Dall Italia e dal Mondo- Pagina 23

Premiato Jecky il cane eroe

Una premiazione speciale per un cane speciale: Jecky, matricola militare 2262, in forza al nucleo Carabinieri Cinofili di Volpiano (TO), ha tre anni e con il suo fiuto ha scoperto un “tesoro” da 1,3 milioni di euro, in lingotti e banconote. Oggi, a Milano, in occasione del 205.o anniversario dell’Arma dei carabinieri, questo campione della lotta al narcotraffico ha ricevuto la meritata decorazione insieme con i colleghi umani, ma, su invito dei Carabinieri stessi, l’ha ricevuta dalle mani dell’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e  dell’Ambiente, storica paladina dei diritti degli animali, e ideatrice della fortunata trasmissione televisiva “Dalla parte degli animali”.
Durante il controllo di un magazzino per depositi a lungo termine, Jecky ha segnalato una traccia positiva all’esterno di un box. Si pensava che fossero stupefacenti, data l’eccezionale capacità del cane di scovarli. Invece i borsoni, utilizzati in precedenza per portare la droga, contenevano 75 lingotti d’oro del peso di 250 grammi ciascuno e quasi 606 mila euro in banconote sotto vuoto: in totale un “tesoro” illecito da 1,3 milioni di euro. I responsabili sono stati arrestati.
“Jecky – afferma l’on. Brambilla – è la prova vivente della grande generosità e dedizione che i nostri amici a quattro zampe ci regalano ogni giorno. Un cane come lui ha salvato tante vite umane, consentendo alle forze dell’ordine di intercettare e sequestrare enormi quantitativi di droga: anche a questo piccolo ma grande eroe deve andare la nostra incondizionata riconoscenza. Mi auguro che sia un altro spunto di riflessione per la creazione di una nuova coscienza di amore e rispetto per gli animali, troppo spesso vittime di crudeltà, abusi, indifferenza. Buona e lunga vita a Jecky, cane-eroe che ho avuto l’onore di premiare, e grazie al Generale di Corpo d’Armata Gaetano Maruccia, al Generale di Brigata Antonio De Vita, al Colonnello Luca De Marchis e a tutta l’Arma dei Carabinieri non solo per l’impegno quotidiano a tutela della sicurezza e della legalità, ma anche per la sensibilità dimostrata verso un “milite” non umano”.

Libia, la pace è un miraggio

FOCUS NTERNAZIONALE di Filippo Re
Non c’è pace in Libia mentre aumentano le vittime e gli sfollati. L’assedio di Tripoli continua dal 4 aprile scorso ma il generale Khalifa Haftar non sembra in grado di prendere la capitale difesa dalle milizie di al Sarray, al comando dell’unico governo libico riconosciuto dall’Onu ma di fatto abbandonato da tutti, dai russi, dagli americani e dalle stesse Nazioni Unite

Lo stallo militare tra le forze che si confrontano da due mesi dimostra che nessuno dei contendenti è in grado per il momento di sconfiggere del tutto l’avversario. Il conflitto rischia così di trascinarsi all’infinito senza manovre diplomatiche mirate a far tacere le armi e a riprendere il negoziato politico mentre si aggrava, secondo i dati Oms (Organizzazione mondiale della Sanità), il bilancio del conflitto con 600 morti, 3000 feriti e quasi 100.000 sfollati dall’area di Tripoli dall’inizio degli scontri Si continua a combattere a 15 chilometri dal centro della capitale con blitz improvvisi come quello dell’aviazione di Haftar su un hotel dove si erano riuniti i deputati fedeli al premier libico Sarraj e con le controffensive militari della potente brigata islamista di Misurata che difende Tripoli ma i due protagonisti della crisi libica restano fermi sulle loro posizioni. Da una parte il generale Haftar ha ribadito che è intenzionato a occupare Tripoli prima possibile mentre al Serraj, al vertice dell’esecutivo libico, ha confermato che continuerà a combattere fino alla ritirata delle truppe di Haftar. Incontrando a Tunisi i capi di alcuni clan tribali della Cirenaica ai quali ha chiesto supporto militare, Sarraj ha affermato che Haftar in realtà non guida un vero esercito ma “un miscuglio eterogeneo di gruppi tribali, religiosi e di milizie criminali” e il suo obiettivo di entrare rapidamente a Tripoli da conquistatore è un sogno che non raggiungerà mai. Anche i russi, pur schierandosi con l’uomo forte della Cirenaica, non ritengono Haftar in grado di occupare la capitale, almeno per adesso. Per Lev Dengov, l’inviato speciale di Putin in Libia, non ci sarà pace a breve ed era prevedibile che Haftar si impantanasse a pochi chilometri da Tripoli. Analisti e osservatori sostengono però che la presa di Tripoli potrebbe essere questione di poco tempo ricordando che per conquistare, un anno fa, Derna e Bengasi in Cirenaica, le truppe di Haftar impiegarono sette mesi per sbaragliare, dopo durissimi scontri, le milizie fondamentaliste di al Qaeda, dell’Isis e di quelle legate ai Fratelli Musulmani che difendono il governo di al Sarraj. Anche quella libica è diventata una guerra combattuta per procura, come avviene in tante altre aree di conflitto, ma se prolungata nel tempo, potrebbe provocare anche una guerra economica tra i due schieramenti per il controllo delle ricchezze petrolifere del Paese. Intanto anche l’Isis rialza la testa.
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Chi approfitta del vuoto di potere che indebolisce il Paese nordafricano sono i miliziani di al Baghdadi che sono tornati a colpire con attentati e attacchi armati nel sud ovest ed è possibile, secondo il portavoce dell’Esercito nazionale libico di Haftar, che il Califfo del defunto Stato islamico si nasconda in Libia. Dopo la sconfitta del Califfato in Siria e in Iraq la Libia offre un rifugio più sicuro per lui e per le cellule jihadiste che potrebbero nascondersi anche a Tripoli e in altre parti del Paese come sostiene Ghassan Salamé, inviato speciale dell’Onu. Il caos libico è una minaccia anche per l’Europa. Migliaia di persone potrebbero lasciare le aree siriane in cui si combatte ancora, come nella provincia di Idlib, e trasferirsi in Libia e nel resto del nord Africa per continuare il jihad a pochi passi dall’Italia. Washington e Mosca osservano gli sviluppi della situazione e tifano Haftar. Mentre Putin cerca di tutelare i propri interessi e mantenere le sue alleanze nella regione a fianco del generale di Tobruk, anche Trump sembra appoggiare l’uomo forte della Cirenaica sostenendo senza più riserve l’asse arabo (sauditi-emirati-egiziani) contro la coppia filo-iraniana Qatar-Turchia. Tra i Paesi del Golfo Persico le risse sono sempre più evidenti e si sono trasferite nello Stato magrebino. Al di là della competizione Usa-Russia sulla crisi libica, ciò che emerge sempre più distintamente è la sfida geopolitica tra l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi in appoggio al generale Haftar, sostenuto anche dall’Egitto, e il Qatar che insieme alla Turchia appoggia al Serraj, tutti Stati sunniti in lotta fra loro come avviene in Siria e nel Golfo. Non solo quindi uno scontro interno tra milizie e tribù locali fedeli a Tripoli e a Bengasi ma una contesa ben più ampia tra potenze regionali ed europee interessate a contendersi le risorse energetiche del Paese e a controllare il commercio e la navigazione nel Mediterraneo. Il conflitto si internazionalizza sempre di più. Salamè ha fatto presente che almeno otto-dieci Stati interferiscono ripetutamente nei problemi della Libia vendendo armi, nonostante l’embargo dell’Onu, e sostenendo dall’esterno le milizie loro alleate nel conflitto. L’arrivo di armi in grande quantità, pagate con i ricavi del petrolio, aggiunge l’inviato Onu, offre a tutte le parti l’illusione di poter vincere la guerra. È intanto caduto nel vuoto l’appello lanciato dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres di fermare il traffico internazionale di materiale bellico diretto alle milizie che si scontrano a Tripoli. Le operazioni militari risultano in crescita proprio a causa del trasferimento di armi sul suolo libico. Gli Emirati forniscono droni all’esercito di Haftar che riceve aiuti bellici anche da Egitto, Emirati e sauditi mentre Turchia e Qatar inviano decine di blindati al governo di Tripoli. Si aggravano anche le condizioni umanitarie dei profughi ammassati in centri appositi. Attualmente sono circa 5000 i rifugiati ammucchiati dentro ex capannoni industriali attorno a Tripoli e la situazione generale è molto precaria. L’ospedale della capitale ha un’autosufficienza stimata per altri tre mesi al massimo, poi le scorte di generi alimentari finiranno.

Dal settimanale “La Voce e il Tempo”

 

Bimba morta in culla a tre mesi

DAL LAZIO
Una piccola di tre mesi è stata trovata morta  in casa nella periferia di Roma. L’allarme è stato dato dalla madre, originaria del Bangladesh, che ha detto di aver trovato la figlia senza vita nel letto. Sul corpo non sarebbero stati trovati segni di violenza. Si ipotizza al momento una morte in culla

La Guardia costiera salva un uomo colto da malore sulla barca a vela

“Nella giornata di sabato 1 giugno 2019, la Sala operativa della Guardia costiera di Genova riceveva la segnalazione dal Numero Unico di Emergenza – 112 – di una richiesta di soccorso da parte di un’imbarcazione a vela in navigazione nelle acque antistanti Genova-Sturla, per la presenza a bordo di una persona colta da malore.  Sul posto veniva immediatamente inviata la motovedetta CP830 in servizio di soccorso che, una volta intercettata l’imbarcazione, procedeva al trasbordo del diportista per consentire l’affidamento a terra alle cure del personale sanitario del servizio 118. Durante la navigazione verso la darsena della Fiera di Genova, tuttavia, la persona soccorsa perdeva improvvisamente conoscenza andando in arresto cardio-circolatorio. Considerata l’emergenza, i 3 militari di equipaggio della Guardia costiera prestavano, quindi, le manovre di primo soccorso impiegando, per la gravità della situazione, anche il defibrillatore semi-automatico in dotazione al fine di rianimare l’uomo. La procedura d’emergenza veniva applicata sulla base dell’addestramento di primo soccorso sanitario che viene appositamente fornito e certificato, ogni anno, a tutto il personale impiegato nell’operazione Mare Sicuro. Il diportista, un giovane italiano di 33 anni, veniva così consegnato in vita alle cure del personale del 118, che provvedeva all’immediato ricovero presso l’Ospedale Galliera. Nella stessa giornata, sempre tramite del NUE 112, si procedeva a soccorrere un turista francese  infortunatosi sulla spiaggia di San Fruttuoso di Camogli. Sul posto operava il battello B76 della Guardia costiera sul quale era veniva appositamente imbarcato personale sanitario. L’infortunato veniva evacuato dalla spiaggia via mare e condotto a Camogli, dove era affidato al personale di terra del 118 per il trasferimento all’Ospedale San Martino di Genova. L’avvio dell’operazione “Mare Sicuro” è stata, quest’anno per la prima volta, anticipata al 1° giugno e, fino al 15 settembre, vedrà un importante rafforzamento di tutti gli assetti operativi in mare per garantire la tutela di bagnanti e diportisti, nonché la corretta fruizione delle spiagge e del mare. L’operazione, giunta quest’anno alla 28^ edizione, esprime la prima vocazione della Guardia costiera per garantire, nell’intero arco dell’anno e a qualsiasi ora del giorno e della notte, la sicurezza della navigazione e la salvaguardia di bagnanti, diportisti e subacquei nell’intera Liguria
 

ARESE (MILANO), DECINE DI CONCORRENTI E TRE OSPITI D'ECCEZIONE AL “DOG SHOW”

Tre ospiti d’eccezione dalla Sicilia e tantissimi concorrenti, piccoli, medi o grandi, ma tutti ugualmente simpatici: sono stati veramente numerosi i partecipanti al Dog Show della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, andato in scena oggi al centro commerciale Il Centro di Arese (Milano). Madrina d’eccezione l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’associazione, che ha presentato tutte le decine di meravigliosi quattro zampe intervenuti alla manifestazione.

“Vorrei ringraziare – ha esordito l’on. Brambilla – la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, presente questa mattina con tutti i suoi bravissimi volontari che si dedicano ogni giorno alla difesa di tutti gli animali, nessuno escluso: non solo quelli d’affezione, ma anche quelli brutalmente definiti ‘da reddito’, che purtroppo finiscono sulle tavole degli italiani, o quelli sfruttati nella sperimentazione o sotto i tendoni del circo”. Nell’occasione sono stati presentati anche tre cuccioli provenienti dal canile di Termini Imerese (Palermo), in cerca d’adozione. “Questi cuccioli – ha precisato l’ex ministro del Turismo – fanno parte di una cucciolata di sei bimbi e arrivano da un canile che non ha alcun tipo di sostegno. Sono certa che fra tante persone che amano gli animali ci sarà qualcuno che deciderà di aprire loro le porte della propria casa e del proprio cuore”.
L’evento è cominciato in mattinata, con le iscrizioni aperte per tutti i cani, di razza o meticci – dalle 9,30 alle 14 – affiancate da un banchetto informativo della LEIDAA per informazioni, consigli, supporto, segnalazioni di eventuali casi di maltrattamento e per illustrare le campagne dell’associazione e per il tesseramento. Sempre nella mattinata si sono tenuti inoltre tre stand tematici con avvocato, veterinario ed esperto in terapie con gli animali per rispondere alle domande dei cittadini su assistenza legale, salute dei nostri piccoli amici e pet therapy. Istruttori cinofili ed esperti di pet therapy hanno tenuto inoltre vere e proprie dimostrazioni delle incredibili potenzialità degli animali.
La sfilata vera e propria, cominciata alle 15, ha avuto una giuria d’eccezione formata da rappresentanti dall’associazione, esperti legali, educatori cinofili. Ogni cane, come un divo che si rispetti, ha sfilato su un vero e proprio “red carpet” insieme al proprio compagno di vita. Tutti hanno ricevuto un bel riconoscimento (un kit con cibo e prodotti per animali),mentre una medaglia è andata ai primi classificati delle categorie “mini”, “medi” e “maxi” e ai primi classificati nelle categorie speciali: “il bullo”, dedicata al cagnolone più sbarazzino, “la pupa”, alla più dolce e poi lo “smilzo”, il “pacioccone”, il “baby”, il “nonnetto”, “la coppia” e il “mesedoz” (il “pasticciato”), termine dialettale che identifica l’incrocio di più razze.
Di seguito la lista completa dei vincitori
Categorie principali: 

  • Categoria mini: 1° Tiago, chihuahua, accompagnato da Desirée Lanza; 2° Rocco, carlino toy, accompagnato da Alessandra Lezzi; 3° Betty, bichon frisé, accompagnata da Maurizio Vignati

  • Categoria medi: 1° Greta, meticcia, accompagnata da Elena Sorrentino; 2° Nur, pit bull, accompagnato da Melissa Cornaci; 3° Bella, barboncino, accompagnata da Giuseppe Di Blasio

  • Categoria maxi: 1° Connie, meticcio, accompagnato da Domenico Giglio; 2° Kiss, golden retriever, accompagnato da Mirko Virtuani; 3° Wendy, pastore australiano, accompagnato da Ludovica Vanni
    Categorie speciali:

  • Pacioccone: Thor, rottweiler, accompagnato da Iride Suisenti

  • Lo Smilzo: Spenk, meticcio, accompagnato da Fabio Casadei

  • Il Bullo: Leo, accompagnato da Vincenzo Virgilio

  • La Pupa: Candy, yorkshire, accompagnata da Lewer Yauri Huamancha

  • Il Baby: Lion, Rhodesian ridgeback, accompagnato da Vlada Kurilova

  • Mesendoz: Nutella, meticcia, accompagnata da Sonia Baldo

  • Coppia: Spenk, già vincitore della categoria “Smilzo” e Tommy, Jack Russel accompagnato da Jonathan Ortoleva

  • Nonnetto: Sandy, meticcia, Luciano Colombo

ARESE (MILANO), DECINE DI CONCORRENTI E TRE OSPITI D’ECCEZIONE AL “DOG SHOW”

Tre ospiti d’eccezione dalla Sicilia e tantissimi concorrenti, piccoli, medi o grandi, ma tutti ugualmente simpatici: sono stati veramente numerosi i partecipanti al Dog Show della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, andato in scena oggi al centro commerciale Il Centro di Arese (Milano). Madrina d’eccezione l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’associazione, che ha presentato tutte le decine di meravigliosi quattro zampe intervenuti alla manifestazione.

“Vorrei ringraziare – ha esordito l’on. Brambilla – la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, presente questa mattina con tutti i suoi bravissimi volontari che si dedicano ogni giorno alla difesa di tutti gli animali, nessuno escluso: non solo quelli d’affezione, ma anche quelli brutalmente definiti ‘da reddito’, che purtroppo finiscono sulle tavole degli italiani, o quelli sfruttati nella sperimentazione o sotto i tendoni del circo”. Nell’occasione sono stati presentati anche tre cuccioli provenienti dal canile di Termini Imerese (Palermo), in cerca d’adozione. “Questi cuccioli – ha precisato l’ex ministro del Turismo – fanno parte di una cucciolata di sei bimbi e arrivano da un canile che non ha alcun tipo di sostegno. Sono certa che fra tante persone che amano gli animali ci sarà qualcuno che deciderà di aprire loro le porte della propria casa e del proprio cuore”.

L’evento è cominciato in mattinata, con le iscrizioni aperte per tutti i cani, di razza o meticci – dalle 9,30 alle 14 – affiancate da un banchetto informativo della LEIDAA per informazioni, consigli, supporto, segnalazioni di eventuali casi di maltrattamento e per illustrare le campagne dell’associazione e per il tesseramento. Sempre nella mattinata si sono tenuti inoltre tre stand tematici con avvocato, veterinario ed esperto in terapie con gli animali per rispondere alle domande dei cittadini su assistenza legale, salute dei nostri piccoli amici e pet therapy. Istruttori cinofili ed esperti di pet therapy hanno tenuto inoltre vere e proprie dimostrazioni delle incredibili potenzialità degli animali.

La sfilata vera e propria, cominciata alle 15, ha avuto una giuria d’eccezione formata da rappresentanti dall’associazione, esperti legali, educatori cinofili. Ogni cane, come un divo che si rispetti, ha sfilato su un vero e proprio “red carpet” insieme al proprio compagno di vita. Tutti hanno ricevuto un bel riconoscimento (un kit con cibo e prodotti per animali),mentre una medaglia è andata ai primi classificati delle categorie “mini”, “medi” e “maxi” e ai primi classificati nelle categorie speciali: “il bullo”, dedicata al cagnolone più sbarazzino, “la pupa”, alla più dolce e poi lo “smilzo”, il “pacioccone”, il “baby”, il “nonnetto”, “la coppia” e il “mesedoz” (il “pasticciato”), termine dialettale che identifica l’incrocio di più razze.

Di seguito la lista completa dei vincitori

Categorie principali: 

  • Categoria mini: 1° Tiago, chihuahua, accompagnato da Desirée Lanza; 2° Rocco, carlino toy, accompagnato da Alessandra Lezzi; 3° Betty, bichon frisé, accompagnata da Maurizio Vignati

  • Categoria medi: 1° Greta, meticcia, accompagnata da Elena Sorrentino; 2° Nur, pit bull, accompagnato da Melissa Cornaci; 3° Bella, barboncino, accompagnata da Giuseppe Di Blasio

  • Categoria maxi: 1° Connie, meticcio, accompagnato da Domenico Giglio; 2° Kiss, golden retriever, accompagnato da Mirko Virtuani; 3° Wendy, pastore australiano, accompagnato da Ludovica Vanni

    Categorie speciali:

  • Pacioccone: Thor, rottweiler, accompagnato da Iride Suisenti

  • Lo Smilzo: Spenk, meticcio, accompagnato da Fabio Casadei

  • Il Bullo: Leo, accompagnato da Vincenzo Virgilio

  • La Pupa: Candy, yorkshire, accompagnata da Lewer Yauri Huamancha

  • Il Baby: Lion, Rhodesian ridgeback, accompagnato da Vlada Kurilova

  • Mesendoz: Nutella, meticcia, accompagnata da Sonia Baldo

  • Coppia: Spenk, già vincitore della categoria “Smilzo” e Tommy, Jack Russel accompagnato da Jonathan Ortoleva

  • Nonnetto: Sandy, meticcia, Luciano Colombo

Quando i turchi terrorizzavano il Friuli

FOCUS INTERNAZIONALE / STORIA  Di Filippo Re
Hanno sofferto talmente tanto le invasioni e le scorrerie dei turchi che i friulani le ricordano ancora oggi, a distanza di 500 anni, con libri, convegni e rievocazioni storiche. “I turcs tal Friul”, dramma scritto in friulano da Pier Paolo Pasolini nel 1944 e pubblicato solo nel 1976, un anno dopo la morte dello scrittore e poeta, trae spunto dall’invasione dei turchi in Friuli che nel 1499 devastarono gran parte del territorio sfiorando anche Casarsa della Delizia, il paese di sua madre, in provincia di Pordenone e a poca distanza dal Tagliamento. Nel 1944, nel Friuli invaso dalle truppe tedesche e bombardato dall’aviazione anglo-americana, il giovane Pier Paolo Pasolini scrisse un dramma che ricorda l’improvvisa e sanguinosa irruzione dei turchi in Friuli, testimoniata da una lapide che lo scrittore vide in una chiesa di Casarsa. In questi giorni la Chiesa di Santa Croce di Casarsa ha fatto da cornice alla presentazione della nuova edizione del dramma teatrale “I Turcs tal Friul” (I turchi in Friuli), nel quale un Pasolini appena ventiduenne descrive il Friuli devastato dalla guerra rievocando le terribili invasioni del 1499. L’editore Quodlibet lo ha pubblicato come opera di una nuova collana dedicata alla poesia in dialetto. Pasolini scrisse i “Turcs” nel 1944 a Casarsa, dove abitava la madre, sotto le bombe che cadevano anche sul Friuli, ispirandosi a un fatto storico che aveva sconvolto questa terra alcuni secoli prima, ovvero la tragica invasione della cavalleria musulmana proveniente dai Balcani. All’interno della chiesa di Santa Croce si trova una lapide votiva realizzata nel 1529 dagli abitanti di Casarsa in segno di gratitudine per aver evitato il saccheggio dei turchi trent’anni prima. A questa iscrizione votiva è ispirato il dramma teatrale “I Turcs tal Friul”, un atto unico in dialetto friulano scritto da Pasolini negli ultimi anni della guerra. Il testo spazia dagli eventi di fine Quattrocento storicamente documentati, con Casarsa risparmiata dalla furia degli invasori forse, come recita una leggenda, per l’improvviso alzarsi di un polverone che ha impedito ai turchi il passaggio in questo paese, fino ai fatti della seconda guerra mondiale che vide anche Casarsa invasa dai tedeschi, attaccati dai partigiani e bombardati dagli alleati anglo-americani che miravano ai ponti e alla ferrovia sul Tagliamento. È la storia di una piccola comunità agricola costretta a fare i conti con la violenza degli aggressori, la tragedia della guerra, i lutti e le sofferenze. L’incursione turca in Friuli nell’autunno del 1499 si è profondamente saldata nella memoria dei friulani, all’epoca sotto il dominio di Venezia. Camarcio, Cervignano, Strassoldo, San Giovanni, Cusano, Fiume Veneto, San Floriano, Pordenone, Cordenons, Roveredo, Aviano, Spinazzedo….è lungo l’elenco delle devastazioni e delle crudeltà compiute dai turchi che giunsero perfino a poche decine di chilometri da Treviso e Mestre dove gran parte della popolazione fuggì in preda al panico. È utile per conoscere queste vicende storiche il libro di Roberto Gargiulo “Mamma li turchi, la grande scorreria in Friuli” (edizioni Biblioteca dell’Immagine) in cui l’autore, friulano, ricostruisce quel drammatico periodo sul finire del XV secolo. L’impero dei sultani stava attraversando un periodo di grande espansione dopo la conquista di Costantinopoli bizantina nel 1453 e l’occupazione, seppure temporanea, di Otranto nel 1480 con le armate inviate da Maometto II con l’obiettivo di risalire la penisola e prendere la capitale della Cristianità. In realtà i turchi erano già penetrati in Friuli nel 1472 e nel 1477 con distruzioni sistematiche e incendi di villaggi per poi ritirarsi con molti prigionieri. Comandati dal pascià bosniaco Iskender Beg (nulla a che vedere con Giorgio Castriota Skanderbeg) oltre 15.000 akingy, spietati incursori a cavallo, giunsero sull’Isonzo e invasero la pianura arrivando a Udine. Nel 1479 la Repubblica di Venezia stipulò un trattato di pace ventennale con i turchi. Vent’anni di tregua, poi ci fu l’invasione più terribile, nel 1499. Un flagello, con oltre 130 paesi distrutti, rasi al suolo e dati alle fiamme, chiese profanate e incendiate e migliaia di friulani uccisi o fatti prigionieri. Tra le macerie di paesi e cittadine mucchi di cadaveri maleodoranti, bambini lasciati vivi o morti per le strade, pochi i superstiti. Felice per il risultato della campagna militare, Iskender inviò al sultano 300 friulani prigionieri come regalo personale mentre la regione si presentava come sfigurata da una furiosa grandinata.

MArteLive apre le porte a operatori culturali in tutte le regioni

In vista della Biennale MArteLive 2019, continua la selezione di nuclei organizzativi per la realizzazione delle finali regionali. Il modo migliore per promuovere l’arte e la cultura nel proprio territorio


Ecco l’occasione per operatori, organizzatori e associazioni culturali di crescere professionalmente, promuovendo l’arte e la cultura nella propria regione. MArteLive, infatti, sta selezionando nuclei organizzativi locali capaci di dare vita alle finali regionali del suo storico concorso multiartistico.
MArteLive è il festival che da 18 anni continua a rivoluzionare il modo di concepire l’arte in Italia e che nel 2011 è stato premiato come miglior Festival italiano dal MEI-Meeting delle Etichette Indipendenti. Dal 3 all’8 dicembre 2019 a Roma, la Biennale MArteLive coinvolgerà giovani artisti emergenti, divisi in 16 diverse sezioni, che si esibiranno in circa 300 spettacoli tra concerti, performance, rappresentazioni teatrali e di danza, proiezioni, installazioni e reading. L’obiettivo è quello di raddoppiare gli oltre 40mila spettatori dell’edizione 2017. Prima di arrivare a questo evento colossale, lo staff MArteLive valuterà e selezionerà migliaia di giovani artisti attraverso le finali regionali su tutto il territorio nazionale. Il modello è quello sperimentato con successo nel corso degli ultimi anni e valorizzato, in particolare, lo scorso dicembre a Roma con la finale laziale: una tre giorni di “spettacolo totale”, in cui le arti si sono mischiate in un’esperienza sensoriale unica nel suo genere. Per questo motivo è ancora in corso la selezione di nuclei organizzativi autonomi capaci di realizzare, con il supporto del nucleo centrale, altre finali di MArteLive nella propria regione di appartenenza. Un modo unico per contribuire alla crescita artistica e culturale del proprio territorio, valorizzando i migliori talenti locali e permettendo loro di partecipare a un evento di portata nazionale come la Biennale MArteLive 2019. I requisiti per il riconoscimento di organizzatore MArteLive sono semplici: si cercano operatori e associazioni culturali che siano già attivi nel territorio e che siano in grado di creare uno staff che possa organizzare eventi live all’interno di locali o spazi dedicati all’arte. A guidarli in tutte le fasi ci sarà lo staff romano di MArteLive, che fornirà tutto il necessario in termini di strumenti e know how, organizzando corsi di formazione gratuiti svolti direttamente sul territorio. In questo modo ogni nucleo organizzativo sarà in grado di portare avanti il progetto indipendentemente, per far sì che la magia de “Lo spettacolo totale” si ripeta in tutta Italia. Come, d’altronde, è già accaduto nell’edizione del 2017 con nuclei organizzativi che si sono attivati su tutto il territorio italiano, isole comprese. Nel frattempo, gli artisti interessati a partecipare potranno continuare a iscriversi a una o più delle 16 categorie che vanno dalla musica al teatro, passando per arti circensi, artigianato, moda, cinema, arti visive e tanto altro ancora. Una volta superata la prima selezione, avranno la possibilità di esibirsi live o di esporre all’interno delle finali organizzate nella propria regione o macro-area di appartenenza, passaggio essenziale per condurli all’attesissimo main event, la Biennale MArteLive 2019. Per i finalisti numerosissimi premi in palio, come il premio speciale della Fondazione Film Commission Roma e Lazio del valore di €2000l’inserimento nel cartellone degli eventi organizzati dall’ATCL (Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio), un contratto di management con l’etichetta MArteLabel del valore di €20.000, l’inserimento nelle Scuderie MArteLive che apre alla partecipazione a vari festival (Busker in town, Tolfarte, Carpineto Buskers Festival) e poi ancora produzioni, visibilità, ingaggi e borse di studio. Grazie alla sua ramificazione nazionale, MArteLiveItalia si configura come una delle più grandi reti italiane di operatori culturali e artisti. Un’occasione imperdibile per partecipare alla crescita creativa e culturale del proprio territorio con il supporto di una realtà rodata da quasi vent’anni di esperienza nell’organizzazione e nella promozione di eventi. Il percorso che porta alla Biennale MArteLive 2019 è ormai avviato: ora tocca a chi crede nell’arte e nella cultura mettersi in gioco e portarlo a compimento. Per candidarsi come nucleo organizzativo inviare un Curriculum Vitae o una presentazione dell’organizzazione all’indirizzo curriculum@martelive.itspecificando nell’oggetto “Candidatura Organizzazioni MArteLive Italia”.
Per iscriversi al concorso consultare il seguente link: https://concorso.martelive.it/sezioni

“USURA E ANATOCISMO BANCARI, POSSIBILE CAUTELARSI”

L’efficacia di strumenti legali ancora poco conosciuti per chiamarsi fuori da critiche situazioni economiche di difficile gestione

Negli ultimi 11 anni, a partire dal disastroso default americano del 2008, anche in Italia assistiamo piuttosto tristemente e ricorrentemente a episodi di cronaca che vedono protagoniste, loro malgrado, le banche: ree di aver letteralmente polverizzato i risparmi di migliaia e migliaia di connazionali, attraverso l’operato infausto di management a dir poco disastrosi, determinando anche il crollo degli istituti di credito stessi. E la crisi versione 2019 non sembra tantomeno agevolare di certo una già di per sé complicata e difficile situazione.Da qui, il fenomeno per lo più tutto italiano di una serie di fusione a catena fra gruppi diversi per cercare di stare a galla. E ripartire, spesso e volentieri, grazie ai soldi dello Stato, o per mezzo di consistenti operazioni di ricapitalizzazione condotte soprattutto attraverso nuove richieste di fiducia in denaro proprio a quegli stessi correntisti–azionisti: ai quali, invece, andrebbero fatte mille e più scuse, e restituite somme cospicue. A partire dal 1999, e più precisamente da quando Piero Calabrò, famosissimo e stimato Magistrato, ottenne in tribunale la prima pronuncia storica in materia di anatocismo e usura bancaria, per i sempre più numerosi e onesti consumatori italiani si è aperto uno scenario nuovo grazie al quale poter ottenere giustizia dalle banche. Un’attività, questa, che ha fatto della celebre società bresciana ‘SDL Centrostudi SPA’ il punto di riferimento indiscusso nel nostro Paese per quanto riguarda la verifica dei possibili vizi usurari e anatocistici che spesso inquinano la bontà e la salute dei conti correnti. Fondata nel 2010 dal geniale Serafino Di Loreto, in passato stimato avvocato e tuttora imprenditore di successo, l’azienda offre ai consumatori preanalisi gratuite dei loro conti correnti: e persino una polizza che, in caso di soccombenza in tribunale, copre l’intero importo delle spese legali sostenute.
A oggi, ‘SDL Centrostudi SPA’ (www.sdlcentrostudi.it) si è rivelata un partner efficace ed efficiente nella gestione anche di altre problematiche di primaria importanza connesse all’avanzare della crisi: tra queste, in primis, il cosiddetto ‘sovraindebitamento,’ alias il superamento delle pendenze economiche sostenibili da consumatori e imprese che sono alla base della cosiddetta ‘morte civile’, recuperando nel complesso dei primi nove anni di attività oltre 250 milioni di euro indebitamente sottratti alle tasche delle fasce deboli, tra cui cittadini, correntisti, famiglie, privati, consumatori e piccole e medie imprese.

PERFORMING + più competenze a sistema

3 regioni e 6 città, 6 incontri, 87 enti, 27 relatori, 40 ore di formazione e confronto, 1050 km percorsi

Questi alcuni dati che provano a raccontare in maniera sintetica il primo anno di Performing+, progetto triennale promosso da Compagnia di San Paolo e Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione con l’Osservatorio Culturale del Piemonte, per rafforzare le competenze dei soggetti del Terzo Settore attivi nello spettacolo dal vivo in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. La scelta di lavorare congiuntamente nasce dalla comune convinzione che il ruolo generativo del comparto nello sviluppo culturale, sociale ed economico di un territorio necessiti di essere potenziato investendo nelle competenze e nella costruzione di relazioni, per una comunanza di pratiche, obiettivi, ragionamenti ed esperienze sempre più efficace ed estesa. “La Compagnia di San Paolo, in particolare con il suo Piano Strategico 2017-2020, a fronte delle domande crescenti da parte del territorio, propone una strategia e co-progetta con la comunità, ponendosi sempre di più come soggetto che diventa moltiplicatore di risorse e fattore abilitante per il territorio. In quest’ottica, con Performing+ la Compagnia affianca, all’erogazione di contributi economici, azioni di capacity building che nascono dal dialogo con altre istituzioni, vengono definite a partire dai bisogni del contesto e maturano con esso, condividendo percorsi capaci di portare valore aggiunto agli enti che lavorano nel settore dello spettacolo dal vivo” afferma Alberto Anfossi, Segretario Generale della Compagnia di San Paolo. “A fronte di una società in trasformazione per abitudini, aspettative e bisogni, come fondazioni culturali siamo chiamati a ripensare il nostro modello di azione: oggi l’innovazione culturale deve passare necessariamente per la costruzione di un capitale culturale collettivo che faccia sì che best practise e modelli proficui diventino scalabili e migrabili verso comunità sempre più ampie. Il tutto sapendo coniugare qualità artistica, sviluppo locale e impatti sociali” commenta Matteo Negrin, Direttore di Fondazione Piemonte dal Vivo. “Il valore che Performing+ assume per l’Osservatorio è quello insito nel dare avvio a un processo di capacitazione dei singoli professionisti e del settore nel suo complesso, che pur nutrendosi della condivisione di buone pratiche, messa a sistema di conoscenze, metodi, relazioni nazionali e internazionali, va oltre e si spinge a progettare insieme un percorso per rendere l’esperienza di Performing+ una policy, alla quale si chiede di dare un contributo importante di ispirazione e orientamento ai singoli e al sistema intero. Uno degli effetti a cui si mira esplicitamente consiste nella costruzione di una comunità professionale intessuta di legami anche deboli tra gli operatori, per costruire quel tessuto che è il terreno di base per future possibilità e per costruire atmosfere creative” dichiara Luca Dal Pozzolo, direttore dell’Osservatorio Culturale del Piemonte.

Il primo anno, strutturato in sei giornate itineranti nelle tre regioni da novembre a maggio 2019, è stato dedicato al tema dell’audience development, per agire prima di tutto sullo sviluppo della domanda e sulla connessa capacità dei soggetti di interpretarsi e operare come fattori di crescita degli individui e della comunità di appartenenza. Il comitato scientifico – composto da Sandra Aloia, Compagnia di San Paolo; Luisella Carnelli, Osservatorio Culturale del Piemonte; Mara Loro, Fondazione Piemonte dal Vivo – ha ideato un percorso che ha visto l’alternarsi di relatori da tutta Italia, con consolidate esperienze nell’ambito dello spettacolo dal vivo e della progettazione culturale: Lucio Argano, Alessandro Bollo, Giuliana Ciancio, Emanuele Masi, Agostino Riitano, Pierluigi Sacco, Rosa Scapin, Catterina Seia sono alcuni dei nomi che hanno incontrato le realtà culturali durante Performing+. Obiettivo del percorso triennale è, da una parte, rafforzare la consapevolezza delle organizzazioni culturali sul loro ruolo chiave per lo sviluppo sostenibile della società e, dall’altra, accompagnarle e facilitarle nella ricerca della loro personale dimensione di sostenibilità, attrezzandosi per gli scenari che si troveranno di fronte e che dovranno necessariamente affrontare. L’appuntamento con Performing + è per l’autunno 2019, con il nuovo ciclo dedicato alla sostenibilità organizzativa, gestionale, economica e ambientale.