Francamente non credo  alla tesi che  la mega rissa sia avvenuta per una bicicletta contesa.

Credo, decisamente, che il tutto sia avvenuto per motivi di spaccio di droghe. Non è una novità che corso Vercelli e corso Giulio Cesare sono un grande supermercato dello spaccio di  stupefacenti. Ho fatto diverse telefonate per capire qualcosa. La sintesi, purtroppo, è oltre la tragedia. I criminali hanno il totale controllo di quel territorio.

La tecnica è semplice: mimetizzarsi tra i compaesani ed utilizzare fino in fondo la quasi totale assenza di controlli. Ce ne sono ma insufficienti non per volontà di polizia e carabinieri. Ma è come vuotare il mare con un cucchiaino. Ci vogliono rinforzi . Ed in particolare lo stato si deve riappropiare del suo territorio. Cosi Torino è simile a Roma a Napoli o Palermo. E Barriera di Milano sta a Ostia o Scampia come a Zen. Con un piccolo dettaglio, è la più vicina al centro di Torino.  Che fare? Mamma mia, che risposta dare? Attivissimo Luca Deri che invoca lo Stato di polizia.

Evanescente Carlotta Salerno che pensa solo a ossequiare Giacomo Portas che ha sdoganato i Moderati (sua creatura) e veleggia orgogliosamente a destra. Francia o Spagna pur che se magna, politicamente, s’ intende. Precisamente Luca Deri nel quartiere dove fa il presidente ci vive. Carlotta Salerno Presidente dell’altro quartiere, appunto perché catapultata dall’accordo politico tra Moderati e PD ci passa ogni tanto. Del resto il suo ufficio di Via San Benigno è molto distante da casa sua. Sia ben chiaro, questo sfacelo non è certo colpa sua. Il disinteresse, forse si.

E il pd ? Travolto, i cittadini lo hanno abbandonato e hanno puntato sui cinque stelle, così il disastro è diventato un capolavoro all’incontrario.

Mastica amaro Nadia Conticelli, ex Presidente di quartiere ed ex Consigliere di Quartiere che forse ha sbagliato ma almeno era presente. Non sarà sufficiente ma indispensabile per fare la differenza. Soluzioni? Per prima cosa una massiccia presenza dell’Esercito. A mali estremi, estremi rimedi.

La gente normale ha paura. Condizione essenziale per chi vuole delinquere. Non solo spacciatori o ladri. Anche il ciarpame dei cosiddetti antagonisti, altri delinquentelli. Corso Novara angolo corso Giulio Cesare, sul lato destro c’ è la lapide di Elio Barontini. Fucilato dai nazifascisti. Chissà se dovesse rinascere, di questa Barriera e della nostra città cosa direbbe. È morto anche per una
Barriera di Milano ed una Torino migliore di quello che è diventata . A 500 metri c’ era la Grandi Motori e da via Bra o via Cuneo salendo fino a via Leinì gli operai scendevano dalle case di ringhiera per andare a lavorare alla Feroce (Fiat), i più infreddoliti con i giacconi di pelle, ed ognuno sembrava un novello commissario del popolo per rivoluzione mai vissute e sempre desiderate.

Giratela come volete ma la presenza dell’Esercito è fondamentale, indispensabile. Lo dobbiamo ai cittadini di Barriera, lo dobbiamo ai nostri figli. Come diceva il mitico Domenico
Carpanini : volere una città dove essere contenti di far crescere i nostri figli. Scusaci Domenico, non ci siamo riusciti… Siamo in debito verso di te. Come siamo in debito verso gli operai di Grandi Motori e i partigiani. Non mi sembra proprio retorica. Si è anche stufi solo di parole. Subito fatti. Subito i soldati.

Patrizio Tosetto

Coronavirus: anche a Torino si studia il farmaco salvavita

Torino è  tra i protagonisti nello studio di un possibile farmaco salvavita contro capace di combattere  la reazione infiammatoria del Coronavirus.

I ricercatori dell’ospedale San Giovanni Bosco stanno infatti studiando gli effetti del  Tocilizumab  anticorpo monoclonale che interviene contro l’interleuchina 6, proteina prodotta dal sistema immunitario responsabile della risposta infiammatoria.

Quest’ultima, se normalmente serve a ripristinare l’equilibrio biologico rispetto ad attacchi esterni, crea danni invece in presenza di virus come il  Covid-19, conducendo addirittura alla morte . In Cina il Tocilizumab è stato sperimentato su poche decine di pazienti, mentre in alcuni  ospedali  di Torino (Martini, Amedeo di Savoia e San Giovanni Bosco) il farmaco è stato dato ad una sessantina di malati, con risultati incoraggianti.  La rivista medica internazionale Clinical and Experimental Rheumatology  ha pubblicato lo studio il primo maggio. L’auspicio è che l’esperienza torinese possa contribuire a dare speranze nella cura del virus.

CDVM’S got talent, cerimonia telematica per i finalisti

Edizione 2020. Il gruppo vincitore interagirà con la multinazionale svedese della moda Icebug

È  stata un’edizione speciale quella targata 2020 del CDVM’s GOT TALENT, il contest promosso ogni anno dal Gruppo Giovani del Club Dirigenti Vendite & Marketing dell’Unione Industriale di Torino, giunto ormai al suo quarto anno di vita.

Promosso in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, dopo tre edizioni che hanno visto la partecipazione di altrettante start up di sicuro interesse, quest’anno è stato deciso di incentrare l’obiettivo del contest sulla collaborazione con una azienda multinazionale, la svedese Icebug, che è all’avanguardia nel campo delle calzature outdoor. Si tratta di un marchio che, in Svezia, ha scritto pagine di storia nel campo della storia del running, creando scarpe per il Trail Running, l’Orienteering e lo Sky Running, per camminare e correre su ogni tipo di superficie e condizione atmosferica.

“Il Contest – spiega il Presidente del CDVM Antonio De Carolis (nella foto)- ha quale scopo fondamentale quello di analizzare le strategie implementabili dell’azienda in un prossimo futuro. Quest’anno l’edizione del CDVM’S GOT TALENT ha stabilito un nuovo record, quello di 276 studenti coinvolti, organizzati in 73 squadre, tutti appartenenti ala SME – Scuola di Management ed Economia dell’Università degli Studi di Torino e iscritti al corso di Marketing Internazionale e Strategico. Gli iscritti quest’anno hanno esaminato il contesto della crescita dell’impresa, analizzando sia i competitors sia i segmenti di mercato cui si rivolge l’azienda, oltre che impegnandosi a sviluppare strategie di espansione commerciale”.

“L’edizione di quest’anno – aggiunge il dottor Antonio Carolis – si può considerare davvero speciale per svariati motivi, tra cui anche la modalità con la quale si è svolta, in modo totalmente digitale. Il Team di lavoro del CDVM è stato, infatti, in grado di evolvere ed organizzare in modo nuovo il contest nell’arco di sole 36 ore. Questo è stato, infatti, il tempo in cui si è passati dalla chiusura dell’Università, in cui sarebbe dovuta avvenire la cerimonia di premiazione, al nuovo tipo di modalità in cui si è, invece, svolta.

Il Contest ha visto la gestione di centinaia di file, che il Team del CDVM ha esaminato con attenzione e competenza attraverso due Giurie, una di primo e una di secondo livello, fino ad approdare alla cerimonia per via web, che ha sostituito quella che si sarebbe dovuta svolgere dal vivo alla presenza del presidente del CDVM Antonio De Carolis, della professoressa Anna Claudia Pellicelli, Direttore del Master Universitario in Marketing, Sales & Digital Communication dell’Università degli Studi di Torino, del CEO di Icebug David Ekelund e del responsabile vendite area Nord Italia Pierpaolo Porro”.

“Il 21 aprile scorso – precisa il presidente del CDVM De Carolis – si è così svolta, nel corso di un evento web appositamente dedicato, l’esposizione dei dieci migliori progetti elaborati dinanzi ( si fa per dire …) ad una platea di circa 300 partecipanti collegati.

La Giuria di secondo livello ha così potuto decretare i nomi delle tre squadre vincitrici ed oggi, (ndr. 5 Maggio 2020), renderli noti, nel corso di un evento digitale che, seppur in un contesto di emergenza come quello che stiamo attraversando, ha, tuttavia, riscosso un successo importante in termini di gradimento, qualità dei partecipanti e degli elaborati prodotti. I componenti del Team, che si è aggiudicato la competizione, avranno la possibilità di entrare in contatto con una realtà internazionale come Icebug, facendosi portavoci, con le loro idee innovative, della realtà universitaria italiana e del CDVM di fronte al mondo svedese della moda sportiva”.

Mara Martellotta

Profondo rosso per il vino piemontese Fatturato in calo di 300 milioni

L’emergenza covid ha causato una contrazione del fatturato di  300 milioni di euro solo nel primo quadrimestre del 2020.

Le  piccole cantine sono quelle che soffrono di più. Ecco che scende in camopo Piemonte Land of Perfection, maxiconsorzio che rappresenta tutti i principali consorzi di tutela del la regione. E’ pronta una serie di richieste alle istituzioni regionali e nazionali, come la distillazione d’emergenza delle eccedenze vinicole,  pari a 250-280 mila ettolitri per un valore di 43 milioni di euro. Poi lo stoccaggio, con una quantità stimata in 600 mila ettolitri,  la riduzione delle rese in vigneto e in cantina: gli ettari  sono circa 34 mila, per un volume attorno ai 731 mila quintali di uva e un valore di 58 milioni.

Un rap contest per dire no all’alcol e al cyberbullismo

Scade il 15 maggio il concorso per i teenager torinesi lanciato dall’Educatorio della Provvidenza con il sostegno di Fondazione CRT

Un brano rap per “cantare” e promuovere corretti stili di vita, per dire “no” all’uso di alcool tra gli adolescenti e al cyberbullismo. È aperto fino al 15 maggio il Rap Contest, rivolto a ragazzi tra i 13 e i 16 anni residenti a Torino e provincia, lanciato dall’ Educatorio della Provvidenza nell’ambito del progetto “Educazione alle Nuove Tecnologie e contrasto al cyberbullismo” sostenuto da Fondazione CRT.

Con il concorso si intende offrire a ragazzi e ragazze l’opportunità di esprimere la propria creatività mettendola al servizio di un messaggio educativo che sappia arrivare ai coetanei.
I partecipanti potranno presentare un brano per due categorie: contrasto all’uso di alcol (fra gli adolescenti); contrasto al cyberbullismo e/o all’uso scorretto di social e web.

Una giuria – composta da un DJ professionista, uno speaker radiofonico, due educatori – individuerà, per ciascuna categoria, un vincitore sulla base del contenuto educativo, dell’ efficacia comunicativa, dell’ originalità e del valore artistico musicale del brano, che dovrà essere originale, inedito, non protetto da diritto d’autore. Si terrà conto, inoltre, delle preferenze del pubblico dei social, che esprimerà la sua preferenza attraverso il voto online.

Oltre a un buono per l’acquisto di materiale musicale, i vincitori potranno incidere il proprio brano in uno studio di registrazione, sotto la supervisione di un esperto.Informazioni al link: http://www.mondodigitale.educatoriodellaprovvidenza.it/

La giornata mondiale del lavaggio delle mani

Mai come quest’anno è importante ricordare che le mani curano, dando assistenza e conforto, ma vanno anche curate, perché sono la prima arma a disposizione per la difesa contro le infezioni, a partire dal Coronavirus.

L’Istituto Superiore di Sanità, in occasione della Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani che si svolge oggi, ha realizzato un video, diffuso sui canali social con l’hashtag #nonsolomascherine.

https://www.iss.it/web/guest/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/id/5361623

Un messaggio che l’Assessorato regionale alla Sanità, condivide e rilancia sui propri canali istituzionali.

Lavarsi le mani con frequenza, indossare la mascherina (in Piemonte è obbligo l’uso in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico, trasporti inclusi) ed i guanti monouso, mantenere la giusta distanza sociale, sono i comportamenti che consentono di ridurre in modo significativo i contagi. Raccomandazioni che sono state indicate fino dall’inizio dell’epidemia e che devono continuare ad esserlo anche oggi ed in futuro, per tutelare la nostra salute e quella degli altri, in particolare delle persone più a rischio.” dice l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi, anche nel suo ruolo di coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni.

In Italia ogni anno vengono stimati 10.000 decessi per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, 200.000 casi di infezioni da germi multi-resistenti, 4 persone ogni 100 nelle lungodegenze hanno una infezione correlata all’assistenza, 6 pazienti ogni 100 presenti in ospedale e nell’assistenza domiciliare hanno una infezione correlata all’assistenza.

La media del consumo di soluzioni idro-alcoliche per l’igiene delle mani in Italia è però di 15 ml per paziente al giorno, al di sotto del minimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (20 ml per paziente al giorno). Il 30-50 % delle infezioni correlate all’assistenza di queste potrebbero essere prevenibili e uno dei caposaldi è proprio l’igiene delle mani.

Come si lavano le mani e gli errori più comuni

Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per 40-60 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol. Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate, come spesso succede come gesto naturale.

Non bisogna invece lavare solo il palmo e il dorso delle mani, ma occorre eseguire un lavaggio completo di tutte le parti compresi gli spazi tra le dita. I guanti non devono sostituire la corretta igiene delle mani. Alla fine del lavaggio non si devono toccare i rubinetti per richiudere l’acqua ma utilizzare un fazzoletto o la piega del gomito per evitare che le mani pulite entrino a contatto con superfici sporche. Dopo essersi lavate le mani non bisogna toccare oggetti (es. maniglia della porta). Si può usare un fazzoletto di carta per aprire la porta.

In Piemonte, il messaggio dell’Istituto superiore di Sanità è stato recepito tra gli altri dall’Ospedale Mauriziano di Torino che, in collaborazione con il Lions Club del distretto torinese, ha varato un progetto di teatro sociale destinato ai bambini delle scuole dell’infanzia e delle scuole elementari per insegnare loro a lavarsi le mani.

Info: https://www.youtube.com/watch?v=V72HF814P-Y

La rivoluzione corre sulla rete

Lo shopping online è approdato da diverso tempo sul web ma con la pandemia si comincia a parlare di una vera e propria rivoluzione dell’eCommerce.

L’avvento del Covid-19, infatti, ha avuto un impatto rivoluzionario sullo scenario retail. Milioni di italiani hanno comprato in rete per la prima volta. Sono stati obbligati a superare ogni scetticismo e confermare che comprare online è comodo.

Parliamo di rivoluzione perché l’eCommerce nel 2019 valeva un 7 per cento delle vendite totali. Prima del coronavirus la domanda dell’eCommerce era trainata dal settore turismo, dopo il lockdown, crescono altri settori tipo il food e beverage, abbigliamento, informatica ed elettronica…

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Il virus colpisce Uber e la sharing economy

La sharing economy non sarà più la stessa: è difatti certo che il coronavirus ha distrutto uno dei settori più in crescita al mondo. Questo accadrà perché il nuovo paradigma del distanziamento sociale renderà di per sè meno attraente l’economia della condivisione di spazi con altre persone. È grande la paura di una carenza di igiene e una conseguente possibilità di contagio.

Per un virus che si diffonde anche attraverso le superfici, i veicoli condivisi o le auto a noleggio, potrebbero diventare meno desiderabili, perché visti dai consumatori come possibili veicoli del virus. Nella car sharing oltre la questione abitacolo, entrare nella autovettura appena usata da qualcun altro, pone problemi legati al timore di contrarre il coronavirus.

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Il virus colpisce Uber e la sharing economy

Con Porta Palazzo riparte anche il recupero delle eccedenze di ortofrutta

Le porte del Caat si sono aperte al progetto che nel frattempo si è allargato anche ai mercati di via Porpora, corso Cincinnato e piazza Foroni

Con la riapertura  in sicurezza e a rotazione dei banchi alimentari del mercato di Porta Palazzo riapre anche il progetto Repopp promosso e sostenuto dalla Città di Torino con la collaborazione di Amiat Gruppo Iren e messo in opera dall’Associazione Eco dalle Città.  Con questo progetto si è già realizzata una svolta in senso ecologico nella vita del mercato. Nell’arco del progetto a partire dal 2016 la raccolta differenziata è passata dal 50% fino all’80% delle ultime due settimane prima della chiusura avvenuta per precauzione anti Covid.  Il recupero e la redistribuzione in loco delle eccedenze di ortofrutta ha salvato dai rifiuti e nutrito decine e decine di cittadini che si mettevano in fila a fine mercato al banco di Eco dalle Città.

Il mercato riapre anche grazie all’iniziativa presa nell’ambito di Eco dalle Città /Repopp di proporre e organizzare un servizio di controllo (filtro entrate e uscite) che sarà formato da giovani disoccupati che riceveranno un rimborso dagli ambulanti tramite Eco dalle Città e la Fondazione di Comunità Porta Palazzo.

Dal 21 marzo, giorno della sospensione del mercato, le Sentinelle dei Rifiuti e gli Ecomori di Eco dalle Città hanno spostato luoghi e anche modalità di attività, per continuare a recuperare eccedenze o donazioni di ortofrutta mettendole al servizio dei bisogni sociali aggravati dalla crisi Covid.

In particolare il progetto Repopp si è allargato a un intervento quotidiano nei mercati di via Porpora, corso Cincinnato e piazza Foroni. Ma soprattutto si sono aperte le porte del Caat, dove, affiancando la storica opera di Banco Alimentare, Eco dalle Città/Repopp ha realizzato un grande recupero di cibo dai grossisti. Con altri prelievi dalla adiacente grande azienda Battaglio, i furgoni della associazione Vivi Balon, operati da Eco dalle Città hanno contribuito a rifornire i nodi della rete comunale Torino solidale per il cibo, e altri centri civici, comitati spontanei, parrocchie, mantenendo una media di 2 tonnellate al giorno di ortofrutta distribuita. Ora si cercheranno altre sinergie per mantenere in larga misura queste nuove attività mentre Repopp riprende la sua opera quotidiana a Porta Palazzo.

Oltre la parità femminile

Premettendo che la condizione femminile attuale appare come frutto di una discrepanza tra l’evoluzione e lo sviluppo generale di specie e l’evoluzione specifica di genere.

Liberarci dalla condizione atavica che ci vede costrette alla sudditanza dalla forza maschile, non è cosa di pochi decenni, per millenni, infatti, il concetto stesso di differenza naturale tra i generi, che sarebbe invece da valorizzare e comprendere, è stato piegato dal solo principio animale più antico, che vede il più forte prevalere, ed il più debole soccombere, caratterizzando quindi la gerarchia delle famiglie in modo semi-permanente nell’immaginario della specie umana.

Rimane attualmente uno strascico, più o meno forte, di questo retaggio culturale attraverso una condizione psicologica che entrambi i generi devono impegnarsi a modificare, condizione che non potrà evolvere fino a quando non si individueranno le modalità per supplire ad una diversità oggettiva che non converrebbe a nessuno rinnegare.

Il presupposto per creare effettivamente un equilibrio volto al miglioramento stesso della condizione umana come specie, è sicuramente l’abolizione del concetto di “parità” con l’introduzione del concetto più appropriato di “equità”.

Per anni si è ricercata e fortissimamente voluta la parità tra i generi, ispirati da un sacrosanto miraggio che ha portato ad ottimi risultati, quali il diritto di voto e la parità dei diritti civili, ma superata la fase prodromica all’effettivo, si incontra la necessità di introdurre un fattore più specifico ed adatto che non può prescindere dal considerare, conoscere e valorizzare le diversità oggettive della natura del genere femminile.

La specificità del dramma del lock down dovuto all’epidemia COVID 19, ha reso manifesto il divario sociale ed ha accentuato la distanza che ad oggi persiste tra il genere maschile e quello femminile.

Oltretutto, nell’immaginario specifico, anche in situazioni di alto livello culturale, economico e sociale, all’interno delle quali si è raggiunto un ottimo livello di parità, spesso si tende a sottovalutare le situazioni di disagio che invece persistono, si tende a non riconoscere più come problematica diffusa la differenza salariale o la tutela della donna e della madre a livello lavorativo ed all’interno della famiglia; questa mancanza di obiettività, sta producendo due diversi livelli di percorsi evolutivi che però risultano controproducenti l’uno per l’altro (ci troviamo di fronte a lotte poste su livelli scandalosamente diversi, da una parte chi deve raggiungere dei veri e propri diritti sulla persona, soprattutto dopo l’arrivo dei figli, e dall’altra la ricerca della formula perfetta che vede addirittura plausibile la difesa dell’uomo dalle vessazioni femminili).

Il dialogo volto all’emancipazione definitiva da parte della donna, non può non prescindere dall’affrontare approfonditamente le diversità che ci appartengono cercando di valorizzarle in modo serio e oggettivo. Questo metodo potrà quindi portare non tanto alla parità, che metterebbe le donne nuovamente in posizione di svantaggio, bensì all’equità che solo l’essere umano in quanto tale, può arrivare a sviluppare come concetto assoluto, diversificandolo da ogni altra specie.

La diversità è già considerata in alcune sue forme, soprattutto giuridiche.
Consideriamo difatti valido il fatto che troviamo giustissimo, in un processo per omicidio da parte di un uomo, prendere atto delle aggravanti, in quanto tali, per azioni subite da vittime donne, quindi presumibilmente inermi di fronte alla forza maschile.

Le differenze oggettive non sono solamente fisiche, bensì naturali nel suo più ampio significato del termine, basti pensare alla gravidanza, all’istinto materno, alla condizione psicologica che si crea durante la gravidanza , il parto, l’allattamento, lo svezzamento, tutti fattori psicofisici esclusivamente femminili che è assurdo continuare a non prendere in considerazione nella misura corretta.

Per intenderci, nel gestire l’arrivo di un figlio, non si deve pensare alla tutela della lavoratrice e del datore di lavoro in quanto tale , ma introdurre finalmente qualcosa di molto più equo, in pratica la soluzione non è introdurre lo stesso congedo parentale, snaturando quindi completamente la condizione oggettiva della donna, ma la valorizzazione e la tutela proprio delle fasi ancora troppo poco considerate di questo processo, che vede come protagonista il corpo e la mente femminile, che essendo mezzo per l’evoluzione della specie e prodromiche alla crescita del bambino, abbiamo il dovere, in quanto donne e uomini, di innalzare alla posizione che gli spetta di diritto.

Questa è in assoluto la sfida di questo secolo, la sfida che le donne e gli uomini di questo tempo devono impegnarsi a portare avanti per poter dire davvero di aver fatto un passo nell’evoluzione della nostra specie.

Lucrezia Eleonora Bono