CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 684

L’industria del cinema al 30° Salone del Libro

Si incontrano al Museo Carpano di Eataly per individuare contenuti esclusivi da acquistare e trasformare in film, fiction e prodotti per tv e web

 

Alcune fra le più importanti case di produzione televisive, cinematografiche e new mediaitaliane e internazionali saranno a Torino dal 18 al 20 maggio prossimi per l’IBF – International Book Forum del 30° Salone Internazionale del Libro, con l’obiettivo di individuare contenuti esclusivi da acquistare e trasformare in film, fiction e altri prodotti destinati al grande e al piccolo schermo nonché al web.

 

Ha infatti raccolto ampi consensi nel settore e numerose adesioni la novità dell’IBF 2017, che per la prima volta apre le porte al comparto dell’audiovisivo con la sezione Book to Screen: nella business area destinata agli incontri B2B tra operatori internazionali per la compravendita di diritti editoriali, alla tradizionale presenza di editori, italiani e stranieri, e di agenti letterari, si affianca quest’anno una compagine che conta 40 realtà professionali coinvolte fra produttori, scout, agenti e uffici diritti  e che annovera i marchi più importanti del comparto a livello mondiale.

 

In particolare, fra i produttori italiani hanno formalizzato la propria adesione Cattleya, Kimera film, Tangram, Lucky Red, Bibi Film, Malia Produzioni, Fox, Mediaset, Ascent, Groenlandia, Wildside, Ballandi Arts, Cross Productions, Palomar, 11 Marzo Film.

 

I produttori stranieri sono invece i danesi di Nordisk Film Distribution, i francesi di Studio Canal, dal Regno Unito Film4, Warp Films e DNA Films e Amazon Studio dagli USA. Per quanto riguarda l’attività di scouting, ci saranno le case italiane Titanus, Notorius e Filmauro e dall’estero le statunitensi HBO, Fox, AMC e Netflix.

 

Sul fronte agenti e uffici diritti, le presenze nazionali riguardano Vigevani-Ali-Bernabò, Grandi e Associati, PNLA, Malatesta Agency, Alferij e Prestia, Carpinelli Consulenze editoriali, mentre dall’estero arrivano EFA (Regno Unito), WME (USA), Rogers, Coleridge & White (Regno Unito), Wylie Agency (Regno Unito), David Higham (Regno Unito) e C+W (Regno Unito).

 

Complessivamente l’IBF 2017 vedrà la partecipazione di 313 operatori in rappresentanza di 28 paesi. Sede degli incontri, le sale del Museo Carpano a Eataly.

“I promessi sposi” di Gonin sui muri di Giaveno

Impreziosire le facciate di alcuni edifici del centro storico di Giaveno con affreschi che riproducono le litografie realizzate da Francesco Gonin per l’edizione “quarantana” – l’editio princeps – de I promessi sposi di Alessandro Manzoni, pubblicata nel 1840.

È quanto si propone il progetto “Omaggio a Gonin”, organizzato dall’Associazione Proprietari immobili Centro storico (Pics) Onlus di Giaveno, che è stato illustrato venerdì 14 aprile a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, alla presenza della vicepresidente dell’Assemblea Daniela Ruffino.

“È mia intenzione, proprio a partire dall’esempio di Giaveno, chiedere alla Giunta regionale di individuare risorse per i privati che realizzano interventi di recupero e abbellimento delle facciate degli edifici dei centri storici – ha dichiarato la vicepresidente Ruffino -. La sinergia tra pubblico e privato rappresenta, anche in questo ambito, una risposta importante per contrastare il declino. Urgono ulteriori sgravi e agevolazioni anche a favore delle aziende che intervengono con proprie risorse per il recupero di edifici storici e spazi urbani. Così come vanno razionalizzate le diverse

proposte presentate in Regione nel corso degli anni per la tutela e la valorizzazione delle attività e delle botteghe storiche del commercio e dell’artigianato piemontese. Su questo m’impegnerò personalmente in Consiglio regionale”.

Il presidente dell’Associazione Marco Marinello e l’assessore alla Cultura del Comune di Giaveno Edoardo Favaron hanno sottolineato che si tratta di un’occasione per mettere l’arte a portata di tutti e invitare alla riscoperta – nel contempo – delle litografie di un artista piemontese di primo piano e di un pilastro della letteratura italiana e hanno annunciato che le prime opere saranno

 Nella foto: Daniela Ruffino, vicepresidente del consiglio regionale del piemonte

visibili entro l’autunno.  

Nel corso dell’evento sono state esposte due edizioni de I promessi sposi: quella a fascicoli della “quarantana”, il cui titolo originale è I promessi sposi – Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessadro Manzoni. Edizione riveduta dall’autore, stampato dalla tipografia Guglielmini e Radaelli di Milano, e un’edizione in volume del 1869 e due autoritratti di Gonin risalenti rispettivamente al 1828 e al 1878, illustrati dalla storica dell’arte Barbara Stabielli.

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Pittore torinese ottocentesco, Francesco Gonin (1808-1889) scelse Giaveno come luogo di soggiorno prediletto e vi trascorse lunga parte della propria vita. Collaborò – tra l’altro – alla realizzazione degli affreschi del Palazzo Reale di Torino e del Castello di Racconigi (Cn). Nel 1840 illustrò la cosiddetta edizione “quarantana” de I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

www.cr.piemonte.it

 

 

Il Museo del Risorgimento apre a Pasqua

Durante le prossime festività pasquali,  sabato 15 aprile, domenica 16 aprile, lunedì 17 aprile  e martedì 18 aprile 2017, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino resterà sempre aperto secondo il consueto orario, dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00). Costo del  biglietto d’ingresso: intero 10 euro a persona,  ridotto 8 euro.Negli stessi giorni alle ore 15.30 verrà proposta al pubblico la visita guidata all’esposizione museale. Per accedere alle visite guidate non occorre prenotare, è sufficiente presentarsi in biglietteria con 15 minuti di anticipo per essere registrati nel gruppo. Il costo è di 12 euro a persona (comprensivi di 8 euro per il biglietto ridotto + 4 euro per la quota guida). I possessori di Abbonamento Musei , Torino Card e Royal Card pagheranno solo i 4 euro di quota guida.

Info: www.museorisorgimentotorino.it

(foto: il Torinese9

Il jazz tra Barriera di Milano e Porta palazzo

Johnny Lapio, Classe 1980, conseguita la maturità scientifica, si laurea in Scienze dell’Educazione e si qualifica in criminologia presso l’Università Pontificia. Studia la tromba e il pianoforte (ma è attirato anche dal teatro e dalla pittura) si inserisce ben presto nel filone dell’avanguardia sperimentalista di John Cage, avviandosi alla ricerca musicale e in seguito musicoterapica. Si diploma al Conservatorio dell’Aquila, di Cuneo e all’Accademia di Belle Arti di Brescia. Attualmente insegna Nuovi linguaggi della performance, Musicoterapia e Arteterapia presso L’Accademia di Belle Arti di Brescia. Vince numerosi concorsi, residenze e premi sia musicali che artistici, sia nazionali che internazionali, tra cui Real Presence (Belgrado), Premio Speciale di Presidenza (AIL Roma), Giovani Talenti delle Alpi Latine, Movin’up, Premio Speciale Movin’up e molti altri. Compositore, la punta di diamante della sua musica di avanguardia è senza dubbio la collaborazione in atto dal 2013 con il compositore di fama mondiale Sylvano Bussotti.

A questo possiamo aggiungere anche spettacoli come “Gabbie”, una performance multimediale da lui ideata e creata con certosina attenzione, con la partecipazione di eccezionali artisti come Giancarlo Schiaffini al trombone e Carlo Actis Dato al sassofono. Numerose sono le partecipazioni a rassegne, festival e i luoghi nel mondo in cui la sua musica viene eseguita ed è leader di numerose formazioni recensite da prestigiose riviste specialistiche internazionali; per citarne alcune Porta Palace Collective, Arcote Project, Torino Performing Orchestra. Proprio la critica francese ha definito Johnny Lapio una delle più belle scoperte dell’avanguardia italiana degli ultimi anni. Durante l’edizione 2015 del Torino Jazz Festival, ha partecipato all’eccezionale performance del Museo Egizio, in cui Anthony Braxton ha diretto settanta musicisti per otto ore in versione peripatetica fra gli spazi del Palazzo dell’accademia delle scienze, gioiello barocco di Guarino Guarini. Braxton, rimasto sorpreso dalla creatività di Lapio, l’ha voluto in America nella sua Tri-Centric Foundation, per un’importante tournée nel New Mexico con il sassofonista Chris Jonas. In questa occasione ha partecipato in qualità di trombettista alla Prima Mondiale di “Sketches in the Garden III: Home”. Ma le collaborazioni continuano con Baba Sissoko, Satoko Fujii, Natsuki Tamura, Rob Mazurek e numerosi altri artisti.

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 Ha fondato ed è direttore artistico dell’Associazione “Arcote” situata in via Cuneo, realtà divenuta ormai internazionale, fucina di complicità creative generate dal jazz utilizzato anche come mezzo di riqualificazione culturale urbana. Da più di dieci anni l’associazione ha portato in pianta stabile nei quartieri critici di Torino il jazz e le artiterapie mettendo in atto un’azione educativa senza precedenti. L’atelier è fortemente legato alla realtà di Porta Palazzo e dintorni, zona da cui Lapio è partito per diffondere la sua musica nel mondo, progetto che sta attuando attraverso tournee e collaborazioni di calibro mondiale gemellando lo stesso quartiere con realtà artistiche internazionali. Al nostro Johnny, custode geloso dell’anima di Porta Palazzo, si sono spalancate da tempo le strade internazionali e ora l’aspetta una importante e prestigiosa tournee in Giappone, ulteriore occasione per portare il made in Torino nel mondo.

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www.arcote.com

Festival Vivaldi, che successo!

Il Festival Antonio Vivaldi, che sta coinvolgendo il pubblico torinese, e non solo, con concerti, mostre, proiezioni e incontri dedicati alla figura del grande compositore veneziano, è arrivato alla metà del suo percorso.

Una fra le caratteristiche più rilevanti di questo Festival – evidenzia l’Assessora alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon – è il coinvolgimento di tante realtà culturali, e non soltanto musicali, che hanno permesso di creare un programma così vasto. Sono, infatti, ben 21 le Istituzioni e associazioni che sono state coinvolte. Un vero e proprio sistema che credo sia davvero un esempio di grande coesione di intenti che sarà da modello anche per altri eventi culturali”.

Ieri sera, con un tutto esaurito, il Teatro Regio ha messo in scena, per la prima volta nella sua storia, l’opera vivaldiana L’incoronazione di Dario, dramma in tre atti, su libretto di Adriano Morselli, con Ottavio Dantone alla direzione dell’Orchestra del Regio.

Il fatto entusiasmante – sottolinea Gastón Fournier-Facio coordinatore del Festival Antonio Vivaldi – è che sono andati esauriti anche tutti i precedenti concerti: le Suonate a due violini di Leclair e Vivaldi, eseguite magnificamente al Conservatorio da Giuliano Carmignola e Mario Brunello, a cura dell’Unione Musicale, quelli dell’Archicembalo, dell’Associazione Concertante-Progetto Arte&Musica, dell’Ensemble d’Archi dell’Orchestra Sinfonia Nazionale della Rai e dell’Astrée dell’Accademia Montis Regalis presso l’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria (registrando code prima dell’apertura fino a Piazza Carignano); nonché il concerto dell’Associazione Culturale Organalia presso il Tempio Valdese, il concerto dell’Astrée presso il Castello di Miradolo(in occasione della raffinata mostra Tiepolo e il Settecento veneto), quello delle Otto Stagioni di Vivaldi e Piazzolla al Teatro Regio di Torino e quello dell’Orchestra Filarmonica di Torino al Conservatorio”.

Molto pubblico ha seguito anche le manifestazioni collaterali: L’approdo inaspettato (la grande mostra dei manoscritti torinesi di Vivaldi presso la Biblioteca Nazionale), gli Studi per l’Incoronazione (la mostra sul progetto dell’Accademia Albertina di Belle Arti per le scene e i costumi dell’operaL’incoronazione di Dario di Vivaldi presso il Teatro Regio), la presentazione del libro L’Affare Vivaldi di Federico Maria Sardelli sul destino dei manoscritti autografi di Vivaldi custoditi dalla Biblioteca Nazionale Universitaria (presso la stessa Biblioteca e alla presenza dell’autore), l’Intervista impossibile ad Antonio Vivaldi a cura dell’Associazione Baretti (sempre alla Biblioteca Nazionale), e la Conversazione di Simone Solinas con il direttore d’orchestra Ottavio Dantone e il regista Leo Muscato, responsabili del nuovo allestimento di L’incoronazione di Dario, presso il Piccolo Regio Puccini.    “Sapevamo della grande popolarità della musica del Prete Rosso, – conclude Gastón Fournier-Facio –ma vedere tutta la città di Torino, giorno dopo giorno, seguire con tale entusiasmo, al di là di ogni aspettativa, ognuna delle diverse manifestazioni di un Festival così denso e nutrito, è un fatto incoraggiante, che dimostra ancora una volta lo spessore della cultura torinese”. “Grande successo hanno riscontrato anche le dirette su Facebook. Questa formula innovativa – evidenzia l’Assessora Leon – ha raggiunto l’obiettivo di coinvolgere nuove fasce di spettatori e di promuovere il Festival Antonio Vivaldi e Torino. Infatti, oltre 27mila sono state le visualizzazioni per i primi cinque concerti e quindi anche l’utilizzo di Facebook ha avvicinato Vivaldi a nuovi pubblici”. Il format su Facebook, a cura della Città di Torino, dà la possibilità di ascoltare una breve presentazione del concerto, con il contributo di un’intervistatrice e di un artista, assistendo ai primi minuti dell’esibizione musicale all’indirizzo:  www.facebook.com/cittaditorino

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Il Festival Antonio Vivaldi continuerà fino al 23 aprile.

INFO: www.comune.torino.it/festivalvivaldi

Giaveno si veste d’arte con i “Promessi sposi” di Gonin

Il centro storico di Giaveno si veste d’arte. Le facciate di alcuni suoi edifici verranno, infatti, impreziosite con affreschi che riproducono le litografie realizzate da Francesco Gonin per l’edizione “quarantana”, l’editio princeps, de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, pubblicata nel 1840. A promuovere l’iniziativa, dal titolo “Omaggio a Gonin”, è l’Associazione Proprietari Immobili Centro Storico (Pics) Onlus di Giaveno.

Gonin è un artista che ha attraversato con la sua vita e la sua opera tutto l’Ottocento; la sua figura è stata legata anche a Giaveno. Nato, infatti, a Torino nel 1808, morì nella cittadina della val Sangone nel 1889. La sua specializzazione pittorica fu quella dei ritratti a carattere storico, tra cui sono celebri “I vespri siciliani” e “Carlo Magno al passaggio delle Chiuse”, e delle incisioni di opere letterarie, quali le Poesie scelte di Carlo Porta e Tommaso Grossi nell’edizione del 1842. Fu tra i primi artisti in Italia a sfruttare le potenzialità della tecnica della litografia. Ritratti storici e affreschi da lui realizzati si possono oggi ammirare presso diverse dimore di casa Savoia; decoro’ anche una sala della stazione ferroviaria di Porta Nuova, un tempo sala d’attesa del re. Le litografie originali per l’edizione de 1840 dei Promessi Sposi, che gli richiesero anni di lavoro, dal 1839 al 1842, si possono ammirare presso il Civico Museo Manzoniano nella sala IX.

In occasione della presentazione del progetto “Omaggio a Gonin”, in programma a Torino venerdì 14 aprile nella Sala Viglione a palazzo Lascaris, con la partecipazione della vicepresidente del Consiglio regionale, Daniela Ruffino, saranno esposte due edizioni de “I Promessi Sposi”, quella a fascicoli della Quarantana, il cui titolo originale è “I promessi Sposi- Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni. Edizione riveduta dall’autore”, stampata dalla tipografia Guglielmini e Radaelli di Milano, e un’edizione in volume del 1869, oltre a due autoritratti del pittore, risalenti al 1828 e al 1878.

Mara Martellotta

Progetto di Storia contemporanea, 125 studenti premiati

La 36° edizione del Progetto di Storia contemporanea, bandito dal Comitato Resistenza e Costituzione in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, s’avvia alla sua fase finale. I 25 gruppi vincitori ( 125 studenti, dei quali 69 ragazze degli istituti d’istruzione di 2° e degli enti di formazione professionale piemontesi) parteciperanno, accompagnati dai loro insegnanti, ai tre viaggi di studio che si svolgeranno nel mese di maggio e avranno come meta Trieste (la Risiera di San Sabba e la Foiba di Basovizza, il confine orientale – dal 5 al 7 maggio), la Polonia (i campi di Auschwitz-Birkenau – dal 12 al 14 maggio) e l’Austria (Mauthausen e Gusen – dal 19 al 21 maggio). Gli studenti vincitori saranno premiati pubblicamente a Torino presso la sede del Consiglio regionale ( aula consiliare di Palazzo Lascaris) nella mattinata di Lunedì 29 maggio 2017. “Da oltre trent’anni, tra le tante iniziative promosse dal Comitato per la difesa e l’affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione, istituito nel 1976 – commenta il vicepresidente del Consiglio regionale delegato al Comitato – spicca questo progetto di storia contemporanea che, nel tempo, ha coinvolto oltre 43mila studenti e 1.650 insegnanti. La storia è uno strumento prezioso per capire il presente e imparare dagli errori del passato e la partecipazione al nostro progetto consente alle ragazze e ai ragazzi di fare storia e memoria del passato e, contemporaneamente, educazione al presente “.

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La graduatoria è pubblicata sul sito del Consiglio regionale del Piemonte ed è consultabile a questo link 

 

Storie di tram in tempo di guerra

Presentazione del graphic novel “Il tram. Cronaca di una giornata sotto le bombe” di Roberto Albertini e del volume “Il tram va alla guerra” di Simone Schiavi e Antonio Accattatis Giovedì 13 aprile, ore 18 Sala conferenze – Palazzo San Celso, corso Valdocco 4/A

 

Due linguaggi differenti, per raccontare un pezzo di vita quotidiana durante la guerra: il trasporto urbano. Alle sedici tavole illustrate di Roberto Albertini che raccontano la giornata di un operaio di Mirafiori nella Torino in guerra e che saranno esposte in sala, farà da contrappunto un volume pubblicato dall’Associazione Torinese Tram Storici che contiene racconti e immagini di Torino, dei suoi tram e dei suoi filobus durante la guerra. Ne discuteranno con gli autori Enrico Manera (Istoreto) e Guido Vaglio (Museo Diffuso della Resistenza) Le tavole illustrate di Roberto Albertini saranno visionabili presso gli spazi del Museo fino al 30 aprile. Sempre il 30 aprile alle ore 15 (replica alle ore 16,15) si terrà un percorso di approfondimento con il tram storico 3501 (da piazza Statuto e ritorno passando attraverso piazza XVIII Dicembre, via Pietro Micca, via Cernaia, via Po, piazza Vittorio Veneto, Piazza Gran Madre). A bordo una guida del Museo Diffuso illustrerà gli aspetti relativi ai luoghi significativi per il periodo della Liberazione a Torino un volontario ATTS illustreranno la storia dell’associazione, del tram e del trasporto pubblico con particolare riferimento al periodo bellico.

 

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A cura del Museo in collaborazione con ATTS Per informazioni www.museodiffusotorino.it

Corpi attraverso i confini

Una bandiera accoglie i visitatori. In tinta arancio interrotta da una sola implacabile struggente striscia nera, è la “bandiera dei rifugiati”, disegnata dall’artista siriana Yara Said (fatta sventolare per la prima volta dal Team dei Rifugiati ai Giochi di Rio 2016) e che vuole essere un chiaro riferimento al giubbotto salvagente indossato dai migranti durante le tragiche traversate sulle sgangherate “carrette del mare”. Siamo all’ingresso della “Fondazione Merz” di via Limone a Torino, una delle nuove e decentrate sedi pensate per gli eventi di Biennale Democrazia 2017, dedicata quest’anno alle “Uscite di emergenza” e conclusasi, con una vera e propria “maratona del pensiero” (oltre 100 appuntamenti e 246 relatori nazionali e internazionali) domenica 2 aprile scorso.

Qui alla “Merz” proseguirà invece, fino al 30 aprile, la mostra “Corpi attraverso i confini: memorie dell’Europa di oggi”, fra gli eventi sicuramente più interessanti e collaterali alla quinta edizione della Biennale voluta dalla Città di Torino, realizzata dalla Fondazione per la Cultura e presieduta da Gustavo Zagrebelsky. Allestita su un progetto di Melina Mulas e con il coordinamento espositivo di Luisa Passerini, la mostra vuole riflettere e, soprattutto, far riflettere su una delle crisi emergenziali e dai risvolti spesso drammatici del nostro tempo: la condizione dei migranti o meglio delle “persone in mobilità” come in molti amano definirsi. Vite seriamente problematiche, storie spesso di profonda disperazione ma anche di salvezza e di inattese rinascite. Iniziate tutte da un “viaggio”. Da strazianti e insicure “fughe” dalla guerra, dalla fame, da massacri e miserie senza limiti; in balia di destini che hanno spesso il volto dell’indifferenza, di muri d’acqua mortali o di terre “altre” ben lontane da quella ricercata “geografia emotiva” (il vero luogo d’origine) che tutti sperano di incontrare; addosso e nei cuori solo incertezze per un futuro in molti casi privo di solidarietà e d’ogni sentore di pietas umana. Tutto questo può essere letto nella toccante mostra allestita alla “Merz”, che nasce dal progetto di ricerca BABE (“Bodies Across Borders: Oral and Visual Memory in Europe and Beyond”), finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, e diretto da Luisa Passerini. Avviato quattro anni fa, il progetto è scrupolosamente documentato in rassegna attraverso un variegato e toccante materiale – fatto di interviste, filmati, disegni e fotografie – raccolto in Italia e in Olanda. Le interviste riportano anche le riflessioni di studenti e docenti delle scuole dedicate all’insegnamento della lingua italiana e olandese; altre, di grande interesse, sono state realizzate all’interno delle comunità di migranti più numerose in Europa (come quella peruviana) o di maggior peso per la storia del colonialismo italiano ed olandese, come quelle del Corno d’Africa e dell’Indonesia. Narrazioni e immagini “che incrociandosi con le nostre possono costruire nuove memorie europee”. Per questo motivo, i visitatori sono anche invitati a interagire attivamente, lasciando su lunghi tavoloni predisposti all’occorrenza le loro riflessioni e i loro personali disegni. Perché in fondo “le emergenze – come sottolinea Gustavo Zagrebelsky – ci chiedono, affinché non se ne sia semplicemente travolti, di cercare parole e categorie per affrontare il mondo e sperimentare nuove forme di azione comune”.

Gianni Milani

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“Corpi attraverso i confini: memorie dell’Europa di oggi”

Fondazione Merz, via Limone 24, Torino; tel. 011/19719437 – www.fondazionemerz.org

Fino al 30 aprile

Orari: mart. – dom. 11 / 19; lunedì chiuso

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Le foto:La “bandiera dei rifugiati”

– Leslie Hernàndez: “Manifestazione internazionale contro la violenza di genere in Perù”, Barcellona 2016
– Killa: “Traiettorie migratorie”, Barcellona 2016
– Visitatori “al lavoro”

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Sempre correlate al programma di “Biennale Democrazia 2017”, sono altre due le mostre a tema ancora visitabili a Torino

  • – Fino al 20 maggio, presso la “Film Commission”, in via Cagliari 40-42, prosegue “Esodi e conflitti, il diritto alla speranza”. Curatela artistica di Patrizia Bottallo ed organizzazione a cura di Associazione martin-Martini Arte Internazionale, la rassegna documenta le conseguenze dei conflitti nel mondo mettendo a confronto i linguaggi dell’arte e del foto-reportage.
  • – E fino al 5 giugno, presso Urban Center Metropolitano, in piazza Palazzo di Città 8/f, è visitabile “Abitare in Italia, Emergenze, Politiche, Nuove Pratiche”, mostra fotografica dedicata ai progetti innovativi di “social housing” realizzati negli ultimi anni

 

 

Trent’anni fa, la scomparsa di Primo Levi

Trent’anni fa, l’11 aprile 1987 moriva suicida a Torino Primo Levi, autore de “La tregua” e di “Se questo è un uomo”. Nato a Torino nel 1919 da famiglia ebrea, terminò a fatica gli studi a causa dell’introduzione delle leggi razziali. Riescì comunque a laurearsi e nel 1943 entrò in contatto con un gruppo di partigiani operante in Val d’Aosta. Nel dicembre dello stesso anno, venne arrestato dalla milizia fascista. Con altri 650 ebrei, fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. Il suo romanzo “Se questo è un uomo”, racconta le sue drammatiche esperienze nel lager nazista, diventando un classico della letteratura mondiale. Primo Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai campi di concentramento e , come testimone di tanto dolore e atrocità, sentì il dovere di raccontare. Con “La tregua”, vinse la prima edizione del Premio Campiello e, nel 1986, pubblicò “I sommersi e i salvati”.