ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 373

Smog: una scatola nera per circolare (ed evitare la rottamazione)

La Commissione Ambiente della Regione ha licenziato a maggioranza il disegno di legge sul Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria dopo che la Commissione Bilancio, presieduta da Angelo Dago, ha espresso parere favorevole riguardo la clausola finanziaria. Nelle intenzioni della Regione, la normativa sarà l’alternativa al lungo elenco di deroghe che ogni anno si approvano per limitare l’effetto dei divieti di circolazione anti smog previsti nei 37 comuni del Piemonte dove si applica il protocollo padano.

Il progetto prende spunto dalla Regione Lombardia capofila dell’iniziativa denominata Move In, (MOnitoraggio dei VEicoli Inquinanti) una scatola nera da applicare alle vetture più inquinanti che stabilisce modalità più efficaci per la riduzione delle emissioni nocive. Un modo per salvare le auto fuori legge dalla rottamazione o dallo stop obbligato per sei mesi all’anno. La black box sarà utilizzabile, su base volontaria, solo per “fronteggiare” i blocchi stagionali, quelli in vigore da ottobre a marzo, e non per le limitazioni di emergenza che scattano quando si accende il semaforo arancione, rosso e viola, per il troppo inquinamento.

In base alla classe di immatricolazione e all’alimentazione, se a gasolio o a benzina, per ogni categoria di veicolo viene assegnato un numero fisso di chilometri che si possono percorrere in un anno all’interno dei comuni aderenti all’accordo. Esauriti i chilometri concessi, rilevati da un sistema informativo, non si potrà più utilizzare il mezzo in quei comuni, ma si potrà continuare a viaggiare nelle zone in cui i divieti non sono in vigore. Un’opportunità in più per chi non ha la possibilità di rottamare e sostituire mezzi vetusti e inquinanti che progressivamente diventano poco utilizzabili causa emissioni.

Durante i lavori è intervenuto il commissario Giorgio Bertola (M5s) che ha lamentato l’inadeguatezza del provvedimento ritenuto una non risposta all’inquinamento e alla qualità dell’aria mentre le polveri sottili quali Pm10 e Pm2,5 con le misure adottate a suo avviso non caleranno.
Del disegno di legge sono stati nominati relatori: per la maggioranza Letizia Nicotra (Lega), per le minoranze Domenico Rossi (Pd), Giorgio Bertola (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).

 

“Un rischio non vaccinarsi?”, diretta live con Lilt

LILT Torino organizza una serata informativa online e in diretta LIVE su facebook il 29 dicembre2020 a partire dalle ore 20.45, dove un team di esperti si confronterà sul vaccino covid19 e illustrerà i motivi per cui è così importante sottoporvisi.

PROGRAMMA DEL WEBINAR:
 
Saluti
Dott. ssa Donatella Tubino
Presidente Associazione Metropolitana LILT di Torino,
Biologa Nutrizionista
Docente presso Liceo “Isaac Newton”, Chivasso
 
Modera
Prof. Giancarlo Pecorari 
Professore Ordinario presso S. C. D. U. ORL – Università degli Studi di Torino
 
Partecipano
Dott. Piergiorgio Bertucci 
Medico chirurgo Specialista in Medicina Tropicale,
Infettivologo Commissione Infezioni Ospedaliere per l’Asl TO4,
Dirigente medico dell’Ospedale di Chivasso,
Professore Incaricato all’Università Cattolica per la Cattedra di Malattie infettive
Dott. Rodolfo Gamba
Vicepresidente Consiglio direttivo LILT Torino,
Medico Chirurgo Ginecologo, specialista in Oncologia e Medico di Base
Prof. Doriano Felletti
Consigliere Consiglio direttivo Associazione Metropolitana LILT Torino,
Dirigente scolastico Liceo “Isaac Newton”, Chivasso
Al termine degli interventi sarà possibile porre le domande agli specialisti.

Ecco il link per partecipare alla diretta LIVE: https://www.facebook.com/LILTtorino/videos/2754312391564506 

Conviene seguire i moniti di Diogene?

Diogene di Sinoppe fu un filosofo della corrente dei cinici, ben noto per il suo disprezzo verso il denaro. Viveva in una botte presso il tempio di Cibele e fu uno dei primi pensatori a lanciare l’idea di un mondo senza sfarzo ed opulenza. Il denaro per Diogene era un inutile strumento; l’uomo doveva vivere in semplicità assoluta, accontentandosi del minimo indispensabile perla sopravvivenza.

 

Probabilmente il pensiero di Diogene ha influenzato molto il nostro governo, che ha lanciato un’operazione gigantesca finalizzata a eliminare il denaro dalle nostre tasche e dalla nostra cultura: operazione denominata (con l’abituale abuso delle parole inglesi…) cashless”.

Secondo gli intendimenti di Conte e dei suoi esperti finanziari che ne sostengono l’operato, il denaro contante va eliminato, perché rappresenta uno strumento a dir poco demoniaco, fonte di ogni tipo di negatività: commercio in nero, riciclaggio, evasione fiscale, vendita di droga e così via.

E’ corretto tutto questo? L’abolizione del contante darà un colpo mortale a tutte queste nefandezze, introducendo nell’economia etica e purezza?

Sicuramente no, o per lo meno gli effetti positivi saranno talmente insignificanti da non meritare tutti gli sforzi in corso per portare gli italiani a buttar via le banconote, privilegiando l’uso delle cartedi credito e del bancomat.

Per stimolare gli italiani ad abbandonare l’aborrito contante, è stato lanciato il programma cashback”, che offre uno sconto a coloro che acquistano con carte di credito o simili.

Vediamone il funzionamento nei dettagli.

Nel mese di Dicembre tutti coloro che effettueranno acquisti pagando con una carta di credito avranno diritto ad un riaccredito del 10% sulla spesa, con un massimale di 150 euro;da gennaio il meccanismo continuerà con ritmi semestrali, consentendo di beneficiare di uno storno del 10% con un massimale di 1.500 euro per almeno 50 acquisti.

Per aver diritto al riaccredito occorre seguire una procedura complessa: scaricare unApp (denominata IO) sullo smartphoneper chiedere lo SPID (numero di codice per accedere ai servizi pubblici), oppure registrarsi presso enti convenzionati (tra i quali la Posta).

Occorre fornire il codice fiscale, gli estremi identificativi dello strumento di pagamento elettronico che sarà utilizzato, ed il codice IBAN del conto corrente bancario per l’erogazione dei rimborsi.

Attenzione al fatto che, affinché una spesa possa essere acquisita ai fini del programma, è necessario che l’esercente abbia accettato di partecipare al cashback.

Al termine di ciascun periodo si conteggiano gli acquisti che danno diritto al rimborso: non si ottiene nulla se il numero è inferiore al minimo stabilito. Attenzione al fatto che il conteggio riparte da zero all’avvio del periodo successivo.

Non è fissato un importo minimo per ogni operazione, mentre è fissato un importo massimo per il ristorno, pari a 15 euro per ogniacquisto. E così un pagamento di 1.000 euro per la parcella di un professionista non dà diritto ad un ristorno di 100 euro, ma solo di 15.

Inoltre il limite massimo semestrale di ristorno comporta il blocco del “cashback” sulle spese eccedenti: chi effettua acquisti per 20.000 euro in un semestre si vedrà accreditare al massimo 1.500 euro e non 2.000.

E’ previsto inoltre un altro elemento “premiante” riservato ai “grandi acquirenti” (misurati in termini di numero di acquisti, non in termini d’importo tortale speso): i primi 100.000 partecipanti che abbiano totalizzato il maggior numero di acquisti hanno diritto ad un rimborso speciale forfetario (chiamato “Super Cashback) pari a 1.500 euro. Chi utilizza tanto il bancomat deve anche farlovelocemente se vuole arrivare nel gruppo dei super beneficiari!

Qualche riflessione s’impone:

Il meccanismo di “iscrizione” è farraginoso, lungo, complesso: via Internet si sono creati blocchi al programma, e chi ha optato per il ricorso alla richiesta fisica ha dovutoaffrontare code lunghissime agli sportelli postali.
Il riaccredito è legato all’adesione del negoziante o del professionista al programma; quindi non tutti gli acquisti o i pagamento daranno diritto al rimborso.
Il programma può servire per “stanare” l’evasione dei piccoli negozi, ma potrà avere scarsi effetti nell’area grigia di professionisti e artigiani che, se non aderiscono al programma, potranno continuare a “fare il nero” con il tacito accordo del cliente.
Lo stimolo all’uso dei pagamenti elettronici è inversamente proporzionale all’importo della spesa: dal fruttivendolo o dal macellaio difficilmente si spende più di 150 euro per volta, ma dal commercialista o dall’avvocato le parcelle viaggiano su cifre ben superiori. E pagare 3.000 euro al professionista ottenendo 15 euro di bonus non dà grossi benefici (più facile accordarsi per uno sconto diretto di 100 euro contro pagamento in contanti…).
Il meccanismo comporta la rinuncia totale dei consumatori alla privacy, perché ogni acquisto, ogni operazione, ogni spostamento saranno registrati. Nulla di male per chi ha la coscienza pulita, ma allora perché tanta gente rifiuta l’AppImmuni proprio in nome della privacy violata?
Dal programma sono esclusi i pagamenti legati alla professione o all’attività commerciale: il negoziante nonbeneficia di cashback quando compra la frutta, mentreconcede il bonus quando la vende…

E terminiamo l’analisi con il punto più delicato.

La riduzione dell’uso del contante e l’aumento dell’uso dei pagamenti elettronici comporta un forte aumento degli utili delle banche, che percepiscono laute commissioni su ogni transazione.

Si possono identificare 4 voci di costo relative al POS:

Costo d’installazione: si tratta di un importo una tantum per l’uso dei terminali
Canone: è la somma fissa che l’esercente deve pagare mensilmente per il POS
Costo fisso per transazione: 10 centesimi per operazione
Costo percentuale per transazione: commissione sul valore dell’operazione. Dipende da vari fattori, quali il circuito e la tipologia di carta (carta business o consumer, carta di credito o di debito e così via); oscilla intorno al 2-4%.

Insomma, il consumatore è attratto con il classico “specchietto per le allodole” attraverso il “guadagno” del 10%, il negoziante o il professionista paga di tasca sua il meccanismo e le banche chiudono il cerchio intascando commissioni…

Tutto questo Diogene non lo aveva previsto; chissà se,rinascendo oggi, sarebbe ancora convinto della bontàdell’abolizione del denaro?

 

GIANLUIGI DE MARCHI

Consulente finanziario, giornalista e scrittore

 

Covid, dalla Regione 10 milioni per potenziare i laboratori pubblici

L’assessore Marnati: “La Regione crede nella ricerca. Solo con la ricerca e con la tecnologia si possono affrontare con successo le complessità della sfida pandemica”

Dieci milioni di euro per potenziare i laboratori già esistenti all’interno delle strutture pubbliche e per sostenere progetti di ricerca sia in collaborazione con enti nell’ambito del sistema sanitario regionale, sia in partnership con poli di ricerca e imprese piemontesi.

Sono queste le misure, previste dalla delibera approvata dalla Giunta regionale, messe in campo per contrastare la pandemia.

“La Regione crede nella ricerca – afferma l’assessore alla Ricerca applicata Covid Matteo Marnati –  Solo con la ricerca e con la tecnologia si possono affrontare con successo le complessità della sfida pandemica. Il Piemonte deve sostenere le competenze scientifiche presenti nelle proprie strutture. Sappiamo che questa è l’unica strada da perseguire per sconfiggere l’epidemia e quindi dobbiamo sostenere i nostri laboratori affinché siano competitivi nel panorama globale”.

Obiettivi del bando, che si aprirà con il nuovo anno, sono quelli di supportare il sistema della ricerca pubblica, la rete dei laboratori pubblici e delle infrastrutture di ricerca nello studio, sviluppo e sperimentazione di soluzioni tecnologiche innovative che possano trovare una rapida attuazione nel contrasto alla pandemia Covid 19.

Due, dunque, le linee previste dal bando: quella per il potenziamento di laboratori e infrastrutture di ricerca pubblici già esistenti per il sostegno agli investimenti in attrezzature, impianti o tecnologie connessi al Covid 19 e quella per progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, in collaborazione con enti che abbiano un ruolo riconosciuto nell’ambito del sistema sanitario regionale e con imprese.

Progetti che potrebbero spaziare, ad esempio, dallo sviluppo di dispositivi e protocolli per prevenire focolai epidemici tra pazienti e tra operatori sanitari, o per mettere a punto kit diagnostici da sottoporre a validazione, o ancora farmaci e terapie innovative fino alla realizzazione di sistemi informatici e tecnologie per la gestione, la cura e il monitoraggio delle persone in ospedale, a casa, sul luogo di lavoro, a scuola ma anche in quegli ambienti dove si creano le condizioni per la socializzazione. Potranno essere ammessi al bando, per entrambe le linee, progetti che prevedano una rapida realizzazione, visto il carattere emergenziale della misura, e investimenti compresi tra 300mila euro e un milione di euro.

A natale il charity-shop è online su bottegapaideia.it

In osservanza dei recenti decreti governativi, la Bottega Paideia ha momentaneamente sospeso le attività di vendita negli spazi di Via Villa della Regina 9/D a Torino e con l’approssimarsi delle festività natalizie ha deciso di portare il charity-shop online sul nuovo sito www.bottegapaideia.it

Deliziosi prodotti gourmet, oggetti di design per la casa, giocattoli originali, abbigliamento e accessori per il tempo libero, articoli per la cura e l’igiene personale e tante idee regalo: così la Bottega Paideia si reinventa digital per continuare a proporre idee regalo uniche dal cuore solidale.

E anche quest’anno ogni acquisto sostiene le attività del Centro Paideia in Via Moncalvo 1 a Torino, che quotidianamente si prende cura di tanti bambini con disabilità, dei loro genitori, fratelli e sorelle, per cercare di tornare a sorridere nonostante le difficoltà.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.bottegapaideia.it oppure contattare la Bottega Paideia tramite WhatsApp al numero 3392078841.

Gruppo Marazzato ringrazia i protagonisti della propria storia

Disponibili sull’omonimo canale Youtube le videotestimonianze di settant’anni di lavoro, coraggio e successo.

Si dice che la memoria sia la riconoscenza del cuore, come recita un antico adagio. Lo sa bene il ‘Gruppo Marazzato’, storica azienda ambientale vercellese dal 1952 a oggi leader nelle bonifiche industriali e soluzioni per il pianeta, altresì reduce dall’inaugurazione di un innovativo ‘Centro Ricerca e Sviluppo’ a Villastellone (nell’hinteland del capoluogo piemontese) frutto della recente partnership con il Politecnico di Torino.

In occasione del prossimo Natale, e specialmente in anno intenso nonché denso di eventi significativi per la storia dell’umanità, il ‘Gruppo Marazzato’ ha scelto di dar voce alle risorse umane che hanno contribuito a scrivere pagine importanti e preziose di una storia di lavoro, coraggio e successo che dura ininterrottamente da settant’anni a oggi.

Ed è così che sul proprio canale Youtube disponibili all’indirizzo web https://www.youtube.com/playlist?list=PL2R9hCnMR7pzMI7IzST1uZjbYAwYFe2K0 vanno in scena con tanto di nomi e cognomi le storie di ogni giorno, raccontate dalla viva voce di chi ha vissuto un’intera esistenza occupandosi giornalmente di ambiente, ecologia e automezzi operativi pesanti sia storici che non.
“Una carrellata emozionante di vere e proprie videotestimonianze per fissare indelebilmente nel tempo non solo il ricordo di chi è parte immortale dell’evoluzione dell’azienda, ma anche per documentare concretamente a chi verrà domani tutto il valore aggiunto e la ricchezza umana derivante dall’esperienza diretta acquisita sul campo dal nostro team di maestranze e professionisti”, spiegano in coro i Fratelli Alberto, Luca e Davide Marazzato, terza valente generazione di imprenditori alla guida dell’impresa che porta fieramente il loro cognome dopo il nonno Lucillo (il fondatore) e il padre Carlo, oggi apprezzato collezionista di autocarri d’epoca del Novecento.

“In un momento contingente in cui è di fatto negato il contatto interpersonale per via delle precauzioni legata al contenimento della pandemia in corso da Covid-19, il binomio tecnologia-memoria diventa anche per noi la strada maestra con cui ringraziare di vero cuore coloro che hanno fatto e fanno tuttora parte di noi, condividendo con l’intera collettività tutto quanto di buono ci hanno insegnato e lasciato in dote, nonché veicolando l’augurio sincero di tempi migliori per tutti”, conclude all’unisono il tris di Manager del ‘Gruppo Marazzato’.

Firmata la partnership tra CAAT e IFSE Culinary Istitute

Nei giorni scorsi  è stata firmata lapartnership tra il CAAT, Centro Agroalimentare  di Torino, e una primaria eccellenza del territorio piemontese, l’IFSE CulinaryIstitute, di importanza strategica nel campo della formazione gastronomica di migliaia di aspiranti cuochi e cuochi professionisti, provenienti da tutte le parti del mondo.

Questi futuri professionisti hanno la possibilità presso l’IFSE di apprendere l’eccellenza della cucina italiana.

“Sono consapevole – afferma  il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – dell’importanza rappresentata per il CAAT della firma di questa partnership con l’IFSE per l’avvio di attività comuni nel corso del 2021, in quanto si tratta di una scuola capace di valorizzare  uno degli asset fondamentali nel nostro Paese, l’eccellenza culinaria, sulla quale è imprescindibile puntare e che può costituire un prezioso volano per la ripresa post Covid.Soltanto creando sinergie e facendo sistema con i diversi attori impegnati sul campo, possiamo ottenere risultati di eccellenza. Ringrazio per il raggiungimento di questo scopo il Direttore dell’IFSE Culinary Institute Raffaele Trovato; il Direttore Generale del CAAT, l’avvocato Gianluca Cornelio Meglio, e l’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio, nostra Social Media Manager, che ha messo in contatto il CAAT con la realtà di eccellenza dell”IFSE”.

Misure anticovid, tanti servizi agli sportelli postamat

Prelievi di denaro, pagamenti di bollettini premarcati e  ricariche telefoniche e Postepay tra le principali operazioni

 In ottemperanza ai provvedimenti in materia di contenimento del virus e di distanziamento interpersonale per la tutela della salute dei cittadini, Poste Italiane offre l’opportunità di utilizzare numerosi servizi attraverso la rete dei 202 ATM Postamat distribuiti sull’intero territorio provinciale. Gli ATM Postamat sono disponibili a Torino e in diversi Comuni della Provincia.

Nel contribuire ad estendere e consolidare la presenza capillare di Poste Italiane per soddisfare le esigenze delle comunità locali anche le più piccole, gli sportelli ATM Postamat rappresentano un ulteriore canale di accesso ai servizi che si affianca alla rete fisica degli Uffici Postali e a quella online tramite APP e dal sito www.poste.it.

Gli ATM Postamat consentono di effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, pagamento di bollettini di conto corrente premarcati, ricariche telefoniche e di carte Postepay, ma anche operazioni informative quali estratto conto, saldo e lista de movimenti.
I nuovi ATM Postamat di ultima generazione sono disponibili sette giorni su sette ed in funzione 24 ore su 24 e possono essere utilizzati dai correntisti BancoPosta titolari di carta Postamat-Maestro e dai titolari di carte di credito dei maggiori circuiti internazionali, oltre che dai possessori di carte Postepay.

Gli ATM Postamat sono inoltre disponibili per i possessori di Carta Libretto, la carta di prelievo collegata al Libretto Postale Ordinario o Smart. I pensionati che hanno richiesto l’accredito della pensione sul Libretto Postale possono infatti prelevare presso gli ATM Postamat della provincia fino ad un massimo di 600 euro al giorno e 2.500 euro al mese. Infine nelle 2 ore successive al prelievo sono coperti da un’assicurazione gratuita fino ad un massimo annuo di 700 euro in caso di furto di contante.

Gli sportelli ATM Postamat sono anche dotati di monitor digitale ad elevata luminosità e di dispositivi di sicurezza, tra i quali una soluzione anti-skimming capace di prevenire la clonazione di carte di credito e un sistema di macchiatura delle banconote.

Per conoscere l’ATM Postamat più vicino è possibile consultare il sito di Poste Italiane all’indirizzo www.poste.it o tramite l’APP Ufficio Postale.

Debito pubblico: Italia sotto la spada di Damocle

Damocle era un cortigiano che viveva alla corte di Dionigi I, tiranno di Siracusa. Un giorno affermò che Dionigi era fortunato, disponendo di un grande potere, e allora il tiranno gli propose di prendere il suo posto

Detto, fatto. Durante il banchetto, Damocle gustò cibi raffinati e si intrattenne con bellissime fanciulle, finché notò che, sopra la sua testa, era appesa una spada legata solo ad un esile crine di cavallo. Dionigi l’aveva fatta sospendere sul suo capo perché capisse che la sua posizione di tiranno lo esponeva continuamente a grandi pericoli . Immediatamente Damocle chiese al tiranno di poter terminare lo scambio.

Situazione scomoda, che oggi si adatta perfettamente alla crisi finanziaria che stiamo vivendo.

Dopo quasi un anno dall’esplosione della pandemia, l’economia annaspa, le imprese rischiano di chiudere, i lavoratori rischiano di perdere il posto, il debito rischia di soffocare le prossime generazioni.

Ecco la “spada di Damocle” appesa sopra la nostra testa: il debito pubblico!

Dall’inizio della pandemia lo Stato ha emesso oltre 140 miliardi di BTP di vario tipo (da quelli ordinari a quelli indicizzati all’inflazione fino alle serie “BTP Futura” con premio di fedeltà), in una fase di forte contrazione dell’economia (il PIL scenderà alla fine dell’anno del 10% circa…) e di contemporanea riduzione delle entrate fiscali (calate a causa della riduzione del PIL, ma anche per effetto dei provvedimenti di rinvio della riscossione delle imposte per agevolare le imprese in crisi di liquidità).

A fine settembre il debito pubblico italiano era arrivato all’astronomica cifra di 2.583 miliardi di euro (record storico assoluto!), contro i 2.410 di inizio anno, con un incremento di oltre il 7%, in un anno in cui l’inflazione è stata nulla. Nel frattempo il PIL è diminuito a poco più di 1.600 miliardi di euro, portando così il rapporto debito/PIL (uno dei più importanti nella valutazione della solidità di uno Stato) al 160%!

Le previsioni al momento non sono certo rosee: per quanto il governo si sforzi di delineare un 2021 in forte ripresa (con la crescita del PIL oltre il 5%) il gap rimarrà enorme e non basterà certo un anno per tornare ai livelli pre-pandemia. Se si pensa poi che in venti anni l’Italia è rimasta praticamente ferma in un mondo in cui anche gli zoppi corrono, si capisce immediatamente che bisogna fare qualcosa.

Il “qualcosa” deve necessariamente consistere in provvedimenti che non siano semplicemente un tampone (bonus a pioggia, ristori, rinvii di imposte e rate dei muti, ecc.), ma un concreto intervento in investimenti che ricreino le condizioni per avviare un circolo virtuoso dell’economia.

Finanziare gli investimenti (infrastrutture, istruzione, sanità, digitalizzazione, ecc.) necessita di centinaia di miliardi di euro che non possono continuare a provenire da debiti, ma devono provenire da “risorse proprie” o, usando un termine aziendalistico, patrimonio.

E allora le strade sono solo due, che cerchiamo di sintetizzare.

La prima è l’introduzione di un’imposta patrimoniale (vera e propria spada di Damocle” che pende sulla testa di tutti noi…), applicata con varie modalità secondo chi la propone e la sostiene. Potrebbe trattarsi di un’imposta a raffica su tutte le ricchezze dei risparmiatori italiani (titoli, case, aziende), oppure di un’imposta “a macchia di leopardo” su certe categorie di attività (solo i titoli, solo i depositi bancari, solo gli immobili). Potrebbe trattarsi di un’imposta “a strascico” (aliquota unica per tutti, fatta salva una franchigia minima per i patrimoni minori; si parla ad esempio di 500.000 euro) oppure di un’imposta “progressiva” all’insegna del motto che “Chi più ha più deve dare.

Beneficio palese per lo Stato: raccogliere cifre imponenti in un attimo (si pensi alla tosatura fatta dal governo Amato un venerdì notte, sottraendo il 6 per mille dalle giacenze sui conti correnti). Sacrificio palese per i cittadini: vedersi sottrarre parte dei risparmi accumulati nel tempo, per coprire il buco di bilancio. Una soluzione forzosa che sicuramente scatenerebbe tensioni di vario tipo e molto probabilmente, colpendo anche interessi stranieri investiti in Italia, genererebbe reazioni negative sui mercati con il possibile allontanamento degli investitori istituzionali (che attualmente assicurano il 70% della sottoscrizione dei BTP).

La seconda soluzione è il lancio di titoli irredimibili, cioè titoli privi di scadenza, che pagano ai sottoscrittori solo un interesseannuo per l’eternità. Chi lo acquista cede il proprio capitale in via definitiva allo Sato in cambio di una rendita per sé e per la sua discendenza. Per converso, lo Stato, in cambio dell’impegno a pagare la rendita, non assume alcun obbligo di rimborsare il capitale. Non essendoci un rimborso, il capitale raccolto èacquisito definitivamente dallo Stato e non costituisce debito.

Da notare che i risparmiatori possono comunque recuperare in ogni momento l’investimento vendendo i titoli in Borsa, che assicura la liquidità di ogni titolo quotato nel termine di soli due giorni.

I titoli irredimibili non sono certo una novità (sono stati emessi fin dal XVIII secolo da Stati Uniti, Inghilterra, società private e anche dall’Italia, con due serie denominate Rendita 3,5% e Rendita5%): la novità potrebbe essere costituita dall’utilizzo di diversi sistemi di calcolo della rendita. Oltre a quello tradizionale (tasso fisso), che espone il detentore al rischio d’inflazione nel tempo, sipotrebbero ipotizzare tranche a tasso variabile o anche a tasso indicizzato sul PIL (una modalità nuova, denominata TRILL, di cui ha recentemente parlato l’ex ministro Tria).

Beneficio palese per lo Stato: raccogliere cifre consistenti nel tempo (almeno 10 miliardi il mese) da destinare al sostegno a fondo perduto alle imprese o alla realizzazione di infrastrutture.

Beneficio palese per i risparmiatori: percepire una rendita infinitad’importo superiore a quello dei BTP ordinari (la durata infinita va “pagata” con un tasso un po’ superiore a quello corrente) e facoltà di ricuperare in ogni momento i soldi vendendo i titoli.

Insomma, volendo usare termini raffrontabili, la patrimoniale è un contributo forzoso, i titoli irredimibili sono un contributo volontario, una sorta di “patrimoniale temporanea” (dura finchénon si vende il titolo) e di “patrimoniale remunerata” (incasso delle cedole annuali).

Qualcuno teme che non ci saranno sottoscrizioni? Rifletta sul fatto che in piene ferie nell’agosto 2020, Intesa San Paolo ha offerto 1,5 miliardi di titoli irredimibili ricevendo richieste per 6,5 miliardi!

Speriamo che alla fine la soluzione ”volontaria” prevalga su quella “forzosa”; ne va della credibilità dell’Italia.

 

GIANLUIGI DE MARCHI

Consulente finanziario, giornalista e scrittore

demarketing2008@libero.it

 

Fondi ai Comuni per le opere pubbliche

Buone notizie per 200 Comuni piemontesi che riceveranno 9 milioni di contributi regionali per la realizzazione di opere stradali, cimiteriali, municipali e di illuminazione. La Giunta regionale ha infatti deliberato il cofinanziamento del 50% ai Comuni per la realizzazione di tali opere in base alla legge regionale 18/84, che prevede contributi specifici per le amministrazioni locali.

In particolare, sono state deliberati 4,5 milioni di euro per i Comuni con popolazione inferiore o pari a 1000 abitanti, per i quali il contributo regionale arriva fino a 80.000 euro, e altri 4,5 milioni per i Comuni con più di 1000 abitanti, il cui contributo è previsto fino a euro 160.000 euro.

È stato inoltre approvato lo stanziamento di 2 milioni di euro a favore delle Province per interventi di pronto intervento e di mitigazione del rischio idrogeologico legati all’alluvione del 2 – 3 ottobre scorso.

A queste cifre si aggiunge un’integrazione di oltre 225 mila di disavanzo che saranno disponibili per finanziare ulteriori interventi ad oggi non ancora finanziati.

«Con questo ulteriore intervento – commenta il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – diamo un importante sostegno a 200 comuni del nostro territorio e allo stesso tempo aiutiamo il nostro mondo del lavoro attraverso le tante aziende piemontesi che saranno coinvolte nella realizzazione di questi interventi».

«Stiamo procedendo il più rapidamente possibile – ha sottolineato l’assessore alle Opere pubbliche della Regione Piemonte Marco Gabusi – affinché le amministrazioni locali possano avere i contributi velocemente. I tecnici regionali e comunali hanno lavorato fianco a fianco per accelerare quelle che un tempo erano tempistiche infinite e che oggi si stanno compattando notevolmente grazie ai meccanismi di sburocratizzazione che abbiamo introdotto».

Questo meccanismo è possibile grazie alla legge regionale 18/84, che prevede contributi alle amministrazioni comunali per la sistemazione ed il miglioramento di infrastrutture stradali, cimiteriali, municipali e reti di illuminazione pubblica. In particolare, per la viabilità comunale sono previsti lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione e nuova costruzione di strade comunali o intercomunali, ponti, guadi, marciapiedi e parcheggi. Per l’edilizia municipale sono inclusi lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione, adeguamento, ampliamento e nuova costruzione del luogo dove si svolgono le attività istituzionali del comune. Per l’edilizia cimiteriale sono finanziati lavori di manutenzione straordinaria, sistemazione, ampliamento e nuova costruzione dei cimiteri. Per l’illuminazione pubblica, infine, sono previsti lavori di adeguamento, rinnovo, ampliamento e nuova costruzione degli impianti.