CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 787

PersonAtelier si prende cura delle donne torinesi

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Intervista alla consulente d’immagine Giuseppina Sansone 

 

Terza puntata del viaggio nel mondo di “PersonAtelier”, il ciclo di seminari e workshop -tenuti da esperte di coaching, immagine e creatrici  di moda e bijoux- che aiuta le donne torinesi a rinnovare look e atteggiamento.

 

Oggi incontriamo  Giuseppina Sansone: consulente d’immagine, blogger fashion con il suo (seguitissimo) “Fashion and the city” e personal shopper. Ovvero una donna per amica: colei che, con un occhio allo stile, l’altro alla moda e soprattutto un faro puntato sulla vostra personalità, può darvi una mano nel caso in cui (come Carrie Bradshaw), di fronte all’armadio straripante di vestiti, vi arrovellaste nel grido d’allarme: “Non  ho niente da mettermi!”.Chi meglio di lei per levarvi  dall’”impasse”, buttar via l’inutile, abbinare diversamente l’esistente e inserire pezzi must, autentici salvavita su cui potrete sempre fare affidamento. Insomma, un toccasana che aggiunge dosi di sicurezza, anche interiore.

 

Fermamente convinta (come Coco Chanel) che “La moda passa, lo stile resta” è la guida giusta per aiutare le donne a sfuggire l’omologazione, capire cosa sta loro meglio ed esaltarne la personalità con il look più adatto. Proprio quello che farà negli incontri di “Personatelier”, come ci  spiega: «Mi occuperò della parte relativa all’immagine, di pari passo con il lavoro della coach Daniela Prandi relativo al lavoro sull’interiorità. Le due cose si sposano perfettamente e me ne accorgo anche nella gestione delle mie clienti: inevitabilmente, il miglioramento del look produce un impatto benefico pure sul versante emotivo».

 

-Quindi la marcia in più di “Personatelier”?

«Il progetto mette insieme più professionalità e permette di vedere le cose da più prospettive».

 

-Quali sono gli aspetti più difficili del tuo lavoro?

«Tante volte le donne non hanno ben chiaro quello che vogliono fare: desiderano un cambiamento, però bisogna cercare di lavorare su una chiarezza iniziale, che spesso non c’è».

 

– Che rapporto si crea con le tue clienti?

«E’ fondamentale che io gli piaccia, come donna e come persona, anche dal punto di vista umano. Devono riconoscere in me caratteristiche e affinità che in qualche modo ci leghino, perché è anche una questione mentale. Questo feeling è molto importante, poi lavoriamo in tandem».

 

-Chi si rivolge a te?

«Generalmente donne che si mettono in discussione, o comunque sono in una fase di passaggio. E’ una cosa che deve partire da loro. Può accadere soprattutto quando compiono una certa età, per esempio 40 o 50 anni; quando ci sono separazioni, divorzi, cambiamenti sul fronte professionale. Tutti momenti che possono mettere in crisi, ed allora è più facile farsi aiutare da una professionista».

 

-Ci sono alcune regole base che dovrebbe tenere presente chi vuole migliorarsi?

«Mi auguro sempre che come punto di vista una donna abbia se stessa, sappia accettarsi e non senta la necessità di assomigliare ad un’altra. Dovrebbe avere una personalità già abbastanza formata e un buon gusto personale; capire come è fatta realmente, cosa vuole e le cose che invece non le piacciono».

 

-PersonAtelier propone lavori di gruppo, ma anche percorsi individuali. Come vedi le due opzioni?

«Innanzitutto i gruppi non sono troppo numerosi, così si lavora meglio. Ma, se per svariati motivi una donna preferisce un lavoro “ad personam”, è una scelta del tutto personale e noi possiamo andarle incontro benissimo. Comunque mettere in contatto più donne che hanno in comune  le stesse problematiche, può  rivelarsi molto positivo e spesso le fa stare meglio».

 

-Le soddisfazioni più grandi del tuo lavoro?

«Accorgermi che la donna con cui ho lavorato ha beneficiato della mia consulenza, si sente bene e c’è un riscontro  tangibile del miglioramento ottenuto. Di solito, poi, restiamo in contatto e mi faccio mandare i selfie con gli outfit che ha imparato a creare da sola. In ogni caso, resto  sempre reperibile per ulteriori consigli su acquisti od altro».

 

-In periodi di crisi come quello attuale, ingaggiare una personal shopper non è un lusso eccessivo?

«Non occorre essere una star, molte mie clienti sono donne “normali”, non  necessariamente top manager o simili. E’ una questione di cultura ed intraprendenza non legata ai soldi. Io le aiuto a capire qual è il modo migliore di comprare senza sperperare denaro».

 

Laura Goria

 

 

Testuggini e serpenti, se ne parla al Museo di Scienze

museo scienze2Tra foreste, petrolio e palme da olio: 20 anni di ricerca in ecologia e conservazione di serpenti e testuggini nel Golfo di Guinea

 

Prosegue HerpeThon 2015, maratona erpetologica in giro per l’Italia, con ricercatori che portano al grande pubblico le proprie esperienze e le scoperte in campo zoologico, parlando di animali spesso noti, come rane, rospi, testuggini, serpenti e lucertole. Organizzato da Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e dalla Societas Herpetologica Italica, l’edizione del 2015 di HerpeThon, ricca di oltre 40 appuntamenti, affronterà i temi del commercio (il cosiddetto PET-TRADE), di allevamento in cattività e di conservazione.Giovedì 26 marzo, alle ore 17:00, il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università (C.so Massimo d’Azeglio, 52) ospita una conferenza pubblica di Luca Luiselli , ricercatore della Nigerian Agip Oil Company (NAOC) del Gruppo ENI e professore di ecologia alla Rivers State University o di Port Harcourt (Nigeria Il prof. Luca Luiselli, che vanta numerosi grants internazionali per ricerche ecologiche in Africa occidentale, illustrerà i risultati più interessanti sull’ecologia e la conservazione di serpenti e testuggini, ottenuti in venti anni di ricerca sul campo nei paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea. Particolare enfasi viene riposta ai dati sull’organizzazione delle comunità ecologiche e alle relazioni tra rettili e popolazioni umane in una regione a rapidissimo sviluppo economico. L’incontro sarà introdotto e coordinato da Franco Andreone, Conservatore al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, e da Marco Sassoé, docente e ricercatore presso l’Ateneo torinese. Ulteriori informazioni reperibili nel programma di HerpeThon 2015 http://www.mrsntorino.it/cms/la-tua-visita/temporary-museum/item/231-herpethon-2015 ). 

 

 

Giovedì 26 marzo 2015

Dipartimento di Neuroscienze dell’Università (C.so Massimo d’Azeglio, 52)

ore 17,00 Ingresso libero

 

Giovani a confronto sui temi europei

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Iniziativa promossa dalla Consulta regionale europea

 

Una simulazione delle attività di Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue per imparare come si decide a Bruxelles. È questo l’obiettivo dell’iniziativa promossa dalla Consulta regionale europea e inaugurata il 24 marzo al Campus Luigi Einaudi.  Il prestigioso ateneo torinese ospita, dal 24 al 28 marzo, oltre sessanta studenti provenienti da tutta Italia che parteciperanno al progetto “Eu Model Torino”, realizzato in collaborazione con il Movimento studentesco per le organizzazioni internazionali (Msoi), Europae (rivista di affari europei) e il Movimento Giovani federalisti.  “È motivo di soddisfazione – ha dichiarato Daniela Ruffino, presidente della Consulta europea – prendere atto della presenza di così tanti giovani. Si tratta di un segnale concreto dell’interesse maturato dal mondo studentesco nei confronti delle tematiche europee. L’iniziativa torinese ha poi una notevole rilevanza: si tratta di un’occasione davvero unica per comprendere al meglio come si opera a Bruxelles e per approcciarsi ai valori multiculturali e post-nazionali dei nuovi scenari internazionali”.  Cinque giorni, dunque, all’insegna dell’Europa, del tema dell’immigrazione e della gestione dei confini esterni dell’Ue: un appuntamento ispirato dal recente semestre europeo di presidenza italiana e dalle ultime elezioni europee, per offrire agli studenti una visione del lavoro svolto dagli organismi comunitari. Nel corso del dibattito sono inoltre intervenuti: Edoardo Greppi, professore alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino; Barbara Forni, funzionario del Parlamento europeo e Francesco Laera, rappresentante della Commissione europea.

(droselliwww.cr.piemonte.it)

Gli italiani “con la divisa sbagliata”

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“Come cavalli che dormono in piedi” di Paolo Rumiz si conferma come il racconto più anticonformista oggi presente in libreria tra i tanti titoli che rammentano la Grande guerra

 

Il 24 maggio del ’15 la cavalleria italiana passa il confine austriaco dalle parti di Cervignano e chiede a un vecchio seduto sulla porta di casa: ‘Scusi, buon uomo, dov’è il nemico?’. E il buon uomo, tranquillo,risponde: ‘Veramente, signor ufficiale, il nemico siete voi’ “. Già da questa frase s’intuisce che “Come cavalli che dormono in piedi”, di Paolo Rumiz, (Feltrinelli, pp. 272, 18 euro) si confermi come il racconto più anticonformista oggi presente in libreria tra i tanti titoli che rammentano la Grande guerra di cent’anni fa. Nel turbine delle commemorazioni sull’inizio della Prima guerra mondiale è il primo libro che affronta il tema andando controcorrente. Il tema-cardine del libro è la storia di quelli che entrano in guerra nel 1914 e poi nel 1915. Triestini, come il nonno di Rumiz, ma anche trentini che vanno in Galizia a combattere,  nel fango dell’Europa centrale, italofoni che non sono italiani, che portano le divise dell’impero austroungarico e combattono sotto le insegne di “Cecco Beppe” contro i russi. Nell’agosto del 1914, sono più di centomila i trentini e giuliani che vanno a combattere per l’Impero, di cui sono ancora sudditi. Muovono verso il fronte russo quando ancora ci si illude che “prima che le foglie cadano” il conflitto sarà finito. Invece non finisce. E quando come un’epidemia si propaga in tutta Europa, il fronte orientale scivola nell’oblio, schiacciato dall’epopea di Verdun e del Piave. Quello di Rumiz è un racconto straordinario, avvincente,  sui luoghi dove scorse il primo sangue della grande guerra. L’esito del conflitto, la dissoluzione dell’Impero, costringerà quei soldati scampati alla morte a definirsi nazionalisticamente come italiani, ma senza ritrovarsi a casa propria. Dai cimiteri galiziani coperti di mirtilli al silenzio di Redipuglia, Paolo Rumiz sembra suggerire che l’Europa è lì, in quella riconciliazione con i morti che sono i veri vivi, gli unici depositari di senso di un’unione che già allora poteva nascere e oggi forse non è ancora cominciata.

Marco Travaglini

Con PersonAtelier si cambia look (e autostima)

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Intervista / Coach PersonAtelier Daniela Prandi

 

Seconda puntata del nostro viaggio nell’universo di “PersonAtelier” che, con un ciclo di seminari e workshop  -tenuti da esperte di coaching, immagine e creatrici di moda e bijoux-  aiuta le donne torinesi a rinnovare look e atteggiamento. Oggi incontriamo l’ideatrice del progetto: la psicologa, coach e consulente in ambito risorse umane, Daniela Prandi.

 

-Quanto è fondamentale l’apporto di un coach per chi insegue un cambiamento?

«Direi che è il suo habitat, perché è proprio nella professionalità del coach lavorare su questo, su cosa manca per transitare da una situazione così com’è e traghettarla verso una dimensione futura».

 

-Come è nata l’idea di abbinare il coaching allo stile?

«E’ la sintesi del mio percorso professionale. Da 15 anni mi occupo del cambiamento, con  strumenti  differenti. Ho iniziato come psicologa, poi consulente di carriera e ho lavorato  sull’orientamento e bilancio di competenze. Sono fermamente convinta che per realizzare un cambiamento, la sinergia tra dentro e fuori sia la formula vincente».

 

-Idea assolutamente nuova?

«Nella psicologia della moda e nella consulenza di immagine si è visto e fatto già molto; di diverso e personale, nella nostra proposta, c’è l’affiancare punti di vista e professionalità  differenti. Si lavora a 360°; partendo dalla rappresentazione mentale, dalla percezione che si ha di se stesse, poi si veicola all’esterno».

 

-Quanto è importante la collaborazione con la consulente d’immagine?

«Direi fondamentale, proprio per lavorare su più piani. Ho pensato a Giuseppina Sansone perché ha un approccio “psico”; sa parlare di cose profonde in maniera simpatica, leggera ed accessibile».

 

-E le altre anime dell’iniziativa?

«Sono fondamentali per la parte concreta del progetto. Mi piace la filosofia dietro le creazioni di Elena Pignata e dell’Augelli; tutte insieme aiutiamo le donne a costruire la loro immagine, partendo dalle rappresentazioni interne per arrivare a ciò che vogliono mostrare agli altri, e sperimentare in atelier è una parte molto importante».

 

-Qual è la tipologia di donne che si rivolge a te?

«Soprattutto quelle in fase di ridefinizione della loro identità o libere professioniste con più ruoli che vogliono trovare un’integrazione tra le diverse sfaccettature, per arrivare ad una personale sintesi. Poi persone che hanno perso il lavoro e devono reinserirsi con un diverso ruolo; o ancora donne che da tempo si sono dedicate alla famiglia e desiderano un cambiamento, non  necessariamente legato al mondo del lavoro».

 

-Si può affermare che l’autostima ti fa più bella?

«E’ un buon punto di partenza. Nell’ottica del miglioramento c’è la possibilità di vedersi di una bellezza diversa, anche grazie alla consulenza di un professionista. La percezione che si ha di se stesse può migliorare ascoltando nuovi punti di vista, così da riuscire a valorizzare ancora di più le proprie risorse, ed esistono tecniche e metodi precisi. Poi è importante anche il contributo tecnico di chi crea abiti e accessori, si occupa di make up e hairstyling. Interiorità ed esterno non sono in contrapposizione; ed è strategica la sinergia tra le due facce della stessa medaglia».

 

-Le maggiori difficoltà sulla strada del cambiamento?

«L’ostacolo da abbattere più comune è la difficoltà  di modificare quello sguardo e quel linguaggio che parla con i “se”, piuttosto che con i “nonostante”. Spesso mi sento dire “cambierei se ci fosse  questa o quell’altra condizione”; io rispondo con una sorta di provocazione e chiedo di sostituire al “se” la parola “nonostante” e vedere se succede qualcosa di diverso. Occorre modificare quel modo di vedersi che sottolinea prevalentemente ciò che non si ha e che ci manca, e considerare, invece quanto si ha già e puntare sul positivo».

 

-Ma fino a che punto e a che età è possibile cambiare?

«Non c’è un limite, perché ognuno ha un potenziale di cambiamento lungo tutto l’arco della sua vita. Piuttosto, accade che non tutti abbiano voglia di attivarlo; ma questa porta è sempre aperta. Mi affascina proprio cercare di capire come trovare una motivazione, una leva, che faccia scattare quel potenziale».

 

-Gli aspetti più difficili del tuo lavoro?

«Gestire proprio le fasi dello stallo; perché ci sono delle resistenze che sono anche energie utili, ma è complicato riorientarle ai fini  di un cambiamento positivo».

 

-E la soddisfazione più grande?

«Assistere ai cambiamenti delle persone che accompagno nel percorso di coaching. Per esempio, lavorare per fare ottenere una promozione, che poi arriva».

 

Per  informazioni sui  corsi di PersonAtelier , scrivere ad

info@personatelier.com

 

Laura Goria

 

 

 

Progetto "Freedog" per l'accoglienza a quattro zampe

CANI FREE DOG

I locali che aderiranno a tale proposta potranno dunque essere coinvolti in un progetto innovativo che vuole porre la cinofilia di livello e di qualità nel panorama torinese

 

Il progetto “Freedog” nasce nel mese di febbraio 2015 dall’incontro di due professionisti con in comune la passione per i cani. Il nome “Freedog” è un idea proposta da Simone Meci proprio per comunicare l’esigenza di condividere con il proprio animale momenti di socializzazione. Trova nell’incontro con il noto addestratore cinofilo Andrea Bogiatto un partner ricco di esperienza e volontà nel proporre nuove iniziative.

 

Dal primo incontro prende vita il progetto “Freedog” e l’organizzazione di eventi costanti in locali torinesi unconventional. Freedog fonda la propria attività su alcuni dati:

 

In base alle stime di Euromonitor ci sono quasi 7 milioni di cani ospitati nelle famiglie italiane, ovvero più della metà delle famiglie (il 55,3%);

 

Il 59% dei proprietari afferma di non badare a spese per i propri animali e secondo la ricerca Gfk Eurisko si rileva, oggi, un vero e proprio stile di vita specifico correlato alla presenza dell’animale da compagnia, uno stile di vita piacevole, divertente, che aiuta a stare bene, e che aiuta anche la famiglia a crescere meglio i figli, e l’individuo a stare in forma;

 

I diritti degli animali, argomento di attualità in continua evoluzione;

 

Freedog fonda la propria attività su interventi per:

 

Posizionare Torino, come realtà di organizzazione eventi unconventional.

Sensibilizzare i locali pubblici all’accoglienza dei cani

Incrementare la fruizione di locali anche atipici a tutti i custodi di cani

 

Per raggiungere tali scopi Freedog collabora con diversi partner, fornisce disponibilità nel collaborare con diversi enti e organizzazioni, organizza eventi di intrattenimento e culturali al fine di superare il disagio di uscire con il proprio amico a quattro zampe valorizzando la partecipazione e la solidarietà tra le persone.

 

Ogni evento avrà le proprie caratteristiche e svolgimento in base agli accordi presi con i vari supporter.

 

Vantaggi “Pet Friendly”:

 

Ogni locale accuratamente selezionato, avrà la possibilità di affermarsi come locale certificato nel circuito “pet friendly” di Torino, acquisendo notevole visibilità. I locali che aderiranno a tale proposta potranno dunque essere coinvolti in un progetto innovativo che vuole porre la cinofilia di livello e di qualità nel panorama torinese. Ogni evento inoltre, verrà filmato da professionisti che, per ogni singola serata, produrranno un relativo filmato promozionale da pubblicare su varie piattaforme Social e Web. Freedog è presente su facebook attraverso la fanpage “Freedog” sulla quale è possibile ricevere notizie.

 

www.freedogitalia.weebly.com

https://www.facebook.com/pages/Freedog/1540988349493869?ref=bookmarks.

 

Quattro ruote di speranza con AIUTO onlus

anziani parco

Se voi o i vostri familiari aveste bisogno ad esempio di essere accompagnati per una visita in ospedale o per fare delle commissioni potete contattare il numero verde 800995650

 

L’Associazione A.I.U.T.O. ONLUS di Torino è da anni impegnata nel sociale promuovendo servizi indiretti di aiuto agli anziani e invalidi civili, tramite accesso gratuito al numero verde nazionale 800 99 56 50Da qualche mese è stato attivato anche  il servizio di trasporto e accompagnamento gratuito rivolto a tutte le persone autosufficienti con problemi di invalidità civile o di terza età disagiata. Se voi o i vostri familiari aveste bisogno ad esempio di essere accompagnati per una visita in ospedale o per fare delle commissioni potete contattarci al numero verde 800995650 dalle 9.00-13.00, dal lunedì al venerdì,  per verificare il possesso dei requisiti  e concordare il servizio gratuito.

 

Requisiti per accedere all’iniziativa:

 

-riconoscimento di invalidità civile ed età;

-reddito ISEE basso;

-difficoltà nello spostamento, ma in una condizione  globale di autonomia fisica e mentale.

-preavviso di  4-5 giorni.

Verranno prese in considerazioni ANCHE richieste al di fuori del possesso di tali requisiti a seconda della disponibilità dei mezzi.

 

A.I.U.T.O. ONLUS

Presidenza Nazionale

Via Anton Giulio Barrili 5-10134 Torino   Telefono  011 7934969

Aiuto-onlus@libero.it

www.aiuto-onlus.com

Europuzzle, dalle stelle Michelin alla bandiera stellata

CIRCOLO LETTORI

La storia e la cultura dei popoli europei sono state rilette seguendo la chiave dell’enogastronomia: un punto di vista alternativo, in grado di sorprendere lo spettatore e di guidarlo alla scoperta di nuovi sapori e di antiche tradizioni

 

“Le stelle in cucina: dalla Guida Michelin alla bandiera Ue” è il titolo del secondo appuntamento dell’iniziativa Europuzzle, promosso dalla Consulta regionale europea, in collaborazione con l’Accademia dei Folli di Torino, che si è svolto mercoledì 18 marzo, al Circolo Lettori.  L’incontro, omaggio alla cultura dei Paesi europei attraverso il cibo nella letteratura, è stato moderato da Elisabetta Chicco Vitzizzai, che ha raccontato al pubblico alcune curiosità che legano il cibo alle opere letterarie dei più grandi autori europei e che ne hanno caratterizzato il percorso artistico.

 

La storia e la cultura dei popoli europei sono state rilette seguendo la chiave dell’enogastronomia: un punto di vista alternativo, in grado di sorprendere lo spettatore e di guidarlo alla scoperta di nuovi sapori e di antiche tradizioni. Le diverse anime dell’Europa, quella delle cucine dei grandi chef, dove rigore e precisione regnano sovrani, e quella delle calde atmosfere delle osterie e dei focolari domestici, si sono incontrate in un viaggio ironico e divertente.

 

Europuzzle, dedicato alle classi quarta e quinta elementare di nove scuole torinesi, si propone infatti di eliminare barriere e confini dipingendo una galleria di ritratti dell’Europa e valorizzandone la storia e l’immenso patrimonio artistico e letterario. L’iniziativa prevede, inoltre, l’attivazione di laboratori teatrali finalizzati alla realizzazione di un breve spettacolo conclusivo. Sono previsti altri due incontri: “Oltre la Nona”, il 15 aprile e “Europa Express” in scena il 20 maggio. Tutti gli spettacoli sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

 

Info: info@accademiadeifolli.com

 

 

(droselli – www.cr.piemonte.it)

 

Cossato per gli Amici animali

cane tatamanagerQuesto evento avrà l’obiettivo di aiutare l’associazione onlus Aspa, che gestisce il canile 

 

Serata speciale dedicata al libro scritto da Lorenzo Lucon e pubblicato da Lineadaria Editore, venerdì 20 marzo. Verrà presentato presso la sala eventi, Via Ranzoni 28, alle 21, la pubblicazione, attualmente in ristampa dopo il grande successo della prima edizione, del progetto legato al volontariato e alle adozioni in canile. Anche questo evento avrà l’obiettivo di aiutare l’associazione onlus Aspa, che gestisce il canile di Cossato, il rifugio di Sandigliano e svolge numerose attività lungo tutto il territorio biellese. Parte del ricavato delle vendite del libro, infatti, viene donato proprio ad Aspa. Oltre all’autore e all’editore Vincenzo Lerro saranno ospiti graditi il presidente Aspa Giuliano Mosca e l’assessore alla cultura del Comune di Cossato Pier Ercole Colombo. Coordinerà il dibattito Chiara Marcandino, giornalista de Il Biellese. La serata, così come il libro, è patrocinata dal Comune di Cossato. Ingresso libero. Info: www.aspaonlus.it; lorenzolucon@hotmail.com

 

(www.regione.piemonte.it)

"PersonAtelier", quando il coaching incontra lo stile

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PERSONATELIER1Ciclo di incontri, seminari e workshop per rinnovare il look e l’atteggiamento, organizzati da un pool di 4 professioniste

 

A Torino, il coaching incontra lo stile con “PersonAtelier”; ciclo di incontri, seminari e workshop per rinnovare il look e l’atteggiamento, organizzati da un pool di 4 professioniste che uniscono le loro competenze e vi guidano sulla strada del cambiamento (in meglio). L’idea è partita dalla coach Daniela Prandi che ha fatto squadra con la consulente d’immagine Giuseppina Sansone, la stilista Elena Pignata ( l’avete vista a Project Runaway) e la designer di  bijoux Elena Augelli.

 

Chissà quante volte avete pensato di voler cambiare…dare una svolta…migliorarvi. Detta così sembra facile, ma poi da dove partire e come fare? Bene, ora c’è “PersonAtelier” . La filosofia di base è la convinzione che rinnovare la propria immagine sia possibile, a patto di mettere in gioco la dimensione interiore, oltre a quella esteriore; perché “ça va sans dire” quando si sta bene con se stessi si è anche più belli fuori.

 

Ed ecco il programma messo a punto per aiutare chi vuole attuare un cambiamento, amplificare le sue potenzialità e raggiungere tutta una serie di obiettivi personali. Tre le linee guida:

 

Linea casual per stare comodi e sentirsi bene nel proprio abito, armonizzando il dentro e il fuori. Workshop di una giornata e mezza, formula week-end: sabato (9,30-13 / 14-17,30) e domenica (9,30-13).

 

Argomenti:

 

1)Costruisci e allena il tuo stile: Perché la nostra immagine racconta molto di noi, definisce come ci vediamo e determina come ci percepiscono gli altri, incidendo anche sulla qualità delle nostre relazioni. Ecco perché con il look giusto possiamo sentirci più a nostro agio. Durante il seminario si riflette su questo, scoprendo nuovi  punti  di vista e ampliando le possibilità di miglioramento. Nella seconda giornata sono previste prove di stile in Atelier, divertendosi a sperimentare abiti e abbinamenti nuovi.

 

2) Cambia prospettiva e crea il tuo bijoux: perché  seguire la moda dipende da cosa si compra; avere stile da cosa ne facciamo  dopo. Così nel corso del seminario si indagano le credenze intorno al proprio modo di essere ed apparire; magari si scoprono nuove idee sulla via della trasformazione. E la seconda giornata sarà dedicata alla realizzazione dell’amuleto che meglio simboleggi il vostro cambiamento.

 

3) Chi voglio essere, progetta il tuo futuro: appuntamento  con l’introspezione e la riflessione  per identificare gli aspetti personali che si vogliono modificare o attivare nel futuro.

 

Linea giacca e cravatta, per vestire al meglio il proprio  ruolo professionale e comunicare con stile. Workshop di una giornata e mezza, formula week-end: sabato (9,30-13 / 14-17,30) e domenica (9,30-13).

 

Argomenti:

 

1)Personal style branding- comunicare con  stile nel proprio ruolo. Dedicato a chi intrattiene numerose relazioni interpersonali e comunicazioni in pubblico, in cui postura, abbigliamento, ecc. sono elementi usati per valutare la professionalità. Si riflette su come la costruzione del proprio  stile sia utile a definire le relazioni e nella seconda giornata sono previste prove in Atelier.

 

2) Style coaching-comunicare con stile nella consulenza alla vendita. Ideale per professioniste che operano nel settore vendita di moda ed accessori. Lo stile è fondamentale anche nell’acquistare un capo o un accessorio; e il consulente d’immagine aiuta a valorizzare i punti di forza e nascondere i più deboli. Nel corso del seminario tanti suggerimenti sugli stili più adatti alle diverse figure ..e poi prove in Atelier.

 

Linea per tutte le stoffe, per capire di che stoffa sei e sfoderare le tue risorse. Studiato per chi preferisce fare un percorso individuale (e su misura) della propria persona a 360°; con coach, consulente d’immagine, incontri congiunti e, a seconda delle necessità, anche con altri professionisti (per un totale di 20 ore).  

 

Allora via alle iscrizioni; il primo seminario è in programma il 7 marzo. Inizia così anche  il viaggio del Torinese in PersonAtelier: questa è solo la prima puntata a cui seguiranno le interviste alle 4 professioniste che danno vita al progetto.

 

Laura Goria

Per chi desidera maggiori informazioni sui corsi: scrivere a

info@personatelier.com