“Dichiarare cantanti e canzoni preferite è come fare una precisa affermazione di ciò che siamo e di come vogliamo che gli altri ci vedano”. Peter Rentfrow (professore di psicologia sociale presso l’Università di Cambridge)

Giovedì 15 dicembre il Cap10100 si trasforma in un grande ritrovo di appassionati della musica d’autore italiana e torinese con Io sono la musica che ascolto…a Natale, un’iniziativa che vede impegnati per l’occasione le realtà di The Goodness Factory, Reset Festival Torino al Cap10100 insieme a RECTV Produzioni, Pangramma e Blumusica.Sarà una serata interamente dedicata ai protagonisti della musica italiana di oggi di passaggio in città che si alterneranno sul palco dalle 22 in poi a ingresso gratuito. La lista degli ospiti si aggiorna in tempo reale su www.resetfestival.it
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L’appuntamento è con chi sostiene la scena live di Torino, a chi non sa rinunciare a un buon concerto e che non rinuncia alla musica nemmeno per un giorno, perché come suggerisce lo slogan di Reset Festival Torino, Io sono la musica che ascolto.E così cantautori già affermati, nuove proposte e nomi riconosciuti del panorama della musica italiana si riuniscono al Cap10100 per ascoltare e suonare insieme, contribuendo all’esistenza di una scena musicale che negli ultimi anni è cresciuta diventando un punto di riferimento nazionale.In occasione della serata, verrà inoltre pubblicato sul sito web di _resetfestival, uno studio di settore realizzato durante l’edizione del festival dello scorso settembre, volto a fornire indicazioni utili ai musicisti che si trovino nelle prime fasi della propria carriera artistica.Lo studio è il risultato delle interviste a 30 artisti ed addetti ai lavori italiani, tra cui Tommaso Cerasuolo (Perturbazione), Bianco, Pier Ferrantini (Rock ‘n’ Roll Circus – Radio 2, Velvet), Eugenio Cesaro (Eugenio In Via Di Gioia), Daniele Celona, Lorenzo Kruger (Nobraino) e molti altri.
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#IoSonoLaMusicaCheAscolto Partners: RECTV Produzioni, pangramma e Blumusica.
Corso Moncalieri 18, Torino Giovedì 15 Dicembre Cap10100, The Goodness Factory, Reset Festival Torino
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E Venerdì 16 dicembre alle 21.30 musica elettronica e pneumatici in scena per la performance di Ammonia, la compagnia di danza contemporanea residente al Cap10100, che presenta lo spettacolo Upcycling, uno studio sul movimento e il riciclaggio dei materiali destinati all’uso quotidiano con le coreografie di Valentina Gallo e il live painting di Lara Braconi.
https://www.facebook.com/event
ingresso 7 € intero | 5 € Fools Teatranti – Under 25 – studenti
per prenotarsi: prenotazionicap10100@gmail.com
Dopo lo spettacolo, si continua a ballare con We Play The Music We Love e il live set di Lapien, già metà del noto progetto Artefakt, all’attivo come solista per etichette importanti come Rekids Mistress Recordings e Soul People Music e protagonista insieme a Trevor Deep Jr del prossimo EP in uscita per la label torinese. Dopo il set, in consolle anche i dj resident The Taste e Mattia Corrado.


Giovedì 15 dicembre il Teatro Superga ospita “Turandot principessa falena” un adattamento del capolavoro di Puccini inserito nella XX edizione del progetto Opera Domani di AsLiCo – Associazione Lirica e Concertistica Italiana, con sede al Teatro Sociale di Como.








conoscenza di certi pettegolezzi che giorno dopo giorno prendono a circolare nell’alta società, si reca a Churchill, in una elegante tenuta proprietà della famiglia del marito. Soggiorno che sarà pure occasione per assicurarsi un buon nuovo consorte e un altrettanto buon partito che faccia la felicità della figlia. Ospiti della casa, tra gli altri invitati, saranno due gentiluomini forse adatti alle aspettative di milady. Durata 94 minuti. (Eliseo blu, Romano sala 3)
Captain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 2, Massimo 1)
Come diventare grandi nonostante i genitori – Commedia. Regia di Luca Lucini, con Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno e Matthew Modine. L’arrivo in Liceo di una nuova preside che contro il parere di allievi e genitori decide di non partecipare al concorso scolastico nazionale per gruppi musicali, rincarando anzi l’attività quotidiana dei ragazzi. Ma alla fine saranno questi ad avere l’ultima parola. Durata 90 minuti. (Greenwich sala 3, Massaua, The Space, Uci)
Fai bei sogni – Drammatico. Regia di Marco Bellocchio, con Valerio Mastandrea, Roberto Herlitzka, Piera Degli Esposti e Berenice Bejo. Dal bestseller di Massimo Gramellini, giornalista tra i più apprezzati in Italia, celebre per il suo “Buongiorno” lanciato dalla prima pagina della “Stampa”, volto televisivo del Circo Barnum firmato Fazio e oggi pure in autonomia (riempitiva causa rimpicciolimento spazi). Un romanzo che è la perdita della madre da parte di un bambino di soli nove anni, una perdita che ha condizionato la vita di un uomo oltre i quarant’anni. Durata 134 minuti. (Reposi)
questo angolo di storia americana così poco frequentato. La storia di Newt Knight, uomo di luci e ombre qui ritratto con i colori illuminati del valore e dell’umanità, preso nell’ingranaggio sanguinoso della Guerra di Secessione, disertore per un ritorno nella sua contea di Jones, raccolse intorno a sé un gruppo di ribelli che raccoglieva uomini di colore, sino ad allora schiavi, e proprietari di piccole risorse, lontani dall’idea dello schiavismo. La lotta contro il feroce colonnello Lowry, l’asserragliarsi all’interno delle paludi che hanno il sapore della foresta di Sherwood, la resistenza con ogni mezzo, l’unione con una ex schiava. Temi suggestivi, facce scavate, eccellente confezione, protagonista teso sino allo spasimo, un obbligo a girar pagina rispetto alla Rossella di Via col vento, interesse e ricercata partecipazione: ma troppe volte il film non riesce a coinvolgere, scivola giù per i sentieri del melodramma o delle sdolcinature troppo colorate (non contando quelle pennellate in epoca moderna davvero fuori luogo), senza ridarci quelli ben più asciutti del dramma che tutti ci aspetteremmo. Durata 139 minuti. (Greenwich sala 1, Reposi, Uci)
Wolfe e l’editor Maxwell Perkins, che già aveva fiutato giusto tra le pagine di Scott Fitzgerald e di Hemingway grazie ad un talento non comune. Tanto lo scrittore è stravolto di esuberanza nel carattere e in una scrittura che si porta appresso numeri impensabili di pagine, quanto Max è di poche parole, amante della vita familiare, di calmi sguardi paterni, di aggiustamenti, di desiderio di sfrondare quel troppo scrivere. Wolfe morì appena trentottenne, e i rapporti tra i due alla fine s’incrinarono parecchio, accusato l’editor di aver stravolto con tutte le rigacce lanciate sul foglio quel che più di impetuosamente genuino c’era nello scrittore. Bello il soggetto, interessante per quanto scarnifica di quel rapporto, ma la passione è altra cosa, sia quella delle immagini e dei dialoghi sia quanto quella che lo spettatore vede crescere in sé. Il tutto scardinato da una sempre più incartapecorita Kidman, che non riesce più a costruire uno straccio di personaggio, anche soltanto per brevi tocchi. Durata 104 minuti. (Nazionale sala 2)
Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)
Snowden – Biografico. Regia di Oliver Stone, con Joseph Gordon-Levitt, Melissa Leo, Zachary Quinto e Tom Wilkinson. In una stanza d’albergo di Hong Kong, Snowden sta con un paio di giornalisti e una documentarista in attesa di poter rendere pubbliche le rivelazioni riguardanti i dati trafugati alla Agenzia Nazionale per la Sicurezza al fine di smascherare il sistema di intercettazioni che coinvolge il mondo intero. Come sottoracconto, Stone torna agli anni giovanili del protagonista, in un ampio flashback, dalla richiesta di arruolamento nelle forze speciali al percorso che attraversa Cia e Nsa, alle missioni in Giappone e alle Hawaii, alla condanna come spia e traditore del proprio paese: ma anche con un suo largo seguito di simpatizzanti, che vedono in lui un paladino delle libertà. Durata 134 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Lux sala 1, Massimo sala 2, Uci)
Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 1 e sala 2, Centrale V.O., Massaua, Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Eliseo rosso, F.lli Marx sala Groucho e sala Chico, Ideal, Romano sala 1, The Space, Uci)
Lunedì 12 dicembre