Caleidoscopio rock USA anni ’60 / Una sola chitarra? Nemmeno un Vox o un Farfisa? Ma addirittura sax e tromba contemporaneamente in una rock band americana di metà anni Sessanta? Nell’area di Birmingham in Alabama non mancavano le garage bands, sempre agguerrite nel contendersi le occasioni di esibizione nell’area fino a Mobile e al confine meridionale con la Florida
C’erano “The Premiers”, “The Rockin’ Rebellions”, i più famosi “The Distortions”, ma anche quella band dalla formazione così insolita, con una sola chitarra, gli horns (tromba e sax) ma senza organo: The Torquays. Il nucleo originario sorse nel 1963 con Dale Aston (V, chit) e Wendell Colbert (b), cui si aggiunsero gradualmente componenti variabili fino alla formazione di quintetto, con Barry Bicknell (tr), Steve Salord (sax) ed Eugene Hayes (batt).
A differenza di altre band che patirono esordi “al rallentatore”, The Torquays ingranarono subito ad un ritmo sostenuto di date, gigs, esibizioni in tutti i settori possibili ed immaginabili in cui fosse richiesto intrattenimento musicale (favoriti anche dall’influenza musicale del rock&roll delle origini). La gamma di locations era vasta e geograficamente copriva numerose città e cittadine del centro-nord dell’Alabama, in un raggio d’azione per nulla ridotto: Birmingham, Huntsville, Decatur, Guntersville, Cullman, ma anche ad est e a sud oltre Anniston e Sylacauga e fino al confine con la Georgia (verso Lanett) o lungo la direttrice della U.S. 280 tra Alexander City, Dadeville, Opelika fino allo sconfinamento a Columbus. Il frenetico tourbillon di date ed appuntamenti non lasciava molto spazio a prospettive di sala discografica, eppure The Torquays riuscirono ad incidere due 45 giri nel 1965: “While I’m Away” [Aston – Salord] (4701; side B: “Pineapple Moon” [Shaddrix]), inciso a Muscle Shoals presso i Fame Studios, con etichetta Holly; il secondo “You’re The One Who Loves Me” [Aston] (219; side B: “Find A New Love” [Wammack]), inciso a Memphis, prodotto da Roland James (Sonic Sound Studios), con etichetta Ara. Le due incisioni ottennero buona accoglienza nelle radio locali di Birmingham, ma anche in Florida sulle aree di Tallahassee e Jacksonville. La band in realtà non poteva pienamente cogliere l’apprezzamento nella programmazione radiofonica, tanto era occupata nel continuo roteare di date ed esibizioni: nei due anni successivi si passò da teen clubs ad adult clubs, a feste universitarie (sia fraternities che sororities alle Universities of Alabama e Georgia), ad eventi sportivi, pool parties, ma anche ad esibizioni in armories e per contingenti militari, magari in qualità di opening band (tra gli altri per Chuck Berry, Freddy Cannon e Billie Joe Royal). L’intensità del calendario delle esibizioni richiese nervi saldi, buona gestione delle forze e della coesione interna; forse anche per inesperienza la band fu messa a dura prova, tanto che alcuni membri cominciarono a non sopportare più i ritmi divenuti stressanti (in primis Eugene Hayes e Wendell Colbert). Si decise allora di allentare la calendarizzazione serrata delle esibizioni, ma con il venir meno degli introiti aumentarono gli attriti interni e le incomprensioni. Tutto il 1967 passò in uno stato di equilibrio interno precario, con una decisa rarefazione dei gigs; degli ultimi mesi di vita della band si sa poco o nulla, ma in ogni caso The Torquays risultarono sciolti entro l’estate del 1968.
Gian Marchisio
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni /
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria /
Sandro Veronesi “Il colibrì” -La nave di Teseo- euro 20,00
Patricia Cornwell “Quantum” – Mondadori- euro 22,00
Il sottotitolo di questa sorta di biografia a due recita: due sorelle, una vita splendida e tragica. Sono Jacqueline e Caroline Bouvier: la prima diventerà first lady d’America sposando John Fitzgerald Kennedy, la seconda principessa Radziwill… e questo splendido libro mette a fuoco il loro complesso rapporto. Un legame che conoscerà alti e bassi, gelosie, prevaricazioni, rivalità in amore, costante ricerca di mariti estremamente ricchi che possano pagare i loro salatissimi conti. Un rapporto strettissimo e complice in certe fasi delle loro vite, alternato da scontri e malumori in altri frangenti. Fino alla crepa finale con l’inspiegabile testamento di Jackie: non lasciò neanche una briciola del suo ingente patrimonio alla sorella Lee, che invece di soldi avrebbe avuto bisogno.In queste pagine scorrono le loro vite quasi parallele, tra jet set, politica, miliardi, matrimoni, vedovanze e divorzi, funestate entrambe da grandi lutti. Scopriamo che Lee forse andò a letto con JFK e che Jackie la ripagò più tardi soffiandogli il magnate greco Aristotele Onassis. Entrambe adoravano il padre, che però preferiva Jackie, crebbero con tutti gli agi grazie al ricco patrigno ed ebbero caratteri molto diversi. Lee era esuberante, ribelle e amava distinguersi; Jackie era più schiva e riservata. Eppure il destino mise al centro della scena mondiale proprio lei, la first lady che sopportava i tradimenti del Presidente in silenzio e a testa alta; madre attenta e protettiva, laddove Lee invece fu più distratta e patì parecchio stare nel cono d’ombra dell’ingombrante sorella. Tutta la vita di Lee, i suoi interessi e il suo stile furono dettati in parte dalla costante competizione con Jackie della quale fu anche succube. La summa finale è il tracciato di due vite privilegiate costellate da lutti devastanti: ebbero davvero molto, ma persero anche figli e mariti. Come se la vita avesse loro regalato glamour, successo e soldi a palate, ma anche preteso in cambio pesanti tributi di dolore. In questo libro che scivola via con la scorrevolezza di un romanzo, gli autori raccontano fatti privati e inediti che ci aiutano a capire meglio due icone del XX secolo con i loro pregi e ….parecchi difetti.
Il suo talento si sviluppa tra i 6 anni di studio nella chitarra classica, quello del pianoforte complementare e il diploma di canto presso il CPM di Milano.