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Confagricoltura Piemonte sulla qualità dell’aria: “Faremo la nostra parte”

Ma chiediamo maggior attenzione alla sostenibilità economica degli allevamenti”

 

La Regione Piemonte sta definendo le modifiche al Piano stralcio per la qualità dell’aria, che si inseriscono nel quadro dei provvedimenti per il controllo dell’inquinamento atmosferico da mettere in atto a partire dal 2023, riguardanti tutti i comparti produttivi e i trasporti.

“A marzo del 2019– spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – il Consiglio regionale ha approvato il Piano Regionale di Qualità dell’Aria (PRQA), che prevede un orizzonte temporale di rientro nei limiti emissivi al 2030, anno in cui si intende raggiungere, attraverso l’attuazione di misure mirate alla riduzione degli inquinanti, un valore di emissione di ammonica da parte dell’agricoltura pari a circa 32.000 tonnellate all’anno”.

In base ai dati tecnici dell’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) – chiarisce Confagricoltura – la gestione dei reflui zootecnici emette circa 32.000 tonnellate annue di ammoniaca, mentre l’utilizzo di fertilizzanti circa 6.000 tonnellate annue. Per il raggiungimento degli obiettivi emissivi al 2030 la Regione ha individuato una serie di misure riferite al settore agricolo, che prevedono, tra l’altro, l’apporto di matrici organiche in sostituzione della concimazione minerale, l’adozione di tecniche agronomiche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera,  la limitazione della combustione dei residui colturali del riso in campo.

“Il Piano – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  prevede misure temporanee e strutturali che impattano pesantemente sullo svolgimento delle attività agricole, condizionando le attività produttive e gravando di ulteriori costi le imprese”.

A livello tecnico Confagricoltura ha messo a punto una serie di osservazioni e suggerimenti affinché, rispettando l’impostazione e la sostanza del provvedimento, si possa definire una normativa che salvaguardi la tutela dell’ambiente senza mettere a repentaglio la possibilità di produrre e, di conseguenza, la sostenibilità economica dell’attività agricola.

Confagricoltura sottolinea come occorra innanzitutto effettuare una riflessione di fondo sullo stato attuale del comparto zootecnico piemontese, che sta attraversando un periodo di difficoltà per motivi economici (aumento dei costi per l’alimentazione degli animali e per l’energia), sanitari (rischio di diffusione della peste suina) e di mercato (contrazione dei prezzi e forte concorrenza dei prodotti esteri). “La propensione agli investimenti e la fiducia nel futuro degli allevatori – sottolinea il responsabile dell’area ambiente di Confagricoltura Piemonte Marco Boggetti – sono piuttosto basse. Pur tenendo conto dei vincoli legislativi e normativi esistenti, imporre obblighi crescenti e onerosi dal punto di vista finanziario che richiedono la sostituzione in tempi ravvicinati, inferiori a qualsiasi periodo di ammortamento, di dispositivi e attrezzature per l’allevamento,  potrebbe causare la chiusura di numerose stalle, con un danno per l’economia piemontese nel suo complesso, o alimentare una certa propensione alla trascuratezza delle prescrizioni e degli impegni formali, che produrrebbero il mancato raggiungimento degli obiettivi del Piano e un danno per l’ambiente”.

Per Confagricoltura è perciò necessario favorire un percorso di adeguamento aderente alla realtà del comparto zootecnico e strettamente integrato tra l’introduzione di nuove tecniche, attrezzature e modifiche strutturali e le corrispondenti misure di sostegno e accompagnamento alle aziende.

“Siamo consapevoli dell’indifferibilità delle azioni da mettere in atto e disponibili come mondo agricolo a fornire il nostro contributo per il miglioramento della qualità dell’aria – conclude Enrico Allasia – e per questo invitiamo la Regione Piemonte a impegnarsi per contenere gli oneri e le limitazioni a carico dell’agricoltura, coordinando gli interventi con le altre regioni del bacino padano, anche al fine di omogeneizzare gli interventi da adottare”.

 

 

Giorgetto Giugiaro e la Italdesign: la loro storia

L’AUTOMOTIVE A TORINO / 5


Giorgetto Giugiaro è considerato uno dei più importanti designer di automobili del Novecento e nasce in una famiglia di artisti: il bisnonno Paolo, il nonno Luigi e il padre Mario sono pittori, affrescatori di chiese, palazzi e musicisti.

Gli anni giovanili sono formativi sia in campo figurativo che creativo e a 14 anni si trasferisce a Torino per seguire i corsi di Belle Arti alternati a studi di progettazione tecnica. A 17 anni entra, chiamato da Dante Giacosa nel Centro Stile Fiat come apprendista designer e nel 1959 Nuccio Bertone affida al designer la responsabilità di gestire il Centro Stile della sua omonima carrozzeria. Dopo cinque anni dirige il Centro Stile e Progetti della Ghia e nel 1968 con Aldo Mantovani fonda a Torino la Italdesign, una società indipendente concepita con una formula innovativa per offrire ai costruttori mondiali i servizi di creatività, engineering e di avviamento alla produzione. Giorgetto Giugiaro ha progettato, con questo marchio, oltre 200 modelli entrati in produzione per un totale di circa 50 milioni di auto circolanti. Portano la sua firma le vetture Volkswagen degli anni ‘70 – Golf, Scirocco e Passat -, del gruppo FIAT ha creato la Lancia Delta, Thema, Prisma e le Fiat Panda, Uno, Croma, Punto. Seguono le Maserati Coupé e Spyder, la nuova Croma, la Grande Punto, la Fiat Sedici, la più recente famiglia di modelli dell’Alfa Romeo e la mitica DeLorean DMC-12 – quella del film “Ritorno al Futuro”. Nel 1972 fonda un’unità di disegno industriale, strutturata sotto il marchio Giugiaro Design, per realizzare progetti destinati ai più disparati settori del transport, dei beni durevoli e di consumo (come veicoli industriali e commerciali, trattori e macchine agricole, treni, imbarcazioni, moto, biciclette, elettrodomestici etc). Nel 2010 Italdesign Giugiaro entra a far parte di Volkswagen Group come centro italiano di stile e ingegneria che dà lavoro a quasi mille maestranze; nel 2015 cede le sue ultime quote in azienda e, alla fine dello stesso anno, fonda con il figlio Fabrizio Giugiaro GFG Style, che oggi prova a ridefinire i concetti della mobilità contemporanea attraverso design sbalorditivi, come la Bandini Dora Barchetta, sportiva a due posti con motore elettrico dedicata al marchio forlivese di Ilario Bandini.

Giulia De Sanctis

Logistica: formazione nuovi autisti, in corso il progetto ‘Randstad for driving’

L’iniziativa vede insieme Confartigianato Imprese e Trasporti Piemonte Orientale’, Confindustria NVV, Consorzio CAMP Novara, Unasca, ‘Marazzato’ e ‘Geodis’

La pandemia ha reso più complessa la ricerca di autisti, mettendo a dura prova un settore strategico e fondamentale quale quello della logistica.

La progressiva diminuzione del personale qualificato non è passato inosservato agli occhi di alcuni players istituzionali e privati leader di settore, che per fronteggiare al meglio anche questo aspetto legato all’emergenza sanitaria in corso hanno deciso di stringersi metaforicamente la mano. Di unire così forze e rispettivi know-how dando vita a un progetto condiviso teso a erogare sul territorio la formazione necessaria con cui creare da zero nuove risorse umane deputate allo scopo.

Nasce così il progetto ‘Randstad for driving’ dalla sintesi virtuosa della nota società internazionale di recruitment insieme a Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, Confartigianato Trasporti, Consorzio CAMP Novara, Confindustria NVV e Unasca (Unione Nazionale Autoscuole): un’accademia di fatto per favorire, negli interessati, il corretto conseguimento delle patenti superiori e delle relative abilitazioni necessarie per operare con e sugli automezzi pesanti dedicati al trasporto merci.

Con loro anche due aziende partners, che hanno scelto in prima persona, con entusiasmo e altrettanto vigore operativo, di sposare da subito l’iniziativa: il ‘Gruppo Marazzato’, che nel 2022 celebra i primi settant’anni di attività, e ‘Geodis’, leader nel settore dei trasporti.

Due solide realtà d’impresa nate entrambe a bordo di un camion (oggi ‘Marazzato’ si è evoluto sino a diventare leader italiano nelle soluzioni ambientali) che hanno scommesso su questa sfida, scegliendo di investire nel valore prezioso della formazione quale punto d’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.

‘Randstad for driving’ ha reclutato i candidati a fine 2021, individuandoli tra persone di almeno 21 anni di età con possesso della patente B e condizione di disoccupazione o impiego con contratto di somministrazione. Le iscrizioni, chiuse il 17 novembre 2021, hanno portato alla formazione di una classe che ha preso il via il 23 del medesimo mese, presso l’Autoscuola partner ‘C.A.M.P’ di Novara.

Le 200 ore di lezione previste dal corso porteranno al conseguimento delle patenti C, E e CQC e faciliteranno quindi l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Il corso è gratuito per gli utenti, grazie al fondo ‘Forma.temp’, fondo dedicato al finanziamento di percorsi formativi per disoccupati o lavoratori in somministrazione.

Siamo grati per la partecipazione a questo progetto, che si qualifica come attività di sostegno al territorio al fianco di enti prestigiosi e di tutto rispetto”, chiosano all’unisono i Fratelli Alberto, Luca e Davide vertici del ‘Gruppo Marazzato’. “Un altro tassello in più che si unisce al supporto fornito durante il biennio pandemico sul piano economico e sociale in vista della creazione di nuova occupazione e del mantenimento e sviluppo di filiere industriali determinanti per il prodotto interno lordo locale”.

Vetrine Consapevoli e un concorso fotografico a premi per il mese dell’endometriosi

L’A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi a marzo 2022
coinvolge i gestori dei negozi di tutta Italia nel colorare di rosa le vetrine e partecipare al concorso interattivo. Un aiuto concreto per aiutare le persone ad avere consapevolezza sulla malattia.
Vetrine colorate di rosa e giallo e un concorso fotografico dall’8 al 31 marzo 2022 per il mese della consapevolezza sull’endometriosi, malattia cronica che colpisce in Italia il 10% della popolazione femminile in età fertile. L’A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi, realtà nazionale che unisce pazienti di tutto lo stivale e che opera da oltre 15 anni sul territorio nella consapevolezza che l’informazione sia l’unica prevenzione ad oggi possibile, lancia, dopo il successo degli anni passati, l’iniziativa Vetrine Consapevoli, arricchendola con un concorso interattivo a premi.
Lo scopo è quello di sostenere la divulgazione tramite materiale illustrativo sui temi dell’endometriosi dedicato all’allestimento delle vetrine dei negozi che sceglieranno di aderire. I commercianti potranno richiedere il kit dell’A.P.E. corredato dalle linee guida per l’allestimento della vetrina. Una volta allestita con i materiali forniti dall’Associazione dovranno poi fotografarla e caricare le immagini sul sito dedicato a Vetrine Consapevoli, seguendo le indicazioni nella home del sito www.apendometriosi.it Gli utenti voteranno sul web le vetrine più belle e le 3 che otterranno il maggior numero di voti riceveranno dei premi. Tanti premi saranno messi a disposizione, attraverso un’estrazione finale, anche per chi partecipa alla votazione. Un modo coinvolgente per attrarre l’attenzione su una malattia ancora molto difficile da diagnosticare, per la quale l’informazione risulta fondamentale per fare prevenzione e migliorare il percorso di cura. Un aiuto concreto per le donne che ne soffrono, oltre 3 milioni solo in Italia, ma anche per i familiari, le amiche. Molti e molte non credono alle donne che manifestano i sintomi di endometriosi. Per questo accendere un faro sulla consapevolezza di tutti, colorando le vetrine che possono attirare l’attenzione di un gran numero di persone, può essere davvero un’azione importante. «Tantissimi negozianti di tutta Italia ci sostengono da anni in occasione del mese della consapevolezza, allestendo le vetrine o semplicemente tenendo a disposizione in negozio materiale informativo – spiega Jessica Fiorini, Vicepresidente dell’A.P.E. -. Quest’anno abbiamo deciso di coinvolgerli maggiormente attraverso un concorso fotografico con il quale speriamo di attirare l’attenzione, e di conseguenza diffondere informazione e consapevolezza, in un numero ancora maggiore di persone».Per partecipare e richiedere gratuitamente il materiale informativo e di allestimento di A.P.E. – Associazione Progetto Endometriosi per la propria vetrina, si può scrivere a: spedizioni@apendometriosi.it I titolari dei negozi che non partecipano al concorso possono comunque richiedere materiale informativo da distribuire, specificandolo nell’email di richiesta.

Cos’è l’endometriosi? L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce in Italia circa il 10% della popolazione femminile in età fertile, anche se i dati sono estremamente parziali e probabilmente sottostimati. I sintomi più diffusi sono: forti dolori mestruali ed in concomitanza dell’ovulazione, cistiti ricorrenti, irregolarità intestinale, pesantezza al basso ventre, dolori ai rapporti sessuali, infertilità nel 35% dei casi. Per una malattia di cui non si conoscono ancora le cause, per la quale non esistono cure definitive né percorsi medici di prevenzione, per limitare i danni che l’endometriosi provoca, è fondamentale fare informazione per creare consapevolezza!
L’A.P.E. è una realtà nazionale che da oltre 15 anni informa sull’endometriosi, nella consapevolezza che l’informazione sia l’unica prevenzione ad oggi possibile.
Sul sito dell’APEwww.apendometriosi.it – ci sono tutte le informazioni utili e i progetti, per aiutare concretamente le donne affette da endometriosi e per entrare a far parte della rete nazionale.
Per informazioni: A.P.E. – Associazione Progetto Endometriosi

Bonus mobilità, a chi spetta e come richiederlo

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Sono pronte le regole per fruire del nuovo bonus mobilità sostenibile, il credito d’imposta fino a 750 euro per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, e-bike. Lo sconto fiscale riguarda anche gli abbonamenti al servizio pubblico oppure ai servizi di car sharing.

Diversamente dal bonus bici dello scorso anno, il nuovo bonus mobilità non è più uno sconto diretto nell’acquisto di un mezzo green, ma una riduzione da portare nella dichiarazione dei redditi non successiva al periodo d’imposta 2022. 

Sarà quindi un rimborso retroattivo, perché valido solamente per coloro che hanno comprato una e-bike o un monopattino nel periodo compreso tra il 31 agosto 2020 e il 31 dicembre 2020.

Il bonus consiste in un credito d’imposta nella misura massima di 750 euro, riconosciuto a chi ha sostenuto spese per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, e-bike, abbonamenti al trasporto pubblico, servizi di mobilità elettrica in condivisione (sharing) o sostenibile nel periodo compreso tra il primo agosto 2020 e il 31 dicembre 2020.

L’agevolazione ha un limite complessivo di spesa di 5 milioni di euro. L’accesso allo sconto potrà avvenire solo nel caso in cui sia stata effettuata la rottamazione contestuale di un veicolo di categoria M1 (automobili), intestato da almeno 12 mesi allo stesso soggetto intestatario del nuovo mezzo oppure a uno dei familiari con esso conviventi. La validità dell’agevolazione è inoltre estesa anche all’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico e di servizi di mobilità elettrica in condivisione (car e bike-sharing).

Per fruire del bonus mobilità occorrerà comunicare alle Entrate, dal 13 aprile al 13 maggio 2022, l’ammontare delle spese sostenute e il credito d’imposta richiesto inviando il modello approvato utilizzando il servizio web disponibile nell’area riservata del sito o i canali telematici dell’Agenzia.

Nel modello bisognerà indicare le spese sostenute e il credito d’imposta richiesto, che potrà essere erogato al 100% solo se le richieste saranno inferiori ai 5 milioni di euro stanziati dal Governo.

In caso contrario, sarà resa nota la percentuale spettante a ciascun soggetto richiedente.

Giachino: “Salviamo il settore auto”

Per valutare il peso del l’importante documento Federmeccanica sindacati metalmeccanici dobbiamo partire dal dato che nella Finanziaria non vi era una lira per il settore Auto perché chi aveva parlato col Ministro della Economia non lo aveva convinto. Di lì nasce la mia proposta di dar vita a un Tavolo nazionale con gli Oltre 300 parlamentari delle 7 regioni dove vi sono stabilimenti Auto. Una proposta accolta da diversi gruppi e da Airaudo. Da quel lla proposta nasce a metà gennaio la Mozione di Molinari capigruppo della lega. Poi Giorgetti sfonda col Governo e ci si trova al Decreto della scorsa  settimana che stanzia i primi 800 milioni. La scorsa settimana il Governo incontra a Palazzo Chigi Federmeccanica e sindacati. Oggi il documento Federmeccanica sindacati.  La prossima settimana sarà discussa a Montecitorio la Mozione Molinari che potrà recepire le novità di questi giorni e sulla quale il Governo si dovrà assumere impegni.

Sono fiero di aver dato il via alla battaglia per difendere il settore Auto con la stessa passione con cui abbiamo difeso la TAV. La TAV ci darà il futuro ma l’auto ci garantisce l’oggi.
Mino Giachino 
SILAVORO SIAUTO

Senza dimora, non senza storia

Dal 23 febbraio un ciclo di incontri per raccontare le persone senza dimora attraverso l’arte

Partirà il 23 febbraio alle 18:30 dalla “Fabbrica delle e” in corso Trapani 91/b a Torino e on line il
ciclo di incontri “Senza dimora, non senza storia” organizzato dall’Associazione Avvocato di Strada
Odv con il contributo della Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza ONLUS.
Gli appuntamenti, si inseriscono tra gli eventi “Extra” del Homeless More Rights, il Festival dei
diritti delle persone senza dimora a cui nell’ottobre 2021 a Bologna hanno partecipato oltre 800
persone, 25 relatori e 6 moderatori e che vedrà la sua seconda edizione a ottobre 2022
(https://homelessmorerights.it/).

Quattro gli incontri torinesi che avranno come filo condutture le vite e le storie delle persone
senza dimora e come queste vengono raccontate attraverso diverse forme di arte e
comunicazione: fotografia, arti grafiche, letteratura, cinema e giornalismo.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare la società, le istituzioni e la politica sull’accesso ai diritti per le
persone che vivono in povertà e in condizioni di fragilità, questa volta mettendo in luce come il
fatto di vivere in un contesto di disagio, non significhi non avere dignità, una storia da raccontare,
qualcosa a cui si tiene.

Relatori, personalità che nel panorama della cultura nazionale e torinese si sono contraddistinte
nelle diverse forme comunicative e che si sono trovate ad affrontare temi importanti come quello
legato alla vita delle persone senza dimora.

Date, tema e relatiori degli incontri:
Incontro 1 | 23 febbraio h. 18:30
“La dignità dentro l’immagine – La vita senza dimora attraverso fotografia e arti grafiche”
con Raffaele Palma e Paolo Siccardi
Incontro 2 | 30 marzo h 18:30
“Tra le righe – Come la letteratura può indagare l’animo di chi ha perso tutto”.
con Antonella Frontani e Enrico Pandiani
Incontro 3| 27 aprile h 18:30
“Dritto al cuore. Il cinema come strumento di sensibilizzazione sociale”.
con Davide Ferrario e Stefano Rogliatti
Incontro 4 | 25 maggio h 18:30 – 19:30
“Il racconto delle difficoltà. Informare senza cadere nella strumentalizzazione”
con Marco Castelnuovo e Matteo

Confagricoltura: le prospettive di sanzioni alla Russia mettono a rischio il mercato dell’Asti spumante

“Siamo fortemente preoccupati. La crisi ucraina, i venti di guerra e le prospettive, sempre più ravvicinate, di sanzioni commerciali alla Russia preoccupano fortemente gli agricoltori piemontesi”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, evidenzia l’apprensione del mondo agricolo, sottolineando come l’aumento dei costi energetici, il rincaro dei cereali per l’alimentazione del bestiame e soprattutto il timore di una riduzione delle esportazioni di vino rappresentino uno scenario estremamente pericoloso per la nostra regione.

Nel 2020, sulla base dei dati elaborati da Confagricoltura, l’Italia ha esportato in Russia vini per un valore di 297 milioni di euro, di cui 179, 8 milioni di prodotto imbottigliato.

La Russia è uno dei principali mercati per gli spumanti italiani – afferma Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte –  e, tra i prodotti piemontesi, per l’Asti spumante”. L’export di vino spumante italiano in Russia rappresenta un valore di 116 milioni di euro.

La Russia, con un import di oltre 12 milioni di bottiglie di Asti spumante, rappresenta all’incirca un quarto del mercato delle bollicine docg ottenute dai 9.000 ettari di vigneti coltivati nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo.

Confidiamo nel lavoro delle diplomazie – dichiara Enrico Allasia – per prevenire la tragedia umanitaria, che è l’aspetto che ci preoccupa maggiormente,  e anche per evitare di mettere in crisi il nostro sistema produttivo”.

 

 

Tutto sui germogli di bambù a “Parlaconme”

Nella puntata di mercoledì 23 febbraio su Radiovidanetwork

“Germogli di bambù: il cibo del futuro” è il titolo della puntata di mercoledì 23 febbraio prossimo alle 18 di PARLACONME, la trasmissione sulla Radio web Radiovidanetwork condotta da Simona Riccio, founder e Social Media Manager del CAAT.

Protagonista della trasmissione è il brand Italboo, ancora poco conosciuto in Italia, che tratta una gamma di prodotti piuttosto di nicchia, ma interessanti come sono i germogli di bambù. Questa azienda italiana si trova in provincia di Bergamo e si occupa di coltivazione e commercializzazione dei germogli, farina e foglie di bambù biologico per svariati utilizzi in campo alimentare, con la finalità di distribuire sul mercato tutti i prodotti derivanti da queste colture.
Protagonista della puntata sarà Carmen Ferri, founder di Italboo insieme ad Alfonso Gregorio e alla figlia Marianna Ziliati, chef, da sempre appassionata di fiori, piante e cibo, con una profonda conoscenza del bambù.
Primo elemento che viene in mente parlando del bambù è la Cina, accanto al legame con la cucina orientale; il secondo elemento che emerge è il cucciolo di Panda che abbraccia le piante di bambù per mangiarne le foglie.
Italboo è un’azienda italiana al cento per cento, gestita da Carmen Ferri e Alfonso Gregorio, coltiva arbusti in Italia e produce prodotti interamente italiani, sia tradizionali, sia biologici. All’interno delle loro coltivazioni si possono trovare varie tipologie di bambù, dalle quali si ricavano germogli o foglie a seconda della varietà. Nel corso della puntata Simona Riccio parlerà di questa coltivazione con Carmen Ferri e Marianna Ziliati, che da più di vent’anni si occupa di prodotti biologici, di rispetto per l’ambiente, creatività, innovazione, con una profonda attenzione nei confronti del fattore umano, tutte caratteristiche che identificano Italboo nel settore della green economy.
“L’idea nasce dall’unione di due aziende agricole – spiega Carmen Ferri – con l’obiettivo di creare un prodotto innovativo, totalmente Made in Italy, con sede a Bergamo, capace di coinvolgere anche le aziende del territorio che lavorano con ragazzi in difficoltà. Italboo commercializza cannucce di bambù naturale Bio in collaborazione con Coop Totem, che si occupa della lavorazione e del confezionamento del prodotto”.
L’esperienza professionale di Marianna, a partire da una maturità in ambito umanistico e alcuni anni di studi nel settore alimentare presso la scuola Alma fondata da Gualtiero Marchesi, prosegue in prestigiosi ristoranti stellati, con un’attenzione costante rivolta al prodotto che stava sempre più prendendo piede in campo alimentare, il bambù. Nel 2014, insieme a mamma Carmen e alla sorella Cinzia, ha dato avvio all’esperienza in coltivazione, produzione e lavorazione di alimenti a base di bambù commestibile. Da quel momento sono nate numerose ricette sperimentate con il germoglio e le foglie, dai formaggi ai panificati, dagli antipasti ai secondi , fino ai dolci realizzati con varie tipologie di bambù.
Da queste esperienze è poi nato un libro dal titolo “Bambu’. Curiosità e ricette sul cibo del futuro”, che si trova in vendita all’interno del sito e commerce di Italboo www.italboo.it
La trasmissione viene trasmessa in diretta web radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Net.
Dal giorno dopo è possibile seguire la puntata senza interruzioni sul sito www.parlaconmeofficial.it

 

Mara Martellotta

Giochi pericolosi

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

La situazione tra Russia e Ucraina rimane molto tesa e ha (in parte) scalzato il Covid dalle prime pagine dei giornali.

Il gioco delle parti (Russia, Ucraina, NATO) mantiene reale il rischio che il tutto possa degenerare in una guerra dalle conseguenze difficilmente prevedibili (le sanzioni potrebbero farne la parte del leone ma gli scontri, specie nelle aree sotto il controllo dei ribelli filo-russi, non sono da sottovalutare).

Rimane l’impressione che la Russia punti ad ottenere il massimo risultato con uno sforzo limitato (senza arrivare, cioè, all’esplosione di un conflitto aperto).

La strategia adottata da Putin mira al riconoscimento della sfera di influenza russa su alcuni Paesi dell’ex Unione Sovietica e l’Ucraina, con il suo “pericoloso” avvicinamento alla NATO, ne è l’esempio paradigmatico.

Su questo punto, peraltro, si è espresso recentemente il presidente francese Macron che ha dichiarato, durante l’incontro con l’omologo russo, che “non c’è sicurezza per gli europei se non c’è sicurezza per la Russia”.

D’altro canto Kiev aveva annunciato pubblicamente il proprio interesse ad aderire alla NATO già nel 2002 ed aveva poi richiesto, senza ricevere alcuna risposta, un piano d’azione per l’adesione nel 2008.

Alla Russia non basta però la forza dei fatti e richiede un riconoscimento formale (che molto, molto difficilmente arriverà) che le ex repubbliche sovietiche non faranno mai parte della NATO.

Quello che, più pragmaticamente, Mosca sta ottenendo è rendere chiara a tutti la sua intenzione a tornare a contare sullo scacchiere internazionale e di guadagnare così il ruolo di terzo incomodo al consolidato bipolarismo Sino-statunitense.

Arrivare sino all’orlo del precipizio (la guerra) sta inoltre consentendo alla terra degli zar di riscuotere un fortissimo dividendo grazie alla salita dei prezzi delle materie prime (gas naturale e petrolio in testa).

Basti pensare che il valore delle esportazioni di combustibili ed energia (il 54% del totale complessivo) è cresciuto nel 2021 di più del 50% mentre quello dei metalli (l’11% dell’export) è quasi raddoppiato.

Il rischio, e non solo per la Russia, è che il gioco sia diventato troppo rischioso, con la richiesta di riconoscere l’indipendenza del Donbass già occupato dal 2014 dai ribelli filorussi, e che la corda, a furia di tirarla, possa spezzarsi e, essendo vicini al bordo del burrone, si possa precipitare rovinosamente nel mezzo di una guerra.

Un accordo in extremis sembrerebbe il finale annunciato; esso porterebbe, infatti, benefici effetti per tutte le parti in causa (con limitati danni collaterali per la Russia che finora ha raccolto i frutti dell’aumento dei prezzi delle materie prime).

La riappacificazione porterebbe con sé quasi certamente una discesa dei prezzi delle materie prime energetiche (e non solo) e questo contribuirebbe a raffreddare i preoccupanti aumenti dell’inflazione che stanno minacciando da qualche mese la continuazione della ripresa economica.

La guerra che stanno combattendo le banche centrali è proprio quella contro l’innalzamento dei prezzi al consumo, prima dovuto ai colli di bottiglia della ripartenza dell’economia e poi esasperato dall’effetto sulle risorse energetiche e sulle bollette delle tensioni russo-ucraine.

L’inflazione, come ricordava Luigi Einaudi, è la più iniqua delle tasse in quanto colpisce in maniera maggiore i più poveri ovvero coloro che spendono in consumi (sempre più costosi…) la maggior parte del loro reddito.

In questo modo il carovita riduce il potere di acquisto dei salari e rallenta anche la crescita economica così ben avviata nel 2021.

Un bel gioco dovrebbe durare poco…ed essere giocato con intelligenza per evitare che a perdere siano tutti i partecipanti.

Sperando di non doverci ritrovare a dare troppo ragione a quanto scriveva Bertrand Russel: “Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”.

Per quanto mi riguarda di una sola sono sicuro: di avere tantissimi dubbi…