CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 614

Ciak, motore, azione: Montiglio Monferrato diventa film

Una storia moderna del regista Roberto Gasparro che profuma d’antico e coniuga vita e web. La presentazioneMartedì 16 Aprile al Montexpo con numerosi ospiti e autorità.

Un grande evento porta in scena il borgo più amato e caratteristico del Monferrato. La firma di un giovane regista di belle speranze, l’incantevole cornice di colli senza tempo immersi tra arte e storia, una trama avvincente destinata a lasciare il segnoe interpretata da beniamini amatissimi dal grande pubblicoMartedì 16 Aprile alle ore 18.00, presso il ‘Salone MonteExpo sito in Via Monviso 34 a Montiglio Monferrato, avverrà la cerimonia-conferenza stampa di presentazione del film e relativo cast artistico di Roberto Gasparro dal titolo ‘QUI NON SI MUORE, che sarà per l’appunto interamente girato dal 23 Aprile al 25 Maggio nel Comune nato vent’anni orsonodall’unione di Colcavagno, Montiglio e Scandeluzza. Saranno presenti l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Storico Dimitri Tasso, gli attori Margherita Fumero, Franco Barbero, Giorgio Serra, Alessandro Gamba e naturalmente il regista Roberto GasparroInterverranno altresì, oltre gli sponsor, anche i partnersdell’Amministrazione Comunale, tra cui il Direttore dellEnte Turismo Langhe Monferrato Roero Mauro Carbone, il Consigliere della Fondazione CRT Francesco Mattioli e il giornalista e critico musicale Maurizio ScandurraA seguire, buffet offerto dalla rinomata ditta torinese ‘AgùCatering.A partire dalle 20.30, avverrà invece la proiezione, riservata agli abitanti di Montiglio Monferrato, del film di debutto di Roberto Gasparro dal titolo ‘Il cielo guarda sotto, già dallo scorso Marzo in programmazione nelle sale italiane, distribuito da ‘35mm Produzioni Srl’. ‘Qui non si muore di Roberto Gasparro racconta la storia di tre ex partigiani e un ex militante fascista che decidono di ripopolare il loro borgo, abbandonato da tutti i giovani.In paese, infatti, vivono ormai più soltanto 39 persone, tutte oltre i settanta anni: e non nasce un bambino da oltre 30.E così, una sera, durante una delle loro solite feste, i quattroeccentrici e simpatici vecchietti del luogo decidono di nominare sindaco, a sua insaputa, il figlio di una di loro: un giovane ingegnere informatico, un omosessuale con molte idee nella testa.

Nel frattempo, mentre il ragazzo, ignaro del piano, va a trovare sua madre che si finge gravemente malata, gli altri tre ottuagenari, complici, gli sottraggono il portafogli dalla giacca, e lo candidano a Primo Cittadino.Dopo poche settimane viene eletto quale Sindaco più giovane d’Italia, senza che questo fosse nei suoi piani.Simone, dopo avere appreso la notizia, decide di dare le dimissioni, sentendosi tradito da sua mamma: ma, ben presto, ci ripenserà, e accetterà di amministrare quel comune dove per molti anni ha vissuto.Il ragazzo, appoggiato e sostenuto da Don Gaetano, interpretato dal David di Donatello Tony Sperandeo che interpreta il ruolo di un parroco dalle vedute moderne e messo al 41bisdalla Curia, attuerà politiche innovative, e promuoverà il proprio borgo tramite il web.

Simone nominerà altresì assessori i quattro arzilli vecchietti, insegnando loro le nuove tecnologie da sfruttare per promuovere al meglio il territorio.Le sue idee piacciono molto ai più giovani: e così, dopo molto tempo, all’ufficio anagrafe vengono censiti due nuovi abitanti che, da lì a poco, faranno ritornare la vita in paese. Nascerà un bambino che prenderà il nome di Salvatore: nome fortemente voluto da Don Gaetano. Quando tutto sembrerà andare per il meglio, Simone verrà arrestato: ma correrà in suo aiuto addirittura il Presidente della Repubblica, interpretato da Gianni Parisi.Oltre a Tony Sperandeo, nel cast figurano anche Margherita Fumero, Lina Bernardi, Franco Barbero e Giorgio Serra, tutti e quattro nei divertentissimi e strategici ruoli degli anziani del luogo.Con la partecipazione straordinaria di Barbara Bacci, Umberto Anaclerico, Paolo Noise, e dell’attore comico Fabrizio Brignolo, prosindaco di Colcavagno, già nel cast di ‘Made in Sud’ di Raidue.

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Roberto Gasparro è un giovane Regista e Produttore Cinematografico italiano. Nasce a Moncalieri (TO) il 7 Febbraio 1975 da genitori dal Meridione trasferitisi in Piemonte negli anni del boom economico. Nel triennio 2016-2019 ha scritto contenuti per il web e la tv per numerosi e affermati attori comici italiani, tra cui anche il celebre Franco Neri, protagonista del lungometraggio ‘Il cielo guarda sotto’, opera prima da Marzo 2019 distribuita nelle sale italiane da ‘35mm Produzioni Srl’. E’ attualmente impegnato sul set di ‘Qui non si muore’, secondo capitolo della sua cinematografia, che annovera nel cast volti di punta del jet-set italiano tra cui il Premio David di Donatello Tony Sperandeo, Margherita Fumero, Gianni Parisi e Franco Barbero. Con la partecipazione straordinaria di Barbara Bacci, Umberto Anaclerico, Paolo Noise.

Leonardo, Torino celebra il genio

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Apre al pubblico  ai Musei Reali “Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro” la mostra “ammiraglia” delle iniziative che Torino dedica al genio toscano nei 500 anni dalla morte. L’esposizione, curata dalla direttrice Enrica Pagella, Francesco Di Teodoro e Paola Salvi, propone  i tredici autografi acquistati da Carlo Alberto nel 1840, compresa la “sanguigna”, il celebre “Autoritratto”, oltre al “Codice sul volo degli uccelli”. La mostra, che  si divide in  sette sezioni  è stata inaugurata ieri dalla sottosegretaria ai Beni Culturali Lucia Borgonzoni.

L'isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità librarie
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Jennifer Egan “La città di smeraldo e altri racconti”  – Mondadori- euro 18,00
 
Sono 11 racconti che affrontano grandi sentimenti: parlano di famiglie spezzate, licenziamenti, matrimoni naufragati, solitudine, rimpianti, desideri, ricordi e affanni. Tanti episodi di perdita che, visti da una prospettiva più ampia, possono essere anche opportunità da cogliere per un nuovo inizio, nuove chance di vita per i vari protagonisti. Sono racconti stilati con la consueta magia di Jennifer Egan, composti in un arco di tempo spalmato tra i suoi 20 anni fino ai 30. Li ha scritti prima del 1996, ma ha dichiarato di sentirli ancora vicini, e formano una sorta di mappa della sua crescita come scrittrice. Nel suo carnet ci sono 4 romanzi, ha vinto il Premio Pulitzer nel 2011 con “Il tempo è un bastardo” e 2 anni fa è stata inclusa nella long-list del National Book Award per il successo del suo “Manhattan Beach”. La città di smeraldo è in un certo senso quella che non si raggiunge mai e i racconti spaziano a diverse latitudini del globo –Bora-Bora, Cina, Messico, Kenya, Illinois e New York- tanti luoghi diversi per un esteso ventaglio di esistenze. Dalle modelle mozzafiato che cercano di emergere ai fotografi di moda che sognano New York, salvo poi essere schiacciati dal peso del suo lato inospitale; dalle casalinghe ai ricchi banchieri, passando per gente comune e studentesse. Tutti accomunati dal desiderio di andare oltre la loro quotidianità. Forse il racconto più drammatico è “Un pezzo soltanto” in cui Bradley, fratello di Holly che è la voce narrante, si porta addosso il marchio di una tragedia che ha provocato ed ha segnato la vita di tutta la sua famiglia. C’è anche la sua prima pubblicazione sul “New Yorker”, del 1989, dal titolo “La stilista”. E’ la 36enne Bernadette che imbastisce una relazione con il fotografo mentre sono in Kenya per un servizio di moda. Lei fa quel lavoro da 16 anni e mentre agli inizi si sentiva in competizione con le modelle, ora è più che altro materna e protettiva nei loro confronti. E poi altri racconti… sempre intensi e scritti con l’eleganza di questa scrittrice, tra le più interessanti della letteratura contemporanea.
 
 
Sabahattin Ali “Madonna col cappotto di pelliccia” -Fazi editore- euro 16,00
 
Sabahattin Ali è stato uno dei più importanti esponenti della letteratura turca del 900. Nato nel 1907 in quella che oggi è la Bulgaria (ma all’epoca faceva parte dell’impero ottomano in via di disfacimento), da giovane visse per 18 mesi a Berlino dove diventò un libero pensatore. Tornato in Turchia con un baule pieno di libri insegnò tedesco e fu accusato di avvelenare le menti dei suoi studenti con idee pericolose, che gli fruttarono l’incarcerazione. La sua vita fu piuttosto travagliata. Affermato come poeta e scrittore di racconti, fu comunista convinto, con la grande visione della liberazione dell’uomo comune; pagò i suoi ideali con la galera, il licenziamento e una pesante campagna di odio nei suoi confronti. Morì nel 1948 a 41 anni, pare ucciso da un contrabbandiere mentre cercava di attraversare il confine per fuggire in Europa. Secondo un’altra versione invece sarebbe morto durante un interrogatorio del servizio di sicurezza nazionale. Questo romanzo fu pubblicato per la prima volta a Istanbul nel 1943 e all’epoca passò quasi inosservato, per molti solo una storia d’amore. Ma che storia! Ambientata ad Ankara negli anni 30, racconta di un giovane neanche 25enne (la voce narrante) che grazie ad un amico trova lavoro come impiegato in una ditta che commercia legname. Lì conosce Raif Effendi, apparentemente uomo senza qualità né scopo nella vita, spesso malato e trattato malissimo dai suoi familiari. I due fanno amicizia ed Effendi, in punto di morte, gli chiede di distruggere il quaderno che conserva in un cassetto della scrivania. Ma quando il giovane lo legge scopre un altro Raif, che da ragazzo era stato mandato a Berlino dal padre per studiare in vista di un futuro nelle aziende di famiglia. Ed è lì che s’incanta davanti al ritratto di una Madonna col cappotto di pelliccia. Il destino lo aiuta, incontra la donna dell’autoritratto e tra i due nasce una storia complessa e bellissima allo stesso tempo. Lei si chiama Maria Puder, è una donna libera con mille sfaccettature, idee teoricamente chiare su cosa siano l’amicizia e l’amore: i due s’incontrano tutti i giorni, fanno lunghe passeggiate e grandi discorsi. Ma questo incontro e il destino che attende al varco segneranno tutta la vita di Effendi con un finale che non vi aspettereste….
 
 
Claire Messud “I figli dell’imperatore” – Bollati Boringhieri- euro 19,50
 
Ha vinto svariati premi la scrittrice 52enne Claire Messud, nata nel Connecticut e vissuta tra Stati Uniti, Canada e Australia; oggi residente a Boston con i due figli e il marito James Wood, critico letterario. “I figli dell’imperatore” è stato il miglior libro dell’anno 2007 per “The New York Times”, “The Los Angeles Times” e “The Washington Post”. Ma anche altri suoi romanzi precedenti, tra cui “L’innocenza perduta di Sagesse”, “La donna del piano di sopra” o “La ragazza che brucia”, hanno portato a casa prestigiosi riconoscimenti. E non c’è da stupirsi, perché Claire Messud ha il dono di una scrittura limpida, scorrevole, elegante, ed è abilissima nel tracciare pregi e difetti dell’ambiente che decide di   descrivere, puntando dritta ai meandri dell’animo umano. In “I figli dell’imperatore” racconta luci ed ombre del mondo letterario Newyorkese e le vite intrecciate dei protagonisti che sgomitano per raggiungere fama e successo. L’imperatore della prestigiosa scena letteraria della Grande Mela è il giornalista liberal di mezza età Murray Thwaite. E’ sposato con Annabel, avvocatessa esperta in diritto di famiglia che lavora per un’organizzazione no profit, spesso via per impegni vari, e sembra ignara di quello che le accade intorno. Hanno una figlia 30enne, Marina, che abita ancora con loro e da anni sogna di scrivere –senza riuscirci- un libro sulla moda per bambini…ma più che altro vive in adorazione del padre e non riesce ad uscire dal suo cono d’ombra. Intorno ruotano e cercano di entrare nelle grazie di Murray il nipote Ciccio che dapprima gli fa da segretario ma poi gli tira un colpo basso; il critico gay Julius che cerca ancora l’amore e finisce in trappola; Danielle, la migliore amica di Marina, produttrice televisiva indipendente che subisce in pieno il fascino di Murray e ne diventa l’amante. Sullo sfondo, a seminare veleno, c’è il giovane giornalista Ludovic Seeley che arriva dritto dall’Australia e si insinua nel cerchio magico sposando Marina e cercando di distruggere Murray. Vi anticipo solo che a dare una svolta decisiva alle vite di questi personaggi sarà l’attacco dell’11 settembre al World Trade Center…

Paolo Conte e il sax di Seamus Blake

Gli appuntamenti della settimana
Lunedì. Al Jazz Club si esibisce Esma. Al teatro Regio il recital di Paolo Conte. Al Milk suona il trio della pianista-cantante Olivia Trummer.
Martedì. Al Jazz Club è di scena Matteo Tambussi. Al teatro Colosseo si esibisce Manuel Agnelli affiancato da Rodrigo D’erasmo. Al teatro Concordia di Venaria suonano i BowLand.
Mercoledì. Al Jazz Club si esibisce il trio di Giulia D’Amico con ospite il sassofonista Paolo Porta. Al Blah Blah sono di scena gli australiani Straight Arrows. Al Mezcal suonano i Queers.
Giovedì. All’Arteficio è di scena il cantautore Sean Taylor. Al Folk Club si esibisce Orlando Manfredi. All’Opificio Cucina e Bottega per “Novara Jazz”, suona il quartetto di Peppe Santangelo. Allo Spazio 211 si esibiscono i Funk Shui Projet insieme a Davide Shorty. Al Circolo dei Lettori reading musicale con Emidio Clementi accompagnato dalla chitarra di Paolo Spaccamonti. Al Jazz Club suonano i Red Poppies.
Venerdì. Al Magazzino sul Po si esibisce Nicolas Joseph Roncea. Allo Ziggy sono di scena i Dolpo. Al Blah Blah si esibisce il duo elettronico SDH. Al Folk Club suona il quartetto del sassofonista canadese Seamus Blake. Al Circolo della Musica di Rivoli si esibisce il cantautore Giancane affiancato dal fumettista Zerocalcare.
Sabato. Al Magazzino sul Po suonano i Doormen. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Clavdio. Al Blah Blah è di scena il trio femminile The Go-Devils.
Domenica. Al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, suona il direttore artistico del Torino Jazz Festival Giorgio Li Calzi con Johnson Righeira e Gianluigi Carlone.
 

Pier Luigi Fuggetta

 
 

"Trino Sacra", chiesa gremita per Antonella Ruggiero

Ampia partecipazione di pubblico anche alla processione delle Confraternite per le vie del Comune

Antonella Ruggiero conquista ‘Trino Sacra’. Chiesa gremita all’inverosimile, con ampia affluenza di persone provenienti anche da fuori, per la straordinaria e commovente performance con cui l’intensa e poliedrica artista genovese ha letteralmente incantato il pubblico accorso per l’occasione ad ascoltarla, sul fil rouge di una voce senza confini e sospesa fra Cielo e Terra.

L’ex vocalist dei Matia Bazar rappresenta da sempre la punta di diamante della musica italiana che fa rima con qualità, cultura, ricerca, sperimentazione e avanguardismo puro“, esordisce il giornalista e critico musicale Maurizio Scandurra, che ha partecipato alla manifestazione anche di veste di voce narrante lungo la preziosa scia di confraternite e arciconfraternite “che ha rallegrato, sotto l’attenta e sapiente guida del Parroco Don Patrizio Maggioni e dell’Amministrazione Comunale Tutta, la cittadinanza trinese, portando un concreto messaggio di speranza e pace cristiane in vista del tempo liturgico della Settimana Santa anche ai numerosi fedeli accorsi all’evento“, prosegue.

Per poi aggiungere: “E’ con vivo affetto e altrettanta pregna riconoscenza che ringrazio con amicizia profonda il Sindaco Daniele Pane e tutta la sua nuova squadra di buongoverno trinese per aver confezionato un’iniziativa di sicura presa e altrettanto successo sia tra i grandi: ma anche fra i più giovani, che hanno potuto apprezzare da vicino sia un partecipato momento di fede e cultura condivisi, e anche l’ineguagliabile talento vocale di Antonella Ruggiero. Cui vanno anche i complimenti per la scelta del repertorio sacro incentrato sull’espressione artistica del canto devozionale cristiano senza distinzioni, ricordando anche come alcuni dei brani di matrice ebraica proposti durante la serata siano nati in tempo di deportazione e campi di concentramento, fra l’autentica commozione generale, gli applausi in piedi a scena aperta e le emozioni impareggiabili che abbiamo respirato. E grazie di cuore anche al Presidente del Consiglio Comunale Roberto Gualino, e gli altrettanto ottimi Assessori Giulia Rotondo, Elisabetta Borgia e Alberto Mocca per l’impeccabile organizzazione e la fondamentale collaborazione per l’ottima riuscita della kermesse“.

Per poi concludere: “Un grazie speciale anche al caro e ispirato Don Patrizio Maggioni per le benedizioni impartite durante la processione e le preghiere cariche di toccante spiritualità, e grazie anche ai volontari della Parrocchia di Trino per la grande pazienza e il prezioso aiuto fornito durante le operazioni di montaggio e smontaggio scenico. E un grazie prezioso di cuore, non ultimo per importanza, anche a Roberta Dellacasa e Rina Di Prospero, titolari del neonato e già apprezzato Ristorante-Lounge Bar ‘Il Ritrovo del Civico 9’ per l’amorevole buffet e aperitivo di benvenuto offerti con grande generosità con cui ci hanno deliziato e intrattenuto nei locali adiacenti la Chiesa prima e dopo il concerto. Gente di cuore e genuina, proprio come tutte le cose buone che ci hanno preparato e donato“. Appuntamento alla prossima edizione.

 

Libri, la triade religiosa di Caramella

Una triade letteraria sarà protagonista del dibattito e presentazione in programma al Circolo della Stampa di Torino, in corso Stati Uniti 27, martedì 16 aprile prossimo alle 18.20.
La Caramella editrice presenterà una serata letteraria dedicata alla religione ed alla sua funzione nella società contemporanea. Al dibattito, moderato dalla giornalista Paola Caramella, prenderà anche parte il celebre teologo ed accademico Ermes Segatti, docente di Storia del Cristianesimo e Teologie extraeuropee presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale. Tre i libri che verranno presentati nel corso del dibattito, “La visione dell’ineffabile” della scrittrice Francesca Masante, “Racconti metafisici” di Maurizio Barracano e “Il ritorno di Gesù- Prema Sai Baba”, di cui è autore il giornalista torinese Patrizio Brusasco. “La visione dell’ineffabile. Le cinque autobiografie di Veronica Giuliani”, autrice Francesca Masante, presenta una serie di personaggi femminili, monache, donne estatiche, fanciulle fragili e rudi guerriere, streghe ribelli, ma padrone di se stesse, donne molto diverse tra loro, ma capaci al tempo stesso di parlare con voci che paiono lontanissime, consegnate negli archivi fissi di monasteri e biblioteche, in documenti accessibili e remoti. Il linguaggio che contraddistingue quest’opera letteraria è quasi mistico. Le figure femminili appaiono sotto la lente di ingrandimento dell’attenzione maschile. I testi autobiografici di Veronica Giuliani sono una dimostrazione di questo misticismo. Il libro di Patrizio Brusasco dal titolo “Il ritorno di Gesù – Prema Sai Baba” affonda le radici negli studi di indologia del giornalista torinese e nelle vicende di un personaggio eccezionale, dotato di poteri miracolosi e di una conoscenza illimitata, Sai Baba, che abitava in un villaggio di nome Shirdi e che si è presentato al mondo come incarnazione di Avatar, desideroso di riportare l’uomo alle origini delle propria conoscenza divina, alla fratellanza universale e all’armonia cosmica. Prima di morire egli fece sapere ai suoi seguaci che, alcuni anni dopo, si sarebbe reincarnato di Satya Sai Baba per proseguire la sua missione divina in questa età oscura, in India nota come “Kali Yuga”, governata da ignoranza e perdita del valori umani. Nel 2011 egli moriva e si ritiene che si sarebbe poi reincarnato Prema Sai Baba, l’Avatar dell’amore, di ispirazione cristiana. Il terzo volume che verrà presentato nel corso della serata, dal titolo “Racconti metafisici”, è stato scritto da Maurizio Barracano, studioso che si occupa di simbologia e di religioni, compiendo anche analisi sugli svantaggi di un’antropologia consumistica e sulla metafisica dell’energia.
 

Mara Martellotta

 

Apre l'archivio del Centro Studi Piemontesi

Al Centro Studi Piemontesi, via Ottavio Revel 15 – Torino, verrà inaugurato l’ “Archivio Istituzionale del Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis 1969-2019”.  Intervengono Daniela Caffaratto, Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e della Valle d’Aosta, Andrea Ludovici,Archivista, Giuseppe Pichetto, Presidente e Albina Malerba, Direttore del Centro Studi Piemontesi

Il 2019 segna per il Centro Studi Piemontesi i 50 anni di attività e di presenza nel panorama culturale e editoriale del Piemonte e degli antichi Stati Sabaudi con ampi riconoscimenti internazionali. Per «festeggiare» l’importante traguardo l’associazione ha messo in campo una serie di iniziative, tra cui la più significativa l’intervento di Schedatura, riordino e inventariazione dell’Archivio, conservato in via Revel 15.  Consapevole della singolare importanza del suo patrimonio documentario, il 15 aprile 2019 inaugura la prima tappa del lavoro: l’Archivio Istituzionale, sistemato e consultabile nella sala Agar Pogliano appositamente allestita presso la sede sociale. L’iniziativa, ricompresa in un più ampio progetto integrato di conservazione, tutela e valorizzazione esteso a tutti i fondi archivistici custoditi dall’Associazione, consente oggi, e consentirà un domani, il confronto con un corpus di carte di sicura rilevanza per il Piemonte, e non solo, rimasto sinora quasi del tutto inedito. Il riordino e l’inventariazione dei documenti sono stati condotti secondo gli standard stabiliti dalla normativa vigente in materia e in ottemperanza alle indicazioni formulate dalla competente Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta. L’Archivio Istituzionale del Centro Studi Piemontesi è stato organizzato dall’archivista Andrea Ludovici in due parti principali, denominate rispettivamente “Amministrazione” e “Attività culturali”. Nel primo caso la priorità è stata data alle attestazioni inerenti l’istituzione e la prima organizzazione dell’Associazione, per poi passare agli atti prodotti dai diversi organi sociali, all’attività promossa da Renzo Gandolfo e dai Fondatori, dalla Presidenza, dalla Direzione e dall’ufficio di Segreteria (documentata in modo precipuo da una nutrita corrispondenza con Soci, Sostenitori, Collaboratori, illustri protagonisti della vita culturale e economica), alla gestione del personale, della contabilità, del patrimonio immobiliare e, da ultimo, ai riconoscimenti ricevuti da Enti pubblici e Società culturali in genere. La seconda sezione dell’Archivio, invece, è stata riservata alle attività promosse nei campi dell’editoria, della rivista “Studi Piemontesi”, della promozione e valorizzazione della lingua e cultura piemontesi, della conservazione di fonti inedite afferenti alla civiltà e alla storia subalpina conferite all’Associazione tramite donazioni da parte di privati. Un archivio che non rappresenta soltanto l’istituto ma in generale un cinquantennio di vita culturale dell’intero Piemonte.

Il ritorno di Will Sparks

Martedì 30 Aprile 2019 si terrà a Torino al Wow Club, una delle prime date del tour europeo del DJ/Produttore australiano Will Sparks, numero 56° nella top 100 DjMag 2018, la prestigiosa classifica dei Dj più influenti al mondo
 Will Sparks è assente da Torino da oltre 2 anni e la sua musica EDM – Bounce continua a contagiare le folle in giro per il mondo, calcando i palchi dei festival più importanti, quali Tomorrowland, EDC e Ultra Music Festival.  Questo ritorno nella città avverrà in grande stile, sotto forma di un vero e proprio concerto in cui Will Sparks sarà la star indiscussa. L’evento sarà inserito all’interno della programmazione del “Reload in da Club”, il tour nazionale che porterà all’interno dei più importanti club del paese il format del Reload Music Festival, il OneDay festival di musica dance leader a livello italiano che consacra ogni anno la città di Torino come hub d’incontro dei fan dello stile EDM di tutto il mondo. Ad aprire e chiudere il concerto, la consolle sarà data in mano a giovani talenti emergenti della scena cittadina, quali Drop, Uneven e Luca Testa, che avranno così l’importante onere di affiancare un guest internazionale in una situazione unica. Il suo concerto verrà prodotto all’interno della cornice totalmente rinnovata del Wow Club (Ex Big Club) di Corso Brescia 28 a Torino e l’apertura delle porte sarà alle ore 22.00, così da consentire l’accesso in maniera agiata a tutti i possessori del ticket.

La prevendita dei biglietti è disponibile anche su App18, avendo come fulcro principale il concerto di Will Sparks, e si può trovare attraverso il seguente link: http://www.ticket.it/sparks

A Trino vercellese debutta "Trino Sacra"

Il giornalista Maurizio Scandurra: “Splendida iniziativa che coniuga fede e cultura”

S’intitola ‘TRINO SACRA – Percorsi di fede tra storia e tradizione’, la grande kermesse che fa il suo debutto ufficiale Sabato 13 Aprile 2019 a Trino (VC), quale preziosa premessa alla celebrazione della Domenica delle Palme, anticamera della Pasqua cristiana, e che vedrà la festa delle confraternite trinesi e piemontesi in segno di unità nella fede e nei nobili intenti legati alla promozione delle storiche tradizioni locali. Un evento ideato dagli Assessorati alla Cultura ed Eventi e Manifestazioni del Comune di Trino in collaborazione con le associazioni del territorio. Un’iniziativa nuova in sapiente equilibrio fra rievocazione, fede, spiritualità musica sacra, che punta l’accento sulla vocazione di recupero del ricco patrimonio culturale di matrice storica della ridente cittadina vercellese. Il programma della manifestazione prevede due momenti. S’inizia alle 20.45 con il ritrovo in Corso Italia presso la Chiesa di San Lorenzo da cui prenderà le mosse la processione storica con arrivo alle Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo, ove invece alle 21.45 avrà luogo, anticipato dai saluti del Parroco Don Patrizio Maggioni e delle Autorità Trinesi, l’atteso concerto di arie sacre di Antonella Ruggiero, ex voce dei Matia Bazar. Presenta lo spettacolo il giornalista e critico musicale Maurizio Scandurra, anche in veste di voce narrante della processione delle Confraternite lungo le vie del Comune, raccontando ai partecipanti presenti episodi curiosi e singolari legati alla vita delle stesse. Il ricavato del concerto (gratuito con ingresso a offerta libera) verrà devoluto al sostegno delle attività della Parrocchia di Trino. Così Maurizio Scandurra sulla manifestazione: “La nuova Amministrazione Comunale guidata dagli ottimi Daniele Pane e Roberto Rosso, con l’altrettanto capace Presidente del Consiglio Comunale Roberto Gualino insieme ai valenti Assessori Alberto Mocca, Elisabetta Borgia e Giulia Rotondo ha già dato ampi ed evidenti segni di cambiamento rispetto al passato. Ponendo, di fatto, l’attenzione sulla promozione del territorio anche extra moenia attraverso eventi in grado di fondere con delicata armonia e altrettanto riuscito equilibrio il recupero di elementi tipici fondamentali e fondanti della propria storia: con nomi di punta del panorama culturale italiano in genere che, da Alessandro Meluzzi a Magdi Cristiano Allam, a Jerry Calà, si sono susseguiti a Trino Vercellese in neanche un anno dalla vittoria alle elezioni con grande e oggettivo seguito e success di critica e pubblico. L’arrivo in città in tempo di Santa Pasqua Cristiana di Antonella Ruggiero, voce per antonomasia della musica italiana, artista elegante e raffinata come pochi, dotata di cultura, anima, sensibilità ed eclettismo da vendere e con lei i suoi due straordinari e intensi musicisti Roberto Colombo e Mark Harris, costituisce la summa di un percorso capace di lasciare il segno, costituendo altresì un indirizzo da seguire anche per il futuro”, conclude soddisfatto ed entusiasta il noto giornalista e saggista cattolico.

Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana

Al Castello di Miradolo, tutta l’energia e la libera creatività dell’Informale attraverso un’attenta selezione dei suoi maggiori protagonisti internazionali

San Secondo di Pinerolo (Torino)
Dai sacchi di Burri al padre dell’ Art Brut, Dubuffet; dal gesto “selvaggio” del danese Jorn ai tagli di Fontana. E’ un panorama quanto mai ampio e fortemente qualificato, quello proposto , intorno al tema dell’“Arte Informale” (passando fra Stati Uniti, Europa e Asia), dalla grande mostra curata da Francesco Poli e ospitata, fino al 14 luglio prossimo, nelle dodici sale espositive del Castello di Miradolo, sede della Fondazione Cosso, promotrice della rassegna. Oltre sessanta sono le opere esposte, fra dipinti, disegni e sculture a firma di una buona quarantina di artisti fra i grandi protagonisti, a livello mondiale, di quell’arte cosiddetta “informale” (il termine fu coniato nel 1951 dal critico francese Michel Tapié per titolare la mostra “Signifiants de l’Informel” alla Galleria “Paul Falchetti” di Parigi) che nasceva nel primi anni deldopoguerra dominando la scena internazionale per tutti gli anni Cinquanta, sulla spinta della volontà di “enfatizzare – annota Francesco Poli – la libera creatività soggettiva e l’intensificazione delle emozioni, attraverso la forza espressiva della materia e l’energia segnica e gestuale”. Questo il dato caratteristico comune a tutti gli “Informali” rappresentati in mostra, cifra di “anarchica tensione creativa, in cui non è assente un’ultima eco dello spirito dell’artista romantico”, pur se in contesti creativi diversificati – a livello geografico concettuale e pur anche individuale (all’interno di similari movimenti) – messi ben in luce in un iter espositivo sapientemente articolato e contraddistinto per spazi tematici. Per quanto riguarda il contesto europeo, in primo piano troviamo i grandi protagonisti della scena parigina, dalle forme estreme e “melmose” di Jean Fautrier al “linguaggio grafico della follia” di Jean Dubuffet, fino alla raffinata gestualità di Georges Mathieu e alle opere tanto dense di spessore materico da sembrare “intonaci impregnati di drammatici colori” realizzati da Antoni Tàpies, affiancati alle nervose striature di Hans Hartung. E poi ancora i lavori di Nicolas De Stael, Bram Van Velde ed Helena Viera da Silva accanto ai più significativi componenti del Gruppo “CoBRA”, quali Asger Jorn con opere di forte ascendenza primitivo-espressionista, accanto al “Nu” di Karel Appel, a Pierre Alechinsky (suo l’intenso “Les yeux bleus” del ’68) e a Reinhoud. Negli States, si parla il linguaggio dell’“Espressionismo Astratto”, ben rappresentato dall’intenso labirinto di colori di Hans Hofmann, così come dalle opere dell’armeno Arshile Gorky o di Mark Tobey (fortemente affascinato dall’arte calligrafica orientale) o ancora di Norman Bluhm, Conrad Marca-Relli e Sam Francis. Di particolare interesse anche il gruppo degli artisti giapponesi, dagli esponenti del Gruppo “Gutai” (“Concreto”) come Sadamasa Motonaga accanto ad altri “battitori liberi” dell’Informale, fra i quali Sofu Teshigahara, presentato anche a Torino da Tapié. Uno sguardo attento e a tutto campo è dedicato ovviamente alla sezione Italia, che comprende tutti i maggiori artisti del movimento, da Lucio Fontana ad Alberto Burri, via via fino a Giuseppe Capogrossi, Emilio Vedova, Giulio Turcato, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Emilio Scanavino, Tancredi e Gastone Novelli. Un focus particolare è infine riservato alla situazione di Torino, già in quel periodo (nel ’59 apriva, fra l’altro, la Galleria Civica d’Arte Moderna) città di punta per l’arte contemporanea. A testimoniarlo, troviamo esposte al Castello di Miradolo opere di Luigi Spazzapan – di prorompente forza materica “La palude (ardente)” del ’57 – accanto all’“Omaggio a Tiffany” del ’62 di Ezio Gribaudo, al libero volo di “Bricolage” di Carol Rama, accompagnato a opere di Albino Galvano, Franco Garelli, Piero Ruggeri, Pinot Gallizio e Mario Merz. Di grande suggestione anche l’inedita installazione sonora che guida passo a passo la mostra – con un mix di brani tratti dalle sperimentazioni musicali di Jean Dubuffet (che non fu, quindi, solo pittore e scultore) e dalle composizioni di Miles Davis e Luciano Berio – pensata ad uopo dal progetto artistico “Avant-dernière pensée”, diretto da Roberto Galimberti.

Gianni Milani

“Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana”
Castello di Miradolo – Fondazione Cosso, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com
Fino al 14 luglio
Orari: ven. sab. dom. e lun. 10/18,30

Nelle foto

– Karel Appel: “Nu”, olio su tela, 1962
-Pierre Alechinsky: “Les yeux bleus”, acrilico su carta intelata, 1968
– Hans Hofmann: “The Call”, olio su tela, 1958
– Sadamasa Motonaga: “Senza titolo”, olio su tela, 1960
– Luigi Spazzapan: “La palude (ardente)”, olio su masonite, 1957
– Ezio Gribaudo: “Omaggio a Tiffany”, olio su tela, 1962