ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 255

La Regione punta su famiglia e minori

La Regione ha approvato il riparto dei più di 28 milioni di euro del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS) per lannualità 2021: finanziati 48 enti gestori in tutto il Piemonte.

La metà delle cifre ricevute dovranno essere utilizzate per il finanziamento delle azioni volte allimplementazione delle Linee di indirizzo sullintervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità (P.I.P.P.I.). L’assessore Caucino: «Le famiglie, i bambini e gli adolescenti sono e saranno sempre al centro della mia azione politica. Importante il controllo capillare sulla spesa che consentirà la massima trasparenza a tutto vantaggio delle persone e dei nuclei più fragili»

 

Sono esattamente 28milioni 172mila 574 euro e 49 centesimi i fondi che arriveranno da Roma in Piemonte provenienti dal Fondo Nazionale Politiche Sociali per finanziare il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023 e il Piano sociale nazionale sempre relativo al medesimo arco di tempo.

 

Per decisione dell’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, metà delle risorse dovranno essere destinate a interventi a favore delle famiglie e dei minori. Non solo: all’interno della programmazione regionale sono previsti 437.500 euro destinati a «Pippi», il programma per la prevenzione dell’allontanamento dalle famiglie e una parte verrà destinata alle fasce dimissioni protette e alla supervisione degli operatori sociali. La ripartizione avviene a seguito degli adempimenti previsti secondo l’ultimo decreto del 22 ottobre 2021 che prevede che le risorse del Fondo, prima del riparto, devono essere programmate seguendo uno schema ben preciso per macro livelli e obiettivi. La Regione Piemonte, infatti, proprio nell’ottica di una sempre maggior trasparenza e buon utilizzo delle risorse a disposizione ha attivato una piattaforma informatica che permette la digitalizzazione del processo di rilevazione della spesa degli enti gestori, che devono rendicontare la loro attività e le principali prestazioni che offrono all’utente.

 

Da qui gli uffici di via Bertola hanno svolto un lavoro certosino, acquisendo i dati, stabilendo le medie proporzionate in base ai territori e stabilendo la ripartizione delle risorse che, come detto, devono sempre essere erogate a seguito di una rendicontazione sistematica dagli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali direttamente sulla piattaforma S.I.O.S.S, di cui al D.M. 22 agosto 2019. Ovviamente, fatte salve le quote «vincolate», gli enti gestori hanno sempre un margine di libertà sul Fondo a discrezione dei bisogni di ogni singolo territorio. Ora non resta che attendere l’arrivo del bonifico da Roma, previsto in primavera.

 

Spiega l’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino: «Si tratta di una fondamentale boccata d’ossigeno per gli enti gestori piemontesi che si sono distinti per efficienza e per i servizi offerti alla popolazione, in particolare i più fragili. La scelta di destinare metà dei fondi a famiglie e minori non è certo casuale ma strategica e rientra nelle politiche che in questi anni sto portando avanti e che continuerò a sostenere per agevolare i nuclei più fragili e i più piccoli, che hanno bisogno sempre più di essere al centro della nostra azione politico amministrativa».

Emergenza climatica al centro della seduta del Consiglio regionale

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Emergenza ecoclimatica e obiettivo della riduzione delle emissioni climalteranti entro il 2030”.Questi i temi al centro del Consiglio regionale aperto a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, associazioni ambientaliste, Atenei piemontesi, organizzazioni sindacali  e di categoria.

Ad aprire la seduta, il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia “Il Consiglio di oggi, il secondo sull’argomento dal 2019, ci dà l’occasione di confrontarci nuovamente in maniera approfondita su un tema cosi attuale e cruciale. La gravità della situazione ambientale è infatti sotto i nostri occhi. Siamo chiamati a dare il nostro contributo nella consapevolezza che esso potrà produrre i suoi frutti solamente se misure di rispetto dell’ambiente e della riduzione delle emissioni clima alteranti verranno prese da tutti gli attori in campo. Ben venga quindi un dibattito informato e costruttivo – proprio a partire da quest’Aula – che inviti a non abbassare la guardia e coinvolgere tutti gli attori a fare sinergia  nel trovare soluzioni efficaci e non più procastinabili per il futuro del nostro pianeta”.

“La Regione  – ha dichiarato Alberto Cirio, presidente della Giunta regionale – è fortemente consapevole che il cambiamento climatico sia una sfida di portata mondiale che mostra i propri effetti e impatti anche sul nostro territorio. Oggi però siamo anche di fronte ad una nuova consapevolezza, non solo da parte dei decisori politici, ma anche dei cittadini, così come delle imprese. L’evolversi della situazione ambientale, sociale ed economica, rende a oggi ancora più urgente un’azione in grado di garantire coordinamento e coerenza sui diversi fronti di impegno regionale e nello stesso tempo il coinvolgimento e l’impegno di tutti i soggetti della società civile piemontese in percorsi attivi e partecipati, verso un modello di sviluppo carbon free e più resiliente agli effetti del cambiamento climatico. Investire sul verde – conclude –  rappresenta sicuramente solo una parte dell’azione necessaria per contribuire alla mitigazione del fenomeno del Cambiamento Climatico, ma rappresenta un investimento che consente di migliorare la qualità del nostro territorio su tanti altri aspetti dati i tanti servizi ecosistemici forniti dalla componente verde”.

Delle tante azioni messe in campo, anche nei due anni di pandemia ha invece parlato Matteo Marnati, assessore regionale all’ambiente “Nonostante la pandemia, non ci siamo mai fermati, abbiamo avviato azioni concrete i cui effetti si vedranno nel medio e lungo termine. Abbiamo messo mano alla riforma alla  legge sui rifiuti che spinge su bioeconomia ed economia circolare, approvato il piano tutela delle acque, il nuovo piano energetico regionale, aderito al progetto Urban forestry (progetti di ripresa e resilienza che metteranno a disposizione 500 milioni di euro per l’ambiente), aderito alla strategia dell’idrogeno di cui siamo capofila a livello europeo;  promosso il patto dei sindaci per la transizione energetica, avviato la strategia di sviluppo sostenibile, lavorato al Piano Energetico Ambientale regionale, costruiremo l’Osservatorio regionale sul Cambiamento Climatico. La transizione ecologica  – ha concluso – deve avere una sua sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Non è più il momenti della protesta, certamente utile a mobilitare le masse e le coscienze,  ma è il momento di  passare alla fase della concretezza

Per Ruggero Reina di “Extinction Rebellion”, una delle associazioni che ha richiesto il Consiglio straordinario sul clima, questo appuntamento “rappresenta un fallimento, ottenuto dopo uno sciopero della fame, in cui si ridiscute della emergenza deliberata dallo stesso Consiglio due anni fa. Nel frattempo cosa è successo?” Per Reina è necessario che la risposta all’emergenza climatica venga messa nella responsabilità dei cittadini, che su questo, a differenza delle istituzioni, non sono sufficientemente informati. “I cittadini per far sentire la loro voce, hanno necessità di dati. E’ necessario che il governo informi tutti i cittadini sulla situazione reale, è a rischio il futuro della nostra specie”. Reina ha proposto la costituzione di assemblee di cittadini deliberative.

Il senso della proposta è stato spiegato da Rodolfo Lewanski, un ex professore universitario. Si tratta di assemblee di cittadini che soppesano le diverse ipotesi in campo, e sono scelti a sorteggio su un campione rappresentativo dei diversi strati sociali: “Non è fantapolitica, se ne occupano da anni organizzazioni come l’Ocse,cui partecipa anche l’Italia. In Francia c’è la Convention pour le clima, voluta da Macron, altre esperienze ci sono nel mondo”. Per Lewanski “la democrazia rappresentativa è in affanno. Questo è un modo per affrontare la crisi democratica, una risposta efficace che già funziona in molti paesi”.

Luca Sardo, coordinatore di “Friday for future”, ha sostenuto che le difficoltà che si hanno nel far assumere alla politica un impegno prioritario sul clima sono dovute a due atteggiamenti: “In molti c’è un negazionismo, non si vuole riconoscere che l’emergenza climatica è conseguenza dell’inquinamento dell’uomo. In altri c’è il tentativo di scaricare su altri, la Cina e l’India, la responsabilità dell’inquinamento. La responsabilità è invece anche del mondo occidentale. Non possiamo pensare che lo sviluppo tecnologico ci salverà, occorre intervenire subito, anche perché a pagare di più saranno i più poveri. Noi non smetteremo di mobilitarci per arrivare a risposte reali e concrete”.

“L’obiettivo della Commissione europea, attraverso l’approvazione del Green deal- ha sottolineato Tiziana Beghin, parlamentare europea- è quello di rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro. Si tratta di un insieme di provvedimenti e finanziamenti che prevedono la revisione del piano di legislazione corrente e nuove iniziative regolatorie che vadano nella direzione della riduzione 55% del CO2 entro il  2030. La commissione europea sta poi lavorando alla revisione  dello scambio delle quote di CO2, ad una tassa CO2 alla frontiera, da far pagare non alle imprese europee ma dai competitor internazionali, alle nuove normative sui veicoli affinché si restringano i parametri massimi consentiti per le emissioni CO2, per arrivare a veicoli a emissioni zero.  La transazione climatica è qualcosa che non va lasciato alle dinamiche di mercato ma occorre avviare schemi di supporto anche per le  piccole aziende. Rispetto al passato c’è un approccio più costruttivo ma non ancora abbastanza veloce”.

Per la senatrice Virginia Tiraboschi, si tratta di un argomento di importanza costituzionale perche riguarda risvolti di carattere socioeconomico, non a caso  è  trasversale a molti ministeri (sviluppo economico, transazione digitale, comparto agricoltura, turismo). Una  sfida epocale che cambierà il volto del mondo intero. Sono molti i provvedimenti arrivati al Parlamento attraverso le Commissioni che richiedono riforme complesse perché cambiano meccanismi di anni  e, per questo, l’approccio  deve essere obiettivo e  non ideologico. Mi auguro che in quest’ottica i partiti tornino a svolgere ruolo di cerniera tra cittadini e istituzioni, legandosi al panorama europeo”.

Mauro Barisone, vicepresidente dell’Anci Piemonte ha sottolineato le difficoltà dei Comuni “che sono gli enti più vicini ai cittadini, ma vivono una condizione drammatica, perché gestiscono un patrimonio che si depaupera sempre di più per gli aumenti dei costi”. Per Barisone, sull’emergenza climatica va bene la partecipazione dei cittadini e l’ascolto dei giovani, “ma le forze politiche, a tutti i livelli, devono mettere da parte le divisioni continue e i particolarismi. Solo l’unione, la volontà di convergere, permetteranno di raggiungere risultati su un tema così importante”.

 

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Consumatori, Polliotto (Unc): “Caro conto corrente, i consigli per scegliere risparmiando”

I suggerimenti della Presidente di Unc Piemonte per contenere il costo annuo dei propri rapporti bancari.

Se un conto corrente bancario costa in media 90,2 euro l’anno, quelli online – ossia rivolti ai consumatori che intendono svolgere operazioni prevalentemente attraverso internet – costano solo 21,4 euro e rispetto al 2019 sono calati di 1,2 euro. Il divario, che si attesta poco sotto i 70 euro, deriva principalmente da una struttura tariffaria più conveniente, piuttosto che dalla diversa composizione del paniere di servizi fruiti”. Lo rileva l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente dal 2010 del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 la prima è più antica associazione consumeristica italiana.

Per quanto riguarda invece ai conti correnti bancari tradizionale,La crescita delle spese fisse approfondisce la Presidente di Unc Piemonte è per lo più attribuibile sempre ai canoni di base. Le spese variabili si sono invece ridotte per effetto della diminuzione delle persone che si sono recate allo sportello durante la pandemia. Se invece il numero delle operazioni effettuate fosse rimasto costante, l’aumento di spesa sarebbe stato pari a quasi 2 euro l’anno.

Per poi concludere: “Esistono alcuni brevi ma oculati consigli per limitare al massimo i costi per le commissioni. Vista la relazione di Bankitalia, la prima cosa da fare è quindi quella di usufruire il più possibile dei canali online per qualsiasi esigenza.Un’altra accortezza da mettere in pratica è quella di domiciliare le bollette, senza più ricevere plichi di carta inutile tramite posta. Poi bisogna prelevare denaro sempre tramite bancomat (non carta di credito) ed è necessario farlo sempre presso gli erogatori appartenenti al proprio istituto di credito per non incorrere nelle spese di commissione. Infine non bisogna mai sforare il tetto che si è concordato con la propria banca ed evitare così di andare a debito.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Un patto per il territorio. Gli auguri di Uncem al nuovo arcivescovo

“Tutta Uncem, con i Sindaci e le Amministrazioni dei Comuni, salutano e fanno gli auguri a don Roberto Repole, nuovo Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa. Grazie a Monsignor Nosiglia per il grande impegno con il quale ha svolto la sua missione, provando sempre a comporre reti tra persone, comunità, territori, urbani e montani. Le due Diocesi insieme, Susa e Torino, oggi con una nuova guida, sono un modello organizzativo e pastorale che fa scuola in Italia. Valli e Città capoluogo uniti. Uncem guarda a queste dinamiche con la necessità che propone a don Roberto, di un ‘patto forte tra istituzioni’. E come più volte abbiamo detto, nel riscoprire la passione per le nostre Istituzioni, civili e religiose, più unite e più belle, giovani e dinamiche, smart e intelligenti, dobbiamo anche noi, come sistema dei Comuni e dei territori organizzare il nostro ‘Sinodo’. Lo fa la Chiesa, dobbiamo farlo anche noi. Capire dove vanno i nostri Enti, come sono e cosa sono. Come sono comunità. Non basta un maquillage o qualche modifica normativa. Anche noi dobbiamo riscoprirci comunità. Camminare insieme, come scritto da Padre Pellegrino. Guardare a esempi come il Sindaco La Pira, che Papa Francesco proprio in questi giorni ha mostrato nuovamente quale modello ai Sindaci. Le comunità sono forti se unite, se non lasciano alcuno indietro. Se camminano con entusiasmo verso nuove e vecchie povertà, verso i margini e verso chi si sente escluso, senza divisioni e campanilismi. Vale tantopiù per i Comuni e le Unioni! Auguri dunque a don Roberto Repole per questo nuovo importante incarico. Siamo certi che essendo nato e cresciuto in un piccolo Comune montano, di fondovalle, Givoletto, punto di unione tra le Valli di Lanzo e la Valle di Susa, saprà dare grande valore alle piccole parrocchie e ai piccoli paesi, che sono forti solo se lavorano e camminano insieme. Oltre ogni solitudine, oltre ogni apparente certezza e oltre ogni difficoltà”.

Lo affermano Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, e Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.

Intesa Sanpaolo e Nextalia SGR per Digit’Ed

– Intesa Sanpaolo e Nextalia SGR, per conto del Fondo Nextalia Private Equity, hanno definito un accordo finalizzato alla creazione di una nuova realtà, leader nella formazione e digital learning, facendo leva sull’infrastruttura di apprendimento innovativa di Intesa Sanpaolo.

La società si chiamerà DIGIT’ED e si rivolgerà sia al segmento business, ovvero alle grandi aziende, piccole e medie imprese, alla pubblica amministrazione e agli ordini professionali, sia al segmento consumer, anche in collaborazione con prestigiose istituzioni italiane e internazionali, rispondendo così alle crescenti esigenze del mercato della formazione, legate alla trasformazione digitale, all’evoluzione delle competenze e al re-skilling.
L’offerta formativa di DIGIT’ED sarà focalizzata su soluzioni d’eccellenza a supporto dello sviluppo di competenze specifiche per la transizione digitale (es. cybersecurity, data, cloud) ed ecologica (es. sostenibilità, circular economy), anche attraverso un piano di investimenti nelle più moderne tecnologie di apprendimento, a partire dall’intelligenza artificiale, per fornire una esperienza di formazione sempre più efficace e di alta qualità.
L’accordo vincolante prevede l’acquisizione, da parte di una società di nuova costituzione, di Intesa Sanpaolo Formazione, la società di Intesa Sanpaolo focalizzata su iniziative di formazione rivolte alla crescita delle imprese e del territorio, nei confronti della quale – in vista della predetta acquisizione – è previsto il conferimento dalla Capogruppo di specifiche attività afferenti alla progettazione e produzione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo. Le persone provenienti da Intesa Sanpaolo rappresenteranno un elemento particolarmente qualificante della nuova realtà DIGIT’ED.
Nell’ambito dell’operazione sono previste la conclusione di accordi di durata pluriennale per l’erogazione in esclusiva di servizi e prodotti di formazione sia verso i dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo sia verso i clienti del Gruppo.
Intesa Sanpaolo – a conferma della rilevanza del progetto – diventerà azionista di DIGIT’ED con una partecipazione pari al 20%, in una logica coerente con il Piano di Impresa 2022-2025, mentre Nextalia deterrà il controllo della società di nuova costituzione.
L’accordo si colloca nell’ambito di una più ampia operazione con l’obiettivo di posizionare DIGIT’ED come soggetto aggregatore delle migliori realtà attive nel settore. A tal proposito sono in corso negoziazioni in esclusiva con soggetti terzi, ai quali potrebbe essere offerto l’ingresso nel capitale nella società.
Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Con il nuovo Piano d’Impresa intendiamo affrontare le nuove sfide poste da un contesto di mercato in forte evoluzione. Per questo, oltre a consolidare la nostra posizione di Banca leader nel wealth management, protection e advisory, vogliamo dotarci delle migliori competenze nel

digitale, nel fintech, nell’innovazione tecnologica, anche alla luce della nostra partnership con Thought Machine. Al tal fine riteniamo di essenziale importanza dare vita a una nuova realtà che ha l’obiettivo di diventare leader nel campo della formazione, con le dimensioni di scala adeguate, capace di aprirsi alle migliori esperienze internazionali e basata sull’apporto dell’elevata professionalità delle persone di Intesa Sanpaolo, che, partecipando allo sviluppo di un leader della formazione, troveranno ulteriori opportunità di crescita. La creazione di DIGIT’ED, anche grazie al ruolo chiave e stabile di un azionista come Intesa Sanpaolo, favorirà la crescita delle piccole e medie imprese italiane e quindi della nostra economia, anche alla luce delle risorse messe in campo dal Next Generation Italy, in particolare per la transizione digitale e green”.
Francesco Canzonieri, Amministratore Delegato di Nextalia SGR, ha dichiarato: “La creazione del leader italiano nel digital learning rappresenta la prima operazione per il Fondo Nextalia Private Equity ed ha un elevato valore segnaletico: guidare attivamente la trasformazione ed il consolidamento di un settore chiave per lo sviluppo delle imprese italiane e del Paese, perfettamente coerente con l’obiettivo di Nextalia di supportare gli investimenti in innovazione, ricerca e tecnologia e promuovere attivamente uno dei fattori ESG chiave di sviluppo sostenibile: garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo”.

Piemonte e Liguria, scatta l’alleanza logistica

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Sono ben 14 i siti piemontesi candidati a diventare Zona Logistica Semplificata ZLS del porto e retroporto di Genova. Lo hanno annunciato a seguito dell’approvazione della delibera che individua i Comuni per i quali chiedere al Governo di entrare nella Zona Logistica Semplificata legata al porto di Genova, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e gli assessori regionali Marco Gabusi (Infrastrutture) e Maurizio Marrone(Semplificazione) insieme alla amministratrice delegata di RFI Vera Fiorani e al commissario straordinario di Governo per la Tav Torino Lione e per il Terzo Valico Calogero Mauceri.

«Il Piemonte – ha spiegato il presidente Alberto Cirio si trova all’intersezione dei due grandi futuri assi ferroviari europei Genova Rotterdam e Corridoio del Mediterraneo e può contare su un know how straordinario: per questo lo consideriamo il vero e proprio cuore logistico dell’Europa. Crediamo in un rilancio del Nord Ovest basato sulla logistica e vogliamo essere il motore propulsore di questo processo. Una grande rivincita, che porterà sviluppo e posti di lavoro. Vogliamo che questa opportunità coinvolga più territori possibile come retroporto di Genova e per questo abbiamo adottato un metodo estremamente inclusivo».

L’opportunità è frutto di un emendamento al Decreto Genova del 2018, che individua le aree logistiche a supporto del porto genovese, per le quali le Regioni possono definire ulteriori siti retroportuali da proporre per l’inserimento nella Zona Logistica Semplificata ZLS ‘Porto e retroporto di Genova’. La ZLS è particolarmente interessante per gli investitori poiché offre regimi autorizzativi burocratici facilitati e, in prospettiva, eventuali agevolazioni fiscali per le aree che abbiano un nesso funzionale con il porto.

La Regione Piemonte ha incluso nella proposta da inviare Governo 6 siti già esistenti nei Comuni di Alessandria, Arquata Scrivia, Castellazzo Bormida, Novi San Bovo, Ovada Belfortee Rivalta Scrivia e gli interporti di rilevanza nazionale già esistenti Novara CIM e Torino SITO. Accanto a questi saranno inseriti nella proposta 12 dei 16 Comuni piemontesi che hanno partecipato al bando e che soddisfano i criteri di compatibilità urbanistica con la destinazione d’uso, la distanza di massimo 180 chilometri da Genova, la vicinanza del sito con i caselli autostradali (massimo 10 chilometri) e la prossimità a scali ferroviari o intermodali merci (massimo 10 chilometri).

«Come Regione Piemonte – ha sottolineato l’assessore Gabusi – abbiamo voluto ampliare la platea dei siti candidati e abbiamo perciò scelto di lanciare un bando a cui hanno aderito numerosi Comuni indicando la disponibilità a candidarsi. Aumentare i siti piemontesi della ZLS significa attrarre investimenti e aziende che possono contribuire allo sviluppo del territorio. Come sempre abbiamo messo al centro il territorio e siamo felici di poter dire che siamo i primi in Italia ad esserci dotati di un metodo così inclusivo per dare la possibilità a chi ha il potenziale di rientrare all’interno della Zona Logistica Semplificata, che darà a quelle aree dei poteri in più e dei vincoli burocratici in meno, utili per gestire le novità che arriveranno».

Sono risultati idonei alla candidatura 9 Comuni in provincia di Alessandria, la più vicina geograficamente al porto di Genova: Basaluzzo, Borghetto di Borbera, Casale Monferrato, Castelletto Monferrato, Castelnuovo Scrivia, Pozzolo Formigaro, Serravalle Scrivia, Silvano d’Orba e Tortona. Altri due si trovano nella provincia di Asti (Asti e Villanova d’Asti) e uno in provincia di Cuneo (Mondovì).

«Oltre alle misure di semplificazione attivabili automaticamente con l’istituzione della ZLS –  ha evidenziato l’assessore Marrone , la Regione Piemonte intende introdurre nella proposta di Piano di Sviluppo Strategico tutte le misure che il Commissario TAVMauceri ci segnalerà opportune per l’avanzamento efficiente dei lavori Alta Velocità Torino-Lione. L’inserimento dell’interporto SITO di Orbassano nella ZLS chiarisce, infine, la volontà politica di ribadire la necessità di collegare lo snodo logistico del Capoluogo nel futuro tracciato nazionale della TAV, a beneficio di tutto il Piemonte».

«La creazione di zone economiche speciali per le aziende, come le ZLS, che avranno la necessità di movimentare le loro merci dal porto di Genova al nord Europa – ha spiegato l’Amministratrice delegata e direttrice generale di Rete Ferroviaria Italiana Vera Fiorani , consentirà di rafforzare ancora di più i nostri investimenti per la realizzazione delle opere connesse ai corridoi europei della rete TEN-T. Infrastrutture come il Progetto unico del Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova e la Torino-Lione che contribuiranno a favorire in modo decisivo lo sviluppo del trasporto di merci su ferrovia dall’Italia al resto del mondo. In Piemonte gli impianti di Novara Boschetto e Torino Orbassano sono due poli strategici per RFI in coerenza con la politica di trasferimento modale per una rete sempre più connessa, capillare e sostenibile».

«Apprezzo molto l’iniziativa della Regione Piemonte di includere siti piemontesi nella Zona Logistica Semplificata del porto e retroporto di Genova – ha dichiarato il commissario straordinario di Governo per la Tav Torino Lione e per il Terzo Valico Calogero Mauceri. Del resto, lo stesso territorio si presta come importante crocevia di interconnessione tra due Corridoi europei Ten-T.

I lavori per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova proseguono spediti e tutti stiamo lavorando affinché l’opera possa concludersi entro il dicembre del 2024; obiettivo condiviso sia con RFI che con il General Contractor. Sul fronte piemontese, e dunque sulla tratta italiana della Torino-Lione, nel mese di marzo inizierà la progettazione definitiva della nuova linea in variante Avigliana-Orbassano per concluderla presumibilmente entro l’anno. Con un investimento di 13 milioni di euro, si procederà a potenziare anche lo scalo merci di Orbassano, dove entro l’anno si prevede l’avvio dei lavori di ampliamento della capacità dei binari del “fascio container”».

L’elenco dei siti candidati è stato trasmesso al Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale e al Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, che lo presenteranno al Governo per l’approvazione. «Ci aspettiamo una risposta per la prossima primavera – ha dichiarato l’assessore Gabusi -. Una tempistica coerente con quella dei lavori sui due corridoi europei e potrebbe così portare ad avere le ZLS pronte per quando passeranno le merci sui nuovi collegamenti ferroviari diretti in Europa».

Confagricoltura: caro energia e siccità mettono a rischio le prossime semine

Le spese di concimazione del mais aumentano del 290%: un anno fa concimare un ettaro di mais costava 226 euro, mentre oggi se ne spendono 655. Alle stelle il costo per il riscaldamento delle serre: + 600%.

                   

L’aumento dei costi energici, in particolare per quanto riguarda carburanti e fertilizzanti, e le prospettive di una primavera particolarmente siccitosa mettono a rischio le prossime semine e le coltivazioni sotto serra. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, evidenzia una serie di dati preoccupanti: “Il gasolio, pur tenendo conto dell’accisa agevolata per il settore primario, negli ultimi 12 mesi è aumentato del 40%, passando da 65 a oltre 90 centesimi al litro, mentre il costo dei fertilizzanti è salito di circa il 300%”.

Confagricoltura Piemonte ha fatto il conto dei maggiori costi che dovranno sopportare i produttori di mais. Il granoturco, cereale fondamentale per l’alimentazione zootecnica, per le produzioni alimentari di biscotti e birra italiana e dai cui estratti si ricava la base per molte preparazioni farmaceutiche, è una coltivazione molto in diffusa in Piemonte, che copre 132.000  ettari di superficie.

In base ai calcolo dei tecnici di Confagricoltura Piemonte diretta da Ercole Zuccaro, per concimare un ettaro (10.000 metri quadrati) di mais vengono impiegati, in condizioni ordinarie, abitualmente 2 quintali di fosfato bioammonico 18:46 e 5 quintali di urea. L’anno scorso il fosfato biammonico costava 38 euro al quintale, mentre oggi costa 90 euro; l’urea era quotata 30 euro al quintale, oggi 95 euro. “Questo significa che un anno fa concimare un ettaro di mais costava 226 euro, mentre oggi – dichiara Zuccaro – se ne spendono 655, vale a dire 379 euro in più in valori assoluti e il 290% in più in termini percentuali”.

Si tratta di un costo insostenibile, che rende sconveniente le semine – spiega Enrico Allasia –  soprattutto in presenza di mercati delle commodities estremamente volatili, condizionati dalle tensioni internazionali, dalle speculazioni sui mercati a termine e da un andamento climatico che ci preoccupa”.

È estremamente preoccupante la situazione del florovivaismo e anche dell’orticoltura sotto serra. In Piemonte – chiarisce Confagricoltura – sono attive 1.485 aziende florovivaistiche che occupano circa 3.500 addetti e sviluppano un fatturato di oltre 120 milioni all’anno. Sotto i 10°di temperatura – spiegano i tecnici di Confagricoltura – le piante bloccano lo sviluppo vegetativo. Il costo del metano per il riscaldamento delle serre, nell’arco di quattro mesi, è passato da 0,21  a 1,20 euro al metro cubo. “Le aziende – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – sono state invitate a utilizzare fonti energetiche che producono un minore impatto ambientale, mentre oggi la soluzione immediata sarebbe quella di convertire i bruciatori a gasolio, tornando all’impiego di combustibili fossili: dobbiamo evitare questo cortocircuito”.

La speranza degli agricoltori è che presto possa arrivare un po’ di pioggia benefica, ma le previsioni sono tutt’altro che confortanti. “Il clima sta cambiando – sottolinea Allasia – e occorre prenderne atto . Secondo le previsioni dell’agenzia regionale di protezione ambientale stiamo andando incontro a un trimestre di siccità che i meteorologi definiscono severa su tutto il territorio regionale ed estrema nelle aree di pianura. Questo significa che dobbiamo affrontare, senza indugio, Il tema del cambiamento climatico con iniziative urgenti. Bene ha fatto il presidente della Regione Cirio a chiedere la convocazione di un osservatorio sulla crisi idrica – conclude Allasia – : è necessario sfruttare bene i fondi del PNRR per potenziare e efficientare la nostra rete irrigua, avviando al più presto la costruzione di invasi che possano raccogliere l’acqua piovana quando si verificano fenomeni estremi e rilasciarla, a servizio dell’agricoltura e dell’ambiente, nei periodi di siccità che, purtroppo, diventano sempre più frequenti”.

 

Una App per aiutare i più fragili. Innovazione tecnologica e volontariato 

Arriva anche a Torino l’App “IBO MiAiuta”, lanciata da IBO Italia ODV-ETS e MiAiuta Srl, per agevolare i volontari nell’espletamento di diversi servizi a domicilio per i cittadini non autosufficienti o temporaneamente in isolamento. Un’attività pensata per i più fragili, che aiuta a non far sentire sole le persone oltre che ad affrontare l’emergenza da Covid 19.

La piattaforma sviluppata da MiAiuta permette l’incontro tra domanda di servizi da parte di richiedenti (caregiver) e beneficiari – soggetti in situazioni di fragilità, con problemi di mobilità o di altra natura – e offerta di servizi da parte di organizzazioni, volontari ed esercizi commerciali. Un sistema estremamente facile e intuitivo, utilizzabile anche dai più anziani o di chi si prende cura di loro, per poter richiedere, in massima sicurezza, servizi a domicilio anche durante la quarantena. I servizi, che vanno da servizi a domicilio più semplici, come la consegna della spesa e dei farmaci, a servizi più innovativi  come il supporto telefonico e/o da remoto per l’attivazione dello SPID o del fascicolo elettronico. I servizi  vengono forniti con personale volontario coordinato da IBO Italia, nell’ambito del  progetto “Time to Care” promosso dal Ministero per le Politiche Giovanili e dal Ministero per le Politiche della Famiglia che mira  a non lasciare sole le persone in stato di vulnerabilità, soprattutto non autosufficienti come anziani e disabili.
MiAiuta Srl è una startup innovativa che ha sviluppato, con il supporto di Impronta Group Srl, un innovativo servizio informatico a supporto degli operatori del terzo settore. Con questo progetto MiAiuta Srl ha vinto “Startup per Milano 2020” promosso dal Comune di Milano; il bando, finanziato con il Fondo di Mutuo Soccorso, dedicato alle startup innovative capaci di contribuire alle strategie di adattamento alla crisi Covid 19.
IBO Italia ODV-ETS è un’associazione di volontariato e ONG, impegnata da oltre 60 anni, nel campo della cooperazione internazionale e del volontariato in Italia e nel Mondo, presente a Torino con un gruppo di volontari. IBO Italia coinvolge centinaia di giovani in percorsi di volontariato ed esperienze di condivisione per promuovere impegno sociale, partecipazione e responsabilità civile. Gli interventi di IBO Italia sono legati a educazione, istruzione e formazione ed hanno come finalità: la promozione del volontariato come esperienza di crescita e di inclusione sociale, la creazione di percorsi di formazione su cittadinanza attiva e globale, la diffusione di pratiche di partecipazione e sensibilizzazione nei confronti della propria comunità.

Dall’incontro tra MiAiuta e IBO Italia è nata l’App “IBO Mi Aiuta”: un’innovativa piattaforma digitale che si basa su sofisticati algoritmi di funzionamento grazie ai quali i soggetti in stato di fragilità o le persone che le assistono possono ordinare diversi servizi assistenziali senza costi aggiuntivi e i volontari possono espletare i servizi richiesti con maggiore facilità.

Tramite “IBO MiAiuta” i richiedenti possono ordinare la spesa per sé stessi o per persone a loro care (beneficiari) o richiedere altri servizi di prima necessità per poi affidarsi ai volontari, che completeranno e consegneranno la spesa e forniranno i servizi a domicilio. Il tutto nella massima sicurezza.

I servizi presenti in App sono: Spesa – Farmacia – Trasporto – Pagamento bollette – Attivazione servizi online e nello specifico SPID, Fascicolo Elettronico e ricette mediche – Assistenza telefonica e/o da remoto.

Il servizio è totalmente gratuito. Chi vorrà potrà donare un contributo su base volontaria al momento della creazione dell’ordine. Tali contributi verranno devoluti a IBO Italia ODV-ETS per sostenere le spese di coordinamento e formazione dei volontari che rendono possibile queste attività.

La fase di lancio dell’App prevede un’intensa attività di coinvolgimento e formazione rivolta ai i giovani volontari già aderenti al circuito IBO Italia e a giovani interessati al volontariato. L’App, inizialmente, sarà attiva in 15 province italiane (Ferrara, Parma, Bologna, Piacenza, Rimini, Milano, Bergamo, Torino,Treviso, Pisa, Roma, Napoli, Bari, Catania, Crotone) e coinvolgerà 78 volontari. L’obiettivo è quello di diffondere l’utilizzo dell’App su tutto il territorio nazionale e non solo e di aumentare sempre più aderenti e servizi offerti per creare sinergie positive tra persone in stato di bisogno e volontari.

L’App “IBO MiAiuta” è già presente negli store “App Store” di Apple e “Google Play Store” ed è scaricabile su tutti i dispositivi mobile.

Per saperne di più: www.iboitalia.org – www.miaiuta.com

Per ulteriori informazioni:
IBO Italia ODV-ETS
Scrivi al GRUPPO IBO TORINO : Ibotorino@iboitalia.org

CDVM’s GOT TALENT  riferimento e punto di incontro tra Aziende e Università

Ritorna in presenza l’evento principale organizzato dai giovani del CDVM – Club Dirigenti Vendite e Marketing dell’Unione Industriale di Torino, giunto alla sua sesta edizione e capace di mantenere costante il proprio rapporto con l’Università degli Studi di Torino.

In questa occasione i soci Junior del club si sono potuti cimentare nell’organizzazione di un talent in cui mondo delle aziende e universitario si incontrano.
L’evento di presentazione del progetto, svoltosi il 14 febbraio scorso alle 11.00 presso l’aula JONA della Scuola di Management ed Economia, si è svolto in presenza del Presidente del CDVM Antonio De Carolis, del Vicepresidente Bartolomeo Vassallo e del coordinatore del CDVM’s GOT TALENT Maurizio Ciulla, insieme al consigliere Luca Psacharopulo.
Al fine di dare crescita ad un prodotto brevettato dell’azienda Turati Idrofilo SpA, gli studenti del corso di Marketing Internazionale della professoressa Anna Claudia Pellicelli svilupperanno nelle prossime settimane tutta una serie di elaborati applicandosi in un progetto di business reale.
L’azienda produce in Italia, ed in particolare a Luserna San Giovanni, cotone idrofilo da oltre settanta anni. La società cura la produzione dalla materia prima al prodotto finito, con un controllo totale della qualità su tutto il processo produttivo. La gamma di prodotti confezionati offerti dall’azienda si articola in diverse linee, beauty, medicale, baby e professional.
La scorsa edizione ha visto 175 iscritti, organizzati in 53 team.
“Siamo giunti alla sesta edizione di questo ormai attesissimo contest – spiega il Presidente del CDVM Antonio De Carolis – CDVM’s GOT TALENT è una vetrina per i giovani talenti e per le aziende. Si sono avvicendate su questo palcoscenico start up di elevato potenziale e aziende di successo come la Turati Idrofilo Spa, che vogliono accrescere la loro leadership attraverso il lancio di nuove iniziative collaborando proprio con i loro prossimi clienti: i Millenials e la Generazione X”.
Il red carpet aspetta la sfilata dei vincitori quindi, come si dice in questi casi, “In bocca al lupo e Vinca il migliore!”

ADC

“Storytelling di volontariato”, storie di umanità

Volontariato e umanità emergono nel volume  a cura di Marco Bani ( Vol.To Torino) e Stefania Iacono (Cesvol Umbria)

Volontariato e umanità costituiscono un binomio inscindibile. A riprova della stretta connessione di questi due aspetti, riflesso uno dell’altro, è sicuramente il volume pubblicato nel 2019 nella collana “Incontri” dal titolo “Storytelling di volontariato”, e presentato al Salone del Libro, che racchiude testimonianze preziose raccolte da Marco Bani ( membro del Consiglio direttivo del Centro Servizi per il Volontariato di Torino Vol.To, con delega alla Comunicazione) e da Stefania Iacono ( dipendente del Centro Servizi per il Volontariato di Perugia CESVOL).
L’incontro tra queste due realtà è avvenuto per caso nel 2018 al Salone Internazionale del Libro di Torino durante la presentazione della collana “I quaderni del Volontariato” che il Cesvol Perugia già editava dal lontano 2006.
“È nata una sfida – spiega Marco Bani – rivolta a far conoscere a più persone possibili il mondo del volontariato, in quanto ancora si sa troppo poco delle mille opere che compiono persone di buona volontà quali sono i volontari.
L’aspetto fondamentale del volontariato consiste, infatti, proprio nella dedizione, nella dolcezza e nella gratuità con cui le persone dedicano il loro tempo, che diventa prezioso per i soggetti più bisognosi, ben coscienti che il dono di sé rivolto agli altri rappresenta un arricchimento per la propria vita”.
“In questo volume – aggiunge il consigliere Marco Bani – è stato chiesto ai volontari di raccontare la propria esperienza e le motivazioni che li hanno spinti a intraprendere questo cammino, le difficoltà e le gioie legate a questa esperienza umanamente molto arricchente.
Esistono alcune parole chiave che contraddistinguono l’anima del volontariato, il non rendere mai il dolore “egoistico”, fine a se stesso, chiuso dentro ognuno di noi, quanto piuttosto il considerarlo come un’esperienza da condividere, perché solo nella condivisione può essere alleggerito e diventare più comprensibile.
Amore, accoglienza, gioia, speranza e dono sono alcuni dei termini intorno ai quali ruota l’esperienza del volontariato, che può essere inteso come una missione che arricchisce umanamente i volontari e coloro che da loro sono aiutati, ma richiede nel contempo preparazione, serietà e consapevolezza dell’impegno preso”.
Sono tante le storie di volontariato che trovano spazio nella narrazione di questo volume davvero unico. Nessuna risulta più importante di un’altra, tutte sono egualmente preziose, come quella delle volontarie dell’Associazione Cuore di Maglia, rappresentate da nonne, mamme e donne che amano sferruzzare piccoli e morbidi lavori per le minuscole creature che riposano nelle culle termiche nei reparti di Terapia Intensiva neonatale; altre storie sono quelle delle volontarie del CISOM di Perugia, il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, che opera per portare soccorso alle persone in stato di necessità, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, e quelle dei volontari impegnati nella sensibilizzazione e nel sostegno ai bambini e ragazzi con disturbi specifici nell’apprendimento e alle loro famiglie.
Spesso le storie dei volontari si tramutano da dono in restituzione, come nel caso della donna ammalatasi di tumore in giovane età, che è stata invitata a entrare a far parte di un’associazione di donne che condividono insieme gioie e dolori all’interno dell’Associazione stessa, dimostrando che dalla propria precarietà e da simili momenti di difficoltà può scaturire una grande ricchezza.

Mara Martellotta