Dall Italia e dal Mondo- Pagina 42

Come abbellire i muri della propria città

Ha un che di suggestivo il “ragazzo sull’acqua” dipinto sulla parete nord della sede dei Vigili Urbani di Verbania, in via Martiri Brigata Valgrande: al tempo stesso, s’intona con l’ambiente. Anche l’autore è dello stesso parere; anzi, proprio sul titolo del dipinto è d’accordo con chi scrive, che quello non è il vero titolo, se mai è “con i piedi nell’acqua”; niente di miracoloso insomma. Il vero titolo sarebbe “ Trompe l’euil ” ossia “inganna l’occhio “ ….di chi osserva il dipinto ovviamente: “…..si ha l’impressione di una immagine tridimensionale, anche se in realtà non lo è affatto” . Così dice Vincenzo Tipaldi, specialista nel realizzare grossi dipinti per abbellire i muri delle città. D’altra parte è un’immagine che potrebbe essere espressione di una realtà vera, un ragazzo che cammina realmente sul bordo del fiume o del lago, a poca distanza dal dipinto stesso: Verbania è tagliata da due torrenti, il San Giovanni e il San Bernardino, perpendicolari alla costa occidentale del Lago stesso. “Come si fa ad essere così fedeli alla realtà, in un dipinto così grande?” Risposta: “Ci sono due tecniche: la prima consiste nell’usare un riflettore, per proiettare l’immagine di un dipinto sulla parete grande; la seconda, quella che sto usando, permette di fare disegni in grande, dopo aver diviso con dei rettangoli il disegno in piccolo”. In questo caso, aggiunge ancora Tipaldi: “devo fare avanti e indietro, diverse volte, su e giù per i ponteggi”. “Cosa c’è in programma per il prossimo futuro” abbiamo chiesto al decoratore. “Aspetto un eventuale incarico dal Comune di Crodo, dopo che è stata fatta la scoperta archeologica della «Balma dei cervi». E’ infatti stato avviato il progetto per la salvaguardia e la valorizzazione del sito archeologico della nota cittadina ossolana, dove è racchiusa anche una parete di 6 metri con pitture rupestri risalenti a qualche millennio prima di Cristo. La scoperta dell’importante patrimonio è avvenuta nel 2012, da parte del Gruppo Archeologico di Mergozzo.

 

Elio Motella

 

 

Gli irriducibili dell’Isis

FOCUS INTERNAZIONALE 

di Filippo Re

I curdi siriani abbattono anche l’ultima roccaforte dell’Isis rimasta in piedi ma la riconquista di Hajin, nella Siria orientale, non pone certo fine né agli scontri sul terreno nè all’ideologia jihadista. Le aree da pacificare sono ancora molte e l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, fa sapere che sono oltre seicento le persone che hanno perso la vita nei bombardamenti a est del fiume Eufrate. Gli irriducibili del defunto “Stato islamico” hanno i giorni contati, sostiene Sean Ryan, portavoce della coalizione anti-Isis guidata dagli americani che appoggiano i curdi ma i combattimenti in quella regione non sono terminati. Ci sono ancora miliziani nascosti lungo l’Eufrate e verso il confine con l’Iraq dove trovano i militari iracheni pronti a cacciarli indietro. Nei giorni scorsi in Iraq è stato celebrato in pompa magna il primo anniversario della vittoria contro il terrorismo dello “Stato islamico” ma il governo di Baghdad ha subito ricordato che l’Isis non è stato sconfitto del tutto ma è stato cacciato dalle città più importanti. La ribellione jihadista resta infatti operativa nelle periferie e nelle province più lontane dalla capitale con alcune migliaia di miliziani, molti dei quali foreign fighters. Adel Abdel Mahdi, il premier iracheno, è costretto più volte a inviare rinforzi militari al confine con la Siria e in particolare nella provincia di Al Anbar per aiutare le truppe governative a respingere gli assalti delle milizie jihadiste. E la situazione non cambia nell’est della Siria, nel governatorato di Deir ez-Zoor, lungo l’Eufrate, dove le forze curde,

appoggiate da alleati arabi e dagli Stati Uniti, si sono riprese sul campo di battaglia dopo aver subito una serie di sconfitte di fronte alle poderose controffensive dei terroristi islamici. Ciò è stato possibile anche grazie alla cattura di Abu Zeid, ritenuto il numero due dell’Isis, il vice di Al Baghdadi. Anche per noi europei la minaccia del terrorismo islamico continua a far paura come la strage di Strasburgo ha dimostrato. I terroristi colpiscono e colpiranno ancora nei tanti modi in cui è possibile farlo. Quanti Cherif Chekatt (il killer di Strasburgo) circolano indisturbati nelle strade delle nostre città pronti a entrare in azione per uccidere e terrorizzare il nostro vivere quotidiano? Quanti islamici radicalizzati aspettano un segnale per spargere altro sangue? Non c’è più l’esercito del Califfato, distrutto militarmente, ma l’ideologia del terrore è sempre forte, dal deserto del Sahara all’Estremo Oriente asiatico. Dopo la sconfitta nel Levante gli estremisti islamici attaccano di nuovo il cuore dell’Europa affidandosi ai combattenti di ritorno dal Vicino Oriente, ai lupi solitari e a criminali radicalizzati che in carcere o in moschea dichiarano fedeltà alla causa del jihad. Come Mohsin Ibrahim Omar, il terrorista somalo affiliato all’Isis arrestato a Bari che voleva mettere bombe nelle chiese italiane iniziando da San Pietro. Secondo gli investigatori intendeva colpire in Italia durante le feste natalizie. Già in carcere per terrorismo internazionale aveva esaltato il martirio dopo l’attentato di Strasburgo ed era in contatto con cellule terroristiche operative. È la conferma dell’esistenza di una grande rete jihadista europea pronta ad attivarsi e a rispondere agli appelli di morte lanciati dai vari gruppi terroristici presenti nel Levante, nel Maghreb e nella regione del Sahel. Anche il giovane maghrebino Cherif che ha sparato all’impazzata tra la gente che guardava i mercatini natalizi a Strasburgo, ha gridato “Allah è grande” e avrebbe detto di aver ucciso per “vendicare i fratelli morti in Siria”. E di killer come Cherif, nella sola Francia, ce ne sarebbero molti. Secondo i servizi segreti i soggetti potenzialmente pericolosi sono almeno 20.000 e il loro numero continua a salire ed è

impossibile tenerli tutti sotto controllo. Gruppi collegati all’Isis, alcuni giorni prima dell’attentato terroristico a Strasburgo rivendicato dai seguaci di Al Baghdadi, hanno lanciato un appello ai “lupi solitari” a compiere attacchi durante il periodo di Natale evocando l’attentato del dicembre 2016 contro il mercatino di Berlino. Un appello accompagnato da un’immagine di Babbo Natale in tuta arancione, con accanto un boia jihadista, e la scritta “non uscite di casa perché abbiamo sete del vostro sangue”. Si invita a colpire americani, francesi e i loro alleati con qualsiasi cosa a disposizione: “Se non siete in grado di fare una bomba e non disponete di un’arma da fuoco usate coltelli, pietre, auto, camion o le mani nude”. Anche se quest’anno, rispetto ai due anni precedenti, gli attentati in Europa sono diminuiti drasticamente, il terrorismo jihadista può colpire da un momento all’altro. I “soldati del Califfato”, i combattenti di al Qaeda e gruppi affiliati continuano ad esistere e possono contare su una rete di fedelissimi e di migliaia di miliziani dall’Africa all’Asia e all’Europa. Strasburgo, il suo antico mercato natalizio e la sua imponente cattedrale gotica sono un vecchio obiettivo del terrorismo islamico in Europa. Già nel 2000 un gruppo di algerini qaedisti arrivò nella città francese con lo scopo di colpire i luoghi religiosi della città come la cattedrale e i simboli del Natale ma non la sede del Parlamento Europeo. Il ritorno di Al Qaeda sulla scena del terrorismo islamico preoccupa fortemente i governi africani e l’Europa. I qaedisti sono tornati a farsi sentire con toni minacciosi. Il capo di “al Qaeda nel Maghreb islamico”, l’emiro Abu Musad Abdel Wadoud, ha diffuso un video di propaganda in cui incita i francesi a rivoltarsi “contro il governo corrotto che opprime i musulmani”. A poco più di un anno dalla caduta di Raqqa, lo “Stato islamico” è ridotto a una piccola fascia di territorio lungo la riva orientale dell’Eufrate e la cittadina di Hajin, 35.000 abitanti, a sud-est di Deir ez-Zor, non lontano dal confine con l’Iraq, non è più l’ultimo bastione dell’Isis. I curdi, dopo sanguinosi scontri durati settimane, l’hanno ripresa con il sostegno degli americani. Ma l’Isis resta ugualmente pericolosa e i potenziali attentatori in Europa possono essere attivati a distanza attraverso la Rete. “Lupi solitari” e affiliati all’Isis sensibili alle sirene degli estremisti islamici non fanno altro che mettere in pratica i messaggi di violenza e di fondamentalismo religioso che i leader del Califfato annunciavano sul magazine on line “Rumiyah” il cui obiettivo era quello di reclutare criminali e attentatori per colpire in Occidente, come è accaduto a Parigi, Nizza, Bruxelles e negli Stati Uniti. Caduto il Califfato, resta in piedi l’ideologia jihadista e stragista. Il nome Rumiyah, cioè Roma, profetizza, secondo i “detti” del Profeta Maometto, la conquista di Roma e di Costantinopoli. Le esortazioni alla violenza contro gli infedeli e contro l’Occidente, l’invito ad attaccare i luoghi affollati e l’incitamento alla guerriglia urbana sono tradotti in realtà dai lupi solitari che si estremizzano in Europa.

 

dal settimanale “La Voce e il Tempo”

 

Muore dopo due settimane la donna travolta da un’auto

DALLA SARDEGNA Sono state due settimane di ricovero e di agonia per Valentina Pinna la 54enne investita da un’auto mentre attraversava la strada a Cagliari. La donna, lo scorso 6 dicembre, era appena uscita dalla palestra, e stava attraversando una via in città quando è stata travolta da un’Audi guidata da un 22enne che si era immediatamente fermato per soccorrerla.

Quale futuro?

La chiamano “catastrofismo”: la tendenza a vedere la catastrofe anche dove non c’è, tendenza che può indurre a decisioni irrazionali. Il termine catastrofe deriva dal greco katà – giù, sotto – e strepho – rivolgo, capovolgo: in altre parole significa «giro verso il basso»

E’ un evento improvviso e drammatico, che stravolge la vita o la società. Il catastrofismo è la tendenza ad amplificare gli effetti negativi di questi accadimenti, ammesso che qualcosa effettivamente accada. È anche carenza di realismo. Gli esempi sarebbero innumerevoli: temperature a picco, siamo, invasi dai migranti, governo ladro, disastro ambientale, scenario apocalittico. Chi scrive non può fare riferimenti ad esempi concreti, anche recenti, realmente trascritti sui giornali cartacei e non, per tv, radio e altro ancora. Chi vuole può divertirsi a inserire su Google una delle frasi riguardanti il termometro, il governo o un disastro qualsiasi e leggersi i risultati, compresa la provenienza dei commenti medesimi, a volte anche di persone autorevoli o presunte tali. Certo, è proprio così! Per usare il “loro” linguaggio: “non se ne può più, si prospetta un futuro devastante (nell’animo), anche se lo è già il presente; le vendite di giornali andranno a picco, saremo invasi e pervasi dai ladruncoli” In quest’ultimo periodo – dopo foreste incendiate, terremoti, variazioni climatiche, tagliatori di teste, omicidi di vario tipo, disastri aerei – purtroppo anche veri – provate a riflettere, a fare una specie di bilancio sulla comunicazione emotiva: col pretesto di informare, si descrivono particolari raccapriccianti, dettagli scabrosi, si esprimono giudizi sbrigativi; si intervistano i somari. E’ una sorta di sciacallaggio: si utilizza l’emotività di un evento purtroppo effettivamente e recentemente avvenuto, come un’inondazione, un’eruzione vulcanica, uno tsunami, un omicidio dai contorni raccapriccianti, per “colorare” notizie di per sé non abbastanza tragiche. Un pessimo giornalismo, spesso abbinato a prodotti da vendere, ma con professionisti o un sistema politico che stanno dietro: carta stampata, Radio, TV e altro ancora, chi più ne ha… Forse è vero, provate a pensarci: il futuro non è necessariamente quello che avviene realmente; è anche e soprattutto quello che ci prepariamo ad accettare.

 

Elio Motella

 

“DOCUMENTARY PHOTOGRAPHY- Alto Adige-Sud Tirol”

“Con questa prima via Lattea del 2018 si apre la stagione notturna!

Una delle notti più belle passate in cima. Dopo una lunga camminata iniziata nel pomeriggio , siamo finalmente arrivati verso le 3.30 di notte. La Luna era ancora abbastanza alta e ci illuminava mentre montavamo la tenda. C’erano circa 40 minuti tra il tramonto Lunare e il sorgere del Sole. In questo breve lasso di tempo si è alzata una timida Via Lattea di fine marzo , a destra le prime luci dell’alba”. Questo è il racconto del fotografo bolognese Giulio Cobianchi e della sua esperienza fatta sulle dolomiti in alta quota. Attualmente è residente in Norvegia dove tuttora svolge il suo lavoro e spesso, si reca in Alto Adige per esplorare e catturare nuovi scatti della natura. Lo stesso decide di avviare una collaborazione “Foto-Musicale” insieme al musicista Francesco Montanile nel progetto “Documentary Photography – Alto Adige Sud Tirol”. Il foto documentario raggruppa una sequenza di 20 scatti imperdibili, provenienti da diversi luoghi dell’Alto Adige. Ad accompagnare il tutto saranno le musiche originali del chitarrista/compositore bolzanino Francesco Montanile, con una colonna sonora ambient appropriata al contesto, dal titolo “Alto Adige-Sud Tirol”.

Il video è disponibile sul canale you tube. Link Video You Tube: https://www.youtube.com/watch?v=D33sW4zTHII&t=18s

Foto: Giulio Cobianchi

Musica: Francesco Montanile

I mercatini di Natale più originali e innovativi

Ci siamo, Natale sta arrivando, strade, negozi, sfumature dorate, decorazioni scarlatte, luci scintillanti, tutto ci dice che siamo entrati nel periodo più atteso e tradizionale dell’anno

Si percepisce lo stato febbrile dello shopping, l’andirivieni impaziente e frenetico alla ricerca dei regali, il profumo di cannella e di abete. Ma cosa sarebbe questa festa, questo periodo fiabesco e incantato senza mercatini? In Italia ne abbiamo di bellissimi e famosi, casette di legno, gnomi, presepi, oggetti artigianali, zucchero filato, panettoni, torroni, ornamenti meravigliosi e se ci va bene anche il vin brulé. Bolzano, Merano, Aosta, Torino e tantissimi altri mercati della nostra penisola fanno del nostro Natale un momento romantico e magico, caloroso, malgrado le bassissime temperature. Avendo la possibilità di allontanarsi, l’opportunità di fare un viaggio dedicato alla ricerca di atmosfere natalizie curiose e alternative in giro per mondo, diversi e originali saranno gli scenari che faranno da sfondo alla favola più famosa di tutti i tempi. Alcuni di questi sono davvero singolari e stravaganti senza tradire però lo spirito natalizio e il carattere classico della festa. A Odense, in Danimarca, città dello scrittore Hans C. Andersen viene organizzata una esposizione natalizia a lui dedicata: capi lavorati a mano, ceramiche, artigianato in legno. Tutto ci riporta alle fiabe di questo famosissimo scrittore compresi i costumi di coloro che ci lavorano: vestiti tipici dell’epoca che ci fanno fare un viaggio fatato tra le pagine dei suoi libri. Chi adora il vino non può assolutamente mancare al Santa Pauli Weinnachtsmarkt di Amburgo, decisamente rivolto ad un pubblico adulto, dove si possono degustare moltissimi vini e assaggiare delizie di tutti i tipi, anche vegane. A Toronto il Christmas Market è organizzato all’interno del Distillery District avvolti da una architettura industriale in armonia con gli edifici storici tipici della città. In questo caso, considerata la location, sarà gradevolissima l’esperienza alternativa al vin brulé. Gli stand gastronomici sono davvero molti e offrono una meravigliosa e varia scelta di cibo. Gli spettacoli sono gratuiti, dai carols ai gruppi di ballo. Nella freddissima Mosca lo sfondo del mercato natalizio è la famosa e variopinta cattedrale di San Basilio. Oltre alle casette in legno, che non sono molte in realtà, lo scenario è arricchito e reso unico dalle piste di pattinaggio, il festosissimo luna park e naturalmente dal bianco glaciale che avvolge la città.

A Manchester, in Albert Square, invece gli stand sono oltre 300 divisi in varie aree: francese, tedesca e resto del mondo. Inoltre è organizzata una parte dedicata alle famiglie che renderà il soggiorno per i più piccoli davvero divertente. Il mercatino di Natale più alto d’Europa si trova invece a Pilatus, in provincia di Lucerna, e si raggiunge attraverso la ferrovia più ripida del mondo. La vista è mozzafiato, romantica, emozionante, unica. Le bancarelle sono in tutto 45 e il profumo di pan di zenzero è inebriante ed evocativo.

Maria La Barbera

 

Boom di traffico a Natale: ecco giorni e orari da “bollino nero” secondo Waze

È arrivato il momento di cene e vacanze natalizie e gli italiani si preparano a mettersi in viaggio per raggiungere la propria famiglia o per concedersi qualche giorno di meritato riposo

Secondo l’app di navigazione social Waze, anche quest’anno le corse per l’acquisto degli ultimi regali genereranno qualche problema di traffico nelle principali città italiane. Secondo i dati raccolti durante il periodo natalizio dell’anno scorso dalla social navigation app Waze, che ad oggi conta oltre 110 milioni di utenti in tutto il mondo, le città di Milano, Roma, Torino, Firenze e Napoli saranno le più caotiche anche se le fasce orarie più trafficate varieranno radicalmente da regione a regione. Quali sono i giorni e gli orari peggiori per mettersi al volante durante la settimana di Natale dal 22 al 27 dicembre? Torino batte il record nazionale come città con il maggior numero di fasce orarie da “bollino nero”. Ad esempio i picchi di traffico intenso per il 26 dicembre vanno dalle 9.00 alle 10.00, dalle 11.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 15.00. Dato curioso in quanto i piemontesi, così come i toscani, paiono per lo più mattinieri. Nei giorni dal 22 al 27 dicembre il traffico viene segnalato in aumento già dalle ore 9.00 del mattino. Un altro giorno che vedrà la città di Torino particolarmente trafficata sarà il 23 dicembre con tre fasce orarie difficoltose: dalle 9.00 alle 10.00, dalle 16.00 alle 17.00 e dalle 20.00 alle 21.00. Ai milanesi si consiglia di evitare di mettersi al volante tra le 17.00 e le 18.00, soprattutto nei giorni di Natale e di Santo Stefano. Nella città meneghina si prevede un traffico intenso anche il 22 dicembre che si preannuncia da “bollino nero” in quanto, rispetto al 2017, cadrà di sabato e quindi sarà l’ultimo weekend utile per l’acquisto dei regali. Infine, anche nella giornata del 27 dicembre, secondo i dati di Waze, il traffico sarà particolarmente difficoltoso dalle 17.00 alle 18.00. A Roma, contrariamente ad altre città italiane, a Natale e a Santo Stefano si prevede un picco di traffico nell’ora precedente al pranzo e nello specifico dalle 11.00 alle 12.00. Stando ai dati di Waze, infatti, i cittadini della capitale sembrano riversarsi nelle strade proprio nell’ultima ora prima dell’impegnativo pranzo natalizio, mentre il giorno della Vigilia e della corsa agli ultimi regali, per la capitale si prevede un pomeriggio con traffico in tilt dalle 16.00 alle 19.00. Stando ai dati della social navigation app, ai fiorentini si sconsiglia di utilizzare l’auto dalle 9.00 alle 10.00 durante tutto il periodo natalizio. Al contrario, invece, durante il giorno di Natale il traffico crescerà nel pomeriggio dalle 14.00 alle 15.00 e dalle 16.00 alle 17.00, momento in cui ci si potrà finalmente alzare dalle tavole imbandite. Infine, la città di Napoli resterà off-limits dalle 17.00 alle 18.00 soprattutto nei giorni del 23, 24, 25 e 26 dicembre, quattro giorni consecutivi in cui la viabilità sarà significativamente difficoltosa. Se volete quindi arrivare puntuali ai numerosi pranzi e cene natalizi, l’app di Waze suggerisce la funzione “Viaggi Pianificati“. Permettendovi di programmare il viaggio, l’app vi avviserà automaticamente e preventivamente su quanto prima partire per arrivare puntuali a destinazione in base alle condizioni del traffico. Basterà inserire la destinazione, indicare la posizione di partenza, giorno e orario preferito di arrivo.

 

Quando la violenza è (anche) donna. Al nord come al sud

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Ci sono 1600 km tra Torino e Gela. Per chi non conosce la geografia ( ultimamente mancanza diffusa anche tra i  nostri politici ) Piemonte e Sicilia. Punte estreme del nostro Paese. C’è chi, scettico di una formazione comportamentale italica, ha sempre sostenuto che l’ Italia è lunga e stretta. Dunque quasi impossibile uniformarsi nei comportamenti. 2018: quest’anno passerà alla cronaca anche perchè, sia nella nostra città che a Gela delle mamme hanno comportamenti violentemente simili. I fatti sono noti. A Torino, causa continui insulti delle mamme all’arbitro “femmina” di una partita di Basket di ragazzine, il pubblico è stato invitato ad uscire dalla palestra per concludere la partita. A Gela due madri a una recita scolastica natalizia delle proprie bambine si sono picchiate per accaparrarsi il miglior posto per fotografarle. Notorio che i violenti sono stupidi. Qui aggravati dai futili motivi. Violenza futilità e stupidità. Ma qui sono donne le violente. Violenza verbale e fisica. Davanti alle loro figlie e davanti alle amiche delle figlie. Loro che dovrebbero educare. Prima reazione: sono solo loro le principali responsabili. Fanno anche il paio con i genitori che percuotono gli insegnanti colpevoli di aver dato un brutto voto  al figlio. Follia. Semplice e pura follia. Curabile?Anni fa ho letto un libro scritto da un avvocato, presidente di un’ associazione contro la pedofilia. Figlio di un pedofilo, raccontava del suo lungo percorso per non diventare pure lui un pedofilo. Analisi per non diventare come suo padre. Non era contrario alla castrazione chimica. Raccontando il suo percorso concludeva coi fatti avendo famiglia e figli felici. Raccontava che il suo inferno era il suo passato ed il suo paradiso il presente ed il futuro. Ci era riuscito con la consapevolezza di cosa sarebbe potuto diventare e di ciò che è diventato. Ci è riuscito con l’aiuto di professionisti. Ci è riuscito. Più volte ho citato questo avvocato per la totale mia totale stima. Ha attraversato il deserto riuscendo in una impresa difficilissima. Lo considero come caso estremo per stigmatizzare che anche l’impossibile può realizzarsi. Lo cito perché hanno ed abbiamo notevolmente superato il senso del limite della decenza. Lo cito perché questa violenza ci riguarda un po’ tutti. Sia ben chiaro che mi sento lontano mille miglia dalla violenza spicciola di queste donne. Piccole donne. Ma mi rifiuto di credere che il giorno dopo abbiano fatto sogni d’oro.  Qualche domanda se la saranno pure posta. I 1600 km di distanza tra due realtà italiane all’ opposto come struttura sociale, ma ad oggi accomunate da questi episodi. Con l’esortazione che chi è normale, come pensa di esserlo il sottoscritto, non si volti dall’ altra parte quando assiste a simili episodi. E che la società oltre a reprimere si ponga anche il problema di educare.

DICIANNOVE PROGETTI PER IL PADIGLIONE ITALIA A EXPO 2020 DUBAI

Sono 19 i progetti presentati, entro il termine ultimo del 17 Dicembre previsto dal bando, dai partecipanti al Concorso internazionale per la progettazione del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai che rappresenterà il nostro Paese alla prossima Esposizione Universale

Partito il 23 ottobre scorso, il concorso internazionale per la progettazione del Padiglione Italia si poneva come obiettivo quello di dar vita a una struttura rappresentativa del nostro Paese, all’avanguardia sotto il profilo innovativoed estetico, fortemente attrattiva nei confronti dei visitatori e in grado di esprimere una Italia contemporanea, senza dimenticare l’ideale umanistico e lo stile di vita mediterraneo. Coerentemente con il tema di Expo 2020 Dubai – “Connecting minds, creating the future” – il concetto attorno al quale i 19 progetti sono stati chiamati ad esprimersi è “Beauty connects people”, dove la bellezza è intesa come elemento di connessione tra le persone ma anche come espressione di genio creativo e ricchezza culturale. L’innovazione e il digitale sono altri due elementi chiave dello sviluppo progettuale: tutto il Padiglione sarà una grande vetrina per esprimere il potenziale innovativo e creativo dell’Italia soprattutto agli occhi dei Paesi dell’area Me.Na.Sa (Middle East, North Africa, South Asia) considerata una regione ricca di opportunità per il sistema economico italiano. Inoltre, come annunciato di recente, il Padiglione dell’Italia all’ Esposizione Universale di Dubai del 2020 sarà un modello dimostrativo della sostenibilità ambientale, il primo Padiglione “PLASTIC FREE” nella storia delle Esposizioni Universali. Il valore del bando del concorso è di 2.738.000 euro, sommando il premio di 290.000 euro complessivamente riconosciuto ai primi tre classificati e quello stimato, al netto dell’IVA, per i successivi incarichi di progettazione esecutiva, direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, che potranno essere affidati successivamente. Il valore complessivo del concorso è suscettibile di incremento fino all’importo di 3.806.600 euro, nell’ipotesi di aumento del valore dell’opera da progettare. I 19 progetti pervenuti saranno adesso valutati da una Commissione di elevato standing nazionale e internazionale che determinerà quale sarà il progetto che rappresenterà l’Italia a Expo 2020 Dubai che si terrà dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2019.

 

(foto: il Torinese)

Tamponamento a catena tra sette auto: un morto e quattro feriti

DALLA LIGURIA

Ieri in Liguria sulla  A12, nel tratto tra Recco e Rapallo,  verso  La Spezia si è verificato un grave incidente. Si è trattato di un tamponamento a catena tra sette vetture. E’ morta una persona e altre quattro, ferite, sono state condotte in codice giallo all’ospedale San Martino di Genova. La vittima è un cinquantenne di Campomorone (Genova), travolto quando è sceso dal suo furgone da un altro veicolo coinvolto nell’incidente.

 

(foto archivio)