Il duo Nagele-Pizzi propone il dramma di Cimarosa, in un allestimento raffinato, al teatro Regio di Torino
“Il matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa è in scena al teatro Regio di Torino da mercoledì 15 gennaio alle 20.
Rappresentato per la prima volta nel febbraio1792 al Burgtheater di Vienna, questo è tra i pochi drammi giocosi ad essere entrato nel repertorio dei più famosi teatri europei, affascinando artisti come Goethe, Stendhal ed il filosofo Nietzsche. Nonostante al giorno d’oggi venga eseguito meno, continua tuttavia ad essere considerat uno degli esempi più felici della produzione operistica della scuola napoletana settecentesca, cui Cimarosa apparteneva, insieme a Piccinini e Paisiello. “Il Matrimonio segreto” propone un perfetto schema sia geometrico sia musicale, in cui i sei personaggi sono distribuiti in un perfetto equilibrio fra tre voci maschili e tre femminili.
Il capolavoro di Cimarosa viene proposto nell’allestimento raffinato e contemporaneo del regista Pier Luigi Pizzi, che ha debuttato la scorsa estate al Festival della valle d’Itria. L’opera settecentesca risulta attualizzata in modo coinvolgente e giocoso, senza, tuttavia, essere stravolta, ma resa, invece, in modo molto naturale nello sviluppo della tematica dell’inganno degli affetti. “Il matrimonio segreto” risulta, così, l’anello di congiunzione tra l’opera comica di Mozart, da una parte, e Rossini ed il romanticismo, dall’altra, con un perfetto ingranaggio teatrale ed una brillante vena melodica.
Dirige l’orchestra del Teatro Regio di Torino Nikolas Nagele. Il giovane cast è formato da Carolina Lippi nei panni della primadonna, Marco Filippi Romano in quelli di Geronimo, Alasdair Kent in quelli di Paolino, Markus Werba interpreta il ruolo del conte Robinson, Fidalma ed Elisetta sono, rispettivamente, interpretate da Monica Bacelli ed Eleonora Bellocci.
Mara Martellotta
(foto M. Bursuc)





Giovedì 30 gennaio ore 18 alla Feltrinelli di Torino in piazza Castello Barbara Perucca presenta il suo primo romanzo, adesso alla terza edizione e vincitore di due premi letterari. La scrittrice fiorentina di piemontese ha solo il cognome: il suo bisnonno era il famoso Eligio Perucca, titolare della cattedra di Fisica al Politecnico di Torino e autore di diverse pubblicazioni. Già il titolo del romanzo Non voglio ammettere che ti amo ci suggerisce una contraddizione interna: questo è l’amore che, nella sua irrazionale imprevedibilità, semplicemente accade. E le vicende dei personaggi del libro si sviluppano nella dicotomia tra ragione e sentimento dove “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce” (Pascal). Tutto nasce da una separazione tra due dei personaggi principali: Elena e Giuseppe, dopo due anni di convivenza ed un tradimento con una collega di ufficio. Sembrerebbe una trama banale, in realtà nel corso della narrazione entrano in scena diversi personaggi, e niente è come sembra. L’autrice ama Pirandello ed il suo relativismo. Le maschere e la società da palcoscenico. La difficoltà di vivere i sentimenti in maniera autentica, le scelte di vita e le sorprese dell’amore: non siamo noi a cercarlo, ma è lui a trovare noi. Separazioni, matrimoni, nascite, partenze e traslochi, una madre invadente, un vicino di casa sui generis e un mix di emozioni.





