Dall Italia e dal Mondo- Pagina 76

La storia di una città non si affronta con le censure postume

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Il Sindaco-magistrato  di Napoli Luigi de Magistris  intende eliminare dalla  toponomastica partenopea il nome di Vittorio Emanuele III. E’ una scelta sicuramente dettata o almeno indotta dal ritorno della sua salma in Italia e dalle proteste suscitate dal  suo ritorno. Abbiamo più volte evidenziato il modo improvvisato e dilettantantesco di una traslazione non adeguatamente preparata. Il sindaco di Napoli aveva già avanzato la sua proposta prima delle polemiche di dicembre e gennaio,ma sicuramente le polemiche incandescenti suscitate e il processo al re imbastito a Roma ha ulteriormente rafforzato l’idea del sindaco  di Napoli.
L’aver concentrato tutto l’interesse sulle leggi razziali,definite recentemente razziste,ha impedito una riflessione storica di più ampio respiro. Le leggi razziali del fascismo vanno senza incertezze condannate perché in profondo,inequivocabile contrasto con i diritti fondamentali e irrinunciabili dell’uomo a cui,tra l’altro,era ispirato lo stesso Statuto di Carlo Alberto che garantiva parità di diritti agli ebrei che si integrarono pienamente nel regno di Sardegna prima e in quello d’Italia dopo.Gli stessi ebrei furono partecipi attivi del Risorgimento e della Grande Guerra  e molti di loro furono fascisti.Questa e’ la storia che le leggi razziali tentarono di cancellare.Le responsabilità del re Vittorio Emanuele sono un dato oggettivo che non si può disconoscere.Non vale  a questo proposito il discorso sciocco del vero promotore del ritorno della salma del re in Italia il quale sostiene che un re costituzionale avrebbe dovuto firmare leggi votate dal Parlamento perché nel 1938 in Italia non esisteva più un libero Parlamento.

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Ma scaricare sul solo sovrano la responsabilità di quelle leggi appare ingiusto sia perché finisce di ridurre le responsabilità stesse di Mussolini e del fascismo, sia perché ,ad esempio, nel Senato del Regno i senatori nominati durante l’età giolittiana non si opposero alle leggi razziali ,limitandosi a disertare i lavori del Senato. Le responsabilità di quelle leggi barbare sono di molti e non solo del re ,come sembrerebbe leggendo le polemiche che lo hanno riguardato e che mancano del necessario distacco storico. Quel re fu anche il re del suffragio universale, delle conquiste sociali e della legislazione sul lavoro nel quindicennio giolittiano. Non riconoscerlo appare storicamente sbagliato e profondamente ingiusto. Le recenti polemiche sul re hanno condotto ad un rinnovato interesse dell’opinione pubblica sul sovrano del tutto superficiale se e ‘ vero ,come e’ capitato  di ascoltare a chi scrive, che c’è stato chi ,visitatore occasionale del Museo centrale del Risorgimento al Vittoriano di Roma, si è detto sorpreso di vedere un busto del re nella sezione dedicata alla Grande Guerra .Quel signore ignorava il ruolo del re nella IV Guerra per l’indipendenza che concluse  il Risorgimento, condizionato dal fatto che di oltre 45 anni di regno si sia parlato solo delle leggi razziali che, certo, ripeto, vanno condannate senza se e senza ma. Il sindaco di Napoli non considera il fatto che l’intitolazione al terzo re di una via di Napoli non è un fatto casuale, ma da inserire nella storia della città . Non si possono, dimenticare tre fatti inoppugnabili : quel re era nato a Napoli   e  fu il primo principe di Napoli , i napoletani votarono al referendum del 2 giugno 1946 al 79,99% per la monarchia, ci fu un decennio tra gli anni 50 e 60  del secolo scorso in cui a governare la città’  fu un partito dichiaratamente monarchico . Poi il giudizio politico  su come governò e’ un altro discorso e  il giudizio storico sul sindaco Achille Lauro , per tanti versi anticipatore del partito personale della seconda repubblica, difficilmente potrebbe essere  anche solo parzialmente positivo. Ma il dato di fatto non discutibile e’ che i napoletani sono stati monarchici nella loro stragrande maggioranza . La storia di una città non si affronta con le censure postume.

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Totò ,ad esempio, che fu  fieramente nostalgico del re ,sicuramente non apprezzerebbe la scelta del sindaco de Magistris  che forse ignora che nel giugno 1946 subito , dopo il referendum istituzionale, tra gli undici morti in via Medina durante una manifestazione monarchica  ci fu anche la diciannovenne Ida Cavalieri che manifestava avvolta nel tricolore e che fu travolta barbaramente da un’ autoblindo della Celere. La Cavalieri era ebrea e monarchica. Così accadeva a Napoli che si liberò dai tedeschi già nel settembre 1943  durante le quattro giornate e che non conobbe quindi gli orrori della dominazione tedesca e repubblichina di Roma e del Nord Italia . Quegli undici caduti monarchici indussero sicuramente il re Umberto II ad affrettare la sua partenza da Roma per risparmiare all’Italia una seconda, sanguinosa guerra civile .Il referendum non fu una prova di democrazia e la Repubblica nacque nel peggiore dei modi possibili con un paese diviso a me. Il re Umberto II disse che le monarchie non potevano reggersi su esili maggioranze e ne trasse le conclusioni storiche,malgrado le ombre sul voto referendario. Non senza ragione ci fu chi, parlò di brogli e di irregolarità .Forse ce ne furono da ambedue le parti, ma è fuor di dubbio che al Nord la propaganda monarchica sia stata spesso impedita .Il clima avvelenato dalla guerra civile impedì un confronto secondo le regole della democrazia .A Napoli le cose andarono diversamente e quindi una via dedicata al re Vittorio ebbe una ragion d’essere perché i sentimenti della maggioranza dei napoletani era per la monarchia . Non riconoscerlo significa violentare la storia di Napoli. Nessun  sindaco comunista, da Valenti  a Bassolino, ebbe l’idea di cancellare quel nome. Sarebbe assai più opportuno che de Magistris si occupasse dei problemi di Napoli che, dopo otto anni di sindacatura, si sono aggravati. Napoli e’ una città abbandonata a se’ stessa e al degrado. Il disordine e la sporcizia regnano sovrane, forse persino più che a Roma. Lavorare per la città sarebbe il compito del suo sindaco che dovrebbe lasciare la storia agli storici. Magari potrebbe farsi promotore di una targa in via Benedetto Croce 12 sul palazzo Filomarino dove insegno ‘ Gian Battista Vico e visse Benedetto Croce, potrebbe onorare degnamente il centenario della nascita di Alda Croce che si è battuta per la tutela del centro storico di Napoli. Il sindaco de Magistris non può ignorare che proprio sul municipio di Napoli c’è una lapide che riporta le parole  di Vittorio Emanuele III tratte dal proclama del 24 maggio 1915  poste a fianco del bollettino della Vittoria di Armando Diaz del 4 novembre 1918.Proprio nel centenario della fine della Grande Guerra cancellare il nome del re soldato dalla toponomastica appare un gesto giacobino che offende la storia di Napoli.

Esce il nuovo numero della rivista “Il dialogo-al hiwar”

“Noi amiamo la morte , voi amate la vita”. La famosa frase di Bin Laden rilasciata in un’intervista al giornalista Peter Arnett nel lontano 1997 ci ricorda che il jihad non è un fenomeno nuovo nell’islam ma nuovo è il legame tra jihadismo, suicidio e gioventù violenta. Un ampio Focus su jihadismo tra terrorismo, ricerca della morte e islamizzazione della radicalità apre il nuovo numero della rivista “Il dialogo-al hiwar” del Centro torinese Federico Peirone. Tra gli altri argomenti trattati, i cristiani e i mistici sufi nel mirino degli integralisti islamici in Egitto mentre si avvicinano le elezioni, un’intervista al Patriarca copto-cattolico dopo la visita di Papa Francesco, la regione del Sahel, a sud del Sahara, diventata un luogo di rifugio dell’estremismo religioso e politico. E ancora, il nuovo rapporto sulla libertà religiosa nel mondo dell’Acs, come si vive a Damasco dopo la guerra tra attentati e razzi ribelli provenienti dai sobborghi della capitale, otto secoli di presenza francescana in Terra Santa e l’esperienza di suor Angela Pozzoli che a Torino dirige i centri di accoglienza per donne straniere, tra cui molte musulmane, che arrivano da Paesi poveri o in guerra. Sono questi alcuni dei temi sviluppati nella rivista “Il dialogo-al hiwar” del Centro Federico Peirone di studi sui Paesi arabo-islamici, una sorta di Istitut du Monde Arabe parigino all’ombra della Mole, scritta da islamologi e specialisti del settore. Per ricevere la rivista e per informazioni su abbonamenti ci si può rivolgere al Centro Peirone, via dei Mercanti 10, Torino, telefono 011- 5612261

f.r.

 

Attraversa la statale e muore sul colpo travolto da un camion

DALLA SARDEGNA

Dopo aver parcheggiato l’auto è sceso dal veicolo per attraversare la statale 131 a piedi ed  è stato travolto da un camion morto sul colpo. L’automobilista, di cui non si conosce ancora l’identità,  è morto sul colpo. L’incidente  è avvenuto sulla statale che collega Cagliari a Sassari, in territorio di Oristano, al km 118.900.  Sul posto sono intervenute  le forze dell’ordine.

(foto: archivio)

Contromano in autostrada: due morti, uno nel giorno del compleanno

DALLA CAMPANIA

Sono due gli uomini  morti in un incidente stradale sulla corsia nord dell’A/2, l’autostrada del Mediterraneo,  tra gli svincoli di Pontecagnano Nord e San Mango Piemonte, in direzione nord. Le vittime un 25 enne di Salerno che oggi avrebbe celebrato il compleanno e un 68enne di Battipaglia. Le  due auto si sarebbero scontrate frontalmente: uno dei veicoli era quindi contromano. Sul posto si sono recati gli agenti della Polstrada e i vigili del fuoco.

 

All’ospedale un 45enne tenta di violentare donna di 84 anni

DALLA LOMBARDIA

E’ entrato di nascosto nella notte in una camera del reparto di degenza del Policlinico San Matteo di Pavia e ha cercato di avere un rapporto sessuale con una donna di 84 anni,  che era ricoverata nella stanza. Le  urla della donna hanno allertato gli  infermieri e i carabinieri di turno, che hanno fermato il molestatore, un italiano  di 45 anni, arrestato con l’imputazione di tentata violenza sessuale.

Risse nei supermercati francesi per la Nutella scontata del 70%

DALLA FRANCIA

L’annuncio di uno sconto del 70% del barattolo di Nutella Ferrero da parte di una nota catena di supermercati francesi ha scatenato scene isteriche e vere e proprie risse fra i clienti che cercavano di accaparrarsi il maggior numero di vasetti prodotti dall’azienda dolciaria piemontese. In rete circolano i video  con grida, corse fra gli scaffali e  tafferugli.  La promozione propone oltre un milione di barattoli da 950 grammi a 1,41 euro anziché a  4,70. 

“Non mi faccio visitare da un negro”

DALLA LOMBARDIA

Una paziente che si era presentata nell’ambulatorio della guardia medica di Cantù, alla vista di un medico di colore ha detto: “Non mi faccio visitare da un negro” , e se n’è andata. Lui è il dottor Andi Nganso, di 30 anni, originario del Camerun e da 12 anni in Italia. Il medico ha postato su Facebook: “Ti ringrazio. Ho un quarto d’ora per bere un caffè”.

Ragazzo sale sul treno in corsa ma cade e muore a 16 anni

DALLA CAMPANIA

E’ rimasto vittima di un incidente Ciro Ascione, il ragazzo di 16 anni, di Arzano nel Napoletano, scomparso alcuni  giorni fa e trovato senza vita  ieri pomeriggio vicino ai binari della ferrovia Napoli-Caserta, vicino alla stazione di Casoria. In base alle immagini di alcuni video acquisiti dalla polizia giudiziaria si ritiene che il giovane non sia riuscito a salire sul convoglio e per non  perdere il treno e si sia appoggiato sul predellino aggrappandosi in maniera precaria all’esterno di una carrozza e sia poi caduto.

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Uccide a colpi di mannaia la moglie e un bimbo di tre anni

DALLA LOMBARDIA

Dramma della follia questa mattina a Cremona, dove una donna di 46 anni è stata uccisa dal marito 51enne a colpi di mannaia nella loro abitazione. La vittima  è di nazionalità cinese come il consorte. La polizia ha trovato un bimbo di 3 anni agonizzante, il figlio di amici della coppia. Il bambino è  stato portato in condizioni disperate all’ospedale Maggiore di Cremona dove è morto poco dopo l’arrivo.  Gli agenti chiamati dai vicini sono entrati in casa e hanno visto l’uomo che impugnava ancora la mannaia. E’  stato ammanettato e portato in carcere.

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Morti e maltrattati: quella casa di riposo era un lager

DALLA SARDEGNA

Una condanna a cinque anni di reclusione per R. S. e per G. L. M. , la direttrice e il presidente della casa di riposo di Nuoro, accusati di abbandono di incapace, somministrazione di farmaci scaduti e omicidio colposo. Così ha deciso la Corte d’Assise. Nell’istituto di ricovero di via Aosta si erano verificati diversi casi di maltrattamenti agli anziani e alcune morti sospette. Per abbandono sarebbero morti  una pensionata, gettatasi da una finestra, e un anziano all’ospedale San Francesco per disidratazione. Invece un altro ospite riportò un trauma al bulbo oculare.Il Pm ha sottolineato  la carenza di personale, causa principale  delle condotte negative sugli ospiti. I 44 pazienti erano assistiti da 3 o 4 operatori, per legge dovevano essere 7.

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